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Autore: Amber    24/02/2009    7 recensioni
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con la terza e ultima parte! No, non è un miraggio, sono proprio io... lo so che è da secoli che non posto e mi dispiace moltissimo, ma questa parte è stata davvero dura da scrivere. Comunque eccomi tornata con altri 29 capitoli pronti per essere pubblicati!! Abbiamo lasciato una situazione abbastanza critica nella seconda parte ricordate? Ebbene, sono passati tre anni, Kagome si è chiusa dentro un guscio di protezione, è diventata fredda e menefreghista continuando però ad andare a scuola e lavorando al pub affiancata da Mikado. Sango e Miroku, in questa parte avrenno un sacco di grattacapi ed enormi problemi... Inuyasha? Beh, lui è di ritorno dall'America... Sposato? Fidanzato? Con una frotta di figli? Tutto da scoprire in quest'ultima parte! Buona lettura a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
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Rieccomi tornata con un nuovo capitolo ^^

Oggi mi sento decisamente bene, chissà, forse è perché sono a casa da scuola e sono in relax? O forse perché ho superato i primi due debiti… beh, ci penserò!

Comunque sono fiera di me, sono riuscita a postare con un ritardo non esattamente spropositato dopo tanto tempo, facciamo festa!

E facciamolo per un altro motivo… questo è il 20 capitolo, tra 9 la fic si concluderà, ma c’è ancora tempo quindi non disperate!

Beh, ora rispondo alle vostre recensioni per lasciarvi poi alla lettura di questo capitolo sperando che sia di vostro gradimento ^^

 

achaori: ciao! Sono felice che la mia fic spropositatamente lunga ti piaccia e che tu la possa commentare se ti fa piacere (io non rifiuto nulla!). Hai proprio ragione sul suo comportamento… però effettivamente, la fic sarebbe finita molto molto tempo fa ^^ A presto e grazie per la recensione!

 

smartina86: ehilà! Dai hai visto? Non ho postato poi così in ritardo ^^ Si beh, tra Miroku e Sango non poteva succedere la stessa cosa, dopotutto il loro è un legame veramente forte! Per un riavvicinamento… beh, basta leggere!! Non spoilerizzo nulla per ora xD a presto!

 

pretty: hola! No no, nemmeno questa è una allucinazione, sono proprio io con circuiti e tutto il resto! Per Rin ora vedrai xD leggere per credere! Miroku è un po’ fuori, ma si sapeva già! Non temere, questa fic avrà la sua conclusione anche su EFP ^^ quindi rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare! Alla prossima!

 

kaggy95: ciao! Si, lo scorso cap era proprio incentrato su di loro, ci voleva no? Altrimenti incentrarlo sempre su Kagome e Inuyasha lo avrebbe reso un po’ troppo pesante a mio parere… anche se a dire il vero lo scorso capitolo è molto importante per fare capire a entrambi alcune cose. Sono felice che ti sia piaciuta e alla prossima!

 

pillo: seeee sono tornata anche iooo per la tua gioiaaaa (o per la mia morte? È da appurare a fine capitolo ^^)! Tranquilla la fic è finita nel mio computer è solo che tra una cosa e l’altra non trovo il tempo di postare! Ma anche qui vedrà la tanto agognata parola FINE. Per Miroku… beh fai conto che nessuno sa dove siano Naraku e Kikyo… quindi è chiaro che non sappia chi sia il mandante della missiva ricevuta… e con il casino che stava accadendo a questo povero giovincello con sua sorella questa è passata in secondo piano xD Accidenti a te Miro-chan! Cavolo che prontezza di osservazione! Devo dire che pure io ci avevo pensato ma andarlo a cambiare mi rovinava l’effetto sorpresa… è molto più d’effetto così! No, non sei noiosa xD anzi!! Al prossimo capitolo e nonn strapparti troppi capelli nell’attesa!

 

Bellatrix_Indomita: salve!! Sono felice che il capitolo ti piaccia ^^ e mi spiace che tu sia stata male… ora tutto bene? Questo tempaccio che andava e veniva fino a qualche giorno fa mandava a letto chiunque (tranne me, mi sembra giusto! Eppure io qualche giorno a casa da scuola li facevo volentieri giuro!)… A proposito, tu devi scusare me per la mia scorsa risposta alla tua recensione, forse sono stata un po’ troppo diretta ma non volevo assolutamente… però mi interessa sempre puntualizzare il fatto che il numero delle recensioni non è il mio interesse primario, ovviamente mi fanno piacere ma anche se non ne avessi io posterei comunque perché mi piace sapere che, dopotutto, la mia storia la leggono in molti ^^ non so se riesco a spiegarmi bene per certe cose, comunque spero proprio non ti sia offesa in alcun modo. Grazie della tua recensione e alla prossima!

 

Molto bene, dopo questa interessante risposta vi lascio al capitolo!

A tutti una buona lettura e alla prossima!

 

Capitolo 20

       LaN

 

Nel momento in cui Miroku e Sango uscirono di casa dopo i consueti saluti, evitando entrambi, accuratamente, gli occhi della madre, Mito dovette sorreggerla da un capogiro. Immaginò fosse dovuto da fatto che i due figli l’avevano ignorata, ed effettivamente come pensiero era tragico, eppure non poteva di certo immaginare che il malessere della moglie fosse dovuto da qualche cosa di ancora più oscuro e terribile.

 

Lunedì. Ore 19.00

Kagome aprì le due ante della finestra, facendo entrare l’aria che giorno dopo giorno, diventava sempre più calda. Si appoggiò al davanzale e fissò l’orizzonte pensierosa, con il mento appoggiato al palmo della mano.

Alla fine parlare con Eve non era stato così male… liberatorio, per essere precisi. Si era tolta un gran peso.

Quello che era successo con Inuyasha in quella camera, era ancora un ricordo ben impresso nella sua mente, ma ancor più sconvolgente era ciò che aveva provato.

