Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Addy6702    16/11/2015    3 recensioni
Jack Frost ha perso il suo amore, ma non tutto è perduto.
Qualcuno lo sta aspettando.
Qualcuno con grandi occhi di ghiaccio...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scese la notte e Jack guardò la luna come tutte le sere. L'ammirava, ed ogni volta non riusciva a capacitarsi che proprio lei l'avesse riportato in vita da quel baratro di oscurità che l'avvolgeva da morto.

Jack sapeva bene che quella non era la sua prima vita.

Ce n'era stata un'altra.

Una volta era un umano spensierato e felice, con una famiglia e niente per la testa.

Poi salvando sua sorella sul Lago della Morte era caduto nel ghiaccio morendo. Ma è questo che la luna fa: dà una seconda occasione a chi la merita.

Ripensò a Elsa, e a come gli era sembrata fragile mentre la portava in camera.

Sorrise quasi senza accorger sene e chiuse gli occhi per poi cadere in un sonno profondo.


"Zia Elsa!!"

"Emma, ma che ore sono?"

"È mezzanotte ma non riesco a dormire."

Elsa si mise a sedere sul suo grande letto guardando l'indifesa creatura.

Emma somigliava terribilmente ad Anna: era sempre felice e sprizzante di vitalità con due occhioni marroni ai quali una qualsiasi richiesta non poteva avere un "No" come risposta.

"Perché non vai dalla mamma allora?" Disse la donna impaziente di tornare a letto.

"Perché non riesco a dormire a causa di un brutto sogno su quel signore che oggi cercava te."

Elsa si fece immediatamente attenta e prese la bimba tra le braccia.

"E cos'hai sognato amore?"

"Ecco io... C'eravate lui e te e lui ti faceva piangere per un motivo. Poi è volato via e mi sono svegliata."

Elsa non disse nulla, e si limitò a abbracciare la piccola.

"Zia Elsa. Lui ti ha fatto piangere?"

"No tesoro. Mi ha aiutata. È una brava persona." Provò a rassicurarla la donna.

"Non è vero! Mi ha fatto piangere, e quindi è una persona cattiva!" Cominciò a strillare la piccola scostandosi dal petto della zia e rischiando di cadere dal letto.

"Ma no... Aveva solo fretta di trovarmi, e tu sei stata educata con lui?"

"Si! Ma lui ha cominciato a dire le bugie e la mamma dice sempre che non bisogna essere gentili con le persone che mentono."

Emma aveva cominciato a strillare sul serio e Elsa le mise una mano davanti alla bocca per evitare di svegliare tutti.

"Parla piano! E cosa avrebbe detto di tanto orribile Jack, si può sapere?"

"Ha detto di essere lo spirito dell'inverno. Ma io lo vedevo benissimo e invece lo spirito dell'inverno è invisibile!!!"

Elsa era stanca, aveva avuto una giornata molto pesante e non era proprio in vena di mettersi a litigare con Emma.

"Ascolta Emma. Tu devi capire che non tutte le cose che racconta la gente sono vere. La tua mamma può averti detto una cosa su Jack Frost che credeva fosse vera ma che in realtà non lo è. Vedi lui è davvero lo spirito dell'inverno, guardiano del divertimento."

"Davvero?!?" Domandò la piccola incredula.

"Si amore. E tu sei stata un po' scortese a dire che lui stava mentendo."

"Facciamo così zia: io ti prometto che gli chiederò scusa, a patto che il mio sogno non si avveri. Ok?"

"Ok!" Accettò la donna.

La bimba fece per andarsene, poi ci ripensò e disse:"Zia Elsa... Posso dormire con te stanotte?"

La donna fece il sorriso più convincente che potè e disse:" Va bene. Ma solo per stanotte."

Così la piccola si accoccolò nel grande lettone e dormì tutta la notte.

Invece Elsa restò ancora un po'sveglia a pensare:-Jack mi farà mai piangere?-

e pensa e ripensa la notte passò.


Jack la mattina dopo si svegliò di buon’ora e senza spiegarsi perché cominciò a guardare nell'acqua del lago.

