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Autore: The Three Mewsketeers    31/10/2015    1 recensioni
Una raccolta scritta da tre pazzoidi che amano scrivere, amano TMM e amano delirare. Tutto qui. Ogni capitolo un prompt diverso, cosa accadrà? A voi la sentenza...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Holaaaa gente!
Ciao!
Come richiesto dalla cara Glaucopide, ci ha chiesto un piccolo “regalo” per Halloween, dandoci la possibilità di fangirlare anche questa volta ( l’immy di rifermento era questa  https://www.facebook.com/fanpage.it/photos/pcb.1151205744901098/1151205588234447/?type=3&theater ma abbiamo sfantasiato un po’ XD).
Ria non partecipa 
ma per una buona ragione, ovvero è a fare la persona seria a Lucca *rotola*.
Ringraziamo tanto Endorphin_94, mobo, Fair_Ophelia per i commentini della volta precedente *_* accie cave!
Vi lasciamo alla lettura… e alla prossima ;)

 
Halloween costumes 




Non sapeva se fosse solamente per colpa della sua parte americana, ma Halloween era sempre stata una ricorrenza presente nella sua vita. Tra le poche cose che erano riusciti a salvare dall’incendio che aveva distrutto casa sua, Keiichiro aveva scovato degli album di foto, che contenevano davvero tante immagini di un piccolo Ryo addobbato con creativi costumi anno dopo anno.
Appena nato, sua madre l’aveva vestito da ape – scelta discutibile. Poi era stato l’anno dello squalo, il cavaliere (ah, ironic), il poliziotto, lo scienziato pazzo, il cowboy, e via dicendo.
Kei aveva ritenuto giusto continuare la tradizione anche una volta arrivati in Giappone, almeno finché Ryo non era stato grande abbastanza per decidere da solo se volesse davvero travestirsi, quell’anno, o meno.
Ovviamente, una volta aggiunte le Mew Mew al loro pacchetto di conoscenze, non c’era stato più verso di evitare di festeggiare Halloween (perché con quelle cinque si doveva festeggiare sempre) in grande. 
E ora, lui e una certa rossa stavano animatamente discutendo per la scelta di costumi di quell’anno.
“Avevi detto che potevamo farlo insieme!”
“Non ti sto dicendo di no, ti sto dicendo che non approvo questo!”
Ichigo appoggiò i pugni sui fianchi, gonfiando le guance: “Non puoi sempre scegliere tu. Avevamo detto principe e principessa!”
“Cosa c’è che non va con Han Solo e la principessa Leia?”
“Non è la stessa cosa!”
“It is.”
“No!” lei sbatté un piede a terra “Lui non è un principe azzurro.”
Ryo aveva la forte tentazione di replicare che lui e i titoli colorati di quella sfumatura non andavano molto d’accordo, ma si limitò a sospirare: “Esatto, è molto meno banale. E poi per te essere Ariel è semplice, io non assomiglio per niente a Eric.”
“Puoi metterti una parrucca. O tingerti.”
“Ora stai tirando la coda, ragazzina.”
“Allora travestiti da Flounder, antipatico.”
Ryo alzò gli occhi al cielo e si intimò di calmarsi, si passò una mano tra i capelli: “Scendiamo a compromessi.”
Ichigo alzò il nasino all’aria (santo cielo doveva davvero smetterla di passare tutto il tempo con Minto): “No. L’anno scorso hai scelto tu, e abbiamo fatto James Bond, ora è il mio turno.”
“Però hai voluto la festa in maschera per il tuo compleanno, e hai scelto tu i costumi.”
“… non c’entra.”
“Ah, quindi ho sofferto vestito da Peter Pan per niente?”
“Daiiii,” il suo visino tondo si accartocciò per il dispiacere “Io pensavo fosse una cosa carina.”
Eccoli. Gli occhioni da cucciolo. Quant’era scorretta.
“All right,” esalò infine “Prendi quello che vuoi.”
Ichigo si illuminò, congiungendo le mani davanti al viso: “Davvero?!”
“Yeah.”
“E non me lo rinfaccerai né ti lamenterai fino alla fine?”
“… ci provo.”
“Sìììì!”
Il bacio che gli diede fu abbastanza per farlo tacere. 
Almeno per dieci minuti.

