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Autore: secretlifeofsof    03/11/2015    1 recensioni
| Newtmas |
“Cosa sono per te, Newt?” la domanda di Thomas ebbe lo stesso effetto di un’esplosione.
Newt era quello che più si avvicinava all’idea che Thomas aveva di casa.
(...)
Minho aveva sempre osservato attentamente come una strana luce animasse gli occhi del suo amico Newt ogni volta che vedeva Thomas, come se fosse il suo unico appiglio, come se stesse affogando e potesse risalire solo grazie a lui.
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Una OS molto fluff sui Newtmas, su un Thomas innamorato e un Newt incapace di esprimere i propri sentimenti.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Saalve! Sono tornata con una nuova OS, abbastanza fluff sui miei adorati Newtmas. Come la precedente, che trovate qui, anche in questa Thomas non è colui che innescherà la fine della Fase 1 bla bla bla ma un normalissimo Novellino mensile. Questa potrebbe anche essere una specie di continuo della mia OS di cui ho fatto il collegamento sopra, ma è nata su due piedi oggi pomeriggio, quindi non è stata partorita per questo :)
Probabilmente ci saranno molti riferimenti ma volevo solo chiarire alcune cose perche mi piace mettere dei "simboli" in quello che scrivo e ci tenevo a farveli notare.
Buona lettura, 
-secretlifeofsof 

What am I for you, Newt?

I'm so sorry, I can't stop myself from staring at you
-Shout About It

“Cosa sono per te, Newt?” la domanda di Thomas ebbe lo stesso effetto di un’esplosione.
Stavano seduti tra le Faccemorte, in silenzio. Era per Thomas il momento più bello della giornata perché esistevano solo loro due e tutto intorno si eclissava.
Non era una domanda fatta impulsivamente, ma martellava nella testa di Thomas da un po’. Per lui risposta contava davvero, perché per lui Newt era tutto: per Thomas stesso la quantità di amore che provava per Newt era difficile da descrivere. Sapeva solamente che con lui ci avrebbe passato volentieri una notte, o anche tutta la vita. Sapeva che avrebbero pianto, che si sarebbero urlati contro le peggio cose e Thomas sapeva che avrebbero dimenticato tutto con un bacio.
Newt era quello che più si avvicinava all’idea che Thomas aveva di casa. Perché tutto quello a cui era affezionato apparteneva a lui. Casa erano i baci che si davano di nascosto quando nessuno sembrava accorgersi di loro1, casa erano gli sguardi che si scambiavano, casa era il profumo di Newt che restava sui vestiti di Thomas, le sue labbra morbide e i suoi occhi scuri.
“Tommy io… Non so cosa dire…” il biondo era rimasto a bocca spalancata, spiazzato da quella domanda improvvisa.
Thomas credette di sentire il suo cuore rompersi nel silenzio che era calato fra loro due. Quindi era così? Non era niente per Newt?
Come aveva potuto essere così stupido? Pensare che tra loro ci sarebbe potuto essere qualcosa di più? Ora Newt doveva crederlo patetico, uno stupido che si lasciava andare dai sentimenti. Come potevano esistere dei sentimenti nel Labirinto?
Si alzò in piedi e con la voce rotta urlò: “Quindi è questo che siamo per te? Niente? Per te la nostra ‘relazione’ si riduce a scopare nella cucina di Frypan e tra le Faccemorte2? Benissimo, allora se non ti dispiace io me ne andrei.”
Lo scalpiccio prodotto dai passi di Thomas che si allontanavano risuonavano nella mente di Newt come un’eco sordo. Il cuore gli martellò nel petto così forte che sembrava rimbombare nel silenzio intorno a lui. Improvvisamente sentì freddo e incastrò la testa fra le ginocchia mentre lacrime copiose gli rigavano le guance.
 
Newt odiava la Radura, e odiava anche Thomas. Odiava il modo in cui doveva resistere all’impulso di baciarlo, odiava stare fuori da quel maledetto Labirinto e odiava l’ansia che gli invadeva il petto perché erano vicini alla chiusura delle porte e Thomas era ancora dentro. Odiava il sollievo che seguiva perché non poteva condividerlo con nessuno. Odiava il fatto che non odiava Thomas, mai, lo amava talmente tanto che il cuore a volte era leggero, altre volte pesava come un macigno e gli opprimeva il petto, lo amava tanto da stare male e piangere tutte le sue lacrime per lui, perché in quella stramaledettissima Radura non c’era spazio per i sentimenti. E odiava sé stesso e la sua incapacità di esprimere quello che prova, odiava quella stupida convinzione che aveva creato per sé stesso, secondo la quale tra lui e Thomas non c’era niente, era solo sesso. Odiava il fatto che non lo fosse e odiava che i sentimenti che provava per lui lo rendessero così vulnerabile.
 
