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Autore: Jeo 95    20/11/2015    5 recensioni
Storia ad OC scritta a quattro mani di Jeo 95 e Lord_Ainz_Ooal_Gown [ISCRIZIONI CHIUSE]
***
In un universo alternativo, dodici casate vivono in equilibrio tra loro sotto la guida di un re saggio e giusto.
Non sempre però la pace ha regnato sovrana, ed ora forze antiche e oscure stanno facendo ritorno per sconvolgere la tranquillità delle dodici casate.
Toccherà ai più valorosi guerrieri entrare in azione per fermare l'oscurità che rischia di sconvolgere i mondi. Ci riusciranno?
***
Ok, non sono il massimo nelle introduzioni, ma lascerò a voi il giudizio.
Storia scritta per contrastare/spezzare la monotonia letta ultimamente nelle fic OC che vengono pubblicate sul fandom.
Non prendetela male, ma sul serio ragazzi, un po' di fantasia!
Bacioni a tutti da
Lord_Ainz_Ooal_Gown & Jeo 95
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6


 

~ ~ ~


Dal terribile attacco al mondo degli Spiriti Stellari, che aveva costretto i guardiani ed i loro allievi a rifugiarsi sulla Terra con la principessa Lucy e la sua guardia del corpo, era ormai già passato un mese.

Un lunghissimo mese in cui nessuno aveva più avuto notizie dai propri maestri, in cui ognuno di loro aveva cercato di medicare le ferite del corpo e dell'animo, riuscendoci più o meno bene.

Per Lucy, Nikki ed Emmalin era stato più difficile che per gli altri riprendersi e trascorrere la vita sulla terra più o meno normalmente.

La principessa aveva abbandonato il padre, la sorella aveva tradito tutti loro, e lasciare il regno in mano a quei folli e a Ophiucus, senza poter far nulla per impedirlo, e lasciando gli spiriti maggiori a combattere la sua battaglia. Aveva fiducia in loro, ma nel suo cuore sentiva che non ce l'avevano fatta.

Per Emmalin l'aver lasciato morire il proprio maestro ed essere fuggita con l'arco ed il titolo di guardiana era stato terribile, ed ora, anche a distanza di settimane, gli incubi la tormentavano senza sosta. Grazie all'aiuto di Lance era riuscita a riprendersi almeno un po', non abbandonava mai l'arco, meditava tutti i giorni assieme al guardiano del Capricorno e ad Alexis, che in quel periodo le era stata più vicina che mai.

Per Nikki, veder morire l'amico e l'allieva nello stesso giorno era stato troppo, e per la prima settimana non era mai uscita dal suo letto, troppo triste e disorientata per godersi la sua libertà. Era stato Ashuros a starle vicino più di tutti, insieme a Daisy l'aveva portata a vedere quel mondo così nuovo ed immenso per lei, dovunque andasse anche la cosa più banale riusciva a sorprenderla ed affascinarla, e grazie al sostegno di tutti alla fine anche lei si era ripresa.

Per gli altri guardiani l'accettazione di ciò che avevano perso era stata più rapida, ma non certamente più semplice. Avevano lasciato indietro gli amici, i maestri, tutte le persone del loro mondo ora erano prigioniere di Ophiucus e dei suoi seguaci.

Era stato un mese duro, ma proficuo dal punto di vista della loro forza. Si erano allenati ed erano diventati più forti, in previsione dei prossimi scontri.

Sulla Terra era inverno, un nemico temibile, ma erano riusciti a costruirsi due casette confortevoli, una per i ragazzi e una per le ragazze, circondate da rune speciali per impedire al freddo di invaderle, scritte dalla guardiana della Vergine.

Ora, ad un mese di distanza da che le loro vite erano state sconvolte, i guardiani stavano pianificando la giusta strategia per tornare e sconfiggere Ophiucus una volta per tutte e riprendersi il loro regno. Stavolta non avrebbero fallito.
 

~ ~ ~
 

Ayumi rabbrividì nel sentire il freddo vento invernale soffiarle contro la faccia. Sistemandosi il cappello di lana bianco sulla fronte e la sciarpa del medesimo colore, con dei gatti neri cuciti sopra, fin sul naso, la giovane guardiana iniziò a camminare nello spiazzo tra i due caseggiati, ormai ricoperto interamente di neve.

-M... maledizione a Ophiucus e a quei dannati peccati!- bofonchiò Ayumi scaldandosi il corpo con le braccia -Non potevano aspettare l’estate?-

Da quando erano arrivati lì, i problemi non erano mancati ma di sicuro il freddo era uno dei più gravi. Grazie a Nikki, entrambe le case erano riscaldate da delle rune e all’interno vi erano anche dei caminetti che venivano accessi la sera da Yato e Natsu, ma per il resto, il freddo regnava sovrano. Per fortuna, nel villaggio poco lontano, erano riusciti a procurarsi dei vestiti invernali e ora lei, al posto della sua minigonna e della sua felpa indossava degli spessi pantaloni e un giubbotto imbottito.

-Dove sarà finito Yato? Quando ho bisogno delle sue fiamme non c’è m... mai!- si chiese Ayumi starnutendo subito dopo un paio di volte -Gh... non dirmi che mi sono raffreddata...-

Un altro starnuto si udì nell’aria e Ayumi girandosi, vide Daisy uscire dalla loro casa, vestita anche lei con stivaletti, pantaloni, giubbotto pesante, cappello di lana, sciarpa e pure dei guanti. Perfino Arnold indossava un cappellino e una sciarpa.

-Non possiamo restare al calduccio?- domandò Daisy attraverso Arnold, avvicinandosi alla compagna.

-No Daisy, lo sai cosa dobbiamo fare!- rispose Ayumi i cui occhi si accesero per l’emozione. Da diversi giorni, aveva iniziato ad adocchiare tutti gli altri membri del loro gruppo e, in preda alla noia, aveva escogitato vari metodi per riuscire ad accoppiare alcuni di loro, tra cui il suo caro Yato “Uh uh uh... non vedo l’ora di vedere l’espressione di Ginevra e Yato quando saranno da soli”.

Daisy rimase particolarmente intimorita dall’espressione di Ayumi, al che si domandò come, una bambina piccola come lei, potesse essere così perfida.

-Però prima...!- esordì Ayumi facendola sussultare -Andiamo a vedere che cosa sta facendo la principessa Lucy! Ho come l’impressione che lei e la sua guardia del corpo siano mooooolto più di questo-.

Daisy annuì, ripensando a come, da quando erano arrivati lì, Lucy aveva passato molto tempo vicino al rosato. Forse fin troppo vicino.

-Ma... ma non sarebbe violazione della privacy?- domandò Arnlod ma Ayumi scacciò via le sue parole con una mano -Non finché restiamo nascoste!- e fece l’occhiolino alla sua complice che sospirò a malincuore.

Dopo qualche secondo, le due partirono verso il bosco poco lontano, cercando di fare il meno rumore possibile, vista la neve fresca per terra e ciò portò Daisy ad usare il suo potere della gravità unito a quello del vento per farle muovere a qualche centimetro dal suolo, in assoluto silenzio.

Dopo svariati minuti di ricerca, udirono qualcuno parlare e, procedente verso l’interno del bosco, scorsero Lucy seduta su un masso al centro di una piccola radura, con Natsu al suo fianco. La principessa indossava un lungo cappotto abbinato a dei pantaloni e a degli stivaletti. Nulla di tutto ciò avrebbe fatto pensare a lei come una principessa ma era stata lei a volerlo.

Natsu, dall’altra parte, aveva sempre gli stessi vestiti. Essendo un ex-membro della Casata del Leone, possedeva il potere del fuoco ed era anche estremamente caloroso, difatti non sentiva minimamente il freddo.

-Secondo te staranno bene?- domandò Lucy fissando la neve per terra.

Natsu la guardò in silenzio per qualche secondo, ma alla fine cercò di rassicurarla -Suo padre è estremamente resistente e forte, non riusciranno a farlo passare dalla loro parte e lo stesso vale per Leo e gli altri-.

Lei annuì -Ma Yukino... io... non sono riuscita a notare che il suo cuore era stato corrotto...-

-Neanche io Lucy... e ciò dovrebbe far parte del mio lavoro, eppure non ce l’ho fatta-.

“Uh uh... e da quando lui la chiama solo ‘Lucy’?” si domandò Ayumi con sguardo indagatore, mentre Daisy si limitava a fissare la scena.