Dopo tre anni, si sarebbe immaginata disgusto, odio, repulsione… invece lo aveva cercato quel tocco su di se e sentiva di volerne ancora, come una droga.

Lo voleva, ma allo stesso tempo lo voleva il più lontano possibile da lei.

Si prese la testa tra le mani e i bagliori rossastri del sole le tinsero i capelli.

Maledizione! Ma perché aveva tutto quel casino in testa?

Scosse il capo come per scacciare le idee.

Fortunatamente presto sarebbe andata in Grecia e là si sarebbe potuta finalmente rilassare.

Guardò l’orologio e si drizzò

“Devo prepararmi” costatò dirigendosi all’armadio. Guardò la superficie in legno e si morse le labbra sfiorando con la punta delle dita dove il ragazzo aveva colpito, infuriato. Quasi risentiva quelle parole risuonarle nella mente.

Sorrise. Anche quando stavano insieme era geloso, molto geloso. Il sorriso le morì sulle labbra quando si rese conto che probabilmente, anche quella gelosia era tutta una falsità. Scosse il capo

“Ma no… sarà anche un bravo attore ma non può esserlo fino a quel punto…” pensò aprendo l’armadio e cominciando a tirare fuori qualche cosa con cui vestirsi “Non serve a niente rimuginarci sopra, ormai è successo” concluse.

Questo la portò anche a riflettere su lei e Mikado. Gli aveva chiesto tempo e lui glielo aveva concesso. Quella situazione lo faceva soffrire, eppure era stato comprensivo. Lui l’amava davvero, quello era certo.

Era bello pensare che c’era qualcuno nella propria vita che l’amava per quella che era, sempre e comunque. Accettandone i pregi e i difetti. Lui l’amava e quello era, nella sua vita, un punto fermo. Ma lei?

“Beh, di certo mi piace… ma non mi va di mentirgli. Dopo la Grecia avrò le idee più chiare e allora gli parlerò”

Deciso questo si controllò allo specchio facendo una giravolta.

La gonna corta si gonfiò seguendola nel suo giro, seguiti dai nastri che pendevano dal corpetto azzurro mentre i capelli ebano le ricadevano sulla schiena.

In quel momento Tom entrò, sorridendo

-Allora principessa, sei pronta per una nuova giornata di duro lavoro?- La ragazza lo raggiunse e lo prese sottobraccio

-Ma certo mio Re, vi delizierò con canti e note mai sentite prima- commentò sorridendo. Tom le sfiorò la tempia con le labbra

-Ci conto principessina-

-Tom, credo che tu mi stia viziando un po’ troppo- commentò lei

-Perdonami principessa, ma l’unica donna che vizierò per il resto della mia vita è la mia Regina- commentò lui teatrale

-Ehi mio Re, cosa stai facendo a Kagome?- I due si girarono e Eve sorrise avvicinandosi –Lo sai che potrei cominciare ad essere gelosa?- scherzò

-Non preoccuparti Eve. Non sono nel mio interesse i vecchi come Tom… sono di una generazione troppo antica per me- disse Kagome scrollando le spalle. Tom alzò il sopracciglio

-Scusa Kagome… mi stai dando del vecchio e dell’antico?-

-Già- rispose la giovane con un sorrisino birichino sul viso

-Ma io ti picchio!- esclamò il ragazzo minaccioso facendo un passo avanti. Kagome scoppiò a ridere fuggendo via

-Ci vediamo dopo al locale, non fate tardi!- gridò già alla porta –Ciao mamma!-

-A dopo tesoro- salutò la donna con il bambino in braccio ad una porta già chiusa. Guardò il piccolo e gli sorrise –Eh Jhonny… queste ragazze, sempre di fretta!-

 

Ore 19.30

Sango e Miroku entrarono senza bussare nell’appartamento di Inuyasha, che sbucò dalla camera quando sentì la porta aprirsi

-Suonare è un optional vero?- sbottò il ragazzo irritato, finendo di abbottonarsi la camicia bianca

-Il portone era aperto e tu non chiudi mai la porta di casa- lo accusò Miroku, altrettanto irritato. Inuyasha, sentendo una pessima aria aleggiare tra loro, decise di non infierire oltre e seguì con gli occhi Sango sedersi stancamente sulla poltrona

-Tra poco dovrebbero arrivare gli altri. Rin ha prenotato vero Miroku?-

-Si. Certo che non riesco davvero a capire perché, Inuyasha, insisti tanto- Miroku lo fissò –Ormai è partita persa- Il giovane fece una smorfia di disappunto e scrollò le spalle

-Grazie per il tuo pessimismo, vai tranquillo!- Inuyasha girò i tacchi e tornò in camera, ma venne prontamente raggiunto da Miroku che si sedette sulla sedia della scrivania

-Mi spiace Inuyasha. Non volevo essere così aggressivo-

-Buono a sapersi- I due si guardarono e Inuyasha sorrise –Non preoccuparti Miroku. È successo qualche cosa di grave piuttosto?- Il morettino abbassò gli occhi cobalto e annuì

-Già- Inuyasha gli si sedette davanti, sul letto, e lo scrutò

-Vuoi parlarne?-

-Non adesso Inuyasha. Te ne parlerò più avanti, quando saremo soli-

Il campanello trillò e Inuyasha annuì

-Si, mi trovo d’accordo con te- Gli posò una mano sulla spalla e uscì, lasciandolo solo a pensare.

Quando però Rin e Koga salutarono Sango e l’ospite, Miroku era già di fianco alla propria ragazza, sorridente e incurante della propria colpa verso Inuyasha e Sango.

