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Autore: Ghost Writer TNCS    04/11/2015    1 recensioni
L’Aurora Stellare ha perso i contatti con la Solaria, una delle sue sfarzose astronavi da crociera, e, temendo un attacco di pirati, ha richiesto un intervento militare alla FANTOM. La squadra selezionata è quella di Eslife Hellmatyar, un gruppo di giovani soldati chiamati alla loro prima missione autonoma.
Ma la Solaria non è stata vittima di un assalto pirata. Una cellula terroristica ha liberato delle spore sulla nave e il manipolo di uomini si ritroverà isolato e costretto a confrontarsi con un esercito di migliaia di meta-zombie.
Riuscirà la Squadra di Cristallo a far fronte alla situazione, o sarà trasformata in polvere luccicante?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4. Avanzare senza uccidere

Se da una parte il gruppo di Eslife aveva la fortuna di dover salire soli tre piani invece dei dieci richiesti a quello di Mesut, dall’altra avevano la sfortuna di dover attraversare quasi tutta la Solaria per passare dalla zona di prua dove erano atterrati, a quella di poppa dove era situato il centro di sorveglianza.

Percorrere una tale distanza senza incappare in folti gruppi di meta-zombie era impossibile, in ogni caso più procedevano, e più avevano la sensazione che il numero di persone infette aumentasse. Già diverse volte erano stati costretti a tornare indietro per cambiare strada prima di essere attaccati, avevano consumato numerose granate stordenti per evitare di essere inseguiti, ma la loro situazione non accennava a migliorare.

«Stiamo facendo il giro dell’oca, così non arriviamo da nessuna parte!» imprecò Katha «Arrostiamone un po’ e vedrete che impareranno la lezione.»

«Dubito che impareranno la lezione…» obiettò Queen.

Il pupazzo di neve sorrise malignamente. «È quello che spero…»

«No, dobbiamo evitare di ucciderli.» ribatté Eslife «Sarei molto seccata se ci convocassero in tribunale già al nostro primo incarico.»

«Crystal Queen, c’è un nutrito numero di ostili alle nostre spalle.» segnalò un clone «Temo che ci raggiungeranno a breve.»

«E allora sbrighiamoci ad andare avanti.»

La mezzademone sapeva che, in una situazione del genere, non c’era una soluzione giusta: per salvare i suoi uomini avrebbe dovuto uccidere i meta-zombie, questo però avrebbe significato trovarsi sulla coscienza le vite di decine – per non dire centinaia – di persone che magari potevano essere curate. Doveva pensare, in accademia le avevano insegnato che c’era sempre un modo per ridurre le perdite se si aveva la mente abbastanza aperta per trovarlo. Il gruppo di Mesut poteva contare sul ghiaccio di Larah, il fuoco di Katha invece non andava bene. Restavano lei, Queen e le unità di supporto… Ma certo: Queen! Se fossero riusciti a trovare un veicolo, l’ibrida sarebbe stata in grado di farli arrivare in un attimo dall’altra parte della Solaria riducendo al minimo gli effetti collaterali.

«Excalibur, dove possiamo trovare un veicolo nelle vicinanze?»

«Il punto più vicino è l’autodromo del ponte sette.»

 «Oh, sì, così mi piaci Eslife…» esalò Queen con quel suo tono saturo di piacere.

Un rumore improvviso mise in allerta il gruppo.

«Consiglierei di rimandare i discorsi e affrettare il passo.» suggerì un clone.

«Giusto, muoviamoci!» ordinò la mezzademone «Excalibur, ricordami che ci vuole qualcun altro con poteri simili a quelli di Larah.»

«Annotazione salvata.» confermò la IA.

Nonostante le difficoltà, alla fine era riuscita a trovare quella che credeva essere una buona soluzione: avrebbero allungato un po’, ma probabilmente avrebbero raggiunto il centro di sorveglianza in minor tempo. Dovevano solo sperare di non incontrare un assembramento di meta-zombie lungo la loro nuova strada…

***

Mesut e i suoi non riuscivano a superare un ponte che continuavano a trovare nuovi e cospicui assembramenti di meta-zombie. Ad ogni piano dovevano misurarsi con decine di persone infettate dalle spore e stava diventando sempre più difficile avanzare senza uccidere nessuno.

In quel momento si trovavano in un grande salone, probabilmente una pista da ballo. Dal soffitto pendevano sei grandi lampadari pieni di cristalli luccicanti, il pavimento bianco e lucido faceva risplendere l’ambiente e le ampie vetrate offrivano un panorama mozzafiato sulle colonne di roccia all’esterno, a loro volta illuminate dalle venature di energia.

