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Autore: ThisisAlice    16/11/2015    2 recensioni
“Can’t you see the love around you?
You know, you’re crazy not to take it
Under valued, I can’t be far from the truth.“
Cosa accomuna una ragazza non proprio comune con mille sogni nel cassetto e una popstar internazionale amata da milioni di fans? Niente. Assolutamente niente.
E se invece non fosse così? Pensateci e, mentre lo fate, prendete giusto un bel respiro!
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Otto.








Il pomeriggio procede lento e noioso. I fatto avvenuti dopo pranzo mi hanno davvero provata e non mi permettono di fare alcun tipo di cosa. Per fortuna, almeno per ora, io e Michael non ci siamo incontrati ed è meglio così, visto che al solo pensiero mi sale una rabbia mai avuta prima.
Che diavolo gli è preso? Lui è gay e a me non piace, credo. O forse sì, ma non è importante. Sono infatti piuttosto sicura che il mio piccolo "interesse" verso di lui sia dovuto esclusivamente al fatto che sia un bel ragazzo. Perchè andiamo, Michael è veramente bello, una di quelle persone che se te lo incontrassi per strada saresti costretto a fermarti per guardalo meglio e osservare i suoi occhi dolci e profondi.
Cercando di scacciare questi pensieri per la millesima volta nel giro di due ore, guardo l'orologio e mi rendo conto di dover stare qui un'altra ora. Sto veramente tentando di non impazzire, Pamela se ne è andata per accordarsi con i tecnici riguardo ai comunicati da pubblicare sui vari profili di XFactor, che saranno attivi a partite da giovedì prossimo, ovvero quando ci sarà il primo live.
Ebbene sì, i giudici hanno già deciso i dodici concorrenti che si esibiranno in diretta davanti al pubblico italiano e devo ammettere che sono tutti molto bravi e simpatici. Ovviamente non li conosco più di tanto, visto che ho scambiato con loro solo poche chiacchiere ai Bootcamp.
Gli altri giornalisti mi hanno, poi, già avvertito di quando tutto ció sia stressante e noioso: da quando manderanno in onda la puntata, ogni giorno dovremmo pubblicare una serie di articoli riguardanti ció che si svolge negli studi. Uno spasso insomma. Inoltre, la restante parte di collaboratori deve addirittura occuparsi di monitorare i vari profili sui social e sull'app.
Non mi sarei mai immaginata che dietro questo programma ci fosse tutta questa amministrazione e organizzazione scrupolosa, anche la scelta delle parole è fondamentale, come dice sempre la mia professoressa di scrittura.
Per quanto molto spesso mi ritrovi a pensare che tutto ció sia noioso agli occhi degli altri, non riesco a non rimanerne affascinata. Scrivere è bellissimo, è una forma d'arte, con esso puoi fare tutto.
Qualcuno ha detto che chi ha una penna e un foglio puó fare ció che vuole, ed ha assolutamente ragione. Probabilmente è per questo che ho accettato di fare questo stage, infondo è una nuova esperienza e favorirà la crescita delle mie competenze anche in ambito letterario.
Decisa a buttare giù qualcosa anche per mantenere la mente allenata, accendo il computer che ho davanti e inizio ad andare su internet. Apro la mia e-mail e vedo che c'è un nuovo messaggio da leggere. Lo apro: viene dal professor Sborzacchi. Vuole sapere come sta andando e se io mi sia ambientata, visto che non lo vedo da parecchio tempo. Per mia grande fortuna, siamo riusciti a far conciliare il mio tirocinio a XFactor con il semestre privo di lezioni e di esami, altrimenti credo che avrei avuto molti problemi.
Gli rispondo in fretta, riferendo un breve excursus su ció che faccio qui e su come stanno procedendo i miei "studi". Che in realtà vanno bene, anche se i recenti fatti non è che mi abbiano reso tanto felice, anzi.
Sbuffo ripensando al comportamento dell'inglese e non posso fare altro che infuriarmi con lui, perchè mi ha baciato senza un motivo e con me, che non riesco a togliermi l'accaduto dalla testa.
Ad interrompere i miei pensieri, se Dio vuole, è un Alessandro Cattelan tutto sorridente e saltellante. Io non so dove trovi tutta questa energia, davvero. «Ehi studentessa» mi saluta «hai voglia di venire con me? Devo andare a scegliere i vestiti per la diretta di giovedì» spiega, mettendosi a sedere sulla mia scrivania. Accetto felice, visto che mi ha sicuramente salvato da un pomeriggio monotono.
Mi porge così la mano destra, che io prontamente afferro, per tirarmi su. «Come mai fai venire me?» gli chiedo curiosa, mentre camminiamo verso il suo camerino «non ci sono persone esperte in questo?»
Lui mi guarda un secondo, per poi aprire una delle porte dello studio e lasciarmi passare per prima. Che galantuomo. «Mi piace il tuo stile» dice semplicemente, alzando le spalle «la tizia che c'era prima mi metteva ansia e mi faceva vestire come un vecchio» spiega come se fosse la cosa più scontata del mondo. La sua risposta mi basta e non faccio ulteriori remore. 

