Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Addy6702    29/11/2015    1 recensioni
Jack Frost ha perso il suo amore, ma non tutto è perduto.
Qualcuno lo sta aspettando.
Qualcuno con grandi occhi di ghiaccio...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Jack e Anna si erano messi a spiare Flynn di recente, appostandosi dietro le porte, e facendo altre “gran fesserie” come le definiva Jack.

Certe notti, Flynn si chiudeva in camera sua e parlava con qualcuno, anche se i due amici non riuscivano a capire chi, e quindi ipotizzavano essere Rapunzel.


“Basta Anna! Non si può andare avanti così!”

“Devi essere paziente!”

“Paziente? Una settimana Anna, è passata una settimana! E ancora nulla!”

“Ok, ma sappiamo che Flynn e Rapunzel ci sono dentro fino al collo, cioè, non è una buona notizia, cioè è una pessima notizia, ma si sistemerà tutto!”

“Perché non facciamo irruzione nella camera di Flynn quando lui si chiude dentro?”

“Ci avevo pensato anche io, ma io non sono in grado di affrontarlo!”

“Io si però!”

“Jack, sei invisibile e inconsistente, non puoi nemmeno tirargli i capelli!”

“Si, ma posso congelarlo!”

“Non voglio farlo morire! E poi da morto non servirebbe a nulla!”

“Ok, allora perché non gli congelo tutto meno che la faccia?”

“Perché noi siamo i buoni Jack! Non facciamo queste cose!”

“Ci siamo comportati da buoni in questi giorni e cosa abbiamo concluso? Nulla!”

“Jack, basta! Ti stai comportando da persona irrazionale!”

“E vediamo quale sarebbe il piane della rossa tanto razionale che ho di fronte?”

Anna ci pensò un po’ su.

“Ok, faremo irruzione come vuoi tu...”

“Fantastico!”

“...Ma a modo mio!”

“E quale sarebbe il tuo modo?”

“Non lo so ancora! Lo inventerò sul momento credo!”

Jack sbuffò “Bene, accetto!”

“Allora andiamo!”


Come ogni sera Flynn si era rintanato nella sua camera a parlare.

Anna e Jack si appostarono dietro la porta ad origliare:

“Sono sempre più sicuro che ci abbiano scoperti…”

“10...”

“No! Non detto proprio niente!”

“9...”

“Si, te lo giuro!”

“8...”

“Ma Anna mi aveva detto che era morta, perché mentire?”

“7...”

“NO! Nel modo più assoluto mi rifiuto di farle del male!”

“6...”

“Si, certo che ti amo, ma credo che questa storia sia andata troppo oltre!”

“5...”

“Ma…”

“4...”

“Ok, lo farò. Tu però promettimi che quest’incubo finirà presto!”

“3...”

“Bene…”

“2…”

“Lo farò...”

“1…”

“A dopo…”


“ADESSO!!!”

Anna entrò come una furia nella stanza puntando un coltello alla gola di Flynn.

“Che cosa succede qui?!?” urlò il re di Corona.

“E tu con chi stavi parlando?” disse Anna notando che in giro non c’era nessuno.

“Con nessuno!”

“Non credere di farmi fessa, ho sentito tutto, e personalmente trovo orribile che tu voglia uccidermi!”

“Io non voglio ucciderti Anna! Metti giù il coltello ti prego!”

“NO! IO VOGLIO SAPERE DOVE TU E RAPUNZEL TENETE MIA SORELLA, COSA LE AVETE FATTO E PERCHÉ! No aspetta, il perché me lo posso immaginare, MA TUTTO IL RESTO LO DEVI CONFESSARE!!!!!!”

Flynn era impaurito, tremava e sudava tremendamente.

“Non parlerò” disse spaventato.

“Ok, ora ti voglio dire una cosa! Sai com’è vivere tutta la vita in un castello isolata dal mondo e con la persona a cui vuoi più bene che non esce mai dalla sua stanza e ti ignora completamente per un motivo che tu neanche sai? Lo sai come ci si sente a vedersi un giorno sparire tutto quello che hai di più caro e non sapere neanche perché?!? O passare le intere giornate a chiedersi cosa hai fatto di sbagliato, o se ci sia qualcosa che non va in te?

E poi scoprire che tua sorella ti ha sempre amato, tornare a ridere con lei, sentirsi di nuovo amata, solo per vederla sparire contro la volontà di entrambe una seconda volta?!?!” le lacrime avevano cominciato a sgorgare dagli occhi della ragazza.

“Ti prego, io voglio essere felice, voglio mia sorella! Per favore!”

E con grande sorpresa di Jack e Anna anche Flynn si mise a piangere. Era un pianto strano, come se avesse voluto piangere da giorni ma si fosse sempre trattenuto.

“Mi dispiace Anna, mi dispiace da vero! Non volevo questo, non volevo niente di tutto questo.”

Il poverino si accasciò a terra.

Anna si sedette d'avanti a lui.

“Flynn, ti prego. Non ho mai avuto mia sorella. Ti scongiuro.”

