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Autore: LittleHarmony13    08/11/2015    4 recensioni
Harry Styles frequenta il corso di letteratura inglese alla Oxford University, ed è in procinto di dare la tesi. Ha un ragazzo, buoni voti e una migliore amica perfetta. Tutto sembra andare per il meglio ma...
Louis Tomlinson ha una laurea in storia dell'arte della Oxford University, un lavoro ben poco retribuito alla biblioteca della suddetta università, un dottorato da conseguire, e tanta voglia di riscattarsi.
Il giovane non ha mai conosciuto l'amore, ma...
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AU, Harry!LiteratureStudent, Louis!HistoryofArtStudent ~ Larry Stylinson.
Slash| Louis/Harry| Niall/Lottie| Harry/Matty Healy| Zayn/Emma Watson.
AVVISO: LA STORIA E' MOMENTANEAMENTE IN PAUSA MA NON E' FINITA. CERCHERO' DI TORNARE IL PRIMA POSSIBILE. GRAZIE PER L'ATTENZIONE.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Potrei facilmente perdonare il suo orgoglio,
se non avesse mortificato il mio”
- Orgoglio e Pregiudizio, Jane Austen

 

 

 

Louis' Pov

 

Mi sveglio con un mal di testa terribile, e con il suono di un rumore persistente alla mia porta. Non è la prima volta che interrompono il mio sonno questa mattina. Già alle otto ci si sera messo il telefono, che aveva cominciato a squillare insistentemente. Ma il contenuto di quella telefonata mi aveva solo fatto piacere. Era la vecchia Mrs.Greene, la segretaria della biblioteca dove lavoro, che mi diceva che non occorreva che mi svegliassi presto, perché tanto il flusso di “clientela” era scarso questa mattina. Credo di aver mugugnato un ringraziamento e lei mi aveva salutato, ricordandomi che comunque, quel pomeriggio, dovevo presentarmi al lavoro. Lo avrei fatto, ma quelle due o tre ore di sonno in più mi avrebbero fatto solo bene.
Solo che ora qualcuno sta bussando incessantemente alla mia porta, ed io vorrei strozzarlo, chiunque sia. Poi lancio un'occhiata alla sveglia che è posata sul comodino.
Merda, è mezzogiorno passato! Ma quanto ho dormito?
Mi alzo, ancora in stato comatoso, e finalmente apro la porta che dà sul pianerottolo del mio dormitorio.
L'accoppiata che mi si presenta davanti è strana e credo di stare ancora sognando, quindi sbatto gli occhi, magari se ne vanno.
Quando li riapro sono sempre lì. Dannazione. Sulla porta, guardandomi come se fossi pazzo ci sono Zayn, il mio migliore amico e Lottie, mia sorella minore. Non mi aspettavo certo di vederli insieme.
“Cazzo, Louis, sei ubriaco? Quando ti ho lasciato, ieri sera, eri sempre abbastanza sobrio.”
L'esclamazione di Zayn mi riporta alla realtà.
“Per tua informazione, no, sono sobrio come non lo sono mai stato. Anche troppo per affrontare una noiosa giornata in questo schifo di università. A cosa devo la visita di non uno ma due membri dell'Inquisizione Spagnola?”
Lottie si gira verso Zayn e lo guarda con quei suoi grandi occhioni azzurri: “Secondo me è ubriaco. Tu non credi che sia ubriaco?”
“E' decisamente, decisamente ubriaco, Lottie. Comunque ho incontrato tua sorella fuori, non siamo venuti insieme. E tu sei ubriaco.”
Alzo le braccia al cielo esasperato, perché quei due mi hanno rotto: “Sono sobrio d'accordo? SOBRIO. Cercate di ficcarvelo in quelle vostre piccole testoline.”
Finalmente li faccio entrare, ma non cedo, voglio sapere perché sono qui: “Ehi, io dovevo essere al lavoro, adesso. Come facevate a sapere che mi avevano cancellato il turno?”
Zayn guarda Lottie di sottecchi: “Non lo sapevamo, Lou. Chiamalo intuito.”
“Quindi? Cosa cazzo siete venuti a fare a casa mia? E, ehi, bella, tu non dovresti essere a scuola? Mamma mi uccide se sa che non ti controllo come si deve.”
Lottie ha diciotto anni, ha finito l'istruzione obbligatoria l'anno scorso, e adesso è voluta venire qui ad Oxford per frequentare una scuola locale per designer e truccatrici. Beh, ad essere sincero non so bene cosa faccia, ma finché lei è felice, lo sono anche io.
