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Autore: littlegiulyy    25/11/2015    1 recensioni
Miley è una ragazza di 18 anni, fa parte del branco della tribù dei Wintu che hanno origini Californiane. Lei e il suo branco stanno per partire per un'avventura che la legherà a moltissime persone a La Push e alcune persone le sconvolgeranno la vita a partire da Embry Call. Il nuovo branco sta per raggiungere La Push per aiutare i licantropi di Forks e i Cullen nello scontro con i Volturi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Embry Call, Nuovo personaggio, Quileute, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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CAPITOLO 16 "Dal destino non si scappa"

POV MILEY

Ci sono momenti nella vita in cui finalmente capisci tutto. Pezzetto dopo pezzetto, attimo dopo attimo, in un solo momento tutto si lega insieme e infine capisci. Capisci che c’era un perché a tutto, fin dall’inizio.
Ci sono persone che nascono già con un destino segnato sopra le loro teste, puoi fare quello che vuoi, puoi cercare in tutti i modi di fuggire o di evitarlo, ma se sei destinato a qualcosa… non puoi cambiarlo.
Guardo i miei polsi insanguinati e legati da catene di ferro. Per tutta la vita mi sono sentita legata, legata da catene invisibili che condizionavano ogni mia scelta ed ogni mia azione… all'inizio era tutto più facile, la vita a Santa Ysabel, la responsabilità di essere capo cheerleader, tanti ragazzi e party ogni sera... poi tutto è cambiato. Le persone hanno iniziato ad aspettarsi sempre di più da me…
Il branco, i miei genitori, Jason, Ryan e poi Embry, il branco di La Push… tutto doveva andare così fin dall’inizio. Il destino aveva già disegnato lo scorrere della mia vita. Ho giocato, ho dato tutta me stessa, cadendo e rialzandomi, ma alla fine... ho perso. 
Alzo la testa con fatica, la sento terribilmente pesante, scorgo per un attimo i miei capelli spettinati ed il mio viso pieno di sangue e fango nei grandissimi occhi verdi di Jeremy. Tende una mano verso di me fino ad afferrarmi gentilmente il braccio.
-“E’ arrivato il momento Miley…”- afferma piuttosto nervoso. Con un sospiro amaro e ormai rassegnato, mi incammino al suo fianco verso il mio destino. Era così che doveva andare, fin dall'inizio. 

Due giorni prima…

Tante parole, tante preoccupazioni e alla fine? Neanche un vampiro morto.
Anche se è stato decisamente meglio non combattere devo essere sincera, mi è dispiaciuto molto non uccidere neanche un vampiro. Sono mesi che andiamo dietro a tutta questa storia e alla fine si risolve tutto con due vampiri che si stringono la mano e non so quale altra loro diavoleria è successa.
Sbuffo contrariata e mi infilo sotto la doccia senza pensarci un momento. L’acqua lava le mie gambe e le mie braccia piene di fango, i capelli tutti arruffati e annodati si allungano diventando lisci e bagnati sotto l'acqua. La stanchezza sta decisamente iniziando a farsi sentire, ma cerco di lavare via anche quella.
Giorni di preparazione, notti passate a combattere e ad allenarsi e alla fine niente di niente. Zero.
Passo il sapone su tutta la pelle, centimetro dopo centimetro. Odio essere sporca, ma del resto sono gli inconvenienti del mestiere no?
La porta del bagno si apre veloce con uno scatto e spostando leggermente la tenda della doccia, facendo uscire solo la testa, guardo chi è appena entrato.
-“Cosa vuoi Jason?!”- chiedo subito alterata alal vista di mio fratello. Possibile che non si possa fare neanche una doccia in pace?
-“Calmati isterica, devo solo prendere una cosa”- risponde ridacchiando.
-“E allora muoviti! Non è possibile, ogni volta che ci sono io in bagno devi rompere le palle per qualcosa”-
-“Io? Ma se sei tu che monopolizzi il bagno?! Passi ¾ della tua giornata qui dentro, e poi sarei io che rompo sempre le palle? Datti una calmata ragazzina”- mi risponde scocciato subito prima di uscire e sbattere la porta.
Più innervosita di prima, ritorno con la testa dentro e riprendo la mia doccia tranquillamente. Possibile che debba sempre essere tra i piedi? Devo dire che mentre se n’era andato via, mi ero decisamente dimenticata cosa vuol dire avere un fratello più grande.
