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Autore: Euphemia    15/11/2015    2 recensioni
{ AU || svariati pairing || possibile innalzamento rating || presenza di tutti i personaggi di soul eater, anche quelli di not }
Prendete i personaggi di Soul Eater, immaginateveli nell'Europa ottocentesca, più precisamente in Transilvania...
La DWMA è un'agenzia londinese che si occupa di fenomeni paranormali; quando però il loro migliore agente, Franken Stein, svanisce misteriosamente in Transilvania durante una missione, i giovani Death the Kid, Maka, Soul e le sorelle Thompson dovranno recarsi sul posto e indagare sui misteriosi fenomeni di scomparsa legati al villaggio di Câlnic e a un'antica leggenda che ruota attorno a un castello abbandonato... Come potranno far fronte al pericolo che minaccia la loro esistenza?
(ATTENZIONE: Non ho interrotto la storia, ho intenzione di continuarla e di finirla perché ci tengo molto. Tuttavia, riprenderò ad aggiornare appena finirà la scuola!)
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Black Star, Crona, Death the Kid, Maka Albarn, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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In anima et sanguine
 



 
Capitolo secondo
Viaggio turbolento verso Câlnic
(Ci si mette in mezzo anche il temporale?) 


 
[Mar Adriatico, Mar Mediterraneo - Olandese Volante - Dicembre 1821]


Soul Eater Evans se ne stava sul ponte della nave, con le braccia appoggiate sulla ringhiera di legno e la testa rivolta verso il basso, concentrato a osservare le onde blu del mare leggermente increspato. Si sentiva parecchio stanco, nonostante la vera e propria missione non era nemmeno cominciata: d'altronde, erano partiti solo due giorni prima, e non avevano fatto altro che intraprendere il viaggio senza la benché minima sosta, pur di arrivare in tempo a destinazione. C'era da aspettarselo, dopotutto: a parte le nevrosi del figlio di Lord Shinigami, colui che sarebbe dovuto essere il suo collega, si trattava pur sempre di una missione importante, alla quale, poi, erano stati proprio lui e Maka a presentarsi come volontari. Era più che naturale, dato che ci era andato di mezzo il padre della partner. 
Sapeva che non sarebbe tornato in patria per almeno due settimane, così aveva già provveduto a comprare i regali di Natale alla sua famiglia - con cui, quell'anno, non avrebbe potuto festeggiare. Sospirò; i cinque avevano lasciato Londra il giorno dopo aver ricevuto l'incarico e le informazioni necessarie per affrontare il caso. I dettagli loro comunicati dal collega Sid Barett erano stato abbastanza chiari. Il ricordo del colloquio gli balenò in mente. 


