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Autore: Barbara Baumgarten    15/11/2015    1 recensioni
Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato Twilight se a parlare fosse stato Edward. Ecoo che, allora, ho deciso di ripercorrere l'intera vicenda con gli occhi del vampiro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Quella mattina Bella si svegliò prima del solito, costringendo Edward ad una rapida ritirata. Rideva, il vampiro, mentre correva nei boschi alla volta di casa. Era felice e si sentiva leggero: avrebbe potuto conquistare il mondo e non c’era nulla che lo spaventava. Forse proprio nulla no. Aveva deciso di condividere con Bella una parte della sua vita da vampiro, voleva mostrarsi alla luce del sole nel senso letterale del termine. Era convinto fosse giusto, che fosse doveroso eppure… eppure, come ogni volta, la paura che lo sguardo di lei tramutasse in disprezzo era sempre presente. Sebbene la vicinanza della ragazza lo facesse star bene, non poteva nulla contro l’insicurezza costante che Edward provava nei confronti di se stesso. Ma valeva la pena rischiare.

Quando Edward salì sul pickup, facendo prendere un colpo a Bella, si era convinto a lasciare da parte le proprie paure a e godersi la giornata che avrebbe trascorso assieme a lei. Ma non aveva fatto i conti con la guida di Bella: nel momento stesso in cui realizzò che la ragazza avrebbe guidato, un senso di panico lo pervase.

“Allacciati la cintura, sono già nervoso”, le disse come un ordine. Lei sbuffò ma fece ciò che le aveva chiesto.

“Dove?” chiese Bella guardando il vampiro nei caldi occhi ambrati.

“Prendi la centouno verso nord”.

La ragazza mise in moto il pickup e, dopo aver premuto un paio di volte la frizione, riuscì ad inserire la prima marcia mettendo in movimento l’auto. Edward la guardava guidare, pregando che non capitasse nulla di male e questo, ne era sicuro, la metteva in imbarazzo. Trascorsi pochi minuti, il vampiro riuscì a tranquillizzarsi, seppur di poco, data la velocità di marcia della ragazza: era lenta, terribilmente lenta. Per uno abituato alla velocità, sembrava di guardare il mondo in slow motion.

“Credi di riuscire ad arrivare prima di sera?” le chiese, schernendola.

“Guarda che questo pickup potrebbe essere il nonno della tua auto, perciò porta un po’ di rispetto”, gli rispose leggermente inacidita dall’appunto. Edward sorrise sghembo, tornando a fissare il panorama di Forks che, a rallentatore, passava addormentato fuori dal finestrino.

“Cosa hai raccontato a Charly?” le chiese, così, giusto per intavolare una discussione e tentare di far passare il tempo.

“Che sarei uscita con Jessica”

“Bene… le hai detto che sei con me?”

“In effetti, no. Le ho detto che all’ultimo hai annullato la gita… così nessuno sa che sono con te”. A quelle parole, Edward strinse visibilmente la mascella.

“Forks è così deprimente che cerchi di suicidarti?” le domandò acido. Bella lo guardò stranita dal cambio di tono.

“Torna a guardare dritto, per favore. Okay che andiamo piano ma è meglio se tieni gli occhi sulla strada”.

“Sei stato tu a dirmi che fosse meglio non farci vedere assieme troppo spesso…”, cercò di giustificare Bella.

“Nessuno sa che siamo insieme, Bella. Ti rendi conto?”. Edward cercava di mantenere il tono della voce calmo, ma il risultato fu davvero pessimo.

“Ho pensato fosse meglio per te”

“Così tu ti preoccupi dei guai che potrei passare io… se tu non torni a casa?”. Era assurdo. Lui era un vampiro! Perché non riusciva a capire il pericolo che lui poteva rappresentare per lei? Cosa avrebbe dovuto fare per convincerla a non abbassare mai la guardia? Una prova di forza? Di velocità? Edward era sconvolto e profondamente irritato dalla poca attenzione che Bella riservava alla sua natura: come poteva vivere accanto ad un vampiro e non provare paura?

“Bella, credo che tu non capisca…”, cercò di dire, ma la ragazza sbuffò.

“Io capisco benissimo, invece. Tu hai paura di farmi del male e io so che non me ne farai. Perché non puoi avere in te la stessa fiducia che ho io?”

Fiducia… ma cosa…? Parlare con Bella sembrava parlare ad un muro. Non capiva e, a quanto pare, non avrebbe capito il problema finchè non si sarebbe trovata in una situazione pericolosa? Ma non era già di per sé pericoloso il fatto di essere da sola con un vampiro? Davvero Edward non capiva.