Nonostante la situazione in cui si trovavano, Larah non riuscì a non rimanere estasiata da quell’ambiente principesco. Non aveva mai visto decorazioni così eleganti e raffinate, il palco situato di fronte alle vetrate era assolutamente magnifico e la musica soave le faceva venir voglia di cantare.

Non era mai stata su un’astronave da crociera. Le sarebbe piaciuto moltissimo fare un viaggio fra le stelle su un velivolo come quello, però sapeva bene di non poterselo permettere. Escludendo Eslife, nessuno dei membri della squadra navigava nell’oro e tutti quanti vivevano dello stipendio che ricevevano dalla FANTOM. Lei in particolare era costretta a stare attenta alle spese, infatti doveva mantenere anche la sua sorellina Lilith[13] dato che i loro genitori erano morti nel corso della guerra civile di Shytia. Non era una situazione facile, ma riuscivano a tirare avanti senza bisogno di chiedere aiuto. Molti degli abitanti di Shytia non erano stati così fortunati.

«Arrivano!»

L’esclamazione di Mesut la ridestò dai suoi pensieri. Avevano quasi raggiunto l’ingresso dalla parte opposta del salone, ma come al solito era arrivato un nutrito numero di meta-zombie a mettersi sulla loro strada.

Nessie lanciò un gridolino di stizza.

«Sono d’accordo, la cosa si sta facendo davvero seccante…» annuì Kenvster.

Il tartariano neutralizzò con precisione chirurgica un acinonyano[14] meta-zombie, che grazie alla sua velocità era scattato in testa al gruppo. «Solito schema, non perdiamo tempo.»

Un droide si mise subito in assetto quadrupede e caricò a testa bassa il punto dove la Light-Meteorgun della chimera aveva aperto una falla, al che gli altri membri della squadra si fiondarono subito nel corridoio tenuto aperto da Larah, decisi a superare in fretta anche quello sbarramento.

Erano quasi dall’altra parte quando una meta-zombie superò con un salto lo sbarramento di ghiaccio. Si trattava di una fibromorfa[15], aveva sfruttato le fibre del suo corpo per allungarsi e saltare oltre la barriera cristallina, e ora si trovava ad un passo dai militari. Con un balzo afferrò il braccio di un homunculus e con foga animalesca vi affondò i denti, cercando disperatamente di lacerare l’uniforme rinforzata.

L’unità di supporto cercò di divincolarsi, provò a colpirla con alcuni impulsi stordenti, ma non poteva fare di più perché l’ordine di Eslife era stato di non uccidere le persone infette.

Ben presto Mesut capì di dover intervenire, sollevò il fucile e abbatté con forza il calcio sulla guancia della meta-zombie. Un colpo del genere non sarebbe stato fatale, ma l’energia che vi impresse bastò per rompere la mandibola della meta-zombie e liberare l’homunculus.

«Presto, andiamo via!» ordinò il tartariano dopo aver esploso qualche colpo stordente.

Finalmente riuscirono a mettersi alle spalle la massa di persone infette e Larah creò una nuova barriera di ghiaccio per coprirsi la fuga, ma non erano ancora al sicuro.

«Scahars, rilevo un aumento di spore all’interno del corpo di H2.» segnalò l’altro homunculus.

Mesut lanciò una colorita imprecazione. Aveva già visto la ferita lasciata dai denti della fibromorfa sul braccio dell’unità di supporto, ma in quel momento non aveva avuto il tempo di rifletterci sopra; ora invece era diventata un problema da risolvere immediatamente, prima che le spore riuscissero a prendere il controllo di tutto il corpo: neutralizzare dei civili in abiti da villeggiatura era un conto, un homunculus dotato di uniforme rinforzata era tutta un’altra cosa.

Larah lanciò uno sguardo preoccupato. «Che facciamo?»

Il tartariano sapeva di dover prendere una decisione in fretta, così passò alla ragazza il suo NRT-72 e aprì una delle tasche dimensionali della sua uniforme. Dal nulla comparve un Thareuss 14, lo puntò alla testa dell’unità di supporto e fece fuoco: i proiettili balistici da 8.54 bucarono senza difficoltà il casco e fecero scempio del suo cranio, così come del torace e dell’addome.

«Scars, cos’è successo?» chiese Eslife, allarmata dal rumore dei colpi.

