Videogiochi > Final Fantasy X
Segui la storia  |       
Autore: DanieldervUniverse    31/10/2015    7 recensioni
Yuna, l'evocatrice che si ama fin dal primo momento in cui la si incontra. Una ragazza forte e determinata, eppure sensibile e lieve come un fiocco di neve. Una ragazza che vuole salvare il mondo, impegnata in una missione suicida per fermare il demone Sin in nome di tutti gli abitanti di Spira, protetta dai suoi indomabili Guardiani. Ma chi sono questi Guardiani? Sono forse immagini scolpite nella nostra memoria, o sono spiriti erranti giunti per caso o seguendo un sogno? Mutevoli o radicati? Se i Guardiani di Yuna fossero diversi da quelli che conosciamo, sarebbe lo stesso? La storia cambierebbe?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rikku, Yuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A\N: Detto fatto, è il momento di guadagnare Ifrit.

DII\N: Forse anche qualcos'altro?


Il crepitante rumore delle fiamme era stupefacente, intenso, e vivo.

I tre si fermarono di fronte alla barriera, lasciando per qualche attimo che le fiamme mostrassero la loro spettacolare vitalità.

Poi Gabranth avanzò da solo, le sue spade s'infuocarono, e tagliò le fiamme.

Un solo, ampio fendente dall'alto in basso, che venne quasi subito rimpiazzato da altre lingue di fuoco.

Ma il giudice non si arrese, e iniziò a colpire, preciso, statico: finiva un colpo e ne faceva seguire subito un altro.

Per Kuja in quei gesti non vi era bellezza, era tutti distaccati, fini a se stessi: non formavano un'armonica sinfonia, ma una semplice serie di singoli movimenti, in contrasto gli uni con gli altri.

Rispetto al fuoco, che era così elegante, anche nella sua distruzione, quell'uomo impallidiva.

Le fiamme iniziarono a perdere energia, pian piano, ma ancora non era sufficiente a farli passare.

-Ci sta mettendo troppo. Sicura che non possiamo intervenire al suo posto?- il mago si chinò a sussurrare nell'orecchio di Yuna.

-È il suo ruolo. Non so molto dei Giudici del Tempio di Ifrit ma... Cid mi ha accennato qualcosa in passato- rispose Yuna.

D'improvviso Gabranth unì i manici delle due spade, come durante la battaglia, e tornò a colpire, roteando l'arma.

Fu allora che il fuoco iniziò a reagire, facendosi catturare dal movimento delle due lame, e iniziando a ripiegarsi su se stesso.

-Mmmmhhh- fece Kuja, ancora scettico sulla leggiadria dell'uomo.

-Tu e Gabranth siete molto diversi Kuja- rispose Yuna, distogliendolo dai suoi pensieri.

-Come gli Eoni. Valefor è elegante, vola, si libra libero nei cieli, ma tornerà sempre da me, come il vento.

Kuja rimase in silenzio, aspettando di sentire il resto ma ricevette solamente un sguardo.

Poi realizzò -Io sono il vento.

Yuna annuì, per poi volgersi verso Gabranth -E lui è il fuoco. Il fuoco può apparire giocoso, nobile, anche elegante nelle sue forme, ma in realtà la sua vera essenza è nella forza, nella vitalità che lo muove, che lo nutre.

Gabranth finì di compiere la sua opera, estinguendo anche la più piccola lingua di fuoco, quindi separò le due alme, che lentamente si raffreddarono, e le rimise nei foderi.

-Sembra quasi un incontro... che fosse destinato ad avvenire- disse Kuja, fissando la schiena del giudice.

-Si. È magnifico, non trovi?- chiese Yuna, riferendosi alla situazione, mentre iniziando ad avanzare.

-Oh si- annui il ragazzo, seguendola senza tanto entusiasmo.

-È fatto, proseguite dritti per la camera della fede. Possa Yevon acconsentire alla vostra missione- disse Gabranth, volgendosi appena verso Yuna.

Lei sorrise grata, per poi dirigersi verso il suo destino, seguita da un Kuja silenzioso.

“Mi chiedo come faccia una ragazza così giovane a possedere una tale forza d'animo” si chiese il giudice mentre i due gli passavano oltre, allontanandosi.

Ma non stava a lui saperlo, lui era solo il giudice di un'isola fantasma.

Si volse indietro, fissando l'entrata da cui era entrato, e vide due figure avvicinarsi.