Rimasero in silenzio per gran parte del viaggio, solo ogni tanto Edward parlava per dare indicazioni.

“Prosegui fino a trovare uno sterrato” le disse telegrafico.

“E dopo lo sterrato?”

“C’è un sentiero”

Di nuovo silenzio. Edward fingeva di guardare dritto davanti a sé, mentre in realtà non guardava nulla. Era come accecato dalla rabbia. Rabbia verso se stesso, che non si era reso conto di quanto Bella fosse attratta da lui, a tal punto da non vederlo per quello che era. Rabbia per Bella, che non prestava attenzione alla sua stessa vita. Lui era convinto che non avrebbe fatto del male alla ragazza, ma non aveva mai messo così duramente alla prova se stesso. Cosa sarebbe accaduto se avesse visto il suo sangue? Sarebbe stato in grado di resistere?

I suoi pensieri vennero interrotti da Bella che, dopo aver fermato il pickup all’ingresso del sentiero, era scesa dall’auto. Faceva caldo, era una giornata perfetta per la gita che avevano programmato. Edward scese a sua volta e si mise a fissare il bosco, dall’altra parte del sentiero. Ora avrebbero camminato fra radici, sassi e rami… sarebbe riuscita a non farsi male?

“Di qua” le disse, indicando la folta vegetazione.

“E il sentiero?”

“Ho detto che avremmo trovato un sentiero, non che lo avremmo percorso”. A quelle parole, la ragazza i rabbuiò. Che avesse, finalmente e per sfortuna, paura? Forse l’idea di camminare per un bosco in compagnia di un vampiro non sembrava più una situazione allettante.

“Vuoi tornare a casa?”, le chiese tormentato.

“No”, rispose decisa, mentre cominciava a incamminarsi nella vegetazione. Lui sorrise: era incredibilmente testarda. La affiancò in un battito di ciglia e all’orecchio le sussurrò una promessa solenne. “Ti riporterò a casa”.

 

La camminata per il bosco prese l’intera mattina. Bella se la stava cavando abbastanza bene, era riuscita a mantenersi in equilibrio gran parte delle volte e solo ogni tanto Edward era dovuto intervenire per evitare la caduta. Ogni volta che lui la toccava, Bella aveva un fremito e la pelle diventava d’oca. Sapeva che il suo tocco era gelido, ma si consolava nell’idea che fosse lui e non la sua pelle fredda a darle quelle sensazioni. Percezioni che per lui erano decisamente opposte. La pelle calda di Bella era vita per lui e ogni volta che la sfiorava sentiva una strana chiusura in mezzo al torace, simile ai morsi della fame o al vuoto di stomaco quando si cade da un’altezza considerevole. Erano anni che non provava quelle sensazioni e per lui era come viverle per la prima volta.

D’un tratto, la luce del sole si fece più forte, oltre la fitta boscaglia che li separava dalla meta.

“Siamo arrivati” le disse, sorridendo. La radura che rimaneva nascosta dalle ultime felci, era il posto preferito da Edward nelle giornate di sole come quella. Ecco perché aveva voluto mostrarglielo: perché se lei voleva davvero far parte della sua vita, allora doveva condividere con lei anche le più piccole cose.

Quando Bella raggiunse la radura, gli occhi le si illuminarono. Era un posto fatato, dove l’erba, accarezzata dal sole, cresceva morbida e qua e là vi erano fiori dai colori pastello. Era un luogo magico per Edward, ed ora lo sarebbe stato per entrambi. Senza pensarci due volte, Bella cominciò a camminare verso il centro di quel paradiso terrestre, incurante di essere rimasta sola. Edward era ancora nell’ombra, timoroso di ciò che stava per fare. A breve, si sarebbe mostrato per quello che era e temeva la reazione di Bella. Era un passo decisivo, intimo, per il quale il vampiro si prese qualche secondo di riflessione. Era pronto? Lei lo avrebbe accettato per ciò che era? Bella gli sorrise, cercando di infondergli il coraggio necessario a muovere il primo passo verso il sole. Edward fece ciò che da vivo faceva sempre, nelle situazioni complicate: prese un bel respiro. Poi, lentamente, cominciò la sua marcia verso Bella, mentre il sole, caldo e vivo, bagnava il suo corpo. La guardava negli occhi, perché voleva carpire ogni minimo segno di inquietudine. Ma non vi era inquietudine, vi era ammirazione. Un grande sorriso comparve sul volto di lei.

“Sei bellissimo”, fu la prima cosa che gli disse.

 

   
 
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