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Autore: Laura Schiller    29/10/2015    0 recensioni
Ispirata dall'aneddoto sul padre di Ichigo nell'episodio 31. E se Ichigo non fosse stata l'unica bambina prematura bisognosa di incoraggiamento?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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ENERGIA DA DISTRIBUIRE


“Chi diavolo è quello?” chiese l’infermiera Tanaka, soffocando una risatina “e perché non è stato ancora mandato via?”

Il soggetto della sua domanda era un giovane uomo allampanato in un completo sgualcito, i suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, che si stava sbracciando verso il lato opposto della barriera di vetro del Reparto Intensivo di Maternità di Daikan.

“È solo Momomiya-san”, la rassicurò l’infermiera Honda, sorridendo verso l’uomo. “È il padre di quella”, e fece un gesto verso una delle incubatrici messe in fila, dove era stata messa una neonata. “Passa a trovarla in questo modo quasi ogni giorno, dicendo che è un modo per trasmetterle energia. Visita anche sua moglie. Buon per loro.”

Come gli altri bimbi malati o prematuri sotto la loro custodia, la figlia dei Momomiya era attaccata a svariati cavi che la provvedevano di fluidi ed ossigeno e che, anche se erano cose necessarie, avevano il disturbante effetto di farla sembrare una parte della macchina. A giudicare dal modo tranquillo in cui dormiva, però, non sembrava risentirne per niente.

“Sembra che potrà andarsene presto a casa” disse Tanaka, con un sorriso soddisfatto verso le macchine e verso la bambina rosea e paffuta. “A casa da babbo e mamma, eh? Scommetto di sì. Questo, invece…”

Come da segnale, l’occupante dell’incubatrice di fianco si svegliò ed emise un lamento rauco e sottile, poco più forte del rumore sommesso che facevano le macchine che lo mantenevano in vita. Questo bambino, in contrasto con la sua vicina, era rugoso, tutt’ossa e malaticcio come un vecchio, con una testa troppo grossa in confronto al corpo e due enormi occhi iniettati di sangue che sembravano fissare tutto intorno in modo innaturale e per niente infantile.

Qualche volta, Tanaka avrebbe potuto giurare di vedere quegli occhi cambiare colore dal marrone al blu, e tornare poi normali. Dev’essere la stanchezza, aveva deciso. Questi doppi turni ti sfiniscono completamente.

“Lo so” confidò Honda sotto voce alla sua collega. “A volte spaventa anche me. Non so nemmeno se ce la farà.”

Le cose strane riguardo quel bambino erano tante: non soltanto era prematuro, ma sua madre era morta dandolo alla luce, e non era stato trovato nessun altro parente. Se fosse sopravvissuto, il che non era certo, sarebbe cresciuto nell’orfanotrofio locale, o forse sarebbe stato sistemato in una famiglia adottiva.

Una cosa comunque era certa: non c’era nessuno a sostenerlo.

Tanaka sposto lo sguardo dal bambino a Momomiya, che aveva finito di sbracciarsi e ora premeva una mano contro il vetro, il suo ghigno da maniaco che era diventato lentamente un sorriso dolce e ansioso. Sussurrò qualcosa, inudibile attraverso la barriera, che probabilmente poteva essere ‘Tieni duro, Ichigo-chan. Non manca molto’.

‘Se quel pazzo veramente ha rilasciato dell’energia positiva nella stanza’, pensò ‘chissà? Forse ce n’è abbastanza da distribuire.’

Guardò il cartellino sulla tabella attaccata all’incubatrice del bambino malaticcio. Dato che sua madre era morta senza dargli un nome, solo il suo cognome era stato scritto lì.

“Resisti, Aoyama-kun”, bisbigliò Tanaka, prima di riprendere il suo giro.

 

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Approfitto di questa storia per tirare fuori una delle più grandi incognite della serie: ma Profondo Blu come avrà creato Masaya? Dal nulla, da solo, facendolo apparire neonato in un punto qualunque di Tokyo, oppure si sarà servito di una donna facendola restare incinta come in questa storia (a costo di apparire blasfema, faccio un paragone: come Dio che si è servito di Maria per far nascere Gesù)? Io propendo per la prima ipotesi, ma chissà che ne direbbe Reiko Yoshida.
Sinceramente però non penso che, nel caso della seconda ipotesi, Aoyama sia il cognome della donna che lo ha partorito, come in questa storia. Invece è, ovviamente, il cognome dei signori che lo hanno adottato (oltre ad avere tutto il significato dietro del: i ragazzi devono avere il nome dei quartieri di Tokyo, il cognome di Masaya deve rimandare alla sua vera identità e in più deve fare l'accoppiata con Ichigo "ragazza rosa, ragazzo blu"). 

   
 
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