Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: drosmigs_62    10/11/2015    0 recensioni
Dopo aver riportato Arendelle al suo vecchio splendore, Elsa governa serena assieme alla sorella. Almeno apparentemente.
Nell'animo della sovrana qualcosa si sta svegliando, qualcosa che sarà più grande perfino dei suoi poteri. Tutto ora dipenderà solo da Anna. Riuscirà la ragazza a salvare la sorella, salvare se stessa e Arendelle? A combattere il più primordiale dei nostri nemici?
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anna aveva ragione, la colazione era davvero la soluzione perfetta. Era stata una distrazione sufficiente per alleviare la mente di Elsa e farla tornare in forza per essere la regina di tutti i giorni. Anna aveva organizzato di uscire con Kristoff, Sven e Olaf,ma decise di non andare e restare accanto alla sorella.

 

“Non c’è bisogno di farlo, Anna. Sto bene durante il giorno.” Anna le rispose con uno sguardo di disapprovazione, chiaramente copiato da quello di Sven, del tipo “ Chi pensi di prendere in giro?” . Le guance di Elsa si tinsero di rosso per l’imbarazzo. Effettivamente Anna aveva ragione. E,  in realtà, era felice che la sorella fosse vicino a lei. 

 

Al mattino, Elsa dovette partecipare a una riunione con dei sovrani stranieri, riguardo alla gestione del commercio tra i loro paesi. Era una riunione davvero importante, poiché quando gli altri re e le altre regine avevano saputo dei poteri di Elsa, si erano immediatamente spaventati. Ma il ricordo dei genitori delle due e la loro sconfitta dei piani crudeli di Hans, li spinse a rientrare nuovamente in commercio con Arendelle. Personalmente, Elsa avrebbe preferito che ciò non succedesse, in modo da potersene stare ore e ore da sola in biblioteca. Infatti fu lì che Anna la trovò, subito dopo cena. Riusciva a malapena a vederla, per colpa delle enormi pile di pergamene accatastate intorno a lei, ma l’inconfondibile bagliore dei piccoli fiocchi di neve che la bionda aveva sulla sua treccia, le dette la conferma che l’individuo nascosto lì dietro fosse proprio sua sorella.  Anna entrò in punta di piedi, non volendo disturbare il lavoro di Elsa, ma la regina notò comunque la sua presenza.

 

“Mi hai trovato, eh?” Ridacchio Elsa e le fece un cenno con la mano. “Vieni, siediti accanto al fuoco, starò con te per un po’.” Anna si fece strada verso il camino, prendendo una coperta dalle tante sedie dietro di lei. Se la distese sul suo corpo e si mise ad ascoltare il suono della penna d’oca che graffiava sulla pergamena. Rimase ferma per un momento, il calore del fuoco che le riscaldava il volto. Tolse lo sguardo dalle fiamme e guardò Elsa dritta negli occhi. La ragazza sorrise, ma i suoi soliti occhi color azzurro diamante avevano una nuvola di stanchezza. Anna si spostò un po’, come Elsa si unì a lei. 

 

“Come ti senti?” Anna aveva trovato la mano di Elsa da sotto alla coperta e le diede una piccola stretta. Elsa avvolse il braccio libero attorno ad Anna prima di rispondere.

 

“Sto bene. Sono solo stanca.” Elsa era letteralmente esausta, e stare lì, davanti al tepore del fuoco di certo non l’aiutava a restare sveglia. La regina appoggio dolcemente la testa sulla spalla di Anna e chiuse gli occhi. Anna passò una mano tra gli eleganti boccoli biondi di sua sorella e attese. Nessuna delle due pareva sapere cosa stesse succedendo, ma Anna sapeva che la prima cosa da fare era quella di essere lì per Elsa. 