 

Eve e Tom furono i primi a varcare la soglia del LaN., cinque minuti prima dell’apertura. Kagome sorrise e fece le presentazioni

-Eve, Tom, lui è il padrone del locale, il signor Takashi, signor Takashi, il signore e la signora Holsen- I tre si strinsero la mano sorridenti

-Naraku mi aveva parlato molto di lei- disse Tom

-E lo stesso vale per lei. E’ incredibile averla nel mio locale signor Holsen-

-Solo Tom, la prego-

-Sono davvero felice di essere qui, Kagome parla molto di questo locale- Takashi sorrise alla giovane donna

-Spero in bene-

-Assolutamente- rispose ridendo Eve. Kagome, felice di quel primo successo continuò la presentazione

-Lui invece è Mikado, il nipote del padrone- Il ragazzo, jeans neri e maglietta a maniche corte dello stesso colore con una semplice stampa sul davanti bianca, strinse la mano a Tom e poi a Eve scambiando qualche parola di pure convenienza.

Stava appunto parlando con lo zio e Tom di Naraku, quando Kagome incontrò gli occhi di Eve che le sillabò in modo molto chiaro la sua piena approvazione sulla scelta del ragazzo. Sempre che con “gran bel figo” non intendesse altro!

Sorrise orgogliosamente e controllò l’orario

-Mikado- esclamò interrompendo i loro discorsi. Il giovane si girò incontrando gli occhi grigi di lei

-Si?-

-Sarà meglio andare dietro il palco, dobbiamo aprire. È tardi- A quelle parole il signor Takashi controllò l’orario nell’orologio appeso alla parete poi annuì

-Si, sarà meglio muoversi. Forza ragazzi, perché non portate i nostri ospiti al loro tavolo?- li invitò

-Certo, seguiteci- Mikado scattò avanti e li guidò tra i tavoli fino al loro designato –E’ il posto migliore per la visuale del palco, vi piacerà. Ah, ovviamente chiedete qualsiasi cosa, avete tutto gratis-

-Capito Eve? Quindi non esagerare- la prese in giro il marito

-Che cafone, io non ho mai alzato il gomito più di tanto- lo riprese lei facendogli la linguaccia. Kagome sorrise e incontrò gli occhi dolci di Mikado che gli fecero cenno di allontanarsi

-Allora io vado, voi due fate i bravi, mi raccomando- si raccomandò

-Certo, vai Kagome!- La giovane fece l’occhiolino ai due sposi e si allontanò con Mikado a fianco che le cingeva le spalle con un braccio.

Tom sorrise alla schiena dei due giovani e Eve lo fissò curiosa

-Che ti prende?- domandò. Il giovane le baciò il dorso della mano sentendo la porta aprirsi e il locale riempirsi

-Niente. Pensavo a quanto fosse bello l’amore- La ragazza sorrise

-Lo sai? A volte sei proprio strano-

-Il fatto è che Mikado è pazzamente innamorato di Kagome. È lindo-

-Ah beh, quello ok. L’ho notato pure io-

-Eve, anche un cieco lo capirebbe!- La giovane appoggiò il mento al palmo della mano e scrutò gli occhi azzurri del marito

-Spero che Kagome si accorga di lui definitivamente. Sarebbe un vero peccato se se lo lasciasse sfuggire-

-Sono certo che lo farà. Non può di certo vivere la sua vita con l’ombra di Inuyasha a perseguitarla-

-Che vita infame- Lui la guardò scostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre una musica leggera si diffondeva nell’aria, per intrattenere i presenti –Comunque non sono tanto preoccupata per “l’ombra di Inuyasha”… ma soprattutto per quello che è successo quel famoso Lunedì, non so se mi spiego-

-Direi di no amore- Eve si rizzò sulla sedia cominciando a gesticolare freneticamente

-Ma non capisci Tom? Kagome è da tre anni che dice che lo odia, che non lo sopporta ecc, invece? Lui è tornato e lei è come impazzita! Dice una cosa e fa l’opposto! Come è successo quel famoso giorno… oh insomma, lei si sta autoconvincendo di qualche cosa che nel suo cuore non esiste! Per questo non ha ancora dato una risposta chiara a Mikado ed è per questo che io sono così preoccupata! Senza contare della Grecia! Tom, lei attende con ansia di andare là perché sa che non ci sarà nessuno che conosce e noi la stiamo portando nella bocca del leone! Come potrà decidersi se ci sarà tutto il gruppo là?- Scosse il capo con forza –Fidati, non lo farà!-

-Ma non saranno neppure tre mesi a cambiarle la vita Eve-

-No Tom, quando c’è di mezzo l’amore in un solo attimo può cambiare tutto- Lo guardò –Non voglio che Kagome ci ricaschi ancora e che soffra per l’ennesima volta- Il marito le sorrise stringendole la mano

-Non succederà Eve. Ci saremo noi e poi loro abiteranno in un'altra casa. Ricordi? Solo Kikyo, Naraku e noi sapranno della presenza dell’altro gruppo. Non ci saranno problemi Eve. Kagome sarà lontana da Inuyasha e dagli altri e potrà rilassarsi in compagnia di Kikyo tranquillamente. Ok?-

-Tom, le due case non sono poi così distanti! Si vedranno di certo-

-Se succederà noi saremo lì a sostenerla. Ora calmati, va bene?- La ragazza, piena di dubbi e paure, annuì e focalizzò la sua attenzione sul palco poco distante dove una chitarra vicino ad uno sgabello attendeva il padrone e più avanti, un microfono aspettava di essere usato

-Almeno questa sera sarà tutto perfetto-

-Salve- I due si voltarono e sorrisero a Takashi che corrispose il sorriso –Buona visuale?-

-Stupenda, complimenti-

-Volete che vi porti qualche cosa da bere? Per voi offre la casa- I due giovani si guardarono

-Allora due Martini molto secchi- ordinò Tom

-Arrivano immediatamente. Vi porto anche qualche cosa da mangiare? Ho tartine… noccioline…-

