Torre delle nebbie
We are
Introduzione:
Strutturato in
modo un po’ diverso dal cap scorso: questa volta è un dialogo tra Shalys,( una
donna rinchiusa nella torre ormai da cinque secoli, il cui crimine fu di aver
tentato una rivoluzione a Meridian per rovesciare la monarchia, ma durante la
quale prese fuoco il palazzo reale e morirono tutte le persone lì presenti,
compresi i ribelli) e una guardia, Daruk, capitato per errore nella cella
mentre faceva la ronda. Si svolge durante il comando di Endarno.
Ancora
non riesco a capire perchè devo fare io la ronda. Oltre a essere un lavoro
noiosissimo, sono sempre costretto a sentire le urla di tutti i detenuti. Ecco,
ora per esempio, chissà cosa può aver fatto quella povera donna per farla
soffrire così…quasi quasi avrei voglia di entrare…le urla sono troppo forti,
non resisto, la devo aiutare. La cella è aperta, sembra quasi una trappola, ma
non me ne importa, e entro nella cella. È completamente incendiata e nel mezzo
delle fiamme c’è una ragazza, sembra di Meridian. Chissà cosa può aver fatto
per meritare questo? Mi avvicino un po’ a lei.
-Aiutami!!!-
mi urla con una voce straziante. Non possono impedirmi di farlo. La tiro fuori,
tanto la cella non mi riconosce e non può bruciare anche me. Non appena la
ragazza è uscita, la sua pelle sfigurata è tornata normale. Ora lei è distesa
per terra e ansima.
-T-tutto
bene?- le chiedo, molto stupidamente.
-Come
ti sembra che vada? È da circa cinque secoli che sono rinchiusa qua dentro a
bruciare-. Non so cosa rispondere.
-Ma…cosa
hai fatto per…- la mia curiosità ha avuto la meglio
-Per
finire a bruciare per cinque secoli?- chiede lei alzando il bel viso. Io
annuisco appena, non so cosa fare.
See the devil on the doorstep now
My oh my
Telling everybody ,oh just how to live their lives
Sliding down the information highway
Buying in just like a bunch of fools
Time is ticking and we can't go back
My oh my
-Sai
che a Meridian la forma di governo è una monarchia assoluta?-
-E’
cambiato…ora c’è sempre una regina, ma non decide tutto lei…-
-Ai
miei tempi sì. Le nostre vite erano in mano a qualcuno che non era neanche come
noi. Completamente diverso, non tanto dall’aspetto fisico, ma nella mentalità.
Vedi, io e altri miei amici e parenti siamo capaci di ragionare con la nostra
testa, e non ci sembrava giusto dover ascoltare per forza qualcuno che ci
diceva come vivere le nostre vite. Non siamo venuti al mondo per regalare la
nostra vita a qualcun altro che la getterebbe via. Non sopportavamo più che non
appena non si fosse fatto quello che ci imponevano ci sarebbe stata la
prigione. Non sopportavamo di essere trattati come stupidi e allora…- la
ragazza comincia a piangere.
-Cosa
avete fatto?- chiedo, temendo la risposta.
-Non
ha più importanza, ora…il tempo ormai è passato e non posso tornare indietro a
cambiare le cose. Farle conoscere a un’altra persona può soltanto fare più male
alla memoria.
What about the world today
What about the place that we call home
We've never been so many
And we've never been …
So Alone
-Com’è
il mondo oggi, se dici che è così cambiato?- mi chiede alzando gli occhi
lucidi.
-Beh,
il mio mondo non è una monarchia, ma so che ora a Meridian va tutto bene, ho
degli amici lì, e dicono che si sta benissimo- mi sento uno stupido a portare
avanti questa conversazione e a guardare la ragazza. Come vorrei non avere
aperto quella porta…perché l’ho fatto?
-Parlami
del tuo mondo- mi dice ad un tratto
-Il
mio mondo è la terra. Lo conosci?- il suo sorriso ha qualcosa di diabolico
-Ho
visto il suo futuro…credi di poterne andare fiero?-
-La
terra è un mondo libero. Si può fare quel che si vuole, nei limiti della
moralità-
-Sicuro
che nessuno abbia le vostre vite in mano?- penso ai recenti avvenimenti che
hanno caratterizzato il mio pianeta. Ma è davvero il mio pianeta? Sembra che ci
sia sempre qualcuno pronto a giustificare atti che altro non sono se non un
insulto alla vita stessa. La prigioniera deve aver notato che sono rimasto
colpito dalle sue parole, perché mi guarda ancora con quel suo strano sorriso.
