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Autore: princess_sweet_94    16/11/2015    1 recensioni
Di tutto ciò che era accaduto a Punk Hazard quello era stato il suo peso maggiore; aveva rischiato di perderla all’interno dell’edificio quando quel gas velenoso aveva invaso l’isola e, forse, se non fosse stato per il Cacciatore di Pirati l’avrebbe persa sicuramente. Aveva rischiato di perderla contro il Chirurgo della Morte e non sapeva quale Dio l’aveva salvata… lui stesso aveva rischiato di morire contro Doflamingo ed era tutto merito di Kuzan se era sopravvissuto.
Lui non poteva assolutamente permettersi di perdere la propria vita, doveva rimanere su quella terra per restarle accanto, accompagnarla in quel viaggio e proteggerla dalle ingiustizie del mondo… ma quella volta era disposto a sacrificare la sua esistenza pur di non vederla morire sotto i propri occhi.
Genere: Demenziale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Smoker, Tashiji
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quella volta la cosa era seria, rischiava di perdere molto di più che la propria vita… rischiava di perdere lei.
Di tutto ciò che era accaduto a Punk Hazard quello era stato il suo peso maggiore; aveva rischiato di perderla all’interno dell’edificio quando quel gas velenoso aveva invaso l’isola e, forse, se non fosse stato per il Cacciatore di Pirati l’avrebbe persa sicuramente. Aveva rischiato di perderla contro il Chirurgo della Morte e non sapeva quale Dio l’aveva salvata… lui stesso aveva rischiato di morire contro Doflamingo ed era tutto merito di Kuzan se era sopravvissuto.
Lui non poteva assolutamente permettersi di perdere la propria vita, doveva rimanere su quella terra per restarle accanto, accompagnarla in quel viaggio e proteggerla dalle ingiustizie del mondo… ma quella volta era disposto a sacrificare la sua esistenza pur di non vederla morire sotto i propri occhi.
Il bello era che lei non lo sapeva.
Non sapeva nulla di tutto ciò.
“Porta quei bambini da Vegapunk, non fare deviazioni e non perdere tempo con navi anomale. Sono stato chiaro?” ordinò.
“Si, signore!” fu la sua risposta pronta.
Non si sentiva sicuro, a dir la verità, a lasciarla sola con quei balordi del G-5 ma non aveva molta scelta; doveva mandarla lontano da lui. Stava per affrontare qualcosa di troppo grande per lei e non voleva che rischiasse la sua vita standogli accanto o, peggio, lo vedesse cadere.
Non lo avrebbe sopportato.
Si era sempre preso cura di lei come farebbe un padre ma con la destrezza e la freddezza di un maestro; ma lui aveva sempre desiderato essere molto di più. L’aveva scortata in lungo e in largo per mare, aveva permesso che lo seguisse ad Alabasta dove aveva fatto la conoscenza dell’ingiustizia e della sconfitta, l’aveva portata con sé sulla carnefice piazza di Marineford dove si era scontrata faccia a faccia con la morte e poi l’aveva seguita passo dopo passo nei suoi allenamenti in quegli ultimi due anni vedendone i progressi. Alla fine era impossibile che non avesse provato qualcosa che andava ben oltre l’affetto di un maestro verso la propria allieva... qualcosa che potesse essere definito addirittura amore.
Ora, il suo unico rimpianto era solo di non averglielo mai detto. Anche se…
“Tashigi!” chiamò senza incrinare nemmeno di una nota il suo tono autoritario. La ragazza si voltò, già a metà del ponte che univa la nave alla terra.
“Si, signore?” chiese. Il suo viso esprimeva la solita ingenua curiosità che tanto la caratterizzava, quell’ingenuità che l’aveva colpito fin dall’inizio.
No, lei era troppo forte per essere ingenua. Eppure…
Esitò per qualche istante, poi sospirò: “Buona fortuna” disse semplicemente.
“Grazie, signore. Anche a lei” rispose, efficiente come sempre. Si voltò e salì velocemente sulla nave che salpò di lì a qualche minuto.
Forse quella sarebbe stata l’ultima volta che la vedeva e non gliel’aveva detto; lui, che aveva affrontato nemici più che superiori senza alcun timore, che aveva affrontato le battaglie più ardue senza paura, non aveva avuto il coraggio di dirgli che l’amava.
Che strazio. Poteva anche cavarsela come Vice Ammiraglio ma come uomo faceva davvero pena.
Ma che senso avrebbe avuto? Cosa avrebbe concluso facendo una simile confessione? Non era da lui, parlare. Se proprio doveva farglielo sapere glielo avrebbe dimostrato con i fatti non con le parole.
Ma oramai era tardi, per molte cose. Non gli restò che voltarsi e incamminarsi. La resa dei conti era vicina e, semmai ne fosse uscito vivo, sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto. Dirglielo.
“Buona fortuna… tsk!” sbottò “Come se servisse a qualcosa”
Ma in cuor suo lo sperava.
  
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