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Autore: Darth Ploly    27/11/2015    1 recensioni
Una Ponyville corrotta e marcia. Uno spietato killer a piede libero. Una puledra che cerca di portare giustizia nella sua città.
Tra indagini, sentimenti e una buona dose di citazioni, le cupe avventure di una detective che muove i suoi passi in una Ponyville più pericolosa e oscura di Gotham City.
Ho deciso di affidare il ruolo da protagonista a uno dei background pony di Friendship is Magic, ma compariranno comunque le Mane 6, altri pony che tutti conoscete e anche alcuni personaggi inediti.
Questa è la mia prima storia, spero sappia prendervi per mano e trascinarvi in un mondo folle e magnifico.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Ma no, non può essere così facile …” non faccio altro che ripetermi. Eppure è tutto davanti ai miei occhi. Queste fotografie, questi appunti, tutto combacia perfettamente. Sia Octavia che la polizia hanno cercato di trovare delle somiglianze tra i due casi, delle caratteristiche uguali, ma così facendo hanno sbagliato metodo d’indagine. Le tre uccisioni non hanno nulla in comune, nulla che le renda simili tra loro, ma prese nell’insieme formano un disegno chiaro e preciso.
“Ho capito, Octavia. Ho capito qual è il progetto dell’assassino”
La sento avvicinarsi rapidamente a me, avverto il suo sguardo fisso su di me, ma non riesco a staccare gli occhi dai documenti. Non riesco a credere che questa sia la risposta.
“Che hai scoperto, Derpy? Cosa hai trovato?”
“La tana. Ho trovato la tana dell’assassino” senza accorgermene sto di nuovo sussurrando.
Octavia mi prende la testa tra gli zoccoli e me la solleva richiamando la mia attenzione. Scandendo chiaramente ogni parola, ripete: “Che hai scoperto, Derpy?”
Faccio un respiro profondo e inizio a spiegare: “Il killer sta seguendo un libro, ogni vittima è collegabile a un capitolo. Si chiama “Alice nel paese delle meraviglie” ed è stato scritto da Lewis Mareoll. Lo conosci?”
Lei scuote il capo.
“Guarda qui!” Prendo le foto delle tre scene del delitto e gliele mostro “La prima vittima è stato Tokmane, gettato giù dalla Celestia Tower. Un pony dal manto bianco e dal cutie mark a forma di orologio è morto cadendo da una elevata altezza. Nel primo capitolo del libro abbiamo una puledra che, mentre segue un bizzarro coniglio, cade nella sua tana, un lungo e interminabile tunnel. Il coniglio è bianco e ha con sé un orologio da taschino. Ma non è tutto” cambio foto “Nel secondo capitolo la protagonista, dopo essere finita in una stanza da cui si può uscire solo attraverso una minuscola porta, diventa per magia enorme e inizia a piangere allagando l’intera stanza. L’elemento magico è dato da una bottiglia contenente una bevanda miracolosa e da alcuni dolci contenuti in una scatolina. Gli stessi oggetti che erano legati alle zampe di Candy Liddell! E per finire abbiamo il grifone con gli uccelli. Alice incontra degli uccelli che erano finiti nel suo lago. Questi, per asciugarsi, iniziano a correre dando inizio a una “corsa confusa”, la stessa da te notata a casa di Lyra. I tagli sul corpo del grifone rappresentano i graffi di un gatto, il più grande terrore di quegli uccelli. Non può essere un caso, Octavia! Tre ponycidi ricollegabili a tre capitoli di un libro non possono essere un caso!”
Octavia prende le foto e le osserva attentamente. Non dice alcuna parola ma il suo corpo è in tensione. Mantiene le foto con la punta degli zoccoli, i suoi occhi saettano da un dettaglio all’altro. Mi rendo conto della sua incredulità, persino io che ho letto il libro non mi capacito dei collegamenti che ho trovato. Eppure so che è così. È vero, non lo leggo da tempo e molti particolari non li ricordo, ma almeno i capitoli iniziali sì. La tana del Bianconiglio e il lago di lacrime combaciano, e c’è anche la corsa confusa. Se solo ricordassi cosa succede dopo …
“Hai questo libro a casa?” mi domanda improvvisamente Octavia.
