Serie TV > Robin Hood (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: eugeal    04/12/2015    0 recensioni
Questa storia fa parte della serie "From Ashes" e la trama continua dopo gli eventi delle storie "A World That Will Not Turn to Ash" e "The Nightwatchman". Per evitare spoiler, leggete prima le altre due fanfiction.
Il fuoco può ridurre tutto in cenere, ma a volte si può rinascere dalle proprie ceneri e, se si riesce a passare attraverso le fiamme senza bruciare, spesso se ne esce temprati.
Guy di Gisborne lo ha scoperto nel modo più duro ed è sopravvissuto, ma sarà abbastanza forte per affrontare le nuove sfide che lo aspettano?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Allan prese un pezzo di carne e lo masticò con aria pensierosa.
- Giz, se dovrai restituire Knighton, dove andremo?
Gisborne scambiò uno sguardo con Marian e scosse leggermente la testa.
- Non lo so. Potrei provare a costruire un'altra casa, ma non potrebbe essere grande come Knighton Hall e comunque ci vorrebbe del tempo. Temo che potrebbe non essere adatta a Sir Edward.
Allan lo guardò, stupito.
- Sir Edward? Non gli hai lasciato Locksley?
- Locksley appartiene a Robin, non avevo alcun diritto di lasciarla in eredità. Ora che non è più un fuorilegge tornerà a lui.
- Naturalmente Sir Edward può continuare a viverci. - Disse subito Robin. - E anche voi finché non avremo trovato una soluzione definitiva.
Guy lo guardò con orrore.
- Grazie per il pensiero, ma credo che Isabella potrebbe uccidermi se accettassi la tua offerta. Ora che ha la possibilità di essere felice con un uomo che ama dubito che le farebbe piacere averci tra i piedi. E io non ho intenzione di stare a guardare mentre amoreggi con mia sorella, Hood.
- Pensi che potremmo andare da Adeline? - Chiese Marian e Guy annuì.
- Credo che ne sarebbe contenta. Potrei aiutarla a lavorare la sua terra e fare qualche cambiamento per aumentare la produzione, così non saremmo un peso per la sua famiglia.
- E avresti frittelle decenti tutti i giorni. - Aggiunse Allan, guadagnandosi uno sguardo feroce da Marian. - Però non ti ci vedo a fare il contadino, Giz.
Guy fissò mestamente il cibo sul tavolo.
- Non ho molte altre alternative, Allan. Che altro potrei fare? Se Adeline ci darà una casa, aiutarla mi sembra il minimo.
Robin gli mise una mano sul braccio.
- Non preoccupatevi, sono sicuro che mi verrà in mente qualcosa.
Guy alzò gli occhi al cielo.
- Oh, perfetto, un altro dei tuoi mezzi piani improvvisati.
- Il tuo piano improvvisato ti è quasi costato la pelle.
- E che differenza c'è con i tuoi?
- Che i miei funzionano?
- Solo perché io ti guardo le spalle.
Marian spostò lo sguardo da Guy a Robin, un po' preoccupata per quella discussione, ma Allan le rivolse un sorriso divertito.
- Non farci caso, fanno sempre così.
La ragazza li guardò.
- Ancora non riesco a credere che mi abbiate nascosto di essere amici per così tanto tempo. Bugiardi. Tutti e tre.
- Disse il primo Guardiano Notturno… - Rispose Robin con un sorriso sfacciato. - Anche tu hai raccontato la tua bella dose di bugie, Marian, non puoi criticarci troppo.
Marian lo guardò, irritata, poi ammise che aveva ragione, con una risatina imbarazzata.
- Bell'esempio che siamo per Seth.
Allan alzò il boccale davanti a sé.
- Propongo un brindisi alla sincerità. - Disse, divertito e gli altri tre lo imitarono. Seth li guardava, curioso e un po' assonnato, rosicchiando un pezzo di pane.
Guy vuotò il boccale e si accorse che gli girava la testa. Non ricordava quanti altri bicchieri di vino avesse bevuto da quando erano arrivati alla locanda. Probabilmente troppi, decise.
- Credo di avere esagerato un po'. - Disse, appoggiando il boccale sul tavolo.
- Beh, Giz, oggi credo che nessuno potrebbe biasimarti se decidessi di ubriacarti. Non capita tutti i giorni di essere mandato in rovina dal re in persona...
- Allan! - Lo rimproverò Marian, poi guardò Guy e gli accarezzò il viso con la mano. - Ti senti male?
