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Autore: Ghost Writer TNCS    18/11/2015    1 recensioni
L’Aurora Stellare ha perso i contatti con la Solaria, una delle sue sfarzose astronavi da crociera, e, temendo un attacco di pirati, ha richiesto un intervento militare alla FANTOM. La squadra selezionata è quella di Eslife Hellmatyar, un gruppo di giovani soldati chiamati alla loro prima missione autonoma.
Ma la Solaria non è stata vittima di un assalto pirata. Una cellula terroristica ha liberato delle spore sulla nave e il manipolo di uomini si ritroverà isolato e costretto a confrontarsi con un esercito di migliaia di meta-zombie.
Riuscirà la Squadra di Cristallo a far fronte alla situazione, o sarà trasformata in polvere luccicante?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5. Assedio

Mesut sparò una raffica di impulsi stordenti contro il meta-zombie di fronte a lui, ne respinse allo stesso modo altri due da sinistra e rifilò una gomitata ad un quarto. Colpì quest’ultimo col calcio del suo NRT-72 e poi lo spedì al tappeto con un pugno dritto in faccia.

Finalmente erano arrivati al ponte uno, ma non credeva che avrebbero dovuto faticare tanto. Non che avesse dato fondo a tutte le sue capacità. Lui era un rango Z – la classificazione riservata ai supersoldati – quindi probabilmente avrebbe potuto spazzare via tutti quei meta-zombie anche da solo, ma farlo senza ucciderli sarebbe stato praticamente impossibile. Uno dei privilegi del suo rango era quello di avere in dotazione un’armatura, un rivestimento nettamente migliore dell’uniforme rinforzata, tuttavia aveva preferito non indossarla per sentirsi più vicino ai suoi commilitoni.

E a proposito dei suoi commilitoni, doveva ammettere che sapevano il fatto loro; nonostante la situazione in cui si trovavano, era felice di aver accettato la proposta di Eslife di unirsi alla sua squadra. Lui si era arruolato esternamente, quindi combatteva per la FANTOM, ma prendeva ordini da un soggetto esterno – alleato della Forza Armata – e riceveva uno stipendio che era pagato prevalentemente da quest’ultimo; era stato proprio il suo superiore a dargli l’assenso finale per accettare la proposta della mezzademone. In effetti il suo capo e la società gestita dal padre di Eslife erano in affari già da decenni – la madre della giovane era stata praticamente presentata dal suo datore di lavoro – quindi il suo compito era anche quello di osservare dall’interno lo sviluppo di quella squadra per capire se poteva diventare un buon alleato per il futuro.

«Ci siamo, dovrebbe essere questo.» annunciò il tartariano fermandosi di fronte ad un robusto battente di metallo chiaro. Anche loro avevano dovuto superare alcune porte di sicurezza per accedere a quel settore della nave, ora però i software delle loro IA non sarebbero stati sufficienti per bypassare la sofisticata serratura elettronica.

Larah aveva creato una nuova barriera di ghiaccio per tenere occupati i meta-zombie, ma non era il caso di perdere tempo.

«Non si apre?» chiese Kenvster.

«Bussa pure.» rispose Mesut facendosi da parte.

Il primo colpo fece tremare il corridoio. Il secondo deformò la porta. Al terzo pugno, il battente ebbe un sussulto e crollò a terra con uno schianto fragoroso, rivelando la figura imponente della chimera. La sua parte da alligatore era emersa per la prima volta da quando erano arrivati sulla Solaria e il suo corpo, già alto e robusto, era diventato ancora più imponente. L’uniforme rinforzata si era adattata senza problemi alla sua nuova stazza grazie ad un semplice sigillo alchemico, e altrettanto fece quando il soldato tornò al suo aspetto originario.

«Controllate il corridoio, qui ci penso io.» affermò il tartariano entrando nella plancia di comando con il fucile pronto.

Bene, non c’era nessuno, poteva lavorare in relativa tranquillità. Ripose la sua arma in una delle tasche dimensionali dell’uniforme e raggiunse una delle postazioni. «Allora Althea, che mi dici del sistema?»

La IA si delineò di fronte a lui. Pur essendo un modello Cortana, il suo corpo era rosso, ma questa era solo una personalizzazione al pari del nome. «Ho rilevato alcuni virus, sembra siano stati caricati nelle ultime ore. Comincio il processo di eliminazione, ma ci vorrà un po’.»

«Ti do una mano.»