Tante rotture e tanti litigi.
Mentre continuo a insaponarmi tranquillamente, la porta si riapre. Eh no, adesso basta.
-“SI PUO’ SAPERE COSA CAZZO CI FAI ANCORA QUI?!”-urlo disperatamente. Oddio ma lo fa apposta?! Vuole davvero farmi arrabbiare oggi. 
Nessuna risposta arriva alle mie orecchie ed un fruscio al di là della tenda mi fa capire che adesso chiunque si entrato si sta spostano, avvicinandosi sempre di più alla doccia.
-“Jason…?”- chiedo incerta ancora una volta senza ricevere risposta. Mi guardo per un attimo intorno senza sapere cosa fare, e adesso chi diavolo è?
-“Jason se è uno scherzo non è divertente!”- ancora niente.
Quando mi decido finalmente a mettere la testa appena fuori dalla tenda, una mano mi afferra da dietro e mi tira a sé, imprigionandomi con il viso rivolto verso il muro. I miei occhi sono rivolti alla parete ed il mio cuore per un momento inizia a battere fortissimo dallo spavento, quando due labbra morbide e calde si appoggiano lentamente sul mio collo ed iniziano a baciarmi, mentre una mano mi accarezza i fianchi. Sorrido appoggiando la fronte contro il muro freddo.
-“Potevi avvisarmi che eri tu, mi hai fatto prendere paura…”- sussurro piano.
-“Era proprio questo il mio intento ragazzina…”- ridacchio non appena sento queste parole e mi giro, circondandogli il collo con le braccia e guardandolo negli occhi.
-“E da quando vuoi farmi paura?”-
-“Non lo so, oggi va così…”- mi risponde con un sorriso lieve.
-“Beh, non ce la farai mai”- concludo dandogli un bacio sulle labbra.
-“Non ne avrei motivo più che altro…”- afferma prima di impossessarsi della mia bocca e spingermi di nuovo contro il muro. L’acqua bollente cade su di noi e le sue labbra ormai sono la mia droga. L’aria si fa improvvisamente bollente e la situazione ci sfugge un po’ di mano. Il bacio si fa sempre più profondo e le sue braccia mi stringono forte a lui. Lentamente passo le dita sulla sua schiena.
-“Embry… smettila. Tornatene a casa e vai a prepararti, questa sera abbiamo la riunione dei capi”- ridacchio allontanandolo, ricordandomi che tra meno di due ore saremmo dovuti essere giù. Per tutta risposta, schiacciandomi ancora di più contro il suo petto muscoloso e tenendomi imprigionata tra le sue braccia di ferro, mi chiude la bocca baciandomi. Rido sulle sue labbra non riuscendo a trattenermi.
-“Amore, sono seria, vai a prepararti!”- concludo staccandolo e allontanandolo da me definitivamente.
Mi guarda decisamente contrariato ma sa che in fin dei conti ho ragione.
-“E va bene… anche questa volta te la sei cavata… tanto scommetto dieci dollari che neanche tu sarai pronta tra due ore e che quindi avremmo potuto benissimo prendercela con più calma”- afferma ridendo e scuotendo la testa.
Mai ho visto in una sola persona tanta bellezza. La sua pelle ambrata sembra ancora più scura a contrasto con i capelli diventati ancora più neri con l'acqua. Con un piccolo movimento della testa, sposta i capelli che gli ricadono bagnati sugli occhi e punta i suoi meravigliosi occhi a mandorla nei miei. Lo guardo bene e non trovo neanche un difetto. I suoi lineamenti sono perfetti, lui è perfetto.
-“Probabile, ma devi proprio andare adesso”- dico prima di baciarlo e sbatterlo letteralmente fuori dalla doccia scoppiando a ridere.
-“Grazie Miley davvero! Grazie mille! Tu si che sei la migliore ragazza del mondo!”- afferma ironico prima di uscire dal bagno.
-“TI AMOO”- urlo scoppiando a ridere ancora di più e riprendendo tranquillamente la mia doccia, lo sento scoppiare a ridere in corridoio.
 
Indosso velocemente una tuta, i miei UGG e una canottiera. Mi dirigo verso la cucina, percorrendo il corridoio e scendendo le scale molto velocemente. Ho una fame degna di un lupo oggi!