“No, purtroppo. Me lo prestò un’amica quando abitavo a Cloudsdale”
“Ho capito, non è un problema. Domani mattina correrò in biblioteca a prenderlo. Se quel che dici è corretto, abbiamo ancora qualche giorno per anticipare quel bastardo”
“Esatto!” Sono felice che mi creda, spero solo di aver ragione e di non rallentare il suo lavoro per delle astruse teorie.
“Credi che dovremmo avvisare la polizia?” le chiedo.
“Non ancora, voglio prima leggere il libro, perlomeno i primi capitoli. Nel frattempo Dash sarà alle prese con le informazioni datele da Fluttershy, quindi le sue indagini proseguiranno”
Decisione saggia: non servirebbe fornire informazioni non accertate. Ma da domani le cose potrebbero cambiare. Domani Octavia potrebbe fare un nuovo passo verso la cattura dell’assassino.

“Pinkie! Potresti aiutare questa puledra a trovare il libro che cerca? Sono un po’ impegnata”
“Okie dokie lokie!” Una pony dal manto e dalla criniera totalmente rosa intenta a ordinare alcuni scaffali mi raggiunge velocemente. Appena mi vede, urla: “Ma lei è la detective Octavia!” venendo messa immediatamente a tacere da un gruppo di unicorni. Trattengo una risatina e rispondo: Sì, sono io. Tu invece devi essere Pinkie. Senza dubbio un nome appropriato”
“Sissignora! Pinkie Pie, al suo servizio! Come posso aiutarla?” mi domanda con voce incredibilmente acuta.
Tiro fuori dalla borsa un bigliettino con il nome del libro, anche se lei mi guarda come se si aspettasse una pistola.
“Sto cercando questo libro” dico, porgendole il foglietto “Credi di potermi aiutare, Pinkie?”
“Certamente, lo conosco bene. Prego, mi segua”
Ci incamminiamo lungo i corridoi della biblioteca. O meglio, io cammino: Pinkie avanza saltellando. Una pony bizzarra. Nel frattempo mi spiega: “Lo sa, io la ammiro tantissimo. Ha grinta, coraggio, quel che fa per la città è straordinario. E adesso la sto aiutando. Epico!”
Rido divertita mentre la guardo sprizzare gioia da tutti i pori.
“Così mi lusinghi, Pinkie” la prendo in giro “Sei una ragazza simpatica però” per lo meno mi chiama per nome.
Superiamo una zona lettura piena di studenti di ogni età, tutti in religioso silenzio, e raggiungiamo il settore della letteratura fantastica. Pinkie inizia a cercare il romanzo. Intanto mi domanda: “È la prima volta che lo legge?”
“Sì. Un’amica me ne ha parlato ieri sera e mi ha incuriosita. Dice sia un vero capolavoro”
“Oh, può dirlo forte” replica Pinkie mentre, alzandosi sulle zampe posteriori, cerca di guardare negli scaffali più alti “È un racconto che ho sempre adorato, pieno di creature strane e vicende meravigliastiche”
“Meravigli-che?”
“Meravigliastiche: meravigliose e fantastiche. Sono sicura che si divertirà molto. Ah, eccolo lì!” dice, indicandomi un libro dalla copertina blu posto molto in alto. Prima che possa muovere un muscolo, Pinkie si lancia contro gli scaffali facendo cadere un gran numero di libri, compreso quello che cerco. Incredibilmente però riesce ad afferrarli tutti prima che tocchino terra.
“Wow, sei incredibile! Come hai fatto?”
“Parla dei libri? Sapevo dove sarebbero caduti. Ho una specie di potere della percezione, se vuole chiamarlo così. Io lo chiamo solo Pinkie-Senso. Comunque cercava questo, giusto?”
In copertina, sotto al titolo, è disegnata una puledrina che prende il the con una lepre e un pegaso con un buffo cappello. Annuisco soddisfatta: “È proprio questo”
“Perfetto!” esclama con un sorriso raggiante “Vuole iniziare a leggerlo qui?”
“Oh, no grazie. Ho degli altri impegni. Lo prenderò in prestito”
“Va bene, allora può andare dal pegaso all’ingresso e firmare sul registro. Io resto a mettere in ordine qui. È stato un piacere conoscerla, detective”
“Anche per me, Pinkie. E sei stata molto gentile. Spero ci rincontreremo presto” Detto questo, mi avvio verso i corridoi da cui siamo venuti. Con la coda dell’occhio, vedo Pinkie lanciare i libri sugli scaffali facendoli tornare perfettamente al loro posto. Sì, una pony bizzarra.