-Vorrei soltanto che tutto tornasse alla normalità...- sussurrò Lucy abbassando la testa. Natsu le mise una mano sulla spalla e le mostrò uno dei suoi classici sorrisi a trentadue denti -Non preoccuparti Lucy! Vedrai che tutto si sistemerà e in men che non si dica sarà tornato tutto come prima!-

La ragazza gli sorrise di rimando e i due rimasero in silenzio a guardarsi, arrossendo di conseguenza subito dopo. Una nuova folata di vento fece rabbrividire la ragazza ma la cosa non passò inosservata e, in pochi secondi, si trovò la sciarpa di Natsu intorno al collo.

-Natsu...? Ma era di Igneel...-

-Ora hai freddo no? Mi avrebbe rimproverato di sicuro se non te l’avessi data.- spiegò il ragazzo guardando altrove, ancora rosso in volto. Lucy sorrise nuovamente e, lentamente lo abbracciò da dietro -Grazie...-

-Non c’è bisogno di ringraziarmi...- bofonchiò il ragazzo, senza tuttavia sottrarsi all’abbraccio.

Poco lontano, Daisy e Ayumi si allontanarono in silenzio e, quando furono sicure di essere fuori dalla portata dell’udito di Natsu, la guardiana dell’Ariete esplose -Si piaaaaacciono!-

-Anche io lo credo.- ammise Arnold -Comunque non dovremmo dirlo a nessuno! Potrebbe essere un problema...-

-Non preoccuparti, non lo diremo a nessuno!- la rassicurò Ayumi, aggiungendo poi sottovoce -Altrimenti come potrei ricattarli?-

-Hai detto qualcosa?-

-Niente di niente! Ora andiamo! Dobbiamo trovare gli altri!- esclamò Ayumi incamminandosi nel bosco, con la sua complice alle spalle.

 

~ ~ ~

 

-Neh Hitomi-san, tu sei cresciuta sulla Terra vero?-

Nami ed Hitomi si stavano allenando poco lontane dagli alloggi, anche loro come tutti gli altri avvolte in caldi cappotti invernali, cuffie e guanti per combattere il freddo glaciale dell'inverno.

Ora si stavano riposando, sedute all'ombra di un pino sopra una coperta che l'allieva era andata a recuperare nella casetta.

-Eh già, e se non ricordo male, nemmeno troppo lontano da qui.-

Nami sorrise, pensando a quanto sarebbe bello se anche lei, un tempo, fosse stata umana come la sua maestra, a come avrebbe vissuto, a come avrebbe potuto vivere, a chi potesse essere in quella vita semplice ma eccitante.

-Anche a me sarebbe piaciuto essere umana.- sussurrò, non accorgendosi dell'improvviso intristimento della maestra.

-Sai, la vita degli umani non è sempre rosa e fiori purtroppo.- sorrise, ma fu un sorriso finto, tirato, che nascondeva dietro di sé tanto dolore.

Hitomi era nata cieca. Nessun incidente, nessuna malattia, semplicemente lei era nata senza il prezioso dono della vista, e questo per i suoi genitori doveva aver rappresentato un'onta, una macchia in quella che doveva essere una famiglia perfetta, perché altrimenti non riusciva a spiegarsi il motivo per il quale l'avevano abbandonata.

Otto anni della sua vita li aveva passati chiusa in un orfanotrofio, trattata come una persona diversa, fragile, incapace di compiere anche la più semplice delle azioni senza l'aiuto di qualcuno, maltrattata e sfruttata come una serva, finché un giorno non era riuscita a scappare e ad abbandonare quel posto orribile.

Aveva vissuto di stenti e di miseria per mesi, poi era arrivata lei, la sua adorata nonnina, che l'aveva accolta e allevata come fosse sua nipote, e da cui aveva imparato tante cose, come la sua magia.

Un simpatico vecchietto che abitava accanto a loro le aveva insegnato la magia dell'evocazione, anche se era servito l'incidente per donarle la forza ed il potere che possedeva ora.

-Hitomi-san?-

La guardiana si risvegliò dal ricordo di quel passato lontano quando la voce preoccupata di Nami la richiamò. Si voltò verso l'allieva e sorrise, come se nulla fosse successo.

-Perdonami Nami-chan, mi sono distratta un attimo. Continuiamo?-

L'allieva sorrise e si rialzò di scatto in piedi, seguita dalla maestra, e ripresero insieme l'allenamento.
 

~ ~ ~

 

-Dunque dunque dunque... dove si sono nascosti tutti?- si chiese Ayumi guardandosi attorno. Era da diversi minuti che camminavano tra quegli alberi eppure non avevano trovato nessuno dei loro compagni.

Daisy si guardò attorno a sua volta e, in lontananza, scorse qualcuno -Non è Hazumi quello?-

Ayumi si girò nella stessa direzione e vide l’allievo di Akane sdraiato per terra in cima ad una collinetta. Lui era probabilmente uno dei pochi che riusciva a sopportare quelle temperature senza battere ciglio.

Lentamente, le due si avvicinarono levitando e Daisy chiamò il loro compagno, che si girò sorpreso verso di loro. Di solito si sarebbe accorto della loro presenza, ma essendo loro sollevate in aria, non poteva percepirle tramite la terra.

-Che cosa ci fai qui?- domandò a bruciapelo Ayumi, mettendolo subito in imbarazzo, visto che arrossì leggermente, cercando di coprirsi le guance con la sciarpa -S... stavo guardando Akane-san... da quando siamo venuti qua si comporta in modo strano con Isaiah-san...-

Un ampio ghigno si formò sulle labbra di Ayumi “Bingo!”

Lentamente, si misero tutti e tre sdraiati e scrutarono ciò che stava accadendo alla base della collinetta. Akane a Isaiah erano una di fronte all’altro ed entrambi indossavano dei vestiti più pesanti per proteggersi dal freddo.

-Solo per essere chiari, come ho già detto quel giorno all’arena, non intendo sposarti!- sbottò Akane puntando il dito contro Isaiah che, con lo sguardo sia annoiato che seccato, ribatté -Guarda che ho capito e non c’è bisogno di ripetermelo! Di certo Aquarius-sama ha altro da fare piuttosto che pensare a combinare un matrimonio!- ma poco dopo si rabbuiò.

-Che succede?- domandò allora Akane avvicinandosi leggermente.

-Nulla...- sospirò il ragazza spostando lo sguardo su dei pini lì vicini -Stavo solo pensando ad Aquarius-sama. E’ rimasta nel nostro mondo a combattere, mentre noi siamo qui da un mese e non abbiamo fatto nulla!-

Akane non si scompose troppo da quella reazione. Conosceva Isaiah e sapeva che, malgrado fosse un ragazzo tranquillo, ogni tanto non si faceva problemi a dire ciò che pensava, indipendentemente dalla situazione e, in quel caso lì, lei non poteva che trovarsi d’accordo.

Se solo avesse potuto, sarebbe rimasta al fianco di Scorpio per il puro piacere di prendere a calci in culo Cancer, ma poi si sarebbe dedicata anche ad Aaron per aver ucciso Zenas e poi a tutti gli altri. Voleva fargliela pagare per aver fatto del male ai suoi amici ed aver rovinato il loro mondo, invece era lì sulla Terra e la situazione non accennava a cambiare.

-Neh... posso capire come ti senti in questo momento... ma sono sicura che Aquarius-sama non ti permetterebbe di tenere il muso lungo.- commentò Akane accennando un sorriso.

Isaiah mostrò uno sguardo quasi spaventato e ribatté -Ovvio che no! Mi tirerebbe direttamente un pugno in testa!- e si lasciò andare ad una breve risata che contagiò anche la compagna. Dopo qualche secondo, Akane posò le mani nella neve e sospirò leggermente -Mi sarà difficile combattere in queste condizioni. L’acqua nel terreno è gelida o ghiacciata...-

-A questo posso pensare io.- proferì Isaiah creando una sfera di acqua nella mano destra. Quando la lasciò cadere, la neve si sciolse in fretta e delle sottili colonnine di vapore fuoriuscirono dal terreno.

-Acqua calda?- domandò Akane a il ragazzo annuì. La guardiana dello Scorpione, allora, posò nuovamente le mani nel terreno e fece crescere una piccola pianta alta una trentina di centimetri, dalle brillanti foglie verdi. Isaiah la osservò per qualche secondo e alla fine creò altra acqua, stavolta più calda, bagnando la base della pianta che, grazie ai poteri di Akane, crebbe fino a due metri di altezza e sulla sua sommità sbocciò un girasole.

-Un girasole in mezzo alla neve, ora le ho viste tutte.- commentò Isaiah con un sorriso.

-Però è molto bello, no?- domandò Akane girandosi verso di lui. Isaiah fece lo stesso e annuì. Rimasero in silenzio per diversi secondi, continuando a guardarsi, e, notando quanto la scena potesse sembrare suggestiva agli occhi di una terza persona, si girarono di scatto in direzioni diverse, senza riuscire a nascondere appieno il rossore sulle loro guance.

