CHAPTER 3
In casa c'era una pace quasi inverosimile. Mia madre e mia zia mentre
dormivano non facevano assolutamente nessun rumore. Io al contrario
parlavo nel sonno. E non parole a caso. Ma quasi dei veri e propri
discorsi. Una volta Matt decise addirittura di filmarmi. E stavo
recitando perfettamente la parte di un personaggio di un film. Non
proprio le esatte parole,ma ero davvero buffa.
Ma almeno la cosa bella era che non ricordavo nulla.
“Chissà
se anche la mamma da piccola parlava nel sonno?” mi
venne da pensare. Non che queste cose fossero ereditarie. Ma sarebbe
stato buffo immaginarsela.
E comunque nessuno di loro avrebbe potuto sentire la mia voce quella
notte. Anche perchè ero l'unica che non era ancora crollata. Ma ero
abituata alle nottate.
“Le
10 e 30...di già?”
mentre guardavo l'orologio a forma di pizza sciolta che poggiava
sulla cappa della
cucina.
Era il momento di darmi una lavata. E cominciare a svegliare le due
dormiglione. C'era la riunione tra qualche ora.
Entrai in bagno,lasciando la porta spalancata. Chi poteva vedermi
stava dormendo e chi non poteva era comatoso su un letto. E poi non
mi interessava. Alla fine dovevo solo togliere il trucco della sera
prima,che ormai mi aveva fatto somigliare ad un panda.
Mi tirai su le maniche della felpa e aprii il rubinetto. Mentre
l'acqua calda cominciava a far danzare il suo vapore nell'aria,mi
guardai attentamente nello specchio per notare le zone più esigenti.
Gli occhi erano senz'altro la priorità.
Così presi una bella quantità di sapone all'Aloe e cominciai a
strofinarla sul viso.
“Oh,guarda!
Un panda che si lava la faccia. Al WWF dev'essere scappato...”
disse
una voce familiare al mio fianco facendomi sobbalzare.
“Dio,Matt!
Devo comprarti un collare con il sonaglino....” strofinando
anche le guance,stando attenta a mantenere chiusi i miei occhi.
“Rosso,lo
voglio rosso fuoco. Con le mie lentiggini starebbe benissimo.”
accennando
una risatina “Approposito
di collari...Il brutto cane cattivo che ha aggredito mia madre e mia
sorella è ancora vivo?” chiese
con nonchalance.
Io mi bloccai per un momento. Un po' per il dolore alla guancia,che
si ribellava ai miei continui sfregamenti,un po' per la domanda
appena ricevuta.
Con le mani presi dell'abbondante acqua e cominciai a risciacquare la
prima mano di schiuma.
Finalmente potevo riaprire gli occhi e notai che forse non serviva
infierire ancora su ciò che restava del trucco.
Lo avevo tolto tutto,apparte una sottile marcatura nera nella parte
interna degli occhi. Ma quella potevo lasciarla. Non mi dispiaceva
come apparivo con quel nero che li sottolineava appena.
Così
mi asciugai per bene e risposi “E'
vivo. Puoi starne certo. Sono io il medico,ricordi?”
modestie a parte ero davvero molto brava. Con tutte le erbe e gli
intrugli rari che avevo applicato sulle sue ferite era strano che non
stesse già in piedi.
“Ah!
Perfetto!”
disse unendo le mani in un sonoro 'Clap'
“Allora ti lascio.
Il mio incontro di Wrestling sta per cominciare...”
cominciando ad avviarsi.
“Dai,smettila.
Non credo lo abbia fatto volontariamente. Era ferito e delirava...”
quante volte lo avevo difeso quel ragazzo da quando lo avevamo
trovato? Neanche fosse stato mio fratello.
“Volutamente
o no,non mi importa. Non lo ucciderò...gli farò solo vedere come
sono bravo a fare la German Suplex.”
disse sorridendo maliziosamente e riducendo gli occhi a due fessure.
“Andiamo
Matt. Potrai fare di lui quello che vorrai,quando si sarà ripreso.
Sempre se si riprenderà...Le sue ferite ancora versano sangue
nero...” ammisi
sconsolata.
Matt in tutta risposta mi strinse le spalle con le mani e mi guardò
serio.
“Sono
sicuro che si rimetterà...”
poi facendomi un sorriso “...anche
se ha te come medico!”
“Ah,e
questo che vorrebbe dire?” cominciando
a dargli dei pugni su un braccio.