Erano un uomo corpulento, a torso nudo, e una donna, con uno scettro simile a Yuna.

“Un altra evocatrice?” si chiese, estraendo di nuovo le lame e puntando la più lunga verso i nuovi venuti -Fermi! Non potete passare oltre senza il mio permesso.

-Il Giudice, deduco- fece la donna, fermandosi poco lontano assieme al compagno -Sono qui per ottenere l'Eone Ifrit.

-Starà a me decidere se ne sarai degna- replicò con voce dura Gabranth -Al momento, già un altro di voi è entrato nella Camera della Fede.

-Chi? Yuna per caso?- chiese ancora la donna -Tch. Maledetta ragazzina.

-Modera il tuo tono- uno scossa elettrica, pervasa di rabbia, si propagò nella voce di Gabranth.

-Bene, vorrà dire che dovrò agire d'astuzia- la donna lo ignorò, per rivolgersi al compagno -Gettalo nella Camera della Fede, così il sacro voto di Yevon sarà violato.

-Si, evocatrice- rispose quello con voce baritonale, avanzando verso Gabranth.


-Qualcosa ti turba, Kuja?- chiese la ragazza.

Non era brava come lui a cogliere le emozioni della gente, ma lo conosceva abbastanza da intravedere il suo turbamento.

“Forse è qualcosa che ha a che vedere con Gabranth?” si chiese, mentre attendeva risposta.

-Kuja? Non mi puoi mentire, lo sai- fece lei, calcando più il tono quando questa non arrivò.

-Eh? Cosa succede principessa?- d'improvviso il ragazzo riportò la sua attenzione su di lei, come a risvegliarsi.

-Kuja, sei per caso infastidito dal comportamento di Gabranth?- chiese con calma la ragazza, fermandosi davanti al compagno.

-Si. Cioè no!- esclamò colto alla sprovvista, arrossendo per la vergogna, ma lo sguardo fermo di Yuna lo costrinse a sciogliersi -Si, okay, non so come fidarmi di lui. Cioè si, ci è grato per quello che abbiamo fatto, ma... non so non mi piace il modo in cui ragiona.

-Kuja, non sei obbiettivo, e non sei neanche chiaro. Insomma, Gabranth è un uomo serio e duro, mentre tu sei emotivo, empatico e frivolo, e se mi permetti anche un po infantile.

-Ehi!

-Ma, Kuja, secondo me quell'uomo ti sarà eternamente grato per quello che hai fatto. Non gettare al vento la sua amicizia solo per una punta di gelosia.

-Ah. Aspetta geloso? Io?

-Non sei geloso?- chiese Yuna al tono tranquillo del compagno, sentendo alcune delle speranze costruite durante la conversazione tremolare, incerte.

-Beh, come Guardiano e come amico certamente i. Insomma, non saranno più le nostre memorie no?- rispose il mago, alzando le spalle.

-Oh, si. Giusto- Yuna annui, sorridendo lieve, prima di rimettersi in cammino, dandogli le spalle.

“Oh, ci avevo sperato di piacergli un po. Uhhh” pensò Yuna, delusa dalla risposta del mago.

“Come ho potuto mentirle in faccia!? Chi se ne frega di essere amici io voglio darti il mio cuore!?” pensò invece Kuja, tirandosi i capelli non visto.

La ragazza inspirò profondamente, prima di entrare nella Camera, la cui porta si stava aprendo per lei, per farla entrare.


Con Valefor era stato tutto magico, un cielo stellato che veniva rischiarato da una rosea aurora, leggero e delicato.

Una debole voce, un singolo soffice alito di vento, finché l'Eone non era giunto a lei, discendendo tra eleganti piroette e spettacolari acrobazie.

Le era atterrato davanti, e lei l'aveva delicatamente accarezzato sul muso, lasciando che il contratto si siglasse, guardandolo fisso negli occhi.

Qui no.

Appena la porta si chiuse la camera fu riempita da ruggenti fiamme, un vero inferno, che la scosse fin nel profondo.

Il calore era insopportabile, sembrava quasi arderla viva.

I piedi nudi bruciavano, i vestiti s'inzupparono del suo sudore, a fatica riusciva a restare in piedi.

Yuna s'appoggiò allo scettro, cercando di resistere alla forza di quella creazione, provando ad avanzare, ma le sue energie si prosciugarono rapidamente, lasciandola in balia delle fiamme.

Poi le lingue di fuoco iniziarono a ruotare su se stesse, componendo un imponente cerchio di fiamme di fronte a lei.