«Un meta-zombie ha morso H2 e ho dovuto ucciderlo prima che le spore avessero il sopravvento.»

«Vuoi dire che l’ha contagiato?» fece Queen.

«Ma allora non sono meta-zombie!» esclamò Katha «Sono meta-ghoul[16]

«No, sono meta-zombie!» ribatté l’ibrida.

«Comunque c’era da aspettarselo che le spore potessero diffondersi anche attraverso le ferite.» fece notare il tartariano.

«Voi altri state bene?» volle sapere Eslife.

«Sì, stiamo bene, tra poco arriveremo al ponte uno. Voi a che punto siete?»

«Noi… avanziamo spediti.»

Dopo aver raggiunto l’autodromo del ponte sette, Gioiosa aveva hackerato il sistema di avviamento di un paio di hovercar, permettendo a Queen e un droide di mettersi al volante. L’ibrida aveva subito assunto la posizione di testa e si era fatta guidare dalla sua IA attraverso gli ampi e lussuosi corridoi della zona per gli ospiti, avevano superato alcune porte di sicurezza grazie alle intelligenze artificiali e ora si trovavano nella parte di poppa della Solaria, quella riservata al personale, dove gli spazi erano meno ariosi e le rifiniture meno eleganti.

«Meta-zombie davanti a noi.» segnalò Gioiosa.

«Non investirli.» la ammonì Eslife.

«Nessun problema.»

Queen sollevò una leva sul cruscotto e l’hovercar aumentò la distanza dal suolo, diede uno strattone col volante e il velivolo fu sottosopra. Subito abbassò la leva di quota e gestì la piroetta senza nemmeno guardare i posseduti che sfrecciavano sotto di loro. Completò l’acrobazia e diede di nuovo potenza ai sistemi di sospensione, recuperando in un attimo l’assetto ideale.

«Ehi! La prossima volta avvisa prima di fare una roba del genere!» imprecò Katha, sdraiato tutto storto sui sedili posteriori e in parte addosso al clone che viaggiava con loro.

«Te l’avevo detto di attivare le ancore di sicurezza.»

Dietro di loro, anche l’hovercar pilotata dal droide superò il gruppo di meta-zombie, però lo fece semplicemente aumentando la sospensione e quindi i posseduti ricevettero una brusca spinta verso il basso che li spedì a terra.

«La scala a destra e poi a sinistra.» annunciò la IA verde.

Queen non se lo fece ripetere e si infilò nell’apertura, curvò dalla parte indicata e in un attimo furono di fronte al centro di sorveglianza.

«Destinazione raggiunta, grazie per aver viaggiato con noi.» commentò l’ibrida mentre si guardava intorno per controllare la situazione.

Gli altri due soldati e il clone scesero dall’hovercar, appena in tempo per vedere arrivare le unità di supporto. Al contrario del mezzo pilotato da Queen, quello guidato dal droide riportava diversi graffi e ammaccature che non c’erano quando avevano deciso di prenderlo in prestito.

«Non rilevo nessuna presenza all’interno del centro di sorveglianza.» annunciò la Cortana di Katha.

Effettivamente non c’erano meta-zombie nella zona, ma così non sarebbe stato a lungo. L’ibrida e il droide spostarono le due hovercar per ostacolare il passaggio agli imminenti nemici, ma questo li avrebbe solo rallentati un po’.

«Allestite delle barricate,» ordinò Eslife «ho bisogno che questa zona resti sicura il più a lungo possibile.»

«Sissignora.»

Mentre Queen e quattro unità di supporto si occupavano di eseguire l’ordine, Katha e un droide entrarono nel centro di controllo per assicurarsi che la rilevazione della IA del pupazzo di neve fosse esatta. Così fu: non c’era assolutamente nessuno.

«Eslife, sbrigati, i monitor si stanno spegnendo!»

La mezzademone si affrettò ad entrare a sua volta e, con suo grande disappunto, vide che gli schermi olografici stavano scomparendo uno dopo l’altro. Ma le brutte notizie non erano finite: la sua attenzione venne catturata da una registrazione in tempo reale e un misto di pensieri contrastanti le affollò la mente. «Oh, cazzo…»


[13] Lilith Zimheart è presente in Armi contro il passato.

[14] Specie originale di TNCS. Il termine deriva dal nome scientifico del ghepardo: Acinonyx jubatus.

[15] Specie originale di TNCS. Il nome richiama le fibre che costituiscono la maggior parte del suo corpo.

[16] I ghoul sono mostri del folklore islamico simili a vampiri.

   
 
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