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Autore: eugeal    07/12/2015    0 recensioni
Questa storia fa parte della serie "From Ashes" e la trama continua dopo gli eventi delle storie "A World That Will Not Turn to Ash" e "The Nightwatchman". Per evitare spoiler, leggete prima le altre due fanfiction.
Il fuoco può ridurre tutto in cenere, ma a volte si può rinascere dalle proprie ceneri e, se si riesce a passare attraverso le fiamme senza bruciare, spesso se ne esce temprati.
Guy di Gisborne lo ha scoperto nel modo più duro ed è sopravvissuto, ma sarà abbastanza forte per affrontare le nuove sfide che lo aspettano?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Robin tornò ai cavalli di corsa, trafelato.
Guy e Marian avevano preferito aspettare fuori dal campo del re per evitare il pericolo di suscitare le ire del sovrano. Guy sapeva che anche se lo aveva punito togliendogli Knighton e il titolo, il re era convinto che i suoi crimini meritassero la morte, perciò per lui era meglio limitare i contatti con re Riccardo al minimo possibile per evitare di dargli nuovi pretesti per punirlo ancora.
Robin si era diretto alla tenda del re per avvisarlo del pericolo, ma l'espressione cupa con cui stava tornando verso di loro non lasciava presagire nulla di buono.
- Non ti ha creduto? - Chiese Guy.
- Peggio. Non è qui. È arrivato un messaggero del Saladino per organizzare un incontro e discutere a proposito di una tregua e il re è andato a incontrarlo.
- Pensi che sia una trappola?
- Ne sono certo.
- Dobbiamo avvisarlo! - Disse Much.
- Almeno sai dove trovarlo? - Chiese Allan.
Robin annuì.
- C'è una piccola città, Imuiz, che dopo le ultime battaglie è stata abbandonata dai suoi abitanti. L'incontro è stato organizzato in quella che era la piazza del mercato.
- Sembra il luogo ideale per organizzare un agguato. - Disse Guy. - L'esercito del re si muoverà per proteggerlo?
- Non sono certo che abbiano preso sul serio il mio avvertimento. Forse manderanno un gruppo di soldati a controllare, ma non mi sembra che si stiano affrettando troppo.
- È colpa mia,vero? - Chiese Guy. - Non si fidano più di te perché mi hai difeso.
Robin non confermò le sue parole, ma non le smentì neanche.
- Andiamo, dovremo avvertirlo noi. - Disse, salendo a cavallo e Guy annuì.
- È in quella direzione, vero?
- Sì. Conosci quel posto?
- Quattro anni fa avevamo passato un paio di notti in quella cittadina. Piccola, ma abbastanza vivace e con un vino micidiale. - Guy si sfiorò distrattamente il braccio destro, nel punto dove aveva la cicatrice dell'ustione lasciata dall'acido. - Credo che quel famoso tatuaggio sia stato fatto da quelle parti. O forse ad Acre? Non potrei giurarci.
- Credi? Non lo sai? - Chiese Archer, incuriosito.
Gisborne arrossì, imbarazzato.
- Lunga storia.
- Non so se voglio conoscerla. - Disse Robin, scuotendo la testa. - Ma ora non c'è tempo. Andiamo!
Guy disse a Marian di tenersi forte e spronò il cavallo, ben felice di cambiare discorso.

Marian strinse le braccia intorno alla vita di Guy e cercò di assecondare il più possibile i movimenti del cavallo. Le piaceva cavalcare e non aveva paura di andare al galoppo, ma non era mai andata a quella velocità: Robin, Archer e Guy stavano spingendo i loro cavalli al limite delle loro forze e Allan e Much li seguivano come meglio potevano, ma non potevano evitare di restare indietro.
Marian era perfettamente consapevole di quanto potesse essere pericoloso cavalcare in quel modo, ma quella velocità tanto elevata riusciva anche a trasmetterle un brivido di eccitazione, un'esaltazione simile a quella di quando agiva nei panni del Guardiano Notturno.
Mesi prima era stata in collera con Guy per una sua gara incosciente contro Archer, ma ora poteva comprendere molto bene quanto fosse esaltante cavalcare come il vento.
Arrivarono in vista della cittadina e Guy fece rallentare il cavallo mentre attraversavano la porta.
Guy si guardò intorno e Marian lo sentì rabbrividire.
- Cosa c'è? - Chiese, preoccupata.