Il biondo si addormentò lentamente e quando si svegliò cercò immediatamente Thomas ma non lo trovò. In seguito seppe che non aveva fatto colazione ed era entrato nel Labirinto appena si aprirono le Porte.
Newt lo aspettò tutto il giorno e non si concentrò neanche un minuto sul suo operato. Quando finalmente una testa mora emerse dal Labirinto con Minho, Thomas non lo guardò nemmeno e corse verso la Stanza delle Mappe.
 
Newt sbuffò rumorosamente e continuò il suo lavoro. Non vide il moro neanche a cena.
Passò una settimana e Newt e Thomas continuarono a non rivolgersi la parola. Newt aveva smesso di mangiare regolarmente e si manteneva in vita con gli avanzi che Frypan lo costringeva a mangiare. Non dormiva più e piangeva tutte le notti. Si aggirava per la Radura senza forze, incapace di reagire.
Stava seduto la maggior parte del tempo a bere acqua e a osservare Thomas che sembrava passarsela molto meglio di lui.
Come aveva fatto, lui, il co-leader dei Radurai, a ridursi così? A pezzi per un ragazzo e la colpa era tutta sua, colpa della sua vigliaccheria.
Le persone parlavano intorno a lui e con lui, ma lui non le ascoltava perché nessuno di loro era il suo Tommy.
Aveva voluto tante volte correre da Thomas e dirgli tutto quello che non gli aveva mai detto ma non aveva le forze, Thomas non era affianco lui e lui non aveva più la forza di riprendere a vivere.
Dopo una settimana e mezzo era arrivato al culmine dell’autodistruzione e sembrava che le sue ossa potessero diventare polvere da un momento all’altro e abbandonarlo.
Era in piedi per vedere il risvegliarsi della Radura, da lì a poco Minho, Thomas e gli altri Velocisti sarebbero entrati dalle Porte.
Iniziò a vedere delle piccole macchioline nere nel suo campo visivo e sentì che i polsi gli tremavano e la gamba sana stava per cedere. Tutti i suoni si ridussero a un ronzio ovattato prima e poi Newt cadde a terra.
 
Una luce accecante ferì gli occhi del biondo, sbatté un paio di volte le palpebre e poi riconobbe la sagoma di una figura che incombeva su di lui, ma non riuscì a identificarla.
“Tommy…” disse flebilmente e poi svenne di nuovo.
La seconda volta quando si svegliò si sentì meglio e riuscì a mettere a fuoco la figura sopra di lui.
Si tirò su e si appoggiò sui gomiti e prese lentamente coscienza del luogo dove si trovava, ovvero il Casolare.
“Ciao.” Disse Minho. “Hai combinato un bel casino eh, faccia di caspio?”
Newt accennò un sorriso.
“Cos’è successo?” chiese il biondo.
“Hai praticamente deciso di distruggere te stesso perché sei un completo idiota e neanche una ragazzina di 12 anni avrebbe potuto comportarsi come te.” Rispose l’asiatico.
“Mi fai sempre stare meglio Minho.” Rispose Newt.
“Non era il mio intento infatti. Qui c’entra il fatto che ti sei comportato come una bimbetta di 10 anni e ti sei fatto del male da solo.
Non sono venuto qua per tirarti sul il morale, perché entrambi sappiamo che non servirebbe a niente.
Senti, ho perso la memoria come tutti qua dentro, ma io sono certo che nella mia breve vita non ho mai visto una coppia come te e Thomas. Se mai usciremo da questo capsio di Labirinto fidati che nessuno riuscirà mai ad amarti come fa Thomas.” Fece una piccola pausa. Poi prese il suo solito tono ironico, che costrinse Newt a domandarsi se Minho era capace di fare un discorso senza una delle sue solite battute. “Se ti può far stare meglio anche lui sta male, molto, non solo per la sua grave astinenza da sesso ma anche per te. Dovresti riposarti ora, credo, ma mentre lo fai, ti prego, trova un modo per risolvere perché io non passerò la mia vita cercando di mediare fra voi due, quindi o rompete la vostra amicizia, relazione o quel che è oppure diventate una coppia ufficiale e fate in modo che io sia il terzo incomodo che alla fine non mi dispiacerebbe neanche. Ciao.”
Minhò uscì dal Casolare appena prima che una lacrima gli solcasse la guancia. Lui si nascondeva dietro una maschera di sarcasmo e impulsività perché si sentiva tremendamente solo. Certo, aveva i suoi migliori amici, ma era diverso. Lui osservava sempre i due da lontano, un po’ in disparte. Vedeva come si guardavano, come se al mondo non esistessero che loro due. Il Labirinto era solo un particolare, era lo scenario di un’opera teatrale e loro due erano il vero spettacolo.
Minho aveva sempre osservato attentamente come una strana luce animasse gli occhi del suo amico Newt ogni volta che vedeva Thomas, come se fosse il suo unico appiglio, come se stesse affogando e potesse risalire solo grazie a lui.
E sperava che prima o poi qualcuno lo avrebbe guardato in quel modo, uomo o donna che fosse. E sperava di poter regalare quello sguardo a qualcuno.
 
