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Autore: SynysterIsTheWay    15/11/2015    3 recensioni
Dal prologo:
-Non lo voglio.- Sbottò improvvisamente Brian, facendo crollare tutte le speranze della sedicenne che sbarrò
gli occhi di colpo.
-Perché dovrei accettare questi stupidi cioccolatini? Preparati da una sfigata come te, per di più.
Ti aspettavi davvero che accettassi un gesto del genere?- Borbottò il ragazzo con acidità e freddezza,
distruggendo il cuore di Aria che aveva già smesso di battere da un po'.
Aria stava cercando di trattenere le lacrime il più che poteva dinanzi a quegli occhi così gelidi quasi
quanto lo era stato il suo tono di voce.
-Che perdita di tempo.- Sbottò ancora il ragazzo, prendendo il pacchetto dalle mani della ragazza
per poi frantumarlo contro il pavimento.
Lo aveva gettato a terra e la giovane stava rischiando quasi un collasso nell'osservare quel gesto
di rifiuto da parte del ragazzo che tanto le piaceva.
Tutti gli studenti erano scoppiati improvvisamente a ridere di lei e a prenderla in giro
mentre Brian si limitò a sorriderle con cattiveria.
Un sorriso di sfida che le fece gelare il sangue nelle vene.
-Se devi piangere, sii almeno abbastanza rispettosa da farlo per conto tuo. Grazie.-
Con quelle ultime parole, Aria scappò via dalla mensa in lacrime
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Preciso che i fatti e personaggi sono completamente inventati da me e tutto questo non ha niente
a che fare con i veri personaggi famosi a cui si ispira questa ff".

6° Who can save me now?







 
“Non fate innamorare chi non avete intenzione di amare.” 








Il giorno seguente erano cambiate tante cose.
Tutti salutavano Aria come se la conoscessero da una vita e la ringraziavano
per aver reso omaggio agli Avenged Sevenfold la sera precedente.
Persino Brian aveva iniziato a vederla sotto un altro aspetto.
O almeno era questo ciò che la ragazza si aspettava il giorno in cui sarebbe
tornata a scuola.
Ma le cose non funzionarono così come pensava.
La situazione era precipitata ancor di più.
Aria camminava per il corridoio scolastico con i libri stretti al petto
in compagnia di En che era stanco di sentire tutte quelle voci
a dir poco urtanti.
Gli studenti la guardavano sott'occhio, alcune ragazze ridevano di lei alle sue spalle
e, qualcuno più presuntuoso, arrivava persino al punto di riderle in faccia.
La situazione era peggiorata solo perché la sera prima aveva deciso di lasciarsi
guidare dal suo istinto e fare ciò che riteneva più giusto.
Aveva fatto vincere gli Avenged Sevenfold contro i Flash Clash ed in quel momento
tutta la scuola era al corrente di ciò che era accaduto.
Dovunque, arrivavano voci che parlavano di lei come se avesse commesso chissà quale crimine.
"Ma che stupida, così innamorata da far vincere gli Avenged Sevenfold e farsi mettere
addirittura i piedi in testa da Brian"
, diceva qualcuno, facendole venire la voglia
di scappare da quell'istituto il prima possibile.
"Ridicola, tutto questo solo per entrare nelle grazie del nostro Gates", dicevano le più invidiose
invece, che trovavano come sempre il pelo nell'uovo per metterla sotto una cattiva luce.
Aria sospirò.
Ne aveva abbastanza di quel posto. Non aspettava altro che la fine di quell'anno scolastico
cosicché non sarebbe stata costretta ad avere a che fare con Brian e i suoi migliori amici
che si sarebbero diplomati e l'avrebbero lasciata in pace per sempre.
-Cazzo, tutta la scuola parla di te.- Disse En infastidito, parlando alla sua migliore amica.
-Era solo un voto.- Si giustificò Aria, abbassando lo sguardo verso il pavimento.
-Non era un voto qualsiasi...hai fatto vincere quei bastardi, Aria.- Rispose di rimando En, grattandosi
la nuca.
-Sono solo stata sincera...non potevo sapere che avrei dovuto subire tutto questo. Anzi. Pensavo
che la situazione si sarebbe placata!- Esclamò la ragazza, sbuffando rumorosamente.
-Hai solo dato a quei cinque qualcosa in più per metterti in ridicolo. Stai attenta piccola,
non voglio che ti accada qualcos'altro. Se Gates si azzarda ad importunarti ancora, non esitare minimamente
a chiamarmi.-
-Stai tranquillo, En. Non mi farò sconfiggere. Non più.- Aria quasi sussurrò le ultime parole
per poi lasciarsi stringere dal suo migliore amico nel bel mezzo del corridoio.
-Brava la mia piccola.- Sussurrò il ragazzo, abbracciando la ragazza come se non l'abbracciasse da secoli.
Avrebbe quasi potuto frantumarle le costole.
Il suono della campanella fece sussultare i due ragazzi, facendo subito sciogliere il loro
abbraccio.
-Corro a lezione! Ci vediamo alla mensa?- Domandò poi En, iniziando ad incamminarsi verso l'aula
di chitarra.
-Certo! A dopo, En!- Rispose Aria, voltandosi e dirigendosi verso l'aula di storia.
Ignorando tutti i commenti su di lei, prese coraggio ed entrò nell'aula salutando il professore
e sedendosi al proprio posto.
Qualcuno stava ancora parlando di lei nell'aula ma, la giovane, stava solo ingoiando tutto
ciò che continuava a sentire alle sue spalle.
Le costava davvero troppo sentirsi innamorata di uno come Synyster Gates.




