Ruotarono sempre più in fretta, il loro rombare che cancellava ogni altro suono.

Yuna fece uno sforzo immane per rimanere cosciente, quando con un imponente ruggito la forma di Ifrit si sollevò dal cerchio di fiamme, i possenti muscoli e membra pelose che si mostrarono in tutta la loro imponenza, una creature temibile.

Al suo confronto Yuna era paragonabile ad un insetto, un'insignificante creatura che non avrebbe mai contato nulla per lui.

Il demone, dopo aver dato mostra della sua forza, si piegò al suolo, le possenti mani si piantarono a terra, facendo tremare l'intero ambiente, e il volto che si avvicinò alla ragazza fino ad investirla con il calore del suo respiro.

La ragazza rimase senza parole, travolta dall'irruenza della creatura e dalla sua ferocia, senza riuscire a proferire parola.

Lo vedeva, il pelo irto e le fauci spiegate, rivelando un fuoco ribollente all'interno, e i due corni che coronavano il volto, fermo lì davanti a lei.

Così grande.

D'improvviso il demone si risollevò, ruggendo e sputando un inferno di fiamme, e lei gridò, cadendo all'indietro.

-Patetico- risuonò il suo richiamo -Nessuno così insignificante prima d'ora aveva osato affrontare Ifrit, il demone del fuoco.

Yuna si fece forza e cercò di rimettersi in piedi, sforzandosi di non cedere nuovamente.

-Debole!- uno dei due immensi pugni scese abbattendosi al suolo vicino a lei, facendo tremare ancora la terra.

Le scappò un gridò di terrore, e volse le spalle alla creatura.

-Indegna!- il secondo pugno si abbatté al suolo, con fragore ancora più intenso.

-Inutile!- il volto del demone la raggiunse quasi, la sua voce risuonò come un tornado nella sua testa.

Lei era lì, con le spalle, voltate, piangendo lacrime di vapore, e tremando, piegata contro il suo scettro.

Uno spettacolo misero.

La sua spavalderia di pochi minuti prima dove era finita?

Era dunque questa la vera lei, che s'infrangeva al primo ostacolo, disperdendosi nel vento?

Cid aveva ragione, forse era tutta una follia: non sarebbe mai riuscita a sconfiggere Sin, non riusciva nemmeno a domare una semplice evocazione.

Il volto di Kuja le sopraggiunse, dolce e sorridente.

“Oh Kuja, potessi tu darmi la forza di vincere!” pensò la ragazza, sentendo il suo cuore cedere, i battiti svanire.

Tanto valeva morire lì, che affrontare un temibile mostro.

Ma poi giunse lui.

Il volto fermo, l'espressione stoica e gli occhi duri.

Sembrava quasi dirglielo. “COMBATTI!”.

Un ordine.

La ragazza vide le fiamme della determinazione nascondersi dietro gli occhi di Gabranth, ne colse la forza, la natura dirompente, e la paura svanì.

D'improvviso, come una fiamma che s'innalzava al cielo, consumando tutto ciò che poteva nutrirla.

Si sollevò eretta, la mano destra, strinse l'asta dello scettro, battendolo a terra.

Un onda si propagò, spazzando via fiamme e calore, e costringendo lo stesso Ifrit a distogliere lo sguardo.

Quando riaprì gli occhi la vide, la forza nel suo sguardo.

Yuna fece un passo, poi un altro, senza fermarsi.

Ifrit cadde in silenzio, rapito dalle fiamme ardenti negli occhi di lei, sopraffatto, docile.

Nemmeno le fiamme nella sua bocca osarono farsi sentire.

Yuna allungò la mano e toccò il muso irsuto del mostro, mandando una scossa elettrica nel corpo del demone.

Il contratto era stato siglato.


Kuja, per qualche ragione, era inquieto ad aspettare la ragazza.

Qualcosa non gli quadrava di quel posto: Gabranth, il fuoco, Yuna...

Scosse il capo, cercando di capire, pur non avendo modo di farlo.

Poi finalmente il portale si aprì, rivelando Yuna integra e indenne, ancora più smagliante.

Alzò un man per salutarla e stava quasi per esprimere il suo sollievo, quando scorse qualcosa di nuovo nel suo volto, qualcosa di inaspettato.

In silenzio abbassò la mano, continuando a fissarla indeciso.

-Principessa?- chiese esitante.

-Si?- rispose lei, piatta.