-Noccioline- rispose subito Eve sorridendo –Le adoro-

-Vi servo subito allora- Takashi si allontanò

-E’ così gentile- lo lodò la rossa –E fa tutto da solo? Chissà che fatica-

-Effettivamente dovrebbe chiedere un aiuto. Anziano così e con tanti incarichi sulle spalle-

-Mikado gli darà di certo una mano, dopotutto è suo zio- ricordò Eve

-Si, di sicuro- concordò Tom

-Quando cominceranno?- si domandò lei guardandosi intorno e muovendosi agitata sulla poltroncina –Ormai è pieno il locale-

-Vedrai che tra poco si inizierà-

-Presto ragazzi, datevi una mossa!- esclamò una giovane dietro di loro

-Eddai, non è ancora cominciato Rin! Calmati- tentò la voce di un ragazzo

-Voi siete dei pelandroni ecco il problema, ci abbiamo messo un secolo per partire da casa!- sbottò

-Oh insomma, ora siamo qui, quindi per piacere puoi evitare? Koga, è la tua donna, fa qualcosa!-

-Inuyasha, non mettermi in mezzo-

-Dai ragazzi, ora basta. Non vorrete dare spettacolo qui dentro, vero?-

-Sango siedi, questi sono incivili-

-Grazie Miroku-

Le sedie di fianco al tavolo dei due sposi vennero spostate e occupate con alcuni sospiri. Tom si portò una mano al viso guardando Eve sbiancata radicalmente

-E doveva essere una serata perfetta questa? Sarà la peggiore di tutte- borbottò Tom

-Oddio, se Kagome li vedesse! Ti immagini il disastro? Ma come osano venire qua quei tre? Che spudorati!-

-Eve, sta calma e non svenire-

-Oddio, anche Takashi ci mancava ora- mormorò lei

-Signori Holsen, ecco a voi-

Probabilmente un cartello, con annesse lucine e musichette di ogni genere, con su scritto “La figlia della Regina d’Inghilterra oggi siede a questo tavolo” avrebbe fatto meno scalpore rispetto a ciò che disse Takashi.

Un agghiacciante silenzio, si prolungò nel tavolo numero tre. O almeno, Miroku, Sango e Inuyasha erano agghiacciati, Rin e Koga rimanevano semplicemente in silenzio notando le loro facce sconvolte.

Nel tavolo quattro, Takashi mise davanti ai due le loro ordinazioni, ma i due sposini rimasero in silenzio, senza sapere cosa fare. Tom, quindi, prese in mano la situazione, facendo ciò che gli sembrava più logico: ignorare.

-La ringrazio molto signor Takashi- disse

-Figurati Tom, questo e altro per gli ospiti speciali di questa sera, se poi sono amici di Kagome- Sorrise al loro indirizzo e si allontanò augurando loro una buona serata

“Ora sarà una pessima serata” pensò Eve senza alzare gli occhi dal proprio Martini, trasparente come acqua e abbellito da una oliva.

Sango li guardò, spalancando gli occhi senza parole

-Tom? Eve?- Si alzò di scatto e li raggiunse senza badare a Miroku che la richiamava. Si mise davanti a loro, ancora senza parole e un sorriso di gioia le spuntò sul viso –Che bello rivedervi! Sono passati… tre anni e… che bello avervi qui, in Giappone! Come state? Vi trovate bene? Alloggiate da Kagome immagino!- I due la fissarono e furono subito raggiunti da Miroku e Inuyasha.

Il biondo li guardò uno per uno e si concentrò soprattutto su Inuyasha che non distolse lo sguardo. Tutti e cinque ricordavano perfettamente il loro ultimo incontro e l’imbarazzo di Eve, Miroku e Sango era legittimo

-Vedo che state tutti bene- cominciò Tom, freddo –Come mai siete venuti qui?-

-La stessa cosa la potremmo chiedere noi a te- rispose Inuyasha, a tono

-Inuyasha smettila- lo riprese Miroku. Tom accavallò le gambe, rilassato

-Ci ha invitati Kagome- rispose tranquillamente –Voleva che la guardassimo esibirsi con Mikado. Dopotutto dovevamo venire a vederla tre anni fa, è stato un peccato che un imprevisto non ce l’abbia potuto permettere- commentò, alludendo palesemente alle conseguenze avvenute dopo l’incidente tra Kagome e Inuyasha

-In questi tre anni però non siete mai venuti a trovarla- lo riprese Inuyasha tentando di mantenere la calma

-No, abbiamo avuto qualche problema io e Eve. Però ci siamo scritti moltissimo e chiamati ogni settimana più volte. Voi invece? Non ditemi che state tentando di nuovo di avvicinarvi a Kagome. Sango, mi sembravi una ragazza intelligente qualche anno fa, ma evidentemente mi sbagliavo- La giovane, presa in causa, arrossì

-Io mi sono scusata con lei… più volte- mormorò

-Si, mi è parso che Kagome me l’avesse accennato-

-Va bene, ora finiamola. Sango torniamo al tavolo- Miroku prese il braccio della giovane –Vieni Inuyasha-

-Un momento, arrivo subito- I due amici si guardarono un attimo poi lui venne lasciato solo con i due sposi –Non mi giustificherò con voi di nuovo per quello che feci- iniziò. Tom lo guardò con rabbia

-Tu non hai idea di come era Kagome quando l’ho trovata, tu non lo immagini nemmeno. Quindi evitami le tue stupidaggini e sparisci- sibilò

-E tu, Tom Holsen, non hai idea di come ho passato questi tre anni lontano da lei. Non lo immagini nemmeno- Si sfidarono con gli occhi e il giovane fece per andarsene ma si fermò girandosi verso di loro –Io me la riprenderò Tom, dovessi dannarmi- detto questo girò i tacchi e raggiunse gli amici al tavolo