Dall’alto della collinetta, Daisy fissò con un sorriso la scena, notando poi che Hazumi, malgrado lì sotto ci fosse la sua maestra, aveva lanciato diverse occhiate furtive ad Ayumi, la quale non si era accorta di nulla, troppo impegnata a gongolare nel vedere i due guardiani sottostanti.

Quando si fu ripresa, la guardiana dell’Ariete si allontanò con i due al seguito e, voltandosi verso Hazumi, gli ordinò -Mi raccomando, non perderli di vista! Dopo dovrai dirmi tutto quello che faranno!-

-Ma... perché?- domandò giustamente il bambino ma Ayumi fu inamovibile e, voltandosi di nuovo verso il bosco, esclamò -Andiamo Daisy! Non vedo l’ora di arrivare alla portata principale!- e si incamminò nuovamente.

L’allieva di Ashuros fece per seguirla ma notò lo sguardo triste sul volto di Hazumi così, avvicinandosi quel tanto che bastava per sussurrargli nell’orecchio, Arnold gli chiese -Per caso ti piace Ayumi?-

Hazumi trasalì di colpo nel sentire quelle parole ma, notando la sua faccia completamente rossa, Daisy capì di aver fatto centro, benché il membro della Casata dello Scorpione fece di tutto per sviare i suoi pensieri -N... n... n... no, certo che no! Non potrei mai... innamorarmi di lei...-

-Non mi sembri molto convinto, lo sai?- commentò Arnold e Hazumi si limitò a tirarsi su la sciarpa, coprendosi perfino gli occhi -Tranquillo, con noi il tuo segreto è al sicuro! Ma dovresti fare qualcosa per Ayumi-san... questa storia le sta sfuggendo di mano...-

-Io... ci proverò.- accettò Hazumi annuendo timidamente e Daisy dopo avergli sorriso, si allontanò per raggiungere la sua amica.

 

~ ~ ~

 

Emmalin era nel buio più totale. Ovunque si girasse, l’oscurità incombeva su di lei. Urlava, ma nessuno le rispondeva. Camminava, ma le sembrava di stare sempre nello stesso punto.

Stretto tra le mani, teneva l’arco di Zenas. Non si era separata da quell’arma fin da quando il suo maestro gliel’aveva lasciata, eppure, in quel momento, la sentiva fredda, come se non le appartenesse.

-Emmalin?- la chiamò una voce, facendola girare di scatto. La ragazza rimase senza parole nel vedere Zenas camminarle incontro con un ampio sorriso sul volto.

-Maestro!- urlò la guardiana correndogli incontro, ma all’ultimo, un grosso schizzo di sangue le macchiò il volto , pulendosi gli occhi in fretta e furia, vide il suo maestro accasciarsi al suolo, venendo poi divorato da delle fiamme nere. Davanti a lei, c’era Aaron, che la fissava con sguardo divertito.

Provò ad incoccare una freccia, ma l’arco era svanito. Aaron le si avvicinò e le mise una mano sulla testa, sibilando -Muori!-

Potenti fiamme nere iniziarono a divorarla facendola strillare per il dolore.

 

 

-Emmalin aprì gli occhi!- urlò Alexis tirandole un ceffone sulla guancia. La guardiana del Sagittario sgranò gli occhi di colpo e provò a riprendere fiato, mentre con lo sguardo cercava disperatamente qualcosa.

-L’arco è qui non preoccuparti.- la rassicurò Lance, porgendogli l’arma. Emmalin la afferrò all’istante e dopo qualche secondo parve calmarsi.

-Io... chiedo scusa...-

-Non preoccuparti... all’inizio è difficile per tutti.- la tranquillizzò Alexis sedendosi di nuovo di fianco a lei, in mezzo alla neve. Dopo qualche attimo di riflessione, Lance si sedette davanti a loro, guardandosi bene attorno prima di farlo.

-Va bene, ora cercheremo di calmare la tua mente. Alexis ti darà una mano per le prime volte, dopodiché proverai da sola, d’accordo?- le chiese Lance, mostrandole un sorriso tranquillo. Emmalin strinse l’arco al petto e annuì lentamente, chiudendo poi gli occhi come Lance e Alexis.

Dopo pochi secondi, si ritrovò in uno spazio completamente bianco, con la sua amica di fianco a lei.

-Ok, ora cerca di rilassarti al meglio delle tue capacità.- la esortò Alexis sorridendole ma prima Emmalin si girò verso di lei -Dimmi un po’ Alex... dovevi proprio colpirmi in faccia?!- e si massaggiò la guancia ancora rossa per lo schiaffo.

-Non è colpa via se vai in coma profondo appena provi a meditare.- spiegò Alexis facendo spallucce ma con sguardo divertito -Inoltre... vedi di non attaccarti troppo a Lance-san!-

-Cosa vorresti dire?- chiese Emmalin assottigliando lo sguardo.

-Gli stai troppo vicina, razza di ventosa!- esplose una seconda Alexis comparendo di fianco alla prima, con la sola differenza che la nuova arrivata aveva i vestiti completamente rossi così come gli occhi e i capelli.

-E lei chi sarebbe?-

-E’ la me stessa della Rabbia. Ognuno di noi ha diversi lati del proprio carattere dentro di sé e io li ho divisi da piccola, perciò nella mia mente troverai sette come me.- spiegò Alexis sorridendole. Emmalin annuì, avendo capito tutta la questione, ma poi si rivolse alla Alexis-Rabbia -Chi avresti chiamato ‘ventosa’?-

-Lo ha detto a te, non ci senti? Tsk, tipico di voi Sagittari.- sibilò una terza Alexis, di colore viola.

-Lei è la me stessa della Maleducazione.- spiegò Alexis, l’unica ad avere ancora i colori al posto giusto.

Emmalin spostò lo sguardo da lei alla Alexis-Maleducazione e domandò -Qualche personalità che non sia una gran cafona?-

-Beh... ci sono le altre.- spiegò Alexis spostandosi, permettendo così alla guardiana del Sagittario di vedere altre due Alexis. La prima, di colore azzurro, era fin troppo rigida e teneva lo sguardo fisso sul terreno, mentre dietro di lei c’era una sua copia bianca che stava tremando come una foglia.

-Loro sono Timidezza e Paura.- spiegò l’originale sorridendo all’amica, che si era ormai pentita di aver accettato di farsi aiutare da lei. In pochi secondi, arrivarono anche: una Alexis dorata, la Forza; una verde, l’Intelligenza; e una rosa, l’Amore.

-Ok... ora che ci siete tutte... vogliamo tornare a quello che mi hai detto prima?- propose Emmalin spostando lo sguardo tra le varie Alexis.

-Certo e, come ho già detto, non stare così appiccicata a Lance-san!- disse Alexis, gonfiando leggermente le guance.

-E perché mai non dovrei stargli vicino?- domandò Emmalin -Mi sta aiutando molto da quando siamo arrivati qua sulla Terra e gli sono molto riconoscente. Cos’è, sei gelosa per caso?-

-Gelosa? Non direi proprio ma il fatto è che...- iniziò Alexis venendo poi sovrastata dalla Alexis-Amore -Io lo a~mo!-

Emmalin fissò a bocca aperta le due Alexis, spostando lo sguardo sulle altre, accorgendosi del fatto che nessuna aveva battuto ciglio -Tu... lo ami?-

-Beh... forse non così tanto da gettarmi tra le sue braccia e urlare il suo nome ogni dieci secondi... ma tengo molto a lui e non voglio che si metta a seguire una ragazzina come te! Non voglio che la gente pensi che Lance-san sia un poco di buono interessato alle ragazze molto più giovani di lui!-

-Ehi sono più giovane di soli sette anni!-

-Beh io di cinque e sono già maggiorenne, perciò sono una scelta più... saggia, per così dire.- spiegò Alexis gonfiando il petto con sorriso vittorioso. Quel discorso stava prendendo una piega alquanto strana ma Emmalin sapeva già cosa fare per uscirne.

-Se mi stai dicendo queste cose, significa che tu mi temi come rivale, non è così?-

-Che fai cerchi rogne?- si intromise Alexis-Rabbia -Perché mai dovrei vedere come rivale una ragazzina come te che sa solo usare uno stupido arco, eh?!-

Lo sguardo di Emmalin si indurì di colpo e sibilò -Non ti azzardare mai più a definirlo stupido, o giuro che ti farò pentire di non essere la personalità della Paura...-

-Ohi Emy, perché non risolviamo la questione alla nostra maniera?- domandò Alexis e l’amica fu ben lieta di accettare.