 

 

Siamo qui da quaranta minuti e io sto seriamente per uccidermi. Non avrei mai pensato che Alessandro Cattelan fosse così precisino riguardo l'abbigliamento: per scegliere una semplice giacca ci stiamo mettendo un'eternità. E quella è troppo blu, quella troppo scura, quella no perchè lo ingrassa, quella lo fa sembrare un ragazzino di quindici anni. My God.
E’ anche per questo che ormai ho preso possesso di una delle sue poltrone di pelle, sono fantastiche. Mentre sto comodamente stravaccata su di essa, sento un urlo disumano provenire dall'altra stanza, dove si trova Alessandro.
«Ale? What the hell are you doing?» il suo grido deve averlo sentito anche un certo inglese, visto che si precipita nel camerino del conduttore. Ci mancava solo questa.
Non appena mi vede, si blocca all'istante e io con lui. Credo di star trattenendo il respiro, tanto sono a disagio. Mi ero già programmata tutto per non incontrarmelo: io l'avrei evitato tutto il tempo e poi sarei andata via 10 minuti prima, evitando di incrociarlo in qualche modo. Ma quando si dice la sfortuna..
«Ciao» un Michael titubante si rivolge a me «che ci fai tu qui?» Non ho intenzione di rispondere e tantomeno di parlare con lui, perció nel momento in cui compare Alessandro mi ritrovo a ringraziare tutte le divinità di mia conoscenza.
«Opss, scusa Mich. Si è sentito per caso? » dice il conduttore per poi scoppiare a ridere. È una forza della natura quest'uomo.
«Ma no Ale, che ti pare?» rispondo io, sorniona e per un attimo mi dimentico della presenza del cantate vicino la porta. Ma solo per un attimo.
In risposta ricevo una linguaccia e una cuscinata in faccia, mentre continuo a sentire uno sguardo penetrante su di me. Decido di ignorarlo e maledico mentalmente sia lui che il proprietario del camerino per avermi quasi demolito la faccia con un cuscino. «Allora hai deciso o ancora siamo in alto mare?» gli chiedo, sperando vivamente che mi confermi la prima ipotesi.
Alessandro deve aver visto la faccia confusa di Michael, poichè si affretta a spiegare «Bekah mi sta aiutando con l'outprit, outsit, utfìts.. quella cosa lì insomma, da mettere giovedì» dice rivolto alla popstar.
Rido, seguita a ruota da quest'ultimo. «Si dice outfit» lo corregge poi, beccandosi un "e io cosa avevo detto?" da parte di un finto Cattelan offeso, che tenta di convincere Mika a rimanere. «Ora che sei qui, dammi un parere anche tu che altrimenti io e Bekah finiamo per scannarci. Credo di averla portata all’esasperazione oggi» mi indica, beccandosi un'occhiataccia da parte mia. Ti prego, ti prego, ti prego non fermarti. Vai via e continuiamo questa conversazione un altro momento in un altro giorno di un'altra vita.
«Va bene» acconsente semplicemente per poi guardarmi. Come se non bastasse si siede addirittura sulla poltroncina accanto alla mia, l'idiota.
L’imbarazzo e la tensione a questo punto hanno preso il posto del bel clima pacifico che prima del suo arrivo si era creato. Alessandro infatti è ritornato nell'altra stanza per provarsi i sui "outprits" , in modo che noi due possiamo giudicare il migliore.
Afferro il telefono, evitando in qualsiasi modo il suo sguardo e una possibile conversazione con l'individuo seduto vicino a me. Entro sul gruppo 'Roomates powah’ per vedere le varie cavolate che i miei coinquilini stanno scrivendo. Mentre scorro i vari messaggi riguardanti idee su cosa fare stasera, ho un'illuminazione: c'era una festa al The Club di un tizio che avevo conosciuto una sera lì con Benetetta. Esattamente quello che ci voleva. Ricevo tutte risposte positive e, con un sorriso sulla faccia, saluto i miei amici e blocco il telefono.