Raggiungo il pegaso indicatomi, un giovane dal manto nero con una fascia sulla testa, e inizio a registrare il prestito. Mentre lavora, il ragazzo dice: “Ho visto che l’ha aiutata Pinkie. Mi fa piacere: quella ragazza la adora”
“Sì, me l’ha detto” rispondo mentre firmo “È una ragazza simpatica, molto fuori dagli schemi. La sua camminata, il Pinkie-Senso …”
Il ragazzo scoppia a ridere: “L’ha visto all’opera, quindi. Sì, è una capacità allucinante, non avevo mai visto una cosa del genere. Però, a parte le sue stranezze, è una pony dolce e di buon cuore, pronta ad aiutare chiunque. Pensi che lei non lavora nemmeno qui: è un’assistente allo Sugarcube Corner, la pasticceria in centro. Eppure, nel tempo libero, viene ad aiutare qui e in altri posti, come il museo, l’orto botanico e l’asilo”
“Una ragazza davvero lodevole. Ponyville sarebbe migliore se ci fossero più pony come lei” Prendo il libro e lo infilo in borsa “Senta, spero di riportarlo entro due settimane, ma potrei doverlo tenere più a lungo. È un problema?”
“Per lei nessun problema, detective” mi assicura.
Lo ringrazio ed esco dalla biblioteca, pronta a correre a casa per scoprire il segreto dell’assassino.

Anche oggi il commissariato è in fermento. Tutta la squadra sembra aver ritrovato la sua energia, non so se per via di quel che è successo l’altro giorno o solo per il riposo concesso dal commissario. Spitfire è ancora qui a Ponyville e aiuta un gruppo di agenti a raccogliere informazioni da parenti e conoscenti delle vittime. La speranza è che la sua presenza possa spingere altri pony a rivelare qualcosa che magari avevano tenuto nascosto in precedenza. Mi piacerebbe assistere alle sue indagini, vedere come lavora una leggenda vivente, ma il mio compito è un altro. Ho fatto passare un giorno da quella sera con Octavia e la dottoressa Sparkle per evitare di incuriosire troppo gli altri agenti e far nascere in loro dubbi sul perché mi trovassi in centrale quella notte, ma ora è tempo di parlare con il commissario. Devo riferirle quel che abbiamo scoperto, altrimenti il nostro lavoro sarà stato inutile. Spero solo che mi dia ascolto.
La trovo intenta a dare direttive a una coppia di agenti. Quando questi si allontanano, la raggiungo e le dico risolutamente: “Commissario, avrei bisogno di parlarle in privato”
Sembra stia per rispondermi ma poi ci ripensa. Mi fissa intensamente negli occhi e io sto bene attenta a non far cadere lo sguardo. Infine mi dice semplicemente: “Andiamo in ufficio”
Dà disposizioni di non essere assolutamente disturbata ed entriamo nello studio. Dopo aver chiuso la porta, domanda: “Cosa devi dirmi di tanto segreto, Fluttershy?”
Sospiro silenziosamente e mi faccio forza. Le mostro il foglio consegnatomi dalla dottoressa Sparkle e le spiego tutto quel che so sulla pianta, dal luogo di provenienza ai suoi modi d’uso. Il commissario mi ascolta interessata. Non mi interrompe mai e attende che io concluda il mio discorso. Quando termino, inizia a camminare in tondo mentre io resto ferma in piedi, indecisa su cosa fare, cosa dire. Mi limito ad attendere una sua mossa.
Dopo un tempo che pare interminabile, il commissario dice: “Questa scoperta è preziosa, Fluttershy. Andrò subito ad avvisare gli altri. Ma prima dimmi: come ci sei arrivata?”
Ho pensato a lungo su come rispondere a questa inevitabile domanda, eppure mi sembra di aver dimenticato tutto. Deglutisco e rispondo con finta sicurezza: “Due giorni fa, quando lei ci ha concesso di smontare prima, sono andata dalla detective Octavia per organizzare un incontro con la dottoressa Sparkle. Quella notte sono tornata in centrale con una scusa e ho prelevato un campione del sangue della Heartstrings da portare il giorno dopo all’appuntamento dalla detective”
“Vi siete viste da lei? Perché non da Twilight?”