-Tutto bene Inuyasha?- chiese Koga

-Certo. Tutto a posto- Rimasero tutti in silenzio per qualche minuto, persi nei loro pensieri finché Inuyasha non interruppe il silenzio creatosi tra loro –Mi spiace ragazzi, se avessi avuto più coraggio ora voi sareste ancora vicini a Kagome- disse senza alzare gli occhi dalle sue mani. Sango gli posò una mano sul braccio e lui la guardò scuotere il capo

-No Inuyasha. Non è colpa tua. Ora, forse, riesco a capire i sentimenti che ti indussero al silenzio. Ti ho giudicato senza sapere e sono io che devo scusarmi con te-

 

Kagome lo strinse a se baciandogli il collo

-Dobbiamo andare Mikado- mormorò –Ora tocca a noi e poi non vorrei mai che Takashi ci vedesse- disse lei. Il ragazzo le catturò le labbra passando una mano sui capelli d’ebano della ragazza avvicinandosela

-Ok, ora andiamo- sussurrò stringendosela addosso. Lei rise

-Che convinzione-

-Vero? Effettivamente mi sento più propenso ad ascoltare il mio istinto- Lei lo spinse via delicatamente e lo squadrò

-Maiale. Dai, dopo posso vedere che cosa fare per liberarmi dai miei impegni… ho l’agenda piena, sai com’è- lo prese in giro

-Attenta Kagome, potrei diventare quasi geloso- Lei gli soffiò sulle labbra sorridendo

-Adoro quando fai il geloso, ma lo sai che non ti tradirei mai, non adesso almeno che ti ho fatto una promessa- Lui la squadrò malissimo

-Ah, quindi vuol dire che mi hai tradito in passato?-

-No, questo no. Era solo un modo di dire Mikado- Lo prese per mano e lo portò davanti agli scalini che portavano al palco –Ora vai e spacca il mondo- disse. Lui scosse il capo e la baciò

-Tu spacchi il mio mondo Kagome, io sono troppo succube di te per fare cose simili- Lei sorrise imbarazzata

-Mikado, non lusingarmi troppo- Gli diede un veloce bacio e lui salì i gradini all’indietro senza lasciare la mano della ragazza

-Tu rilassati in questi due minutini senza di me-

-E tu calma i tuoi ormoni impazziti-

-Con te vicino? Giammai!- Lei rise e lui sparì lasciandola sola a fischiettare felice.

 

Eve guardò Mikado parlare con naturalezza e guardò il marito, calmo

-Ma come fai a essere così tranquillo? Cosa succederà quando Kagome li vedrà?-

-Stai calma Eve. Sono certo che andrà tutto più che bene. Kagome non si lascerà mettere i piedi in testa da loro, vedrai-

-Lo spero… sono così preoccupata- Lui sorrise scuotendo il capo

-Vedrai, non sarà come l’ultima volta. Kagome allora non se l’aspettava e andò in panico. Oggi invece andrà avanti e farà tutta la serata come al solito- disse bevendo un goccio del suo Martini

-Sarà- lo assecondò imitandolo mangiando una nocciolina.

 

Mikado nemmeno si curò di guardare chi c’era tra il pubblico così, come da routine fece entrare una Kagome elegantissima che venne accolta, come ogni sera, da fischi di piena approvazione

-Credo che ogni uomo qui dentro ti vorrebbe urlare quanto sei stupenda- le sussurrò all’orecchio. Kagome sorrise maliziosa

-Allora è una fortuna che lo puoi fare solo tu- mormorò lei facendo qualche passo avanti sorpassandolo –Il mio amatissimo Mikado, mi stava appunto facendo, e vorrei aggiungere per l’ennesima volta, i complimenti per avere portato qui, stasera, due dei miei migliori amici!-

“Bugiarda” pensò sorridendo Mikado e scuotendo leggermente il capo

-Sono qui, al tavolo quattro, i miei sposini preferiti! È un peccato che ormai non possa più nemmeno dire “promessi sposi”… diciamo che suonava meglio. Un bell’applauso per piacere ai miei due ospiti speciali!- esclamò. Nemmeno a dirlo gli applausi non mancarono minimamente, seguiti da qualche battito dei piedi –E per intenderci, parlando di “Promessi Sposi”, avete presente quel poveretto, Manzoni? Un genio per carità, ma gente io ho passato un anno della mia vita scolastica… si studia in… seconda, terza superiore, ora non ricordo neppure… insomma, un anno a studiare vita, morte e miracoli di quel manoscritto! Perdita di tempo assurda a mio parere! Non dico che è noioso, ma gente, facciamo un leggero calcolo matematico: Manzoni + una professoressa soporifera rompipalle + don Abbondio, che non faceva altro che rovinare i due poveri promessi dal primo all’ultimo capitolo, seguito da don Rodrigo, che poteva avere milioni di donne e si è andato a cuccare l’unica che non gliela dava in tutti i sensi, della monaca di Monza che, poveretta, aveva un futuro d’innanzi a se orrido a dir poco = una dormita che sotto ci suonavano l’Inverno di Vivaldi! Vabbè che con la mia compagna era uno scopiazzare ed una parlantina continua, però questi sono… come dire… dettagli. Non so se mi spiego-

La sala rise divertita e la giovane fece un sorriso beffardo mentre scorreva con gli occhi la sala

-Orsù gente, la vita è piena di imprevisti! Ad esempio, noi siamo qui, tranquilli, in pace, bevendo ciò che Takashi ci offre, ascoltando una povera ed innocente ragazza che parla di tutto e del meno quando… una folgorazione! Insomma, è come se ora vi guardaste intorno e vedeste a pochi metri da voi amici dimenticati o vostri ex spediti nel dimenticatoio! È scioccante!- esclamò tragica

 

-Se né accorta- disse Tom

-Me ne ero accorta e credo che anche la compagnia qua a fianco se ne sia resa conto- concordò Eve guardando i ragazzi seduti al tavolo tre