Subito dopo, le due ragazze riaprirono gli occhi. Lance era ancora sollevato a qualche centimetro da terra, completamente assorto nella sua meditazione e, a detta di Alexis, non si sarebbe svegliato per dei rumori. Le due si tolsero le giacche e le adagiarono su una roccia lì vicino, assumendo poi una posizione da combattimento.

Emmalin, di solito, era tranquilla come persona, ma se qualcuno le toccava le sue armi, diventava alquanto intrattabile e, malgrado la Casata di appartenenza, era un’abile lottatrice, il che andava molto a genio ad Alexis che era alquanto manesca se voleva.

Dopo qualche secondo di studio, le due si lanciarono l’una addosso all’altra e Emmalin riuscì a placcare subito Alexis, facendola cadere a terra. L’allieva di Lance riuscì tuttavia a liberarsi e le bloccò il braccio destro, cercando di slogarle la spalla. Tuttavia Emmalin non era una preda facile e, facendo forza sulle gambe, riuscì a ribaltarsi, facendo finire Alexis sotto di lei.

Le due ragazze continuarono a lottare per diversi minuti, senza che nessuna delle due riuscisse a prevalere, quando un colpo di tosse secco le paralizzò sul posto. Lentamente, volsero lo sguardo verso l’origine del suono e videro Lance in piedi, con le braccia incrociate al petto, intento ad osservarle con sguardo serio ed un sopracciglio alzato.

-Err... maestro... posso spiegare...- sussurrò Alexis alzandosi in piedi insieme ad Emmalin.

-Non ce n’è bisogno, ho visto abbastanza.- la fermò il maestro alzando una mano, quando alle sue spalle spuntarono Neren e Renne, entrambe con dei piccoli ghigni sulle labbra.

-Ci dispiace di averti disturbato Lance...- iniziò Neren.

-... forse avremmo dovuto aspettare che loro finissero di discutere?- concluse Renne ma Lance scosse la testa .Non preoccupatevi, va bene così.- e rivolgendosi ad Alexis -Sono sicuro che la mia allieva sarà ben lieta di meditare per un’ora in modo intensivo, ovviamente Emmalin le farà compagnia nel mentre-.

Le due ragazze si scambiarono un’occhiata terrorizzata ma, prima che potessero protestare, Neren chiese a Lance di seguirla e lui accettò, lasciando Alexis ed Emmalin alle prese con la loro meditazione. Quando fu un po’ lontana, tuttavia, Neren si girò e fece l’occhiolino alle due compagne.

Dopo qualche attimo di silenzio, le due urlarono -Ci ha fregate!-

Lance, Neren e Renne camminarono per diversi minuti, beandosi della pace che c’era in quel bosco e le due gemelle parevano a loro agio.

-Ora che ci penso, te adori l’inverno, vero?- domandò Lance volgendo lo sguardo verso Neren che annuì ma fu Renne a rispondergli -Lo abbiamo sempre adorato! Fin da quando abbiamo memoria!-

-Posso chiedervi perché mi avete portato qui?-

Neren e Renne parvero calmarsi nell’udire quella domanda e Lance aggiunse -Di solito vi gettate sempre nelle risse, ma poco fa avete preferito destarmi dalla mia meditazione per fermare la zuffa di Alex e Emy. Qualche problema?-

-Veramente... vorremmo sapere se tu stai bene.- disse Neren voltandosi verso di lui. Lance la fissò di rimando con sguardo confuso e allora Renne spiegò meglio le parole della gemella -Da quando siamo arrivati qui... tu sembri quello più serio e silenzioso. Perfino Ashuros parla più di te a volte! Per caso... è successo qualcosa?-

Lance le fissò in silenzio per qualche secondo e alla fine si lasciò andare ad una leggera risata, confondendo leggermente le due gemelle.

-Non preoccupatevi, non è successo nulla. Il mio ex-maestro e Caprico-sama mi hanno sempre insegnato a mantenere la calma soprattutto nei momenti più critici e questo credo sia un momento abbastanza critico per noi. VI chiedo scusa se il mio comportamento fin troppo distaccato vi ha fatto preoccupare.- spiegò Lance sorridendo a Renne, senza accorgersi che Neren si era spostata un po’ più in là.

-Quindi... sei sempre pronto a divertirti come un tempo?- domandò allora la gemella spirituale e lui annuì, beccandosi una palla di neve in piena faccia subito dopo.

-Scusa ma non sono molto convinta.- commentò Neren lanciandogli un’altra palla di neve addosso che però si fermò a mezz’aria, mentre altri mucchietti di neve si sollevavano, diventando delle palle perfettamente sferiche.

-Palle di neve? Era da un pezzo che non ci giocavo, forse sono passati almeno vent’anni.- sibilò Lance fissando le due gemelle ormai tremanti di fronte a lui. In un battito di ciglia, le due si gettarono dietro ad un masso e una pioggia di palle di neve si abbatté sul loro riparo.

-Credi che abbiamo esagerato?- domandò Renne ma Neren negò con la testa -Ora inizia il bello!- e iniziò a sua volta a tirare palle di neve contro Lance, venendo subito affiancata dalla gemella. Dopo una mezz’oretta buona di gioco, i tre si sedettero sul masso, riprendendo fiato.

-Allora? Va meglio?-

Lance si voltò verso Neren e annuì -Molto meglio, grazie-.

Le due gemelle si diedero il cinque e, insieme al guardiano del Capricorno si incamminarono verso il punto in cui avevano lasciato Alexis e Emmalin.

 

~ ~ ~

 

-Venite fuori ragazzi... non siate timidi...- canticchiò Ayumi passando di fianco ad un albero abbattuto, con Daisy dietro di lei. Ormai avevano visto la principessa Lucy insieme a Natsu e Akane insieme a Isaiah, ma la guardiana dell’Ariete era alquanto fissata sul voler vedere Yato da solo con Ginevra.

-Posso chiederti perché fai tutta questa cosa legata alle... coppie?- domandò Arnold e Ayumi rispose -Perché vedere delle coppie felici mi mette di buon umore e sono molto legata a Yato, perciò voglio che si sistemi al più presto!-

Daisy annuì, pur non avendo colto tutta la spiegazione dietro a quella strana mania della compagna, individuando poi delle impronte nella neve. Due persone erano passate di lì ma, mentre la prima aveva camminato in linea retta, l’altra era andata vicino ad un albero, poi vicino ad un cespuglio, cambiando costantemente.

-Nikki dev’essere passata di qua.- ipotizzò Ayumi ripensando ai primi giorni sulla Terra, quando la guardiana della Vergine aveva passato svariate ore ad osservare tutto ciò che era nuovo per lei.

-Se non sbaglio, è uscita poco prima di noi insieme ad Ashuros-san.- ricordò Daisy facendo illuminare gli occhi di Ayumi che esclamò -Seguiamo le tracce!-

Le due ragazze si misero a seguire quelle impronte, camminando per diversi minuti, finché non udirono un urlo di sorpresa poco dietro un cespuglio. Sdraiandosi a terra, strisciarono fin sotto il cespuglio, sbucando con la testa dall’altra parte.

Davanti a loro si parò un’enorme distesa di neve, probabilmente una porzione di una pianura, e, sulla sinistra, videro Ashuros e Nikki in piedi davanti ad un enorme pino. La bionda era intenta ad osservarlo con gli occhi pieni di stupore, mentre il ragazzo aveva il suo solito sguardo neutrale.

-E’ enorme!-

-Deve avere parecchi anni.- ipotizzò Ashuros osservando i rami e poi il tronco, girandosi poi del tutto verso la distesa di neve. Nikki d’altro canto, osservò ancora per un po’ l’albero ma ad Ayumi fu subito chiaro che nessuno dei due sapeva come continuare la conversazione.

“Non il migliore degli inizi...” si disse la guardiana dell’Ariete quando però vide Nikki girarsi verso l’albino.

-Ehm... senti Ashuros... io... dovrei dirti... qualcosa...-

“Wow! Forse ho parlato troppo presto!” pensò Ayumi, mentre di fianco a lei, Daisy fissò la scena con attenzione “Nikki-san, metticela tutta!”

-Anch’io devo dirti qualcosa.- la sorprese Ashuros e il battito cardiaco di Nikki aumentò a dismisura, così come quello di Ayumi e Daisy le quali drizzarono le orecchie -Però... è un po’ complicato per me dirlo...-

-T... tu provaci!- lo incoraggiò Nikki,mentre un leggero rossore si formava sulle sue guance.

-Ormai mi conosci da diversi anni e sai che non sono uno che... mette in bella mostra le proprie emozioni, ma da quando siamo qui, ho avuto modo di comprendere un po’ meglio i vari aspetti delle relazioni tra persone.- iniziò Ashuros mentre ormai Nikki non riusciva a calmarsi -All’inizio ti consideravo solo una rompiscatole dato che non mi lasciavi mai in pace, ma ora...-

-Ora...?-

-Ora io ti considero una cara amica.- concluse il ragazzo continuando a fissare la distesa di neve.

