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Autore: Spensieratezza    12/11/2015    4 recensioni
Post finale 5 x 13
Sequel della fanfiction "Niente saluti "
Brian continua a pensare a Justin. Senza di lui non è più lo stesso Brian di sempre, Michael gli fa un discorsetto, invitandolo a riprendersi quello che vuole e cioè la persona che ama
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor, Michael Charles Novotny-Bruckner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Justin e Brian fino alla fine insieme'
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“BRIAN!!” lo chiamò Justin, appena tornato nel suo appartamento.

“BRIAN!” lo chiamò di nuovo, con affanno.

Era inutile. Aveva visto che non c’era e se n’era andato. Lui aveva rovinato tutto.

“La pianti di gridare in quel modo? Non sono sordo!” disse una voce strafottente.

Justin deglutì, ma invece di sospirare di sollievo, lo aggredì per metà.

“Brutto…razza di brutto, emerito stronzo. Ti ho fatto cento telefonate nell’ultima mezz’ora, perché non hai risposto al telefono?”

Brian scrollò le spalle. “Non mi piacciono i giochi del fato, del tipo io vengo qui, tu non ci sei e poi vai da tutt’altra parte. Mi fanno incazzare.” Sorrise.

“E quindi, perché eri incazzato con me, non potevi rispondere neanche a Michael?” gli chiese Justin, avvicinandosi.

Brian sorrise. “Lui avrebbe dovuto dissuadermi, convincendomi magari che probabilmente per uno strano scherzo del destino, saresti venuto tu da me.”

“Quindi adesso Michael legge anche nel pensiero.”

“Esatto.” Gli disse Brian.

Justin sorrise più apertamente. “Anche tu ne sei capace?”

“Sì, me la cavo.”

“E che cosa st… mmmmm.” Si interruppe Justin, per via del bacio mozzafiato che Brian gli diede in quel momento.

"Stavi pensando che volevi assolutamente che ti baciassi." disse Brian, poi riprese a baciarlo.



Continuarono a baciarsi con Justin che allacciò le mani al collo di Brian. Il sapore della bocca di Brian, le loro lingue che si intrecciavano, i loro corpi stretti addosso. Quanto gli era mancato tutto questo.

Non persero tempo e fecero l’amore, in maniera intensa, carnale passionale. Come erano loro.
 


Quando finirono di fare l’amore, Justin si appoggiò con il gomito ad osservare Brian, sorridendo. Gli accarezzò una ciocca di capelli.

“Beh, tutto sommato, la serata non è stata poi così un disastro.” Disse.

“Devi amarmi veramente tanto, per esser tornato indietro e fare un’ulteriore sfacchinata solo per vedermi.” Lo prese in giro Brian.

“Sì è così.” Disse Justin, in maniera solenne e intensa.


Brian lo fissò. Quando lo fissava così, era perché rimaneva molto colpito dalle parole di qualcuno, ma non voleva dare a vedere che era commosso.

“ Perché sei tornato a Pittsburgh, Justin?”

“Rivolevo indietro la mia fede, ma era una scusa. Cioè, ovviamente la volevo, ma volevo di più vedere te. Mi mancavi.”

Brian sorrise, facendo un piccolo cerchio con il dito sulla coperta, poi gli accarezzò la gamba.

“ Hai bisogno di me, però te ne sei andato.”

“Brian…”

“Forse non hai così bisogno di me come credi, Justin. Può succedere.”

“Può succedere cosa?”

“Di capire di essersi sbagliati. E se è così, io non sono arrabbiato. Lo capisco.”

Justin lo guardò. Brian era troppo orgoglioso per ammettere a sé stesso quello che voleva e anche quello che non voleva.

“Balle. Tu non vuoi che mi allontani da te, tu non vuoi che io smetta di amarti. Perché non la finisci di fare il grand’uomo e non dici chiaramente quello che vuoi?”

Adesso Brian si stava alterando.

“Io volevo sposarti e tu hai cambiato idea, ti sei trasferito qui. ora hai ancora il coraggio di dirmi che esprimere quello che si vuole è cosa giusta? Che cosa è cambiato averlo espresso?”


Ora Justin aveva sul viso un’espressione ferita.

“Ho commesso un errore…” disse.

Brian scosse la testa.