-“Eccoti finalmente Ley, ti stavamo aspettando tutti! Muoviti che abbiamo fame”- non appena supero l’ultimo scalino, la voce di Martina arriva alle mie orecchie.
Senza preoccuparmi di dare tante spiegazioni mi siedo sulla sedia libera tra Luke e Jason, mettendo in tasca il mio iphone.
La cena trascorre tranquillamente. Sam e Luke parlano della battaglia mai avvenuta, Jason ride con Martin per qualche cazzata che non mi interessa neanche conoscere e Katy ed Emily, ormai grandi amiche, parlano del più e del meno cercando la mia attenzione ogni tanto. Mangio lentamente e in silenzio, non mi va molto di parlare, ho una strana sensazione. Guardo tutti uno ad uno in faccia cercando una motivazione a questa mia ansia ma non riesco davvero a trovarne il motivo. Mi sta succedendo, di nuovo.
Sbuffo decisamente spazientita e appoggio la schiena sullo schienale smettendo di mangiare.
Eppure prima avevo una fame incredibile, e adesso? Cosa mi prende?
-“Tutto apposto Miley?”- mi chiede mio fratello voltandosi verso di me preoccupato.
-“Si tranquillo Jas, non ho molta fame, tutto qui…”- rispondo cercando di essere il più convincente possibile.
Non voglio che si preoccupi per niente, ma ho una specie di sesto senso per queste cose.
La sensazione che mi attorciglia lo stomaco non accena assolutamente a smettere.
-“Non era di tuo gradimento la cena Ley? Se vuoi posso cucinarti qualcos’altro! Non so… della carne, o delle uova!”- mi chiede gentilmente Emily, preoccupata vedendo il mio piatto ancora quasi pieno. Non è decisamente abituata a riportare piatti in cucina ancora pieni. Ridacchio lievemente a questo pensiero.
-“No Emily, scusami davvero, è tutto buonissimo ma non ho tanta fame. Anzi, credo di aver qualche problema di stomaco, mi è totalmente passato l’appetito da un momento all’altro”- cerco di spiegarle.
-“Sarà l’agitazione di questa giornata infinitamente lunga e tutta la tensione accumulata oggi con questa storia! Non è stato facile per nessuno oggi”- ipotizza Sam osservandomi attentamente.
-“Già… sarà per questo! Se non vi dispiace andrei in camera a riposarmi, scusate…”- dico alzandomi in piedi con uno scatto e iniziando quasi a correre in direzione della mia camera.
Non appena mi chiudo la porta alle spalle mi appoggio per qualche secondo con la schiena alla porta e guardando in alto faccio un respiro profondo. Cosa mi prende accidenti?! Mi accendo una sigaretta per scacciare questo senso di ansia che non capisco assolutamente a cosa sia dovuto e mi stendo sul letto.
Chiudo gli occhi e ripenso a tutta questa giornata, oggi ho avuto davvero paura.
Ho avuto paura di perdere Embry, di perdere qualche mio fratello, di perdere tutto…
Ancora con la sigaretta in bocca, non ci penso un attimo, con un balzo salto fuori dalla finestra e inizio a percorrere un sentiero sterrato che ormai conosco fin troppo bene. Gli alberi si fanno sempre più frequenti e le piante sempre più fitte fino a quando, il bosco si apre e casa Call appare davanti ai miei occhi.
Buttando la sigaretta giunta al termine, noto la finestra del soggiorno con la luce accesa dentro, la mamma di Embry si sta preparando per andare a lavoro, oggi deve avere il turno di notte. Mi incammino verso la porta e all’improvviso si apre velocemente. La figura di Tiffany si presenta davanti a me e non appena mi vede il suo volto, contratto in una smorfia di rabbia, si stende subito in un sorriso. Dall’espressione potrei dire che ha appena litigato con Embry, quel ragazzo la fa dannare, questa povera donna è un angelo. 
-“Buonasera Tiffany!”- saluto cortesemente con un sorriso avanzando piano sotto il portico.
-“Ciao cara! Come stai? Tutto bene? Sei venuta a trovare Embry?”- mi chiede molto gentilmente.
