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Autore: Persefone3    04/12/2015    4 recensioni
Salve a tutti, ho deciso di mettere insieme una serie di One Shot che hanno per protagonisti i Capitan Swan perché secondo me spaccano davvero e sono senz'altro la migliore coppia di tutto lo Show. Sono essenzialmente dei Missing Moments tra i due che mi sono venute in mente, rielaborando anche parte della trama. Detto questo, bando alle ciance e allo spiegone, vi auguro buona lettura e spero vi piacciano.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Carissimi approfitto di questi utle ore di lucidità, prima che il winter finale mi spazzi via completamente e la lunga pausa mi uccida di una morte orribile. Vi avevo promesso una shot più tranquilla rispetto a quello che pubblicato fin ora. Si tratta più che altro di una Capitan Cobra con risvolti verso Emma. Io non sto più nella pelle e non vedo l'ora che arrivi domenica. Un bacione e buona Lettura! Persefone    
 I Know How To Plan An Evening Out!
 
- Henry attento! – esclama Regina come vede suo figlio armeggiare con una spada.
- Ehi mamme! – risponde imbarazzato il ragazzo che non le aveva sentite arrivare – stavo entrando nello spirito di Camelot, per provare a capire questo mondo.
- Con i duelli? – interviene Emma preoccupata
- Sir Morgan, il padre di Violet, mi ha dato un piccolo consiglio per adattarmi, tutto qui. Il problema è che non so se sarò mai bravo abbastanza con questa roba da - cavalieri.
- Beh se non lo sei non devi forzarti – la preoccupazione di Emma non accenna a diminuire – A me tuo padre piaceva perché era sempre se stesso.
- Ma forse se provassi, potrei essere meglio di come sono. Se tu non fossi cambiata – prosegue Henry rivolgendo si a Regina – Robin non si sarebbe innamorato di te.
- È vero. ma credi che una ragazza di Camelot possa innamorarsi di un ragazzo come tutti gli altri? ti ricordi di Daniel? Mi sono innamorata di lui perché era unico.
- A Camelot – aggiunge Emma cercando di darle man forte – sei uno straniero che proviene da una terra lontana. È una cosa positiva.
- Ci lavorerò su. E ora devo andare ho una cosa importante da fare.
 
Henry si allontana a grandi passi, animato da un nuovo spirito. Le sue mamme hanno ragione, ma ha bisogno del parere di un maschio per fare definitiva chiarezza dentro di sé, per sapere se la sua idea è buona o meno. A David ha già chiesto consiglio e poi suo nonno non è la persona più adatta cui chiedere dritte su tale argomento. C’è un solo posto in cui può riflettere in pace senza essere disturbato: Granny’s.
Seduto a uno dei tavoli della caffetteria, Hook osserva attentamente la foto che ha cerchiato di rosso. Ha trovato quel giornale qualche giorno prima, in mezzo ad una montagna di riviste nello sgabuzzino delle scope. La prima volta lo aveva sfogliato pigramente, ma quando la sua attenzione era stata catturata dall’annuncio immobiliare, quel giornale era diventato il suo migliore amico.
Sta aspettando il ritorno degli altri per capire che piani fare per il futuro ed ogni volta che è solo non può fare a meno di osservare quella grande casa vittoriana e chiedersi se sia quella giusta. Alcuni giorni sembra perfetta, altri non lo sembra affatto.  Ora sembra così perfetta che a Hook sembra quasi di vedersi lì con lei ed Henry, circondati di scatoloni da svuotare, ma soprattutto insieme. Era incredibile come dopo più di due secoli imbevuto nell’oscurità, potesse ancora immaginare una cosa del genere, un futuro per lui, una possibilità di gioia e redenzione. Perché tutti i peccati possono essere perdonati se qualcuno ti ama. E Emma lo amava, e tanto anche. Quel soggiorno a Camelot lo aveva dimostrato inequivocabilmente. E lei con il suo amore era riuscita a fargli desiderare un posto fisso da chiamare casa.
Ad un certo punto la porta alle sue spalle si apre improvvisamente. Il pirata lascia cadere il giornale sulla sedia vuota accanto a sé e si gira per vedere chi sta entrando alla tavola calda.
Non appena Henry varca la soglia di Granny, nota immediatamente la figura di Hook al tavolo. Eccola la persona giusta, quella a cui chiedere qualche buon consiglio. Il ragazzo ricordava bene quanto sua madre fosse stata felice dopo essere uscita con lui. Era stata di buon umore per giorni interi.
 
- Henry, cosa ci fai qui?
- Scusa, non volevo disturbare, magari torno più tardi.
- Ma che disturbo! Vieni a sederti qui con me.
 
Hook sa che se vuole attuare il suo progetto deve essere certo della fiducia di una sola persona: Henry. Segue con lo sguardo il ragazzo raggiungerlo al tavolo e sedersi ad occhi bassi. Henry, dal canto suo, vorrebbe fare domande ma una punta di timidezza lo blocca.
 
- Mi devi chiedere qualcosa?
- No .. cioè sì … cioè forse …
 
Il pirata capisce subito i motivi di quell’imbarazzo.
 
