Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Sonomi    15/11/2015    7 recensioni
Il suo profilo era vagamente illuminato dalla luce soffusa della lampada, la fotocamera prendeva tutto il suo corpo con una maestria tale da renderlo quasi angelico. Eppure, Alec lo sapeva bene, in lui di angelico non c'era proprio niente.
Solo un'aura distruttiva, come il suo cognome sembrava voler annunciare.
-----
AU!Malec. In cui un timido ragazzo si ritrova a essere il fotografo di un eccentrico modello.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sonomi's home:
SONO VIVAH. Ok, partendo dal presupposto che sono in ritardo di due mesi e mezzo, ed è una cosa OSCENA... vi chiedo scusa. Mi ero ripromessa di trovare il tempo per scrivere ma tra università e problemi personali che mi hanno abbattuta d'umore la voglia di scrivere è volata via come fumo. Nonostante tutto spero che possiate scusarmi e continuare a seguirmi. :3 
Vi lascio a questo capitolo, un po' corto ma che metterà in piedi la storia per bene ;) e che spero vi farà sorridere, che di sorrisi nel mondo in questo momento c'è un ardente bisogno. 
Con la speranza di ri-leggere le vostre amate recensioni vi saluto <3

 






PARTE OTTAVA
 

Alec fissava il direttore di Vanity Fair come si potrebbe fissare una bestia viscida e terribile, ma probabilmente quest’ultimo non se ne era nemmeno accorto. Continuava a parlare del progetto che aveva in mente di fare nelle due settimane seguenti, di come fosse rimasto talmente colpito dal suo lavoro e da quello di Magnus Bane e di come voleva approfittare della cosa. Solo in un ambiente diverso, probabilmente in un bosco, ed insieme a un altro modello, possibilmente femmina. E fin qui nessun problema, si era detto Alec. 
Non finché il signor Thompson non ebbe tirato fuori il nome dei due collaboratori. 
-Sono convinto che insieme farete tutti un ottimo lavoro- continuava a dire il direttore, senza badare all’espressione di Alec.
-Ma signor Thompson…-
-E sono sicuro che le foto risulteranno ancora meglio nella natura e..-
-Signor Thompson..-
-Mi creda signor Lightwood sarà spett..-
-Signor Thompson!- sbottò Alec nascondendo le mani sotto la scrivania. Il direttore si zittì e appoggiò la schiena alla spalliera della poltrona. -Lei si è informato, ad esempio, se la modella consigliata abbia qualche esperienza nel campo? Con tutto il rispetto, ma sarebbe terribile porre affianco a Magnus Bane una modella poco.. Beh, soddisfacente-
Alec aveva intenzione di provarle tutte. Non voleva lavorare con quella donna, né con lo sceneggiatore. 
-In precedenza la signorina Belcourt ha partecipato ad alcuni servizi minori per delle riviste e la sua bellezza è invidiabile-
-Molto bene. E lo sceneggiatore è necessario? Sono cose di cui mi sono sempre occupato io e non mi piace che qualcuno si immischi nel mio lavoro- continuò Alec, implacabile, mentre il direttore sospirava.
-Capisco che le possa dare un certo fastidio, signor Lightwood, ma la prego di chiudere un occhio per questa volta. C’è un motivo dietro a questa scelta, e non è una cosa che mi piace sbandierare ai quattro venti- 
-Io non sono “quattro venti”, ho diritto a saperlo-
Il direttore di Vanity sembrava teso come una corda di violino mentre guardava Alec in faccia, e il ragazzo ebbe la netta sensazione che volesse scappare da un momento all’altro. La questione che non voleva rivelare sembrava metterlo a disagio per davvero, ma ad Alexander non importava. Doveva dargli una motivazione valida, altrimenti avrebbe lasciato il lavoro a qualcun altro seduta stante.
Forse.
Non sopportava l’idea di Camille Belcourt spalmata su Magnus senza di lui a tenere d’occhio la situazione. 
-Quello che sto per dirle deve rimanere assolutamente fra di noi, chiaro signor Lightwood?-
Alec annuì.
-Bene. Non voglio girarci intorno. Adrian è mio nipote, non sta lavorando da tempo nonostante sia un ottimo sceneggiatore.. E voglio dargli una mano- 
Ora aveva tutto un senso, e il moro quasi si diede dell’imbecille. Avrebbe dovuto arrivarci subito, per via dello stesso cognome. E capì subito anche un’altra cosa, che gli fece ribollire il sangue nelle vene come mai prima di allora.
-Capisco. E mi dica, ci scommetto la mano destra che è stato suo nipote a consigliarle la Belcourt, vero?- domandò il ragazzo, il tono freddo e distaccato. Il signor Thompson sembrò rimanerne colpito.
-Beh si.. Oh insomma signor Lightwood. Mi sembra chiaro che ci sia qualche problema che l’assilla. Mi vuole rendere partecipe proprio come io ho fatto con lei?-
Alec si alzò in piedi, sistemandosi le pieghe dei pantaloni e il colletto della camicia. Afferrò la giacca appoggiata sulla spalliera della sedia, le chiavi della macchina e il cellulare, per poi regalare un’ultima occhiata raggelante al direttore.
-Molto bene. Le dirò cosa mi turba- affermò secco. -Lei mi ha appena offerto un lavoro affianco al mio ex, con cui ho davvero dei pessimi rapporti, ma non solo- continuò il ragazzo, mentre il signor Thompson trasaliva. -La seconda parte del problema, perché c'è una seconda parte, non riguarda la mia persona quindi temo di non poterne parlare. Forse è il caso che ne discuta anche con il signor Bane. Potrebbe avere delle reticenze ad accettare proprio come me-
-Aspetti.. Ex? Cosa..?- balbettò il direttore. -Mi sta dicendo che non accetterà il lavoro?-
-Le sto dicendo che ci penserò. Molto ardentemente- affermò Alec. -Le auguro una buona giornata signor Thompson-
E il moro si chiuse la porta alle spalle con uno scatto secco. 