***













En entrò in aula con tranquillità e si chiuse la porta
alle spalle nell'attesa dell'arrivo del professore.
Salutò con dei pugni i suoi più cari amici e si sedette sul proprio
banco, prendendo la sua chitarra tra le mani.
Sembrava poco tranquillo perché la sua calma si era sentita scossa
da quel ragazzo dagli occhi color nocciola che era entrato in aula con tanto
di superiorità ed indifferenza.
Gli occhi di En si posarono sulla figura di Brian che aveva appena salutato
alcuni conoscenti e stava mostrando tutta la sua diffidenza ad alcune studentesse
del quinto anno che continuavano a guardarlo come se fosse Dio.
En restò schifato dalle reazioni delle sue compagne di classe, ma, cercò di trattenere
tutta la voglia che aveva di dimenarsi su Brian per spaccargli la faccia.
Si sarebbe trattenuto ma lo avrebbe fatto solo per Aria.
Le voleva troppo bene per ferirla.
-En, allora che cosa farai il mese prossimo? Hai scelto la gita o il campeggio come attività
scolastica?- Gli domandò Harry, dandogli delle pacche sulla spalla.
-Ancora non lo so, Harry. Penso che approverò l'idea di Aria di andare in campeggio.- Rispose
il riccio, strimpellando la sua chitarra acustica.
-Campeggio? Non ti facevo un tipo da campeggio, En!- Esclamò poi Micael, aggiustando
le corde del suo strumento.
-Ho dovuto accettare i ricatti di Aria, sapete com'è fatta.- Sorrise di gusto En,
al solo pensiero che la sua migliore amica avrebbe potuto rompergli tutti i suoi amati
videogiochi.
-Ho scelto anch'io il campeggio! Sono sicuro che sarà divertente...vedremo
anche le ragazze in costume, ma ci pensate?!- Ad Ivan gli si illuminarono gli occhi.
-Possibile che tu non riesca a pensare ad altro, Ivan?- Ridacchiò En.
-Ma perché, tu non hai pensato al fatto di dover vedere Aria in costume? Dio,
quella ragazza deve essere uno schianto senza vestiti!-
En diede uno schiaffetto innocente sulla nuca dell'amico, quasi rimproverandolo.
-Ma figurati, En l'avrà vista nuda un milione di volte!- Esclamò poi Harry, ghignando.
-In costume solo quando andavamo a mare con i suoi genitori. Giuro di non averla mai
toccata neanche con un dito.- Continuò En, arrossendo.
-Cazzo, ma quand'è che te la sbatti ad una così?- Domandò poi Micael, riferendosi ad Aria.
-Sapete che non sono come voi. Io punto a qualcosa di più...non guardo solo tette e culo in una ragazza
e non penso solo a farmela. Oltretutto...Aria è la mia migliore amica da anni.- Disse il ragazzo con serietà,
mentre Brian si era fermato ad ascoltare la conversazione con curiosità.
-Beh ma al campeggio hai una scusa in più per starle vicino, no? Puoi farci l'amore.- 
-Le voglio semplicemente bene, Harry.- Continuò En, cercando di mantenere la calma e
trattenere i battiti del suo cuore.
-Spero tanto che tornato dal campeggio avrai qualcosa di perverso da raccontarci!- Mormorò Ivan, dando delle gomitate
maliziose al riccio che si fece scappare una risata divertita.
-Smettetela...le voglio troppo bene.- Rispose ancora En, pensando intensamente a quella ragazza
che tanto come una migliore amica non riusciva più a considerare.
I ragazzi ridacchiarono maliziosamente, mentre, En se ne stava semplicemente zitto perché
conosceva bene i suoi polli.
Sapeva quanto amavano scherzare su di lui e la sua migliore amica e quanto avrebbero insistito
per convincerlo a portare al letto Aria.
Ma lui non le avrebbe mai fatto del male.
Se mai avesse dovuto portarsela al letto lo avrebbe fatto con tutti i sentimenti che provava
da anni nei suoi confronti.
Se ne era innamorato così perdutamente da volerla tutta sua pur sapendo di essere considerato
solo il suo vecchio e buono migliore amico.
Ma En non puntava solo sul fare l'amore con lei. Lui la voleva per davvero come non aveva
mai desiderato nessun'altra.
Le sue storie non duravano mai troppo a lungo da quando c'era Aria nel suo cuore.
Qualsiasi ragazza trovasse, per lui, non era mai abbastanza.
O semplicemente...non era Aria.
Il professore entrò improvvisamente in classe, facendo scivolare En dal banco e facendolo sedere
al proprio posto con la sua solita chitarra tra le mani.
Tutti gli altri studenti fecero lo stesso mentre il giovane stava solo cercando di non focalizzarsi
sul fatto che avrebbe trascorso una settimana in campeggio in compagnia della donna che ama.
Quasi non poteva credere al fatto che la scuola avesse messo a disposizione quella grande opportunità.
Le classi di seconda e di quinta si sarebbero coalizzate per il campeggio o semplicemente
per un viaggio d'istruzione.
In cuor suo, En sapeva che quella sarebbe stata la sua grande occasione.
