Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Addy6702    26/11/2015    1 recensioni
Jack Frost ha perso il suo amore, ma non tutto è perduto.
Qualcuno lo sta aspettando.
Qualcuno con grandi occhi di ghiaccio...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Elsa e Jack da quel giorno passarono ogni momento possibile insieme. Giocavano tanto, animando pupazzi di neve e facendosi cadere l'un l'altro sul ghiaccio.

Ma Jack non era del tutto felice.

Per quanto Elsa gli scaldasse il cuore e lo facesse sentire felice,lui pensava ancora tantissimo a Rapunzel.

Per quanto si sforzasse non riusciva sul serio a togliersela dalla testa.

I suoi occhi verde smeraldo erano sempre con lui, così come il suo sorriso e i suoi capelli dorati.

Non sapeva davvero che fare, e non voleva che Elsa vivesse nel timore di essere davvero un rimpiazzo.

Ma non era così, lei lo faceva sentire felice con un suo sguardo, e un suo bacio lo faceva sentire normale.

Già, perché Elsa gli dava sempre questa sensazione. .

Lui era uno spirito dell’inverno, un essere immortale, insomma l’ultima persona che si potrebbe dire “normale”. E invece Elsa con un solo sguardo lo faceva sentire di nuovo umano, di nuovo vivo.

Ma non avrebbe mai smesso di pensare alle sensazioni che Rapunzel gli faceva provare, e anche al dolore che gli provocava non averla accanto.

Anche se, quando era con Elsa tutto spariva, ogni incertezza, ogni dubbio, diventava soltanto polvere, soltanto un ricordo.

L’amava, ma non gliel'avrebbe mai detto, perché se l’avesse fatto, avrebbe in un certo senso tradito i suoi sentimenti per Rapunzel.


Ogni giorno passeggiavano a lungo mano nella mano nei giardini reali.

Gli piaceva tanto farlo, solo passeggiare, come la prima volta consapevoli del fatto che senza parole puoi ascoltare meglio il cuore.

A volte passavano accanto a un giardiniere che pensava che la regina fosse impazzita a dare la mano all’aria.

Ma nessuno dei due ci faceva caso, anzi, ci ridevano anche sopra!


Un giorno il cielo si ricoprì di nuvole nere, così tutta la servitù e la famiglia reale, si preparò a un forte acquazzone rintanandosi nel palazzo.

Ma non Elsa, lei non avrebbe potuto rinunciare per nulla al mondo al suo momento con Jack, e così andò all’appuntamento come al solito.

Per un po’ non successe nulla, ma ad un tratto goccia dopo goccia, cominciò a piovere con tanta forza che gli alberi più piccoli cominciarono già a sradicarsi.

Elsa e Jack corsero a ripararsi nel castello, ridendo della loro stupidità al rimanere fuori.

Arrivati in camera chiusero la porta e si guardarono: erano bagnati da capo a piedi, e sgocciolavano dappertutto.


“La prossima volta do ascolto a mia sorella!” commentò la regina prendendo un telo e asciugandosi i capelli.

“Ma non ti sei divertita a correre sotto la pioggia Fiocco di Neve?” sorrise Jack.

“Parli bene tu, non rischi una polmonite!” ribattè la regina.

“E poi come fai a trovare sempre il lato positivo delle cose?”

“Se non lo trovo io che sono lo spirito del divertimento…”

“Vero anche questo!”

Si guardarono per un po’ sorridendo.

“Oh… Ehm… Ti devi cambiare?” chiese Jack abbassando la testa.

“Cosa…? Oh! Si, è vero.”

“Allora vuoi che vada?”

“Sarebbe meglio…”

“Bene”

“Bene”

Jack si avvicinò a Elsa e la baciò come l’ultima volta.

Non riusciva mai a capire come facessero i baci di Elsa a accendergli quel gran fuoco dentro, come solo il tocco delle sue labbra lo inducesse a volere di più. Non riusciva a staccarsene, doveva toccare quei fianchi perfetti, sentire le braccia di lei intorno al collo, e strofinare il suo freddo naso sul suo.