-“Tutto bene grazie… si sono venuta a far compagnia ad Embry, mi aveva detto che aveva il turno di notte…”- mento con un sorriso. Una piccola bugia non è niente in confronto a quello che gli dice ogni volta il figlio. Dovrebbe dirle tutto…
-“Ho capito… beh confido in te Ley, fallo rimanere dentro casa. Non ho idea di dove vada tutte le notti che esci e tu che sei la sua ragazza dovresti pretendere delle spiegazioni. In ogni caso se questa sera ci sei tu sono più tranquilla, quand’è con te mio figlio non sembra neanche lui!”- ridacchia sistemandosi la borsa sulla spalla. Ricambio con un sorriso, se solo sapesse tutto… per Embry sarebbe tutto più facile, e anche per lei…
-“Adesso devo andare cara, ci vediamo!”- mi saluta con la mano prima di superarmi e dirigersi verso la macchina.
-“Arrivederci signora Call, e non si preoccupi, Embry è in buone mani!”- saluto infine sorridendo.
Apro la porta lasciata socchiusa e la richiudo alle mie spalle. Sorrido al pensiero che quel senso di angoscia sia decisamente diminuito non appena ho visto questa casa.
Mi guardo intorno per un attimo, finché non sento un botto venire dal piano superiore e una serie di imprecazioni che seguono il rumore. La figura di Embry appare in cima alle scale ed inizia a scendere molto velocemente. Ha i capelli tutti spettinati, è a petto nudo e il suo volto lascia trasparire una smorfia di nervosismo. Ridacchio a quella visione e lo osservo mentre si muove decisamente innervosito.
-“Ehilà Quileute!”- lo saluto ironica continuando a guardarlo… dio quanto è bello…
-“Ciao.”- mi risponde in modo secco prima di buttarsi sul divano e incrociare le braccia al petto mentre accende la tv. Lentamente mi avvicino a lui e sedendomi affianco, raccolgo le gambe al petto e lo osservo meglio. Si, è decisamente arrabbiato.
-“Cosa succede?”- gli chiedo cercando di reprimere il sorriso spontaneo sul mio viso. So che se mi vedesse sorridere probabilmente si arrabbierebbe ancora di più, ma non posso farne a meno.
-“Che palle mia madre ti giuro, non al sopporto! Ha sempre qualcosa da dire sul mio comportamento”- inizia sbuffando continuando a tenere gli occhi incollati alla tv.
-“Beh… in fin dei conti lei non sa niente… è normale che una madre si arrabbi se suo figlio esce di notte senza dargli spiegazioni e passa la maggior parte del suo tempo in giro chissà dove…forse è arrivato il momento di dirle tutto?”- gli dico il più dolcemente possibile.
-“Dirle tutto? Sei pazza?! No, mai. Il segreto è troppo importante”- conclude appoggiando la testa sullo schienale del divano e chiudendo gli occhi. Mi sistemo meglio verso di lui e appoggio la mia mano sul suo braccio. Inizio ad accarezzarlo lentamente, so che gli piace e lo rilassa e in questo momento ne ha davvero bisogno.
-“Sei troppo testardo! Ma non preoccuparti, le cose si sistemeranno”- concludo cercando di essere il più convincente possibile e appoggiando la testa sul suo petto caldo. Chiudo per un attimo gli occhi e il mio udito da lupo avverte subito il battito calmo e regolare del suo cuore. Il suo profumo raggiunge velocemente le mie narici e mi entra dentro donandomi quella sensazione di calma e pace che solo lui sa darmi. Il suo braccio avvolge dolcemente le mie spalle e dopo avermi dato un bacio sulla testa, riconcentriamo i nostri sguardi sullo schermo davanti a noi.
-“Quanto mi sei mancata Ley… non credevo si sarebbe sistemato tutto questa volta”- mi confessa a voce bassa sospirando appena.
-“Avevo paura. Credevo di averti perso per sempre questa volta, ma non è stato così. Lotterò sempre per te Embry…”- affermo alzando la testa e guardandolo negli occhi.
-“Non avrei mai potuto allontanarmi davvero da te. Farei di tutto per te, lo sai. Fino alla fine, no?”- mi chiede ricambiando il mio sguardo con un lieve sorriso sulle labbra. Sorrido a mia volta in sua direzione.
-“Fino alla fine.”- prometto infine con voce decisa, prima di premere le mie labbra sulle sue. Un sorriso strafottente si apre sul suo viso.