-Comunque hai visto? L’ha presa bene-

-Già, non pensavo-

 

-E poi si sa, chi fa da se, fa per tre!- continuò Kagome incurante –E a proposito di questo, Mikado mio carissimo immenso, che ne pensi di cambiare un po’ la scaletta di oggi?- domandò girandosi verso di lui che la raggiunse

-Con “cambio di scaletta” cosa intendi?- domandò lui, stando al gioco

-Mah, non saprei… sai, qualche cosa di nuovo, tanto per non cominciare sempre con la solita canzone-

-Del tipo?-

-Che ne dici di quella canzone fatta un po’ di tempo fa… com’è che si intitolava? Ma si dai… quella che iniziava così: ho cambiato i miei numeri, traslocato di amici, abitudini…-

Un grido eccitando da fondo sala la fece sorridere

-Esatto! Tu si che capisci che cos’è la musica! Amico, sei un mito!- esclamò puntando il dito verso quell’urlo –Su Mikado, non dirmi che non te la ricordi!- Lui fece un sorrisetto e inchinandosi le fece un elegante baciamano

-Kagome, io ricordo questo e molto altro- disse e lei corrispose lo sguardo maliziosa. Aveva passato un intera notte stretta a lui, canticchiando quella canzone dopo avere fatto l’amore. Lo aveva talmente esasperato che si era imparato a memoria la canzone per la chitarra, tanto per farla contenta.

Mikado prese in mano la chitarra e fece qualche accordo

-Intendi forse questa milady?-

-Proprio quella milord- Senza spendere altre inutili parole il giovane si sedette e cominciò una breve introduzione –Molto bene, ecco a voi la prima canzone, immagino la conosciate tutti visto che è la nota “La prospettiva di me” della celebre Laura Pausini, per questo vi autorizzo a seguirmi al tempo di Mikado- Li invitò sorridendo –E signori miei, ritenetelo un onore-

 

Ho cambiato i miei numeri,

traslocato di amici e abitudini
Per scordare una vita che ho intravisto con te.
Come luce tra gli alberi,

come fiore in un giorno che nevica
altaleno gli ostacoli, ad istanti di serenità.

Ora tu sei per me
polvere
ferma nei corridoi.
Scatole
di ricordi di noi.
Anche se questo sai
non è quello che vuoi
non sei più che un dettaglio ormai.

Perché mi affascina l´autonomia,

la prospettiva che ieri non era mia.
Anche se a volte il bisogno c´è,

non manca niente di te,
Di te, di te, perché

Oggi tu sei per me
polvere
ferma nei corridoi.
Pagine
di ricordi e di noi.
Ora anch’io
sento che
sono più stabile
è l´avvio per rinascere.

Si riparte da qui
confusi ma liberi.
Ti sto gridando cos´e´
la prospettiva di me
di me di me.
Anche se questo sai non riguarda più noi
non sei più che un dettaglio ormai.

Perché mi affascina l´autonomia, la prospettiva di me...

 

 

 

Per tutta la durata della canzone, non guardò mai, neppure per sbaglio il tavolo numero tre e ringraziò Kami, in tutte le lingue che conosceva, che Mikado ricordasse gli accordi corretti della canzone.

Sapeva perfettamente che chi sapeva, avrebbe capito.

Molte voci la seguirono e lei ne fu felice.

 

Ore 22.30

I minori iniziarono ad uscire lentamente dal locale, facendo vari complimenti e lasciandosi alle spalle solo alcuni tavoli pieni di gruppetti, che parlavano entusiasti tra loro. Kagome aveva raggiunto in fretta e furia Takashi, chiedendogli una coca fredda

-Sto morendo di sete Takashi!- esclamò –Rischio… la morte ecco!-

-Ecco prendi, ragazza impaziente!- esclamò lui allungandogli il bicchiere

-Thank you- Bevve lunghe sorsate e, finalmente dissetata sdraiò le braccia sul bancone appoggiando la testa accaldata sul freddo legno –Mi sembrava di non finire mai-

-E brava la mia Kagome!- esclamò una voce dietro di lei

-Grazie Tom, ti adoro anche io. Fammi riprendere fiato dieci secondi-

-Ma se ti manca ancora tutta la seconda parte!- la riprese Eve sedendole accanto

-Ah lo so, ma questa sera i miei nervi sono stati messi a dura prova- Si stiracchiò e sorrise –Ma è stata un’idea scesa giù dal cielo, liscia con l’olio-

-La SUA faccia era marmorea, altro che liscia e oliata- rise Tom. Lei scrollò le spalle

-Non sono fatti miei. Piuttosto, volete venire fuori nel retro con me a prendere una boccata d’aria? Così lasciamo lavorare Takashi in santa pace-

-Va bene!- esclamò Eve saltando già dalla sedia alta –Ottimo Martini signor Takashi, davvero ottimo-

-Felice che ti sia piaciuto Eve- disse accettando ben volentieri i complimenti –Ma Kagome, Mikado dov’è?- chiese

-A controllare la chitarra, la sta raccordando, di nuovo-

-Il tuo ragazzo è ossessivo, io sarei geloso della sua chitarra- borbottò Takashi –Maledetto il giorno in cui gliel’ho regalata!-

-Ma non dire così! Devi essere felice che tenga a qualche cosa d’altro oltre che a me- rise lei

-Che modestia Kagome! Mi sorprendi-

-Ok ok, effettivamente devo davvero prendere una boccata d’aria, sto impazzendo- I tre si allontanarono dal bancone e raggiunsero l’uscita.