-Sicuro
di poterlo chiamare casa?- è casa mia un posto in cui mi si impone di uccidere
per salvare degli interessi economici? È casa mia un posto in cui chi uccide
per eseguire ordini assurdi non si ribella? No, ha ragione…il mio mondo non è
libero. Non lo sarà fino a quando ci sarà ancora qualcuno disposto a tutto per
avere il potere. E ci sarà sempre qualcuno così…siamo decisamente troppi per
amare tutti la pace.
-E
quanti siete in quel mondo?- mi chiede
-Circa
sei miliardi, credo, ma…-
-Quante
di queste persone darebbero la loro vita per te? Quante ti venderebbero senza
esitazione per un briciolo di potere in più?- ha ragione, ancora una volta. Si
dice che la popolazione sul mio pianeta è troppa, ma si può definire tutto un
popolo, se a nessuno importa niente di chi ha vicino? Se siamo tutto un popolo,
allora perché mi sento così solo? Perché mi sento così solo anche se siamo sei
miliardi?
-Non
lo so, ma non sono affari miei. Io non ci posso fare niente, e tu non potevi
fare niente per liberare il tuo paese, non se eravate così pochi- mi fissa
ancora. Sembra quasi che ci sia una sorta di delusione nei suoi occhi.
Keep watching from your picket fence
You keep talking but it makes no sense
You say we're not responsible
But we are, we are
You wash your hands
You come out clean
But fail to recognize the enemy's within
You say we're not responsible
But we are, we are
We are
-Sai,
non ti facevo così- mi dice guardandomi seria
-Così…come?-
le chiedo allibito
-Insomma,
non capisci? Possibile che tu creda davvero che tu non possa fare niente per
cambiare la situazione?-
-Io…-
non so cosa rispondere. Non ci avevo mai pensato prima. Fa una breve risata
amara.
-Avrei
dovuto pensarlo- riprende a rivolgersi a me –tu hai sentito le urla. Magari hai
pure pensato che non era giusto. Ma non te ne fregava niente. Continuavi a
guardare dalla tua area di guardia, dovevi solo controllare che nessuno
scappasse e non ti è mai passato per la mente di salvare qualcuno, vero? Vero?-
-Adesso
basta. Non è vero, non è vero che non me ne frega niente, ma so che se siete
qui, avete fatto qualcosa per meritarvelo. Sicuramente anche tu, e ora
smettila, io me ne vado- mi giro e faccio per andarmene, ma lei mi parla
ancora.
-Vuoi
sapere cosa ho fatto, vero? Te lo dirò. Io e i miei amici abbiamo tentato di
prendere il comando del palazzo reale. Una guardia ha dato fuoco ai balconi per
impedirci di salire. Sono morti tutti. Guardie, reali, amici dei reali e tutti
i miei amici. Io ho avuto la sfortuna di restare viva. Tutte le colpe sono cadute
su di me. E per farmi pagare di avere appiccato il fuoco, cosa che tra l’altro
non ho fatto, ora io devo bruciare in eterno- non posso evitare di tremare di
fronte a una simile ingiustizia.
-Ma…ma
non è giusto! E non hai fatto niente per fargli capire la verità?-
-Vedi?
Continui a parlare delle ingiustizie, ma ancora non fai niente per fermarle!
Credi che abbia un senso continuare a parlarne? Lo credi?-
-Ma
perché te la prendi con me? Io non posso fare niente, se scoprono che sono qui
dentro, mi linciano! Non posso salvarti io, lo capisci? L’oracolo mi ha dato la
possibilità di continuare a vivere, capisci che non posso tradirlo in nessun
modo?-
-Ma
certo, te ne lavi le mani. Non dovresti essere qui e quindi lasci correre
questa ingiustizia per salvarti la pelle, giusto? Ne esci pulito, quando
uscirai di qui non penserai più a quest’incontro e tutto tornerà a scorrere
normalmente- oddio, perché non posso fare a meno di tremare? Perché penso che
sotto sotto lei abbia ragione?
-O
peggio- ti prego, fermati! Non voglio sentire più niente! –magari ne parlerai
ai tuoi amici. Immagino la scena: “non ho potuto fare niente”, già dirai che
non sei stato responsabile, ma lo potrai dire anche alla tua coscienza,
mentirai, dirai che non è vero che hai avuto la possibilità di tirarmi fuori?-
-E
chi non mi dice che sei tu quella che mente?- cerco almeno di convincerne, ma
avrà ragione lei?