Ci volle una settimana prima che Newt tornasse in forze; aveva ancora le ossa del bacino sporgenti e le occhiaie non accennavano a scomparire in fretta ma mangiava regolarmente e riusciva a muoversi senza aiuto.
 
Dopo quel lasso di tempo attuò il piano per riconquistare Thomas.
Andò a cercarlo dopo cena, il momento in cui loro due solitamente guardavano le stelle insieme.
Newt sentiva una mancanza tremenda di quei momenti e sapere che forse li avrebbe riottenuti gli fece percorrere la schiena da un brivido di eccitazione.
 
“Tommy, uhm… Potresti venire un secondo, per favore?” chiese Newt quando trovò il suo moro sdraiato sull’erba di fianco a Chuck.
Il moro lo fissò con disappunto poi accettò. Fu guidato dal biondo attraverso il bosco, fino a quello che era il “loro posto”, un piccolo spiazzo da dove le stelle si vedevano benissimo.
“Non abbiamo mai avuto un primo appuntamento.” Esordì Newt, rompendo il silenzio.
“No” confermò Thomas.
“Tu pensi che dovremmo averne uno?” chiese timidamente il biondo.
Thomas incrociò le braccia al petto e sollevò il sopracciglio: “Da quanto mi ricordo noi non avevamo nessuna relazione o sbaglio? No, non mi sbaglio, ricordo perfettamente quando ti ho chiesto cosa eravamo tu non mi hai risposto, anzi sei rimasto senza parole, come se ti avessi colto di sorpresa… Io credevo fossimo qualcosa, invece non sembr- “non finì di pronunciare la frase che un paio di labbra si poggiarono sulle sue, impedendogli di parlare.
“Sei adorabile quando parli a macchinetta lo sai?” disse il biondo e queste parole sciolsero l’orgoglio di Thomas che gettò le braccia al collo dell’altro. Si baciarono di nuovo, un bacio del tutto nuovo, che riempiva i giorni di assenza, un bacio che diceva “mi manchi” e “resta”, un bacio di cui tutti e due sentivano il bisogno.
“Ora balliamo.” Proruppe Newt e senza aspettare una risposta di Thomas gli prese una mano e gli mise una mano sul fianco e iniziarono a ballare. Un ballo scoordinato, nessuno dei due sapeva che passi fare, ma non era quello l’importante.
Newt appoggiò il viso sulla spalla di Thomas e inspirò l’odore del suo Tommy.
C’è un momento particolare in cui capiamo di essere innamorato di una persona? Se esiste, allora Newt capì in quel momento che era davvero innamorato di Thomas3.
Newt avrebbe voluto parlare e dire a Thomas tutto quello che non aveva mai detto ma ci sono altri momenti nella vita dove le parole sono superflue e non serve evidenziare qualcosa di già evidente.
Ad un certo punto parve che il moro annuisse come se avesse compreso i pensieri dell’altro.
 
Che risate si sarebbero fatti Frypan, Winston e gli altri Radurai se li avessero visti così, che ballavano un lento tra le Faccemorte, uno con gli occhi chiusi e l’latro abbandonato sulla spalla dell’altro ma a loro non sarebbe importato: l’unica cosa che importava veramente erano loro due e basta, il mondo poteva anche scomparire4.

***
1Questo pezzettino l'ho ripreso da uno dei miei libri preferiti, Il buio oltre la siepe. Se non lo avete mai letto, davvero, fatelo, è di una leggerezza meravigliosa e ve lo consiglio moltissimo. Comunque la piccola Scout, la protagonista, collega l'estate ad alcuni momenti con Dill, un suo amico dicendo più o meno queste parole "estate era quando Dill mi baciava di nascosto per non farsi vedere da Jem" e l'ho trovata una scena dolcissima, (Jem era il fratello di Scout). 
2Questo pezzo (scopare nella cucina di Frypan o tra le Faccemorte) fa riferimento alla storia che ho pubblicato precedentemente, dove mi inventavo che Frypan era disposto a lasciare la cucina ai ragazzi che "avevano voglia sfogare i loro bisogni da adolescenti" in cambio di un favore, le Faccemorte era il secondo luogo dove i ragazzi si appartano.
3Questa è una delle mie parti preferite, che mi è stata ispirata da una canzone, ovvero Life of the Party di Shawn Mendes, infatti a un certo punto dice "slow dance fall in love as the club track plays" ovvero "un ballo lento, innamorandoci mentre suona la canzone del locale".
4Ultimo riferimento, giuro. Questo pezzettino invece viene direttamente dalla canzone Uncover di Zara Larsson, "the world could disappear".
Spero che i riferimenti non vi abbiano dato noia ma ci tenevo molto a metterli. 
Speraimo di rincontrarci tutti con una nuova storiella (magari entriamo nel fandom di Teen Wolf che dite?) e grazie per essere arrivati fino in fondo!
Un abbraccio,
-secretlifeofsof o, più semplicemente, Sofia.
  
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