Quando Alec entrò nel bar, Magnus piantò immediatamente gli occhi sulla sua figura slanciata. I capelli neri, gli occhi chiari, i vestiti costantemente scuri. Sembrava un guerriero pronto a correre in aiuto di qualcuno, freddo e implacabile. Si fece notare con un’alzata di mano e aspettò che si sedesse al tavolo prima di aprire bocca. 
Quando prese posto sul suo volto lesse solo sconforto.
-Ci sono novità, principessa?- chiese il modello e Alec sbuffò.
-Ho appena finito di parlare con Thompson. Tu non hai idea di cosa ho appena scoperto-
La cameriera arrivò di corsa, prese l’ordinazione di Alec (non senza occhiate piuttosto sorprese verso l’affascinante nuovo arrivato), e si dileguò in fretta dietro il bancone. Il moro quasi non l’aveva nemmeno notata.
-A giudicare dalla tua faccia non sono cose belle- affermò Magnus. -E credo che non saranno piacevoli neanche per me. Dico bene?- 
Alec annuì. -Parto dalla notizia positiva. Abbiamo pressoché due settimane per pensare se accettare o meno il lavoro. Ora, quale delle notizie terribili vuoi sentire per prima?-
Il tono di Alec fece per un attimo sentire a disagio Magnus, ma il modello cercò di non darlo a vedere. L’espressione che il moro aveva avuto sul volto la sera prima, quando erano avvinghiati sul divano, sembrava solo un lontano ricordo. 
-Comincia da dove vuoi-
-Ho la conferma che Camille sarà la modella che ti affiancherà. Questa è la prima notizia terribile-
Magnus fece una smorfia e lasciò cadere il cucchiaino dentro la tazza quasi vuota del cappuccino.
-Di bene in meglio..-
-Oh ma non è finita. Sai chi l’ha consigliata al direttore? Suo nipote-
-Oh. E quindi?-
-Suo nipote è Adrian, Magnus-
Il modello si congelò letteralmente, e Alec vide riflesso nei suoi occhi il più totale sconvolgimento. 
-Non scherzare-
-Vorrei fosse tutto una burla, ma temo che non sia finita qui. Adrian sarà lo sceneggiatore del servizio. Tradotto: il signor Thompson vorrebbe che noi accettassimo un lavoro con entrambi i nostri ex. Inutile dire che Adrian e Camille devono essersi ingegnati parecchio per tramare così spudoratamente alle nostre spalle- concluse Alec funerario, proprio mentre la cameriera poggiava davanti a lui la tazza di the fumante. Magnus, al contrario, fissava il suo cappuccino in silenzio. Quella situazione stava diventando ridicola in una maniera quasi tragica. Se le cose accadute fino quel momento già gli sembravano allucinanti, quella rasentava la follia.
-Potremmo non accettare..- sussurrò Magnus, riprendendo in mano il cucchiaino. 
-Potremmo. Anche se non mi piace perdere- affermò Alec. -Non vorrei che Adrian pensasse che ho rifiutato solo perché c’è lui..-
-Quindi pensi di accettare?- Magnus sembrava titubante.
-Forse. Anche perché se tu dovessi partecipare ho intenzione di tenere Camille sotto stretto controllo-
Magnus scoppiò a ridere, facendo girare metà sala verso di sé. Alec lo guardò con un cipiglio offeso da dietro la tazza della sua bevanda, ma di minaccioso aveva ben poco. Sembrava un cucciolo a cui era stato negato un croccantino. 
-Amo quando fai il geloso-
-Non è questione di gelosia..- sussurrò il moro, ma Magnus continuava a sorridergli con divertimento. 
-Beh io invece sono geloso. E se tu partecipi, verrò anche io. Thompson deve solo avvinarsi a te un po’ troppo e potrà dire addio alle sue palle. E al suo lavoro-
Alec sorrise e lasciò che le dita fredde e affusolate si scaldassero contro il bordo della tazza. Guardando le proprie mani gli venne in mente come sua sorella Isabelle avesse reagito a quella notizia, quando l’aveva informata fuori dall’ufficio di Thompson: era sbiancata completamente e aveva iniziato a pensare a un modo per sabotare il servizio fotografico. O per uccidere Adrian. Izzy non l’aveva mai sopportato, nemmeno quando la relazione fra lui e Alec sembrava andar bene. Sosteneva che fosse un tizio strano, criptico e viscido. “Ti spezzerà il cuore, fratellino”, gli aveva detto una volta. Se solo le avesse dato retta prima..
-Principessa, ti sei perso nel mondo delle favole?-
La voce di Magnus lo fece riscuotere dai suoi pensieri, e si sforzò di sorridere.
-Stavo pensando, scusami. Dicevi qualcosa?-
Magnus fece un sorrisino, uno di quelli cattivelli che non portavano mai a nulla di buono. Alec lo guardò sporgersi sul tavolo, le mani intrecciate, e per un attimo pensò che fosse fin troppo bello e carismatico per poter essere vero. 
-Credo di aver avuto una piccola idea che potrebbe far volgere la situazione a nostro favore..- 
-Ahi ahi, non mi fido Bane. Le tue idee sono pericolose-
-Non temere principessa. Nulla di pericoloso- affermò Magnus annuendo. -Ho solo bisogno di una risposta molto sincera da parte tua. Se il servizio fosse affidato a un altro fotografo ci rimarresti male?-
Alec sbattè le palpebre, perplesso. -No. Decisamene no- 
-Ottimo. Era proprio quello che volevo sentirmi dire-
-Perché ho la sensazione che mi pentirò di aver risposto così?-
Alec sembrava sinceramente preoccupato, ma Magnus era troppo euforico per la splendida idea che gli era balenata in testa. E aveva anche l’arma giusta per fare in modo che andasse a buon porto. 
Non aspettò altro tempo: fece alzare Alec dal tavolo, pagò per due e trascinò il moro fino a casa sua. Avrebbe fatto volentieri gli onori di casa come dovuto, magari ricordando al divano cosa era successo la sera prima, ma prima di tutto aveva bisogno di quella foto. Magnus aprì l’armadio in camera, tirando fuori uno scatolone dall’aria consunta, e iniziò a cercare convulsamente l’oggetto dei propri desideri. Sapeva di averla messa lì entro, al sicuro da occhi indiscreti, ma esultò comunque quando le sue dita ambrate andarono ad afferrare i bordi di una foto un po’ ingiallita dalla polvere. Alec si sporse oltre la sua spalla e osservò con completo sconvolgimento ciò che quell’immagine rappresentava.
-Santo cielo Magnus! Cosa ci fa una foto di Thompson con la segretaria in casa tua?!-
-Si chiama ‘arma di ricatto’ principessa. Me la sono procurata quando Thompson ha iniziato a pretendere un po’ troppo da me senza pagare straordinari. Ero già un modello famoso, eppure si ostinava a trattarmi come un novellino. Gli ho dato modo di ricredersi-
-Tu sei terribile-
Magnus sorrise.
-Oh, lo so principessa-