-“Adesso basta, troppi sentimenti per questa sera Ross, non sono abituato a tutte queste smancerie da parte tua… che ti è successo?”-ridacchia sistemandosi meglio sul divano e passandosi una mano tra i capelli.
-“Bah niente… a volte anche i migliori cedono”- rispondo socchiudendo gli occhi ridendo.
-“I migliori? E a chi ti riferisci? Non a te spero…”-
-“Ovvio che mi riferisco a me! A chi dovrei riferirmi? Dai si sa, la dura qui sono io tra i due.”-
-“Sei seria? Quando sei venuta a implorare il mio perdono non mi sembravi troppo dura…”- ridacchia guadagnandosi un bello schiaffo ovviamente centrato. Incrocio le braccia al petto decisamente arrabbiata.
-“Adesso ti sei offesa? Beh spero che prima di dopodomani ti sarai tranquillizzata dato che abbiamo il test di matematica e l’unica persona da cui puoi copiare sono io”- continua ridendo tranquillamente. Oddio ma è insopportabile! Io lo uccido.
-“Vuoi smetterla?!”- gli chiedo alterata.
-“E perché dovrei? Mi piace tanto darti fastidio bimba”- afferma dandomi un buffetto sulla guancia. Eh no, questo è troppo. Girandomi di scatto riesco a centrarlo in pieno con un altro schiaffo. Decisamente molto più forte del primo, tanto che rimane quasi a bocca aperta non appena mi ricompongo sul mio posto. Per qualche istante si limita a fissarmi con la bocca socchiusa e la mano appoggiata sulla guancia, quando un sorriso per niente rassicurante appare sul suo viso.
-“Questo non dovevi farlo Ross…”- capendo di aver fatto una grandissima cazzata, come sempre Ley continua così, alzandomi di scatto inizio a correre verso la porta di casa ma in un attimo me lo trovo davanti che mi impedisce l’uscita.
-“Dove stai andando? Questa volta non te la caverai così facilmente”- ride guardandomi.
-“Ah no? Lo vedremo!”- girandomi velocissima, inizio a correre su per le scale senza sosta, guardandomi dietro per un momento vedo che dietro di me non c’è nessuno, perfetto! Inizio a correre per il corridoio davanti a me e non appena sento dei passi sulle scale, decido di infilarmi nella camera di Embry chiudendo a chiave la porta alle mie spalle.
Non appena mi volto, un brivido mi corre su per la schiena, la finestra è aperta e sta per scoppiare un temporale pazzesco.
Vado verso il balcone e chiudo subito il vetro per evitare che entri ancora aria. Che tempaccio!
Improvvisamente due braccia molto forti mi circondano da dietro bloccandomi ogni movimento.
-“Presa.”- mi sussurra all’orecchio.
-“Lasciami”-
-“E perché dovrei? Hai iniziato tu a giocare.”- continua iniziando a infilare le mani sotto la mia maglietta.
-“Si ma adesso non ho più voglia”- dico prima di cercare di spostarmi. Non appena faccio un passo in avanti, la sua presa si fa più forte e impedendomi di allontanarmi da lui, lentamente inizia a baciarmi su tutto il collo, molto dolcemente, continuando ad accarezzare tutto il mio corpo. Abbandono la testa su un lato lasciandogli pieno spazio per muoversi.
-“A me non sembra che tu non abbia più voglia… e poi il gioco è appena iniziato…”- ridacchia per un attimo prima di ritornare a concentrarsi sul mio collo e sulle mie guance. Facendomi voltare improvvisamente, in un attimo mi toglie la maglietta e tutto il resto. Prendendomi in braccio come se avesse sollevato una piuma, mi porta sul letto e si distende sopra di me.
Le mie mani scivolano sulla sui suoi addominali fino ad arrivare al bottone dei jeans. Per un attimo lo guardo e sorrido.
-“Perché io e te finiamo sempre così?”- gli chiedo iniziando a ridere. Un tuono rompe il silenzio della notte.
-“Beh ma… mia madre non c’è, dobbiamo approfittarne”- sorridendo e tirando fuori l’ennesima scusa, riprendiamo a baciarci e per ore non faccio altro che perdermi e ritrovarmi sotto il suo tocco dolce ma allo stesso tempo forte, abbandonando ogni pensiero.
