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Autore: GabrielleWinchester    07/12/2015    1 recensioni
Dopo la battaglia contro Semeyraza, tutto sembra ritornare alla normalità nella famiglia Winchester...ma è una normalità che ha il sapore di mistero, un mistero legato al regno più misconosciuto di tutti, il Purgatorio e che darà modo ai fratelli Winchester e alle loro compagne di conoscere nuovi personaggi e scoprire verità nascoste. Buona lettura :-) Crossover Supernatural/Alphas/Guild Hunter di Nalini Singh :-)
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi, con estremo ritardo il nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory", in cui i prescelti del Paradiso ritornano a casa dopo tanto tempo e scoprono altre cose...ma non vi anticipo nulla :-) Posso dire che sarà un capitolo molto intenso sotto diversi punti di vista :-) Mi auguro che vi possa piacere e chiedo scusa per eventuali errori presenti nel racconto ma concludere questo capitolo è stata un'impresa titanica XD Ringrazio tutti coloro che lo vorranno leggere e recensire, tutti coloro che hanno messo e metteranno le mie storie tra le seguite, preferite, ricordate e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)
 
27/Ottobre/2026 ore 00.00  Il ritorno a casa da parte dei prescelti
Christine e gli altri si materializzarono sulla soglia di casa, ritornando dopo molto tempo, pieni di novità non proprio incoraggianti e con la missione di prendere l’essenza del Paradiso, per poter riparare lo specchio di lapislazzuli a seguito del gesto scellerato di Crowley.  L’arcangelo della giustizia e della misericordia guardò la porta di casa con il battente  a forma d’angelo e sospirò, appoggiando la testa.
In lontananza sentì la campana di una chiesa e seppe che era appena passato un nuovo giorno. Nell’ultima giornata a casa di Haniel, i prescelti avevano ricevuto gli ultimi particolari per la missione dell’essenza del Paradiso. Una giornata, laddove si era ricordata del giorno in cui era arrivata per la prima volta in Purgatorio e aveva scoperto di essere l’arcangelo a guardia del Terzo Regno, anche a causa della guarigione del Lycos Eros Anton Ematos, una giornata in cui Violet aveva confessato di “sentire” Empusa dentro di sé e di non avere più le forze per contrastarla, pregando Dean di ucciderla con la spada angelico-demoniaca per porre fine alle sue sofferenze, in cui Empusa era ritornata ad impossessarsi di lei, l’attacco e la paura che le fiamme potessero danneggiare i suoi tre figli, in cui Haniel aveva praticato la Nenia della Dimenticanza e l’aveva guarita tramite l’acido ialuronico arcangelico, in cui Dean si era scagliato contro l’arcangelo dell’amore, rimproverandolo che non si stava facendo nulla di concreto e che qualunque cosa si fosse fatta  lei era spacciata, costringendo Haniel a praticare la combustione dell’anima e a farla contrattaccare con la compressione del cuore, in cui avevano scoperto il vero motivo di Crowley per conquistare il Purgatorio, avevano visto la figlia del demone e di Eve…tante e troppe informazioni.
Alla fine tutti erano rimasti stupefatti dall’abbraccio di Iolye e dalla scoperta che la figlioletta di Haniel aveva il potere dell’Angelisione.
Sospirò e dovette trattenere un conato di vomito. Con la quasi totale distruzione dello specchio di lapislazzuli, Christine non si sentiva in forze nell’affrontare il suo collega oscuro, ma certamente non avrebbe mollato. Doveva farcela, per Sam, per i suoi figli e anche per Violet, la quale era la protagonista di una cosa decisa molto prima della sua nascita.