Gli occhi scuri di Barett avevano scrutato con minuziosa attenzione i volti dei cinque giovani agenti, prima che lui cominciasse a parlare. Si trovavano in uno dei salotti inglesi della sede della DWMA, e tutti loro erano pronti per ascoltare con attenzione gli obiettivi e i requisiti di quella missione.
"Come Lord Shinigami vi ha annunciato, il luogo che interessa questi strani fenomeni è in Transilvania, nel piccolo centro urbano di Câlnic. Il caso è stato presentato agli occhi della nostra Agenzia a fine Ottobre, per opera dello stesso Principato: le denunce di scomparsa erano diventate frequenti, d'altronde. A seconda delle analisi e delle indagini superficiali raccolte dalla nostra collega Azusa Yumi, il caso è stato classificato in terza categoria. Lord Shinigami aveva deciso di mandarci Franken Stein e Spirit Albarn, il padre di Maka, per risolvere in fretta la questione, divenuta nel frattempo preoccupante. Le persone scomparse in pochi giorni erano già salite a quattro, per non parlare dell'incremento che ha subito nell'ultimo mese." 
"A quanto ammonta il numero, adesso?" aveva parlato la bionda cenerea, incrociando le braccia.
"Purtroppo per adesso le vittime sembrano essere quindici. Sedici, se si conta anche Stein." 
Maka abbassò lo sguardo, seguita dalle due sorelle e, poi, dal partner albino. La faccenda sembrava parecchio seria, doveva essere risolta il prima possibile, se non volevano che Câlnic diventasse un macabro villaggio fantasma. 
"In che modo le vittime vengono date per disperse? Ci sono delle analogie tra le persone scomparse?" Death the Kid domandò, le iridi dorate fisse su Sid. 
"Purtroppo abbiamo constatato non esserci alcuna caratteristica che gli scomparsi hanno in comune. Sono uomini e donne di tutte le età; tra loro c'era anche una bambina. E poi Franken Stein. Ma sappiamo che le sparizioni sono avvenute tutte durante la notte." 
"Com'è avvenuta la scomparsa di Franken Stein?" 
"Come sapete, Stein si era recato lì a Câlnic solo poche settimane fa, a Novembre. Aveva svolto diverse ricerche e, una notte, lui e il signor Albarn, accompagnati da una guida del luogo, si erano recati in una foresta adiacente al villaggio, per svolgere delle indagini. Stein probabilmente aveva capito molte cose, ma non è riuscito a parlarne con il suo partner in tempo. Spirit è stato ritrovato all'alba quasi in fin di vita nei pressi dell'inizio della foresta, mentre di Stein non c'era più traccia."
"Il signor Albarn non sa nulla?" 
"Ha subito delle lesioni a livello cerebrale..." Sid guardò Maka, per vedere se fosse preoccupata; in effetti, il suo viso si era contratto in una piccola smorfia. "Non è nulla di grave, ma non ricorda molto di quel che è accaduto nella foresta. Dice di aver ricevuto una potente botta alla nuca, prima di svenire." 
"E la guida che li aveva accompagnati?"
"Anche lui scomparso. In effetti, contando anche lui, le vittime sono diciassette." 
"Un numero totalmente asimmetrico." La faccia di Kid era piena di disgusto. 
"Perché erano diretti in un luogo ostile come una foresta?"
La voce di Soul giunse alle orecchie di Barett, che si rivolse a guardare le sue pupille scarlatte: era la prima volta che aveva proferito parola, durante quel colloquio. Anche Maka lo guardò, seguita poi da Kid e dalle sorelle Thompson. 
"Oltre la foresta di Câlnic c'è un castello diroccato, risalente a diversi secoli fa. C'è una leggenda legata a quel luogo..."
Sid si voltò un attimo per osservare il grande orologio a pendolo appeso alla parete, mentre gli altri continuavano ad essere concentrati sulla sua possente figura. 
"Si è fatto tardi, il signor Albarn vi informerà meglio su tutto. Intanto, dovreste preparare le valigie, adesso. Partite domani." 



"Hey" 
Una voce femminile lo riportò alla realtà: si voltò giusto in tempo per vedere Maka Albarn avvicinarsi da dietro, prima che potesse appoggiare i gomiti sulla ringhiera di legno e osservare la linea blu dell'orizzonte. 
"Non vedo l'ora di mettere piede sulla terraferma. Questo continuo ondeggiare sta cominciando a infastidirmi!" esclamò, mentre la brezza marina gli faceva svolazzare i codini accarezzandole gentilmente il viso. Soul sorrise. 
"Sei sempre la solita, tu" fece, girando la testa dalla parte opposta. "Ti lamenti sempre." 
"Io?!" La biondina mise in mostra sulle labbra un broncio rabbioso, uno di quelli che comunemente sfoggiava, ogni qualvolta l'albino la prendesse in giro. "Senti chi parla! Io non ho fatto storie quando Patricia ci ha bruciato la cena, ieri!" 
"Ma dai, lo sai anche tu che non è vero. Pensi che non mi sia accorto delle tue occhiatacce di fuoco?" 
Le sue iridi scarlatte, adesso, erano dirette in quelle color smeraldo della partner, che non cedette neanche per un istante rivolgendogli uno sguardo intenso ed intimidatorio. Alla fine, Maka sbuffò, per poi ringhiare sommessamente qualcosa di poco carino nei confronti di Soul, che non potette non farsi scappare un ghigno divertito. 
"Sta' zitto!" sussurrò, ritornando a volgere lo sguardo all'orizzonte. 
Stavolta, fu un'improvvisa folata gelida a travolgere i volti dei due, che istintivamente si ritrassero. D'altronde, erano in pieno inverno; un minimo di basse temperature, soprattutto man mano che si avvicinavano al continente europeo, se le sarebbero dovute ampiamente aspettare. Dopo aver lanciato una rapida occhiata al mare, Maka si era accorta che le onde stavano cominciando a incresparsi più violentemente, mentre s'infrangevano contro il legno dell'Olandese Volante: una tempesta era in arrivo. 
"Hey, voi due!" 
I due agenti si voltarono, ritrovandosi solo qualche metro poco più distante un uomo dall'aspetto goffo e con un paio di occhiali talmenti spessi che, attraverso di essi, non si riuscivano a vedere nemmeno le orbite. Nonostante Maka e Soul si fossero accorti di lui, continuava a sbracciarsi così energicamente che il cappello che aveva in testa sembrava essere sempre in procinto di volare via, trasportato dal vento. 
"Capitano Nidhogg?" fece la bionda con aria interrogativa. 
"Che state facendo ancora lì? Non vedete che arriva un brutto acquazzone? O volete finire in pasto ai pescecani? Andate in coperta subito!"
L'uomo indicò loro una porticina di legno che dava accesso alle loro cabine e alla piccola cucina, poi si allontanò velocemente diretto verso il ponte di comando della nave. 
"Non voglio problemi con Lord Shinigami!" I due partner lo sentirono borbottare, subito prima che scomparisse dietro una parete di legno. 

