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Autore: Aru_chan98    01/11/2015    0 recensioni
In un bar della Spagna s'incontrano un francese, un inglese e un americano. Sembra l'inizio di una barzelletta, ma quei tre hanno un legame speciale, che verrà svelato solo attraverso un bicchiere di wisky di troppo, tra anneddoti e ricordi dolorosi ma anche intriganti e felici
(Attenzione, il rating salirà più avanti)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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La campanella era suonata da poco e i ragazzi avevano fatto presto a sparpagliarsi per la classe, cercando di perdere il minor tempo possibile nel raggiungere i propri amici o per recuperare qualche quaderno per copiare al volo i compiti dell’ora successiva. “Finalmente quella vecchia megera ha finito” disse Arthur, avvicinandosi al banco del suo migliore amico: il ragazzo odiava davvero tanto la professoressa di francese, soprattutto perché si era scontrato con lei fin dai primi giorni del suo primo anno di superiori. Francis annuì all’affermazione dell’amico ma non staccò gli occhi blu come l’oceano dal suo cellulare, leggendo e rispondendo ad alcuni messaggi. “Sei ancora a parlare con Cristina? Capisco essere attaccati alla propria ragazza, ma continuare a chattare con lei durante tutta la lezione e l’intervallo è un po’ troppo” commentò il biondo, irritato dalla faccenda. “Non, mon ami. Sto parlando con Jenny. Sai no, la tipa coi capelli rossi che è nella classe che fa con noi chimica? Ecco, è molto carina” gli rispose il francese, facendo trasparire l’interesse nella ragazza in questione. “Vuoi cambiare ancora ragazza?! Ma si può sapere che gusto ci trovi nel cambiare ragazza ogni due settimane?!” sbottò Arthur: lo irritava da morire che Francis cambiasse costantemente ragazza, anzi lo irritava di più il fatto che fosse così popolare tra le ragazze e le corteggiasse. Ma anche se qualcuno glielo avesse fatto notare, l’inglese si sarebbe difeso dicendo che gli dava fastidio e basta, senza dare spiegazioni che in fondo non sapeva dare nemmeno a se stesso. “Non c’è niente di male Arthur e tu lo sai. Quand’è che ti troverai anche tu una ragazza, piccolo verginello?” ribatté il biondo, prendendo in giro l’amico che arrossì e ribatté subito “Non ti credere chissà chi, you frog! Ricorda che anche tu sei vergine, quindi sta zitto. E poi lo sai che non m’interessa molto avere una ragazza” finì borbottando. “Come no, come se non sapessi che sogni di sbatterti madame Renoir” disse Francis ridendo e pizzicandogli le guance, “Shut up!” rispose Arthur con irritazione, facendo ridere di più l’amico. I due avevano da sempre una relazione molto stretta. Erano amici fin dalle elementari, anche se il loro rapporto era diventato diverso: da bambini si volevano molto bene e stavano sempre insieme. Crescendo i loro interessi erano cambiati, portandoli a cambiare il loro comportamento: crescendo litigavano più spesso anche se cercavano sempre di fare la pace perché in fondo si rispettavano molto e non volevano troncare il loro legame. Senza che se ne accorgessero la campanella suonò nuovamente, richiamando ogni studente nella rispettiva classe e segnando l’inizio dell’ora di storia. Il professore entrò pochi istanti dopo, accompagnato dalla sua solita borsa straripante di fogli e l’aria di chi ha sempre fretta. Cercò di attirare l’attenzione della classe (che come sempre faceva baccano e non prestava attenzione all’uomo) per poi ottenerla dopo aver sbattuto una mano sulla cattedra. “Ragazzi, fate attenzione per favore! Ho un annuncio importante da fare: abbiamo un nuovo studente trasferito” “Chi è? Nerone?” chiese una voce tra gli studenti, “No, se fosse lui ti darebbe fuoco a vista” ribatté il professore, scatenando qualche risata tra i suoi alunni. “Tornando seri, cercate di andarci d’accordo, va bene? Coraggio, entra” disse l’insegnante a voce alta e subito la porta si aprì: nella classe fece la sua entrata un ragazzo alto, vestito in modo