§§§

“Questa volta me lo fai fare.”
“Come sei monotono.”
“Molte persone lo troverebbero adorabile. E sono dieci anni che aspetto, non mi toglierai Han.”
“Ancora te ne lamenti?!”
“Oh yes, darling.”
Ichigo sospirò, pensando a come avrebbe potuto incastrare i suoi capelli in quegli strani chignon ai lati. Forse avrebbe potuto chiedere aiuto a Zakuro. 
“Ma poi è sbagliato, non ha senso travestirlo da R2D2, dovremmo trovargli un lightsaber e così essere coerenti.”
Ryo guardò la rossa con una certa aria di soddisfazione per quella precisazione, sorridendo sotto i baffi mentre prendeva in braccio il piccolo Luke, infilato nel costumino del robot.
“Don’t worry, when he’ll be old enough.”
Ichigo alzò gli occhi al cielo ed incrociò le braccia, uscendo dalla cameretta: “Che la Forza sia con me.”

 
Halloween in casa Ikisatashi.

-Non stai dicendo sul serio.
Pai guardò gravemente la sua compagna addobbare la figlia come un albero di Natale per quella stupida festa dal nome impronunciabile che non era neanche giapponese, quindi del perché festeggiarla gli era avulso il motivo. 
Retasu lo guardò sorridendo ma aggrottando un attimo la fronte –E perché? Adoro questa favola!
Pai volle ribattere ma si trattenne, guardando invece la piccola Ariel vestita nel vaporoso vestito color oro, identico a quello della principessa Belle. 
Non poté comunque non sorridere alla vista della piccola di casa così carina e contenta. Ariel si era messa davanti allo specchio, facendo una piccola giravolta goffa nella sua andatura di bambina da sei anni e poi guardò il padre.
-Come sto? - domandò con quei grandi occhioni simili ai suoi, pavoneggiandosi nel suo vestito da Belle mentre abbracciava un pupazzo a forma di Bestia, cuciti ambedue dalla madre.
Pai si chinò alla sua altezza, aggiustandole la piccola tiara sulla testa –Benissimo. – le disse solo e Retasu gli diede un colpettino col piede, guardandolo storto. Pai ricambiò l’occhiataccia aggiunse –Più bella della principessa del cartone. – e guardò la moglie, sperando bastasse.
La piccola però rispose con un risolino imbarazzato e gli gettò le braccia al collo –Magari trovo la mia Bestia e poi diventa principe! – disse –Mamma, secondo te devo baciarlo? 
Pai storse la bocca al commento ma non disse nulla, cercando invece con lo sguardo Tadashi che si aggiustava la maschera da teschio sul viso –Anche tu vai a chiedere i dolci in giro?
Tadashi annuì facendo poi le boccacce alla sorellina che scappò, strillando contenta.
Retasu scosse il capo dolcemente e mise la borsa sotto braccio –E tu?
Pai aggrottò la fronte –Devo lavorare, lo sai.
-Puoi raggiungerci poi da Ichigo. Ha preparato una festicciola per i piccoli.
Il sopportare l’amica della moglie (non sua!) per un’altra serata non gli sembrava entusiasmante, ma Ariel si attaccò alla sua gamba –E dai! Papà! Vieni pure tuuuu!
Pai le accarezzò la testa, sospirando. Ariel aveva i suoi stessi occhi, ma li usava come la madre: in modo scorretto –Va bene. Vi raggiungo quando siete lì. – si arrese.
La piccola rise contenta e trascinò Tadashi verso l’ingresso a mettersi le loro scarpe e i cappotti.
Pai vide Retasu ridere –Che cosa c’è?
-Oh niente… - gli diede un leggero bacio sulla guancia –Solo che la bella ha convertito la Bestia. – scherzò.
Pai le diede un colpetto al fianco –Spiritosa, donna.
Retasu sorrise ancora e fece per uscire ma Pai la prese per un gomito e chinò il capo ad una spanna dal suo orecchio –Magari la Bestia più tardi potrebbe avere un’udienza con la bella Superiora. 
La donna arrossì un po’ alla battuta –Dipende dalle maniere. – cercò di rispondere con lo stesso tono.
-Solitamente le mie maniere ti piacciono...- soffiò all’orecchio.
-Mamma! E’ tardi! - l’urlo di Tadashi li fece tornare in riga e Retasu si affrettò ad uscire, non prima di aver lanciato uno sguardo a Pai, un po’ divertito e un po’ in imbarazzo.
Rimasto solo, Pai tirò un sospiro di sollievo. Guardò l’orologio: aveva due ore di pace prima di dover andare da Ichigo. Si diresse nella credenza di casa e bloccando un attimo la mano a mezz’aria, prese un pacchetto di caramelle.
Alla festa ci sarebbero stato Luke, Corinne, Devon, Ariel, Tadashi, Megan e il piccolo Cho e se anche questo anno si fosse presentato senza un dolcetto, questa volta il computer glielo avrebbero distrutto seriamente. 

   
 
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