Avrebbe dimostrato ad Aria quanto era in gamba e l'avrebbe lasciata dormire
tra le sue braccia, sotto le stelle.
Era la sua grande occasione e non l'avrebbe mai sprecata per nulla al mondo.
-Bene ragazzi, che ne dite di provare la traccia numero cinque, oggi?- La voce squillante
del professor Spencer fece sussultare En che annuì di colpo senza dire una sola parola
di troppo.
Tutti gli studenti del quinto anno prepararono le loro chitarre iniziando a strimpellarle
con velocità.
Il professor Spencer continuava ad osservare tutti i suoi studenti con soddisfazione mentre
Brian sembrava suonare con naturalezza ed eleganza.
-Perfetto ragazzi, adesso attaccate con la traccia numero dieci!- Esclamò l'uomo in giacca
e cravatta, battendo le mani a ritmo.
En si disconcentrò in fretta quando iniziò ad osservare Gates suonare con molta più velocità
di lui.
Non si era mai sentito inferiore a nessun altro che a quel ragazzo che tanto odiava.
-Okay ragazzi, fermatevi. Haner, avvicinati a Rigby e Farewell...mmm...vicino a Langraab!- Ordinò
il professore, intimando a Brian di sedersi al fianco di En per poi cambiare postazione anche ad
altri studenti.
Il riccio sbuffò nel vedere Gates alzarsi e sedersi al suo fianco, ma, non poteva obiettare seppur
avrebbe tanto voluto farlo.
Brian sembrò tranquillo e spigliato mentre En avrebbe semplicemente preferito di prenderlo a calci.
-Voi due, iniziate con la traccia due e voi quattro con la cinque!- Ricominciò il professore, indicando
alcuni studenti nell'aula che iniziarono a suonare in sintonia.
-Haner e Rigby...la traccia numero otto è vostra!- Esclamò ancora Spencer, indicando i due ragazzi
e vedendoli quasi farsi guerra nel momento in cui iniziarono a suonare la traccia numero otto.
Brian suonava con una maestria ed una semplicità che fece intimorire subito En che, continuava a fissarlo
quasi come se volesse ucciderlo.
Di conseguenza, En perse il controllo come un equilibrista su di una corda.
-Hai sbagliato accordo, Rigby.- Gli sussurrò Brian, come per prenderlo in giro.
-Sta zitto, Haner.- Lo rimproverò En, ringhiandogli contro.
-Dico sul serio, stai suonando una merda.- Lo prese ancora in giro Gates, ridendo di gusto.
-Vaffanculo. Pensa a suonare per conto tuo.-
-Era il terzo accordo, comunque.- Continuò Brian, muovendo con velocità le sue dita sullo strumento.
En smise improvvisamente di suonare ed il professor Spencer lo osservò rimproverandolo
con un solo sguardo.
-Perché ti sei fermato, Rigby?- 
-Mi scusi professore. Ricomincio subito.-
-Sbrigati. Haner, i miei complimenti come al solito.-
-La ringrazio professor Spencer...ma possiamo suonare qualcosa di più complicato
per favore?-
Il riccio quasi diventò viola dopo aver sentito le parole di Brian.
Se prima voleva ucciderlo...in quel preciso momento voleva solo incatenarlo ad una
sedia elettrica.
-D'accordo Haner ma non credo che gli altri riuscirebbero a restare al tuo passo.- Ammise
il professore, guardandosi intorno.
-Io posso.- Disse improvvisamente En, facendo voltare tutti i presenti verso di lui.
-Ne è proprio sicuro, Rigby? La traccia numero sedici è piuttosto difficile...è di un livello
altamente superiore a ciò che state studiando nell'ultimo periodo.- Continuò l'uomo, aggiustandosi
la cravatta.
-Posso farcela, l'ho studiata bene.- Borbottò En, lanciando uno sguardo di sfida a Gates che sorrise
di rimando.
Quella era una sfida vera e propria.
-D'accordo allora. Voi altri riposatevi pure...Rigby, Haner...a voi il resto.- 
Al via del professore, Brian e En iniziarono a suonare la traccia numero sedici con una velocità
stratosferica.
Le dita delle mani dei due ragazzi si stavano quasi infiammando nel continuare a scivolare su quelle
corde che trabballavano senza sosta.
En si stava sforzando un sacco e stava stringendo i denti il più che poteva mentre, al contrario,
Gates suonava come se fosse nato già imparato.
Dopo circa cinque minuti, En fu costretto a fermarsi mentre Brian continuava a suonare, rivolgendo
uno sguardo vittorioso al ragazzo che si sentì immediatamente sconfitto.
-Complimenti Haner, gran bel lavoro! Rigby...è meglio se ricontrolli un po' la traccia
numero sedici...ci sono delle imperfezioni a cui devi lavorare.-
Consigliò poi il professore, congratulandosi
con Brian che si alzò dalla sedia con soddisfazione.
-Non provare mai più a sfidarmi, Rigby.- Gli disse il ragazzo tatuato, incenerendolo con un solo sguardo.
En respirava a pieni polmoni ed assottigliò gli occhi, osservando poi Gates uscire dall'aula, pieno
di sé.
Non aveva mai odiato nessuno quanto lui.


