Lui mi prese e mi sollevò da terra andandomi a bloccare. E mi
trascinò fuori dal bagno.
Continuava a ridere,così come facevo io. Poi riuscii a liberarmi e
cominciai a fargli il solletico ai fianchi.
“Ahahah.
Il tuo punto debole è scoperto!”
gli risi contro.
Lui indietreggiò implorando pietà,e poi contrattaccò con uno
sgambetto che mi fece crollare a terra.
Io allungai un piede e mi feci raggiungere. Lui fu subito sopra di me
bloccandomi le mani sulla testa con una mano,mentre con l'altra
cominciava a farmi il solletico di rimando.
“Adesso
chi è quello con il punto debole scoperto?”
continuando a ridere.
Quelle erano le nostre “lotte tra fratelli”. Quasi non respiravo
più per le risate. Dovevo fare qualcosa.
Spostai una gamba e riuscii a ribaltarmi. Adesso ero io sopra di lui.
E mentre stavo alzando le mani per mimare la tortura che stavo per
infliggergli,mi accorsi che lui guardava alle mie spalle.
Mi fece un lieve cenno con la testa di girarmi,e così feci.
Rimasi sorpresa nel vedere che eravamo finiti davanti alla camera da
letto in cui riposava Derek. E lui era proprio lì davanti a noi
tutto curvo con una mano sul suo fianco che ci fissava confuso e
sorpreso.
“Ah!!Derek!
Che ci fai in piedi?”
dissi un po' in imbarazzo alzandomi quasi all'istante.
Lui continuava a fissarci un po' dubbioso su come esprimersi.
Mio fratello si tirò su,e si diede delle pacche sui pantaloni per
togliere quel poco di polvere che c'era sul pavimento.
“E'
difficile dormire con due 'galline' scornachiate che ridono a gran
voce,Sofia” riconobbi
la voce di mia madre alle mie spalle.
In un attimo eravamo riusciti a svegliare tutti.
Mamma era con le braccia conserte appoggiata sul ciglio della porta.
Zia Mel,ancora non proprio sveglia,si limitava a stare in piedi sulla
porta della camera degli ospiti,con i capelli corti tutti arruffati e
uno sguardo ancora sul dormiveglia.
“Ahi,ahi
sorellina. Li abbiamo svegliati tutti.” disse
Matt ricominciando a ridacchiare “Ehi,ragazzo
artiglio. Ti andrebbe di provare con me oggi?”
gli chiese con un sopracciglio all'insù,avvicinandosi di qualche
passo.
Derek era evidentemente debilitato e confuso da quella situazione,e
dalla domanda di Matt.
Corrugò le sopracciglia e storse la faccia di lato.
“Matt,smettila.
Ti ho già detto che non è stata colpa sua...”
dissi portandomi inconsciamente una mano sulla guancia.
Derek notò il mio gesto e il grosso livido,e da un'espressione
confusa ne uscì una sorpresa. Forse aveva capito chi era stato
l'artefice.
“Eh
si,bello mio. Alla fine ci sei riuscito a colpirla. Cos'è? Non sei
riuscito a staccarle la testa quando eravamo in strada,e quindi ci
hai provato qui?” disse
avvicinandosi ancora di un passo a Derek.
Ma il ragazzo continuava a fissare la mia guancia. Non ero un lupo,e
non sentivo le sue emozioni. Ma i suoi occhi. Potevo leggerli
facilmente,e riuscii a vedere la sorpresa e il dispiacere.
“Matthew
Lee Carlson!” lo
riprese mia madre.
Non so perchè ma i genitori rafforzano i concetti pronunciando il
nome completo dei propri figli. E un po' mi inquietava quanto questo
aveva impatto su di noi.
“Smettila
subito! La situazione era sotto controllo e lui in quel momento non
sapeva cosa stava facendo.”
lo riprese avvicinandosi a lui.
Mio
fratello la guardò un istante e poi voltandosi di nuovo verso
Derek,caricò un artigliata verso la sua faccia “Anche
io in questo momento non controllo le mie azioni!”
disse serio.
“Ma
che cavolo?” e
mi lanciai veloce tra lui e Derek,che sorprendentemente non stava
reagendo minimamente.
Praticamente lo tamponai,andando a cozzare proprio contro il suo
petto,e finendo per trascinarlo a terra.