Diamine, era un Arcangelo, il Capo Gerarchia delle Dominazioni, non  l’ultimo angelo nato, ma era disumano o meglio disangelico sperare in un minuto di assoluta pace, senza che un evento sovrannaturale scombinasse l’esistenza di tutti? Era disumano sperare di passare un po’ di tempo con la sua famiglia, come una normale madre mortale? Si girò a guardare Sheeira e non si arrischiò a parlare. Sapeva molto bene che sua sorella era rimasta scossa dal recente incontro con Gemma e più volte si era domandata se tra lei e la figlia maggiore di Haniel fosse scaturita qualcosa di più della semplice amicizia, un sospetto che aveva trovato fondamento nel bacio della Lycos Eros. Anche se sembrava forte e determinata, una pronta a mandare chiunque osasse farle del male, Christine era consapevole di quanto Sheeira fosse dolce e affettuosa con chi voleva bene. Essendo una Lycos Eros, una licantropo dell’amore, Gemma era stata determinata nel fare trascinare Sheeira all’Inferno e la Vaso di Collera aveva dovuto pensarci molto bene prima di perdonarla. L’essenza del Paradiso da prendere, il ciondolo di Dio dal cuore di Ignitia…
A volte la semplicità era un lusso da conquistare…
Vedendo che Christine si era appoggiata allo stipite della porta, Sam la sorresse e per un attimo dei due parlò, lasciando che gli sguardi parlassero per loro. Le accarezzò i capelli ricci, ormai non più corposi ma sfibrati e le alzò il volto. In quel momento, Christine sentì l’impulso di svelargli il suo segreto, renderlo partecipe della bella novella, che tra qualche mese sarebbero stati genitori di ben cinque figli, ma poi decise che era meglio di no, che era meglio non farlo preoccupare più di tanto. Certo non avrebbe potuto nascondere la gravidanza, ma la ragazza auspicò che tutto si sarebbe risolto, almeno prima che lei partorisse. Tutta la situazione la stava facendo impazzire e le sembrava di allontanarsi dalle persone che amava, primo fra tutti Sam. Lui le stava accanto senza dire nulla e Christine aveva paura di non meritare il suo amore. Le situazioni di pericolo scombinavano ogni certezza costruita faticosamente. Poi l’arcangelo del Purgatorio si rialzò e sussurrò “Grazie Sammy”
“Lo specchio…”
“Lo specchio è totalmente distrutto Sam” rispose Christine triste e tutti la fissarono sgomenti “La grazia lo sta percependo sempre più fievole, le fiere stanno perdendo la loro anima, filamenti di lapislazzuli, tracce deboli contro la sconsideratezza di Crowley. Il tempo per riparlo sta per scadere…”
“Non voglio che tu venga con me Chris. Ti ho perduta talmente tante di quelle volte che mi è impossibile tenere il conto”
E la mente del fratello Winchester si proiettò verso la battaglia del cristallo vulcanico, laddove alla fine Christine era stata trascinata all’Inferno e c’era mancato davvero poco che partorisse lì. Il ricordo di quella battaglia lo aveva perseguitato per mesi ed ogni minuto, secondo o ora li aveva passati a cercare un modo per farla ritornare di nuovo da lui. Non avrebbe permesso di nuovo una cosa del genere. Piuttosto avrebbe accettato di essere il vessillo di Lucifero!
“Io devo farlo” esclamò Christine caparbia, afferrando saldamente le mani del marito “Sam, i mostri del Purgatorio sono diventati anche la mia famiglia, li devo tutelare…”
“Per quello c’è già Eve” gli ricordò Sam triste, appoggiando una mano sulla spalla e guardandola in quegli occhi castani pieni di determinazione “Chris ti prego, rinuncia a questa missione”
“Anche loro meritano una chance Sammy. Se mi ami, ti prego non ostacolarmi”
L’arcangelo della giustizia e della misericordia vide che la fronte del suo compagno si era aggrottata e il suo polso fu stretto con forza. Non si tirò indietro e lo affrontò. Molto probabilmente aveva scoperto la verità.
“Vuoi andare anche a rischio della tua vita?” continuò Sam a bassa voce per non farsi sentire da Dean e Violet “Anche a rischio dei nostri figli? Anche a rischio dei nostri futuri figli?”
“Da quanto lo sai?”
Sam non seppe decidersi se baciarla o essere arrabbiato con lei. Stava rischiando la vita per salvare un regno misconosciuto, un nobile gesto, ma tutto questo valeva la sua vita? Il gioco valeva la candela?