Continuava a baciarla, per sentire quella sensazione meravigliosa, che non aveva mai provato.

Alla fine i polmoni di lei cedettero e si staccò per cercare aria.

“Fammi indovinare” scherzò lei ansimante “ora te ne andrai per non finire col fare azioni avventate, ho ragione?”

Jack non rispose.

Non sapeva cosa dire del resto. Ricominciò solo a baciarla, passando dalle labbra allo zigomo e poi al collo.

“Tu che vuoi che faccia Fiocco di neve?” le sussurò all’orecchio prima di ricominciare a baciarla.

Poi la prese in braccio e l’adagiò delicatamente sul letto.

Smise di baciarla per un secondo rimirando quegli stupendi occhi di ghiaccio guardarlo aspettando.

“Resta” furono le ultime parole della ragazza prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi totalmente al piacere che Jack le procurava.



Jack si svegliò nel cuore della notte, la luna si ergeva alta in cielo.

Lo spirito guardò accanto a se Elsa che dormiva.

L’aveva già vista dormire, ma non era stata la stessa cosa.

Adesso Elsa aveva il sorriso stampato sulle labbra, e i suoi lunghi capelli sciolti con la sua pelle pallida esposta ai raggi di luna la facevano sembrare un angelo.

Jack sorrise e piano si alzò andando alla finestra.

Guardò la luna piena e bianca come il latte.

Sembrava sorridergli.

Jack sorrise a sua volta.

Non aveva mai capito cosa spingesse la luna a dargli tutte quelle nuove opportunità, tutte quelle nuove occasioni di essere felice.

L’aveva riportato in vita perché si era sacrificato per sua sorella, ma non aveva mai capito perché aveva permesso a Elsa e a Rapunzel di vederlo.

Ma sorrise alla luna.

“Grazie” le disse.

Ormai era come se la luna lo ascoltasse ogni notte, e gli rispondesse, anche se con un modo muto.

Jack guardò un ultima volta Elsa.

Non seppe mai perché fece quel gesto, solo che lo fece.

Si rivestì, raccolse il suo bastone, scrisse un biglietto a Elsa e la baciò sulla fronte per poi volare via.


Arrivato sul lago Morto provò a guardare il suo riflesso attraverso l’acqua e come al solito non vide nulla.

Ma non ci fece molto caso, perché stava pensando ad altro.

Quella era stata la notte, forse, più bella della sua vita, e non poteva fare a meno di pensarci ogni momento.

Quando chiudeva gli occhi, rivedeva quei capelli platinati, quel sorriso solo per lui, e quegli stupendi occhi azzurri.

Ricordava come la stringeva a se e come la baciava teneramente, e non poteva fare a meno di sentire un crampo allo stomaco di felicità.

L’amava ogni giorno di più, e di questo non poteva non accorgersene.

Aveva amato Rapunzel come non avrebbe più amato nessuno nella vita, ma ora c’era Elsa nella sua vita, ed era il momento di rendersene conto.

Così, creò un piccolo ciondolo di ghiaccio, con il pendente fatto a fiocco di neve.

Lo mise nella tasca della sua felpa e si addormentò.


Il mattino dopo i raggi del sole accarezzarono il viso di Jack svegliandolo.

Lo spirito si alzò in piedi e si mise in viaggio.

Al suo arrivo però Elsa non c’era, ma solo il letto vuoto e le lenzuola tirate via.

Da prima Jack credette che Elsa si fosse alzata prima del previsto, ma poi notò una cosa strana: il biglietto che le aveva lasciato era stato fatto in coriandoli.

Era sul pavimento, ormai era illeggibile, ma ce n’era un altro sopra.

Il ragazzo lo prese e lo aprì, non potendo credere a cosa c’era scritto:“Trovami, se puoi”.

Non era la scrittura di Elsa.

Non era il modo di fare di Elsa.

Non era stata Elsa a scrivere il biglietto.

Elsa era stata rapita.


Jack aveva perso di nuovo il suo lieto fine.
   
 
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