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Autore: MargaretMadison    22/11/2015    3 recensioni
Dublino, Irlanda. 527.612 abitanti, ognuno con la propria storia da raccontare.
Ashton è il ragazzo che ogni madre vorrebbe per la propria figlia.
Bonnie è determinata a trovare "quello giusto".
Calum è troppo giovane per avere certe responsabilità.
Kara è bella e pura, ma per il mondo della moda non è abbastanza.
Luke è misterioso e pure scorbutico.
Michael è tornato dall’America per rimediare a un errore.
Svetlana è sempre rimasta a Dublino e ha sofferto molto.
Winter è spaventata, ha tanti pensieri per la testa e Lui rientra nella maggior parte di essi.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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inizio a chiedervi scusa perché ancora una volta sono in ritardo. ma, come oramai saprete, la mia vita è un susseguirsi di colpi di scena e la storia é passata in secondo piano.
vi ringrazio di cuore perché mi sembrate molto interessate alla storia, insomma, il prologo ha ricevuto 300 visite e 5 recensioni: 5 (!!!!!) non ho mai avuto un numero così alto di recensioni in un capitolo solo nella sezione 5SOS quindi immaginate quanto sia felice. per questo mi scuso ancora per il ritardo.
l'altra volta mi snodimenticata di spiegare il significato del titolo, "rebel without a cause" in inglese traduce "gioventù bruciata/sprecata". non so quanto sia inerente alla trama ma insomma, suona figo, no?
piccola precisazione: il personaggio di Bonnie é ispirato al personaggio di Gigi del film "la verità é che non gli piaci abbastanza". chi sonosce la storia è avvantaggiata (anche se l'ho modificata un po') se invece non lo conoscete correte a comprarlo, non ve ne pentirete!
ci vediamo in fondo al capitolo.
dedico questo capitolo a Chi mi ha fatto stare male. raggiungere la vetta sarà ancora più divertente.















 



                                                                 
Rebel without a cause - That’s what you get
 
 
 
“La cosa più bella resta quello che non ho mai avuto”
 
 
 
A Kara le feste universitarie non piacevano. Un po' perché lei preferiva la musica pop a quella elettronica e un po' perché proprio non sopportava l'odore di alcool ed hascisc che si impregnava sui vestiti. Ma, a dire il vero, era anche perché i posti affollati non facevano per lei, con tutti quei ragazzi che allungavano le mani sul suo corpo magro, privo di forme.
Eppure eccola lì, stretta in un vestito di Svetlana che non le arrivava nemmeno al ginocchio. Stava bene, lo riconosceva, solo non si sentiva a suo agio con quell'ampia scollatura sulla schiena.
E un po' malediva Bonnie per averla convinta ad andare a quella stupida festa e odiava Svetlana per averla praticamente obbligata a mettere quel vestito.
«Guai a te se metti le ballerine» disse Svetlana entrando in camera di Bonnie e Kara. La bionda era entrata nella stanza a fregare gli orecchini a Bonnie e, non appena alzò gli occhi verso l'amica, non poté non sorridere.
Kara era bella, la più bella e particolare tra le quattro. Gli occhi azzurri leggermente a mandorla, le guance scavate, gli zigomi alti e la bocca carnosa rendevano il suo viso meraviglioso agli occhi di chiunque.
Era una bellezza rara, pura proprio come lei.