***



























Finite le lezioni scolastiche, Aria uscì dall'aula di batteria con l'intenzione
di riporre tutti i libri nell'armadietto.
Quando però vide Michelle Dibenedetto seduta a terra, con la testa posizionata sull'apposito
armadietto, avrebbe quasi voluto fare un passo indietro.
Aria non sapeva cosa le stesse prendendo in quel momento, ma, sapeva che se quella ragazza
stava piangendo era perché forse stava soffrendo per davvero.
Michelle aveva tutto il trucco dissolto sul viso, dei lacrimoni che le uscivano di continuo
dagli occhi e le labbra rosse come ciligie.
Stava piangendo.
-Ehm...Michelle?- Aria cercò di attirare l'attenzione della ragazza che alzò a sua volta lo sguardo
verso quello della giovane.
-Cosa cazzo mi guardi, eh? Che cosa c'è di bello da guardare in tutto questo?!- Le urlò contro
Michelle, asciugandosi le lacrime con un fazzoletto ormai colmo di mascara e trucco andato
a male.
-Io vorrei solo riporre i libri nel mio armadietto.- Rispose tranquillamente Aria,
sorridendole.
-Merda. Tra tanti armadietti questo doveva essere proprio il tuo?!- Ribatté ancora Michelle,
alzandosi dal pavimento e tirando su col naso.
-Se volevi potevi anche restare...-
-Lascia perdere.-
-Perché stai piangendo?-
-Fatti i cazzi tuoi.-
-E va bene, scusa.- Rispose di rimando la mora, aprendo l'armadietto e riponendovi alcuni libri
al suo interno.
Michelle se ne stava zitta ma non piangeva più.
Aveva smesso. Forse per orgoglio.
-Scommetto che questa è tutta opera di Brian.- Si lasciò scappare Aria, chiudendo l'armadietto
ed avvicinandosi ancora a Michelle.
-Cosa te lo fa pensare?- Domandò la bionda, rivolgendole uno sguardo colmo di dolore
e tristezza.
Mai si sarebbe aspettata di vedere la Dibenedetto ridotta in quello stato.
-Ha un certo debole nel far piangere le ragazze.- Disse Aria, riferendosi al chitarrista.
-Già...io sono solo un'altra delle sue vittime.- Mormorò Michelle con la voce strozzata e 
la voglia di vivere pari a zero.
-Non dovresti permettergli di farti del male. Voglio dire, perché ti fai trattare
come una Barbie da lui? Non ha senso. Dovresti ribellarti.-

-Ribellarmi a cosa? Ad uno che si diverte solo a scoparmi?!-
-Ma tu lo sapevi sin dall'inizio a cosa saresti andata incontro nel diventare la sua
scopamica.-

-Non farmi la morale. Non proprio tu...-
-Sono una sfigata e lo so, ma ho un po' di sale nel cervello. Quello che dovresti avere anche tu che sei
così innamorata da farti usare da uno come Brian che non amerà mai nessuna. Io me ne sono fatta una ragione,
sai? A questo punto, credo che possa riuscirci anche tu.-

-Tu sei stata rifiutata...lui invece ha ancora bisogno di me.-
-Sei libera di pensarla come vuoi. Ma se è così, evita di piangere o fare sceneggiate e prenditi
le responsabilità di ciò che hai accettato. Sapevi che saresti andata incontro a tutto questo, no?-

-Smettila...tu...non sai un cazzo di quelli che siamo stati noi!-
-Se proprio vuoi saperlo, neanche mi interessa. La verità è che ti sto parlando solo perché mi dispiace
vederti ridotta in questo stato per l'amore di una persona che non avrai mai. Più vedo te e più vedo me.
Capisci cosa intendo, vero?-

Michelle annuì debolmente alle parole di Aria, capendo che tutte quelle lacrime che stava versando...avevano
attraversato anche il viso della ragazza che aveva di fronte.
Ed Aria era ancora viva.
Perché non sarebbe potuto esserlo anche lei?
-Non farti più usare da lui, Michelle. Tu hai aiutato me quella volta, ricordi? Quindi adesso
dammi la possibilità di farti capire che tu dovresti avere una tua dignità.-

Michelle annuì ancora alle parole della giovane, ma, sapeva che il giorno seguente sarebbe ritornata
ad essere la speciale scopamica di Gates.
-Cazzo...mi sento così ridicola a piangere in questo modo per un uomo...- Ammise la bionda,
asciugandosi ancora delle ultime lacrime pendenti dai suoi occhi.
-Le grandi ragazze piangono quando il loro cuore si sta spezzando, perdonati.- Rispose semplicemente
Aria, vedendola poi sorridere.
Dopo quel sorriso, Michelle se ne andò senza dire una sola parola di più.
Ed Aria si era sentita più vuota del solito.
Perché doveva essere tutto così complicato?























