Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Irian    29/10/2015    1 recensioni
(ho cambiato l'anteprima)
Elsa e Anna non erano mai state delle sorelle incredibilmente unite.
Certo si volevano bene, si aiutavano se c’era bisogno, ma non si raccontavano i segreti o cose del genere, non erano come due amiche.
Anna sperava che quel viaggio le avrebbe avvicinate; certo prima Anna era indispensabile per Elsa e viceversa, ma andare a vivere insieme poteva renderle inseparabili.
Invece le aveva solo divise.
(AU! Kristanna)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La morte lo avvolse,
 la sua vita volò via dalle membra
 e scese nell’Ade,
 lasciando la giovinezza e il vigore.
 
Non puoi pagare una vita con un’altra vita.
E’ qualcosa del tutto fuori dalla tua portata, non puoi nemmeno lontanamente immaginare di poterlo fare.
Chi sei tu per decidere chi vive e chi muore?
Tu non sei nessuno, non spetta a te decidere.
Un flash, un battito d’ali.
 
“Anna…” disse una voce fioca e roca alle sue spalle.
Si voltò lentamente rivolgendole lo sguardo.
La figura si avvicino ai roghi dando un’occhiata profonda ai corpi.
“Non devono aver sofferto molto”
“Già” rispose Anna.
Si voltò verso di lei.
“Anna…non starò qui a darti inutili parole di conforto, hai perso tua madre e tua sorella, non ti dirò che tutto andrà bene, niente andrà bene, lo sai anche tu”
“Tu non sei mia madre” disse Anna piano “Che ci fai qui?”
Iduun prese un respiro.
“No. Non sono tua madre. Ma lei era mia figlia” disse rivolgendosi al corpo di Elsa.
“Credo che dovremmo parlare Anna, c’è qualcosa che dovresti sapere”
“Va bene”.
Andarono nella loro vecchia casa, che per Anna era piena di rimorsi, parole dette e non dette, sguardi, ricordi belli e ricordi spezzati, infranti dall’odio e dal dolore.
Si sedettero su un divano.
“Non disperarti per loro Anna”
Notò che indossava una camicia viola e un pantalone di velluto, i capelli castani raccolti in una coda bassa.
Anna riflettè per un minuto.
Iduun aveva gli occhi lucidi, ma non per lacrime, no, erano proprio lucidi, pieni di vita, si chiese come mai, sembrava composta ed educata come sempre, non quel mostro che aveva descritto suo padre.
Anna avrebbe voluto piangere davvero per sua sorella, essere triste, ma non ci riuscì, le lacrime si erano prosciugate da tempo, il volto era secco e le guance rosse, nessuna traccia di lacrime.
“Come…potrei?”
“Elsa sapeva che saresti morta, siamo state io, lei e Miranda a tirarti giù”.
 
Un flash, un battito d’ali.
Anna sentì le sue mani tremare, le chiuse in una rete di dita per farle smettere, ma non accadde nulla.
Era stata Elsa.
Si era sacrificata per lei, aveva pagato con la vita.
Niente lacrime.
Miranda ed Elsa, erano morte per lei.
Chinò il capo.
Una lacrima piccola e timida solcò lentamente la guancia di Anna, la asciugò in fretta con la mano, alzò lo sguardo verso Iduun.
“Va a cambiarti”
“Cosa?” -insomma, tua figlia è morta e la prima cosa a cui pensi sono i miei vestiti?-
“In assenza di tuo padre e di tua madre sono io il tutore, ho detto va a cambiarti
“Mio padre…è?”
“No. E’ vivo, ma è scappato.”
“Quindi io…”
“Sì Anna. Tu hai solo me
Si ritirò per andare a cambiarsi, “Ah” le disse Iduun “Mettiti qualcosa di bianco”.
Passò dalla vecchia camera che divideva con Elsa, ci rientrò per un attimo.
FLASHBACK
“Anna! Smettila! Ho detto smettila!”
“Non ci penso proprio!” urlò continuando a saltare per tutta la camera ridacchiando con un quadernino in mano
“Lascia i miei disegni!”
“Vieniteli a prendere!” disse Anna facendo la linguaccia
“Ah quindi la metti così?” Elsa incrinò la testa e saltò sopra la sorella, cadendo sul letto, stropicciandosi i vestiti.
FINE FLASHBACK
Avanzò verso la scrivania di legno, le ricordò il loro primo periodo di convivenza in America.
INIZIO FLASHBACK
Quando tornò a casa Elsa era appollaiata in cucina, stava mangiando un piatto di asparagi freddi, se li era conditi accuratamente e adesso li tagliava senza emettere il minimo rumore, a differenza di Anna che ogni volta rigava il piatto e produceva suoni assordanti.
Anna non parlò di nulla: della chimica, o di quel veloce incontro con Hans nel palazzo di vetro, rimase semplicemente in silenzio.
Aprì uno scomparto e prese un bicchiere di vetro finemente ornato, si versò dell’acqua e lanciò un’occhiata fugace alla sorella.
I capelli biondo platino le ricadevano sul viso, per un momento pensò di rivolgerle qualche parola di conforto.
Poi Elsa alzò lo sguardo, ed era talmente freddo ed inespressivo, che ad Anna passò tutta la voglia da parlarle, e anche se voleva davvero sapere che cosa era successo a sua sorella, semplicemente abbassò lo sguardo, e senza produrre parola, corse a rifugiarsi in camera sua.
FINE FLASHBACK
Guardò fuori dalla finestra, pioveva, sporse il viso verso il vetro e con il fiato lo appannò.
 