“Da pochissimo, da quando siamo andati alla Lycos Eros per risolvere il problema di Violet. Ero insospettito dal discorso di Gemma e così ho utilizzato la grazia per scoprire il tuo segreto. Non ti dico il mio sconforto e la mia gioia assoluta nel sapere che sarei stato padre per una seconda volta e alla tua sconsideratezza di non dirmi per non farmi preoccupare. Alcune volte mi sembri mio fratello al femminile”
Christine gli posò una mano sulla leggera barbetta, facendogli promettere una cosa difficile da mantenere “Per favore non dire nulla. Deve restare il nostro segreto”
Sam era sconvolto. Christine sarebbe andata incontro alla morte per salvare il Purgatorio. Stava per ribadire, quando l’arcangelo della giustizia e della misericordia lo frenò e chiarì ogni dubbio “Cercherò di stare attenta, te lo prometto”
Il fratello Winchester non trovò altro che abbracciarla, sperando che si potesse prolungare per un momento eterno, anzi che si potesse cristallizzare, cosicché da non affrontare la loro missione. Christine appoggiò la testa sulla spalla del marito, grata del fatto che Sam le sarebbe stata accanto, anche se sapeva di avergli chiesto una cosa difficile da mantenere. Sorrise quando la sua mano scese fino alla pancia e chiese “Sono…”
“Due femmine e un maschio”
Sam stava per dire qualcos’altro, quando una mano piccola sfiorò la spalla di Christine. La ragazza si girò e vide Violet, nello sguardo dubbi che cercavano una risposta e una risoluzione. Per un minuto o forse per mezz’ora tra la protettrice e la protetta non ci furono parole.  La cercatrice di angeli era molto provata e l’arcangelo del Purgatorio notò con orrore come lo spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse la stesse infettando sempre di più e mancasse davvero poco affinchè i due spiriti si fondessero, celando definitivamente l’amica che aveva strenuamente difeso. Costringendola quindi a combattere contro di lei. Strinse i pugni, furiosa con questa situazione, furiosa contro il destino, furiosa contro il destino, furiosa contro coloro che stavano cercando di distruggere la loro amicizia.
Furiosa con quello stronzo di Crowley che aveva combinato quel casino per incontrare sua figlia Chronie.
“Ci credi?”
“A cosa Vio?” chiese Christine, cercando le chiavi di casa nella borsa. In realtà sapeva benissimo a cosa Violet facesse riferimento, ma cercava ogni modo per svincolare l’argomento “A cosa dovrei pensare?”
“A tutto quello che ci hanno detto Chris, a quello che hanno detto Haniel e sua figlia sul fatto che sono la Quinta Cavaliere, al fatto che…”
Potrei ucciderti, terminò Christine dentro di sé. L’arcangelo aspettò che la cercatrice continuasse a parlare, ma visto che non lo fece, replicò sentendosi disgustata di sé stessa “Vorrei non poterci credere, ma lo hai visto tu stessa. Mi dispiace Vio”
Violet la guardò sconvolta e Christine ne approfittò per trovare le chiavi di casa. Le faceva male essere così distaccata, ma non poteva fare altrimenti. Avrebbe voluto abbracciarla, dirle che tutto si sarebbe aggiustato, che avrebbero avuto una vita serena e senza preoccupazioni ma la situazione si stava ingarbugliando sempre di più e non c’era più la certezza di niente. Non era Sandalphon a essersi impossessato di lei ma qualcosa di più potente e un passo falso da parte sua significava morte assoluta e non lo si poteva permettere. Non era più sola, era incinta di tre bambini, doveva andarci cauta. Stava per mettere la chiave nella toppa, dando un’occhiata blanda ai dintorni, non accorgendosi del grosso cumulo di terra smossa nel giardino, laddove c’era Semeyraza sepolto, quando l’irruenza di Dean la fece girare “Così tratti la tua migliore amica?”
“Dean non esagerare” lo ammonì Sam con un’occhiata.
L’arcangelo della giustizia e della misericordia fece un piccolo cenno a Sam e affrontò il cognato, in uno scontro prima visivo, occhi verdi contro occhi castani, un essere sovrannaturale che aveva deciso di non utilizzare un vessillo di carne e un cacciatore che aveva avuto un assaggio dell’Inferno.
“Stiamo parlando della tua migliore amica, di mia moglie! Sembra quasi che non ti importi nulla di quello che sta succedendo. Non dirmi che stai diventando come i tuoi colleghi angeli? Così algidi e così irreprensibilmente…stronzi?”