“Pensavamo che una poliziotta che si dirige nel quartiere della dottoressa con la detective Octavia avrebbe potuto attirare l’attenzione di curiosi. La dottoressa Sparkle invece è temuta, specialmente di notte. È stato facile per lei raggiungerci” Mi dispiace dover mentire al commissario, ma non posso permettere che in centrale si sappia del mio potere. Fortunatamente lei sembra credermi, sebbene appaia irritata. Eppure cerca di trattenersi. Mi aspettavo una ramanzina, uno scoppio d’ira come successo con la detective, invece non succede nulla. E questo mi fa stare male.
“Sono davvero desolata, commissario. Ho pensato che fosse l’unica possibilità per portare avanti le indagini, per …”
“Hai fatto bene, Fluttershy. Sono fiera di te”
Non riesco a credere a quel che sento. Deve essere uno scherzo, oppure un modo per licenziarmi gentilmente. Invece lei continua: “Sapevo perfettamente che avevamo bisogno dell’aiuto di Twilight Sparkle, ma non ho avuto la forza di ammetterlo. Volevo dimostrare che la polizia poteva farcela, e così ho messo a rischio l’intera operazione. Octavia aveva ragione, ha sempre avuto ragione: sono troppo competitiva. E anche provandoci non potrò mai superarla”
“Commissario, cosa dice? Lei è fantastica! È un’icona per tutti noi!” Non avrei mai pensato di sentirle dire certe cose.
“No Fluttershy: fantastico è il gruppo che dirigo. La polizia funziona perché ogni pony ragiona con la propria testa nelle situazioni più complesse, proprio come hai fatto tu. Lo spirito d’iniziativa è necessario a ogni buon agente e tu hai dimostrato di possederlo. Se non fossi andata da Octavia, adesso avremmo perso anche la sostanza del terzo caso, e questo solo perché non volevo chiedere aiuto a una puledra che non riesco a perdonare. È questo lato del mio carattere a rendermi inferiore a Octavia. Non potrei mai lavorare da sola: ho bisogno di una squadra. E ho bisogno di te e dei tuoi colpi di testa”
Alla fine si siede e si mette a guardare fuori dalla finestra con espressione malinconica. Resto silenziosa, colpita da queste sue ammissioni. La forza d’animo del commissario è presa come esempio da ogni agente, eppure, vedendola adesso, sembra un’altra. I suoi occhi scrutano il vuoto mentre lei vaga con la sua mente, incurante di tutto. A cosa starà pensando? A quanto ha appena detto? O forse al suo rapporto con Octavia, un legame d’amicizia e rivalità che va avanti fin dai primi anni di accademia? Quante indagini avranno condotto insieme? Quanto si saranno supportate, quanto si saranno sfidate per ottenere il posto di commissario?
Osservo una vecchia foto sulla scrivania. Vi è raffigurata la vecchia squadra del commissario, quando lei era ancora un’agente semplice. La vedo sorridente al fianco di Octavia. Riconosco alcuni agenti mentre altri non li ho mai visti.
“È una foto di tre anni fa” dice il commissario “Avevamo iniziato da due anni circa la nostra carriera da poliziotte. Mi fa piacere ricordare quel periodo, quando tutto andava bene”
“Lei e la detective sembrate molto felici”
“E perché non avremmo dovuto esserlo? Eravamo la punta di diamante della squadra! Ben presto il nostro nome iniziò a essere conosciuto in tutta Ponyville. Ma della fama ci interessava poco … più o meno. L’importante comunque era fare il nostro lavoro … e decretare chi fosse la migliore! In cuor nostro sapevamo che una delle due sarebbe diventata commissario dopo Spitfire. Certo, non ci aspettavamo che sarebbe successo così” Il suo tono si abbassa.
Forse non dovrei fare domande, ma adesso voglio andare fino in fondo. Voglio conoscere la storia del commissario, i suoi demoni. E poi voglio conoscere Octavia. Voglio sapere perché un’agente del suo calibro, destinata a fare carriera, sia diventata una detective privata.
“Poi cosa è cambiato?”
Il commissario sospira, poi mi dice: “Siediti, Fluttershy. Ti racconterò tutta la storia”
   
 
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