«Lo sapevo che il verde era il tuo colore» disse Svetlana contenta perché lei, su queste cose, non sbagliava mai.
«Il taxi arriva tra mezz'ora» l'avvisò infilandosi un orecchino «Cerca di essere pronta»
E così, Svetlana lasciò la stanza, bussò alla porta del bagno per incitare Bonnie a sbrigarsi e poi entrò nella sua camera in condivisione con Winter.
«Ancora in pigiama, Winter?» disse la bionda scocciata «Il taxi arriva tra mezz'ora, ti conviene darti una mossa»
Svetlana borbottò qualcosa in russo riguardo al casino che regnava perennemente nella loro stanza e un po' si pentì di aver messo le più disordinate della casa in stanza assieme. Passò davanti allo specchio, sistemandosi le pieghe del tubino nero che le fasciava alla perfezione il corpo snello e tonico e poi afferrò le décolleté nere da sotto un maglione di Winter.
«Non vengo» disse la mora sdraiata sul letto mentre rileggeva "Harry Potter e il calice di fuoco" per la quinta volta.
«Come prego? Winter Bruce si rifiuta di andare a una festa dove danno alcolici gratis?» rise fra sé e sé «Questa è divertente»
Winter chiuse il libro con un tonfo e si girò verso l'amica. «Calum si sta frequentando con una.»
«Oh» fu tutto ciò che riuscì a dire lei.
«Già. Oh.» Winter aprì il libro in una pagina a caso e fece finta di leggere con interesse. Non aveva voglia di parlarne con Svetlana, non ora che era sull'orlo delle lacrime.
Non ora che si era decisa a compare il test di gravidanza, nascosto tra i calzini e i reggiseni nella cassettiera.
«Vuoi parlarne?»
«No.»
Svetlana abbassò lo sguardo sulla punta delle scarpe «Va bene, allora io vado.»
«Ciao.»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Bonnie non ce la poteva fare più.
Il vestito rosa, secondo lei, la faceva sembrare una pesca ed era convinta che la parrucchiera le avesse tagliato male i capelli.
Passò velocemente un po' di blush sulle guance e ritoccò la linea sottile di eyeliner.
In teoria quella doveva essere la sua serata: aveva dato oggi l'ultimo esame universitario per quell'anno e, per strada, si poteva benissimo notare l'arrivo dell'estate.
Era maggio inoltrato e, stranamente, quell'anno faceva più caldo del solito per essere in Irlanda.
Improvvisamente sentì Svetlana bussare alla porta del bagno, facendola sobbalzare e, dallo spavento, Bonnie sbagliò a tracciare la linea dell'eyeliner, sporcandosi la palpebra e la guancia.
«Bonnie, muovi quel culo gallese che tra mezz'ora si esce» le urlò la bionda.
«Merda!» esclamò Bonnie.
Iniziò a setacciare ogni armadio e cassetto del bagno alla ricerca dello struccante. Trovò asprine, tampax, trucchi usati e smalti ormai secchi, tutto ma non ciò di cui aveva bisogno.
«Merda, merda, merda» ripeté agitando le mani dal nervoso, com'era solita fare.
«Kara!» urlò affacciandosi alla porta del bagno «Mi porti lo struccante per favore? Ho una strisciata nera sulla guancia»
«Fattene una pure sull’altro lato e nessuno le noterà» suggerì Winter senza alzare gli occhi dal libro.
Bonnie masticò una imprecazione e rientrò in bagno ad aspettare Kara con lo struccante.
Sbuffò, sedendosi sul bordo della vasca da bagno. Niente, quella sera, stava andando per il verso giusto.
Lo schermo del suo cellulare s'illuminò e Bonnie sorrise di riflesso perché sapeva esattamente chi fosse il mittente.
 
