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Autore: Ciuffettina    09/11/2015    8 recensioni
Una carriera da avvocato di successo e sposare la ragazza dei propri sogni. Sam Winchester aveva pianificato la propria vita o almeno così pensava...
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gabriel, Jessica Moore, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Walking on air'
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La temperatura si è alzata all’improvviso e non ho potuto far niente per impedirlo… Spero solo di aver messo il rating giusto.

 
*****

Jessica era tornata e si stava facendo perdonare per averlo lasciato qualche mese prima.
Sam era in piedi senza pantaloni, appoggiato al tavolo della cucina per non cadere e lei era inginocchiata davanti a lui… A dire il vero non si ricordava che fosse così brava…
Si aggrappò ancor più forte al tavolo. «Sììì…» ansimò. «Cooosììì… oh sììì…» Non riusciva a vedere il suo viso nascosto dalla chioma ma immaginò i suoi occhi lucidi dal desiderio e quella lingua saettante che gli stava regalando delle sensazioni indescrivibili…
«Son felice che tu sia tornata!» rantolò, passandole una mano fra i capelli e notando che erano un po’ più scuri e molto più corti da come li ricordava, l’afferrò per la nuca e le tirò all’indietro il capo…
Subito apparvero due occhi ironici e dorati e un naso troppo lungo per essere quello di Jessica…
Sam balzò sul letto a sedere sconvolto: aveva appena sognato di fare sesso con Gabriel Novak!

Strappò dal letto le lenzuola fradice di… “Oh, mio Dio! Son proprio venuto alla grande…
Gli succedeva ogni volta che faceva sogni erotici, ma erano sempre con ragazze, che diamine! Che cosa gli stava succedendo? Non aveva mai avuto fantasie su altri uomini, neanche quando era ancora al liceo e si spogliava con gli altri, dopo le partite di basket e sì che ne aveva visti di bei ragazzi! Neanche con Brady che girava nella stanza che condividevano quando erano compagni di studi con indosso soltanto un asciugamano, neppure troppo coprente, dopo aver fatto la doccia.

Siccome non riusciva più a riprender sonno, prese il suo portatile e digitò “sognare di far l’amore con un amico / collega”. Dopo aver letto (e scartato) le più ovvie spiegazioni: era sessualmente attratto da Gabriel ma non voleva ammetterlo; trovò altre interpretazioni.
Secondo un sito non si trattava di attrazione ma di semplice eccitazione per il suo lavoro, poteva essere, no? Siccome aveva appena vinto la sua prima causa ed era stato Gabriel ad aiutarlo a far sì che ciò succedesse, nel sogno l’aveva semplicemente condivisa con lui. Per un altro aveva rinunciato all’amore (raffigurato dalla sua ex) per il lavoro (rappresentato dal suo collega). Per un altro ancora significava che Gabriel aveva delle qualità che lui avrebbe voluto possedere. Ma l’avvocato non era solo un amico, era anche il suo capo e questo poteva significare che Sam voleva far carriera, sottomettendo gli altri.
«Che confusione!» disse il ragazzo fra sé. «Comunque penso che la spiegazione corretta sia che mi piacerebbe avere alcune delle qualità di Gabriel: la sua intelligenza, la sua parlantina… ma questo lo so già, non ho bisogno di fare un sogno simile… Anche la soddisfazione per la vincita della causa ci può stare… di certo non significa che sono attratto da lui… e se invece fosse il contrario? Se fosse lui a essere innamorato di me? Oddio, spero proprio di no!»
A ben guardare c’erano tanti piccoli indizi che potevano far pensare a una cosa simile: il fatto che avesse insistito per farlo assumere, unico fra tutti gli stagisti, la reazione che aveva avuto quando Sam gli aveva detto che voleva andare in una piscina pubblica, quel quasi bacio dopo il massaggio alla schiena… Sam spalancò gli occhi, come poteva averlo dimenticato?
«Dovrei parlargliene? Eh già, entro in ufficio e gli chiedo: “Gabriel, sei innamorato di me?” Se mi sbagliassi, lo metterei solo in imbarazzo e se avessi ragione, non saprei ricambiare i suoi sentimenti e non voglio ferirlo… forse è meglio lasciar le cose come sono.»
Era il migliore amico che avesse mai avuto, gli voleva bene e gli era grato per tutto quello che aveva fatto per lui, ma proprio non riusciva a immaginarselo come un possibile fidanzato, mentre con Jessica… quando l’aveva vista per la prima volta, si era sentito il cuore in gola, le farfalle nello stomaco, le mani sudate… Quando lei aveva accettato di sposarlo, si era sentito l’uomo più felice sulla faccia della Terra.
Sam non aveva dubbi, quello era amore, anche se era finito così male.