 
 
Mi tiro su a sedere di scatto senza capire dove mi trovo. Cerco di regolarizzare il mio respiro decisamente troppo veloce e con un braccio mi asciugo la fronte bagnata. Per un attimo mi guardo intorno ancora con quel senso di angoscia nello stomaco, senza capire dove mi trovo. Non appena metto a fuoco l’ambiente che mi circonda faccio un sospiro di sollievo e sposto un po’ le coperte dal mio corpo per rinfrescarmi.
Ancora una volta questo senso di ansia senza motivo, cosa mi succede?
Abbasso lo sguardo e guardo Embry steso affianco a me, è a petto nudo per non morire di caldo sotto le coperte e continua a dormire tranquillamente. La sua espressione è serena e per un momento, vederlo così tranquillizza anche me. So che con lui affianco non potrà succedermi niente, ma questa strana sensazione rimane comunque.
Mi alzo e camminando avanti e indietro per un po’ cerco di calmarmi. Guardo per un attimo fuori e vedo gli alberi piegati dal vento, grosse pozzanghere riempiono la terra ma finalmente ha smesso di piovere, anche se il cielo non promette ancora niente di buono.
In un attimo mi tolgo la maglietta di Embry e indosso i miei vestiti. Dopo essermi messa le scarpe, lentamente per non svegliarlo alzo il vetro pronta per uscire. Sarà meglio andare a fare una passeggiata, tanto così non ci riesco a stare a letto. Lo guardo per un attimo e avvicinandomi lentamente al letto lo bacio lievemente senza che si svegli.
Dopo qualche minuto sono già nel bosco che cammino nervosamente tra gli alberi.
E’ tutto il giorno che cerco inutilmente di buttare giù questo senso di angoscia perenne che ho addosso. Ma non so neanche a cosa sia dovuto! Provo a ripensare a tutto, se mi sono dimenticata qualcosa, se ho lasciato in sospeso qualcosa… ma niente.
Il vento soffia sempre più forte e i rami degli alberi si piegano quasi volessero spezzarsi, un nuovo tuono assordante rompe il rumore del vento e improvvisamente tutto è buio.
 
 
Apro gli occhi con difficoltà, la testa mi fa malissimo e il polso anche. Cerco di tirarmi su a sedere e cerco di mettere a fuoco il luogo in cui mi trovo. Sono distesa per terra su una lastra di roccia, tutto intorno a me è fatto di roccia, devo essere dentro una grotta, ma non riesco a capire perché e cosa sia successo. Una piccola fiamma illumina tutto, guardo il mio polso dolorante e vedendo l’osso decisamente storto, con un colpo me lo metto apposto prima che inizi la guarigione veloce. Il colpo mi provoca un urlo di dolore. Ma dove diavolo sono finita? E perché mi trovo qui? Cos’è successo? Queste domande affollano la mia mente, passando una mano sulla fronte mi accorgo di perdere sangue da qualche punto della testa. Ma perchè succedono sempre tutte a me?! Cerco di mettermi in piedi ma non appena metto il peso sulle mie gambe, ricado per terra stremata.
-“Non muoverti. Non sei nelle condizioni di muoverti, per ora…”- afferma una voce alle mie spalle. Subito mi volto e vedo un ragazzo, sicuramente più grande di me di qualche anno, che mi osserva da lontano appoggiato alla roccia con nonchalance. Ha i capelli scuri e gli occhi verdi, credo sia alto circa quanto me e indossa dei jeans tutti strappati e una maglietta piuttosto mal ridotta.
-“E tu chi diavolo sei?!”- gli chiedo subito alzando la voce.
-“Non ha importanza chi sono… ehi! Ho detto di non alzarti!”- mi ripete mentre cerco di rialzarmi. Se crede che rimarrò qui seduta si sbaglia di grosso. Tirandomi su in piedi con non so quali forze, inizio a camminare verso di lui.
-“Perché sono qui?”- gli chiedo bloccandomi di colpo e guardandolo. Ricambia il mio sguardo e quando sta per aprir bocca, improvvisamente la richiude e torna impassibile.
-“Perché sei la nipote di Emily Ross…”- afferma una voce decisamente più dura alle mie spalle. Mi volto di scatto e vedo un uomo davvero molto grande camminare nella mia direzione. E questo adesso chi è?