Mesut sfruttò la connessione di prossimità per collegarsi al computer e cominciò il suo lavoro di ripristino delle normali funzionalità dell’astronave. Nel suo corpo erano state impiantate numerose parti biomeccaniche che, oltre ad aumentare sensibilmente le sue capacità combattive, gli permettevano di interfacciarsi in maniera molto più efficace con la maggior parte degli apparecchi elettronici. Erano proprio questi innesti che gli erano valsi il rango di supersoldato, e a fornirglieli era stato il suo superiore.

Kenvster e Larah intanto erano fermi davanti alla porta insieme alle unità di supporto rimaste, ossia solo i due droidi, ma per il momento i meta-zombie sembravano occupati con la barricata di ghiaccio della han’you.

«Oh, cazzo…»

L’imprecazione di Eslife li mise in allerta e la ragazza bionda chiese subito spiegazioni.

«Ci sono dei superstiti.» spiegò il capo della squadra «Qui però c’è un virus e non sono riuscita a capire dove si trovino. Sembravano almeno duecento persone, forse anche di più.»

«Riuscite ad eliminare il virus?» chiese Larah.

«Le IA ci stanno lavorando, ma non ho idea di quanto ci vorrà. Voi a che punto siete?»

«Mesut è al lavoro nella plancia di comando; io, Kenvster e i due droidi stiamo tenendo d’occhio la situazione. Uno di noi può andare dai superstiti quando capite dove si trovano.»

Un urlo bestiale interruppe la loro conversazione, seguito da altri altrettanto furiosi. Gli occhi della han’you affiancarono subito quelli della chimera e anche lei vide la parete di ghiaccio che cominciava a creparsi sotto i colpi dei meta-zombie. Il materiale però non stava cedendo per il numero di percosse che aveva accumulato, al contrario erano i nuovi attacchi che si erano fatti molto più violenti, come se i corpi delle persone infette avessero improvvisamente acquisito una forza straordinaria.

Nessie squittì preoccupata.

«Già, non piace nemmeno a me.» assentì Kenvster «Hellmatyar, che facciamo?»

«C1, cosa sta succedendo?» volle prima sapere la metarpia.

«Rilevo un brusco aumento di energia magica in alcuni meta-zombie. Sembra che le spore abbiano iniziato una reazione per aumentare la forza dei corpi ospiti, ma in questo modo li stanno consumando rapidamente e avranno bisogno di molto cibo per non autodistruggersi.»

«Ora però li uccidiamo sul serio.» affermò Katha.

«D’accordo, avete la mia autorizzazione e me ne prendo la piena responsabilità. Ma solo i meta-zombie potenziati.»

«Ricevuto, uccidiamo solo i super-meta-zombie.» confermò Queen «Ma come capiamo se sono “super” o no?»

Le hovercar che bloccavano il corridoio ricevettero un colpo violentissimo che le fece schizzare in avanti e le mandò contro le barricate d’energie erette dai soldati, neutralizzandole. Subito dopo una figura imponente avanzò nel passaggio così creato: il suo aspetto era deforme, ingrandito e ributtante, inoltre tutto il suo corpo era attraversato da venature luminose che ricordavano quelle delle rocce intorno alla Solaria.

«Ok, credo di aver capito come riconoscerli.»

L’enorme mostro urlò, pronto ad aggredire uno dei cloni, ma non fu abbastanza rapido: un proiettile lo centrò in pieno, esplodendogli nel petto e spargendo una poltiglia disgustosa mista a parti organiche in ogni direzione.

«Ora cominciamo a ragionare…» ghignò il pupazzo di neve e caricò un nuovo proiettile nel suo Hollowkeeper.

Ben presto altri due meta-zombie potenziati si fecero avanti, anche loro con i busti enormi, le braccia giganti e le teste ripugnanti in cerca di cibo.

 Katha, Queen e le unità di supporto aprirono immediatamente il fuoco, Eslife invece rimase nel centro di controllo a supervisionare il lavoro delle IA. Si fidava dei suoi uomini ed era certa che sarebbero stati in grado di gestire la situazione, lei non doveva fare altro che mantenere la calma e riflettere su quale fosse il modo migliore per mettere al sicuro i civili ancora sani. In realtà non era del tutto certa che le spore non li avessero raggiunti, ma doveva comunque fare il possibile per aiutarli.

Finalmente il monitor dove li aveva visti venne ripristinato e la giovane ebbe modo di osservarli con maggiore attenzione: si trovavano nella zona di poppa del ponte cinque, in un settore riservato al personale dove potevano trovare cibo e servizi igienici. Avevano attivato le paratie di emergenza per isolarsi dal resto della nave, ma i meta-zombie premevano e un paio di loro si era già trasformato nella versione più grande e temibile.

