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Autore: DoctoRose91    03/12/2015    0 recensioni
Terza long che segue “Ricordati di Me” e “Ricordati di Lei”.
Trama: Gold si trova da solo in un territorio ostile con mille dubbi ed incertezze, e solo una persona potrebbe aiutarlo, ma quella persona ora è a Storybrooke a contorcersi dal dolore di non poterlo mai più rivedere, ma forse per loro c’è ancora speranza! E mentre Belle cercherà di portare avanti la gravidanza facendosi forza, Gold a Neverland incontrerà una persona che gli sarà enormemente d’aiuto, ma quella stessa persona, senza volerlo, lo condurrà alla confusione facendolo poi commettere un atto atroce che avrebbe potuto distruggere tutto quello che si era costruito. E quel momento, quel ricordo forse sarebbe stato la sua condanna.
Dal cap 3: -Belle non l’indossa mai questo bracciale, lo ritiene troppo prezioso!-
-Infatti hai ragione! Ma forse tu vorresti vedermelo addosso!-
-Ma prima non ce l’avevi! Perché adesso sì?-
-Che cosa vuoi che ti risponda? Sono frutto della tua immaginazione ed ogni volta cambi!-
-Non sono solo gli abiti che cambiano, ma anche tu! Sto iniziando a dubitare della mia immaginazione, credo che ci sia dell’altro!-
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricordati...'
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Salve cari volevo solo ricordarvi che quando incontrerete gli ********* non abbiamo cambiato l’asso temporale bensì solo il personaggio ;)
Vi auguro buona lettura, noi ci vediamo nell’Angolo dell’autrice in fondo :D

 
 
Capitolo 8: Ritorna da me!
 
 
E vissero per sempre felici e contenti!
 
Finì quell’avvincente libro romantico, era in giardino distesa sotto il cedro a godersi la tenera luce del sole. L’aria era fresca con piccoli accenni di gelo.
Posò il volume di fianco a sé e si mise ad osservare il meraviglioso cielo limpido con poche nuvole bianche. Chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro assaporandosi la freschezza di quel giorno. Era tutto splendido se non fosse che Rumple non c’era. Era partito da molti giorni. Non aveva sue notizie da tempo. Di solito le mandava sempre una colomba bianca con un messaggio, ma questa volta tardava ad arrivare. E nonostante le avesse promesso che le avrebbe mandato messaggi più frequenti, anche questa volta non si fece sentire. Temeva che qualcosa non fosse andata bene. Anche se era il Dark One e non aveva problemi lei comunque si preoccupava sempre. Vederlo andare via era una fitta al cuore, un dolore costante al petto che non andava via fino a che lui non tornava.


 
Riaprì gli occhi, si alzò piegando la copertina su cui era distesa, raccolse il libro e si avviò a castello pronta ad affrontare una nuova giornata senza il suo Rumple. Chissà per quanto tempo sarebbe andata avanti questa cosa, e fino a quanto lei avrebbe retto una situazione del genere. Essere la donna del Dark One non era sicuramente una cosa facile come molti potevano pensare. Non è essere solo colei che può avere tutto e senza limiti, è essere soprattutto quella che rimane sempre sola con preoccupazioni e dolori.
 
Automaticamente le porte dell’ingresso del castello si aprirono appena lei si avvicinò. Rumple aveva magicamente impostato ad ogni porta e cancello del castello di aprirsi non appena lei si fosse avvicinata:
 
‘Non voglio che fai cadere le cose che porti per aprire le porte! Ogni cosa del castello è importante e non voglio che per un tuo errore qualcosa si possa rompere. Quindi dearie d’ora in poi non devi preoccuparti di aprire le porte e chissà cos’altro di questo castello. Preoccupati solo delle cose che trasporti se non vuoi che ti rinchiuda nuovamente nelle segrete! Ci siamo capiti dearie?’
 
Sorrideva sempre ogni volta che attraversava una porta. Le veniva sempre in mente quelle parole, ormai erano ben stampate nella sua mente.
Quanto era dolce il suo Rumple anche nel periodo in cui la considerava solo una sguattera. Era stato premuroso anche se a detta di lui lo faceva per le “sue cose”. Non ci aveva mai veramente creduto. Era solo un modo per nascondere quella gentilezza che le aveva fatto.
 
-Grazie Rumple!- lo ringraziò appena le porte si chiusero al suo passaggio.
 
Vide la vallata svanire appena le enormi porte dell’ingresso si chiusero completamente. Poggiò la coperta sul tavolo al centro della stanza e si avviò in biblioteca a posare il volume appena letto.
 
…….
                                                                                                  A Neverland
Si avviarono all’accampamento di Pan. Neal per tutto il viaggio aveva portato Henry sulle spalle mentre Regina lo controllava preoccupata. Vennero accolti con stupore e malcontento. Per come si erano svolte le cose sembrava che Pan avesse vinto.
Poggiarono Henry su una brandina, Neal e Belle rimasero vicino al ragazzino prendendosene cura mentre gli altri cercavano di estorcere qualche informazione ai bambini sperduti.
 
La preoccupazione costante della perdita di Gold la stava uccidendo. Si sentì proprio come in quelle occasioni quando lui partiva e lei per giorni non riceveva notizie. Essere la donna del Dark One non era facile come poteva sembrare, era solo sofferenza e dolore, costretta ad aspettare lacerata dalle preoccupazioni e dubbi. Ma questa volta non sarebbe rimasta ad aspettare avrebbe agito anche se sapeva che Gold non l’avrebbe accettato. Questa volta non avrebbe atteso il suo ritorno, ma ne sarebbe stata l’artefice. Questa volta gli sarebbe andata in contro e guai a chi si sarebbe messo di mezzo a lei e al suo Amore.
 
…….
 
Raggiunse la sua amata biblioteca, posò il libro nello scaffale in alto e si diresse all’uscita. Vide poggiato sulla poltrona della stanza il suo mantello verde. Non ricordava di averlo lasciato nella stanza. Si avvicinò all’indumento e lo prese in mano. Appena lo toccò le venne in mente il perché si trovasse in biblioteca. L’ultima volta che ci aveva messo piede era stato proprio il giorno che Rumple le comunicò la sua partenza. Erano quasi passati dieci giorni eppure sembrava fosse accaduto il giorno prima.