Rimasi per un istante con gli occhi chiusi. Quasi del tutto in
braccio a Derek. In quel momento saltargli addosso mi era sembrata
un'ottima idea per salvarlo da Matt,ma poi mi accorsi che le mie
braccia erano intorno al suo collo. Ora,non è che lui fosse
esattamente un figlio dei fiori,pace e amore e tutto il resto,perciò
come un lampo,mi ritrassi velocemente rotolando di lato e alzando le
mani in segno di resa.
“Scusa,scusa,scusa!
Non lo faccio più!”
mi affrettai a dire.
Ma lui,girandosi a fatica sul mio lato,mi guardò perplesso. Una mano
era al suo fianco e sembrava davvero dolorante.
Alla fine però credo che fosse contento che lo avessi salvato dagli
artigli di mio fratello.
Anche se in effetti eravamo tutti così vicini che aveva per forza
preso uno di noi.
Ma stavamo tutti bene.
Poi notai che mia zia Mel,credo in parte per sonnambulismo,aveva
afferrato Matt alla vita. Era quasi del tutto trasformata e stringeva
i denti per lo sforzo. E mia madre aveva fermato il suo colpo con una
mano.
“Perchè
cavolo mi hai fermato? Non lo avrei ucciso...”
disse quasi ringhiando contro mia madre.
“Adesso
conto fino a tre,e quando avrò finito,voglio che i tuoi artigli
siano spariti. E la stessa cosa vale per i tuoi occhi. Uno....”
disse con tono calmo e minaccioso. Mi metteva un po' paura quando
parlava in quel modo e con quell'espressione seria.
Mio fratello ci guardò per un momento molto adirato per non essere
riuscito a dargli almeno un pugno in faccia. I suoi occhi erano
gialli e brillavano.
“...DUE...”
alzò la voce la mamma.
Matt sospirò e i suoi occhi tornarono al classico color cioccolato.
Anche i suoi artigli non tardarono a scomparire e lui si calmò un
po'.
“Bene.
Posso tornare a dormire...”
sbadigliò zia Mel,mollando la presa su Matt e tornando al suo
aspetto da umana stanca e assonnata.
Matt si sganciò dalla presa della mamma e risistemando i suoi abiti
mi sorrise.
“Per
questa volta passi. Ma se succederà di nuovo...” si
sospese mentre fissava minaccioso Derek.
“...me
ne occuperò io,non preoccuparti.” conclusi
io. Anche se sapevo che non sarei riuscita a fermare Matt se Derek mi
avesse aggredita una terza volta.
Il
fatto che mio fratello tenesse così tanto a me un po' mi faceva
piacere. Molte volte è stato proprio questo suo attaccamento nei
miei confronti a salvarmi da situazioni di pericolo. Il problema però
era che lui non aveva mezze misure. Per questo Derek doveva ritenersi
molto fortunato. Una volta si era addirittura andato a scontrare con
nostro padre per un addestramento troppo intensivo a cui mi aveva
sottoposto,e che mi aveva procurato la rottura di un braccio.
Comunque,dopo
che era andato via,avevo avuto l'occasione di risistemare un pochino.
Mia madre e zia Mel erano andate alla famosa “riunione” con il
nostro Alpha,e io ero rimasta a preparare la colazione per me e
Derek.
“Chissà
cosa piace a Derek...Magari potrei fare dei pancakes. E mettere
insieme un po' di macedonia di frutta...non sarà un pasto da Re,ma
almeno gli darà un po' di energie....”
dissi aprendo il frigorifero.
I
pancakes non erano la mia specialità,ma non mi venivano male. Ero
brava in cucina e questa mia passione mi portava spesso a cercare
nuove ricette e a provarle,facendo fare da cavia alla famiglia.
Il
problema erano le dosi,perchè le mie ricette erano studiate apposta
per un esercito.
Quindi
dovevo improvvisare e sperare che le quantità fossero esatte.
Finito
di preparare l'impasto lo versai a grandi cucchiaiate nella
padella,che subito cominciò a sfrigolare. Mentre aspettavo che si
dorassero da un lato,presi la frutta dal frigorifero e cominciai a
sbucciarla.
“Male
che va non la mangia...Potrei sempre fargli un brodo di pollo per
pranzo. Era quello che mi faceva sempre la nonna quando stavo
male...”
bloccandomi a quel pensiero.