 

Potevano anche aver trascorso tredici anni separate, in cui Elsa cercava di nascondersi per proteggere Anna, ma nel corso di tutti questi anni lei non era mai stata arrabbiata con la sorella. Tutto quello che aveva sempre voluto era condividere il suo amore con Elsa. La ragazza aveva sperato che tutto cambiasse il giorno dell’incoronazione di Elsa. Non si erano parlate per anni e quando furono costrette a rivolgersi la parola, l’unica cosa di cui erano riuscite a parlare era stato il cioccolato! Poi…

 

Anna sospirò  e si rannicchiò accanto alla sorella, sentendosi improvvisamente a disagio. Aveva cercato di dimenticare quel momento, ma in realtà si vergognava di quello che aveva fatto, di essere stata lei la causa della fuga di Elsa. Si era spinta troppo oltre e Elsa non ha retto. Tutto le è stato perdonato ora, ma Anna ripensa spesso a quella sera e di come tutto sarebbe potuto andare diversamente se si fosse comportata in maniera meno egoista. 

 

Persa nei suoi pensieri, le ci volle del tempo per rendersi conto che Elsa stava diventando sempre più fredda. Il suo respiro era affannoso e irregolare. Ogni espirazione provocava dei piccolissimi fiocchi di neve. Ora Elsa aveva iniziato a borbottare, nulla di coerente, solo suoni. Anna fu presa dal panico, insicura su che cosa dovesse fare. La temperatura stava scendendo velocemente e il fuoco si stava affievolendo.

 

“Elsa?”

 

Anna uscì dalla coperta e l’avvolse completamente attorno alla sorella. Tremava, ma non poteva abbandonare Elsa. Inconsciamente la bionda afferrò debolmente la coperta. Del ghiaccio cominciò a formarsi sul pavimento attorno a lei, mentre Anna cercava disperatamente un modo per arrestare il freddo. 

 

“ Svegliati, Elsa! Per favore, ti devi svegliare!” Anna si chinò e la raccolse. Un braccio sotto la schiena e l’altro sotto le cosce. Il ghiaccio sul pavimento rendeva quasi impossibile camminare, ma Anna riuscì a lasciare la biblioteca e cominciò a correre verso le loro camere da letto. Non doveva dire niente a nessuno, sapeva che se uno della loro servitù avesse visto cosa stava accadendo, sarebbe andato in panico. Chissà cosa potrebbero fare a Elsa, che a malapena era riuscita a conquistare la loro fiducia, dopo ciò che era successo.  

 

Anna fece un profondo respiro e corse il più velocemente possibile, non in camera della sorella, ma nella sua. le sue dita erano ghiacciate, ma continuava a tenere stretto il corpo di Elsa, senza smettere di incoraggiarla. 

 

“ Hei, Elsa, so che questo momento è strano per te, ma ti devi assolutamente svegliare. E’ l’unico rimedio che conosco. Non ho poteri come te, non posso darti una mano in questi casi!”

 

Elsa non diede alcun segno di aver sentito. Le sue sopracciglia erano strette, per la paura o per il dolore, questo Anna non lo sapeva, ma non assomigliava più alla regina serena e maestosa di prima. Infatti, per la prima volta, Elsa sembrava soffrire il freddo.

 

Dopo aver raggiunto la sua camera da letto, Anna aprì con difficoltà la porta e adagiò delicatamente la sorella sul letto. Il gelo stava cominciando ad espandersi anche sui suoi vestiti.

 

“Anna…”

 

Il suo cuore le balzò in gola. Abbassò lo sguardo, non era sicura di aver sentito bene. Elsa stava dicendo il suo nome?

 

“Anna. Ti prego no, mi dispiace tanto. Ti prego no!”

 

“Va tutto bene Elsa, sono qui.”

 

Elsa, ancora addormentata, iniziò una lotta cercando di respingere Anna.

 

“No, aspetta! Stop! Ouch, Elsa! Basta, mi fai male!” Anna gridò. Non poteva resistere e stava andando sempre peggio. Elsa alzò di scatto la testa e andò a sbattere contro la mascella di Anna, mollando la presa. Le due caddero a terra. Anna si rialzò goffamente massaggiandosi il mento. Il respiro di Elsa era diventato rapido e breve e, mentre Anna la guardava, dei ghiaccioli iniziarono a formarsi attorno a lei, quasi per proteggerla. Anna lottò con tutte le sue forze per rimanere nella stanza, ma era completamente a corto di idee. 