 
Erano entrambi in biblioteca, Rumple vicino al tavolo delle pozioni invece lei distesa sul triclinio a leggere il libro che adesso aveva appena posato. Quella giornata Rumple era molto strano, si ricordò di quanto fu dura per lui lasciarla, nonostante lei si fosse offerta di accompagnarlo…
 
                                                                                         Inizio Flashback
 
-Belle tesoro devo dirti una cosa!- disse Rumple posando la pozione che aveva in mano.
 
Belle alzò lo sguardo dal libro incuriosita dal tono di voce del compagno.
 
-E’ difficile dirtelo, ma…ma…Belle devo partire e rimarrò via per molti giorni!-
 
Teneva lo sguardo abbassato, non riusciva a vedere il viso scioccato di Belle, era troppo per lui.
 
Belle chiuse il libro poggiandolo di fianco a lei e prese un enorme respiro.
 
-Quando devi partire?-chiese.
 
Il suo tono era freddo e gelido. Rumple poteva giurare di non aver mai sentito quel tono da Belle. Era segno che la ragazza fosse molto adirata.
 
-Oggi!-
 
 
Poggiò le mani sul tavolo abbassando il capo.
 
-Non ti chiedo il perché…perché già so che non me lo dirai per non coinvolgermi in questa storia, anche perché… questa volta ti accompagno!- continuava a fissarlo pronta  a reagire al suo minimo comportamento.
 
Rumple spalancò gli occhi volgendo lo sguardo verso di lei. Belle era seduta, aveva le gambe accavallate e le braccia intrecciate sotto il seno. Lo fissava senza emettere nessuna emozione anche se si percepiva la rabbia e la frustrazione.
 
-Belle vorrei che tu mi accompagnassi, ma…-
 
-Nessun ‘ma’ Rumple. Troppe volte parti e mi lasci qui da sola senza tue notizie!-
 
-Non è vero Belle cerco sempre di farti arrivare le mie notizie !-
 
-Sì però tra un messaggio e l’altro vengo assalita dai dubbi e preoccupazioni. E NESSUNA TUA LETTERA PUO’ PLACARE LA PAURA CHE HO! - era allo stremo.
 
Rumple ultimamente faceva molti viaggi, ma mai così lunghi. Non avrebbe retto ne era sicura.
 
-Oh Belle…Belle ti prego ti scongiuro rimani a casa che è meglio!- implorò Rumple.
 
Si vedeva che quel viaggio era troppo pericoloso, lo sentiva nel suo tono.
 
-Non si discute…io vengo con te!-
 
Lo lasciò in biblioteca da solo senza dargli la possibilità di ribattere.
 
Lo raggiunse poco dopo con il suo mantello in mano.
 
Era ancora lì, non si era mosso di un millimetro. Era di fronte alla finestra a fissare la vallata innevata. Aveva lo sguardo perso e le mani strette in pugni. Si vedeva che soffriva molto.
 
Belle si avvicinò di poco verso di lui fissandolo intensamente. Non l’aveva mai visto in quello stato.
 
-Va bene! Non so il motivo di questo viaggio, ma da come ti comporti capisco che è qualcosa di molto serio. Di solito sei rilassato quando devi partire, sicuro di te perché sei convinto che non ti può accadere nulla, ma questa volta non è così! E sono certa che qualunque cosa ti dica tu non mi dirai nulla. Quindi va bene va senza di me, ma promettimi…promettimi che ritornerai da me presto!-
 
Interruppe i suoi pensieri. Belle era in piedi di fianco a lui che reggeva tra le braccia il mantello verde che indossava quando doveva uscire.
Si rilassò a sentire quel discorso. Belle aveva capito, come faceva a conoscerlo così bene per lui era sempre un mistero. Era speciale, unica e particolare. Sorrise. Sorrise contento, era più rilassato sapendo che Belle sarebbe rimasta a casa.
La tirò a sé abbracciandola forte al petto.
Non disse nulla fu tutto veloce ed istintivo. In un attimo Belle si trovò rinchiusa nelle braccia di Rumple stretta al suo petto.

 
-Te lo prometto ritornerò da te Belle fosse l’ultima cosa che faccio!-
 
La continuava a stringere forte al petto trattenendo il respiro.
 
Si guardarono negli occhi specchiandosi nelle iridi dell’altro. Le accarezzò il volto leggermente.
 
-A presto amore mio!-
 
-Mandami presto tue notizie!-
 
-Certo, a più presto riceverai mie notizie! Ti amo Belle!-
 
-Ti amo Rumple!-
 
Quelle furono le ultime parole che si dissero prima che lui scomparve davanti ai suoi occhi in una nuvola viola. Rimase ferma per qualche secondo con gli occhi spalancati e fissi nel vuoto con ancora la sensazione della carezza di Rumple sul viso. Chiuse gli occhi iniziando a respirare regolarmente. Posò il mantello sulla poltrona vicino, raccolse il libro e corse via dalla biblioteca, via da quel luogo dove poco prima i due si erano abbracciati.
 
 
Fine Flashback
 
Raccolse il mantello dalla poltrona, prese un enorme respiro cercando di fermare le lacrime che premevano per uscire fuori. Doveva essere forte, doveva esserlo per Rumple.
 
Decise che doveva accantonare quei brutti pensieri e quei tormenti. Indossò il mantello e si avviò all’uscita del castello con in mano un cesto. Corse per il vialetto principale dirigendosi al paese. Voleva vedere della gente, vagare con i pensieri e chissà forse avrebbe allontanato le sue preoccupazioni.
Lo sperava, lo sperava tanto.
 
…….
 
