Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: TheSlavicShadow    19/11/2015    1 recensioni
This is Halloween, everybody make a scene
Trick or treat till the neighbors gonna die of fright
It's our town, everybody scream
In this town of Halloween
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sfida: La Settimana di Halloween

Prompt: • Film horror • Lecca Lecca • Pioggia • Paura

Fandom: Shingeki no Kyojin

Personaggi: Marco Bodt, Jean Kirschtein, Eren Jaeger

Pair: Marco/Jean

Numero capitoli: 4/7

Generi: slice of life, soprannaturale, shonen ai

Rating: verde

Numero parole: 1197

 

Jean Kirschtein aveva deciso che quel vampiro non gli faceva paura. Marco Bodt si era dimostrato fin troppo gentile con lui. Non gli aveva cancellato la memoria. Non lo aveva neppure mangiato. Gli aveva offerto dei biscotti che erano ottimi e che poi aveva scoperto essere stati fatti da Levi Ackerman. Marco era stato così gentile con lui, che Jean era tornato quella sera stessa nella vecchia casa dei Bodt.

Il sole di quella mattina aveva lasciato nel pomeriggio spazio ad una pioggia torrenziale. Non era di certo il tempo adatto per uscire, ma Jean aveva promesso al vampiro che sarebbe tornato a trovarlo.

“Jean, tutto questo è una figata pazzesca!” Eren gli camminava accanto mentre camminavano lungo il vialetto. Il moro continuava a giocare con un lecca lecca che stava mangiando da quando Jean era passato a prenderlo. “Sono vampiri! Ti rendi conto?”

“E’ tutto così figo che quel Levi sembra non voler altro che affondare i denti nel tuo collo.” Jean aveva notato Eren portarsi una mano attorno al collo e fare una smorfia, e solo allora aveva bussato alla porta. Levi faceva paura anche a lui. Aveva uno sguardo che ti ghiacciava il sangue nelle vene. L’altro vampiro, Erwin Smith, era molto più gentile anche se emanava moltissima autorevolezza.

E poi c’era Marco, che aveva appena spalancato la porta. “Jean! Eren!” Aveva sorriso e Jean aveva sentito lo stomaco sobbalzare. Non si era reso conto quella mattina di quanto il suo viso si illuminasse quando sorrideva. Era come se la pioggia si fosse fermata e il sole avesse spazzato via tutte le nuvole. “Entrate, coraggio!”

Eren non si era fatto pregare ed era subito entrato in casa, cercando Levi con lo sguardo. O per lo meno era quello che pensava Jean.

“Levi sta preparando la cena.” Jean aveva guardato il vampiro e questi aveva solo continuato a sorridergli. “Non abbiamo bisogno di cibo umano, ma ogni tanto ci piace continuare a mangiare anche cose solide.”

“Questa è un grossa sorpresa.” Il biondo aveva osservato il proprio migliore amico allontanarsi velocemente ed entrare in cucina. Subito aveva sentito la voce incazzata di Levi e la risata di Eren. “Credo che Erwin avrà un rivale molto presto.”

“Non dirlo, ti prego. L’ultima volta che qualcuno si è intromesso nel loro rapporto non è stato molto piacevole.”

“Stanno insieme da molto?” Jean non si era quasi reso conto che Marco lo avesse preso per mano, ma non gli dava affatto fastidio. Di solito avrebbe urlato e fatto scenate perché doveva difendere la sue reputazione da etero, anche se non lo era affatto. Solo che con Marco era tutto così naturale che quasi ne aveva paura. Che il vampiro avesse soggiogato la sua mente?

“Si. Erwin ha trasformato Levi, sempre per vendetta. Anche Levi ha perso qualcuno che amava, sempre per mano della stessa strega, e per ben due volte. Anche se secondo Erwin lei è solo una pedina in uno schema molto più complesso.” Marco lo stava trascinando su per le scale. Jean osservava tutto con curiosità. In pochissimo tempo avevano reso una casa diroccata una vera reggia. Sembrava tornata agli antichi splendori.

“Avete deciso di fermarvi qui a Trost per vendetta? Credete che sia tornata qui?”