Quelle parole arrivarono al cuore di Christine Lilyane Moonshine come una coltellata rigirata su una vecchia ferita. Lei aveva rinunciato al Paradiso per Violet, che aveva passato migliaia di anni a farsi torturare dagli scagnozzi di Lucifero perché aveva rinunciato ad ucciderla. Quelle parole furono peggio della peggiore tortura mai subita dall’Inferno, peggiore di essere immersa in un lago di sangue di demone e fulminata. Non si divertiva affatto a fare la distante, ma lo doveva fare per evitare che Empusa potesse approfittarsi di tutto questo.
“Dean non continuare” dissero all’unisono Sam, Sheeira e Violet “Christine ha le sue buone ragioni per comportarsi in questo modo”
“No” continuò Dean infervorato e rivolgendosi direttamente a Chris “Io ti posso capire meglio di chiunque altro. Anche io ho vissuto l’esperienza orrenda dell’Inferno, è orripilante e devastante e ti corrompe l’anima in modi che non saprei descrivere. Comunque sembra che tu ti sei rassegnata al flusso degli eventi e questa non è la donna di cui mio fratello si è innamorato”
Christine non rispose, posò le chiavi nella borsa e la consegnò a Sam. Si mordicchiò il labbro e dopo con uno scatto fulmineo si girò e sorrise a Dean. Per la prima volta nella sua vita da quando la conosceva, Dean ebbe paura di Christine. Con quello sguardo non sembrava affatto un’umana, ma un’entità angelica di massimo livello, un’entità difficile da decifrare. Dimostrava tutta la potenza delle Dominazioni, era ritornata ad essere l’arcangelo che, insieme a Michele, aveva cacciato Lucifero dal Paradiso dopo una battaglia estenuante.
La capo gerarchia di un gruppo di angeli.
“Pensi davvero che non mi importi di lei, del suo destino? Pensi che la mia calma sia solo un tentativo di fregarmene di tutto e di tutti? Ti sbagli di grosso! Io odio questa situazione, odiare non è neanche la parola che si avvicina a quello che sto provando in questo momento Dean. Ho sopportato secoli di torture da parte di Lucifero, torture innominabili e tutte riservate ai soli angeli, torture che tu neanche ti sogneresti nei tuoi incubi più terribili, solamente per difenderla e credimi lo farei mille volte, anche a rischio della mia vita “ si fermò e riprese fiato “Ho un compito da svolgere: salvaguardare il Purgatorio e purtroppo questo compito potrebbe coincidere con la mia morte. Se non mi fosse importato nulla di Vio, a quest’ora avrei mollato, avrei mollato ogni cosa. Ma ho una missione da svolgere”
Dean sospirò, preparandosi a ribattere, quando Christine lo precedette in tempo “Se potessi chiedere all’angelo del tempo di farmi andare indietro, di poter fermare Cassandra e non farla combattere contro il cercatore di demoni all’Inferno, se avessi potuto fermare Lucifero e impedirgli di aizzare la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse, bè lo avrei fatto. Ma non è possibile e tu lo sai che non è un bene stravolgere il tempo, per evitare i cosiddetti paradossi. Io voglio molto bene a tua moglie, non passerebbe giorno in cui non la proteggerei, quindi non tollero da parte tua questo attacco. A volte gli esseri umani mettono in secondo piano quello che comporta essere ultraterreni, ci credete invincibili ma abbiamo le nostre debolezze”
E dopo batté le mani. Nella mente del cacciatore si stagliò un ricordo nascosto, un ricordo che Christine non aveva detto a nessuno, nemmeno a Sam. Quando era all’Inferno, prima che lo facessero scendere dalla ruota e iniziasse il suo lavoro da tormentatore di anime, un demone gli aveva sussurrato che i ricordi segreti si differenziavano da quelli svelati da una patina di fuoco e di piume nere. In questo ricordo, Christine si trovava nella camera di Violet, una cameretta dipinta di viola e rosa, la camera di una bambina. L’arcangelo della giustizia e della misericordia dimostrava almeno diciassette anni e c’era anche Sheeira con lei, una Sheeira prima di essere tramutata in una Vaso di Collera. L’attenzione di Dean verté su Violet bambina, raggomitolata in posizione fetale e che dormiva dalla grossa, ancora libera dai problemi che affliggevano il mondo degli adulti. Poteva avere tre anni e mezzo e il suo potere da cercatore di angeli non si era completamente sviluppato. Le ricordava Mary da piccola e si commosse. Poi si concentrò sul ricordo e sulla chiacchierata che le due sorelle stavano affrontando.
