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Autore: Signorina Granger    19/11/2015    4 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Gli Hunger Games, i Giochi della Fame.
Una sola regola: o uccidi oppure vieni ucciso.
Tra 24, solo uno uscirà dall'Arena...
Chissà, magari potrebbe essere il tuo Tributo
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tributi di Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18: Il suono più atteso
 
 
Jade non si voltò subito quando sentì la voce alle sue spalle.
Rimase per qualche istante ad osservare i due corpi davanti a lei, mettendo a fuoco quello che stava per succedere: stava per uccidere, o per essere uccisa.
 
La bionda si voltò lentamente, trovandosi Achille Pelide di fronte.
Solo che non era come se lo sarebbe aspettato…
 
L’ultima volta che l’aveva visto, in cima all’albero era un normale ragazzo dai lunghi ricci neri, armato ma vestito come tutti gli altri.
Ora invece si trovava di fronte un’armatura bianca, quasi difficile da vedere.
 
L’armatura che avevano mandato ad Achille somigliava molto alle uniformi dei Pacificatori, cosa che Jade notò.
 
“Beh, il tuo Distretto non è molto originale… eri vestito da Pacificatore anche alla Sfilata se non ricordo male… ti hanno rivestito così per la tua ultima esibizione a quanto vedo.”  
 
Commentò la ragazza tenendo lo sguardo sulla specie di casco che indossava Achille.
Non poteva guardarlo in faccia, cosa che la metteva un po’ a disagio.
 
“Non è il mio Distretto… non sono nato lì.”    Replicò in tono tagliente il ragazzo, la Katana saldamente in mano.
 
Jade lo osservò, mentre le rotelle del suo cervello erano al lavoro: doveva trovare un modo… un modo per fargli togliere il casco. Solo così avrebbe potuto batterlo.
 
“E’ vero, sei del 4… e sei uguale a Grimaldi. Codardo.”
 
“Io? Codardo?”     Domandò Achille con voce divertita e Jade annuì, parlando con quanta più convinzione riuscì a trovare:
 
“Esatto. Lui ha ucciso Devin mentre dormiva, senza scontrarsi con lui… e tu ti vuoi battere con me con un’armatura e senza nemmeno farti guardare in faccia.
Abbi almeno la decenza di toglierti il casco.”
 
Per qualche istante nessuno dei due parlò, mentre Jade pregava, implorava… l’aveva colpito all’orgoglio e sapeva che era un suo punto debole.
 
“Bene.”    Achille si tolse il casco, riversando i capelli sulla schiena.  I due si guardarono negli occhi, forse per la prima volta da quando il reality era cominciato.
Effettivamente era la prima volta che si trovavano faccia a faccia…
 
Jade dentro di se esulto, ma si impegnò per non darlo a vedere da buon’attrice qual era:  si era tolto il casco, quindi aveva una buona possibilità di ucciderlo…   Jade si era tenuta per sé la sua miglior abilità dall’inizio dei Giochi… ora l’attesa sarebbe valsa a qualcosa.
 
                                                                *
 
Due colpi… di certo due Tributi erano morti al Festino.
 
Stephan camminava in fretta, diretto verso il centro dell’Arena: la Cornucopia.
Era sicuro che due Tributi fossero morti lì, scontrandosi… erano rimasti solamente in tre ormai e forse avrebbe trovato lì i suoi ultimi avversari.
 
Era stanco di aspettare, stanco di nascondersi.
Voleva uscire da quell’Arena, uscire dal gioco… da vivo o morto, voleva mettere fine a quella tortura.
 
Il ragazzo pensò a Nelson, morto ancora prima di iniziare.
Pensò a Charlotte, uccisa da una freccia ad un soffio dalla salvezza.
Pensò ad un ragazzino di 12 anni trafitto da una spada.
Pensò ad una poco più che bambina, morta.
 
Pensò a Richard, ucciso da una freccia… e a Nathaniel, morto con un coltello nel petto.
 
No, non era giusto… non lo era affatto.
Dovevano morire tutti, ogni anno. Senza aver fatto nulla.
 
Mentre camminava sulla neve, l’adrenalina in corpo, Stephan realizzò per la prima volta una cosa:
 
forse non erano loro gli assassini infondo… era qualcun altro che li stava uccidendo, senza sporcarsi le mani.
Li mettevano gli uni contro gli altri, non per un premio… per vivere.
Per tornare a casa da famiglia e amici.
 
                                                                    *
 
Jade tirò un respiro profondo, senza abbassare lo sguardo sul polpaccio, che le bruciava.
Era riuscita a schivare gli attacchi di Achille per un bel po’, ma si era ferita alla gamba… poco male, doveva resistere e continuare.
 
Achille l’aveva, com’è solita cosa degli arroganti, sottovalutata. Non aveva tenuto conto della sua grande agilità: la ragazza stava schivando i suoi affondi con salti e spostamenti non indifferenti, che l’avevano messo in difficoltà.
 
Jade all’improvviso si rese conto che Achille non l’aveva mai vista uccidere… aveva visto il corpo di Green, certo, ma non aveva mai usato la spada davanti a lui.
 
Aveva più vantaggio rispetto all’avversario di quanto pensasse.
 
“Ti vedo in difficoltà, Favorito.”   Sorrise Jade, la spada in mano e le ginocchia leggermente piegate, pronta a saltare in caso di bisogno.
La bionda vide il moro mordersi un labbro e sorrise: probabilmente stava imprecando mentalmente in quel momento.
 