                                                                                                     A Storybrooke
 
Avevano cercato ovunque, ma non c’era nessuna traccia di Belle. Tutti erano preoccupati soprattutto Ariel e Leroy. Chissà dove era andata e cosa le fosse accaduto. Erano persino andati a vedere nella capanna nel bosco di Gold, convinti che forse si era recata lì per stare un po’ da sola, ma invece di lei nessuna traccia. Ormai gli animi si stavano agitando.
E se qualcuno l’avesse rapita?


Ariel ritornò alla villa Gold convinta che qualcosa le fosse sfuggito. Cercò speranzosa di trovare qualche indizio che l’avrebbe condotta da lei, ma nulla se non…se non quella finestra spalancata della camera da letto. Si ricordava benissimo di averla chiusa la mattina che venne con Leroy. Forse il vento l’aveva aperta.
Lo scenario che aveva assistito la prima volta che era venuta lasciava sospettare che fosse stata rapita, ma non c’erano tracce di scasso come aveva più volte ribadito Leroy, quindi come poteva essere? Dove era Belle?
 
Si avvicinò alla finestra scrutandola con attenzione, la chiuse successivamente amareggiata. Cosa era successo a Belle?
 
-Non spaventarti! Non voglio farti del male!-
 
Una voce alle sue spalle la fece saltare. Ariel si voltò velocemente agitata. Qualcuno era entrato a casa di Belle. Vide una figura in penombra avvolta da un mantello verde, aveva il capo velato e la testa abbassata per non essere illuminata dalla luce.
 
-Chi sei?-chiese preoccupata.
 
-Non agitarti! Sono un’amica e so dove si trova Belle!-disse la figura tranquillamente.
 
Ariel si insospettì eppure in cuor suo sapeva che di lei poteva fidarsi. Rimase ad ascoltare e comprese l’amara verità: Belle era stata rapita dall’ombra di Pan e rischiava di morire se lei non fosse andata a salvarla. Le disse anche di farsi dare dalla Fata Turchina una pianta speciale e di partire immediatamente per Neverland. Il suo arrivo doveva essere tempestivo. A detta della figura non doveva arrivare né un minuto prima né un minuto dopo, doveva essere precisa.
 
 
….….
                                                                                                      A Neverland
 
Si avviò insieme a Emma, Mary Margaret e Regina alla ricerca di Pan e del suo nascondiglio. Voleva salvare Gold ed Henry e ritornare a casa. Non desiderava altro che un po’ di pace e serenità. Ne aveva passate tante ed ancora le stava vivendo. Era preoccupata, sarebbe stata una sciocca se avesse mentito, ma doveva farcela doveva affrontare Pan e liberare Gold. Ne aveva affrontati di pericoli e questo di certo non sarebbe stato l’unico.
 
…….    
 
A Storybrooke
 
La cara sirenetta apprese l’amara verità e subito si mobilitò per aiutare l’amica.
 
La figura la lasciò poi andare verso la città con ben il piano in testa, si fidava della ragazza e sapeva che ce l’avrebbe fatta.
Mentre la figura, invece, decise di rimanere ancora alla villa di Gold precisamente nella camera da letto. Si sedette sul materasso attendendo la sua partenza. Accarezzò il letto sorridendo. Si assaporò tutti quei bellissimi ricordi vissuti in quella camera. Quanto gli era mancata quella villa.
Vide un fascio di luce avvicinarsi verso di lei e comprese che doveva nuovamente partire. Prese da dentro il mantello un fiore dal lungo stelo verde, lo baciò sulla cima poggiandolo poi sul materasso.
 
-Il nostro Rumple sarà un sempre e costante Ritorno!-
 
 
…….
 
Il paese sprizzava di gioia e serenità. Era tutto meraviglioso e tranquillo. Aveva proprio bisogno di rilassarsi. L’aria aveva il dolce profumo del fiordaliso e della lavanda. Amava quegli odori forti, ma anche delicati. Si avvicinò alla bancarella dei fiori per osservare e bearsi della bellezza delle piante. Amava guardare i fiori e percepire il loro fresco profumo; oltre alla lettura quello era il suo altro passatempo preferito. A volte aveva bisogno di uscire dal castello, questo non voleva dire che non amasse vivere lì, ma certe volte aveva bisogno di cambiare aria e ambiente soprattutto quando Rumple non c’era. Il castello senza di lui era troppo grande e vuoto, si sentiva tremendamente sola quando lui non c’era e non poteva non pensare a come lui si era sentito prima che arrivasse lei. Vivere senza nessuno era un’atrocità che nessuno doveva vivere.
 
Si guardò intorno cercando di allontanare quei tristi pensieri dalla mente, era lì per rilassarsi non per deprimersi.


Fu molto difficile crearsi degli amici visto che gli abitanti di quel paesino sapevano chi era lei e chi fosse il suo padrone, temevano che qualsiasi cosa le dicessero o facessero potevano scatenare l’ira del Dark One.
Nessuno, a parte Regina,  sapeva della loro relazione. Erano solo a conoscenza che lei era la domestica del Dark One. Nei suoi confronti c’era sempre stata tanta cortesia e anche paura, ma col passare del tempo si era fatta amare per quello che era e non per chi era, ormai le persone la conoscevano per Belle e non per la ‘domestica di Rumple’, questo per lei era un enorme passo avanti, ne andava fiera.
 
-Crisia come stai?- chiese Belle salutando la donna.
 
La fioraia l’accolse con tanta gioia. Era molto più anziana di lei, aveva quasi cinquanta anni e qualche chilo di troppo sui fianchi. Era una donna molto gentile e dolce. Le regalava sempre un fiore della sua bancarella ogni volta che Belle passava a salutarla, diceva che era un modo per tranquillizzare il Dark One.
 
-Belle è da molto che non vieni in paese che cosa è accaduto? Il Dark One ti ha rinchiuso in cella?-si preoccupò la donna.
 
-No…no nulla di tutto questo è solo che non ho avuto tempo! Oggi invece ne ho troppo e ho deciso di trascorrerlo in paese!-rispose velocemente la ragazza.
 