Quella mattina andò al lavoro di malumore. “Sam, levati quello stupido sogno dalla testa!
Era un sogno, solo un dannatissimo sogno, il fatto però che il suo collega girasse per l’ufficio, facendo ruotare la lingua intorno al suo lollipop, non contribuiva certo alla sua sanità mentale. Quando si accorse che il proprietario della suddetta lingua lo stava osservando, avvampò.
«Ehi, Sammy! Tutto bene? Hai una faccia…»
«Non chiamarmi Sammy!» sbottò.
«Che ti succede?» domandò Gabriel, fissandolo preoccupato.
Mi sei comparso in sogno a farmi…” non voleva neanche pensarci. «Scusami… ho fatto un sogno… e non son più riuscito a riaddormentarmi» mugugnò.
«Vuoi condividerlo con il resto della classe?»
«NO!» strillò Sam con voce strozzata
«Calmati, pasticcino, e ricordati che per quanto sia stato brutto, non era reale e non può farti del male.»
Già, ma il problema è che mi è piaciuto e pure molto. Sam, smettila di pensarci!


Però, nonostante i suoi propositi, non riusciva proprio a non scervellarsi: quel sogno era stato così vivido ed eccitante che nei giorni seguenti non riusciva a concentrarsi sul lavoro ma continuava a guardare Gabriel di sottecchi, (distogliendo rapidamente gli occhi, quando l’altro si girava a fissarlo), e a domandarsi come sarebbe stato mettersi con lui.
Difficile dirlo: da una parte era premuroso, intelligente e, osservandolo, Sam si rese conto che era anche carino con quel viso da folletto, gli angoli della bocca perennemente atteggiati in un sorriso ironico, gli occhi dorati e i capelli biondi che gli si arricciavano intorno alle orecchie, dall’altra c’erano gli scherzi di pessimo gusto, il disordine e, soprattutto, rimaneva il fatto che era un uomo e Sam si sentiva attratto soltanto dalle donne, perciò era giunto alla conclusione che, per quanto Gabriel gli fosse simpatico, non lo amava.
Forse mi sto preoccupando per niente. Se davvero dovesse dichiararsi, gli dirò che sono lusingato ma che sono etero, che intendo rimanerlo e che lo considero solo un carissimo amico.


Anche quel sabato pomeriggio Sam era stato invitato a casa di Gabriel, strano non trovarlo sull’uscio ad accoglierlo con un vassoio pieno di dolci o tartine e una battuta scherzosa.
Lo cercò chiamandolo in ogni stanza ma in casa non c’era. “Eppure sapeva che sarei arrivato a quest’ora, dov’è finito?” pensò irritato.
Andò verso la porta che dava sul retro dove si trovava la piscina, se Gabriel stava nuotando sott’acqua, poteva non averlo… Il pensiero lo colpì come una frustata: “Gabriel non nuota mai sott’acqua!” Corse fuori.
«Gabriel!» Gli sembrò che il cuore gli si fosse fermato.
L’aveva trovato: era riverso a terra, in costume da bagno, con un vassoio accanto e vari dolcetti sparsi tutt’intorno.

   
 
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