- Ricordo questo posto. È strano vederlo così abbandonato. Questa ormai è una città morta...
- Dov'è la piazza del mercato? - Chiese Robin.
Guy indicò una strada piuttosto larga.
- Se non ricordo male, di là.
Fece per girare il cavallo in quella direzione, ma l'animale emise un nitrito straziante di dolore, si impennò facendo cadere Guy e Marian e crollò a terra di colpo, rischiando di schiacciarli.
Il cavallo agonizzante scalciava convulsamente e Guy cercò di proteggere la ragazza col proprio corpo, cercando di trascinarla lontano dall'animale. Sentì una fitta di dolore quando uno zoccolo gli sfiorò la fronte, poi le gambe del cavallo furono scosse da un tremito e l'animale rimase immobile.
La ragazza lo guardò, sconvolta.
- Sei ferito!
Guy si toccò la fronte e si ritrovò le dita sporche di sangue, ma le sorrise per rassicurarla.
- Non è niente, è solo un graffio. Sanguina un po', ma non fa male.
Alzando la testa da terra, Guy vide che il cavallo era stato colpito al fianco da due frecce e che lui e Marian non erano stati trafitti per puro caso.
- Siamo sotto attacco! - Sussurrò a Marian. - Restiamo al riparo del corpo del cavallo e cerchiamo di strisciare fino a quella casa.
Guardandosi attorno vide che anche il cavallo di Robin era stato abbattuto, mentre non c'era traccia di Archer, Allan e Much.
- Guy! Robin è a terra!
Gisborne guardò nella direzione indicata da Marian e vide l'amico steso a terra, con una gamba bloccata sotto il corpo del cavallo. Guy si alzò e corse verso Robin. Subito alcune frecce si piantarono a terra proprio dietro di lui e Guy saltò in avanti, gettandosi al riparo del cavallo morto di Robin.
Lanciò uno sguardo a Marian e vide che la ragazza era pallida per averlo visto correre un rischio tanto grande, ma anche determinata a lottare.
Marian gli indicò un punto in alto, su un tetto, e Guy vide due uomini in agguato con arco e frecce, pronti a colpirlo non appena avesse cercato di allontanarsi dal suo riparo.
Gisborne prese il suo arco, incoccò una freccia e si alzò in piedi per scagliarla, gettandosi a terra subito dopo. Uno dei due uomini cadde dal tetto, morto, e Guy approfittò della sorpresa dell'altro per rialzarsi e colpire anche lui.
Si accertò che non ci fossero altri assassini in agguato e poi fece cenno a Marian di raggiungerlo, mentre lui si inginocchiava accanto a Robin.
- È vivo?
- Sì. - Disse Guy, scuotendo l'amico. - Ehi, Hood, non è il momento di dormire!
Robin aprì gli occhi con un gemito.
- Cosa è successo?
- Gli assassini. Ci hanno teso un'imboscata e hanno colpito i nostri cavalli, ma li ho uccisi.
- Se sono già qui il re è in pericolo, potrebbe anche essere già morto!
Robin cercò di alzarsi, angosciato, ma aveva la gamba ancora intrappolata sotto il cavallo e ricadde indietro con una smorfia di dolore.
Guy estrasse la spada e Robin Hood lo fissò, preoccupato.
- Cosa vuoi fare con quella?
- Tagliarti la gamba, no? Mi spiace Hood, non c'è altro modo per liberarti. - Disse in un tono talmente serio da far rabbrividire l'amico, poi Guy infilò l'arma sotto il fianco del cavallo, vicino alla gamba di Robin e la spinse con entrambe le mani per fare leva e sollevare il corpo dell'animale.
- Marian, tiralo indietro! - Disse Gisborne e la ragazza afferrò la gamba di Robin e iniziò a tirare con tutte le proprie forze mentre Guy cercava di sollevare il cavallo.
Dopo alcuni tentativi infruttuosi, Gisborne usò tutte le proprie forze e alla fine riuscì a smuovere il corpo dell'animale quel tanto che bastava per liberare Robin.
Lo aiutò ad alzarsi, ma l'amico era pallido e non riusciva ad appoggiare il piede.
Guy e Marian lo aiutarono a zoppicare fino a una delle case e lo fecero sedere a terra. Robin chiuse gli occhi, ansimando di dolore, poi li riaprì e guardò Guy.