Kagome respirò a pieni polmoni l’aria fresca e rilassò i muscoli del collo e delle braccia

-Senti Kagome, ne parlavo prima con Tom- iniziò Eve

-Si?-

-Ma Takashi non ha nessuno che l’aiuta con club? Ha te e Mikado ma… serve ai tavoli, pulisce e si occupa di ogni affare da solo?-

-Si. Io e Mikado lo aiutiamo solo la sera, intrattenendo gli ospiti, il resto lo fa tutto lui- Sorrise –Mikado è un vero sfaticato, gli sarebbe solo d’intralcio, e a me non ha mai chiesto nulla. In questi anni ha fatto tutto da solo e in modo egregio, non c’è mai mancato nulla. Nè strumenti, soldi, apparecchi vari… nemmeno un problema-

-E’ anziano però, presto avrà bisogno di una mano- costatò Tom

-Quando accadrà io e Mikado lo aiuteremo-

-Deve essere bello fare un lavoro simile, essere a contatto con la gente, sempre nuova e diversa…-

-Si, è un lavoro che mi soddisfa- Sorrise –E aggiungo anche che lo fa in tutti i sensi-

-Che ragazza birichina che è diventata la nostra Kagome- ghignò Tom scompigliandole i capelli

-Kagome!- La giovane, sentendosi chiamata, si alzò in punta di piedi e una smorfia di disappunto le comparve sul viso

-Oddio Koshuzo… speravo vi foste eclissati ma a quanto pare è impossibile levarvi di torno!- sbottò –Fortunatamente tra un mesetto non mi sarete più tra i piedi… oh Grecia mia!- sussurrò.

Sango si fermò a pochi metri da loro con a fianco il resto del gruppo. Inuyasha aveva le mani sprofondate nei pantaloni e non diceva una parola. Rin sorrise

-Ciao Kagome-

-Kana-

-Sei davvero brava, come mi avevano detto! Non pensavo cantassi così bene!-

-Il mondo è pieno di sorprese non lo sapevi?- chiese ironica

-E come stai Kagome? È da così tanto che non ci vediamo- La ragazza guardò Koga e alzò il sopracciglio.

Ma era coglione?

-Benissimo! Stupendamente! Guarda, non potrebbe andare meglio, anzi, potrebbe, ma è meglio sorvolare!-

-Ah… e… e tuo fratello? Gioca ancora a calcio?- chiese imbarazzata Rin

-Perché non lo chiedi alla ragazza che sta alla tua sinistra visto che suo fratello va in classe con il mio?-

-E tua madre?-

-Non si ammazza più di lavoro. Sentite ma che volete? Sono domanda idiote! Se avete qualche cosa da dirmi…-

-Ci stiamo solo informando Kagome… e tuo nonno? È un signore tanto gentile… molto attivo a che ricordi- lo lodò Rin sorridendo, sapendo di essere su un terreno sicuro. Tutti quelli del quartiere lo avevano sempre descritto come un bravo signore volenteroso.

Kagome sorrise raggelante e Tom pensò che, effettivamente, non lo aveva ancora visto

-Forse, Kana, vorresti dire che ERA un signore molto gentile- Il gruppo davanti a lei la fissò

-In che senso?- domandò Koga

-Intendo, che se vai nel quartiere di fianco al mio, fai tutta la strada principale, arrivi al parco, lo superi e giri a destra, ti ritrovi in un luogo molto pacifico dove ora riposa mio nonno- spiegò lei incrociando le braccia al petto

-E’…- mormorò Sango

-Morto? Si- La giovane scrollò le spalle –E anche parecchio tempo fa. Ah Tom, Eve, non ve l’avevo detto?- chiese osservando le loro facce sgomente

-No!- esclamarono

-Mi dispiace tanto Kagome per lui. Ma quando è successo?- domandò Miroku

-Non sono fatti vostri- sbottò la ragazza sulla difensiva –Ora devo rientrare. Tom, Eve, venite?-

-Aspetta Kagome- Inuyasha fece qualche passo avanti e lei lo fulminò

-Che c’è adesso? Mi avete parlato per cinque minuti, è un record, vuoi rovinarlo proprio tu costringendomi ad urlare?- sibilò

-No, voglio solo sapere quando… insomma…-

-Tanto anche se te lo dicessi, Kujimawa, cosa cambierebbe? Tu non c’eri- Lo accusò –Non so se rammenti, ma fino a qualche tempo fa eri in America, appresso a quella povera donna che, adesso, avrebbe dovuto essere tua moglie ma che ti ha gettato senza ritegno quando, poverino, il signorino qui presente ha perso tutti i soldi. Ma che peccato-

-Kagome io…-

-Tu niente Kujimawa. Devo ammettere che, l’anno in cui sei entrato nella mia vita, è iniziato ad andare tutto a catafascio. Partendo da mia madre che si ammazzava di lavoro, io che sono finita nel dimenticatoio come uno straccio vecchio, i miei amici che se ne sono fregati altamente di quello che scoprendolo avrei passato e si, anche di mio nonno, l’unico che non centrava nulla, che ha cominciato ad andare all’ospedale pochi giorni dopo che c’eravamo messi insieme e morto due settimane dopo che tu hai preso l’aereo- Lo gelò con gli occhi –Si, davvero un anno magnifico- Si voltò e aprì la porta che dava al retro del club –Eve, Tom venite?- chiese addolcendo lo sguardo

-Subito- La rossa prese Kagome a braccetto e voltò gli occhi verso Tom, ancora immobile –Non vieni?- chiese

-Certo, voi entrate, io arrivo- Kagome lo scrutò poi scrollò le spalle

-Come vuoi- Le due entrarono, richiudendo la porta alle proprie spalle.