casual, occhi azzurri come il cielo pieni di vita che stavano dietro le lenti di un paio d’occhiali dalla montatura rossa e capelli biondi con un ciuffo ribelle che sembrava volesse sfidare la gravità stessa. Quando si girò verso i suoi nuovi compagni di classe, un sorriso gigante gli si disegnò in volto e si presentò “Ciao a tutti! Mi chiamo Alfred F. Jones e vengo da Washington. Ho 19 anni e spero vorrete essere miei amici”. Inutile dire che le ragazze erano già pazze per lui. “Molto bene. Jones va a sederti vicino a Kirkland. Arthur, fa fare un giro della scuola ad Alfred quando finisce la scuola” disse il professore e cominciò a tirare fuori il suo materiale, mentre il nuovo arrivato andava a sedersi dove il professore aveva indicato poco prima. “Ciao, piacere di conoscerti” disse Alfred al suo nuovo compagno di banco, sottovoce per non essere sentito dal professore. Arthur lo guardò, per poi mettere il libro in mezzo (per dare idea all’insegnante che stessero seguendo) e disse “Benvenuto nella nostra scuola” sorridendo sarcastico. “Sei inglese non è vero?” chiese il ragazzo e l’altro annuì “Esatto, infatti sono nato a Londra” disse con fierezza l’inglese, sentendosi lusingato quando il nuovo compagno mostrò ammirazione nei suoi confronti per il suo accento. I due chiacchierarono per quell’ora e fu un sollievo per loro poter parlare liberamente quando la campanella suonò nuovamente, segnando la fine di quella giornata. “Pronto per il tour?” chiese Arthur e Alfred annuì, gettandosi lo zaino in spalla. “Visto Arthur? Ora hai pure un nuovo amico, puoi smetterla di assillarmi sulle mie ragazze” disse Francis, mettendo un braccio intorno al collo dell’amico e arruffandogli i capelli già sufficientemente spettinati. “Dacci un taglio, frog. Tanto una bella ramanzina non te la toglie nessuno quando torniamo a casa” gli rispose il biondo, e stava per ribattere con qualcos’altro quando sentì il nuovo arrivato tossire per attirare la loro attenzione “Un tuo amico?” chiese Alfred e l’inglese gli rispose dicendo “Purtroppo si” “Piacere, io sono Francis Bonnefois e si, io e Arthur ci siamo amici” si presentò il ragazzo, togliendo il braccio dalle spalle di Arthur e sorridendo al nuovo arrivato. “Piacere mio. Ehm… se non ti spiace posso rubarti Arthur per qualche minuto? Dovrebbe mostrarmi la scuola” gli rispose Alfred e il francese fu veloce a dire “Non non, nessun problema. Piuttosto, spero non dispiaccia a voi se mi unisco al piccolo tour” “E il tuo appuntamento con Jenny?” “Dimenticatela quella: ci ho rotto poco prima la fine della lezione”. Arthur stava per cominciare una delle sue famose ramanzine quando Alfred attirò nuovamente la loro attenzione e chiese loro se potevano cominciare, un po’ seccato di essere lasciato fuori alle volte.

“Quindi in pratica questa scuola accetta studenti di ogni nazionalità?” chiese Alfred ai suoi due nuovi amici. I tre si erano seduti sotto uno degli alberi del cortile, in un punto in cui non era molto facile notarli, quasi come fosse un nascondiglio segreto, subito dopo la fine del giro della scuola. “A quanto pare si. In fondo, io sono francese, Arthur inglese, tu sei americano e ci sono altri ragazzi in giro per la scuola che vengono da altre parti del mondo. Se ci pensi è un’occasione quasi unica per imparare un sacco di culture diverse” gli rispose il francese, aprendo la sua lattina di coca cola. “I guess you’re right” ammise l’americano “Voi due vi siete conosciuti qui?” chiese infine. “In realtà no: ci conosciamo da ben 13 anni” cominciò Arthur, “Oui, me lo ricordo ancora: ero arrivato da poco in città e tutti i bambini della scuola volevano conoscermi. Mentre giocavo vidi un bruco biondo che se ne stava da solo a parlare da solo e mi sono avvicinato per chiedergli perché non giocava con gli altri” “Non è vero, stavo parlando con una fata, tu non solo mi hai interrotto, mi hai letteralmente tirato per un braccio perché non ti stavo ascoltando e mi hai quasi trascinato dagli altri” lo interruppe l’inglese e i due cominciarono