 
~ • ~
 
Death the Kid era seduto in cucina, con la fronte appoggiata ai palmi delle mani le cui dita erano invece affondate in mezzo ai capelli. Era visibilmente stressato dal fatto che, con quella tempesta lì fuori, gli oggetti da lui accuratamente ordinati in maniera perfettamente simmetrica non facevano altro che spostarsi o, addirittura, rovesciarsi al suolo: era uno spettacolo orribile ai suoi occhi. 
Era sera tarda e, a causa del temporale, sarebbero arrivati al Porto di Durrësi con qualche ora di ritardo, il che non aveva fatto altro che peggiorare lo stato emotivo e mentale del figlio del Dio della Morte. Avevano appena finito di cenare - stavolta, era stata Maka stessa a offrirsi per preparare qualcosa di decente -, tra poco sarebbero potuti rientrare nelle loro cabine, sperando, al loro risveglio, di trovarsi attraccati al molo del porto. Intanto, mentre Liz e Patty provvedevano a sistemare i loro piatti nel lavello, Soul osservava l'evidente sconforto di Kid, chiedendosi come avrebbe mai potuto uno del genere riuscire ad affrontare una missione che riguardava uno svitato con un bullone solo ficcato nel cranio - appena trovato, pensava l'albino, quel figlio di papà si sarebbe sicuramente lamentato del fatto che la sua testa fosse asimmetrica e gli avrebbe fatto mettere un altro bullone dalla parte opposta. 
"Il Capitano ha detto che lui e la sua nave sanno 'governare la furia del mare'," disse la maggiore delle sue sorelle, citando le parole del signor Nidhogg  "quindi è molto probabile che all'alba arriveremo al porto. Capito, Kid?"
Il sorriso di Liz era leggermente forzato - era stanca, aveva paura dei temporali e del buio e l'idea di qualche mostro marino deciso ad attaccare la nave non riusciva ad abbandonare la sua mente, e se non voleva che a peggiorare la situazione scoppiasse una feroce crisi isterica avrebbe dovuto quanto meno calmare il partner, caduto in una terribile frustrazione. Patty, come al solito, se la rideva, mentre era intenta, assieme a Maka, a mettere in ordine le posate dopo averle accuratamente lavate; quest'ultima, abbastanza sconcertata dai bizzarri comportamenti del figlio di Lord Death, stava seguendo la scena con la coda dell'occhio, lanciando qualche occhiata anche a Soul. A quanto pareva, i due avevano ancora molto da imparare su Death the Kid. 
La domanda di Liz ricevette come risposta un piccolo e acuto verso di totale sconforto; solo dopo qualche attimo, Kid alzò lo sguardo verso i suoi quattro compagni, il viso pallido come non mai. 
"Dunque," si schiarì la voce, cercando di suonare per un minimo convincente. "questo significa che entro domani raggiungeremo Câlnic."
"Già." rispose l'albino, incrociando le braccia. "E dopo, una volta portata a termine la missione, potremo tornare a Londra." 
"Non vedete l'ora di tornare, eh?" Gli fece Patty con un sorriso. 
"Dammi pure del tu" le rispose Soul amichevolmente. "Siamo colleghi, d'altronde. E sì, la mia famiglia mi aspetta."
"Soul proviene da una famiglia di musicisti, lavorano tutti al Royal Opera House." Intervenne Maka, voltandosi verso il gruppo. "Sa suonare benissimo il pianoforte!"
"Davvero?" 
"Non così tanto." 
"Il solito modesto! Io l'ho sentito suonare e trovo che sia bravissimo." 
Maka gli rivolse uno dei suoi più sgargianti sorrisi e a quel punto Soul abbassò lo sguardo: la musica era sempre stata un suo punto debole, d'altronde.
"Il musicista non è la professione che fa per me." Le iridi cremisi erano fisse in un punto verso il basso, intente ad osservare qualcosa che, apparentemente, solo Soul era in grado di vedere. Solo dopo qualche attimo di silenzio, ricominciò a parlare rompendo il silenzio che si era creato tra loro. "Ho sempre trovato l'Agenzia di tuo padre molto cool, Kid. Posso chiamarti così, vero?" 
Nonostante l'immanente nevrosi, il figlio di Lord Shinigami annuì gentilmente, rivolgendogli uno sguardo cortese. "Certamente." La sua voce era sicura e profonda. Era onorato del fatto che così tante persone volessero dedicare la propria vita sotto il comando di suo padre per garantire un simmetrico equilibrio di pace nel mondo. 
"Credo si sia fatto tardi!" constatò Liz, non appena sentì uno scossone dovuto alle violente onde marine. "Dobbiamo arrivare a Câlnic con il massimo delle nostre forze!" 