- Non ce la faccio, la gamba mi fa troppo male... Potrebbe essere rotta... Gisborne, devi proseguire, difendi il re al posto mio, ti prego. Puoi farlo, so che ne sei in grado...
Guy si rialzò in piedi, deciso.
- Lo farò, fratello mio. Se sarà in mio potere salvare il re, farò di tutto per proteggerlo.
Marian lo guardò, pallida, poi approvò con un cenno del capo.
- Vai, ma stai attento e torna da me. Io medicherò la gamba di Robin e poi verrò a cercarti.
- Tornerò, Marian, non stare in pena per me.
Guy sfiorò le labbra della ragazza con un bacio veloce e stava per andare via per correre in cerca del re, ma Robin lo fermò.
- Aspetta. Prendi il mio arco e lasciami quello che hai.
- Cosa?
- Il mio arco. Prendilo e usalo per salvare re Riccardo.

Guy corse per le stradine deserte di Imuiz con l'arco di Robin Hood stretto in mano. Si diresse verso la piazza del mercato, il luogo in cui re Riccardo avrebbe dovuto incontrare i suoi assassini e il clangore sferragliante di armi in lontananza gli confermò che stava andando nella direzione giusta.
Arrivò alla fine del vicolo e si affacciò nella piazza per controllare la situazione.
La piazza era ampia e quadrata, con una fontana nel mezzo ed edifici su tutti i lati. Il lastricato era costellato di corpi e Guy scorse Archer, Much e Allan che si riparavano nella porta di una casa, cercando di tenere distanti i nemici con arco e frecce.
Uno sparuto gruppo di soldati con i colori di re Riccardo era asserragliato all'ingresso di un edificio di legno dall'altra parte della piazza e combatteva disperatamente contro una squadra ben più nutrita di nemici. Altri assassini erano appostati sui tetti con arco e frecce per coprire le spalle dei loro compagni.
Guy vide che Archer riusciva a difendersi abbattendo chiunque provasse ad avvicinarsi al loro riparo, ma non poteva esporsi abbastanza per riuscire a colpire i mercenari perché gli arcieri sui tetti lo tenevano sotto tiro.
Gisborne tese l'arco di Robin e attaccò uno degli arcieri, facendolo piombare giù dal tetto, poi prese di mira gli altri, colpendone uno dopo l'altro.
Archer si unì al suo attacco non appena ne ebbe l'occasione e, insieme, lui e Guy riuscirono a eliminare tutti i mercenari che li stavano attaccando dall'alto.
- Dov'è il re? - Chiese Guy, raggiungendo gli altri, e Archer indicò l'edificio di legno di fronte a loro.
- I suoi uomini lo hanno convinto a rifugiarsi là dentro, ma ora non ha modo di uscirne.
Gisborne si sporse a guardare e un attimo dopo una freccia si piantò nel muro, a pochi centimetri dalla sua testa. Tornò subito al riparo, ma era riuscito a vedere che gli ultimi uomini della guardia del re erano stati gravemente feriti e che presto i mercenari non avrebbero più avuto ostacoli.
- Dobbiamo fermarli, ora.
Much lo guardò, dubbioso.
- Forse dovremmo aspettare Robin… - Iniziò a dire, poi guardò meglio Guy e sgranò gli occhi. - Quello è il suo arco! Perché ce l'hai tu? Gli è successo qualcosa?!
- Ci hanno attaccati non appena siamo entrati in città e hanno ucciso i nostri cavalli. Quello di Robin gli ha schiacciato una gamba, forse è rotta. Marian è rimasta con lui.
Much lo fissò, angosciato, e avrebbe voluto fargli altre domande, ma vide cadere l'ultimo dei soldati di re Riccardo.
- Il re! Dobbiamo difenderlo!
Guy e Archer si affacciarono alla porta lanciando una freccia dopo l'altra, mentre Allan e Much correvano in avanti impugnando le spade. Un gruppo di mercenari si separò dagli altri e si diresse verso di loro per attaccarli, incuranti delle frecce.
Gisborne vide uno di quegli uomini proseguire la sua corsa anche se aveva quattro frecce che lo trafiggevano, come se non sentisse dolore. Guy scagliò l'ultima freccia, riuscendo finalmente ad abbattere quell'uomo, poi lasciò cadere a terra l'arco, sguainò la spada e attaccò il mercenario più vicino.
   
 
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