La
nonna nemmeno me la ricordavo. Il suo ricordo lo avevo completamente
rimosso. Se n'era andata che io avevo solo 8 anni,e io le ero così
legata che quando successe,la mia mente spense tutto. Qualsiasi
memoria che avevo di lei era scomparsa. Ma c'era la mamma che me ne
parlava.
Scossi
la testa e andai a girare i pancakes.
“Perfetti!
Dorati al punto giusto.”
esclamai soddisfatta.
Lasciai
che anche il secondo lato si dorasse e andai a tagliuzzare i frutti
in una piccola ciotola.
Aggiunsi
dello zucchero,del succo di arancia e di limone e mescolai.
Spostai
i pancakes su di un piatto,impilandoli e guarnendoli con del miele.
Lo
sciroppo d'acero sarebbe stato più adatto,ma in quella cucina non
c'era. Non era di certo casa mia,e già era tanto che qualcuno avesse
fatto la spesa.
“Et
voilà!” sorrisi
felice guardando il delizioso pasto che avevo preparato e sistemato
su di un vassoio da letto. Con i piedini che si abbassavano,era
comodissimo per mangiare in tranquillità senza muoversi dal letto.
Così
mi diressi alla camera,e facendo non poca fatica ad aprire la
porta,viste le mani impegnate,entrai.
Subito
dopo lo sfogo di Matt avevo dovuto rifare le fasciature,perchè con
il mio placcaggio avevo fatto riaprire la ferita sulla schiena.
Era
ancora malconcio,e quell'artigliata faceva fatica a rimarginarsi.
Comunque
era lì sdraiato che dormiva. Leggermente rialzato con la schiena
visto che per farlo stare più comodo avevo messo un paio di cuscini
sotto di lui.
Così
piano piano misi il vassoio su un cassettone e sistemai le posate al
lato del piatto dando la schiena al mio ospite.
“Non
lo voglio...”
mi sorprese Derek facendomi sobbalzare.
Io
mi voltai a guardarlo.
“Dovresti
prenderne un po' invece...ti farebbe bene mangiare qualcosa.”
ammisi unendo le mani dietro la schiena.
Ma
lui prese a guardarmi male.
“Dai,non
c'è motivo di fare così...lo capisco che Matt è stato duro con
te,ma cerca di capire la situazione. Sei pur sempre un estraneo che
non ha intenzione di dire niente di se...”
dissi andandomi a sedere vicino a lui sullo sgabello “...lui
è mio fratello. E' normale che si preoccupi per la sua famiglia. Tu
non faresti lo stesso?”
chiesi innocentemente.
Quella
mia domanda lo fece accigliare ancora di più.
“Non
ho fame,come devo dirtelo?”
mi disse alzando la voce scocciato.
Forse
era vero,forse no. Però non poteva di certo alzare la voce così.
“Sta
calmo! Ho capito,non c'è bisogno di fare tante storie. Adesso lo
porto via...”
dissi ormai sconfitta alzandomi e prendendo il vassoio “...comunque
sia,ho visto come mi guardavi prima. Se ci stai pensando,non fartene
una colpa. La mia guancia guarirà...” avviandomi
verso la porta.
La
sua espressione era ancora arrabbiata,ma poco prima che uscissi mutò
improvvisamente.
Era
pensierosa e preoccupata.
“Ehi,sorellina!
Dolce,la mia sorellina che salva la vita al suo carnefice! Dimmi un
po',cosa stai preparando di buono?”
disse Matt affacciandosi in cucina.
Erano
ormai tornati dalla riunione e sembrava essere andata piuttosto bene.
A quello che mi aveva detto la zia Mel,il Nonno aveva vietato
tassativamente di tenere comportamenti ostili nei confronti
dell'ospite. Anche se aveva aggiunto che Derek si sarebbe dovuto
fermare per qualche settimana con noi. Non so perchè. Ma comunque
doveva avere le sue buone ragioni.
“Un
brodo di pollo Matt. Ci affiancherò qualche verdura ripassata in
padella...”
dissi concentrandomi sui fornelli.
“Ma
non ti sembra un po' poco?”
mi chiese avvicinandosi ai fornelli curioso “Questo
basterà solo per un paio di persone....”.
“Infatti.
Questo è per te e Derek. Mamma e zia mangeranno con il Nonno e con
papà. Noi invece siamo di guardia.”
dissi assaggiando il delizioso brodo.
“E
tu? Non mangi nulla?”
mi chiese serio infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
“No.