-Che
brave guardie che hanno a Kandrakar. Non sai riconoscere il nemico, non lo
riconosceresti nemmeno se lo avessi a un miglio di distanza. Non sai che spesso
i veri nemici assumono forme a cui non avresti mai pensato?- non so cosa
rispondere. Sto imparando di più oggi che in tutta la mia vita. Vorrei andare
via, smettere di tremare, tornare indietro nel tempo, ma vorrei anche continuare
a sentire cosa ha da dire questa ragazza.
-E va
bene. Ma mi vuoi dire cosa posso fare? Mi vuoi dire chi devo combattere?-
One step forward, making two steps back
My oh my
Riding piggy on the bad boys back
For life
Lining up for the grand illusion
No answers for no questions asked
Lining up for the execution
Without knowing why
E
ride ancora quella sua risata amara. Dio, non capisco perché, ma cosa ho detto?
Detesto non sapere il perché di qualcosa…
-Hai
fatto un passo avanti, almeno ti fidi di me ora- mi dice –ma possibile che tu
non abbia ancora capito chi sia il nemico?-
Non
rispondo e mi sento ancora una volta a disagio guardando gli occhi della
ragazza.
-Dì,
non ti fa pensare a niente qualcuno che scarica le colpe su qualcun altro?
Qualcuno che critica e che non ammette critiche?-
La
risposta è dentro di me, ma non voglio ascoltarla…non può essere l’oracolo, no.
-Sì,
è lui- mi dice –e tu…e tu credi ancora di dovere onestà a qualcuno che
rinchiude innocenti e che fonda la sua popolarità sull’aver epurato tutti i
mondi della gentaglia che li avrebbe portati solo alla distruzione, quando a
lui non importa assolutamente niente di Kandrakar? Tu cosa sai di lui? Perché
gli presti onestà senza sapere se la merita o no? Non capisci che così anche tu
ti stai condannando a un’assurda esecuzione, per avergli prestato onestà? Cosa
ne dici, cosa mi puoi rispondere?-
-Anche
tu però non ti stai comportando benissimo- sembra quasi che non sia io a
parlare.
Keep watching from your picket fence
You keep talking but it makes no sense
You say we're not responsible
But we are, we are
You wash your hands
You come out clean
But fail to recognize the enemy's within
You say we're not responsible
But we are, we are
We are
-E’
vero, è vero, io fin’ora non ho fatto niente, ma tu infondo, cosa hai fatto per
il tuo popolo? Hai risposto alla violenza con la violenza. Perché non hai
semplicemente provato a parlarne, perché dover per forza fare male ad altre
persone? No, hai usato la violenza e devi ammettere che è anche colpa tua se
tutti i tuoi amici hanno fatto questa fine!- lei non risponde, ma comincia a
piangere sommessamente. Mi sento un idiota. Perché le ho detto queste cose?
-Ascoltami.
Non volevo dire…in fondo era solo per difendermi…che cosa stupida, eh? Dire
qualcosa che non peno pur di tirarmi fuori da ogni colpa. Comincio a pensare
che hai ragione-
-Sì,
ma hai ragione anche tu. Ho sbagliato. Per tutto questo tempo, ho scaricato la
colpa ad altri, ma anch’io sono responsabile di quello che è successo. Già,
avevo frainteso tutto. Non avevo capito che i nemici non erano loro. Non avevo
capito che l’unico nemico di tutti è il potere. E in fondo, è questo che volevo
anch’io. Per troppo tempo ho pensato che fossi qui ingiustamente, ma non è
vero, io ho le mie colpe-
-Ma
l’oracolo ha sbagliato lo stesso- cerco quasi di farle coraggio, ma non so dove
voglio arrivare –e ora ti puoi riscattare, basta soltanto riuscire a
sconfiggere questa volta il nemico giusto. Senza forza, ma con costanza. Ce la
farai, e io ti aiuterò- è forse un sorriso quello che le passa sul volto?