Io adoro mia sorella (dovrei dire la mia sorellastra visto che abbiamo in comune solo la madre, dal momento che lo stronzo di mio padre ha abbandonato mia madre mentre ero ancora in fasce), e sebbene non sia l'unica, è di sicuro la mia preferita. So che è brutto da dire, ma è quella a me più vicina di età e quella che mi è stata più vicina ed ha accettato in modo migliore la mia scoperta.
Non si è mai fatta problemi su chi mi piacesse o su chi mi portassi a letto. E' molto aperta di mente, da quel punto di vista. Cosa che mi fa pensare che anche lei si porti a letto qualcuno, ma non credo, visto che in caso il poveretto sarebbe già morto. Per mano mia. Ho già detto che sono molto possessivo nei suoi confronti?
Recentemente si è trovata questo nuovo ragazzo, un certo Niall, un irlandese che frequenta il corso di matematica alla mia università. E' il classico giocatore di rugby bello ma un po' tonto, almeno per quanto mi riguarda. Devo sempre conoscerlo, ma non ci tengo proprio, visto che mi farebbe pensare a quello che potrebbe fare con mia sorella. Se tiene alla sua pelle è meglio che mi stia lontano.
“Stai calmo, bello, mi hanno cancellato la lezione. Io sono responsabile, non come te.”
E' vero, Lottie è molto responsabile. Sicuramente lo è più di me. E' venuta qui da sola, si è presa un appartamento con coinquiline mai viste prima, e nel tempo libero lavora anche alla tavola calda dell'università. Mi scoccia ammetterlo, ma la mia sorellina si è fatta grande. Preso da un istintivo quanto raro moto di affetto le lascio un bacio sulla guancia e la circondo con le braccia. Cerco di non dare peso al fatto che si pulisca il punto in cui ho posato le labbra, e le dico: “Hai ragione, sei molto responsabile. E sei l'unica donna della mia vita.”
Lottie mi guarda, facendo finta di essere spaventata, e indietreggia.
“Chi sei tu e cosa ne hai fatto di mio fratello?”
Zayn, che sta trafficando con dei cassetti nella mia cucina, si volta. “Sei di buon umore oggi Tommo?”
Sorrido e metto un braccio sulle spalle di mia sorella. “In effetti sì, non chiedetemi perché. Credo che questa sarà una bella giornata. Niente potrà rovinarla.”
Sento Lottie irrigidirsi e non capisco cosa possa essere successo, cosa ho detto per farla innervosire così tanto.
Mi siedo su una sedia accanto all'isolotto della cucina, e guardo Zayn. Anche lui ha percepito la tensione nell'aria, perché si gira e lascia cadere sul piano cottura il mestolo che ha tirato fuori dal mio cassetto.
“Zayn cosa fai nella mia cucina?”
“Volevo prepararti un brodino con le verdure e la carne. E' ottimo per il post sbornia!”
“Uno: dove hai letto questa cazzata? E due: IO NON SONO SBRONZO.”
Zayn mormora un “se lo dici tu” ma lascio perdere perché noto che la mia Lots è rimasta in silenzio e sembra preoccupata.
Allungo una mano e lei me la prende, anche se non capisce bene cosa voglio. Batto le mani sulle mie gambe e le faccio segno di salire.
Lottie mi guarda come se avessi tre teste.
“Lou, ho diciotto anni, non ti salirò sulle ginocchia.”
“Mi offendi così.” Sporgo un labbro in fuori e finalmente la faccio sorridere. Mi piace vederla sorridere.
Cede e mi si siede sulle ginocchia, come quando era piccola e voleva che la proteggessi dai rimproveri della mamma, quando sapeva di aver fatto qualcosa di sbagliato.
La stringo forte e lei si appoggia a me, ma la sento comunque lontana.
Con la voce più dolce che riesco a produrre le dico: “Lots, me lo dici adesso o devo andare a picchiare quella mezza calzetta del tuo ragazzo?”
Lottie sembra offendersi: “Niall non è una mezza calzetta! E' un bravo ragazzo, molto. Credo di essermi innamorata di lui Louis.”
Mi metto due dita alla bocca, facendo finta di vomitare. Ricevo un'occhiataccia da Zayn e una botta da Lottie.
“Ok, la smetto, tanto è solo una semplice cotta adolescenziale. Non è che andate a letto o cosa...”