Rumple non era mai stato violento con lei e l’unica volta che l’aveva rinchiusa in cella era stato dopo il bacio del vero amore, da allora Rumple non si era più sognato di comportarsi in quel modo nei suoi confronti, ormai era diventato super protettivo e premuroso. Era un amore.
 
-Mi fa piacere! Allora cosa vuoi che ti regali oggi?- chiese la donna indicando i fiori che aveva.
 
Belle guardò con molta attenzione le varie specie che la fioraia possedeva. Tra tanti fu uno che colse la sua attenzione, un fiore mai visto prima, aveva un gambo lungo verde mentre il fiore presentava una spirale di petali verdi con punte sfumate di un arancio fuoco, ed al centro presentava pistilli blu notte che si sporgevano verso l’esterno. Era un fiore al dir poco straordinario se non raro.
 
La donna si accorse della curiosità della ragazza e prese il fiore che stava fissando.
 
-Hai messo gli occhi sul più pregiato fiore che avessi oggi!-disse rigirandoselo nelle mani.
 
Belle si svegliò dai suoi pensieri, non si era nemmeno resa conto di essersi persa nei pensieri. Sorrise imbarazzata.
 
-Che cosa ti preoccupa?-chiese poi la donna interessata ai suoi pensieri.
 
Di solito Belle era sempre fresca e solare.
 
-Niente perché mi fai questa domanda?-chiese mettendosi sulle difensive.
 
In quel momento si sentì vulnerabile.
 
-Hai scelto il fiore più raro ed in più ha il significato più triste che ci sia al mondo!- rispose la donna leggermente preoccupata.
 
-Ah sì? E’ quale?-
 
-l’Espalda* è il fiore del ritorno, significa proprio ritornare. Spesso si regala a chi deve partire con l’augurio che questi ritorni presto!-informò la donna porgendole il fiore in questione.
 
Belle si stupì del racconto. Tra i tanti e meravigliosi fiori che la donna aveva proprio quello con il significato più triste aveva preso.
 
-Chi vuoi che ritorni Belle?-chiese poi la donna prendendole la mano.
 
Belle sorrise raccogliendo il fiore.
 
-Nessuno Crisia, era solo che non avevo mai visto questo fiore e neanche Rum…il Dark One lo possiede nel suo giardino!- cercò di svignarsela.
 
La donna annuì poco convinta, ma non volle indagare oltre, dopotutto non erano affari suoi.
Belle la salutò ringraziandola del gesto e si avviò verso le altre bancarelle.
 
-Povera Belle…sicuramente ti mancherà la tua famiglia! Mi dispiace molto per te cara!-disse tra sé e sé la donna vedendo Belle girare per il paese curiosa e interessata.
 
La fioraia aveva ragione a Belle le mancava la sua famiglia, ma non era quella che lei intendeva…a Belle le mancava terribilmente Rumple.
 
……..
A Neverland
 
Riuscirono dopo molto girovagare a trovare il nascondiglio di Pan. Per terra vicino ad un alto albero vi era la box di Pandora messa lì in bella vista incustodita. Nonostante il desiderio di raccoglierla era forte Belle in cuor suo sapeva che forse era una trappola e che Pan aveva escogitato qualcosa, cosa che invece Mary Margaret non aveva pensato.
In un secondo vennero incatenate all’albero senza possibilità di muoversi. Erano bloccate, fisse contro il tronco.
 
Ed ora come avrebbero sconfitto quel ragazzino che fiero e sicuro di sé si presentava davanti loro con in mano la box in cui vi era rinchiuso Rumple?
 
….….
 
Ariel, durante il viaggio per Neverland
 
Doveva fare in fretta, doveva raggiungerla prima che Belle morisse. Il messaggio lasciatele da quella figura misteriosa era stato chiaro: doveva recuperare Belle al più presto se non voleva che questa morisse. Se Belle fosse morta prima che lei fosse arrivata non se lo sarebbe mai perdonata. Aveva raccontato ai cittadini di Storybrooke la versione che quella figura le aveva detto di dire a loro, nessuno doveva sapere come aveva scoperto la verità, doveva essere un segreto, un segreto che doveva mantenere e che doveva rivelare ad una sola persona. In un primo momento non si era fidata di quella figura nascosta da un mantello verde, ma la sua voce soave l’aveva convinta a fidarsi. Sperava solo di non fare un terribile errore, ma sapeva in cuor suo che quella persona misteriosa aveva ragione: Belle era stata rapita dall’ombra di Pan e doveva salvarla.
 
…….
 
 
Si era fatta sera, distrutta e stanca Belle rientrò al castello. Aveva mangiato qualcosa al paese e non desiderava altro che andare a dormire. Si tolse il mantello verde ed i vestiti, si gettò sul letto nascondendosi sotto le lenzuola. Osservò il fiore che aveva preso dalla fioraia pensando all’ incredibile coincidenza: aveva scelto il fiore che richiamasse il significato del ritorno, desiderava tanto che Rumple ritornasse da lei. Non voleva altro che stringerlo tra le sue braccia e dormire al suo fianco. Chissà per quanto ancora doveva andare avanti questa situazione.
 
……..
 
Avevano recuperato il cuore di Henry e il vaso di Pandora, ma a detta di Regina era più sicuro liberarlo sulla Jolly Roger in modo tale da non avere problemi. Nonostante Belle avesse insistito sapeva che Regina aveva ragione, anche se avevano sconfitto Pan, a Neverland tutto poteva accadere e forse Gold era ancora in pericolo. Durante il tragitto si addentrarono in una fitta zona di alberi e fiori, fiori che nessuno delle presenti avevano mai visto tranne per una, tranne per Belle. Vi era una immensa distesa di fiori  Espalda, erano meravigliosi e splenditi. Le donne non si interessarono minimamente di quello che le circondavano, mentre Belle rimase strabiliata dalla loro bellezza. Le venne in mente la prima volta che conobbe quel fiore.

‘L’Espalda è il fiore del ritorno, di solito si regala a chi deve partire con l’augurio che questi ritorni presto!’
 