“Dovresti ucciderla” disse Sheeira in tono triste “So bene che…”
“Io non uccido nessuno” ringhiò Christine furibonda, accarezzando i lunghi capelli di Violet profondamente addormentata “La vedi anche tu, è solo una bambina, come posso alzare un dito contro di lei? Ti ricordi l’ultima piaga di Egitto? Quella dell’uccisione dei primogeniti? Michele mi aveva ordinato di ucciderne un paio ma io mi rifiutai in quanto consideravo e considero la vita umana al pari di quella angelica”
“Me lo ricordo benissimo” sbuffò Sheeira tremando, il ricordo delle grida dei bambini nelle orecchie e nella mente, bambini che chiedevano imploranti il perché di quella mattanza, la luce fredda negli occhi di Michele, convinto fermamente in quello che stava facendo, convinto di stare adempiendo al volere di Dio “In quella occasione Michele fece paura anche a me. Se non mi ricordo male, fu lui che ti frustò perché ti eri rifiutata di adempiere ai suoi ordini”
“Se ti chiedessero di uccidere Ignitia, lo faresti?” le domandò a bruciapelo, continuando ad accarezzare una Violet addormentata.
“Certo che no” si difese Sheeira, attorcigliando un dito intorno al filo della collana che aveva, un regalo di Ignitia “Ma sorellina lo sai che la distruzione dello specchio di lapislazzuli non è una sicurezza su cui possiamo contare. Un giorno o l’altro, sicuramente non troppo lontano, sicuramente un demone scombinerà tutto e tu sarai costretta ad ucciderla e sarà più difficile, visto che l’affetto prenderà il posto del discernimento”
“Affronterò quel giorno quando sarà il momento” tagliò corto Christine e indicò una borsa a tracolla “Andiamo a fare una passeggiata”
“Sei pazza? Qui sei protetta dalle incursioni demoniache” protestò Sheeira, cercando di farla ragionare “Christine sei ritornata ora da Lucifero, a malapena ti reggi in piedi, Raphael ti ha raccomandato di stare nascosta ed evitare possibili attacchi demoniaci. Lo sai benissimo che i demoni ti farebbero la festa se ti vedessero. Sei la loro cavia preferita”
A quelle parole, un brivido di puro terrore attraversò la schiena di Chris e la sua mente fu riempita delle atroci torture che era stata costretta a subire all’Inferno. Torture che nessuna anima umana avrebbe potuto sopportare. Ma non poteva stare sempre nascosta, doveva pur uscire prima o poi.
“Andiamo a fare una passeggiata”  ripeté Christine decisa e Sheeira non poté fare altro che preparare il tutto, scuotendo la testa per la testardaggine della sorella. Dentro di sé, Sheeira dovette ammettere che, molto probabilmente, anche lei si sarebbe comportata allo stesso modo di Christine. L’arcangelo della giustizia e della misericordia svegliò delicatamente la piccola “Amore, svegliati”
Violet si stropicciò gli occhi cisposi di sonno e domandò “La mamma è ritornata?”
Christine le scompigliò i capelli, attirandosi un’occhiataccia e le rispose “No amore, la mamma non è ancora tornata. Stiamo andando a fare una passeggiata con Sheeira”
La bambina si stropicciò ancora una volta gli occhi, indecisa su cosa fare e domandò timida “Posso avere il gelato?”
L’arcangelo della giustizia e della misericordia annuì e Violet saltò nel letto tutta contenta. Sua madre non le consentiva di mangiare gelato e quindi quella trasgressione era vista come una gioia, come un momento da custodire. Christine le voleva dire la verità sulla sua ascendenza ma forse non era il momento. Sheeira aprì la porta e insieme scesero le scale. Sprezzante del pericolo, Violet saltò i gradini delle scale a due a due, forse per merito o colpa dell’età, la quale avrebbe dovuto consentire solo gioie e nessuna preoccupazione, lasciando quest’ultime al mondo degli adulti. Christine scese le scale con lentezza, aiutandosi con il corrimano di ciliegio, le ferite dell’Inferno ancora troppo vivide per essere un pallido ricordo. La famiglia di Violet abitava in una villetta, lontana dalla città caotica e frenetica della metropoli ma non così isolata da non permettersi di chiamare i soccorsi.  Purtroppo soccorsi umani e non sovrannaturali. Molto spesso i genitori adottivi di Violet erano fuori per lavoro e la piccolina veniva affidata proprio a Chris e a sua sorella, totalmente ignari della natura angelica delle baby sitter, rassicurati dal fatto che erano molto brave con i bambini e che, quindi, avevano instaurato un ottimo rapporto con Violet. Addirittura la bambina era migliorata molto nella lettura e nella scrittura e grazie a Sheeira aveva potuto imparare il greco antico e il persiano. Un piccolo prodigio.