Posso sentire Lottie trattenere il respiro, posso sentire Zayn trattenere il respiro, posso sentire la tv in sottofondo trattenere il respiro, posso sentire persino i miei fottuti pupazzi (sì ho dei tenerissimi ed amorevoli pupazzi) trattenere il respiro.
Sbotto tutto d'un colpo: “Charlotte Elizabeth Tomlinson, per favore, non dirmi che sei andata a letto con quel Neil!”
Lottie arrossisce e Zayn mi guarda come a dire “stai calmo.”
“Si chiama Niall, Louis, Niall! E lo sai!”
Zayn si avvia verso la porta: “Credo che questa stia diventando una conversazione familiare, penso che dovrei andarmene.”
Lottie si alza dalle mie gambe e lo ferma: “Zayn, per me sei di famiglia, ormai, puoi ascoltare.”
Alzo le braccia al cielo, ormai esasperato: “Vuoi che rimanga almeno puoi farti anche lui?”
Lottie arrossisce per la rabbia, lo ha sempre fatto, e mi sento un po' in colpa, ma il sentimento se ne va subito quando mi rendo conto che quello stronzo del suo ragazzo l'ha violata.
Mi sorella si gira verso di me e mi tira un pugno sul petto: “Quindi tu puoi andare a letto con chi vuoi e io non posso farlo col mio ragazzo? Per la prima volta, per di più?”
Il fatto che abbia detto che è stata la sua prima volta mi rincuora un po', ma sono comunque incazzato nero. Lei è troppo piccola.
Zayn sembra in imbarazzo. “Ok, penso che sia il caso che tolga le tende.”
Io e Lottie, quasi in sincronia, urliamo: “Tu non vai da nessuna parte!”
Zayn indietreggia, sconvolto. “D'accordo, mamma e papà!”
Sono troppo preso da quello che mia sorella ha da dirmi per dargli retta.
“Charlotte, perché mi hai detto questa cosa? Stavo bene anche senza venire a saperlo.”
“Beh, Louis William,” - mi scimmiotta, mettendo enfasi sul mio secondo nome - “scusami se ho pensato di fare la brava sorella e raccontarti tutto. E poi magari saresti venuto a saperlo da voci in giro e ti saresti incazzato di brutto. E magari Niall ci sarebbe andato di mezzo.”
Sto perdendo la pazienza e si vede lontano un miglio.
“Voci?!? Quali voci? Dimmi un po', a quante persone vai a raccontare delle tue avventure sessuali, Lottie? E comunque Neil lo picchio lo stesso, puoi giurarci.”
Lottie mi punta un dito contro il petto. “Si chiama Niall, per la miseria. N-I-A-L-L.”
Le prendo il braccio e la allontano da me. “Per me si chiamerà sempre lo stronzo che è stato a letto con mia sorella, come la mettiamo?”
Zayn decide di intervenire e si mette in mezzo a noi due. “Cazzo Louis, ma che hai oggi? Ti è venuto il ciclo?”
“A me no. Ma spero venga presto a lei.” Indico mia sorella e so che mi pentirò di quello che sto per dire, ma non riesco a trattenermi. “Sai, Lottie, è questo quello che succede a fare sesso col primo che passa.”
Zayn mi spinge contro una sedia. “Senti, amico, io ti avverto, stai perdendo le staffe.”
Lottie però non è contenta di quello che ho detto, e al limite della rabbia, mi urla contro: “Smetti di trattarmi come una poco di buono!”
Ed io, stronzo come sono, urlo di rimando quello che non avrei mai dovuto dire, e so che mi perseguiterà, ma non riesco proprio a stare zitto: “Allora, smettila di comportarti come se lo fossi!”
Cazzo. Zayn aveva ragione. Ho davvero esagerato.
Gli occhi di mia sorella si stanno riempendo di lacrime, ed io sono indeciso se consolarla o arrabbiarmi ulteriormente. Nel dubbio decido di andarmene.
“Devo andare in biblioteca, tiratevi la porta dietro quando uscite.”
Zayn mi blocca. “Scusati con tua sorella, prima di andartene!”
“Fammi passare, Zayn, oggi potrei prendermela anche con te.”
Il mio amico mi guarda con la sua faccia da perché sono amico di un coglione del genere, ma alla fine si sposta ed io me ne vado.
L'ultima immagine che ho è quella di Lottie che singhiozza e di Zayn che gli mette un braccio attorno alle spalle. Mi pento nel momento stesso in cui esco dal dormitorio.
Cazzo, perché non riesco mai a stare zitto?