Come sempre non vide nulla, la sua immagine poteva essere, infatti, riflessa solo dal ghiaccio.

Ma continuò a guardare come ipnotizzato da quell'acqua.

Un pensiero gli balenò nella testa in quel momento:

-Come stará Elsa dopo ieri? Meglio che io vada a vedere-

Poi si libro in volo e atterrò sul davanzale della finestra in camera di Elsa.

Lei era lì, seduta su una sedia guardandosi allo specchio pettinandosi i lunghi capelli argentati.

Jack non se la sentì di dire nulla ma si schiarì la voce per sottolineare la sua presenza.

Elsa si voltò piano e sorrise.

"Ciao" la salutò Jack.

"Ciao" gli disse di rimando la giovane.

"Come stai?" domandò lo spirito.

"Sono in ottima forma grazie."

"Allora... Che si fa?" chiese Jack. Non sapeva perchè ma sentiva la voglia di passare una giornata con lei.

"Non so, vuoi fare un pupazzo di neve?"

Jack sorrise e annuì.

Dopo neanche dieci minuti erano fuori a giocare con la neve creata da entrambi.

Restarono in giardino per tutta la mattina, fin quando una serva non si avvicinò alla regina e le disse:" Il pranzo è pronto vostra altezza"

"Grazie Emily, arrivo subito" rispose la regina ricomponendosi.

Quando la donna se ne fu andata Elsa si voltò verso Jack che disse:"Beh, credo proprio che dovrei togliere il disturbo."

Elsa si rattristò a quel l'affermazione e replicò:" Ma Jack, perché non resti a mangiare?"

Jack si stupì di quella proposta e scosse la testa dicendo:" Sarei invisibile agli occhi della tua famiglia, meglio se non ti faccio gare la figura della pazza che parla da sola. E poi mi aspettano altrove."

Elsa era un po' delusa poi capì che il giovane aveva ragione e lo salutò per poi correre verso la sala da pranzo.

Jack la guardò allontanarsi per poi volare via.

Mentre era in volo un pensiero gli comparve nella mente: era passata un’intera mattinata senza che lui vedesse o addiritura pensasse a Rapunzel.

Quel pensiero gli fece gelare il sangue nelle vene, come aveva potuto dimenticarsene?!

Poi ricordò: quella mattina il primo pensiero che gli era passato per la mente non era se Rapunzel stesse pensando a lui o piuttosto se stesse bene, aveva subito pensato alla salute di Elsa.

-Ma è normale no?- si chiese Jack -Elsa è pur sempre una mia amica che stava male. L’avrei fatto per qualsiasi altra persona… Giusto?- Jack non poteva negare che quella situazione gli fosse del tutto estranea; non aveva mai pensato a una ragazza diversa da Rapunzel, e non aveva mai avuto altre amiche al di fuori di lei e… -Va bene, basta pensarci. Tanto non capiterà mai più!- si disse alla fine.

E quando dopo un’ora di volo arrivò finalmente al castello di Corona si appollaiò sulla solita finestra a rimirare con quanta grazia Rapunzel tagliasse il cibo e lo mettesse in bocca. Aveva desiderato tante di quelle volte nella sua vita di essere una forchetta solo per poter sfiorare quelle bellissime labbra che ormai aveva perso il conto. La guardò mangiare e scherzare con Flynn e come ogni volta sentì il forte impulso di ghiacciare quel damerino, ma poi come sempre ripensando che non era colpa dell’uomo se era stato un ignobile codardo.

“Maestà, è arrivata una lettera da vostra cugina Elsa di Arendelle” disse un maggiordomo entrando e porgendo la busta a Rapunzel che l’aprì tutta contenta.

Jack in quel momento non pensò a quanto piacessero a Rapunzel le lettere come d’abitudine, ma piuttosto drizzò le orecchie per sapere cosa Elsa aveva scritto.