“Ok… É successo tutto un giorno, Rapunzel non stava quasi più nel castello, era sempre fuori in viaggio, e io non la vedevo quasi mai. Un giorno le chiesi il perché e lei mi disse tutta la verità, di un certo Jack che le aveva spezzato il cuore, ma mai abbandonata, e che mi amava, ma…”

In quel momento non ce la fece più a parlare, perché la sua voce fu rotta dal pianto.

Jack anche piangeva, e Anna pure.

Ognuno di loro aveva un motivo diverso, ma il dolore era paragonabile.

Flynn piangeva perché si sentiva tradito.

Jack piangeva perché non sapeva che fare, e il sentirsi impotente non gli piaceva.

Anna piangeva perché la felicità gli era stata strappata ancora una volta.

Flynn fu il primo a smettere di piangere.

“L’ha portata in un isola. Comunicavamo da lì attraverso lo specchio magico rubato a una vecchia strega” disse respirando forte.

“Un’isola in mezzo al mare tra la Norvegia e la Danimarca, era una vecchia prigione per i cattivi più spietati”

“Grazie, ma come ci arriviamo?”

“Non lo farete! Ci andrò io da solo!”

“Cosa? No Jack no! É mia sorella!”

“Ma Rapunzel vuole me! Sono io che devo farlo. Riabbraccerai tua sorella, lo prometto!”

E prima che la rossa potesse dire alcunché Jack volò via.


Dopo ore di ricerca Jack trovò l’isola di cui parlava Flynn e vi si avvicinò.

C’erano due guardie all’entrata, ma lui non ci fece nemmeno caso.

Entrato dentro cominciò a cercare in tutte le celle.

Ma più andava avanti più aveva paura.

Non paura di non trovare Elsa, ma sopra ogni altra cosa, di cosa avrebbe fatto se avesse incontrato Rapunzel.

Come avrebbe reagito?

Insomma, lei aveva imprigionato una ragazza innocente per giorni, e non una ragazza qualunque, sua cugina!

Era cambiata, ed era tutta colpa sua.

Jack aveva paura, paura di non saper resistere alle forti sensazioni che lei gli dava.


Finalmente arrivò alla cella giusta.

Elsa era lì dentro, seduta a terra con la testa appoggiata alla parete e gli occhi chiusi.

Sembrava quasi addormentata, ma parlava; sussurrava al vento il nome dello spirito.

Jack non perse un secondo, congelò la serratura sfondando la porta con un calcio.

Elsa aprì a fatica gli occhi.

Quando vide Jack il cuore le fece un gran balzo.

Non riusciva a credere che fosse lì da vero.

“Elsa! Elsa dai andiamo, sono io Jack!” il ragazzo prese in braccio Elsa che si avvinghiò al suo collo come una bimba fa con il padre.

“Jack… Sapevo che mi avresti sentita!”

“Ok, però ora usciamo di qua!”

Lo spirito si voltò e uscì.

Ma non fece neanche due passi che una voce familiare lo colse alle spalle:

“Te ne vai così presto Jack?”

Il ragazzo si voltò piano.

“Non vuoi salutare una vecchia fiamma?”



Jack non riusciva a crederci.

Era paralizzato, e gli scivolò quasi Elsa dalle braccia.

Le gambe gli tremarono e cadde a terra.

Rapunzel approfittò di questa sua distrazione per prendere Elsa dalle sue braccia e portarla lontana da lui.

Questo fece riprendere Jack.

“Rapunzel ti prego! Lei non ha fatto nulla!”

“No, è vero… Ma tu si! Tu mi hai spezzato il cuore tanti anni or sono, e poi come se non bastasse mi sei stato sempre accanto!”

“Come lo…”

“Come lo so? Andiamo Jack, io e te abbiamo sempre avuto una connessione, ecco perché io ti posso vedere!”

“Quindi hai sempre saputo che io c’ero” disse Jack con un soffio.

“Si Jack, e io sono andata a vedere le lanterne, perché era il nostro sogno! Speravo che ti saresti fatto vivo!”

Jack abbassò la testa e cominciò a piangere.

“Ti ricordi quando piangevi perché nessun altro ti poteva vedere Jack?” sorrise Rapunzel.

Jack annuì.

“E ti ricordi di come io ti consolavo stringendoti in un forte abbraccio che donava più gioia a me che a te?”

Jack annuì di nuovo.

“E non ti mancano tutte le risate che facevamo insieme? Tutte le cosa che dicevamo insieme? Il modo in cui tu congelavi tutto?”

“Si…”

“Ma possiamo riaverli con noi! Devi solo pentirti di esserti innamorato di lei!” disse puntando il dito contro la povera ragazza tremante a terra.


Jack sprofondò in un baratro di malinconia e solitudine.

Tutto intorno a lui diventò nero e silenzioso.

Come poteva scegliere?

Non poteva.

Non voleva!

Rapunzel era stata la prima volta in cui si è sentito parte di qualcosa, mentre Elsa l’aveva fatto sentire normale.

Amava entrambe, era sempre stato così, e questa era una realtà che non si poteva modificare.

In quel momento, pensò a tutto quello che aveva passato con Rapunzel e con Elsa.