- Facciamo una cosa: è chiaro che vuoi domandarmi qualcosa. Siccome anche io ho una cosa da chiedere a te, parlo prima io e poi sarà il tuo turno. Ci stai?
- Va bene.
 
Hook prende il giornale e lo mostra al ragazzo. Henry guarda attentamente la foto e inizia a capire dove voglia andare a parare Hook.
 
- È quello che penso Killian?
- Assolutamente.
- Allora fai davvero sul serio.
- Te ne ricordi quando ti ho parlato la prima volta?
- Certo. Entrambe le mie mamme erano a New York sulle tracce di Lily e Robin. Un pomeriggio mi hai portato al lago e mi hai chiesto cosa ne pensavo.
- Ero serio quel giorno, Henry. Non stavo giocando quando ti ho detto che volevo una vita con tua madre e con te.
- L’ho capito allora e me lo stai confermando adesso. Allora è questa la casa che hai scelto?
- Credo proprio di sì. C’è molto spazio per tutti e tre da riempire con i nostri ricordi.
- Mi piace molto da fuori. Sono davvero contento che non fossero solo parole quelle. Per festeggiare dovremmo trovare un nome a questa nostra missione. Ecco la chiameremo “operazione Light Swan”.
- Nostra? Mia e tua?
- Certo, ci lavoreremo insieme.
- Quindi mi concederai la mano di tua madre?
- Io? Ma non dovresti chiederla al nonno? Credo funzioni così tra reali.
- Sarò franco. Per amare tua madre non ho bisogno del permesso di nessuno. Io la amo e lei ama me. Ma tu sei l’unico di cui mi importa avere il rispetto. Non farò nulla se le cose ti sembrano troppo affrettate o precipitose. Ho atteso tre secoli per incontrare il mio vero amore, aspettare qualche giorno in più non farà nessuna differenza. Spero di averti dimostrato quanto tengo al lei, alla sua felicità e alla vostra. Non fermerò la casa se tu hai qualcosa in contrario.
- Posso solo chiederti perché ci tieni tanto?
- Vedi la casa rappresenta una promessa, un piano per il futuro quando torneremo a casa e tua madre sarà libera dall’oscurità che la sta consumando. È il motivo per cui nei momenti di sconforto non mi abbatto e cerco di lottare per me e per lei, per noi. E il noi comprende anche te, ovviamente.
- Sapevo di non sbagliarmi si di te e sulle tue più che serie intenzioni.
 
La fiducia di Henry era importante tanto quella di Emma. Per lui ormai erano le due uniche persone per cui valeva la pena affrontare tutte quelle avversità.
 
- E ora tocca a te ragazzo, sputa fuori il rospo.
- Ecco … vedi …
- Ho capito. Dimmi di questa Violet.
- E tu come lo sai? – disse Henry arrossendo
- Andiamo, conosco lo sguardo che hai fatto quando eravamo nella stalla. Sono stato giovane anche io, so perfettamente cosa si prova quando ci si perde per la prima volta negli occhi di una ragazza.
- Lei è una brava ragazza, ci piacciono le stesse cose.
- Tipo cosa?
- Le ho messo della musica e le è piaciuta. Una delle poche cose che mi ha raccontato papà, è che ha conquistato mamma con una canzone degli Yaz.
- Di chi?
- Lascia stare. Il punto è che ora non so più cosa devo fare. Vorrei invitarla  a cena, vorrei farla sentirle speciale, proprio come hai fatto tu con la mamma.
- Ho capito ragazzo, ho afferrato il concetto. Se volessi dei consigli su come approcciare, fallo senza giri di parole. Modestamente so come trattare una donna. Se Emma mi sentisse in questo momento mi farebbe passare un brutto quarto d’ora, ma resterà il nostro piccolo segreto.
- Voglio solo sapere cosa fare per farle capire che per me lei è importante.
- Regola numero uno: invitala ad uscire con te come si deve. Niente parole a mezza bocca o frasi sconclusionate. Deve percepire la tua sicurezza: sai dove la vuoi condurre e come condurcela.
- Posso farlo, almeno credo. Poi?
- Regola numero due: falla sentire al centro dei tuoi pensieri. Tutto quello che farai deve avere un solo scopo: lei. Falla sentire importante. Scegli con cura il luogo dell’appuntamento. Falle trovare dei fiori, le candele al tavolo. Stupiscila con qualcosa che non si aspetta
- Tu come ci sei riuscito con mamma?
- Ho semplicemente optato per un adeguato cambio d’abiti e del buon cibo. Alle donne piace mangiare bene.
- Per il cambio d’abito non saprei, ma per il cibo … credi che Granny se la prenderebbe se approfittassi della sua dispensa.
- Io credo che se non o verrà mai a sapere, non avrà nulla per cui arrabbiarsi.
-  Spero di far riuscire a splendere gli occhi di Violet come tu sei riuscito a far risplendere quelle di mamma.
- Non ho il minimo dubbio che ci riuscirai.
- Ho un ultima cosa da chiederti se non ti dispiace.
- Sono qui apposta.
- Mi puoi lasciare solo? Ho un sacco di cose da fare qui dentro prima di lasciare un biglietto  nelle scuderie per la mia damigella.
  
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