Una lancia trapassò Nikki da parte a parte, passando per il cuore, mentre Daisy e Ayumi per poco non rischiarono di strozzarsi con della saliva.

-Anche Hitomi, Ginevra e Yato sono amici ma credo che tu sia stata la mia prima vera amica-.

Un’altra lancia trapassò Nikki da parte a parte.

-S... solo un’amica...?-

-Credo che il termine esatto sia... migliore amica, ma non ne sono sicuro.- ammise Ashuros, mentre una miriade di frecce si conficcavano nel corpo della bionda. Poco lontano, Ayumi e Daisy stavano facendo di tutto per trattenere le lacrime.

“La sta massacrando...”

“Tieni duro Nikki-san... tieni duro!”

-E... la nostra relazione non andrà mai oltre l’amicizia...?- domandò allora Nikki ormai barcollante a causa dei colpi subiti.

-Perché? Cos’altro potrebbe esserci tra di noi se non amicizia?-

Un fulmine folgorò Nikki, che si accasciò al suolo di faccia. L’albino volse finalmente lo sguardo verso di lei e le chiese -Tutto bene?-

-Sì... volevo solo rinfrescarmi la faccia...- sussurrò Nikki -... grazie per l’interessamento...-

-È a questo che servono gli amici, no?-

Un macigno schiacciò la testa di Nikki nel terreno, ponendo fine alla sua agonia.

Dopo alcuni secondi di immobilità, la guardiana della Vergine si rialzò e, seppur barcollante, si avviò verso le loro case, salutando Ashuros con una mano. Quando fu abbastanza lontana, il ragazzo si portò un dito sulla maschera, all’altezza della bocca -Forse intendeva rivalità? Che sia una forma di amicizia?-

-ASHUROOOOOOOOOS!!!-

L’urlo agghiacciante di Ayumi lo fece trasalire e, girandosi di scatto, fece appena in tempo a bloccare il polso della bambina prima che lo colpisse con la sua bacchetta dorata, usata a mo di pugnale.

-Stupido! Sei uno stupido! Stupido stupido stupido!!!- urlò Ayumi cercando di pugnalarlo ancora e ancora, mentre alle sue spalle arrivò Daisy che tentò inutilmente di staccarla dal suo maestro. Dopo svariati minuti di lotta, la guardiana dell’Ariete si “calmò” e, puntando un dito contro Ashuros, gli chiese -Chi te le ha dette tutte quelle stronzate sull’amicizia?! Dove le hai apprese?!-

Ashuros inarcò un sopracciglio, leggermente innervosito dal fatto che avessero origliato, e disse -Le ho lette su un libro-.

Ayumi imprecò mentalmente contro tutte quelle persone che si mettevano a scrivere certe porcherie -Spero per te che tu l’abbia bruciato!-

-Veramente l’ho dato a Yato.- la corresse Ashuros e la faccia di Ayumi si trasformò nella maschera della disperazione. In un solo balzo, afferrò Ashuros per il colletto e puntò i piedi contro il suo ventre, per tenersi alla sua altezza -DOV’E’?!? DOV’E’ YATO?!-

-Vicino al laghetto ghiacciato con Ginevra se non sbaglio ma perché vuoi saperlo...?- domandò Ashuros ma Ayumi si lanciò verso il laghetto, correndo come una disperata. Daisy rimase da sola con il suo maestro che la fissò alzando di nuovo un sopracciglio.

-Io... io... MI DISPIACE!!!- urlò Daisy correndo nella stessa direzione di Ayumi, lasciando il guardiano della Bilancia da solo.

-Tsk... ma che gli è preso a quelle?-

 

~ ~ ~

 

Era notte, la luce delle fiamme illuminava la stradina che portava fuori dal Guscio, lontano dalla casa di tutti i giovani spiriti che ancora non avevano una Casata di appartenenza, quella che era stata fino a quel momento la sua casa.

La mano della governante si stringeva sempre più forte attorno al braccio del bambino, che in lacrime implorava la donna di lasciarlo andare, di spiegargli dove lo stesse portando, ma le sue parole risuonarono come fischi nel vento, e la donna sembrava non sentirle.

-Sho!-

Si girò verso l'ingresso del Guscio, e li vide la figura di un bambino corrergli incontro, gridando il suo nome e piangendo correva verso di lui, la mano stesa cercava di raggiungere la sua, mentre due donne tentavano di fermare la sua fuga.

Con uno scatto riuscì a liberarsi dalla ferrea presa della direttrice, corse verso il bambino che si dimenava fra le braccia delle due donne, chiamando, gridando il suo nome, implorando il suo aiuto.

-Lasciatela andare!- gridò allora con forza, preda di una rabbia ceca ed incontrollabile.

La terra sembrò tremare, ma Shoichi non si fermò. Vide le due donne barcollare e lasciare la presa sul bambino, che con fatica riprese a correre verso di lui, senza mai smettere di chiamarlo.

Un sorriso si allargò sul viso di Shoichi, ma quando le loro mani stavano finalmente per toccarsi, un poderoso colpo di abbatté sulla sua nuca. Cadde a terra, la vista gli si annebbiò e presto tutto divenne scuro.

L'ultima cosa che vide fu il bambino che veniva allontanato da lui, mentre piangeva e gridava, sempre tendendo la sua piccola mano verso di lui. Poi più nulla.

Quando il mondo gli aveva voltato le spalle per un crimine che non aveva commesso, Sho aveva soltanto cinque anni.

Aveva soltanto cinque anni, quando quel mondo infido e viscido l'aveva condannato all'inferno.

 

 

Shoichi aprì gli occhi con lentezza, la mano gli copriva il viso addormentato, mentre il buio inghiottiva la sua stanza ancora per qualche ora. Si trovava a suo agio nell'oscurità, molto di più che nella luce.

Si rigirò svogliatamente nel letto, mentre il sogno appena fatto tornava alla memoria man mano che il sonno svaniva e la lucidità tornava ad impadronirsi di lui.

Qualcuno bussò alla porta.-Gluttony, muoviti.- era la voce di Greed, la riunione stava per cominciare.

Svogliatamente si alzò dal letto, sbadigliò, arruffandosi all'indietro i capelli biondi come il grano. Aveva dormito a torso nudo, e anche se la voglia di vestirsi era praticamente nulla, si costrinse a rimettersi gli indumenti prima di uscire dalla porta, dove Greed lo aspettava ghignando.

-Finalmente, era ora!-

Per tutta la strada, il bambino non si staccò da Gluttony, cercando di rivendicarne la proprietà e borbottando qualcosa su Lust e sulla sua odiosa mania di comandarlo a bacchetta. Ma Shoichi non lo ascoltava, troppo immerso nei suoi pensieri per prestare ascolto ai capricci di Greed.

D'un tratto si fermò nel bel mezzo del corridoio, il viso rivolto all'insù, illuminato dal ricordo di un sogno-Oh ora mi ricordo, quella persona...-

Greed si voltò a guardarlo, corrucciando la fronte perplesso-Di che stai parlando Gluttony?-

-Nah, nulla. Andiamo a mangiare.- ma stranamente, il cibo era l'ultimo dei suoi pensieri in quel momento.
 

~ ~ ~

 

-Dove sono, dove sono, dove sono?!-

Daisy fissò intimorita la piccola Ayumi mentre abbatteva dei piccoli alberelli a suon di note esplosive. Era da diversi minuti che le due stavano cercando quel laghetto ghiacciato ma, a causa dell'irruenza della guardiana dell’Ariete, si erano perse.

-Dobbiamo trovarli prima che sia troppo tardi!- urlò Ayumi cercando di abbattere altri alberi -Daisy! Vola in alto e dimmi se riesci a vedere il laghetto!-

La giovane indietreggiò leggermente ma alla fine annuì, alzandosi in volo grazie al suo potere dell’aria. Quando fu ad una cinquantina di metri di altezza, si guardò attorno. Individuò subito l’enorme spiazzo dov’erano presenti i loro due rifugi, il villaggio in lontananza e, alla fine, individuò anche un laghetto ghiacciato.

-Lo vedo!- urlò Arnold -E’ a circa un chilometro in quella direzione!- e Daisy indicò un punto all’orizzonte. Non udendo alcun tipo di commento, la giovane abbassò lo sguardo e scoprì che Ayumi era svanita e che qualcosa si stava muovendo verso il laghetto, smuovendo tutti gli alberi sul suo percorso.