I meravigliosi colori pastello del cielo all'alba si riflettevano sullo specchio d'acqua del mare e illuminavano debolmente le case nei pressi del porto di Durrësi, accompagnando le barchette dei pescatori che tornavano a riva dopo una lunga notte di silenziosa caccia. Dall'oblò della sua cabina, Maka ammirava quello splendido paesaggio, lieta che, finalmente, il loro viaggio d'andata fosse quasi giunto al termine; il temporale che aveva accompagnato le ore notturne non aveva fatto chiudere occhio a nessuno dei passeggeri, ma, una volta arrivati nei pressi del porto, Soul era crollato come un bambino. La bionda sorrise quando, rivolgendo uno sguardo all'albino, lo vide sonnicchiare con una delle espressioni più innocenti che avesse mai visto. 
Non appena sentì bussare alla porta della cabina, scacciò via quei pensieri dalla testa e andò ad aprire: di fronte a lei, Patty le sorrideva gioiosamente. 
"Siamo arrivati!" esclamò, "Tra poco si scende!" 







Note dell'autrice
Tipo che sono in ritardo di mesi- *evita pomodori*
Chiedo infinitamente scusa per il ritardo all'aggiornamento di questo capitolo! Come penso abbiate capito un po' tutti, sono parecchio impegnata con la scuola e non ho molto tempo da dedicare a EFP. Tuttavia, ho approfittato di questa sera libera per poter pubblicare il secondo capitolo, che potrebbe in realtà dare tutta l'aria di un filler. Tuttavia, ho ritenuto necessario un capitolo incentrato sul rapporto tra Maka e Soul e sull'inizio di un'amicizia con il trio Kid-sorelle Thompson: spero solamente di non essere fin troppo statica, però posso garantire a voi lettori che passeremo ai misteri e all'azione mooolto presto. <3 A dispetto di quel che pensavo, Kid mi è riuscito molto meglio di quanto mi aspettavo. Lo stesso vale per Soul; mi sono sentita un genio quando ho scritto dell'ipotetico secondo bullone ficcato a forza da Kid nel cranio di Stein- (Dai poverino, non si parla male delle persone misteriosamente assenti) 
Ah, prima che mi dimentichi! Durr
ësi sarebbe in italiano Durazzo, porto commerciale vicino al porto della mia città (Bari) e attualmente la seconda città più importante in Albania. Per ulteriori informazioni visitate la pagina di Wikipedia (?). Nella storia, è solo una tappa del viaggio. Mi sono informata molto su eventuali strade e percorsi per raggiungere Câlnic e in realtà non è stato facile-
Che altro dire? Vi ringrazio per aver letto fin qui! A presto! <3
Euphemia >.^ 


  
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