***

















Con velocità, Aria e En si addentrarono nel parcheggio sul retro dell'istituto
scolastico.
La giornata scolastica era finalmente giunta al termine e loro potevano
dedicarsi ai propri hobby o a qualsiasi altra cosa avessero voluto fare.
Alcuni studenti, invece, sarebbero rimasti a scuola per studiare alla biblioteca offerta
dall'istituto stesso.
-Tu devi ancora spiegarmi del perché sei così brava ad aiutare gli altri ma mai te stessa.- Rimproverò
En, tenendosi lo zaino su di una sola spalla ed indossando i suoi occhiali da sole.
-Ho solo aiutato una ragazza che stava soffrendo per amore...- Si giustificò Aria, pensando
ancora a Michelle e al rapporto che si era instaurato tra le due solo qualche minuto prima.
-Ma era Michelle Dibenedetto, porca troia.- Ribatté il ragazzo, abbozzando un sorriso.
-Lo so ma...sai come sono fatta.- 
-Lo so molto bene ma ricordati che ci sono persone che potrebbero pensare di approfittarsi
della tua bontà. Devi tenere gli occhi bene aperti e sapere di chi fidarti.-
-Certo, papà.- Disse Aria, scoppiando poi a ridere.
-Che scema.- Rispose En, sorridendole con dolcezza per poi entrare in auto e posizionarsi
al posto di guida.
Aria fece lo stesso.
-Allora, al campeggio non penserai di lasciarmi tutto da solo in un angolino, vero?- Le domandò
il suo migliore amico, facendo il finto offeso.
-Non lo farei mai! Ho intenzione di godermi il weekend e fare nuove esperienze.-
-Cosa intendi con...nuove esperienze?-
-Conoscere qualcuno e...divertirmi. Ho sedici anni, dopotutto.-
-Sei ancora troppo piccola per certe cose.-
-Ma se sono l'unica vergine della mia classe!-
Urlò Aria, guardandosi poi intorno per assicurarsi che
nessuno l'avesse sentita.
-Shh, non urlarlo al mondo! Qualcuno potrebbe pensare di approfittarsene.- La prese in giro En,
beccandosi tre o quattro ceffoni di fila.
-Come non detto. Quindi è vero che la mia piccola è ancora...piccola.- Mormorò il ragazzo, sorridendo
mentre lasciava uscire dalle labbra l'ultima parola.
-Già...ma pensavo che lo sapessi, no? Sai come sono fatta. Non ho mai avuto esperienze in questo
campo e mi sento così sfigata da far paura.-
-Non devi dire così. Tempo al tempo e farai anche tu le tue esperienze. Ma vergognati ragazza,
hai troppe cose da imparare!- Esclamò poi En divertito, mettendo in moto l'auto.
Nello stesso momento in cui En stava pensando di sfrecciare via, però, qualcosa lo bloccò.
Aria si voltò alla sua destra ed osservò alcuni studenti indicarla e ridere con le lacrime agli occhi.
-Ma che cosa sta succedendo ora?- Domandò il riccio, perplesso, scendendo dall'auto ed osservando con attenzione
il suo veicolo.
-Beh, che cazzo vi ridete voi? Cos'ha la mia macchina che non và?- Continuò il ragazzo, posizionandosi
le mani sui fianchi con segno di rimprovero verso tutti gli studenti che stavano uscendo dall'istituto
e ridevano come impazziti.
-Non è la tua macchina a non andare, amico! Ma la tua amica!- Strozzò un ragazzo dai capelli biondi,
indicando ancora Aria che inarcò il sopracciglio e scese dall'auto con le gambe che iniziarono a tremarle.
En si voltò verso la giovane senza però riuscire a capire cosa stesse accadendo.
Fu un attimo, in cui la voce di Aria rimbombò ovunque come se qualcuno avesse ben pensato
di registrare le sue parole e le stesse facendo sentire al tutto il mondo.










"Sei ancora troppo piccola per certe cose.
Ma se sono l'unica vergine della mia classe!"