 


 

Harry's Pov.

 

Sono a studiare in biblioteca dalle nove di questa mattina, se per studiare si intende sgattaiolare via di casa come un ladro per la paura di dover guardare in faccia il mio fidanzato, con il quale ho finto un orgasmo.
Mi vergognavo troppo a dover affrontare Matty, quindi, prima che si risvegliasse, me ne sono andato, lasciando soltanto un biglietto con scritto “Amore, sono in biblioteca, non so quando torno. Chiamami per ogni cosa. Ti amo, H.”
Quello che avrei dovuto scriverci in realtà era: “Sono uno stronzo, e non ti merito. Con tanto amore, Pinocchio.”
Ma anche questo sarebbe stato inappropriato. Pinocchio è fatto di legno, quindi lui forse, al contrario di me, qualcosa di duro ce lo ha.
Sono ancora molto sconvolto da quello che è successo, ma mi impongo di non pensarci, perché devo studiare. Ho poco tempo per finire questa tesi, e ancor meno tempo per pensare ai miei problemi sentimentali.
E alla fine la biblioteca mi rilassa. Non c'è quasi mai nessuno, e nessuno, di conseguenza, mi distrae.
Sono davanti ad un enorme libro che dovrebbe contenere tutti i giudizi critici su “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen, e penso che potrei morire giovane. Jane Austen è fantastica, ma io, nel profondo, sono un ragazzo alla Emily Brontë.
Emily, mai Charlotte. Non capisco come le persone possano preferire Charlotte a sua sorella. Cioè, è palese dove fosse nascosto il vero genio, nella famiglia.
Sono perso in queste considerazioni, quando noto un carrello pieno di libri che passa vicino allo scaffale dove lavoro e poi si ferma accanto alla mia scrivania. Mi sto chiedendo se quella pila di volumi sta camminando da sola, quando all'improvviso un ragazzo alto più o meno un metro e settantacinque spunta da dietro il carrello. Indossa un giacchetto di jeans, ed ha una targhetta con scritto il suo nome, che da qui non riesco a leggere, quindi deduco che sia un impiegato della biblioteca.
Ed io non riesco a non pensare che sia il ragazzo più bello che abbia mai visto in vita mia. I jeans stretti gli fasciano bene le gambe, e sebbene sia minuto, dal giacchetto posso intravedere dei muscoli delle braccia niente male. Ma è la faccia che mi toglie il respiro. Ha una bocca sottile, con le labbra fini e di un rosa pastello che mi ricorda tanto il colore dei fiori di pesco, appena sbocciati in primavera. Chissà se hanno anche la stessa consistenza...
Senza nemmeno accorgermene, mi mordo un labbro di rimando.
Ha un leggero accenno di barba ad incorniciargli il volto, come se non se la facesse da due o tre giorni.
Ma sono gli occhi il punto forte di quel viso, che già di per sé è un'opera d'arte. Sono di un azzurro profondo, più scuri intorno all'iride, così profondi da perdercisi.
Io ho sempre pensato di avere degli occhi molto belli, verdi e grandi, ma i suoi li battono. Di gran lunga.
Non sono mai stato a Tenerife, ma scommetto che se il mare di Tenerife dovesse essere associato a qualcosa, potrebbe tranquillamente essere associato agli occhi di questo ragazzo.
Lo sto fissando da un po' troppo tempo, quindi poso gli occhi sul mio libro, solo che poi il ragazzo si piega per prendere dei libri sul ripiano più basso del carrello, ed io, come attratto da una calamita, mi giro di nuovo a guardarlo. Cavolo, quel ragazzo ha un sedere da paura!
Potrei stare a guardarlo per ore, se non fosse che qualcuno qui ha deciso di svegliarsi. Come per magia, ciò che fino a poche ore fa sembrava deciso a non funzionare, adesso è tornato dalle vacanze.
Il cavallo dei miei pantaloni si stringe inesorabilmente, e provo ad accavallare le gambe, per nascondere alla meglio ciò che posso. Dio, non mi succedeva in pubblico da quando avevo sedici anni!