Tutte le telecamere della zona erano puntate su di loro, per inquadrarli da tutte le angolazioni. Di certo ogni cittadino di Panem era davanti allo schermo, senza perdersi la scena.
 
Ma nessuno dei due ci pensò: entrambi avevano la mente rivolta all’altro.
 
“Beh, non sono io quello che sta sanguinando.”   Replicò il ragazzo, accennando con la katana alla gamba della ragazza, che piegò le labbra in un sorriso, passandosi una mano tra la lunga coda di cavallo.
 
“Non preoccuparti… tra poco starai sanguinando molto più di me.”
 
O adesso o mai più.
 
Jade si buttò.  Sapeva che forse stava per morire, quindi pensò un’ultima volta alla sua famiglia mentre si avventava sull’avversario.
 
E finalmente fu se stessa al cento per cento: piantò la lama della spada sulla neve, usandola come leva per saltare sulle spalle di Achille.  Gli anni di danza stavano dando i loro frutti… chi l’avrebbe mai detto?
 
Achille non si era quasi reso conto di trovarsi l’avversaria sulle spalle: era accaduto tutto molto in fretta.
E poi Jade mise la scritta fine sul loro scontro, sulla loro rivalità e sulla vita di un ragazzo.
 
Con la sua spada, che anche se l’aveva usata per darsi una spinta era ancora nelle sue mani, lo decapitò, aiutandosi con i capelli.
 
Il cannone suonò all’istante, mentre la bionda saltava sulla neve, atterrando in piedi. 
 
Ecco cosa aveva mostrato agli Strateghi, una settimana prima.
Ecco cosa le aveva fatto guadagnare un 10.
 
Usare capelli, spada e la sua agilità per decapare i manichini.
 
Jade guardò il corpo di Achille sulla neve, nascosto dall’armatura candida.  La testa era qualche metro più in là, ma la bionda evitò di guardarla: era troppo…
Quello che probabilmente era stato il miglior combattente dell'Edizione era morto... sarebbe stato un bello scoop per Capitol City. 
Jade xcercò di non pensare troppo a quello che aveva appena fatto, che da qualche parte una donna stava urlando e piangendo, disperata. Che a Capitol il più grande Mentore vivente la stava guardando con odio. Che aveva messo fine ad una vita, di nuovo. 
 
La ragazza rimase ferma, immobile, mentre realizzava che quei maledetti Giochi non erano ancora finiti… c’era ancora il ragazzo del 7.
Pensando a che strategia adottare (andarlo a cercare oppure rintanarsi tra gli alberi sperando che raggiungesse la Cornucopia) si voltò verso gli alberi, dando così le spalle alla struttura d’orata e al lago.
 
“Bella mossa, davvero…”     Parlò una voce chiara e pacata.   Jade Waylson non fece in tempo a voltarsi: sentì un sibillio nell’aria e poi dolore.  Prima di crollare in ginocchio abbassò lo sguardo sul suo petto, trovandolo pieno di sangue.
 
No… non poteva essere… non ad un passo dalla vittoria.
 
Sentì dei passi e percepì un corpo che si inginocchiava accanto a lei.  Con un colpo secco Stephan le estrasse dalla schiena l’accetta, guardandola con rammarico: non avrebbe voluto… ma era l’unico modo per andarsene.
 
Rigirò delicatamente la ragazza, guardandola in faccia.
Gli occhi verdi di Stephan si posarono sul volto della ragazza, trovandolo bagnato dalle lacrime.
Jade si stava toccando qualcosa sotto la giacca… una collana.
 
“Mi hai fregato, 7. Bel lavoro.”  Mormorò con voce roca la bionda, osservando il ragazzo.
 
“Mi dispiace Jade… tu hai fatto un bel lavoro con Pelide.” 
 
“Preferisco che vinca tu piuttosto che lui. Ma fammi un favore… tra un anno, al tour della Vittoria… da’ questa a mia sorella.”
 
La ragazza sollevò, con le poche forze che le rimanevano, la collana, mostrando un ciondolo di giada…  Giada, come il suo nome.
 
“D’accordo, te lo prometto Jade.”   Annuì Stephan, mentre si sforzava di non piangere.
 
Jade sorrise debolmente, poi il suo sguardo si spostò dal volto del ragazzo per posarsi sul finto cielo azzurro dell’Arena, dove pochi attimi dopo si spensero di vita, rimanendo due frammenti verdi.
 
Anche l’ultimo colpo di cannone invase l’aria fino alle orecchie di Stephan, che abbassò delicatamente la palpebre di Jade mentre finalmente udiva il suono che aveva sognato ogni notte nelle ultime due settimane:
 
le trombe.
 
 
 
 

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Note dell'Autrice:

Beh, salve a tutti. 
Credevo che questo momento non sarebbe mai arrivato, in tutta onestà... ma ci siamo, finalmente. 

Stephan Weaden, Distretto 7, Vincitore della 73esima Edizione degli Hunger Games. 

Premetto che mi è costato uccidere Jade... sono stata a lungo in conflitto con me stessa per decidere chi tra i due avrebbe vinto. 
Questo non è l'ultimo capitolo, c'è ancora l'Epilogo.    

Spero lo leggiate, a presto!

Signorina Granger 
 
   
 
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