@Just_an_ordinary_penguin: come procedono i preparativi?
 
@LookingformyClyde: vuoi la verità? Malissimo, sono più nervosa adesso che in università. Tu sei già alla festa?
 
@Just_an_ordinary_penguin: si e mi sto annoiando. Dove sono finite le ragazze interessanti come te?
 
@LookingformyClyde: tra le braccia di un principe sbagliato :P
 
@Just_an_ordinary_penguin: non ti arrendi mai, eh? Ci sentiamo domani, buona festa! (P.s. magari trovi il tuo principe azzurro stasera)
 
Bonnie sorrise prima di rispondere al messaggio.
E sì, Winter e Svetlana l’avevano iscritta a un sito di incontri per farle un dispetto e mai e poi mai si sarebbe immaginata di trovare un amico.
Subito era rimasta colpita dall’originalità del nome e non ci aveva pensato due volte a scrivergli, tre mesi fa. Da quel momento non si erano mai lasciati. Non sapeva il suo vero nome, nemmeno che faccia avesse, ma con lui riusciva a parlare di tutto e questo le bastava.
Quando Kara arrivò con lo struccante, riparò subito il danno fatto e uscì dal bagno sorridente: quel ragazzo le faceva un bell’effetto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Winter stava guardando svogliatamente MTV che riproduceva una replica di "The new Girl", vista e rivista più volte.
Si passò l'indice sulle clavicole sporgenti dove poteva notare il passaggio delle labbra di Cal, qualche sera fa.
Sbuffò, pescando dalla ciotola una manciata di poc corn. Aveva voglia di birra, adesso, e anche di una sigaretta ma poteva - come non poteva - essere incinta e la sua coscienza la spinse a prendere una fanta dal frigo.
L'orologio segnava la mezzanotte passata quando «Oh, accidenti!» sbottò alzandosi dal divano 'che non ne poteva già più di quella situazione.
Raggiunse camera sua e si diresse subito verso la sua cassettiera, aprì il primo cassetto e lanciò all’aria l'intimo fino a quando non si ritrovò tra le mani il test.
Le tremavano le mani dall'ansia, abbandonò la testa lungo il bordo del mobile e inspirò a fondo.
Cosa avrebbero fatto le altre nella sua situazione?
Bonnie di sicuro avrebbe la situazione sotto controllo, Svetlana sarebbe impazzita e Candice... Lei sicuramente non si sarebbe trovata mai in una situazione simile.
La "relazione" tra lei e Calum era iniziata un po' per gioco, era un passatempo per ammazzare la noia e, all'inizio, non riuscivano proprio a trovare lati negativi alla cosa.
«Si chiama "Scopa-amicizia"» spiegò Calum, avvolto nelle lenzuola candide del proprio letto «Insomma, resteremo amici, solo un po' più intimi» disse calcando l'ultima parola «E nessuno deve sapere di questo... Chiamiamolo "patto"»
Winter si passò la mano tra i capelli, ripensando al pomeriggio in cui vennero sorpresi dalle sue coinquiline.
Ricordava ancora benissimo le urla di Bonnie, la risata di Svetlana e l'imbarazzo di Kara.
Quella sera le ragazze aveva organizzato una riunione di famiglia per parlare della faccenda.
«State assieme?»
«No.»
«Va avanti da tanto?»
«Qualche settimana.»
«Siete sicuri di quello che state facendo?»
«Sì.»
Calum non aveva risposto a nessuna delle domande, teneva lo sguardo basso e giocava coi braccialetti lungo i polsi.
Winter, invece, rispose a tutte le domande a testa alta.
«E quando finirà?» chiese Bonnie, la più arrabbiata di tutte.
Winter alzò le spalle «Resteremo comunque amici.»
E invece eccola lì col fiato corto e un test in mano.
Calum non le scriveva da due giorni - da dopo la litigata - e lei non sapeva proprio cosa fare 'che senza di lui era completamente persa.
Uscì dalla stanza, il cuore che le martellava forte nel petto e la porta del bagno non le era mai sembrata così distante.
Pianse tutta la sera, poi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Svetlana si ricordava davvero poco della serata passata assieme alle altre.
Erano andate a casa di un compagno di classe di Bonnie, vicino a Grafton Street. Aveva visto la castana parlare con un ragazzo alto coi capelli neri, Kara che ballava assieme a delle sue amiche e poi il vuoto.
La testa le faceva malissimo, aveva bisogno di un'aspirina e passare la giornata a letto tranquilla.
Si rigirò nel letto, avvolta in un lenzuolo color porpora che la copriva a malapena.
La stanza era illuminata solo dal sole che filtrava dalla tapparella e da una lampada sulla scrivania.
Non ci mise molto a capire che, se era finita in un letto e non sul pavimento o in una vasca da bagno, era tutto merito di Roger.
Roger Grint era uno dei suoi amici più stretti all’università – quando ancora la frequentava – e nella sua vita privata. Non riusciva proprio a immaginarsi una vita senza di lui.
«Se non fosse per te, adesso sarei tre metri sotto terra» gli ripeteva sempre prima di lasciargli un bacio sulla guancia barbuta.
Svetlana si stiracchiò e poi decise di alzarsi. Lanciò uno sguardo veloce all’orologio e pensò che, probabilmente, Roger le stava preparando la colazione.
Una volta in piedi, si tolse il tubino nero e raccolse da terra una maglia sgualcita dal pavimento e se la mise addosso, respirando a pieni polmoni il profumo del ragazzo.
«Buongiorno, raggio di sole» la salutò Roger, entrando di sorpresa in camera. Indossava una maglietta blu chiara sotto una camicia a quadri verdi e neri, dei jeans larghi e i capelli spettinati. Le sorrise dolcemente, mostrandole fiero la colazione che aveva preparato con tanta fatica, facendo attenzione a non rovesciare il suco.