“Credo sia meglio precederla in volo...” si disse Daisy levitando in avanti ed acquisendo velocità nel giro di pochi secondi. Alla fine, atterrò a una ventina di metri dal laghetto e si limitò a levitare a qualche centimetro dal suolo, cercando di evitare rami e cespugli vari.

Ayumi non era udibile da quel punto e ne dedusse che si fosse calmata, cercando di avvicinarsi in modo silenzioso.

Quando fu in prossimità del laghetto, si nascose dietro un albero e, sporgendo leggermente la testa, individuò Yato e Ginevra poco lontani. Entrambi erano in piedi uno di fianco all’altro ed entrambi indossavano dei nuovi abiti invernali benché fossero meno imbottiti rispetto a quelli dei loro compagni.

Sembravano intenti a parlare e, come al solito, la guardiana del Toro sembrava estremamente imbarazzata, ma Yato non sembrava accorgersene.

“Se dovesse fare come Ashuros-san...” pensò Daisy immaginandosi la reazione di Ayumi che, quasi l’avesse sentita, le spuntò alle spalle in quel momento, rischiando di farle prendere un infarto.

-Rapporto! Che stanno facendo?- sibilò Ayumi tenendo la voce bassa.

-S... stanno solo parlando ma non riesco a sentire.- spiegò Arnold, tornando a guardare la scena con Daisy e Ayumi lo imitò subito, tirando fuori un piccolo binocolo.

“E quello dove lo ha preso?!” pensò Daisy leggermente preoccupata. Quella bambina aveva fin troppe risorse...

Ayumi, d’altro canto, era completamente assorta nel cercare di leggere il labiale dei suoi due compagni che però, essendo girati verso il laghetto ghiacciato, non le stavano rendendo il compito facile. D’un tratto,Ginevra si girò di scatto verso Yato, con il volto completamente rosso.

Lo stesso fece Yato, mantenendo il suo sguardo neutrale e Ayumi riuscì a leggere per due secondi le sue labbra -Tu... per me... sei... una...- prima di urlare a squarcia gola -NOOOOOOO!!!- e scagliare il binocolo con incredibile forza e precisione invidiabile, dato che colpì Yato in pieno sulla tempia destra, facendo sussultare Ginevra.

La guardiana del Toro non fece neanche in tempo a fare un passo che Ayumi colpì Yato in faccia con un doppio-calcio, scagliandolo sulla distesa di ghiaccio.

-Ma... ma... ma...-

Ayumi prese una mano di Ginevra e le disse -Non preoccuparti Gin! Ora sei in buone mani!- e si scagliò nuovamente contro il guardiano del Leone che però, in tempo zero, l’afferrò per il colletto, sollevandola dal terreno. Con qualche difficoltà, camminò sulla lastra di ghiaccio e guadagnò nuovamente la riva.

-Ayumi... prima che io decida di gettarti in mezzo al lago... potresti spiegarmi che cosa ti è preso?- domandò il ragazzo mentre una vena iniziò a pulsargli sulla fronte. Evento assai più unico che raro.

-Non posso lasciarti rovinare tutto il mio lavoro!- protestò subito Ayumi agitandosi come una tarantola.

-Di che cosa parli?-

-Credi che non lo sappia? Ashuros ti ha dato quel libro maledetto e ora stavi per dire a Ginevra che per te è solo un’amica o la tua migliore amica!- urlò Ayumi tappandosi di colpo la bocca con gli occhi sgranati, volgendo poi lo sguardo verso la ragazza in questione.

La guardiana del Toro rimase con lo sguardo spento e un leggero sorriso tirato sul volto -C... capisco... beh... non è neanche troppo strana come cosa...-

-Gin aspetta, io non...- iniziò Yato alzando una mano per fermarla ma Ginevra si allontanò prontamente.

-N... non preoccuparti, va benissimo c... così! Ayumi, trovagli una buona compagna, ok?- disse Ginevra per poi girarsi e correre verso casa. Un vento soffiò per diversi secondi e la disperazione si impadronì di Ayumi -Che cosa ho fatto?!?-

Prima ancora che potesse capire, Yato la posò a terra e, piegando le dita delle mani, posò le nocche sulle tempie di Ayumi, iniziando poi a ruotare velocemente i polsi, facendola strillare -Aaaaah! Gomennasai! Gomennasai! Perdono! Scusa! Pietà! Ti prego basta!!! Aiutoooooo!-

A svariati metri di distanza, Daisy rimase al sicuro dietro all’albero, tremando come una foglia per la paura e stringendo Arnold al petto “F... forse dovrei andarmene...” e si allontanò silenziosamente, pregando per l’incolumità della sua amica. Un conto erano i peccati e Ophiucus, ma uno Yato privo di calma era di gran lunga più terrificante.

Dopo svariati minuti di tortura, Yato la lasciò andare e sospirò -Spero solo che la tua brillante deduzione non abbia rovinato tutto...-

-Un attimo! Questo significa che...!- iniziò Ayumi beccandosi un colpetto sulla nuca.

-La prossima volta, pensa prima di agire...- l’ammonì Yato e la bambina, senza perdere tempo, si arrampicò sulla schiena del compagno , sedendosi sulle spalle. Dopo aver afferrato i cordini del cappuccio della sua giacca, usandoli come delle briglie, diede dei colpi con i tacchi contro il petto di Yato e urlò -Dobbiamo rimediare subito al mio sbaglio! Hip hip! Vai Yato!-

Il ragazzo fece un passo ma poi si arrestò di colpo -Lo hai detto per davvero...?-

-Ehm... eheheh... scusa, sono stata presa dall’adrenalina...- si giustificò Ayumi dandosi un colpetto in testa. Yato alzò gli occhi al cielo e si avviò verso le due case, sperando di poter rimediare in qualche modo.
 

~ ~ ~

 

Yukino era nella sua stanza in quel momento, rinchiusa in quella camera come una qualunque prigioniera, ferma ed immobile come un burattino in attesa che qualcuno le desse un ordine.

Nella mente della giovane principessa non vi era più nulla se non l'impellente desiderio di eseguire ogni ordine di Ophiucus.

-Yukino-sama.- l'unica cosa della vecchia lei che era rimasta era il sentimento che la legava a Rouge, indissolubile anche ora che era vittima di un malefico sortilegio.

Rogue era in piedi accanto alla porta, i capelli raccolti nel consueto codino alto con cui Yukino adorava vederlo, mentre la osservava con uno sguardo dolce, uno sguardo che era solo per lei.

-Rogue.- gli sorrise, un sorriso finto, stanco e provato, ma che ancora racchiudeva i sentimenti della principessa per la guardia del corpo.

-La riunione sta per cominciare, Minerva-sama vuole che presenziamo anche noi.-

Yukino annuì e si alzò dal letto con fatica. Mosse i primi passi, e subito un capogiro la colse all'improvviso, e se non fosse stato per Rogue, rapido e sempre pronto a sostenerla, sarebbe caduta a terra.

-Grazie Rogue.-

Il soldato la guardava con preoccupazione, la carnagione più pallida che mai, gli occhi cerchiati da pesanti occhiaie ed il fisico sempre più scarno, se non avesse fatto qualcosa al più presto la vita della sua principessa sarebbe stata in pericolo.

-Yukino-sama, io...-

-Allora, cosa state aspettando?- Minerva comparve sulla soglia della camera, seccata ed impaziente.

Rogue le rivolse uno sguardo carico d'astio, ma non si permise di contraddire il volere di colei che poteva decidere il destino della sua padrona.

-Minerva-sama, la principessa non può partecipare alla riunione.-

Lust storse il naso, visibilmente seccata dal tono arrogante che il cavaliere stava utilizzando nei suoi confronti, ma prima che avesse il tempo di rispondergli, Yukino si frappose fra lei e Rogue, rimproverando il cavaliere.

-Non essere così impudente Rogue! Io posso decidere per me, e se andare alla riunione farà felice Minerva-sama, allora andrò.-

La dama sorrise compiaciuta, afferrando per un braccio la giovane e facendo si che i loro occhi s'incontrassero. Quelli scuri di Minerva potevano ammirare quelli della principessa, opachi e spenti, completamente dipendenti da lei.

Minerva poteva quasi sentire il respiro della ragazza fondersi col suo, ad un passo dal sfiorarle le labbra con le sue. Un ghigno le si formò sulle labbra. Ormai il castello era loro, la principessina non era più indispensabile ai loro scopi, quindi anche se si divertiva un po' con lei, il suo signore non avrebbe avuto nulla da ridire.

Prima che potesse darle il sospirato bacio della morte, la voce del cavaliere richiamò la principessa-Yukino-sama!-

Per un attimo, un fugace istante di cui soltanto Minerva sembrò rendersi conto, gli occhi di Yukino tornarono pieni e brillanti, vivi e in cerca della figura di un'unica persona, qualcuno che non era lei.