Penso che potrei andare in bagno, e risolvere velocemente il problema, cantando l'Alleluia di Schubert per la certezza di non essere diventato impotente, ma all'improvviso mi ricordo che io ho un ragazzo, e che lo amo. E allora perché qualcuno sta cercando di farmi cambiare idea? Stringo ancora di più le gambe, ma il dolore si fa più persistente.
Sto per alzarmi ed andare nel bagno più vicino, quando la causa del mio problema mi si avvicina. Merda, e adesso?
Non voglio che si accorga di quello che mi ha provocato, perché si vede bene, quindi decido di andarmene. Faccio per raccogliere le mie cose, quando l'enorme libro con i giudizi critici cade in terra.
“Oops.” Mi chino per raccoglierlo, ma vedo che una mano minuta e affusolata lo raccoglie prima di me. Alzo gli occhi e alla stessa altezza dei miei trovo i suoi. Avevo ragione per quanto riguardava il mare di Tenerife. Avrebbe decisamente quel colore.
“Ciao!” La sua voce mi richiama dai miei pensieri. Cavolo, ha una voce bellissima. E' melodiosa e molto dolce, un po' alta per essere su un ragazzo, ma io la trovo affascinante. Nemmeno Matty ha una voce molto mascolina, probabilmente è un tratto che mi eccita.
Come se qualcuno avesse spezzato un incantesimo, alzo la testa e vedo che il misterioso ragazzo si è rimesso in piedi, e mi sta porgendo una mano.
“Io sono Louis.” Louis. E' veramente un bel nome, un nome da re. Louis Louis Louis Louis Louis. Suona proprio bene.
Gli stringo la mano che è sempre fra noi, ancora imbambolato. “Harry. Grazie per il libro.”
“Oh tranquillo, non dirò a nessuno che hai fatto cadere un volume che avrà più o meno cento anni.”
Sobbalzo per la paura di dover pagare una multa enorme.
“Oh, tranquillo, Harry, sto scherzando! Rilassati.”
Non capisco ancora cosa voglia da me questa specie di cherubino sexy che mi si è parato davanti, ma non riesco a parlare. Sembra che qualcuno mi abbia preso la lingua e la abbia buttata in un cestino della spazzatura.
Mi faccio forza e mi rivolgo a lui: “Ehm... volevi qualcosa?”
Il ragazzo sembra confuso, ma sorride. “No... voglio dire, sì. Ti ho visto così assorto, poi ho visto quello che stavi studiando, ed io sono un grande fan di Jane Austen, anche se preferisco Emily Brontë ad essere sincero, quindi...”
Lo interrompo prima che possa finire il discorso. “Aspetta, hai detto che preferisci Emily Brontë a Jane Austen?”
Louis mi guarda più confuso di prima. “Sì, perché?”
“Che mi dici di sua sorella? Charlotte intendo!”
Sorride, in modo un po' triste. “Che anche mia sorella si chiama Charlotte. Una cosa che io e la vecchia Emily abbiamo in comune. Anche se di sicuro lei trattava meglio sua sorella di quanto lo faccia io. Comunque è Emily il genio, mi dispiace se la pensi diversamente.”
I miei occhi si illuminano. “Oh no, la penso esattamente come te! Sei la prima persona che conosco a vederla così.” Vedo che il suo sorriso si allarga. “E tranquillo, non penso che in casa Brontë ci fosse un grande amore fra sorelle. Sai com'è... un po' di competizione.”
“Oh, fra me e mia sorella non c'è mai stata competizione.” Si ferma per fare un sorrisetto malizioso. “Ci piacciono ragazzi completamente diversi.”
Mi va la saliva di traverso e comincio a tossire. Mi ha appena confessato di essere omosessuale?
Io e il mio amico che è appena tornato dalla vacanza ad Honolulu reagiamo all'istante. Io divento rosso, lui mi fa notare ancora di più il suo ritorno. Che situazione imbarazzante.
“Capisco... Beh, qualsiasi cosa sia successa, ti consiglio i fiori. Con le donne funzionano a meraviglia.”
Mette su una faccia da cane bastonato, e si passa una mano nei capelli. Vorrei poter averlo fatto io. Dio, Harry, contieniti.