Ho fatto una bella colazione. Pancakes e macedonia. Ho mangiato
davvero tanto.”
dissi assaporando ancora la deliziosa colazione che “qualcuno”
aveva rifiutato.
“Non
mi dire...”
mentre si sedeva al tavolo della cucina “...avevi
preparato la colazione per lui,e non l'ha voluta...Che stupido. Non
si rimetterà mai se si impunta così.” disse
accendendosi una sigaretta.
Io
lo fulminai con lo sguardo. Fumare in una cucina operativa. Se fossi
stata come lui probabilmente i miei occhi sarebbero già mutati in un
oro lucente.
“Va
bene! Non ti arrabbiare! Guarda,la spengo...” disse
sbuffando.
Io
non fumavo,e sinceramente non mi dava fastidio che qualcuno lo
facesse. Ma mentre cucinavo,l'unica cosa che volevo sentire era il
buon odore sprigionato dalle pietanze che cuocevano sopra i fuochi.
“Comunque
cosa ti fa pensare che questa volta il “cagnolino” voglia
mangiare?”
chiese marcando particolarmente la parola “cagnolino”.
“Il
fatto che ci sarai anche tu ad aiutarmi...”
voltandomi con un sorriso furbetto.
“Cosa?
No,non se ne parla. Se vuole mangiare bene. Non puoi costringermi a
stare con lui adesso...”
alzandosi di scatto e gesticolandomi contro.
“Ma
se sei stato tu il primo a dirmi di aiutarlo in strada! O te ne sei
dimenticato?”
mettendomi una mano al fianco e gesticolando di rimando con l'altra.
“Era
diverso! Non sapevo che tipo fosse...”
alterandosi leggermente.
“Ah,perchè
adesso lo sai bene? Allora illuminami.”
incrociando le braccia al petto e aspettando.
“Senti,so
che è stata una mia idea,ma...”
cercando di convincermi.
Io
però senza muovermi di un millimetro,alzai un sopracciglio. Era la
mia mossa finale.
Lui
sospirò e si passò una mano dietro la nuca.
“Dammi
quel dannato piatto!”
ormai arreso.
Io
andai verso di lui con un sorriso di gratitudine e gli stampai un
bacio sulla guancia.
“Come
cavolo fai a convincermi ogni volta...”
disse guardandomi.
Io
versai il brodo in un piatto. Misi la carne in un altro insieme alle
verdure e glieli porsi. Poi riempii altri due piatti allo stesso
modo,e me li portai appresso,avendo cura di arraffare le posate che
avevo preparato in precedenza.
Mi
voltai e Matt era già sparito. Così mi sbrigai a raggiungerlo,era
meglio non lasciarli soli quei due.
Arrivata
alla camera notai Matt inginocchiato vicino al letto. I piatti erano
sul famoso cassettone.
“Matt,che
stai facendo? Se dorme lascialo stare..”
dissi mentre posavo anch'io i piatti.
“Sofia...non
sta bene. C'è qualcosa che non va....” mi
disse con voce preoccupata.
Io
mi avvicinai velocemente facendogli cenno di spostarsi.
Derek
era parecchio sudato e ancora pallido. Gli misi una mano sulla
fronte.
“Ha
la febbre alta...non va bene,non dovrebbe avere la febbre!”
alzando la voce preoccupata.
“Che
significa?”
mi chiese subito Matt.
“Significa
che c'è un infezione...ma è impossibile...”
cominciando a pensare aggrottando le sopracciglia “...per
un lupo mannaro una cosa del genere non è nemmeno
contemplata...cioè...l'unico modo...”
poi mi venne il lampo di genio “Matt!
Sali dall'altra parte del letto e aiutami a girarlo verso di te. Devo
controllare una cosa...”.
“Daccordo”
e in un lampo era già al suo posto.
Quando
fu finalmente sul fianco mi apprestai a togliere le fasciature sulla
schiena.
Come
Matt vide la ferita rabbrividì e allentò la presa su Derek.
“Matt!
Così non riesco a vedere!”
lo ripresi.
“Si,scusa...è
che mi ha fatto effetto...” disse
risistemandosi in posizione “Comunque
cosa stai cercando?”.
“Non
ne sono sicura. Queste ferite mi hanno fatto venire un dubbio.
Ricordi quando il Nonno ha combattuto contro quel tale,a New
Orleans?”
domandai mentre lentamente facevo scorrere le dita sopra i grossi
tagli profondi.