Durò solo un secondo, ma bastò affinché la ragazza sfuggisse alla presa della dama e riuscisse a rifugiarsi tra le braccia di Rogue.

Con un ringhio basse e appena impercettibile, Minerva ordinò ai due di muoversi, Ophiucus-sama non avrebbe perdonato un ritardo, e a passo svelto lasciò la stanza mentre veniva seguita dai due ragazzi. Dentro di sé intanto, una colera cieca si mischiava all'ansia di poter perdere la sua pedina a causa di un misero cavaliere.

Il legame tra Rogue e Yukino era solido e pericoloso, per questo doveva trovare un modo per distruggerlo al più presto.
 

~ ~ ~
 

Quando tutti i peccati furono radunati nella grande sala al cospetto del loro signore, c'era tra loro qualcosa che non vi era spesso: un silenzio tombale.

Wrath non stava urlando né sembrava arrabbiato in alcun modo, Greed non tentava di afferrare ogni cosa, rivendicandola di sua proprietà, non litigava con Envy né aggrediva Minerva, si limitava semplicemente a restare il più attaccato possibile a Gluttony, che mangiava in silenzio accanto a Lust. Quest'ultima lanciava frecciatine eloquenti a Wrath, cercando di trasmettergli la voglia che aveva di passare un po' di tempo sola con lui.

Aaron non gridava, non si vantava, e per lo stupore di tutti non aveva contraddetto nessuno per non essere a capotavola, mentre Sloth come sempre era assente, troppo pigro anche solo per alzarsi dal letto.

Yukino era immobile accanto a Minerva, e Rogue sempre dietro di lei per proteggerla da qualunque pericolo incombesse su di lei.

Ophiucus era a capotavola, immerso in chissà quali pensieri, le mani incrociate gli sorreggevano il mento, gli occhi chiusi simboleggiavano il suo stato di quiete, in realtà l'interno della sua mente era in completo subbuglio.

-Ebbene? Che mi dite di loro?-

Non ci fu bisogno di specificare a chi si riferisse, tutti loro sapevano bene a chi alludesse il loro signore.

Minerva allora si alzò in piedi, fece un rapido inchino verso Ophiucus e poi rispose -Come previsto sono nascosti da qualche parte, nascondono la loro presenza, ed è difficile rintracciare la loro posizione esatta.- spiegò- Ma siamo sicuri che non manchi molto al loro ritorno, è solo questione di tempo prima che ci attacchino.- finito il rapporto, Lust tornò a sedersi.

-Io dico di attaccare prima che possano farlo loro! Quelli sono spazzatura, possiamo batterli! Anzi basto io da solo a compiere il lavoro!- il silenzio di Aaron fu rotto in quel momento, durato fin troppo per uno come lui.

-Pride smettila di dire cazzate, siediti e piantala.- lo rimbeccò Envy, e da lì, la situazione degenerò.

Scoppiò una caotica discussione fra Pride, Envy e Greed, ognuno convinto di poter fare a modo proprio e poter spazzare via i loro nemici ancor prima che questi avessero il tempo di capire cosa era successo.

Preso da uno scatto d'ira dovuto alla confusione creata, Wrath battè violentemente un pugno sul tavolo, zittendo tutti quanti -Fatela finita ora!- sbraitò -Lasciate che sia Ophiucus-sama a decidere, feccia schifosa!-

Tutti voltarono lo sguardo verso il loro signore, chiuso in un religioso silenzio, la testa sorretta dalle braccia incrociate sotto il mento, con gli occhi serrati. All'improvviso li aprì, ghignando maleficamente.

-Attueremo il piano come stabilito. Con l'energia degli Spiriti Maggiori diverremo invincibili, e nessuno potrà fermarci.- dopo qualche altra raccomandazione Ophiucus lasciò liberi i suoi sottoposti, che presto si dispersero ognuno per le propria strada.

Greed si attaccò al bracciò di Gluttony, strattonandolo pur di ottenere le sue attenzioni -Dai Gluttony, stai un po' con me ora! Sei di mia proprietà, e devi fare quel che ti dico!- ma il ragazzo non lo ascoltò.

Si liberò il braccio dalla presa del bambino, e affiancò Lust prima che potesse andarsene nelle stanze di Wrath, dove non l'avrebbe più potuta raggiungere.

-Neh Lust, posso andare sulla Terra?-

La donna lo squadrò, confusa e accigliata, domandandogli cosa volesse andare a fare su quel misero pianeta di esseri inferiori.

Gluttony scosse le spalle, minimizzando la cosa -Ci sono nuovi dolci in offerta speciale, voglio provarli.-

Con un sospiro, Minerva concesse al ragazzo il permesso di allontanarsi dal loro mondo, ma non mancò di dargli un limite di tempo -E va bene, ma vedi di tornare prima di sera, ho qualche lavoretto per te.-

Gli carezzò amorevolmente la guancia e Shoichi la lasciò fare, gli piacevano tutte quelle attenzioni materne, dopotutto Lust era stata l'unica a prendersi cura di lui sin da quando aveva memoria, e le promise che non avrebbe tardato.

Greed fissò Gluttony allontanarsi da Lust e dal salone verso il portale per la Terra, e per tutto il tempo non aveva fatto altro che digrignare furioso i denti.

Gluttony era di sua proprietà, e prima o poi avrebbe ucciso Lust, se non avesse imparato a tenere giù le mani dalla sua roba.

E mentre Shoichi si allontanava, si chiese se aver mentito a Minerva fosse stato giusto, ma ormai il danno era fatto. Per una volta dopo tanto tempo, avrebbe agito esclusivamente per sè stesso.
 

~ ~ ~
 

Daisy era corsa in paese non appena era riuscita a liberarsi dalle grinfie di Ayumi, ora intenta a rimediare al pasticcio che aveva appena combinato tra Yato e Ginevra. L'aveva avvertita di non impicciarsi, ma probabilmente non era stata abbastanza convincente, come al solito non riusciva ad imporsi agli altri, era più forte di lei.

Strinse al petto le buste colme di leccornie che aveva comprato al villaggio, mettendo per un attimo da parte il problema Ayumi, e concentrandosi su cosa poter preparare assieme alle altre per cena quella sera.

D'un tratto, qualcosa catturò la sua attenzione, un'energia potente e conosciuta alla ragazza, tanto somigliante a quelle dei due nemici affrontati alla casata della Vergine quanto diversa, ed un tremito incontrollato prese possesso del suo corpo.

Si guardò velocemente a destra e sinistra, in cerca di quell'energia misteriosa che la intimoriva, ma tra i passanti che affollavano le vie non intravide nessuno di potenzialmente pericoloso. Poi d'un tratto l'energia scomparve, talmente in fretta che Daisy iniziò a credere di averla soltanto immaginata.

“Che strano...” eppure era sicura di aver aver percepito qualcosa.

Una folata di vento gelido la fece rabbrividire, si sistemò al meglio la giacca e decise di prendersi qualcosa di caldo da bere in una locanda non troppo lontana, in cui aveva sentito vendessero un nuovo tipo di cioccolato caldo. Era ansiosa di provarlo, inoltre si sarebbe scaldata le osse abbastanza da poter tornare a casa senza congelare.

La locanda era più vicina di quanto credesse, e per sua fortuna non era nemmeno troppo affollata in quel momento. A dire il vero, oltre a lei, gli unici altri clienti erano un ragazzo seduto al bancone ed una famigliola di quattro persone che ridevano allegramente.

Si avvicinò anche lei al piano bar, dove un uomo anziano l'accolse con un sorrido gentile, chiedendole cosa desiderasse ordinare.

-Una cioccolata calda con panna!- rispose prontamente Arnold, lasciando per un attimo basito il vecchietto, che con una risatina nervosa si girò per preparare l'ordinazione.

Daisy sorrise imbarazzata, abbassò lo sguardo rossa come un pomodoro, ma non poteva fare nulla per quel suo problema di timidezza, per lei era ancora troppo difficile parlare faccia a faccia con le persone.

-Ohhh ma questo non è il nuovo dolce al sapore di mango e arancia?-

Sussultò sentendo la voce del ragazzo affianco a lei parlare, mentre si sporgeva verso la busta che aveva poggiato sulla sedia tra loro e che conteneva tutta la sua spesa. Ciò che la colpirono di lui furono gli occhi rossi come il sangue, temibili quanto ammalianti. Ne rimase talmente abbagliata che quasi si scordò di rispondere.