- No, ma sono un po' stordito.
- Appoggiati a me e chiudi gli occhi per qualche minuto. - Disse, attirandolo a sé e Guy obbedì sorridendole.
Robin lo guardò e scosse la testa, ironico.
- E poi dice di non volermi vedere amoreggiare con sua sorella, allora cosa dovremmo dire noi davanti a tutte queste smancerie?
Marian ignorò la provocazione di Robin e passò le dita tra i capelli di Guy, lentamente, per confortarlo. La ragazza sapeva che lui stava cercando di mostrarsi forte e reagire nel modo migliore, ma sapeva anche che perdere il suo titolo e le sue terre doveva essere stato un colpo molto duro.
Aveva visto con i suoi occhi quanto avesse lavorato per farsi accettare come lord Knighton e quanto fosse stato orgoglioso e fiero del rispetto della sua gente.
Sentì la testa di Guy diventare più pesante sulla sua spalla e capì che il marito doveva essersi addormentato, un po' a causa del troppo vino e un po' perché era sfinito dalle emozioni degli ultimi giorni e dagli incubi che avevano disturbato il suo sonno. Gli baciò piano la fronte e sorrise nel vedere che anche Seth aveva ceduto al sonno, abbracciato al padre e aggrappato alla sua giacca con una mano come se avesse avuto paura che potesse allontanarsi da lui.
La ragazza provò un impeto di tenerezza nei confronti di entrambi. Lei aveva davvero temuto di perdere Guy e poteva solo immaginare come potesse sentirsi spaesato quel bambino che aveva già perso il suo primo punto di riferimento quando Annie era morta e che nonostante tutto si era legato così tanto a quel suo nuovo padre.
Alzò lo sguardo su Robin e Allan, aspettandosi qualche altra battuta ironica, ma i due uomini stavano semplicemente finendo il cibo rimasto sul vassoio e se ogni tanto posavano lo sguardo su Guy la loro espressione era soltanto amichevole.
Marian sorrise a entrambi, grata e anche lei riprese a mangiare in silenzio.
Più tardi, quando ormai le cameriere avevano portato via i vassoi vuoti, Allan si rivolse a Marian, lanciando uno sguardo a Guy.
- Forse dovresti svegliarlo. Tra un po' ci butteranno fuori se non ordiniamo altro e io non potrei mandare giù un altro boccone.
- Più che altro gli altri inizieranno a chiedersi dove siamo finiti. - Disse Robin, preso da un dubbio tardivo. - Forse avrei dovuto avvisare Isabella. Sarà preoccupata per suo fratello, ormai.
- Avresti dovuto farlo, Robin.
- Non ci ho pensato. Ero più concentrato sul cercare di evitare che Guy si lasciasse prendere dallo sconforto.
Marian stava per rimproverarlo ancora, ma richiuse la bocca pensando che non aveva tutti i torti.
Nemmeno loro avevano pensato di avvertire gli altri.
Scosse leggermente Guy per svegliarlo e gli sfiorò le labbra con un bacio quando lo vide aprire gli occhi.
- Va meglio?
Gisborne le sorrise e si tirò su, togliendole la testa dalla spalla e strofinandosi gli occhi con le mani.
- Un po'. Ho dormito molto a lungo?
- Abbastanza. - Rispose Allan. - Dovremmo tornare dagli altri o penseranno che il re ti ha gettato a marcire in qualche prigione sperduta e noi con te.
Guy annuì e si alzò, tenendo tra le braccia il figlio addormentato. Gli altri lo imitarono e Robin lasciò sul tavolo una moneta per pagare il pasto e il vino che avevano consumato, poi fecero per uscire dal locale.
Avevano fatto solo pochi passi quando la porta si spalancò di colpo, lasciando entrare Archer e Much, seguiti subito dopo da Meg e Isabella.
- Eravate qui allora! - Esclamò Much, agitato. - Vi abbiamo cercato ovunque!
- Mi dispiace, noi… - Robin iniziò a scusarsi, ma Archer lo interruppe.
- Dopo, ora non c'è tempo. Dobbiamo sbrigarci, venite subito.
Guy guardò il fratello, preoccupato, e la sua ansia crebbe nel vedere l'espressione tesa delle due donne.
- È successo qualcosa? Non siete solo preoccupati per noi, vero?
Meg si fece avanti, con le lacrime agli occhi.