 

“Anna, per favore, basta, basta. Stai lontana da me” Sussurrò Elsa debolmente. Anna non sapeva se la ragazza fosse cosciente, ma qualunque cosa vedesse non era reale. Era intrappolata nel suo incubo.

“Stai lontana da me Anna” La sua voce aumentò di volume, mentre il ghiaccio cominciò ad invadere anche il pavimento. “Tu non sei al sicuro. I-Io non sono al sicuro.”

 

“Elsa non è vero! Svegliati!” Anna si lanciò su sua sorella, cercando di fare di tutto pur di riportarla nella realtà. I ghiaccioli le premevano sulla schiena e le graffiavano le braccia, ma a Anna non importava. 

 

 

 

Improvvisamente, Elsa si calmò. 

 

 

 

Le gocce di sudore le rigavano il viso e il collo, per poi ricadere a terra diventando neve. Anna cominciò a rompere il ghiaccio con i pugni.

 

“Elsa! … Elsa” Ogni volta che il suo nome veniva detto, era inframmezzato da una botta e un colpo sordo. E ogni volta che le mani di Anna si alzavano dal ghiaccio, avevano sempre più lividi.

 

Non poteva urlare, sarebbe servito solo ad attirare i servi da loro. Ma Anna era sul punto di cedere. La sua unica fonte di speranza era il fatto che aveva realizzato che Elsa era ancora viva. Anche se la sua vista era distorta dal ghiaccio, riusciva a vedere una nuvola di respiro sul volto di Elsa.

 

Le lacrime le scorrevano lungo il viso. I suoi occhi si poggiarono sull’oggetto più vicino a lei e afferrò prima una spazzola per capelli, poi una limetta per le unghie, qualsiasi cosa, pur di rompere il ghiaccio che la separava da Elsa. Quando nulla ci riuscì, Anna cadde in ginocchio davanti alla cupola di ghiaccio che si era formata e rimase in silenzio, il suo corpo tremante di paura e di rabbia.

 

E fu allora che ricordò il piccone.

 

Kristoff glielo aveva regalato come scherzo, dicendole che se qualcuno l’avesse fatta arrabbiare, le sarebbe tornato utile. In quel momento le era sembrato un regalo inutile e banale, ma improvvisamente lo vedeva come un dono dal valore inestimabile.

 

Si fiondò fino al comò accanto al suo letto. Aprì il primo cassetto con tale foga che il legno si incrinò. Anna afferrò il piccone con due mani, si girò e riprese il suo assalto alla cupola. Disperata, Anna colpì il ghiaccio, e dei trucioli bianchi partirono in ogni direzione. Si accorse che i colpi non indebolivano a sufficienza la superficie, perciò riprese a colpire con molta più foga. Tutta la solitudine, tutto il suo amore verso la sorella, tutta la sua paura di perderla domavano ogni suo colpo. La sua rabbia era tale che non si fermò neppure quando le schegge iniziarono a farle dei tagli in volto fino a farla sanguinare. 

 

Respirando profondamente, Anna si concesse un piccolo sorriso.

 

“Non è così difficile… …non è vero? Stupido… … ghiaccio?!”

 

Anna si fermò, stordita. Il piccone cadde dalla sua presa e fece un piccolo tonfo sul pavimento.

 

Il ghiaccio non era distrutto. O forse lo era stato, ma ora si stava richiudendo. Il ghiaccio si stava guarendo da solo. Anna rimase ipnotizzata e sentì il sangue congelarsi nelle vene. Ogni danno che aveva provocato era letteralmente svanito. Ora Elsa non era altro che una macchia scura all’interno del ghiaccio. 

 

Sfinita, Anna scoppiò in lacrime e crollò esausta accanto alla cupola. Con le sue ultime forze, si rannicchiò più vicino che poté ad Elsa, per quanto le consentisse di avvicinarsi il ghiaccio. Esaurita finalmente decise di dormire, chiuse gli occhi. Le bruciavano per colpa delle lacrime. Prima di addormentarsi fece un ultimo straziante appello alla sorella, che si spense nel buio della notte.

 

“Elsa…”

   
 
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