Kuja sentì come se un ondata di vento caldo e arido l'avesse appena colpito.

Poi scorse le fiamme nello sguardo di Yuna, e sentì un vuoto nel suo cuore.

Dove era andata la sua Yuna, dolce e caritatevole?

-Posso?- chiese, allungando le mani verso il suo volto.

Lei sollevò un sopracciglio, ma lo lasciò fare.

Kuja raggiunse le guance, esitante, prima di stringerle a colpo secco e allungarle, cercando di imprimere un sorriso su quel volto duro.

Ma non funzionò.

Quelle delicate forme non erano più le adorabili e morbide rosee definizioni della gentilezza di lei.

Chinò il capo deluso e ferito, lasciandola andare.

Poi venne travolto dalla risata di lei, solare e sincera.

Si risollevò e la vide piegata in due, riempiendo l'ambiente con le cristalline note della sua voce.

Il ragazzo rimase a guardarla confuso, indeciso se ridere a sua volta o se chiedere cosa c'era di così divertente: gli era venuto un colpo!

-Kuja...- fece lei, riprendendo fiato un attimo -Mi sei mancato.

Senza ulteriore preavviso lo strinse tra le sue dolci braccia, strofinando il capo al suo petto.

Kuja divenne rosso, e s'immobilizzò come uno stoccafisso.

-Forza, andiamo. Il nostro viaggio è appena iniziato!- gli disse, lasciandolo andare con entusiasmo, per poi riprendere la via dell'uscita piena di vitalità.

Kuja rimase al suo posto, pensando che di lì a poco una meteora avrebbe centrato l'isola e l'avrebbe fulminato in quel preciso momento, la fine di tutto.

-Kuja! Andiamo!- lo richiamò lei, ancora più esaltata.

-Arriiiivooohhh- fece lui, saltellandole dietro canterino e allegro.

Si augurò che la meteora non giungesse mai.

Era tutto preso nella sua fantasia amorosa che andò elegantemente ad impattare contro la ragazza, immobile e con gli occhi spalancati.

Quando anche Kuja mise a fuoco la scena non poté che fare altrettanto.

La stanza era leggermente più incasinata del solito, come se si fosse appena combattuta una sana battaglia all'interno, e Gabranth stava appoggiato al muro, pulendo la sua spada ad un pezzo di stoffa.

Senza alzare lo sguardo fece -Ho incontrato dei vostri amici. Per poco.

Yuna fu costretta a reggersi la bocca dalla nausea.


-Bene, mia signora- fece Gabranth sul pontile -Vi sarò eternamente grato per ciò che avete fatto per me. Da ora in avanti. Ma i miei doveri di Giudice mi richiamano- s'inchinò fin quasi a toccare terra, e Yuna annuì in assenso.

-E Kuja- aggiunse, rivolgendosi all'altro -Proteggi tuo fratello, sempre. O verrò a cercarti.

Porse la mano per invitare l'altro a stringerla, la presa dei guerrieri, ma poi si ricordò che a Kuja non piaceva toccare la gente e fece per ritrarla, quando l'altro l'afferrò saldamente, con gli occhi lucidi -Grazie.

-No, grazie a te- rispose Gabranth, usando un tono di rispetto e riconoscenza.

Era vero, era grazie a Kuja e all'evocatrice che era riuscito a vincere, quel giorno.

Gli avevano dato una nuova forza, e gli avevano mostrato la sua debolezza.

Si fece indietro, per poi avviarsi deciso verso l'entroterra, per riassumere i suoi doveri.

-Gabranth aspetta!- lo richiamò d'improvviso la ragazza.

Colpito da tanta enfasi il Giudice si volse, non sapendo cosa aspettarsi -Si?

-Vieni con noi- disse la ragazza, decisa.

-Prego?- chiese Gabranth sbalordito.

-Ah, principessa, non stiamo...?- intervenne Kuja, voltandosi verso di lei, ma la ragazza lo ignorò avanzando verso il giudice.

“Che cosa...? Io? No, non posso. Non... sono adatto” pensò freneticamente il ragazzo nella sua testa, ma quando era ormai riuscito a mettere insieme una frase che avesse senso compiuto quando se la ritrovò davanti.

-Guardami- ordinò, con voce perentoria, ma Gabranth distolse lo sguardo, arrossendo per la forza con cui si sarebbe dovuto confrontare.

-Gabranth, guardami- ripeté lei, e allora non ce la fece più.

Come attratto da una volontà divina, il ragazzo incontrò gli occhi di Yuna, e vide le fiamme.