“Non credo che funzioni per quello che ho fatto io.”
“Tranquillo, con le donne funzionano per la maggior parte delle volte. Provaci!” Non so da dove mi viene questa intraprendenza, ma gli faccio anche un occhiolino.
Louis sembra riprendere un po' di vita, e sposta la sedia accanto alla mia, per poi sedercisi sopra. “Allora, Harry, come mai studi un volume enorme con i giudizi critici su quella zitella di Jane Austen?”
Provo a fare una finta faccia offesa, ma mi viene da ridere. “Ehi, non maltrattare la povera Jane! Comunque è per la mia tesi. Lettere.”
“Oh stupendo, sei un umanista anche tu. Laureato in storia dell'arte qui, e prossimo al dottorato. Noi dell'area umanistica siamo avanti a tutti. Batti cinque!” Alza quella piccola manina, ed io ci batto sopra la mia. Non posso fare a meno di notare che è il doppio della sua, ed arrossisco come un quindicenne per quel contatto.
“Harry parli sempre così tanto, tu?” - mi chiede, sarcastico.
Mi innervosisco un po', perché alla fine non mi conosce, non ha nessun diritto di prendermi in giro sul mio carattere.
Borbotto qualcosa come ogni tanto e poi torno a guardarmi le mani. C'è qualcosa nello sguardo di quel Louis che mi destabilizza.
Lui, invece, sembra perfettamente a suo agio. “Su cosa si basa la tua tesi, campione?”
Ehi, piano con le confidenze, angelo. Oddio, non ci credo, ho appena chiamato quel ragazzo “angelo” nella mia testa? Necessito di cure psichiatriche nelle prossime due ore, o della mia migliore amica in caso contrario.
“Sulle più famose coppie letterarie. Differenze ed analogie.”
Louis tira fuori dalla tasca del giacchetto di jeans un paio di occhiali da vista, e se li mette. Dio, è ancora più bello così.
“Hai una lista di queste coppie?”
“Certo.” Mi chino sulla mia borsa e gli passo il prospetto. Louis lo studia e a me viene il batticuore. Non so perché mi importi così tanto il suo giudizio. Di solito io me ne frego del giudizio degli altri. Vesto in maniera strana, il mio stile è un misto fra bohémien e indossatore di GQ, leggo libri che alle altre persone non interessano, e non ho mai avuto problemi a mostrare la mia omosessualità.
Ma con questo ragazzo è diverso. Spero che gli piaccia la mia tesi perché... beh, non so dire nemmeno io perché. So soltanto che mi piacerebbe se avesse belle parole per il mio progetto.
Louis legge concentrato il mio schema, e poi lo posa sul tavolo in legno.
“E' molto carino Harry, ma è un po' banale. Se accetti il mio aiuto, posso fare in modo di trasformare la tua tesi da carina a spettacolare.”
Ehi, ehi, fermi tutti! Questo sconosciuto ha appena detto che la mia tesi è banale? La tesi a cui sto lavorando incessantemente da sei mesi a questa parte e che mi ha fatto perdere tempo, sonno e attività sessuale? Poi penso a quello che è successo qui sotto poco prima. Ok, forse l'attività sessuale non è colpa della tesi.
D'accordo, lui avrà anche l'aspetto di un angelo, ma ha comunque il carattere di uno stronzo. Nemmeno mi conosce. Ma come si permette?
“Non mi serve il tuo aiuto, grazie veramente!”
Sono abbastanza offeso dalle sue parole, quindi raccolgo le mie cose e mi alzo per andarmene. Lui mi posa una mano sul braccio. Cavolo, perché il mio corpo deve reagire a questo piccolo contatto? Questo ragazzo mi ha appena dimostrato di essere un coglione a tutti gli effetti.
“Ehi, aspetta, sto dicendo sul serio. Conosco la storia dell'arte molto bene, e potrei suggerirti dei quadri collegati a quello di cui parli...”
Mi sposto velocemente, mettendomi la borsa contenente i libri su una spalla. Lo guardo con quello che spero che sia uno sguardo glaciale, ma non so se risulto convincente, i suoi occhi mi confondono un po'.
“Tu sei abituato ad avere sempre quello che vuoi vero?”

