Ringrazio anche solo chi legge.
Intervistatore:
"Senza
spoiler della parte finale della saga di Hunger
Games, potresti
dirci cosa accade tra Snow e Katniss?"
Donald
Sutherland:
"Si innamorano."
Prigioniera di una rosa
“Non le piace qui?
E’ una perfetta rappresentazione delle
foreste che tanto apprezza” disse Snow. Teneva una rosa
candida in mano, se la
passava sulle labbra. Le bolle dentro la sua bocca bruciavano e
riversavano pus
bollente sulla sua lingua. Katniss digrignò i denti e
cercò di liberarsi, facendo
cigolare le catene. Gli anelli di metallo le graffiavano la pelle,
lasciando
dei segni anche sui tronchi intorno a cui erano legate. Snow si
fermò, i piedi
gli affondavano nel fango digitale.
“Io glielo dissi signorina
Everdeen. Sono le cose che amiamo
che ci distruggono” sussurrò. Katniss strinse le
labbra fino a farle sbiancare.
- Mi troveranno e mi libereranno,
devo solo resistere – si disse.
“Peeta tornerà
…” sussurrò. Snow inarcò un
sopracciglio.
“Quel panettiere era solo
un giochetto divertente. Uno dei
tanti di noi di Capitol City” ribatté gelido. Le
iridi di Katniss brillarono
e il battito cardiaco della
giovane aumentò.
“Non parlava di
lui?” domandò.
- Vuole solo parlare.
Finché non usa uno dei suoi
trucchetti, andrà tutto bene. Devo allungare questa
discussione – rifletté.
Snow baciò i petali della rosa candida.
“Certo che no”
ribatté. Katniss sbatté un paio di volte gli
occhi, una ciocca disordinata le finì davanti al viso.
“E allora … io
non capisco …” bisbigliò. Snow mise la
rosa
all’occhiello della sua giacca bianca.
“Non le dice niente il
fatto che mia nipote sia morta solo
perché aveva il suo aspetto? Non si è mai
domandata perché ho distrutto tutto
ciò che la circondava fino a renderla sola, come
me?” chiese. Katniss scalciò,
fece tensione con le braccia fino a far dolere i propri muscoli.
“Anche Pym è
dovuta morire solo per un altro sciocco
divertimento di voi ricconi? E’ per uno stupido svago che
è morta mia sorella?!”
gridò. Snow si passò una mano tra i capelli,
evitò un cespuglio avanzando e con
l’altra mano si appoggiò al tronco di un altro
albero.
“Signorina Katniss, mi
permetta di ricordarle che pur di
fermare il suo matrimonio, l’ho rinchiusa in un altro Hunger
Games. E ho
truccato i nomi che sono usciti la prima volta. Sapevo che
così l’avrei
costretta a uccidere l’unico ragazzo per cui ha provato
interesse. Questo mondo
è falso, come questo habitat” mormorò
rauco. Osservò l’addome scoperto della
giovane, socchiuse gli occhi osservando i tagli sulla sua pelle e gli
strappi
nel corsetto che le stringevano il petto.
“Cosa sta cercando di
dirmi?” ruggì la giovane.
L’anziano socchiuse gli
occhi, ispessendo le rughe sul suo
viso.
“Io la osservo da sempre.
Suo padre aveva quasi capitanato
una rivolta, è per questo che ho dovuto far crollare la
miniera sul suo capo. I
distretti non sono che un altro sistema di controllo, voi siete
spiati”
rispose, alzando la voce.
“Lei è pazzo e
uno stalker!”. L’urlò di Katniss
coprì il
rumore registrato delle goccioline di rugiada e risuonò tra
gli alberi fittizi.
- In realtà gli alberi
devono essere pali e questo posto ha
l’eco, quindi deve essere un salone vuoto –
rifletté la giovane. Snow si chiuse
un bottone della giacca bianca.
“Può darsi, ma
pensa davvero che con le energie alternative
e le invenzioni che possediamo, siano ancora utili cose come le
miniere?”
chiese. Katniss saltò, mettendo i piedi sui due alberi e
fece nuovamente leva,
cercando di liberare le braccia. Si aprirono dei tagli sui suoi polsi
martoriati e il sangue scivolò lungo braccia e catene,
gocciolando a terra.
“Voi ci avete sempre temuto
e fate bene. Perché quando mi
libererò brucerà lei in mezzo a tutte le sue rose
maledette” minacciò. Snow la
raggiunse, le mise le mani sulle spalle e la spinse, costringendola a
rimettersi in piedi ritta.
“Io sto già
bruciando, Katniss” sussurrò con voce calda. Afferrò il viso
della giovane con la mano e la
guardò negli occhi.
“Ti desidero, signorina
Everdeen” mormorò roco.
Katniss impallidì,
ringhiò e piegò di lato il capo facendo
ondeggiare la lunga treccia nera. Gli sputò addosso e si
voltò.
“E tu tendi ad amare
ciò che odi. Gale lo hai rifiutato,
finché non hai rischiato di perderlo. Peeta non hai capito
quanto valeva per te
finché non l’ho contaminato. Tu ami ciò
che è marcio, ed io lo sono fino al
midollo” le ricordò Snow. Katniss gli morse la
mano, conficcando i denti nelle
sue dita callose fino a stillare sangue bollente. Lo vide rabbrividire
di
piacere e riaprì la bocca, gettando indietro la testa.
“Cosa ti aspetti,
pazzo?!” gridò. Snow si portò la
propria
mano alla bocca e leccò il sangue, il sapore metallico era
coperto dal pus delle
afte sulla bocca.
“Che alla fine di questa
storia, tu ti innamorerai di me. E
diventerai presidentesse al mio fianco” spiegò.
Katniss rabbrividì e deglutì.
“Cosa mi dovrebbe far
accettare?” chiese con voce gracchiante.
Snow ghignò e le sue iridi brillarono.
“Quando morirò,
ti lascerò tutto. Mi distruggerai con l’amore.
Alle volte, la rivoluzione, si può fare attraverso altre
vie” spiegò, guardando
la giovane rabbrividire più forte.
“Riflettici”
disse l’uomo. Fece cadere a terra la rosa
candida, si voltò e si diresse verso la porta.
Uscì, richiudendosela alle
spalle, era di acciaio spessa dieci dita ed inserì il codice
dell’allarme.