Tom li guardò poi sospirò

-Un vero casino vero Inuyasha?- Il ragazzo si passò una mano tra i capelli e guardò il gruppo

-Potete lasciarci soli un momento?- chiese. I restanti annuirono e si allontanarono di qualche metro, ancora senza parole dalla rivelazione di Kagome

-Neppure io sapevo di suo nonno. Deve essere stata dura per lei- disse Tom. Il ragazzo lo fissò

-Vuoi rimproverarmi Tom?-

-No. Adesso non ne ho voglia- disse scrollando le spalle –Ma penso che, Inuyasha, quello che tu stai facendo è fatica sprecata. Kagome è davvero arrabbiata a morte con te e anche dopo stasera lo avresti dovuto capire. La canzone ti era praticamente dedicata-

-Si, me n’ero accorto- Tom lo scrutò

-Quindi che hai intenzione di fare?-

-Riprendermela Tom, semplicemente. Te l’avevo detto-

-È inutile- disse scuotendo il capo –Rifatti una vita senza di lei Inuyasha-

-Sarebbe come chiedermi di morire. Questi tre anni sono stati un inferno, un tormento. Il suo fantasma mi seguiva ovunque e poi, quando l’impero di mio padre è caduto, l’ho visto come un segno. Speravo che tornando e parlando con lei, Kagome mi avrebbe…-

-Perdonato- concluse Tom

-Già-

-E’ egoistico-

-Lo so- Rimasero in silenzio qualche secondo poi Tom riprese parola

-Perché pensi che tornerà?-

-Perché so che mi ama, lo sento-

-Ma a volte non basta-

-E’ l’unica cosa a cui riesco a credere ora Tom. Non so come, né quando… ma lei tornerà da me-

-Sei molto sicuro di te-

-Ci provo- Si guardarono per lunghi attimi

-Ma tu l’ami veramente?-

-Certamente-

-E gliel’hai detto?- domandò. Inuyasha scosse il capo

-E’ troppo meschino da parte mia farlo ora, non me la sento-

-Devi tentare di farti perdonare, avvicinala senza fretta, non lasciarti prendere dalla foga e soprattutto… non essere geloso di Mikado- lo ammonì

-E’ più facile a dirsi che a farsi, te ne rendi conto? Io… impazzisco quando ci penso-

-Più tu ti lasci trasportare, più lei si allontanerà. Vedila in questo modo. Inuyasha, lui era l’unico che l’ha sostenuta, che l’ha accettata e che l’ha sopportata in questi tre anni, è ovvio che ora lei stia pensando ad una vita con lui-

-Lo immagino- borbottò. Tom scosse il capo

-Non so perché ti sto aiutando, ma vedi di non fare nessuna stupidaggine. Lasciala sbollire, avrete sicuramente tempo per chiarirvi-

-E tu come lo sai?- chiese sospettoso Inuyasha. Tom sorrise

-Diciamo che io vedo avanti- ghignò –Non so se mi spiego-

-Direi di no. Hai poteri sensoriali?-

-Nulla di simile. Ti sarà chiaro a tempo debito. Vedi però di lasciarla in pace, ora ha gli esami e deve concentrarsi e così intanto si sbollirà un po’-

-Farò come dici- concluse Inuyasha dopo qualche riflessione

-Ora rientro, sennò a mia moglie verrà un infarto-

-Ok- Inuyasha lo guardò allontanarsi quando improvvisamente si ricordò di una cosa –Tom!- Il biondo si voltò e alzò il sopracciglio

-Si Kujimawa?-

-Com’è… com’è stato il matrimonio?- domandò di getto. Tom sorpreso, rimase in silenzio, poi si illuminò sorridendo

-Bellissimo, è stato un peccato che né tu, né i tuoi amici ci foste, dico davvero. Ci avrebbe fatto piacere a quel tempo-

-Anche a me- Si guardarono, di nuovo seri

-Dai Inuyasha, chiedimelo. Tanto lo so che muori dalla voglia- disse avvicinandosi al moro

-Com’era Kagome quel giorno?-

-Raggiante dopo tanto tempo. Alla cerimonia non faceva altro che saltellare felice o ridere per un nonnulla, cose simili- Il suo sguardo si perse nei ricordi –Aveva convinto tutti Inuyasha, anche me- Lo guardò, finalmente nel presente –ci sono davvero rimasto quando, finito tutto, l’ho sentita piangere disperata in chiesa chiamando il tuo nome-

-Davvero?- Tom non gli rispose, limitandosi a fissarlo mentre si rodeva nei sensi di colpa

-Ti credo quando dici che questi anni sono stati un inferno senza di lei, davvero. Ma tu non immagini nemmeno cosa ha passato a causa tua Kagome. Quando ti dicono che l’amore uccide… beh credici- Sospirò –Non so cosa Kagome deciderà, ma quando lo farà devi promettermi che l’accetterai senza battere ciglio- Il moro non rispose subito ma poi si limitò ad un breve cenno del capo che scatenò un sospiro di sollievo da parte di Tom

-E’ davvero cambiata- mormorò sorridendo Inuyasha, appoggiando la schiena contro la fiancata dell’edificio –Quando l’ho vista ho stentato a riconoscerla- disse ridendo

-Beh, diciamo che i primi tempi era mossa dalla disperazione ma poi si è fatto largo in lei la rabbia… Inuyasha ora è anche migliorata, ora almeno ci si può parlare. Penso che allora, solo Mikado e le nostre lettere riuscivano a tenerle testa. Ti aggrediva nel vero senso della parola, non guardava in faccia nessuno, era scontrosa e acida. Ora al confronto è un agnellino. Diciamo che le fasi sono state tre. Disperazione, rabbia, rassegnazione. Ora vedi, con voi la rabbia non è sparita, ma allora se la prendeva decisamente con tutti- Scosse il capo –E’ stato un periodo veramente orribile per Kagome ed ora, aggiungici anche la morte di suo nonno… Davvero Inuyasha, è meglio se la lasci stare per un po’- Il moro annuì

-Ok, farò come dici tu e mi fido di te, aspetterò quel momento- concluse. Tom sorrise annuendo

-Molto bene. Ora però vado- Gli lanciò un’occhiata e sorrise –A presto Kujimawa-

  
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