All'inizio sembra un po' spaesato, ma poi mi risponde con un sorriso malizioso. Non richiesto e deviante. “Sì, diciamo così.”
“Mi dispiace di essere la prima delusione della tua vita. Non ho bisogno né di te, né del tuo aiuto.”
Mi punta in faccia quei due occhi azzurri che si ritrova e mi sfida con lo sguardo. “Cambierai idea, Minniti.”
Sono già con un piede fuori dalla stanza, quando mi stupisco per l'appellativo che mi ha affibbiato. “Come mi hai chiamato?”
“Si vede che non conosci Caravaggio, Harry.”
“Oh, ma certo che lo conosco!” Conosco Caravaggio ma chi sia questo Minniti, proprio non lo so.
“Bene, allora non hai bisogno di spiegazioni. Ci vediamo, Harry.”
“Io, spero proprio di no.” - borbotto, mentre giro l'angolo e mi avvio alla porta. Sento la sua risata attutita dagli scaffali che si sovrappongono lentamente fra noi.



 

Appena fuori, arrivo alla mia macchina e mi ci appoggio. Per essere Novembre, e per trovarci in Inghilterra, c'è ancora troppo sole per i miei gusti. Inforco gli occhiali da sole, e tiro fuori il telefono dalla borsa.
C'è una persona che devo chiamare, l'unica che possa capirmi: la mia migliore amica.
Risponde al secondo squillo.
“Ciao strambo!”
“Tu sempre diretta eh?” Sorrido solo a sentire la sua voce. “Ciao Emma.”
“Allora a cosa devo il piacere di sentire la voce del mio presupposto migliore amico, che però non ha più tempo per me?”
“Ho sempre tempo per te, e lo sai.”
“Ieri sera mi hai dato buca, però.”
“Dovevo studiare, te l'ho detto.” Arrossisco a pensare a quello che poi in effetti ho fatto, al posto di studiare. Forse sarebbe stato meglio se avessi studiato, tanto la soddisfazione finale sarebbe stata la stessa.
La sento sbuffare dall'altra parte del telefono. “Uffa, che noioso che sei diventato! C'era anche un amico di Zayn ieri sera. Gay. Ti sarebbe piaciuto molto!”
Alzo gli occhi al cielo. “Sono fidanzato, Ems. Anzi, fidanzatissimo.”
“Questa è una condizione che può sempre cambiare.” Per qualche motivo gli occhi di quel ragazzo, quel Louis, si riaffacciano in qualche angolo recondito della mia mente. Li scaccio subito.
“Io amo Matty, lo sai.”
“Ok, ok, hai ragione. Non mi hai ancora detto perché mi hai chiamato.”
“Sei con Zayn?”
“No, al momento sono a casa. Perché?”
“Posso passare da te?”
“Sicuro, ci vediamo fra poco! Facciamo merenda insieme?”
Mi immagino i suoi occhi che si illuminano a sentir parlare di cibo. Scoppio a ridere. “Siamo grandi per la merenda, Ems.”
Con voce spettrale, mi dice: “Non si è mai troppo grandi per la merenda, strambo.”
Sconfitto, sorrido e le rispondo: “A dopo, tesoro!”
“A dopo, Haz!”
Mi metto il telefono in tasca, e mi posiziono al volante, poi all'improvviso mi torna in mente una cosa. Riprendo il telefono e vado sulla pagina iniziale di Google. Digito le parole “Minniti, Caravaggio” e quello che ne esce mi lascia perplesso.
“Mario Minniti viene spesso associato dai critici al ragazzo che compare in molte opere di Caravaggio, come Il Fanciullo con canestro di frutta. Si pensa che i due potessero essere stati amanti.”
Butto il cellulare sul sedile del passeggero. Io e questo ragazzo, Mario Minniti, abbiamo in comune i capelli scuri e ricci, e lo sguardo sognante, ma la somiglianza finisce lì. Probabilmente Louis ha voluto segnalare la relazione amorosa che intercorre fra Caravaggio e il suo pupillo.
Beh, ovviamente Caravaggio è lui, nella sua mente. Quel ragazzo è un megalomane!
Faccio un respiro profondo e mi avvio verso la casa dell'unica persona che può calmarmi.

 


 

 

Louis' Pov.

 