“Cara cugina Rapunzel” cominciò la ragazza “ti scrivo questa lettera per farti una richiesta importante: potresti tenere Emma per un paio di settimane? Io Anna e Kristoff saremo fuori Arendelle e non potremo tenerla con noi. Ci sarà un sacco di servitù ma lei vuole stare solo con persone di famiglia. Mi rendo conto che è una richiesta impegnativa dato che tu la conosci poco, e prenderti cura di una bambina qualche giorno dopo il tuo matrimonio non è proprio il massimo, ma non so a chi altro chiedere! Se non accetterai tu la dovrò spedire dalla cuginetta Vanellope, ma lei sta sempre a correre su quelle dannate automobiline e non avrebbe davvero il tempo per lei. Inoltre vive in un mondo completamente fatto di dolciumi, e non oso immaginare che cosa farebbe Emma.

Aspetto la tua risposta, un caloroso abbraccio

Elsa”

Rapunzel guardò il suo consorte che dopo un po’ sorrise e fece un cenno con la testa.

Tre servitori in men’che non si dica portarono subito inchiostro, penna, pergamena  e il sigillo reale.

“Cara Elsa, saremo molto felici di ospitare Emma da noi, sono sicura che farà la brava e che non ci sarà di alcun peso. Puoi mandarcela quando preferisci, anche stasera stessa, tanto il viaggio è solo di un paio d’ore.

Ci sentiamo presto

Rapunzel” recitò la ragazza mentre scriveva la lettera.

Mise il sigillo sulla busta che affidò a un servitore e poi riprese a mangiare conversando con Flynn.

Jack era rimasto un po’ perplesso da quella lettera: Elsa pativa? E perché non l’aveva avvertito? Forse gli era passato per la mente giocando, non essendo una cosa importante.

“Tu dove credi che andranno?” chiese Flynn d’un tratto come se avesse letto nella mente di Jack.

“Secondo te? A Berck sicuramente, sai che Elsa non può stare per molto senza vedere Hiccup; quei due sono inseparabili!”

Jack rimase ancora più spiazzato a quelle parole: perché Elsa non gli aveva detto che sarebbe andata a trovare quel suo “amico” di cui Hans parlava.

Non perse tempo e scese dalla finestra volando fino ad Arendelle.

Lì trovò Elsa ancora nella sala da pranzo con la nipote Emma, sua sorella e il cognato.

“Emma su cerca di capire…” stava dicendo la madre alla bimba in lacrime.

“No, non voglio andare dalla zia Rapunzel! Voglio venire con voi dallo zio Hiccup!! Perché non posso venire? Le altre volte sono venuta anche io!!!” sbraitò Emma in preda ai singhiozzi.

“Perché stavolta è diverso. Sta arrivando l’inverno e tu sei troppo piccola per affrontare un viaggio così mentre ci sono bufere di neve, figuriamoci cosa succederebbe poi lì in Norvegia! Quello è un posto freddissimo!!” provò a dire suo padre.

“Ma la zia Elsa può bloccare la neve!” ribattè la bambina incredibilmente furba.

“Non è questo il punto amore” le disse gentilmente la regina mettendole un braccio attorno alle spalle.

“Vedi, io riesco a creare le bufere, ma è molto più difficile disfarsene. Inoltre il nostro amico dell’inverno non sarebbe contento se distruggesi il suo bel lavoro no?”

Emma tirò su con il naso e annuì leggermente.

“Brava. Allora farai la bambina buona?” ancora una volta la bimba annuì.

“Prometti che non farai storie?”

“Si” disse quasi in un soffio Emma.

“Brava bambina. Vedrai che torneremo prima che tu te ne accorga. Va bene?”

“Si, ok. Zia?”

“Si?”

“Ti voglio tanto bene”

“Anche io amore” disse Elsa stringendo forte la nipote.

“Ehi! Guarda che divento gelosa!” scherzò poi Anna scompigliando i capelli rossi della figlia.

“Mamma!” protestò quella.

“Andiamo a fare le valige?” propose Elsa alla nipote.

“Siiii!!!” rispose lei sfrecciando fuori dalla sala.

“Ci vediamo dopo. Ciao Anna, ciao Kristoff” disse distrattamente Elsa uscendo a sua volta dalla stanza.

I due cognugi si guardarono e sorrisero rimettendosi a mangiare.


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Addy6702