“Quel
lupo che aveva rapito Anne? Si,perchè?”
disse palesemente confuso.
“Il
Nonno era stato ferito,ma non guariva. E per un Alpha è parecchio
strano,no?” dissi
mantenendo il contatto con la schiena di Derek che cominciava ad
avvertire il dolore.
“Si,ma
poi si riprese...”
disse con tono ovvio.
“Certo,ma
solo perchè la mamma riuscì a capire cosa non andava...Quel tizio
aveva lasciato un suo artiglio nel braccio del Nonno,e gli impediva
di guarire.”
dissi facendo un po' di pressione con le dita.
Matt
sembrava aver capito dove volevo andare a parare. Io invece non ero
così sicura. Però quella teoria mi sembrava la più plausibile.
Ma
vedere attraverso tutto quel sangue nero era davvero un'impresa.
Tentai
di affondare un po' di più le dita ai margini delle ferite
affidandomi al tatto.
Ma
più andavo in profondità,più Derek avvertiva il dolore e
cominciava a destarsi.
“Che
cavolo...fate?”
disse stringendo i denti e afferrando il braccio di Matt.
“Non
muoverti,forse Sofia ha capito cos'è che non va...” intervenne
Matt.
“Eccolo!”
pensai
non appena il mio dito indice sfiorò una punta acuminata.
Inserii
anche il pollice e afferrando bene l'oggetto,lo tirai fuori.
“L'ho
trovato!” mostrando
a Matt l'acuminato artiglio “Ora
devo prendere gli altri...”.
“Come
gli altri?!” disse
Matt tra il sorpreso e il terrorizzato.
Ma
senza dire nulla mi apprestai a cercare gli altri,che non tardarono a
farsi trovare. Il secondo venne via molto facilmente.
Ogni
volta che ne tiravo fuori uno,il sangue nero cessava di uscire da
quel taglio. Era ovvio a quel punto che erano quelli il problema.
Però
era una vera e propria tortura per Derek che cercava di resistere
senza muoversi troppo. Al terzo che tirai fuori buttò fuori tutta
l'aria che teneva in corpo,con un sonoro gemito.
“Okay,credo
ne manchi uno solo...Non riesco a sentirne altri...”
dissi asciugandomi la fronte con l'avambraccio.
“Aspetta,Sofia.”
mi
bloccò Matt “Non
ce la fa più,fallo respirare...”
quasi in pena per lui.
Alla
fine mio fratello non era cattivo. Era solo iperprotettivo.
“Prima
lo faccio e prima starà meglio....” dissi
guardandolo.
“Ce
la faccio...”
disse con voce tremolante Derek. Teneva gli occhi chiusi in una
smorfia,con i denti serrati.
Così
misi per l'ultima volta le dita in quella ferita cercando l'ultimo
artiglio.
Derek
cominciò a muoversi in avanti. Una risposta inconscia al dolore.
“No,Derek
devi stare fermo o ci metterò di più...”
afferrandolo con la mano libera.
“Aspetta
proviamo così...”
disse Matt stringendo con la mano il bicipite di Derek.
Chiuse
gli occhi e in un istante le vene della sua mano divennero nere e
marcate.
Strinse
i denti cercando di assorbire quanto più dolore potesse.
Derek
sembrò avere un po' di sollievo e rilassò leggermente i muscoli.
“M-muoviti
Sofia!”
mi ordinò Matt.
E
io non me lo feci ripetere due volte.
Sfilai
quel maledetto oggetto appuntito dalla sua schiena e lo lanciai in
terra. Lo avrei ripreso in un secondo momento.
Matt
lasciò la presa sul braccio di Derek e cadde indietro ansimando. Il
lettone attutì la caduta. Le sue vene tornarono normali e cominciò
ad ansimare rumorosamente.
Anch'io
mi lasciai cadere sul sedere tenendo le mani sporche di sangue in
avanti.
Derek
riaprì gli occhi e ritornò sdraiato sulla schiena.
Tutti
e tre boccheggiavamo in cerca di aria.
Chi
per il dolore,chi per l'adrenalina,chi per l'ansia.
Poi
il rumore della porta della camera che si apriva mi fece girare.
Era
mio padre,che ci guardava con gli occhi socchiusi e con faccia
interrogativa.
Provai
a parlare ma mi precedette.
“Non
voglio nemmeno sapere quello che stavate facendo....”
andandosene richiudendo la porta.
Io
sorrisi e mi sdraiai sul pavimento.