a battibeccare un po’, facendo ridere Alfred. “Comunque, da allora siamo rimasti sempre insieme” “In realtà eri tu che mi cercavi e ti attaccavi a me costantemente” lo corresse l’inglese, “Ammetti che mi volevi bene per questo” disse Francis e Arthur si affrettò a negare, arrossendo un po’. “Si vede che siete molto affiatati voi due, sono un po’ invidioso” disse Alfred, puntando lo sguardo al cielo “Avevo anch’io un migliore amico, ma è finita un mese prima della mia partenza. Adesso che sono qui, non conosco nessuno. So che non sarò il ragazzo nuovo per sempre, però ho un po’ paura di essere escluso”. Arthur e Francis si guardarono un istante, smettendo di litigare, poi l’inglese parlò: “Perché non diventi nostro amico?”. Alfred li guardò, sorpreso da quella proposta, “Ne siete sicuri?” chiese e l’inglese sorrise dicendo “The more the merrier, giusto Francis?” “Bien sûre. Credo proprio che come trio ci divertiremmo un mondo” aggiunse il francese, sorridendo anche lui al loro nuovo amico. “Thanks!” li ringraziò il biondo e li abbracciò, facendo ridere Francis e far dire ad Arthur “Ok ok, calmo. Non c’è bisogno di tutte queste manifestazioni d’affetto”. Quando si staccò, anche Alfred rise e gli rispose dicendogli “Sorry, ma sono davvero contento. Divertiamoci più che possiamo”. Rimasero a parlare fino a che non arrivò il tramonto, orario in cui anche le attività extra-scolastiche si concludevano e la scuola veniva chiusa. Si alzarono e, continuando a ridere e scherzare, uscirono insieme dall’istituto. “Avete voglia di andare in giro?” chiese Francis agli altri due, “Io passo stasera: devo ancora finire di tirare fuori le mie cose dagli scatoloni” disse Alfred. “Grandioso, ti diamo una mano allora” disse il francese e Arthur si trovò d’accordo con lui. “What?!” esclamò il ragazzo, sorpreso dall’idea dei suoi due nuovi amici, “Aww, coraggio mon ami, in tre faremo anche prima” rispose Francis e i tre si diressero a casa di Alfred.



“Mum! I’m home!” disse a voce alta il ragazzo, entrando in casa seguito dai suoi nuovi amici. “Ciao, tesoro. Oh, vedo che hai compagnia” disse, comparendo sulla porta del salotto, una bella donna alta e dai capelli biondi, “Good evening, madam. Ci scusi per l’intrusione” disse Arthur, sfoderando il suo sorriso più seducente, “Mum, loro sono Arthur e Francis. Sono due miei compagni di scuola” finì Alfred e sua madre sorrise ai due. Stavano per salire in camera del loro nuovo amico, quando Alfred venne trattenuto dalla madre che gli disse in un orecchio “Tesoro, sono contenta che ti sia fatto degli amici così… “simpatici” già dal primo giorno. Fossi in te però, cercherei di legare un po’ con il tuo amico inglese: penso sia una persona molto a modo” e lo lasciò andare, facendogli un occhiolino cospiratore: a volte sua madre si comportava più da sorella maggiore con lui che da madre. “Mum!” esclamò il ragazzo, arrossendo un po’ “Sono solo amici” e si affrettò a raggiungerli in camera sua il più in fretta possibile. Tra altre risate, i due aiutarono l’amico a mettere a posto le sue cose e nel giro di poco più di un’ora stavano tutti e tre stavano seduti sul tappeto della stanza, a discutere di ragazze e delle scuole che avevano frequentato, nonché d’interessi e cose che gli piacevano. La madre di Alfred li aveva convinti a rimanere per cena, quindi i tre non si curavano del tempo che passava. Se solo avessero saputo cosa li aspettava…  






Piccolo Angolo dell'Autrice:
Ok, per una volta mi è capitato un capitolo un pò corto... Più scrivo capitoli più mi rendo conto che ho sempre meno da dire nei commenti (ma la mia vena creativa straripa come sempre XD). Che posso dire? Spero che verrà fuori una bella storia, anche perchè è il mio primo tentativo non solo di treesome, ma anche di un triangolo (che oltre ad essermi venuto molto... "originale" diciamo, io odio le storie con triangoli amorosi, li trovo snervanti). Fatemi sapere se è scritta bene e alla prossima :3
   
 
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