“Quindi tu sei sicuro che non sembro un coglione, giusto?”
Sono appoggiato alla mia macchina, davanti alla tavola calda dove lavora mia sorella, ed ho in mano dei fottutissimi fiori.
E Zayn è dall'altra parte del telefono, perché ho bisogno di passare il tempo, prima che mia sorella stacchi il turno. Spero solo che non la venga a prendere quell'idiota del suo ragazzo, perché voglio averla tutta per me.
“No, Lou, coglione sei stato stamattina, quando le hai detto quelle cose. Mi è servita un'ora intera per farla calmare e per convincerla che anche tu hai un cuore nel profondo. Solo che pensavo di dirle una bugia, invece forse un pochino di cuore lo hai davvero. Anche se avrei potuto giurare di fronte alla Bibbia che l'idea dei fiori non è stata tua.”
“Chi se ne frega, Zayn? Lei tanto non lo verrà mai a sapere. Penserà di avere un fratello stupendo.”
Zayn addolcisce il tono della voce. “Ce lo ha davvero, Louis. Solo che la maggior parte delle volte questo fratello si comporta un po' da stronzo. Comunque, dimmi qualcosa di questo ragazzo che hai conosciuto e che sembra metterti così di buon umore.”
“Beh, vediamo, capelli lunghi e ricci, ma raccolti in un codino. Sexy da morire. Occhi verdi, non azzurri tendenti al verde. Proprio verdi verdi.”
Il mio amico mi chiede con sospetto: “Come hai detto che si chiama? Ah, e credimi, la tua descrizione degli occhi di questo ragazzo ha fatto schifo. Dopo cinque anni che analizzi quadri speravo in qualcosa di meglio che occhi verdi verdi.
Scoppio a ridere. “Si chiama Harry. E sembra uno dei pupilli di Caravaggio.”
Zayn sta zitto per un secondo, ma quando riprende il discorso, lo fa con indifferenza. “Caravaggio non è uno dei tuoi pittori preferiti?”
“Esattamente.”
“E già paragoni questo ragazzo ad una sua opera d'arte... Possiamo dire che sei fottuto Lou!”
Potrei fare battute su come invece spero che sarò io a fottermelo, ma mi trattengo, perché mi sa che Zayn questa volta ha ragione. “Mi sa che devo dirmi d'accordo.” Scorgo la figura di Lottie uscire dal locale e posare lo sguardo su di me. Strabuzza gli occhioni azzurri e sobbalza. “Senti Zayn, devo lasciarti, ho visto uscire mia sorella. Ti richiamo.”
“Ciao Lou, buona fortuna! Te ne servirà. Sia per tua sorella, che per il pupillo di Michelangelo Merisi.”
“Però, te ne intendi di storia dell'arte, Zayn!”
“Solo perché non vado all'università come te, non vuol dire che sia un ignorante. Ciao coglione.”
“Ciao gioia!”
“Dio Lou, quanto sei gay!”
Rido e tiro giù, perché Lottie mi è arrivata davanti e mi sta guardando stranita.
“Louis, cosa ci fai qui? Con dei fiori in mano?”
Sono un po' imbarazzato, e non so cosa dire, quindi mi passo una mano fra i capelli. “Ehi, Lots, in realtà sono per te.”
Non è convinta, ma prende comunque i fiori che le porgo. “Sai almeno che fiori sono?”
Storgo la bocca in una smorfia. “No, ma so che sono rosa. Ed è il tuo colore preferito.”
Vedo mia sorella sciogliersi un po', e persino sorridere. “Sai che non te la caverai con dei fiori vero? Però grazie, è un pensiero carino.”
Le metto una mano su un braccio, e lei non me la scansa. Siamo avanti, forse i fiori hanno funzionato. Devo ricordarmi di ringraziare Merisi, semmai lo rivedrò. Ci sono molti modi in cui potrei ringraziarlo... ma nessuno a cui posso pensare in presenza di mia sorella.
“Senti, Lottie, mi dispiace, è che a volte mi comporto come un coglione. Cioè sono un coglione, ecco... e dovrei davvero imparare a controllarmi. Sono contento se questo ragazzo ti rende felice, anche se mi costa ammetterlo. E odio dover fronteggiare la realtà e vedere che sei cresciuta. Solo dimmelo se ti tratta male, ok? Posso sempre picchiarlo.”
“Non lo farai, Louis.”
Sospiro rassegnato. “No, non lo farò. E non pensavo quello che ti ho detto stamattina Lots, nemmeno un po'.” Deglutisco e mi preparo per dire le parole più difficili da pronunciare per me. “Ti voglio bene, Lottie, davvero.”
Mia sorella sembra stupita, in un primo momento, ma poi si avvicina e mi abbraccia. “Ti voglio bene anche io, Lou!”
La sollevo e la faccio girare, perché sono così felice che ci siamo chiariti e che posso riavere la mia sorellina tutto per me.
“Siamo a posto vero, tesoro?”
Mia sorella mi lascia un tenero bacio sulla guancia. “A posto, giuro! Però, ora, per suggellare questa tregua, mi riporti a casa, d'accordo? Non ho voglia di camminare, fa un po' caldo.”
“Ma certo, vieni, salta su.”
Le scompiglio i capelli un'ultima volta e poi ci avviamo al suo dormitorio.

 


Angolo Autrice: Buonasera! Rieccomi qui, di nuovo, per la seconda volta in una settimana! Probabilmente mi odierete ahahaha. Mi dispiace, ma preferisco aggiornare di Domenica, quindi d'ora in avanti gli aggiornamenti verranno fatti in questo giorno.
Al di là delle questioni burocratiche, voglio ringraziarvi se siete arrivati fin qui e state leggendo questo stupido angolo autrice! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che mi farete sapere qualcosina! :)
Ringrazio inoltre per l'accoglienza che avete dato a questa storia. Come sicuramente avrete letto è la mia prima nel Fandom e ringrazio ogni persona abbia recensito o messo questa storia fra le seguite. Mi state dando fiducia e forza per andare avanti.
Spero che farete lo stesso anche con questo capitolo, e sarei felicissima di sapere ogni vostro parere in metodo, perché mi fa molto piacere e mi torna molto utile.
Grazie davvero per l'attenzione e ci sentiamo settimana prossima.
Un bacione,
S.

 

  
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