Le parole di Crisia rimbombarono nella sua testa. Decise per tanto di raccoglierne uno come augurio del ritorno di Rumple.
Era contenta, aveva salvato Gold anche se non aveva fatto molto, ma comunque era stata presente e questo per lei era stato molto importante.
 
 
…….
 
 
 
Quanto era bella, si poteva dire che nel sonno era ancora più bella. Avvolta dalle lenzuola sembrava una dea, Afrodite nei suoi confronti era nessuno.
Quanto le era mancata, ma sapeva che in quel viaggio lei non poteva venire. Sarebbe stato molto pericoloso per lei.
Chissà quanto aveva sofferto la sua lontananza, soprattutto per il fatto che non aveva ricevuto nessuna sua notizia. Sicuramente era molto arrabbiata con lui e non poteva biasimarla.


 
Vide poggiato sul letto un fiore, spalancò gli occhi appena lo riconobbe. Lo prese e silenziosamente si sedette sulla poltrona vicino al letto. Lo girò tra le mani amareggiandosi. Belle questa volta aveva sentito molto la sua lontananza.
 
-Oh Belle amore mio non desideravi altro che il mio ritorno!-
 
Posò il fiore sul tavolino al suo fianco rimanendo ancora un po’ ad osservare la sua dea personale dormire beata. Era una meraviglia e non voleva svegliarla, desiderava che dormisse e si rilassasse dai quei brutti pensieri che sicuramente l’avevano attanagliato la mente ed il cuore.
 
…….
 
Insieme, guardandosi negli occhi aprirono la box speranzosi di riabbracciare Gold. Una folata di nube rossa lo riportò tra loro. L’uomo scosso guardò la sua famiglia davanti a sé e sorrise di gioia. Belle e Neal l’avevano salvato. Li abbracciò contento di essere ritornato. Aveva veramente creduto di rimanere per il resto della sua vita rinchiuso in quella scatola, eppure una piccola parte di lui era convinto che Belle e Neal l’avrebbero salvato. Era da tempo che non provava il sentimento della speranza, ma grazie a Belle, grazie alla forza del loro amore aveva nuovamente sperato. Ora poteva finalmente abbracciare la sua famiglia, era contento, era felice che tutto era andato per il meglio, o almeno questo era quello che credeva.
 
…….
 
La tenera e chiara luce della luna le illuminava il volto rendendolo di un candido bianco latte, era splendida immersa nella beatitudine del sonno. Chissà a cosa stava sognando, e semmai sognasse lui.
Ma come poteva sognarselo? Lui era una bestia, un essere spregevole, non le aveva neanche mandato sue notizie, chissà quanto stava soffrendo, ed era sempre lui la causa dei suoi problemi.
Semmai lo stesse sognando, lui era la causa dei suoi incubi, Belle meritava solo dolcezza  e tranquillità tutto ciò che lui non poteva donarle per il semplice motivo che era il Dark One ed era sicuro che per lei non era facile essere la sua compagna.
 
-Quanto sei bella amore mio! Un angelo candido e immacolato è disceso dal cielo ed adesso dorme nel mio letto che ora è diventato il nostro letto. Mi chiedo cosa abbia fatto di buono nella mia vita per meritarmi un così prezioso dono. Sei la luce della mia vita, sei la mia vita e mi dispiace…mi dispiace così tanto nel renderti la vita così difficile. Tu meriti tutta la bellezza e la gioia di questo mondo, eppure sei qui avvolta nelle coperte di un letto freddo speranzosa che io ti raggiunga e che riempi quel vuoto al tuo fianco, ma come posso io…un essere spregevole…a…a prendere posto al tuo fianco? Come posso io essere il tuo sogno, la tua ragione di vita? Come fai….come fai ad essere così meravigliosa non lo capirò mai!-
 
Bisbigliò per non svegliarla, ma doveva dirglielo, non poteva nasconderle i suoi pensieri, soprattutto se questi riguardavano lei.
Belle doveva saperlo ed anche se in quel momento era immersa nel sonno lui doveva dirglielo e non poteva aspettare che si svegliasse per confessarglielo.
 
Chissà cosa gli avrebbe detto appena si sarebbe svegliata, sperava tanto che non lo lasciasse, che non lo abbandonasse. Senza di lei era perso non poteva andare avanti senza la sua bussola.
 
-Raggiungimi…stringimi forte a te e non mi lasciare mai! Ho bisogno di te! Voglio solo te…e non hai idea di quanto abbia sognato e sperato che arrivasse questo momento, quindi vieni da me ed abbracciami ho bisogno di sentirti vicino!-
 
Rumple spalancò gli occhi, rimase stupefatto, Belle sapeva che lui era ritornato. Ma come?
Stranamente nel suo tono di voce non traspariva nessuna rabbia, delusione o frustrazione, ma solo amore ed affetto. Belle lo sorprendeva sempre.
 
-Ma come hai fatto…-
 
-Ti ho sentito sai? Anche se bisbigliavi! Riesco a riconoscere la tua voce ovunque si trovi. Adesso però basta chiacchiere…raggiungimi…ritorna da me! - gli supplicò.
 
Lo desiderava così tanto che non aveva neanche la forza per lamentarsi.
 
Non disse nulla, dopo quella richiesta non poteva dire nulla. Si avvicinò al letto prendendole la mano che aveva teso verso di lui. La strinse e la baciò nel palmo. La sua pelle era soffice, delicata, fresca. Si distese al suo fianco abbracciandola teneramente. In quel momento Belle aprì gli occhi. Erano stati chiusi per tutto il tempo della loro chiacchierata. La luce della luna faceva brillare i suoi meravigliosi cristalli, le sue iridi erano di uno azzurro acceso che illuminavano quella stanza buia, buia come la sua anima.
Gli sfiorò la guancia sorridendogli. Era contenta, era felice, Rumple era tornato da lei sano e salvo.
 
-Ben tornato amore!- aggiunse poi immergendo la mano nella sua folta chioma brizzolata.
 
Lui sorrise assecondando la carezza della ragazza. Gli era mancato tutto questo, gli era mancata lei, gli erano mancate le sue carezze, la sua voce, il suo incantevole profumo di rosa selvatica.
 