La parola preferita della piccola era Aletheia, ovvero Verità, una parola semplice e potente al contempo.
Una parola che aveva il potere di distruggere e ricostruire interi rapporti.
Arrivati alla fine delle scale, Sheeira prese per il polso Christine e la fece voltare,  cercando di farla ragionare, le ali bianche che sbattevano incessantemente “Chris ragiona! Ti mantieni in piedi a stento e ora vuoi uscire fuori per essere alla mercé dei demoni? Tu vali molto di più e lo sai!”
“Ho già ragionato” ribatté Christine caparbia, allontanando stizzita il braccio della sorella “Sheeira ti prego, non tornare più su questo argomento”
“Ti ho già perduto una volta. La mamma ti ha già perduto una volta. Una volta basta e avanza a distruggere un cuore e a opprimere l’animo” sibilò Sheeira furibonda, abbassando il tono della voce per non farsi sentire da Violet, la quale stava canticchiando una canzoncina, ignara della situazione di tensione che si era creata tra le due sorelle, ignara di essere l’oggetto della discussione “So benissimo quanto tu tenga alla bambina, quanto tu voglia proteggerla e credimi ti ammiro per questo. Non  è da tutti questa fedeltà e lealtà. Ma ti vuoi mettere in testa che sei una capo gerarchia e che le Dominazioni dipendono esclusivamente da te? Ci hai pensato alle conseguenze? A chi andrà il comando degli angeli regali? Tu vali molto di più!”
Christine deglutì, riconoscendo dentro di sé che Sheeira aveva ragione. La sua morte avrebbe portato a conseguenze inimmaginabili per il destino ultraterreno, tra cui la caduta dei sentimenti. Michele faceva presto a parlare, ma come si poteva chiedere di uccidere una persona? Si voltò verso la piccola e il suo cuore si strinse all’idea di doverla uccidere “Io non posso farlo”
A malincuore la Principato dovette cancellare il simbolo enochiano, posto sotto il tappeto dell’ingresso, un simbolo che impediva agli angeli di uscire e ai demoni di entrare. Poi spalancò con un colpo d’ala il portone d’ingresso. Nell’aria si sentì un sibilo prolungato e penetrante, uno stridere di unghie affilate sulla lavagna e Sheeira fece un segno di scongiuro. Quel segnale stava a indicare che una persona tormentata dall’Inferno e ancora sulla lista dei condannati era uscita dal suo nascondiglio e la sorella di Christine poté ipotizzare la gioia perversa di alcuni demoni alla notizia. Dovevano sperare per il meglio.
“Dove andiamo?”  domandò Violet incuriosita, interrompendo il flusso dei pensieri di Sheeira.
L’angelo rifletté per un attimo sul luogo dove potessero andare. Sicuramente un luogo aperto in modo tale da avere l’occasione di chiedere aiuto e di non essere isolate. E nella sua mente balenò l’idea del parco cittadino a pochi passi da casa loro, un luogo ampio, un parco sottoposto alla protezione dell’arcangelo Haniel.
Se fossero state attaccate, molto probabilmente avrebbero potuto chiedere aiuto a un Principato oppure direttamente a Haniel. Quell’arcangelo era attaccato a Chris e di sicuro non avrebbe mai permesso che fosse attaccata da un demone. Piuttosto si sarebbe tolto il cuore!
“Al parco” rispose Sheeira con un largo sorriso “Chris tu che ne dici?”