Il suono della voce di Aria percorse i corridoi scolastici e qualsiasi altra aula,
riempiendo anche le menti degli studenti che erano usciti dall'istituto per prenderla
in giro ed avere qualcos'altro su cui spettegolare.
Più la giovane sentiva la sua stessa voce dall'altoparlante e più avrebbe voluto rompersi
in mille pezzi.
Gli occhi avevano ricominciato a cacciare quel liquido cristallino ed il viso si era
colorato di un rosso acceso che la fece quasi sembrare un pomodoro.
Quanto avrebbe voluto coprisi il viso con un sacchetto qualsiasi. Quanto avrebbe voluto
semplicemente scomparire nel nulla e non aver mai detto quelle cose ad En.
Dio, quanto si vergognava.
-Dai verginella, che ne dici di provarci con me? Farò piano, te lo prometto!- Le disse un ragazzo,
ridendole in faccia come non mai.
Aria respirava quasi a fatica mentre stava solo cercando di capire cosa fosse accaduto.
Chi aveva osato registrare ciò che aveva appena detto al suo migliore amico?
-Che ne dici se ti svergino al campeggio, piccola Aria?- La prese in giro ancora un altro studente, passandole
dinanzi agli occhi.
-Ma che sfigata.- Sbottò poi una di quelle ragazze pon-pon dall'aria di una che aveva avuto
anche fin troppe esperienze in quel campo.
La mora stava rischiando di rimanerci la pelle in tutto ciò che la circondava.
En era tornato all'auto e la stava esaminando con attenzione, scorgendo poi un piccolo registratore
elettronico incollato al suo pick up.
-Aria...qualcuno deve averlo messo nella mia auto. Ti giuro che io non centro niente in tutto
questo, non ti avrei mai fatto una cosa simile...- Disse En sentendosi mortificato dinanzi alla sua migliore
amica che stava per svenire lì, davanti a tutti.
La ragazza osservò bene il micro registratore tra le mani del ragazzo per poi voltarsi verso Brian
che se la stava ridendo con la sua sigaretta dimezzata tra le labbra.
Aria sapeva.
Sapeva che centrava lui in tutta quella storia.
-Lasciatela in pace, cazzo! Piccola, torniamo a casa...- En le accarezzò una spalla, 
ma, la giovane non avrebbe resistito accanto a lui neanche un secondo di più.
Era già scattata via, più veloce della luce verso quel ragazzo che le aveva fatto tremare
le vene e spaccato il cuore calpestandoglielo di continuo senza mai fermarsi.
-Io ti odio, cazzo! Ti odio da morire, da morire!- Urlò Aria con le lacrime agli occhi
e la voce strozzante, buttando calci e pugni contro Gates che era riuscito a parare ogni
colpo con agilità.
Jimmy pensò bene di bloccare Aria dai polsi, incrociandoglieli dietro la schiena per evitare
che potesse continuare a dare dei pugni contro il torace di Brian.
-TI ODIO!- Urlò ancora la ragazza, presa da tutta la rabbia che aveva dentro.
-Calma, ragazzina.- Le disse poi Zacky, inarcando un sopracciglio.
-Questa volta l'hai fatta grossa, mi sa, Gates.- Sussurrò poi Johnny, incrociando le braccia verso