Prendendomi per un braccio, mi sbatte per terra provocandomi un gemito di dolore e, senza curarsi di me, si volta verso il ragazzo.
-“Ti avevo detto di farla stare immobile Jeremy! Che cazzo stai facendo?!”- gli urla contro.
-“Si è alzata da sola! Cosa dovevo fare?!”- gli chiede piuttosto alterato il ragazzo.
-“Beh vedi di tenerla a bada, se no cambierò guardia.”- conclude prima di andarsene e lasciarmi nuovamente sola con il ragazzo.
Cosa accidenti sta succedendo? Cosa ci faccio qui?
“-Cosa volete da me?”- chiedo subito al ragazzo misterioso non appena quello che credo sia il suo capo se ne va.
-“Lo saprai quando sarà necessario che tu lo sappia”- conclude con tono secco senza contemplare alcuna risposta da parte mia. Lo guardo meglio mentre si siede a qualche metro di distanza da me. Avrà circa l’età di mio fratello, è un bel ragazzo adesso che lo guardo bene, davvero molto bello.
-“Almeno chi sei tu e quanti anni hai posso saperlo? Sai, giusto per passare il tempo…”- chiedo cercando nel frattempo di perdere tempo mentre nella mia mente valuto ogni possibile fuga da questo posto. Dopo avermi guardata per qualche attimo, si decide a parlare.
-“Mi chiamo Jeremy e ho 21 anni… Miley giusto?”-
-“Giusto… “- concludo senza sapere più cosa dire e guardandomi attorno per cercare ogni più piccolo indizio.
-“Non troverai una via di fuga da questo posto, ci sono guardie in ogni uscita. E non ti conviene tentare la sorte… Michael non è conosciuto per essere un uomo paziente…”-
-“Michael? E chi sarebbe? Quello di prima?”- chiedo piuttosto curiosa.
-“Esattamente…”-
-“Si può sapere chi siete e cosa volete da me? Se me lo diceste potrei anche darvelo e magari mi lascereste andare senza stare qui a fare tanti giri di parole…”- tento di convincerlo guardandolo meglio. I suoi occhi verdi improvvisamente si fissano nei miei ed un brivido involontario percorre la mia schiena. C’è qualcosa di strano in questo ragazzo…
-“Non credo ci daresti mai quello che vogliamo di tua spontanea volontà. Non è ancora arrivato il momento che tu sappia”-
-“Non è ancora arrivato? Beh tesoro mio, non so se hai notato che sono qui con un polso devastato e ricoperta di sangue distesa nel fango… credo che il momento sia decisamente arrivato”- concludo infastidita io. Adesso basta, sto perdendo la pazienza.
-“Ehi calmati ragazzina!”- non appena quel soprannome esce dalle sue labbra, una lama trafigge il mio petto… Embry… me ne sono andata senza dire niente, non sa che fine ho fatto ne dove io possa essere! Beh questo in effetti non lo so neanche io. I miei occhi si fanno improvvisamente lucidi, se fossi rimasta lì con lui non mi sarebbe successo niente. Sono la solita irresponsabile.
-“E adesso che ti prende?!”- mi chiede Jeremy guardando sconvolto mentre si strofina le mani cercando di scaldarsi, probabilmente.
-“Voglio andarmene da questo posto! Chi cazzo siete e cosa volete da me si può sapere?!”- gli urlo contro senza ritegno.
Inizio a tremare violentemente, senza riuscire a fermarmi, la trasformazione è vicina, lo sento.
-“Calmati… io se fossi in te non lo farei…”- sento la voce del ragazzo che si fa decisamente lontana e il battito del mio cuore aumenta fino a riempire la mia testa.
-“Miley. Sei in mezzo ad un branco di licantropi, io se fossi in te non i trasformerei. Da sola non riusciresti a fare niente…”- improvvisamente i miei tremiti si calmano. Sono in mezzo ad un branco di licantropi ha detto?!Molto preoccupata inizio a guardarmi intorno per accertarmi che non ci sia nessun lupo pronto ad attaccarmi.