Non capiva cosa stesse succedendo, ma di fronte a lei si sentì vassallo, sottomesso, quasi incatenato alla volontà di lei.

-Gabranth, tu hai un ruolo importante, e sei un uomo deciso e determinato. Ma fidati di me quando ti dico che su quest'isola non c'è più niente per te. Solo morte, e dolore, rimpianto. Non chiuderti nella tua miseria, il nostro incontro era destinato ad avvenire, non capisci? Sei stato tu a darmi la forza per domare Ifrit, tu che mi hai insegnato a compiere il mio dovere oltre ogni ostacolo che potessi incontrare sulla mia strada. Ti prego, Gabranth, diventa un mio Guardiano.

“Destinato...” pensò lui, avvolto dalla forza e dal coraggio di quelle parole.

Fissò quegli occhi ardenti di vita, e quell'energia indomita che infuocava i loro cuori, e allora capì, capì che quell'incontro era davvero stato voluto da Yevon.

-Mia signora!- esclamò, battendosi una mano sul petto -Il mio nome è Gabranth, Giudice del tempio di Kilika, e vostro più umile servitore! Giuro di proteggervi nel vostro viaggio, ci portasse anche ai confini del mondo, e giuro di mettere la mia spada al vostro servizio!- chinò a terra il ginocchio sinistro e le prese la mano destra, portandola alle labbra -Questo è il mio voto finché l'ultimo respiro non si spegnerà sulle mie labbra!

Rimasero così, immobili, il giudice in ginocchio, con il capo chino, Yuna rossa come un peperone e imbambolata sull'attenti, e Kuja con gli occhi di fuori e la bocca che raggiungeva il suolo.


-Gabranth- disse Kuja, con un tic pulsante sulla fronte -Che cosa credi di fare?

-Mi sistemo per la notte- rispose l'uomo, spogliato dell'armatura e intento a poggiare una coperta sulle spalle di Yuna, che non si azzardava a volgere lo sguardo, imbarazzata.

-E avresti intenzione di dormire al fianco dell'evocatrice?- insisté Kuja, sempre più altero.

-È il mio dovere, in quanto Guardiano, di tenerla protetta e al sicuro in ogni momento- rispose lui, serio.

-Non mi interessa quale sia la scusa, fatti indietro! È da quando ti ha chiesto di salire sulla nave che non fai altro che starle addosso come un gatto!- esclamò sputacchiando il ragazzo, sporgendosi in avanti e stringendo i pugni.

Nonostante il ponte fosse scomodo, non avevano potuto rinunciare a passare la notte sotto le stelle: scacciava via la malinconia e la paura.

-Non posso, i miei doveri di Guardiano non lo permettono- replicò l'altro, sistemandosi in modo che la ragazza (sempre più rossa) potesse adagiare comodamente la propria testa sul suo petto.

Con un guizzò Kuja piombò affianco a Yuna e la tirò dalla sua parte.

-Fatti in là!

-C'è posto per entrambi!- replicò Gabranth, riattirandola a se.

-Non ti azzardare!

-È mio dovere!

Yuna non poteva fermarli, era troppo imbarazzata a sentire i corpi caldi dei due attorno a se.

Poi, di colpo, qualcosa le fece piegare le palpebre, un bisogno pressante di cadere addormentata, e poi il dolce oblio del sonno.

La Luna risplendeva alta nel cielo, e ancora una volta lui era giunto, addormentandoli per facilitare il loro riposo e la loro serenità.

L'incantesimo li aveva colpiti tutti assieme, e pertanto era tutti stretti in un morbido abbraccio di gruppo.

“Un altro guerriero dal cuore nobile è giunto sino a te, giovane evocatrice” pensò il gigante, volteggiando in silenzio davanti alle loro figure addormentate “Possano altri ricongiungersi alla tua guida, e possa tu mostrargli la via. Ho fiducia nelle tue capacità, e un giorno verrò a chiederti di liberarmi dalle mie catene”.

Vegliò nuovamente per tutta la notte, ignorato dall'equipaggio, e lasciò la nave nel più completo silenzio, al calar della Luna.


A\N: E qui il sottoscritto si è presa un altra ampia libertà sul reclutamento degli Eoni.

DII\N: Ma tuttavia speriamo che questa piccola modifica vi abbia interessato.

A\N: Alla prossima. Ciao.

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy X / Vai alla pagina dell'autore: DanieldervUniverse