il petto.
Brian si limitò ad osservare Aria e vedendola così arrabbiata non poté fare a meno di riderle
nuovamente in faccia.
-Gates, cazzo, ancora tu!- Esclamò En, facendosi avanti con le sue spalle larghe ed un pugno 
che stava già iniziando a caricarsi.
-Io? E pensare che non avete neanche delle prove concrete per incolparmi.- Borbottò Brian,
serrando la mascella.
-Non servono prove per capire che sotto tutta questa storia ci sei tu, cazzo!- Sbottò ancora En,
facendo un qualcosa di cui non si pentì neanche per un secondo.
Un pugno secco colpì la mascella di Brian, facendolo voltare e riempiendo i suoi occhi di sangue.
Tutti rimasero stupiti dal gesto di Ridgby ma, soprattutto, dal modo in cui Brian gli si versò contro dopo
il pugno con agilità.
Gates si lanciò addosso al ragazzo ed entrambi stavano quasi rischiando di uccidersi di botte.
Tutti gli studenti urlavano felici ed in cerca di rogne, mentre, Jimmy e gli altri stavano già pensando
di lanciarsi contro En per aiutare il loro migliore amico.
-No, ti prego. Non fategli del male!- Esclamò Aria, prendendo un braccio di Sullivan per fermarlo.
Jimmy osservò con attenzione gli occhi sinceri della ragazza e sospirò, intimando a Matt e agli
altri di fermarsi con un solo sguardo.
Aria si avvicinò ad En non appena lo vide a terra con un occhio diventatogli quasi viola.
Matt, Jimmy, Johnny e Zacky si occuparono di Brian, portandolo il più lontano possibile da lì.
-Sei un uomo morto, Rigby. Sei un uomo morto!- Ringhiò e minacciò Brian contro il ragazzo, mentre veniva
trascinato via dai suoi amici.
La giovane si occupò invece di accompagnare En alla sua auto e di scappare prima ancora che qualcuno all'interno
dell'istituto potesse notare che vi era appena stata una rissa.
-En...mi dispiace tanto per quello che è successo...- Disse Aria sotto voce, prendendo una mano del
suo migliore amico e portandosela sul cuore.
-Non devi dispiacerti. La prossima volta lo ammazzo sul serio. Ha davvero esagerato.- Sbottò En, sputando un grumo di sangue
sull'asfalto.
Ma Aria non riuscì più a sostenere quella situazione.
Scoppiò in lacrime, entrando in auto e lasciando scivolare quelle lacrime amare sul suo viso.
-Ehi...piccola...ma perché fai così adesso?- Le domandò En, preoccupato.
-Mi dispiace davvero tanto, En.- Continuò Aria, lasciandosi stringere dal suo migliore amico
già pronto ad offrirle tutto il suo conforto.
-Shh, non è successo niente piccola, sta tranquilla. Domani avranno già dimenticato tutto.-
-Come vorrei fosse davvero così, En.-
-Ehi, basta chiudere gli occhi e non pensarci più.-
-Quanto vorrei svegliarmi domani e non riuscire a ricordare neanche del motivo per cui sto piangendo.-
-Andrà tutto bene, piccola.-
-Mi stai stringendo troppo forte, En.-
-Shh.-
-En?-
-Mmh?-