…….
 
Gli altri erano sopra, aveva deciso di lasciare Gold ed il figlio a chiacchierare, avevano tutta l’aria di voler parlare. Decise per tanto di far compagnia ad Henry. Regina doveva occuparsi della partenza, Emma e Mary Margaret dei bambini sperduti, mentre gli altri dovevano prepararsi al viaggio.
 
Si mise seduta sugli scalini della stanza e si mise ad osservarlo riposare. Quante ne aveva passate, e quante ne avevano passate tutti loro per mezzo di Pan. Per lei era ancora difficile metabolizzare che quel ragazzino era il bisnonno di Henry, ancora non si capacitava che era il padre di Rumple. Scoprire di avere un suocero che aveva l’aspetto più giovane di lei e che era crudele non era una notizia che si voleva avere tutti i giorni. Ma almeno il peggio era passato, ora sembrava tutto a posto o almeno lo sperava.
All’improvviso vide apparire davanti al letto del ragazzo una sagoma che man mano prese forma. Era Pan, Peter Pan si era salvato dallo scontro con Regina ed era nuovamente venuto per Henry. Non fece neanche il tempo di avvertire gli altri che Pan con un semplice gesto della mano la scaraventò contro la parete e con uno schiocco delle dita la materializzò fuori dalla nave, facendola poi comparire dentro l’acqua.
Pan era determinato, voleva raggiungere il suo piano a tutti i costi.
 
*******
 
Ce l’aveva fatta. Era arrivata a Neverland, ora doveva solo raggiungere il punto esatto. Vide da lontano la nave di Hook, si precipitò verso l’imbarcazione speranzosa di non essere arrivata in ritardo. Vide Rumple abbracciare un ragazzo vicino al bordo della nave, ma non vide Belle.
Sperava di essere ancora in tempo.
 
-Dov’è Belle?-chiese la sirena appena li raggiunse.
 
Si affacciò il ragazzo che poco prima aveva abbracciato Rumple.
 
-Cosa? CHI SEI TU? COSA VUOI?-iniziò ad urlare.
 
Vide Rumple voltarsi verso di lei con uno sguardo preoccupato.
 
-Papà che cosa c’è?-chiese il ragazzo.
 
-PAN!!- urlò il Dark One dirigendosi verso la stiva del capitano.
 
Belle e Henry erano in pericolo e doveva salvarli.
Ariel capì cosa stava accadendo. Belle era sotto coperta, nella stanza con il terzo oblò alla sua destra, così le aveva detto quella sagoma misteriosa a casa di Gold. Raggiunse il punto dove le era stato detto e sentì Rumple urlare il nome di Belle.
Perché la chiamava? Forse era svenuta, oppure Pan la teneva in ostaggio.
 
…….
 
Si erano addormentati stretti in un abbraccio. Belle non aveva detto una parola da quando si era avvicinato. Si erano solamente guardati negli occhi e beandosi della vista dell’altro si lasciarono andare al sonno. Era contenta che era ritornato sano e salvo. Quanto gli era mancato. Il costante pensiero che gli fosse accaduto qualcosa non le aveva dato tregua, ma ora saperlo lì in camera da letto nelle sue braccia a dormire con serenità era una gioia immensa. Aveva deciso di rimandare al giorno dopo le spiegazioni, non voleva rovinare quel bel momento con chiacchiere e litigi, avrebbero avuto il tempo per questo. Ora la cosa più importante era che lui era ritornato da lei.
 
…….
 
-Dov’è Belle? Dimmi dove è!-
 
Gold aveva in mano la box e urlava come un forsennato preoccupato per la sua compagna. Pan era vicino ad Henry e gli tirava l’ombra mentre Gold cercava di assorbire il padre nel vaso.
 
Ariel sentiva le urla di Rumple e capì che la sua amica non si trovava nella stiva. Era arrivata in ritardo.  Pan l’aveva scaraventata in acqua. Purtroppo quelle acque erano le più pericolose che esistessero ed erano popolate da milioni di esseri orribili comprese le sirene dell’isola, donne subdole e meschine totalmente differenti da lei.
Il cuore iniziò a battere forte nel petto, Belle era scomparsa e forse uno di quegli animali l’aveva catturata. Si immerse immediatamente speranzosa di trovarla prima che annegasse, non se lo sarebbe mai perdonato se per causa del suo ritardo Belle fosse morta.
 
Le acque erano fredde e buie, e le ricerche erano troppo complicate anche per una sirena come lei, ma il suo istinto le diceva di proseguire verso il fondo e di non allontanarsi molto dalla zona in cui era. Era sicura che quella era la strada giusta e che Belle era nei paraggi, ma doveva fare in fretta Belle era in fin di vita.
 
******
 
Vedeva chilometri e chilometri di acqua davanti a sé, e man mano scendeva sempre di più aumentando la distanza che la separava dalla superficie. Non poteva muoversi, Pan l’aveva immobilizzata e resa cosciente. Sicuramente voleva che vivesse tale momento e vedere la morte in faccia. Era meschino, era crudele, come poteva Rumple essere suo figlio? Erano così diversi, l’uno l’opposto dell’altro.
 
Si vide passare davanti tutta la sua esistenza. Man mano i suoi ricordi prendevano vita, l’acqua si plasmava materializzandoglieli.
Quella poca luce della luna illuminava quei ricordi… le sue esperienze.
L’acqua si stava impossessando del suo corpo, ormai non sentiva più il freddo, era diventata della stessa temperatura del mare.
Come era strana la vita, l’ironia della sorte era che non sarebbe stato Rumple  a morire su quell’isola, ma lo sarebbe stato lei. In fondo però era felice, meglio lei che lui. Rumple aveva troppe cose a cui dire addio: lei, il figlio, la famiglia che si era trovato, Henry; invece lei doveva solo lasciare lui, l’uomo della sua vita, l’unico della sua vita.