It's all about power, bout taking control
Breaking the will ,and raping the soul
They suck us dry 'til there's nothing left
My oh my My oh my
-Questa
volta l’hai capito subito. E questa volta sai cosa combattere. La sete di
potere. In fondo è tutto qui. Sembra un concetto semplice, ma non lo è. Non si
tratta di voler comandare. Si tratta di voler rompere la volontà di tutti e di
violentare le nostre anime fino a farci credere che l’unico modo per salvarci
sia mettere le nostre vite in mano a qualcun altro. Si tratta di voler
succhiare tutto quello che abbiamo, fino a quando non resterà niente di noi,
nemmeno la nostra parte buona, assolutamente niente- è come se avessi tenuto
tutto dentro per troppo tempo, e ora che ho trovato qualcuno che mi ascolta
senza giudicarmi, non posso fare a meno di sfogarmi –è quello che sta facendo
questo oracolo- riprendo a parlare –sai che sono entrate più persone qua dentro
in questo periodo che in tutta la storia di Kandrakar? Ormai due arresti come
minimo sono all’ordine del giorno. Non si può esprimere la propria idea. Ora ti
capisco, ora ho aperto gli occhi. Si deve fermare, ma non si deve rispondere
alla violenza con la violenza. Noi due insieme lo fermeremo. È la tua seconda
occasione, non la sprecare. Vorrei…vorrei sapere perché si comportano così-
aggiungo dopo un po’. Lei mi guarda.
-Cosa
vuoi dire?-
What about the world today
What about the place that we call home
We've never been so many
And we've never been …
So Alone
-Vorrei
sapere cosa pensano di questo mondo che vogliono distruggere. Perché non lo
accettano? Cosa può essergli successo, per odiarlo così tanto? E perché
dovrebbero creare un mondo in cui conta solo il loro giudizio?-
-A
questo posso risponderti- mi dice la ragazza –è la paura. Paura di aprire gli
occhi e vedere che hanno sbagliato tutto. Loro non vedono questo mondo come la
casa, e sono solo alla ricerca di un luogo a cui appartenere. Credono che
nessun posto li possa accettare e allora credono che l‘unica soluzione sia
creare un mondo nuovo in cui nessuno li può cacciare via, perché è il loro
mondo. È una cosa che tutto sommato capita a tutti. Capita, di vedere tutte le
persone attorno a sé, e di non riconoscerne nessuna. Capita, di sentirsi soli,
anche in mezzo a milioni di persone. Ed è solo per pura fortuna che noi non ci
siamo mai sentiti come loro, così abbandonati…così soli-
-Ma
allora…- un’idea mi colpisce –so come sconfiggerli! Bisogna trovare qualcosa
che gli faccia capire di non essere soli, ma cosa?-
Keep watching from your picket fence
You keep talking but it makes no sense
You say we're not responsible
But we are, we are
You wash your hands
You come out clean
But fail to recognize the enemy's within
You say we're not responsible
But we are, we are
We are
-Siamo
di nuovo punto e a capo- mi dice sorridendomi –perchè devi trovare qualcosa che
li aiuti. Perché non puoi essere tu ad aiutarli. Beh, inconsciamente è sempre
lo stesso motivo. Perché se la tua soluzione fallisce, almeno non sarà colpa
tua. No, prima di poter aiutare qualcuno, renditi conto che il primo nemico da
combattere è questo. Prenditi tutte le tue responsabilità, e mantienile, solo
così potrai sconfiggere il vero nemico- un rumore ci distoglie.
-Accidenti,
sono venuti a cercarmi!- me ne accorgo con un moto di intenso dispiacere,
perché sono costretto a troncare la conversazione. Mi avvicino alla porta.
-Ehm…-
non so come chiamare la prigioniera
-Mi
chiamo Shalys- e ha un sorriso stupendo
-Shalys…io
sono Daruk- anch’io le sorrido –beh, Shalys, io ti libererò. Prima che posso e
poi vinceremo insieme. Aspettami!- ed esco.
Già,
oggi ho imparato molte più cose di quanto non ne abbia imparato in tutta la mia
vita. Ho imparato cos’è la libertà.
Salve
a tutti, qst capitolo mi è venuto fuori dopo la notizia della morte di Calipari.
Ho inserito anche alcuni miei pensieri, spero che anche voi siate d’accordo. Ringrazio
Vocalista91 a cui ricordo che io non sono una
fan dei Green Day…io sono l’amante di Billie Joe Armstrong!!! E ringrazio anche
Reiki, che ha letto quasi tutte le mie fic e a
cui voglio ancora +bene dopo che ha commentato anche questa. A presto, spero!
§ Shaida §