Le risate, i baci, le emozioni positive e negative.

Non riusciva a vedere la minima differenza tra l’affetto che provava per una o per l’altra.

Ricordò quella volta al lago con Rapunzel e di come si fosse sentito euforico nel sapere che lei lo vedeva, e della sensazione di calore che gli aveva dato incontrare gli occhi di Elsa sul balcone.

Scorreva ogni ricordo tentando di trovare il dettaglio che faceva la differenza.


Calde lacrime cominciarono a scendere sulle sue guance, impossibili da trattenere, perché ora che la fine era vicina i ricordi erano come coltelli conficcati nel cuore, come una cicatrice per anni chiusa ma adesso riaperta, come qualcosa che sei costretto a fare ma che fa male.


“Jack…”

La voce di Elsa lo fece riemergere dai suoi pensieri, e alzò la testa.

Era così fragile, come una bimba appena nata, o come una bambola di porcellana, che con un solo tocco si rompe.

I suoi grandi occhi azzurri lo guardavano supplicanti non di salvarla, ma di sceglierla.

Aveva bisogno dell’amore di Jack più del cuore che le batteva nel petto, e se non l’avesse ottenuto si sarebbe spezzata.

Poi lo sguardo di Jack si spostò verso Rapunzel.

Anche lei aveva lo stesso guardo di supplica di Elsa, ma lei non dipendeva completamente dalla decisione che Jack avrebbe preso.

Non era stanca, sciupata e piccola, ma il suo amore per lui le aveva dato la forza di muoversi contro un suo familiare.

Lei cercava di fargli vedere che il suo amore lo meritava più di chiunque altro, e l’aveva sempre fatto.

Rapunzel aveva sempre fatto di tutto per ricongiungersi a Jack, persino ricattare una persona, e poi sposarla.

Lei meritava il suo amore.

Jack fece un ultimo sforzo ripercorrendo per l’ultima volta i ricordi, finché non si soffermò su uno in particolare.

Aveva preso la sua scelta.

Si alzò a fatica.

Guardò prima Rapunzel poi Elsa poi di nuovo Rapunzel.

In fine guardò la regina di Arendelle e con le lacrime agli occhi le disse:

“Mi dispiace Elsa. Lei merita il mio amore”

Elsa non disse niente.

Non si mosse.

Non pianse.

Non urlò.

Continuò solo a tenere lo sguardo fisso su Jack, come se sperasse in una sua frase che ribaltasse la situazione.

“Jack!”

Rapunzel era saltata al collo di Jack e piangeva di gioia.

“Jack, ti ho ritrovato, ti ho ritrovato finalmente! Sapevo che non mi avresti abbandonato di nuovo!”

Jack affondò il viso nei capelli di Rapunzel.

Odoravano di cannella, era sempre stato così.

Fin da quando l’aveva conosciuta la prima cosa che aveva notato erano stati i capelli.

Setosi, lunghi e morbidi.

Jack ci avrebbe giocato per ore.

Ci affondò una mano dentro accarezzandoli e cullando dolcemente la sua proprietaria.

“Ti amo Jack”

Le lacrime uscivano ormai a fiumi dagli occhi di entrambi.

“Ti amo Rapunzel. E lasciarti è stata la decisione più sbagliata della mia vita”

Jack sapeva cosa doveva fare e aprì gli occhi guardando Elsa e aumentando la pressione sul bastone da lui mai abbandonato.

Prese un lungo respiro.

“Come la più giusta è stata andare avanti”

Lo spirito si divise da quell’abbraccio e fissò Rapunzel in quei suoi grandi occhi verdi.

“Jack…”

“Perdonami”

Con un rapido gesto del braccio il bastone venne a contatto con la pelle di Rapunzel ghiacciandola.

Rapunzel non sentì più niente, solo dolore e freddo, tanto freddo.

Si stava trasformando in una statua di ghiaccio.

Indietreggiò e cadde in ginocchio.

Jack la guardava ancora piangendo.

“Perché…” riuscì solo a dire.

“Perché non ho sentito niente quando ti ho rivista quella volta al tuo palazzo.

Solo dolore per aver ferito una persona a cui ho voluto bene. Per aver ferito uno splendido, bellissimo ricordo”

Rapunzel non disse nulla, si limitò a guardare Jack.

Il ragazzo tenne gli occhi fissi su di lei finché il ghiaccio non le inondò il viso ghiacciando persino le lacrime.

Una statua permanente.

Jack non ce la faceva più a guardarla.

Non ce la faceva più a sopportare il dolore di averla uccisa.

Così guardò Elsa, che ancora non gli aveva tolto gli occhi di dosso.

Jack le si avvicinò, e senza dire una parola la baciò sollevandola da terra.

Quel bacio fu qualcosa di… Naturale.

Non fu unico, ne incredibile.

Solo pieno di amore, fiducia e speranza.

In quel momento un piccolo raggio di luna filtrò dalla finestra della cella andando a scontrarsi con la pallida pelle di Elsa.

Jack guardò la luna.

Era bellissima.

Grande, luminosa e splendente.

Proprio come Elsa.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Addy6702