Sentì una lacrima uscire dai suoi occhi, ma non ebbe neanche il tempo di solcare il suo viso che già il mare se la prese con sé. Quella lacrima salata avrebbe popolato le acque di Neverland per sempre, e con sé avrebbe custodito l’ultima essenza della sua vita.
 
Percepì la mano della morte afferrarla per i fianchi, ed un'unica cosa urlava la sua mente prima di perdere i sensi e lasciare definitivamente tutto ciò che aveva di più caro:
 
-Addio Rumple…ti amerò per sempre!-
 
Le avrebbe volute dire di persona quelle parole, almeno sarebbe morta con più serenità. Sarebbe morta con la consapevolezza che lui sapeva che l’amava, ma forse era stato meglio così almeno gli aveva risparmiato il triste dolore di vederla morire tra le sue braccia senza la possibilità di poterla salvare.
 
-Hai visto Rumple? Avevo ragione io, contro la morte non si può nulla, anche se questa volta, credimi, avrei tanto voluto avere torto! Addio dolce amore mio!-
 
Tutto si fece nero, anche quegli ultimi raggi di luna si spensero, tutto davanti a sé si spense, ecco come era la morte, buia e fredda proprio come l’oscurità, quell’oscurità in cui Rumple aveva vissuto per secoli. Almeno ora ne era uscito, più che altro ci stava provando, e sapere che lei era stata la scintilla in quell’oscurità l’emozionava. Era felice di morire sapendo di aver fatto qualcosa di buono, era solo addolorata di non vivere a bastanza per vederlo.


 
Sentì l’ultimo briciolo di fede e di speranza abbandonarla, non si sarebbero mai più rivisti, lei non sarebbe mai più ritornata da lui.
 
……..
 
La mattina era giunta, i primi raggi di sole illuminavano la vallata in cui il castello oscuro si ergeva. Belle era già sveglia, seduta sul materasso guardava Rumple dormire serenamente. Vide per terra vicino alla poltrona il fiore che la donna le aveva regalato il giorno prima. Si alzò lentamente raccogliendolo con cura. Lo guardava, lo fissava. L’espalda era un fiore bellissimo, unico nel suo genere.
 
Sentì Rumple muoversi e si voltò di scatto verso di lui.
Si era svegliato.
 
-Buongiorno tesoro!- la salutò lui strizzandosi gli occhi togliendo i segni della notte dal viso.
 
-Buongiorno Rumplestiltskin!- fu fredda e gelida.
 
Scandì tutto il suo nome senza mostrare nessuna emozione, questo era un brutto presagio.
Stringeva tra le mani il fiore girandoselo lentamente tra le dita. Aveva capito, Belle era addolorata, era delusa del suo comportamento, e come biasimarla era stato lontano per giorni e i messaggi non erano stati così frequenti come le aveva promesso.
 
-Perdonami!- fu l’unica parola che riuscì a dirle.
 
Davanti a quello sguardo gelido e deluso non poteva fare o dire molto, se non altro che chiederle perdono per l’errore commesso.
 
-Hai la minima idea di cosa io abbia provato in tutti questi giorni? Non immagini neanche dove la mia mente mi abbia portato e a cosa io abbia pensato. Il costante pensiero di scoprire che fossi morto, di venire a conoscenza che giacevi solo e abbandonato in una terra lontana di chissà quale mondo senza che io ti potessi raggiungere è stato il pensiero più atroce, quello che man mano si è mangiato la mia anima, la mia speranza di rivederti. Mi facevo forza, convinta che tu saresti ritornato da me, ma giorno dopo giorno questa convinzione stava svanendo, soprattutto quando non ho più ricevuto tue notizie. Non hai idea di quante notti in bianco io abbia trascorso leggendo libri speranzosa che tu saresti tornato. Non sai nemmeno quante volte sia saltata nel sonno appena percepivo un rumore, anche il più minimo di tutti, convinta che eri ritornato…ritornato da me. E non hai idea della delusione che ho avuto ogni volta che scoprivo di essermi sbagliata. Sono stata male, sto male, e per quanto io mi sforzi di cercare di non pensarci non posso fare a meno di avere paura che ti possa succedere qualcosa…che tu mi possa lasciare! Non permetterti di abbandonarmi, sai che contro la morte non si può nulla, ti scongiuro non darmi la testimonianza di questo!- rimase ferma davanti al letto con in mano l’espalda.
 
Aveva i capelli sciolti che rigogliosi ricadevano sul petto, era avvolta da una splendida vestaglia di seta bianca, e Rumple non poteva fare a meno di pensare quanto fosse bella la sua Belle anche di prima mattina.
L’aveva delusa, e sicuramente questa volta sarebbe stato difficile rimediare.
 
-Belle…Belle amore mio, tu non mi perderai mai. Io ritornerò sempre da te. E lo sai che solo se vengo ferito dal mio pugnale posso morire e sai anche che non me lo porto sempre con me. È ben custodito nella stanza senza porte nessuno a parte me può entrarci. Quindi tesoro mio, mia dolce e sensibile Belle non disperarti. Sappi che il mio unico desiderio è starti accanto e sappi che non ti libererai così facilmente di me. Ti amo!-
 
Furono queste ultime magiche paroline a far crollare Belle. Il suo volto si popolò di lacrime che copiose scendevano rigandole il viso.
 
Rumple si alzò velocemente dal letto e si diresse dalla sua compagna stringendola forte a sé. La sentiva singhiozzare contro la sua spalla. Le mani di lei stringevano forte la camicia stritolandola nelle dita.
Gli poggiò un bacio sul collo, e poi un altro, ed un altro ancora. Aveva bisogno di affetto, di molto affetto e solo lui poteva donaglielo. Iniziò a mordergli l’orecchio dolcemente, mentre immergeva le mani nei suoi capelli brizzolati. La sentiva pulsante d’amore, desiderosa, proprio come lui.
Le alzò lentamente la vestaglia sulle gambe e con uno slancio la prese tra le braccia. Si sedette sulla poltrona lì vicino prendendo a baciarle il viso con sfrenata passione.
Le mani di lei vagavano ovunque, ovunque volesse proprio come le sue.
Quanto avrebbe voluto baciarla, percepire il suo gusto, la sua essenza, e sapeva che anche per lei era lo stesso.
Si fermò davanti al suo viso cercando di riprendere fiato. Erano così vicini, ad occhio nudo non vi era distanza tra le loro labbra eppure c’era, eppure doveva esserci.
Si specchiavano uno negli occhi dell’altro cercando di trovare nell’altro la forza di fermarsi, di non andare oltre, di non proseguire. Entrambi sapevano cosa sarebbe accaduto se si fossero baciati, ed anche se un semplice timbro non avrebbe causato problemi irrimediabili, sapevano anche che quella volta non si sarebbero fermati ad un semplice bacio a timbro, ma avrebbero proseguito e sicuramente avrebbero prosciugato tutta la magia di Rumple.
 
