Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: LJR    08/11/2015    2 recensioni
"Fermata polisportiva del 76 alle 17. Non tardare."
Recitava così il tuo messaggio. Non feci domande, con te era inutile tanto, non avresti neanche risposto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Fermata polisportiva del 76 alle 17. Non tardare."
Recitava così il tuo messaggio. Non feci domande, con te era inutile tanto, non avresti neanche risposto.
In perfetto orario mi presentai al luogo che mi avevi indicato. Non era un quartiere della cittá che di solito frequentavo. Era abbastanza in periferia e sinceramente neppure così illuminata. C'erano solo alcuni ragazzi che entravano e uscivano dal palazzetto, con dei borsoni in mano.
Ormai iniziava a farsi buio. A fine ottobre già alle 6 non si vedeva nulla.
Non capivo il perché di quell' appuntamento. Fissai di nuovo l'orologio. Erano ormai 10 minuti che ti aspettavo.
Mi sentii tirare da un braccio. Mi porgesti semplicemente un casco per poi indicarmi la tua moto.
"Anto..." provai a chiamarti ma tu eri già montata in sella. Lasciai perdere e montai anche io, aggrappandomi a te. Mi darai tutte le risposte una volta arrivate, sperai.
Ci dirigemmo verso la periferia della città, in campagna. Non capivo esattamente dove eravamo, non riconoscevo le zone circostanti. Mi appoggiai con la testa alla tua schiena, lasciando perdere il resto. Non aveva senso cercare di trovare delle risposte ai tuoi gesti.
Ti fermasti fuori da una casa, sembrava disabitata, anche se in perfetto stato. Mentre aspettavo che riponessi la moto mi guardai intorno, c'era un grande canale, dei campi e nessuna casa nelle vicinanze. Si intravedeva qualcosa lontano, credo fosse un paesino o forse un piccolo borgo. C'era anche un collinetta li vicino ed era proprio lì che mi conducesti, prendendomi per mano.
Mi facesti sedere affianco a te, iniziando a giocare con le mie dita. Sapevo che aspettavo risposte e sembravi tesa.
"Avevo voglia di passare una serata tranquilla con te." Esordisci dopo un po'.
"Dove siamo?"
"Prima di venire ad abitare in città vivevo qui." Indicasti la casa alle nostre spalle. "È ancora di proprietà mia e ogni tanto ci torno. Sai, non ci sono mai venuta con qualcuno, sei la prima persona che porto qui. Sei la mia migliore amica, volevo vedessi la mia storia."
Non mi guardavi in faccia in quel momento. Giocavi con alcuni fili d'erba. Sembrava qualcosa ti turbasse davvero tanto. Non capivo se fosse l'agitazione di avermi fatto vedere questo posto, ricordarti dei tuoi genitori, oppure se fosse qualcos'altro.
"Guardami un attimo." Dissi voltandoti il viso verso di me. "Che succede Anto?"
Lasciasti andare un sospiro, poi incatenasti i tuoi occhi castani nei miei.
"Devo dirti una cosa... è un po' che ci penso, non riesco a capire neppure io. Ti chiedo solo un favore: non interrompermi. Probabilmente non avrà un senso logico ma se non lo faccio ora non lo farò mai più."
Io annui, tu presi un lungo respirò e ricominciasti a parlare.
"Da quando ti sei lasciata con Arian il nostro rapporto è cresciuto, ci siamo avvicinate di più, ci siamo unite, abbiamo imparato a conoscerci meglio di chiunque altro. Poi tu hai trovato Mirko."
Guardavi verso l'orizzonte, il sole ormai tramontava. Io tenevo lo sguardo fisso su di te.