“Molto probabile. O almeno così ci è stato riferito.” Una volta in cima alle scale Marco si era voltato verso di lui e gli aveva sorriso. “Diciamo che ora vorrei restare a Trost anche per altri motivi.”

Aveva perso un battito. Il suo cuore aveva fatto un salto fino in gola. E lui si sentiva stupido. Si stava illudendo che quel sorriso fosse solo per lui, che oltre alle parole di Marco ci fosse altro. Ma non poteva essere così.

Marco era bello. Marco era immortale. Cosa poteva mai trovarci in uno stupido studente universitario come lui?

“Ti va se guardiamo un film intanto che aspettiamo la cena?” Marco aveva ripreso a camminare lungo il corridoio, senza lasciare la sua mano. Jean aveva osservato le loro dita intrecciate e gli piaceva.

“Si, mi va bene. Basta che mi prometti che Levi non ucciderà Eren.”

Marco aveva riso e Jean aveva sentito le farfalle nel suo stomaco sbattere le ali con violenza. Non era possibile che una persona appena conosciuta gli potesse fare quell’effetto.

La stanza di Marco era grande, con grandi finestre coperte da tende pesanti. Nonostante la casa fosse antica, i mobili erano moderni, anche se fatti tutti in legno. Jean sospettava che l’arredamento fosse opera di Levi.

“Credevo che la tua stanza fosse diversa.” Jean continuava a guardarsi attorno. Era la stanza di un qualsiasi ragazzo di… Solo ora si rendeva conto di non sapere neppure l’età di Marco.

“Cosa immaginavi? Una bara? Delle catene alle mura?” Marco si era avvicinato ad uno scaffale pieno di dvd e con il dito ne scorreva i dorsi leggendone i titoli.

“Beh, anche.” Jean si era seduto sul bordo del letto, non togliendo gli occhi dalla schiena del vampiro.

“Le catene sono nel seminterrato. Sai, nella stanza rossa del piacere.” Il moro aveva girato solo un po’ la testa verso di lui. Poteva scorgere un ghigno malizioso sulle sue labbra, e qualcosa aveva stretto le sue viscere.

“Marco Bodt, ora mi deludi! Conosci la merda della letteratura moderna!” Si era lasciato cadere sul materasso, mentre la risata cristallina di Marco invadeva la stanza.

“Devo tenermi al passo con i tempi, non credi?” Gli si era avvicinato, continuando a sorridere. “Ti va di vedere un horror?”

Doveva rifiutare. Sapeva di doverlo fare.

“Si, dai…”

Quello era stato un errore. Doveva rispondere che gli horror non gli piacevano. Doveva mettere da parte l’orgoglio, perché quello non era Eren. Non lo avrebbe giudicato un fifone per non voler vedere un horror.

Aveva chiuso gli occhi alla prima scena e subito aveva stretto un cuscino contro il petto. Poteva farcela. Era sopravvissuto ad altri horror. Era sopravvissuto anche all’incontro con dei veri vampiri.

“Jean, se hai paura possiamo anche vedere altro.”

La voce di Marco era bassa e vellutata. Sfiorava le sue orecchie come la sua mano stava sfiorando le sue spalla. Non si era quasi reso conto che ad un certo punto del film - probabilmente a qualche minuto dall’inizio - si era sporto completamente contro il moro per cercare rifugio dagli essere trasmessi in tv.

Stare accanto ad un vampiro gli aveva appena fatto capire che tutte le cose di cui aveva sempre avuto paura erano vere.

“Non sono un grandissimo fan delle storie dell’orrore. E ora mi rendo conto che hanno probabilmente tutte un fondo di verità.”

“Ci sono anche esseri soprannaturali che non vogliono fare del male agli altri. Ci sono streghe buone. Ci sono anche lupi mannari con cui noi vampiri possiamo andare d’accordo. Certi vivono comportandosi da normali esseri umani e non li capiresti mai che hanno un qualche tipo di potere.”

“Ho paura di quelli cattivi.”

“Di quelli ho paura anch’io.” Marco lo aveva stretto di più a sé. Non era caldo, ma non era neppure freddo come si sarebbe immaginato. E profumava di buono. Riusciva solo a pensare a queste cose. Improvvisamente, tra le braccia del vampiro, non aveva più paura degli esseri che c’erano lì fuori.
   
 
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