-Si è proprio quello!- fece dire ad Arnold- Una nostra amica voleva assolutamente provarlo, e noi gliel'abbiamo preso.-

Vide il ragazzo fissare la busta di cioccolato con un rivolo di salica che gli colava dalla bocca, un dito poggiato poco sotto il labbro, come un bambino che cerca di impietosire la mamma per darle dei dolci.

-Sembra squisito...- appunto.

Intenerita, Daisy estrasse una delle barrette dalla busta, e la porse al ragazzo dai capelli biondi sorridendogli.

-Se vuoi puoi prenderne una, ne abbiamo prese tante.- disse Arnold, e la ragazza poté giurare di vedere gli occhi del ragazzo brillare di felicità.

-Shei una personshina davvero shentile.- sussurrò il ragazzo, mentre gustava il cioccolato sotto lo sguardo divertito di Daisy.

La cioccolata di lei arrivò, e per tutto il tempo in cui bevve, la conversazione con il ragazzo affianco a lei sembrò terminata. Quando stava per pagare, solo allora il misterioso giovane le rivolse nuovamente la parola.

-Ah, ora ricordo... tu hai lo stesso potere di quel ragazzo della bilancia.-

A quelle parole, Daisy si paralizzò. Le monete le caddero dalla mano sul piano in legno, non riuscì a spiccicare parola per svariati secondi. Abbassò lo sguardo, ringraziò il proprietario, prese la busta della spesa ed uscì, sicura che il ragazzo la stesse seguendo.

Quando furono abbastanza lontani dalla cittadina, Daisy lasciò cadere la borsa a terra e si voltò a fronteggiarlo, pronta a qualunque attacco a sorpresa da parte del ragazzo, che però se ne stava in piedi davanti a lei, le mani in tasca, senza la minima intenzione di fronteggiarla, e questo la lasciò perplessa, ma non abbastanza da farle abbassare la guardia.

-Calmati, non ho intenzione di battermi, specialmente con chi mi da del cibo.-

Ma Daisy non sembrò credere alle sue parole, continuando a fissarlo pronta ad ogni evenienza. Il ragazzo ignorò la sua diffidenza, e continuò a parlare -Tu sei amica della ragazza bionda, la guardiana della Vergine vero?-

Allora la ragazza sgranò leggermente gli occhi ed annuì, lasciando che Arnold esprimesse i dubbi che le affollavano la mente -Cosa vuoi da lei.-

-Nulla di che.- minimizzò -Solo, dille che ho le risposte ai suoi dubbi e che l'aspetto nel nostro mondo, dobbiamo parlare.-

Spiccò un grandioso salto che lo portò sopra una quercia, aprì un portale e dopo aver salutato con un cenno la ragazza se ne andò.

“Ma cosa diavolo...?” Daisy e Arnold restarono a fissare il punto in cui il ragazzo era sparito, basiti e confusi.

La ragazza afferrò la spesa e corse verso casa, doveva assolutamente avvertire gli altri, e cerare di capire cosa volesse quel ragazzo dalla sua amica.
 

~ ~ ~
 

-E questo è quello che è successo.- Arnold finì di raccontare la bizzarra avventura vissuta con Daisy quello stesso giorno, quando uno dei loro nemici si era fatto avanti per poter parlare con Nikki.

Dopo un'attenta descrizione, erano arrivati alla conclusione che si trattasse di Shoichi, colui che al torneo aveva combattuto come sostituto guardiano della Vergine, ma nessuno sapeva cosa potesse volere dall'amica.

-Hai idea di cosa voglia da te?- ma la ragazza non rispose alla domanda di Ashuros, dal quale cercava di tenersi il più lontano possibile, fissandolo truce e spostando altrove lo sguardo.

Ashuros inclinò confuso lo sguardo, senza capire cosa avesse ora da essere tanto arrabbiata, sempre più convinto che le ragazze fossero alquanto complesse e strane.

-Non mi stupisce che non voglia risponderti...- sentì sussurrare ad Ayumi, ma prima che potesse chiederle il motivo, Yato tornò a rivolgersi alla guardiana della Vergine.

-Davvero non sai cosa possa volere?-

Nikki guardò Yato scuotendo la testa, confusa quanto loro sul perché uno dei loro nemici volesse parlare con lei. Si ricordava però di aver provato qualcosa nel vedere quel ragazzo, qualcosa di nostalgico, ma davvero non sapeva dire cosa.

-Che si fa allora?- chiese Akane, riferendosi all'invito rivolto alla ragazza da Shoichi.

-Ovviamente non ci andrà, è ovvio che è una trappola.- le rispose Isaiah, trovando l'appoggio di tutti quanti, eccetto che dell'interessata.

-Invece io ci andrò.- proferì seria, lasciando basiti tutti gli altri.

Era tutto troppo strano a partire dal fatto che Ophiucus avesse potuto controllarle la mente senza l'ausilio di nessuna magia particolare, senza un manufatto che li connettesse, come se avesse già un legame con il signore della Casata del Serpente. E se quel ragazzo poteva dare una risposta ai suoi dubbi allora avrebbe corso il rischio.

-Non dire stupidaggini verginella, ti farai solo ammazzare.- la rimbeccò Ginevra, dando inizio ad uno dei famosi litigi che spesso avvenivano tra loro.

Era risaputo che le due non andavano particolarmente d'accordo, e che ogni occasione era buona per insultarsi e dare il via ad un'accesa discussione che, quando potevano vedersi, degenerava in una rissa che si concludeva sempre in parità, con entrambe stese a terra malconce e stanche. In fondo, molto in fondo, erano buon amiche.

-Chiudi il becco torella, so quel che faccio.- prima che la situazione degenerasse, Yato intervenne a placarle, e subito Gin si nascose dietro le gemelle per sfuggire allo sguardo del guardiano del Leone.

-Gin ha ragione, è meglio non rischiare inutilmente.- provò allora Hitomi, preoccupata che l'amica potesse lanciarsi in qualche follia.

-Ma...-

-Per favore Nikki.- la pregò allora Lucy, che fino a quel momento si era tenuta fuori dal discorso, ma che non poteva più restare a guardare -Non insistere, è troppo pericoloso.-

Non potendo ribattere alla principessa, la guardiana della Vergine abbassò lo sguardo e annuì, lasciando cadere la questione.

-Allora siamo d'accordo, non si tornerà ancora nel nostro mondo.- concluse Lance -Ora andiamo a cena e poi tutti a letto. Domani penseremo a qualche strategia per tornare nel nostro mondo e salvarlo.-

La riunione si sciolse ed ognuno tornò a fare ciò che voleva, sicuri che ancora per un po' sarebbero rimasti al sicuro sulla Terra.
 

~ ~ ~
 

Quella stessa sera, una figura avvolta in un mantello scuro si allontanava furtivamente dalle capanne in cui i giovani spiriti riposavano.

Nikki si voltò un'ultima volta a guardare le casette in cui stava lasciando i suoi amici, ma non poteva evitarlo, doveva assolutamente sapere qualcosa di più sul suo legame con la Casata del Serpente, perché ormai ere evidente per lei, e se l'unico modo era incontrarsi con quel ragazzo, allora avrebbe rischiato.

-Perdonatemi...- e sussurrando quell'ultima parola si allontanò nella notte.

Non si accorse di due figure che da lontano la stavano osservando, silenziose e furtive anche più di lei.

-Neh hai visto Neren? Lance aveva ragione...- sussurrò la gemella spirituale all'altra, che silenziosamente annuì -Dovremmo avvisare gli altri?-

Neren scosse il capo in senso di diniego, iniziando ad avanzare verso la direzione in cui Nikki era sparita.

-Seguiamola, possiamo riportarla indietro da sole.- ed anche le due sorelle sparirono nella notte.

























Angolo di due Autori senza cuore:


Jeo: Salve a tutti.... se ve lo steste chiedendo.... no.... non è un sogno....


 

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Jeo: Vuoi finirla?! Giuro è stata tutta un'idea di Smiling!!! Ho provato a fermarlo!

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Jeo: E dire che all'inizio sembrava che stesse andando tutto alla perfezione...la NaLu... la IsaAka...

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Jeo: Invece LUI (VE LO RICORDO È STATO LUI) ha deciso di buttare tutto alle ortiche!!!
 
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Jeo: Io non so sinceramente come andare avanti...spero comunque che, coppie trucidate a parte, il capitolo vi sia piaciuti e speriamo di riuscire a portarvene un altro al più presto!

Smiling: ........

Jeo: ... vuoi dire qualcosa?

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Jeo: È COLPA SUA VE LO GIURO!!!!
Smiling: Hai detto qualcosa?


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Jeo: Ci rinuncio, alla prossima!

Smiling: have a good night!

Smiling&Jeo



p.s. un disegno di Ashuros fatto da The_Visored_Story_Teller!

 
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