Appena peró alzo lo sguardo, incontro l'espressione curiosa di Michael. Sbuffo, girandomi poi dall'altra parte iniziando ad osservare una specie di statuetta a forma di scimmia verde, che si trova sopra uno dei mobili.
«Hai intenzióne di non considerarme?» mi chiede, sperando in una mia risposta che peró non arriva. Ma che bella questa scimmietta, così colorata. Preferisco esplorare le varie caratteristiche di questo strano oggetto piuttosto che socializzare con lui. Non ho intenzione di parlargli, voglio solo finire questa cosa, andare a casa, stare con i miei amici e divertirmi.
«Posso spiegarti?» continua imperterrito. Ah, ora vuole spiegare. Peccato che io non abbia intenzione di starlo a sentire. «Per favore» non appena mette una mano sulla mia gamba, mi volto verso di lui e lo fisso. Non posso farne a meno. Non so per quanto stiamo così, io che lo guardo in quegli occhi profondi e castani e lui che si appoggia sul mio ginocchio.
Ad interromperci ci pensa la voce di Alessandro, che ci avverte di prepararci per mostrare ció che ha scelto. Accavallo così le gambe, facendo cadere la sua presa su di esse e voltandomi verso la porta da dove esce il conduttore. Si è messo una giacca assolutamente perfetta: fatta di strass viola, blu e neri. È questa la prescelta.
Applaudo divertita le mani appena lo vedo e il mio gesto deve avergli fatto piacere, visto che mi fa un inchino e un giro su se stesso. «È lei Ale, è lei» gli dico sorridendogli. Gli sta davvero bene e poi è particolare, colorata, originale esattamente come la sua personalità.  Anche Michael è d'accordo con me e gli fa i complimenti riguardo l'abbinamento.
Dopo aver scambiato quattro chiacchiere, decido di andarmene e levare le tende. Questa situazione sta diventando strana e ho paura che si possa vedere, perció saluto i due e, guardando l'ora, mi incammino fuori realizzando che per mia fortuna posso tornare a casa.
Purtroppo per me, la ruota non gira neanche sta volta a mio favore. Vengo infatti prontamente raggiunta da Michael, che allunga il passo quando cerco di far finta di non aver sentito la sua voce che mi richiamava.
«Ehi» mi dice, camminandomi a fianco «We need to talk, please.. Io voglio spiegarte» continua mischiando il suo inglese con un italiano non altrettanto corretto.
Respiro profondamente, questa volta rispondendogli cordialmente senza tanti giri di parole. «Io non ho niente da dirti, sul serio. Facciamo finta di niente e basta» penso davvero che sia meglio così, possiamo continuare la nostra vita tranquillamente senza starci a fasciare la testa per qualcosa senza senso.
«But io sì, per favore» continua a provare a convincermi. Ormai siamo arrivati all'uscita degli studi e, dopo aver salutato con un sorriso le persone che incontriamo, mi blocca il polso per quella che credo sia la quinta volta della giornata.
Sa che oramai sono costretta ad ascoltarlo, dato che non ha intenzione di lasciare andare il mio braccio tanto facilmente. «Io.. Non so why I've kissed you.. Maybe volevo solo provare» inizia. 'Provare cosa?' penso dentro di me, ma non faccio in tempo a chiederglielo che lui continua «A pranzo ero gialoso, perchè sono atratto da te, but I'm gay» confessa, forse più a se stesso che a me.
Dire che sono scioccata è dire poco. Cioè io gli piaccio per qualche strano motivo a me e a lui, credo, sconosciuto e a lui inoltre piacciono gli uomini. E io non sono un uomo e di questo sono convinta. Quindi, che diavolo stiamo facendo? Mi ha totalmente preso in contropiede «Si dice geloso» è l'unica cosa che infatti so dire.
Devo averlo confuso, aggrotta le sopracciglia, così gli spiego «Geloso, non gialoso» e calco la pronuncia per far sì che colga la differenza.





  
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