- Ho parlato con mio padre e ho scoperto una cosa terribile. Lo sceriffo non si fidava di voi due. - Disse, guardando Guy e Marian. - Pensava che avreste fallito e che vi sareste fatti uccidere dalle guardie del re. Eravate una possibilità, ma non l'unica che intendesse sfruttare, anzi ha deciso di usare Guy come assassino solo dopo aver scoperto che poteva manipolarlo tramite Seth. Il suo piano iniziale era un altro e lo avrebbe messo in atto anche senza di voi.
Guy scosse la testa, tetro.
- Lo ha fatto solo per vendicarsi, per rendere la mia vita un inferno. Avrebbe potuto lasciarci in pace e ha scelto di tormentarci…
Robin gli mise una mano sulla spalla.
- È stata la sua rovina. Di certo non immaginava che lo avresti denunciato. La sua cattiveria lo ha distrutto.
- No, non capite, padrone! - Disse Much angosciato. - È un disastro! Un disastro!
Marian, Robin, Allan e Guy lo fissarono senza capire e Archer lo spinse da parte.
- Se non glielo diciamo è ovvio che non possono capire. Voi eravate più che altro una distrazione. Se foste riusciti nel vostro intento, bene, altrimenti avreste attirato l'attenzione del re. Una volta giustiziati voi avrebbe pensato di aver sventato un complotto e si sarebbe sentito più al sicuro. Solo allora, avrebbero lasciato passare qualche giorno e poi una squadra di assassini esperti lo avrebbe attirato in trappola.
- Mio padre mi ha detto che ricorrere a questi mercenari era il loro piano iniziale. - Disse Meg e Isabella mostrò loro una pergamena.
- Questa era tra gli oggetti di mio marito. È scampata alle fiamme insieme ad altri documenti. Lo sceriffo pensava di bruciare la casa con noi dentro, ma i servitori devono essere riusciti a spegnere il fuoco prima del previsto.
Robin prese il documento e lo lesse velocemente. Guy lo vide impallidire.
- Cosa dice?
- Thornton e lo sceriffo hanno assunto i mercenari per uccidere il re.
- Che problema c'è? - Chiese Allan. - Sono morti entrambi, il contratto non vale più.
Archer e Robin scossero la testa.
- A gente come quella non interessa se il committente sia vivo o morto: sono stati pagati, onoreranno il contratto a costo della loro stessa vita, ormai è una questione d'onore per loro.
- Quando dovrebbero agire? - Chiese Guy.
- Oggi. - Rispose Archer.
Gli altri ammutolirono per qualche attimo, poi Guy affidò Seth alla sorella.
- Tu e Meg tornate a casa e aspettateci lì. Noi dobbiamo avvisare il re.
- Guy! Robin! - Isabella li guardò, spaventata al pensiero del pericolo che avrebbero potuto correre se gli assassini avessero attaccato il campo del sovrano. - Lasciateci venire con voi. Non possiamo restare a guardare mentre rischiate la vita!
- No. Voi dovete proteggere i nostri figli. - Disse Robin. - Il vostro è il compito più importante.
- Se dovessimo morire tornate in Inghilterra. Fate in modo che abbiano la vita serena che noi non abbiamo avuto. - Aggiunse Guy.
Archer passò una spada e un arco a Guy, che non aveva armi e gli uomini corsero verso i cavalli.
Marian li seguì, preparandosi a discutere per non essere lasciata indietro.
Non voleva essere costretta a restare a guardare solo perché era una donna e si avvicinò a Guy e a Robin con aria battagliera, ma Gisborne si limitò a tenderle la mano per aiutarla a salire in sella dietro di sé.
La ragazza la strinse, montò a cavallo e si aggrappò alla sua vita, confusa.
- Non vuoi che resti al sicuro con le altre?
- Sì. - Disse Guy con un mezzo sospiro. - Ma siamo onesti, mi daresti retta?
- No.
- Appunto. Tanto vale risparmiare tempo e farti venire direttamente con noi invece che farci seguire di nascosto. E poi credo che l'aiuto di un altro Guardiano Notturno potrebbe farci comodo.
Marian lo abbracciò forte e sorrise.
- Ehi, sei tu l'altro Guardiano Notturno. Io sono quello originale.
Guy scoppiò a ridere.
Spronò il cavallo per raggiungere gli altri e cercare di salvare lo stesso re che gli aveva appena tolto tutto ciò che possedeva.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Robin Hood (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: eugeal