“ No, Justin, tu non hai commesso nessun errore. Hai fatto bene invece. Dimentica quello che ho detto.” Disse, dandogli un bacio sulla fronte e apprestandosi a rivestirsi.

“Resta, Brian, non andare via.”

“E che differenza farebbe?”

“Farebbe molta differenza. Non deve andare per forza così tra noi. Possiamo stare insieme. Davvero insieme.”

Brian rise.

“Come una smielosa coppia monogama?”

Justin sorrise.

“ Siamo mielosi a modo nostro, anche se non a parole.”

Brian sbuffò e si mise le scarpe.


“ Brian, i miei dipinti non sono più gli stessi, se non ci sei tu. Ho perso gioia nel dipingere.” Disse di botto.

Brian smise di allacciarsi la cravatta, la camicia ancora aperta.

“Non puoi darmi la colpa di questo.” Disse.


“Non do la colpa a te, ma a me. Non sarei mai dovuto andarmene via.”

“ Non avevi scelta. Non potevi rinunciare a un’occasione come questa. Te ne saresti pentito per tutta la vita e mi avresti odiato.”

“E adesso invece odio me. Brian, ascoltami.” Disse, andandogli davanti.


Brian sospirò.

“Resta con me.”

“Qui? A New York?” chiese Brian, facendo una faccia schifata.


Justin scosse il capo, sorridendo ed era così tenero che Brian gli avrebbe dato un altro bacio.

“Lascia perdere New York. Se resterai qui con me, per un po’, appena riuscirò a far risalire un po’ i miei quadri, lasciamo New York e giriamo il mondo. Solo io e te.”

Brian sgranò gli occhi. “Sei impazzito?”

“Io e te, Brian, siamo degli spiriti liberi, ma abbiamo sempre cercato questa libertà, astenendoci da legami seri, pensando che quello imprigionasse la nostra libertà, restando però fermi nello stesso luogo. Forse in realtà, per essere liberi, dobbiamo muoverci, ma restando insieme!”

Brian lo guardò sbalordito e per un momento non disse più niente.

“Cazzo, cucciolo, dove hai letto questa discorso? In qualche poeta del 1700?”

Justin rise e gli diede un altro bacio.

“Quindi è un sì?”

“Io…ci devo pensare…ma sembra…uhm…eccitante!”

Justin rise.

“ Non hai pensato che fossi da un altro, quando non mi hai trovato in casa?” gli chiese.

“Uhm…un po’. Secondo te perché non rispondevo al telefono? Dovevo sbollire la rabbia.”

“Ma una volta che io e Michael ti avevamo spiegato…”

“E che c’entra? Dovevo sbollire TANTA rabbia.”

Scoppiarono a ridere entrambi e poi si abbracciarono.

“Ho visto i tuoi disegni, prima. Soggetti molto affascinanti, gli ultimi.” Disse Brian, alludendo ai quadri che aveva fatto dipingendo lui.

Justin lo guardò malizioso.

“ Beh, avrei voluto dipingerti nudo, ma temevo di avere un’erezione e di non riuscire a finirlo.”

“ Illuso. Non avresti mai potuto farlo bello come l’originale!” disse Brian.

“Brian…”

“Sì?”

“Mai più separati.” Disse Justin, intrecciando la mano con la sua.


Gli occhi di Brian luccicavano di felicità, la sua bocca si aprì in un sorriso tenero e il cuore battè più forte, ma lui non era tipo da risposte sdolcinate, quindi rispose solo:

“Che suona molto meglio del noioso *per sempre* . 

















Note dell'autrice: 

Eccomi ^^ Scusate il ritardo! xd

Allora, innanzitutto sono apposta vaga su come fa Justin a tornare a casa, non infierite, per favore ahhah lasciamo spazio all'immaginazione xd 

Poi... anche se non lo dico qui, voglio rendere per implicito che Justin avrà la sua fede, che cercava e d'altronde se Brian dovrà stare da Justin, è chiaro che poi dovrà prendere le sue cose :)))

Sì, Brian ha il lavoro a Pittsburg ma troverà una soluzione anche per quello...

Spero di non aver fatto un happy ending troppo fiabesco e che vi sia comunque piaciuto ^^

E poi l'importante è che stanno insieme, no? :p :p

Se mi vengono altre idee, scriverò ancora su loro due, ma per voi è meglio di no, che quando mi fisso, poi intaso i fandom ahhah

bye <3
   
 
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