"Io sono passata in secondo piano. Non sapevo perché mi desse cosí fastidio, io frequentavo Gianni, stavo bene con lui, però mi mancavi. Passavamo pochissimo tempo assieme e non mi bastava mai. Volevo averti sempre al mio fianco. Volevo tu fossi sempre lì. La mattina mi svegliavo e non so perché ma speravo di trovare il tuo volto nel letto, non quello del mio ragazzo. Lui l'aveva capito. Aveva capito di non bastarmi più, che volevo altro. L'ha capito prima di me. Penso però non avesse capito che, quel qualcosa in più che mi mancava, eri tu. Perché eri li ma non come ti volevo."
Alzasti lo sguardo verso di me
"Eri l'amica dell'aperitivo, quella che chiamavo se avevo problemi sentimentali... ma quei problemi volevo me li creassi tu. Ho passato più di un anno sopportando in silenzio il tuo rapporto con Mirko. Adesso non ce la faccio più. Se mi fossi tenuta tutto dentro probabilmente tra qualche mese sarei esplosa, magari non dicendoti nulla, semplicemente lasciando andare in malora il nostro rapporto."
"Non avresti mandato in malora il nostro rapporto. Non te lo avrei permesso." Dissi di getto, senza pensarci. "Anto, ci conosciamo da anni oramai, sai che tento moltissimo al nostro rapporto, non avrei..."
"Tu di tutto il discorso hai capito solo che avrei mandato a quel paese il nostro rapporto, Martina?"
Mi interrompesti balzando in piedi. Mi alzai anche io, cercando di avvicinarmi a te.
"No, Antonella, ho capito tutto ciò che mi hai detto. Ma sai anche che sto con Mirko. Amo Mirko e con lui voglio rimanere. Perché di lui ho bisogno."
"E io ho bisogno di te! Ma a te non frega un cazzo."
"Credi davvero non mi importi un cazzo di te? Non starei qui a discutere, ti avrei mandato a fanculo semplicemente. Solo che tu hai bisogno di me in un modo che non posso ricambiare. Io non posso darti ciò che vuoi."
Avevi gli occhi lucidi. Ti avevo vista piangere solo una volta, per i tuoi genitori. Il silenzio ci avvolgeva. Erano oltre le 20, il cielo era buio e le prime stelle illuminavano il cielo.
"Torniamo a casa" sussurrasti incamminandoti verso la villa. "Antonella... aspetta.... parliamo"
"Sei stata abbastanza chiara direi. Non puoi darmi ciò che voglio... quindi credo sia stupido continuare a infliggermi dolore inutile."
Non riuscii a risponderti, non sapevo come spiegarti che eri importante per me. Rimontammo in moto, per poi tornare verso la cittá. Arrivate davanti al mio appartamento ti restituii il casco, tu lo togliesti guardandomi.
"La mia azienda mi ha offerto un lavoro nella sede a Darmstadt, in Germania. Lo stipendio è migliore ma non ero sicura di accettare, volevo prima parlartene. A questo punto però partirò. Non ho motivo di rimanere ancora qui."
"Quando?" Ti chiesi solo
"Questo mercoledì. Starò in un appartamento che mi da la società, quindi non dovrei neppure cercare casa."
"Ma mancano solo quattro giorni" sussurrai, sentendo le lacrime pizzicarmi gli occhi.
"Credo allora questo sará un addio."
Mi stampasti un bacio in fronte, per poi ripartire.
Non ti dissi mai quanto per me eri importante.
Tornai sulla collina, qualche volta. La vana speranza di trovarti li ad attendermi ad accompagnarmi.




Angolo autrice:
Buona sera.... allora, premetto che io originali allegre non so scriverle. Non ce la faccio proprio. È più forte di me. Devo metterci sempre la poiana di mezzo!
Comunque scherzi a parte... è una cosa fatta così, a perdita di tempo. I personaggi sono inventati, non si rifanno a nessuno in particolare ne a mie esperienze passate. Quindi non è il solito sfogo notturno.
Quindi boh.. fatemi sapere quanto vi ha fatto schifo e buonanotte ragazz*.
LJR
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: LJR