-“Tranquilla, siamo solo io e te qui dentro. Ho io il compito di sorvegliarti…non ti farò del male”-
-“V…vo…voi siete licantropi?!”- chiedo sconvolta da questa rivelazione. Com’è possibile? So che ci sono branchi in tutto il mondo, l’ho sempre saputo ed ho conosciuto anche il branco di Quileute di La Push, ma improvvisamente l’idea di essere circondata da lupi mi provoca in un certo senso quasi paura. Perchè un altro branco dovrebbe rapirmi? E poi adesso cosa faccio? Non riuscirò mai a scappare da qui se questo posto è sorvegliato da lupi, e anche se dovessi riuscire ad uscire ci sarebbero sicuramente altri lupi che battono il perimetro esterno.
-“Si siamo licantropi… ma non c’è bisogno di fare quella faccia e di aver paura, sei diventata bianca come un fazzoletto”- dice scoppiando a ridere senza neanche cercare di trattenersi.
-“I…io non ho paura. Credi che abbia paura di un ragazzino come te?!”-
-“Beh allora sbagli perché dovresti aver paura di me…”- sussurra avvicinandosi a me pericolosamente. Ma questo è impazzito?
-“Vai al diavolo. Il mio ragazzo mi starà già cercando.”-
-“Il tuo ragazzo? Mmmh… vedrai, gli sfuggiremo… proprio come siamo sfuggiti a tuo fratello e a quell’altro, Ryan se non sbaglio, per ben otto mesi…”- conclude ridendo in modo piuttosto inquietante e sistemandosi sul suo posto.
Jason e Ryan li hanno seguiti per mesi…ecco dove si erano andati a cacciare.
Ma cosa c’entro io con tutto questo? E perché mio fratello e Ryan hanno iniziato ad inseguire proprio questo branco?
C’è qualcosa sotto che ancora mi sfugge, non riesco a trovare l’anello mancante di tutta questa storia, l’anello che colleghi tutto.
Improvvisamente un ululato squarcia il silenzio, non so neanche che ore siano adesso che ci penso, guardo subito Jeremy e il suo sguardo guizza su di me.
-“Ci siamo Miley… è arrivato il momento di conoscere tutta la verità… adesso vieni e seguimi senza fare storie”- dice prendendomi di peso e facendomi alzare di forza. Subito dopo avermi fatta alzare, afferrando il polso non dolorante, inizia a trascinarmi per un cunicolo buio. E adesso dove stiamo andando?
 
POV JASON

Continuo a camminare avanti e indietro nervosamente per la stanza. Tutti gli occhi sono puntati su di me. Lo sapevo, sapevo che alla fine sarebbe andata così. Non è servito un cazzo fare tutto quelloc he ho fatto porca miseria! Embry tiene fisso il suo sguardo su di me e attende che io dica qualcosa, ma come spiegargli questa cosa? Mi scambio velocemente uno sguardo con Ryan…
-“Se sapete qualcosa devi dirmelo Jason. Ti prego…”- mi implora Embry guardandomi e non lasciandomi altra scelta.
Devono sapere, lui deve sapere.
-“So dov’è mia sorella. O meglio… non so dove si trovi, ma so con chi è…”-
-“Parla Jason”- mi incalza Luke.
-“E’ stata rapita. L’ha presa quasi sicuramente il branco dei Mojave…”- sputo fuori infine
-“Il branco dei Mojave?! E chi sarebbero??”- chiede subito Embry
-“Già chi sono che li andiamo a prendere a calci in culo?!”- aggiunge velocemente Paul.
-“I Mojave sono è tribù stanziata tra California, Arizona e Nevada… credo abbiano rapito loro Miley,  e se così fosse…dobbiamo sbrigarci a trovarla.”- concludo serrando i pugni e alzando lo sguardo su tutti. Tutti mi guardando a bocca aperta senza dire neanche una parola.
-“Come sapete tutte queste cose? E perché hanno preso Miley?”- mi chiede Luke. Faccio un bel respiro e cerco la forza di dire qualcosa. Embry continua a guardarmi analizzando parola per parola di quello che dico. Che dio ci aiuti.
-“E’ una lunga storia e ve la spiegherò, ma dobbiamo trovare al più presto mia sorella… o morirà.”-


Ciao a tutti :) Scusate per il ritardo, ma sono stata davvero impegnatissima in questi giorni. Spero che il capitolos ia all'altezza degli altri, anche se ci ho lavorato in più giorni e a volte velocemente. Lasciate una recensione per fars apere cosa ne pensate e buona lettura a tutti:) 
  
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