A questo proposito, avrebbe voluto sapere quale fosse la ragione che ne avesse determinato l’improvvisa comparsa, ma purtroppo non disponeva di elementi sufficienti. Difficilmente si trattava di eventi casuali, e il fatto di aver trovato dei virus sia nella plancia di comando che nel centro di sorveglianza le suggeriva la presenza di qualcun altro sulla Solaria, molto probabilmente il responsabile, o i responsabili, di quell’epidemia.

«Ho elaborato dei percorsi per raggiungere i superstiti sia dalla nostra posizione, sia dalla plancia di comando del ponte uno.» annunciò Excalibur.

«Ottimo, invia i dati a tutte le IA. Ragazzi, ascoltatemi: voglio che Katha, Queen, Kenvster, Nessie e i tre cloni vadano immediatamente in soccorso delle persone al ponte cinque. Larah, tu resta con Mesut e coprilo mentre ripristina il sistema difensivo.»

«Eslife, e tu?» chiese subito l’ibrida.

«Io resto qui finché non sarò sicura che non ci sono altri superstiti. Vi raggiungerò appena possibile.»

«Eslife, lo sai che in combattimento sei una pippa, vero?» le rammentò Katha.

«E due droidi non resisteranno a lungo contro i nuovi meta-zombie.» aggiunse Larah.

«Grazie per la franchezza Katha, ma non vi preoccupate: abbiamo fatto centinaia di simulazioni del genere in accademia e vi assicuro che non ho nessuna intenzione di rimetterci le penne nella nostra prima missione autonoma. Ora andate, non c’è un secondo da perdere.»

I suoi due ex compagni di accademia sapevano che Eslife non era una che si lasciava trasportare dal momento, quindi se aveva detto loro di agire in quel modo, voleva dire che aveva pronti almeno due piani di riserva se la sua idea primaria non avesse funzionato.

«Ricevuto.» annuì il pupazzo di neve. Lanciò una granata stordente per rallentare i meta-zombie, quindi si voltò verso i tre cloni: «Andiamo!»

Avevano ripristinato alla meno peggio le barricate mobili, quindi per un po’ i due droidi sarebbero stati in grado di gestire la situazione.

«A proposito Excalibur, nella squadra manca qualcuno in grado di spostarsi molto rapidamente dove richiesto.» rifletté Eslife.

«Annotazione salvata.»

Nel frattempo anche Kenvster si avviò insieme a Nessie, la Light-Meteorgun in pugno e pronta a sparare micidiali proiettili al plasma energizzato contro chiunque si fosse trovato sulla sua strada. Non gli importava di morire, ma non avrebbe sopportato che altri perdessero la vita se aveva anche solo una minima possibilità di impedirlo.

Larah osservò la chimera e la fatina che si allontanavano, preoccupata più per i suoi compagni che per se stessa, Mesut invece rimase in silenzio nella plancia di comando, seduto su una delle confortevoli poltrone imbottite e impegnato a risanare il computer dai malware. Non aveva voluto dire nulla, tuttavia era rimasto piacevolmente colpito dal modo con cui Eslife aveva gestito la situazione: il suo tono era stato deciso ma rilassato, aveva dato prova di grande lucidità anche in un momento critico come quello, inoltre per convincere i suoi subordinati ad eseguire l’ordine aveva fatto appello al proprio talento nel gestire le difficoltà, non al suo grado.

«Althea, segnati questa situazione.» ordinò telepaticamente «Al capo farà piacere.»

«Annotazione salvata, criptata e nascosta.»

***

Nel frattempo, nel ponte nove, una figura bassa e protetta da una tuta stagna stava correndo rapida attraverso un lungo corridoio deserto.

Non si aspettava che i soldati avrebbero utilizzato delle hovercar per raggiungere il centro di sorveglianza, per questo aveva dovuto fare tutto di fretta: mettere un virus che disabilitasse gli schermi, andarsene portandosi via tutte le sue strumentazioni e poi innescare lo stadio critico nelle spore di alcuni meta-zombie.

Avrebbe preferito restare a monitorare la situazione ancora per un po’, ma quei soldati si erano rivelati dei nemici molto più ostici del previsto: nonostante la schiacciante superiorità numerica, non era sicuro che i suoi mostri sarebbero riusciti ad avere la meglio.

Poco male, ormai il suo lavoro era quasi ultimato. Ancora un po’ d’impegno e poi se ne sarebbe andato da quell’astronave, avrebbe fatto rapporto e finalmente si sarebbe goduto un meritato weekend di relax.

   
 
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