Svetlana ricambiò il saluto con un sorriso stanco e si sedette sul letto, le gambe incrociate.
Roger aveva vent’anni, qualche lentiggine sul viso, i capelli rossi come la maggior parte della popolazione irlandese e gli occhi verdi. Non aveva un fisico atletico, l’unico esercizio fisico che faceva era giocare alla wii il venerdì sera con i suoi coinquilini. Il resto del tempo lo passava a studiare o in compagnia di Svetlana.
«Dormito bene?»
Svetlana finì di bere un sorso di succo all’ananas e si guardò le mani, doveva assolutamente rimettere lo smalto nero.
«Come un sasso» scherzò «e tu?»
Roger sospirò e deglutì a fatica. Sembrava quasi a disagio, come se nascondesse qualcosa e Svetlana lo notò subito. «Sì, molto bene. Grazie»
«C’è qualcosa che non so, Roger?» chiese indagatoria lei.
«Cosa? No, perché?»
«Roger, non mentirmi. Cosa succede?»
Roger spostata nervosamente lo sguardo da una parte all’altra della stanza, come se stesse cercando una via di fuga.
«È tornato»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Kara era stanchissima, quella mattina. Erano rimaste a dormire a casa dei loro amici e alle 8 a.m. Precise si era alzata per correre a lavorare al Dangerous, il bar dove lavorava tre giorni a settimana a O'Connell Street.
Si era fatta un caffè macchiato, poi, approfittando del locale semi vuoto.
Aveva passato una bellissima serata con delle amiche mentre Bonnie parlava con un ragazzo e Svetlana era sparita da qualche parte. Si era divertita, sì, ma avrebbe tanto voluto lanciarsi assieme alle amiche e attaccare bottone con qualcuno.
Aveva appena compiuto ventun anni e mai, nella vita, era stata con un ragazzo.
Iniziò a miscelare il caffè nel bicchierino, un gesto meccanico, mentre si malediceva per essere così timida e incapace di avere una conversazione con un ragazzo.
Alzò la testa dalla tazzina non appena sentì un gran vociare e dei passi sempre più vicini.
Trovò davanti a sé un ragazzo dai capelli ricci, gli occhi cangianti e le spalle larghe messe in evidenza da una semplice maglia bianca attillata, accompagnato da due bambini.
«Voglio un caffè» disse il maschio, aggrappandosi ai bermuda del maggiore.
«Sei troppo piccolo per il caffè, Harry» rispose il grande, divertito nel vedere la faccia delusa del fratello.
Kara sorrise, le piacevano i bambini, soprattutto se così dolci.
Il ragazzo alzò gli occhi, incontrando quelli azzurri di lei. Non appena si accorse della presenza della ragazza, riportò subito lo sguardo sui fratelli.
«Allora niente» continuò il bambino.
«Cosa posso servirvi?» chiese educatamente lei, completamente rapita dal bambino che aveva gli occhi azzurri tanto quanto i suoi.
«Un milk-shake alla banana» disse la bambina, saltellando prima su un piede e poi sull'altro.
Aveva il viso costellato da lentiggini come Bonnie  - ma quest'ultima continuava a nasconderle col fondotinta - gli occhi cangianti come il ragazzo e il nasino fine.
«Per me un cappuccino» disse il riccio, alzando leggermente lo sguardo su lei, per poi riabbassarlo quasi immediatamente.
«E tu?» chiese Kara rivolta al piccolo.
«Anche io il milk-shake alla banana»
Kara sorrise e invitò i ragazzi a prendere posto. Iniziò subito a preparare il caffè e poi i milk-shake per i bimbi.
Tutto sommato, le piaceva lavorare lì. I colleghi erano simpatici e la paga ottima e sempre puntale. Poi era in una delle vie più belle della città e questo era un bonus.
Prese un vassoio, sistemò la tazza e i bicchieri, aggiunse il cacao e le bustine di zucchero quando si sentì addosso un paio di occhi azzurri.
«Ciao» sorrise al bambino – Harry se non ricordava male - che cercava di raggiungere il bancone, troppo alto per lui.
«Mio fratello ti trova carina» disse ridacchiando, coprendosi il viso con le mani paffute.
Kara alzò lo sguardo verso il ragazzo. Osservò il profilo ben delineato, il naso dritto e le fossette ai lati della bocca mentre rideva.
«Dici che devo lasciargli il numero?»
Il bambino annuì con entusiasmo mentre Kara prese un tovagliolo di carta e una penna.
Forse la svolta era arrivata.




























MY LITTLE TALK
allora? mi sono fatta perdonare?
Non so voi ma questo capitolo mi piace da impazire! WINTER e CALUM, io non smetterò mai di dirlo ma li amo alla follia, voi che ne dite?
poi, Bonnie é proprio come Gigi del film che vi ho citato sopra: sempre alla ricerca di attenzioni maschili e poi va beh, avete capito tutti con chi messaggia, lol. (margaret, sei così dannatamente prevedibile).
Svetlana ha come best friend Roger che é un po' cassandra in questo capitolo. ma chi sarà tornato?
infine abbiamo la bella Kara che bho, anche qui prevedibile ma heyyy la ragazza si sveglia fuori! (ma chi non si sveglierebbe con Ashton-sono-un-bel-pezzo-di-manzo-Iriwn davanti?)
spero davvero che questo (lungo) capitolo vi piaccia, ci ho messo stra tanto a scriverlo (questo spiega l'attesa) e mi sono venuti molti istinti suicidi/omicidi.
ora vi saluto, buona domenica a tutte!
bacissimi
megghy


P.s. la mia altra long su (rullo di tamburi) mr. cliffy (prevedibile anche più) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3270412&i=1

 
  
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