Scritta sentendo: Linking Park - Given Up.
Cap. 7 Dormire insieme
C18
socchiuse gli occhi, una serie di dati le scorrevano davanti e le
sue iridi color ghiaccio brillavano. Osservò Mary Jane
tirare una serie di
pugni a un macchinario, sovrastato da uno schermo su cui comparivano
dei
numeri.
“Che
stanno facendo?” chiese. Mary fece un salto e
colpì il punchball
con un calcio in volo, continuò con una capriola e
riatterrò in piedi.
“Quel
tipo con i capelli a fiamma …” rispose C17.
“Vegeta”
ribatté la gemella. C17 sbuffò, mettendo le mani
nella giacca
lunga di pelle marrone che indossava.
“Sì,
quel nano. Per capire qualcosa di Mary Jane ha bisogno di valutare le
sue possibilità in battaglia” spiegò.
Incrementò la potenza della propria
vista, facendo lo zoom con gli occhi. Rabbrividì vedendo il
sudore scendere
lungo la pelle pallida della giovane, scenderle lungo il collo,
imperlarle la
fronte.
“Qui
si stanno chiedendo tutti perché hai deciso di aiutare una
sconosciuta. Giravano strane voci su un tuo coinvolgimento
emotivo” disse C18.
C17 si concentrò sulla treccia mora della giovane che le era
aderita alla pelle
sudata in mezzo ai seni.
“Invidia
del fatto che ho rimorchiato qualcosa di meglio di uno sgorbio
alto quanto un granello di sabbia?” chiese. C18
scalciò, sollevando un
polverone di sabbia.
“La
ragazzina non ha un potenziale combattivo così alto come
pensa.
Probabilmente pensa di essere una dea perché i proiettili
non le fanno nulla”
ribatté. C17 ghignò e scese con lo sguardo,
osservando la porzione di ventre
della giovane rimasta scoperta.
“Perché
è meglio il tuo marito che muore di continuo?”
chiese. C18
ringhiò.
“Non
è morto così tante volte come vorresti far
credere. Piuttosto,
davvero quella mocciosa ti piace?” domandò alzando
il tono. C17 ridusse la
visuale togliendo lo zoom alla propria vista.
“A
quella ragazza piace giocare con il fuoco. Ed io sono più
bollente
delle fiamme e sono più che intenzionato a giocare con
lei” rispose. Si voltò
verso C18 che lo guardò in viso.
“Non
ti ho mai associato a del fuoco” disse
quest’ultima. Le sue iridi
color ghiaccio si riflettevano in quelle del gemello.
“Perché
io e te, sorellina, siamo ghiaccio. E il ghiaccio può
bruciare
più di un incendio” spiegò C17.
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“Vegeta
forse ha individuato il tuo pianeta di origine” disse C17.
Mary
annuì e si sedette sul divano letto.
“Davvero
non ti scoccia dormire con me? Posso sempre convincere la
principessina bionda a farmi entrare con lei nel suo letto”
chiese. Si tolse
gli stivali e li gettò per terra, accanto alla propria
giacca appallottolata.
“Tranquilla,
ho proposto io di poter dormire sul divano letto con te”
disse C17. Appoggiò alla spalliera del divano letto il
proprio fucile.
“Motivo?”
chiese Mary. Si tolse il crocifisso e lo fece cadere dentro
uno degli stivali.
“Nella
combriccola c’è un maiale che si diverte a palpare
le ragazze. Tu
sei un investimento, non voglio certo che rinunci alla missione per
colpa sua”
spiegò il cyborg.
“Sereno,
mi so difendere. Piuttosto, ora che lo hanno individuato, mi
diranno il nome e basta?” chiese Mary. I lacci del corpetto
le avevano lasciato
una serie di segni sulla pelle. C17 li osservò e si tolse il
foulard arancione,
legandoselo intorno al braccio.
“No,
penso proprio che stiano organizzando un viaggio spaziale. Sempre
che tu abbia il coraggio di affrontarlo” la
punzecchiò.
“Sereno,
te le dovrai guadagnare quelle birre” disse Mary. Si sciolse
la
lunga treccia e i capelli neri le finirono sulle spalle.
“Certo
che quella tizia deve proprio navigare nell’oro”
disse. Si mise
il laccio della treccia intorno al polso. C17 si tolse gli stivali e
inarcò un
sopracciglio.
“Quale
tizia?” domandò. Mary Jane si coricò,
affondando con la testa nel
cuscino.
“L’azzurra
non è la padrona di quella miniera d’oro della
Capsule co.?” domandò.
C17 si tolse il cappello da cowboy e lo lanciò sulla sedia
su cui era
appoggiata la propria giacca lunga.
“Sì,
è lei” rispose. Mary si tirò il
lenzuolo, coprendosi fino alla
gola.
“Beh,
deve essere ricca sfondata. Il suo marchio è praticamente su
ogni
cosa, persino sulle mutande” borbottò. C17 si
sedette accanto e si coricò su un
fianco.
“Butta
un sacco di soldi in navicelle e invenzioni che esplodono o fanno
una fine anche peggiore” borbottò. Mary si mise a
sua volta su un fianco,
guardandolo in viso.
“Ricchi,
non sanno mai spendere i soldi dove veramente servono”
sibilò.
Le iridi azzurre di C17 si rifletterono in quello di lei.
“Lo
penso anch’io. Magari io e mia sorella fossimo stati ricchi
…”
sussurrò. Dalla stanza accanto provenne un basso russare.
“Tu
cosa ci faresti con i soldi?” chiese Mary, abbassando la
voce. C17
ghignò.
“Mi
comprerei dozzine di macchine da corsa di marca e ogni giorno uscire
a correre con una macchina diversa” spiegò. Si
slacciò il codino, i suoi lunghi
capelli neri ricaddero sul cuscino.
“E
la tua gemellina, invece? Si comprerebbe una casa meno ridicola di
questa?” s’informò Mary. C17
tirò a sua volta il lenzuolo, coprendosi.
“Pensa
che non è nemmeno casa sua. Li ospita un vecchio
bavoso” ringhiò.
Mary alzò e abbassò i piedi coperti dai calzini,
muovendo il lenzuolo.
“Si
accontenta di poco. Famigliola mediocre in una casetta
mediocre”
sibilò. C17 corrugò la fronte e chiuse gli occhi.
“Non
è sempre stata così. Un tempo pensavamo di
spassarcela. Lei amava i
bei vestiti” spiegò. Mary sbadigliò e
si massaggiò il collo.
“Io
se avessi tutti quei soldi mollerei il locale di mio nonno e girerei
il mondo. Magari mi comprerei qualche bell’arma”
sussurrò.
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Speravo che, dormendo vestita, decidesse di rimanere senza corpetto di
notte – pensò C17.
“Io
amo i miei fucili” disse roco. Mary chiuse gli occhi e si
mise sull’altro
fianco, dandogli la schiena.
“Niente
da fare, preferisco le armi da taglio” ribatté.