-Ti amo!-
 
-Ti amo anch’io Belle e lo sarà per sempre!-
 
…….
 
Belle aveva ragione, essere dall’altra parte, in quella parte in cui non sai nulla, dove tutto è all’oscuro era terribile. Eppure quante volte ci era rimasta, lui lo stava vivendo da soli pochi minuti e già non poteva sopportarlo. Quanta forza aveva Belle, era meravigliosa.
 
Era sul ponte della nave di Hook, aveva rinchiuso suo padre nella box e a detta di Neal Ariel aveva recuperato Belle e se l’era portata a Storybrooke per farla curare. Non sapeva nient’altro, e questo era terribilmente brutto.
Girava e rigirava l’espalda che Belle aveva raccolto all’isola, durante il suo ritorno alla nave, pensando e ripensando a quelle parole che gli disse molto tempo fa al castello oscuro. Il pensiero che Belle fosse morta era atroce.
Aveva ragione lei, aveva sempre ragione, essere dall’altra parte non era piacevole ed ora lo sapeva bene.
 
-Amore mio…Belle non preoccuparti…ritornerò da te! Questa amore mio è una promessa, presto ritornerò e ti giuro che non ci separeremo mai più!-
 

 
 
 
*Questo termine viene dallo spagnolo e significa indietro…di ritorno. Mi piaceva il suono che aveva e ho deciso di usarlo come nome di un fiore particolare. Ovviamente lo ho inventato il fiore, non so se esiste veramente… ma volevo che fosse diverso dai classici fiori che si conoscono, volevo che fosse legato ad un mondo fantastico ;)
 
 
Angolo dell’autrice :D
 
Sera a tutti cari è da molto tempo che non aggiorno la mia long, spero che vi faccia piacere che ho postato un nuovo capitolo ;)
 
Allora ci sarebbe da dire molto, ma non voglio essere prolissa, mi limiterò alle cose più importanti che voglio risaltino all’occhio. Questa storia ha avuto più parentesi, due del presente, ed una nel passato. Spero che vi faccia piacere che sia ritornata la vecchia struttura delle precedenti long, ve l’avevo detto che sarebbe ritornato il passato ;) Parto proprio dal passato (parentesi che ho adorato) in cui Belle da sola al castello decide di rilassarsi andando al paese e qui incontra una sua cara amica che le dona un fiore…un fiore che ha proprio il significato del ritorno. Guarda caso tale fiore compare anche a Neverland in cui Belle ha deciso di raccoglierlo uno proprio per il suo profondo significato e il legame che ha con esso. Ma tale fiore non compare solo nel passato o a Neverland, ma anche una strana figura lo aveva a Storybrooke. Spero che abbiate capito che quella figura rinchiusa da un mantello verde che parlava con Ariel a villa Gold era Belle…la Belle del futuro. Ebbene sì cari ecco chi la Belle del futuro doveva salvare…doveva salvare sé stessa e ovviamente la bambina che Belle ha nel grembo, ma aveva bisogno di uno aiuto…ovvero Ariel la graziosa sirenetta che ha stretto subito amicizia con lei. Non c’era persona più indicata per correre a salvare Belle ;) Ed ora dopo che Gold ha saputo che Ariel ha salvato Belle che era stata gettata in acqua da Pan, si trova nella stessa situazione in cui Belle è sempre stata: in quella parte in cui c’è solo da aspettare e sperare che tutto vada bene ;)
 
Volevo precisare una piccola cosa, quando Belle, Emma, MM e Regina erano state legate al tronco dell’albero da Pan, Belle non si è liberata proprio perché anche lei ha dei rimorsi:  il fatto che lei è stata una orribile Lacey, oppure la sua avventura con Anna ;)
 
Ora spero che siete tutti curiosi di scoprire se Belle sta bene, ma soprattutto cosa sia accaduto alla bambina…non dimentichiamoci che Belle stava annegando e che ha perso i sensi, non sappiamo che cosa sia accaduto alla bambina…ma lo scoprirete già nel prossimo capitolo. In più spero che vi state chiedendo quando Gold viene a scoprire della Belle del futuro…bene cari questo avverrà proprio nel prossimo capitolo.
 
Ora passiamo alle anticipazioni…oltre a ciò che ho detto poc’anzi vi dirò solamente cosa accadrà nella parentesi del passato: Rumple ha incontrato Belle molto prima che andasse al suo castello e la prendesse come sua serva…ebbene sì non la ha incontrata solo quando era in fasce (capitolo 15 di Ricordati di Me), ma la ha incontrata anche successivamente, anzi poco prima che lui andasse al castello e stringesse l’accordo con Moe ;) E questo passato sarà presente proprio nella parentesi del presente e sarà un dettaglio dolce ed emozionante ;)
Spero di avervi incuriosito. Questo capitolo che verrà è il mio preferito in assoluto, quando ho un po’ di tempo passo sempre a leggerlo…lo adoro <3
 
Voglio ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia, e chi ha messo “mi piace” sulla mia pagina I will see you again Rumbelle. Ringrazio con affetto libellula.s e libellula.a (admin insieme a me di I will see you again Rumbelle; All crazy for Rumbelle) che come sempre adorano ogni storia scrivo… grazie sis <3 <3
 
À bientôt!! :)
DR
  
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