 
INIZIO FLASHBACK
Elsa e Anna non erano mai state delle sorelle incredibilmente unite.
Certo si volevano bene, si aiutavano se c’era bisogno, ma non si raccontavano i segreti o cose del genere, non erano come due amiche.
Anna sperava che quel viaggio le avrebbe avvicinate; certo prima Anna era indispensabile per Elsa e viceversa, ma andare a vivere insieme poteva renderle inseparabili.
Invece le aveva solo divise.
Anna non sapeva perché ma Elsa da una settimana era rinchiusa in una specie di bolla.
Una bolla piena di solitudine.
FINE FLASHBACK
Passò le dita sul suo armadio ancora pieno di vestiti.
INIZIO FLASHBACK
Arrivata a casa si sedette in quell’angolo angusto che era la cucina: un tavolo piccolo con una tovaglia a righe, un piano cottura in legno e qualche armadio.
Il lato positivo era che avevano una piccola tv.
Anna la accese e si mise a guardare un vecchio cartone animato.
Poco dopo la sorella irruppe nella casa con tutti i vestiti e i capelli zuppi.
Non entrò con la sua solita aria regale, entrò con le braccia larghe e lo sguardo scocciato per la troppa acqua.
Anna spense la tv, aprì un armadietto dietro di sé e con l’aria più seria possibile prese una pila di coperte
Si avvicinò alla sorella, le lasciò le coperte tra le braccia e poi andò via.
FINE FLASHBACK
INIZIO FLASHBACK
Anna tornò a casa piena di quel nuovo calore.
Era triste per il bidone di Hans, ma era felice perché aveva scoperto un luogo dove forse avrebbe potuto essere accettata.
Doveva avere un altro parere, e l’unica strada possibile era a pochi metri da lei.
Anna bussò tre colpi alla porta.
Silenzio.
Altri tre colpi.
Ancora silenzio.
“Elsa?”
Silenzio.
“So che sei lì dentro, ho bisogno del tuo aiuto, ti prego lasciami entrare”
Silenzio
“Elsa…”
“Vattene via Anna!”
FINE FLASHBACK
 
Anna si trascinò a fatica fuori dalla camera della sorella dove era evidente che non potesse più stare.
Entrò in camera sua, chiudendo la porta dietro di sé.
Le lacrime scendevano come fiumi, eppure il viso di Anna era impassibile, come se nulla fosse accaduto, come se nemmeno si rendesse conto di stare piangendo.
Le lacrime scendevano a fiumi, ma lei non cambiava espressione, stava lì a guardare fuori, cullandosi nel ricordo di sua sorella morta.
 
 
 
Salve a tutti, il mio nome è Arianna.
Sono qui per raccontarvi qualcosa.
Per raccontarvi una storia.
Questa, è una storia che racconta, ma che non ambisce ad essere raccontata.
In questa storia, rimedio ed errore, si uniscono in un unico ceppo che porta dolore.*
 
 
*io vi avevo avvertito già dal primo capitolo eh.
 
Angolo dell’autrice
E quindiiii.
Mi pareva una bella idea inserire dei flashback dai primi capitoli per far deprimere Anna ancora di più (poveraccia).
Scusate per le rare pubblicazioni ma ho avuto problemi di forza maggiore (TIPO IL GINNASIO), quindi mi spiace ma questo è il meglio che ho saputo fare.
Vi ringrazio per essere capitati qui e bon reguarde! (?)
IRIAN LOVES YOU LA LA LA
 
 
 

 
  
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