-Non riesco ancora ad odiarlo...-
-Provaci, almeno.-
-Ci ho già provato.-
-E tu provaci ancora.-
-Non ci riuscirò mai.-

-A provare a non amarlo?-
-No, ad odiarlo.-

































NOTE DELL'AUTRICE.

Buonsalve lettori!
Sì, lo so, vorreste uccidermi ed avete ragione ma...ho avuto
un sacco di impegni nell'ultimo periodo e avevo perso quasi la voglia
di continuare questa ff.
Ma, in cuor mio, ho deciso che continuerò ad aggiornarla e a scrivere.
La persona a cui avevo dedicato questa storia mi è caduta dal cuore in qualche modo...
Sì insomma, voi maschietti siete una cosa assurda eh!
Sì sa, no? Quegli amori sfuggenti che però non portano mai a nulla di buono.
Ma basta parlare di me.
Per ovvie motivazioni non volevo più continuare questa storia ma poi ho pensato...
"perché devo abolire un qualcosa, un tassello che ha fatto parte di me?" 
E quindi, eccomi ritornata con un nuovo capitolo!
Ogni tanto il blocco dello scrittore si fa sentire ma sono felice di esser tornata
anche perché ora c'è una nuova persona speciale nella mia vita che mi ha fatto
ritornare quella voglia e quello spirito che avevo per quanto riguardava la scrittura.
Cosa non fa l'amore, eh?
Comunque sia, ucciderei anch'io Brian quindi SOLIDARIETA', LETTORI!
A proposito di questo, so che sono in ritardo ma spero vivamente che i miei cari lettori
ci siano ancora e che non mi abbiano mandata a quel paese.
Anche se me lo meriterei, I know!
Beh, ma almeno, sono tornata...no?
Grazie a tutti coloro che continuano ad esserci e a coloro che hanno continuato a chiedermi
gli aggiornamenti.
Siete dolcissimi.
Siete l'amore.
E vi sposo tutti.
TUTTI.
Okay, basta.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo e...se riceverò abbastanza pareri
sulla storia...potrò continuarla!
Ho bisogno di tutto il vostro supporto...quindi...se volete che io debba continuare
a scrivere e ad aggiornare questa ff riempite twitter con quest'hashtag : #SynysterIsTheWayFF
Parlate delle mie ff, condividetele con il mondo e ditemi cosa ne pensate!
Tante caramelle per voi se lo fate!
E comunque...avrete belle soddisfazioni, ve lo prometto!
Al prossimo capitolo, allora, forse...<3
UN BACIONE DALLA VOSTRA...











-SynysterIsTheWay.
   
 
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