Quando Magnus aprì la porta dell’ufficio del signor Thompson, Alec sapeva che le cose si sarebbero messe male. Aveva questa strana sensazione alla bocca dello stomaco, qualcosa che gli diceva che l’idea di Magnus era un po’ una follia. 
-Oh, Bane, Lightwood, siete venuti qui per parlare del servizio?- domandò il direttore alzandosi in piedi e allargando le braccia verso di loro come se avesse voluto stringerli a sé. 
-Esattamente direttore- esclamò Magnus, fintamente euforico, lasciandosi cadere su una sedia. Alec rimase in piedi, impietrito. 
-Spero che siate qui per portarmi buone notizie. Alexander oggi mi ha accennato a qualche problema di cui..-
-Oh si direttore. Proprio così- lo interruppe Magnus infilandosi le mani in tasca. -Diciamo che c’è qualcosa che vorremmo ridefinire per questo servizio. Molte cose-
Il signor Thompson perse il suo sorriso, e sedette a sua volta sulla poltrona. Guardava l’espressione di Magnus con un misto di terrore e panico.
-I termini del servizio sono molto chiari ragazzi, o accettate del tutto o..-
Il direttore non finì la frase. La mano di Magnus scattò fulminea fuori dalla giacca e la foto incriminata balzò davanti agli occhi di tutti teatralmente. Il signor Thompson impallidì come poche volte nella vita, e Alec guardò il volto di Magnus accendersi di trionfo, rendendolo simile a un angelo vendicatore un po’ birbante. 
-Possiamo ritrattare sul servizio adesso, signor Thompson?-
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Sonomi