L’arcangelo delle Dominazioni annuì distratta e dopo si avviarono verso il grande parco cittadino, pieno di mamme con le carrozzine e gente che faceva sport. Fermarono un gelataio ambulante e comprarono a Violet un gelato al cioccolato con granella di nocciola. Si sedettero su una panchina, Sheeira che si guardava intorno guardinga, verificando che non ci fossero demoni e che non si stesse preparando un attacco a sorpresa contro Hesediel. Erano demoni, non teneri angioletti. Violet la scrutò perplessa e chiese a Christine, strattonando delicatamente la veste “Chris, perché zia Shy ha la lo sguardo arrabbiato?”
“Io non so se tu abbia preso un colpo in testa o altro” ringhiò Sheeira furibonda, facendo sobbalzare anche Violet “Tu sei un’emerita incosciente! Vorrei sapere se hai un briciolo di amore proprio, se ci tieni alla tua incolumità o no”
L’arcangelo della giustizia e della misericordia scosse la testa e diede una gomitata a Sheeira, facendola riportare nella realtà “Rilassati un attimo. Stai terrorizzando la piccola. Godiamoci un attimo di pace, senza doverci aspettare per forza un attacco a sorpresa”
“Sheeira sei arrabbiata con Chris?” domandò Violet triste, posando il gelato e guardandola con gli occhi lucidi “Non essere arrabbiata con lei, per favore”
La Principato guardò la piccola e le scompigliò i capelli, rassicurandola con un sorriso che lei trovò falso “Io e la zia stiamo scherzando, piccola. Vai a giocare sullo scivolo che ti piace tanto, io e Chris dobbiamo andare a discutere di alcune cose da grandi”
Violet scese dalla panchina e si avvicinò a Sheeira, voce piccola e implorante “Non essere arrabbiata con Chris. Lei ti vuole bene”
Sheeira ebbe un tuffo al cuore, quella bambina era un angioletto con poteri da demone. Le faceva male fare la parte della cattiva ma doveva farlo, doveva fare in modo che sua sorella non perdesse mai di vista il suo ruolo da comandante. Guardarono la piccola salire sulla scaletta dello scivolo e dopo divertirsi con gli altri bambini. La Principato ebbe modo di vedere la luce divertita negli occhi di Christine e questo la fece pensare al fatto che sua sorella sarebbe stata un’ottima madre se eventualmente avesse deciso di formare una famiglia. Lei no. Lei era la pecora nera della famiglia, la maleducata, la nevrotica, quella che non sarebbe andata d’accordo con nessuno, un ironico punto di vista per una persona che faceva parte del coro degli angeli dell’amore. Quella sensibile ma che faceva la stronza perché in fondo aveva paura di mostrare i suoi sentimenti, di dimostrarsi umana o meglio angelica. Quella che doveva essere forte.
La persona cattiva, per intenderci.
“Adesso spiegami” esclamò Christine con fare perentorio, incrociando le braccia “Adesso spiegami che motivo c’era per spaventare la piccola in questo modo”
“Non lo avrei fatto Chris se tu non avessi portato all’esasperazione” affermò Sheeira seria, afferrando il braccio della sorella e notando che lei si era irrigidita; sapeva benissimo che Christine non ama essere toccata quando si parlava ma corse il rischio di essere insultata “Per un attimo pensa a un amorevole egoismo, pensa a te stessa e non alla missione. Ci riesci per un fottuto secondo? Mamma ha rischiato di distruggere tutto quando ha saputo che Lucifero ti aveva portato all’Inferno”
“La mia preoccupazione è lei. Come va con Ignitia?” domandò Christine a bruciapelo, distogliendo l’attenzione da sé.
Sheeira si strozzò con il cappuccino appena servito da un barista molto avvenente, il quale le sorrise spensierato e poi le rivolse le spalle pronto a servire un altro cliente “Molto bene Chris. Perché come dovrebbe andare?”
“Dimmelo tu” rispose Christine a braccia conserte “Una mia impressione o qualcosa si è incrinato tra di voi?”
Sheeira non rispose subito, benedicendo e maledicendo al tempo stesso l’intuito di sua sorella nell’individuare i problemi degli altri e a distogliere l’attenzione dai suoi, girò il cucchiaino nella tazzina, facendo sparire la schiuma e dopo confessò con gli occhi bassi “Non lo so Chris, la trovo sempre più distante da me, mi afferma che sono il suo angelo protettore ma…”
“Hai paura che lei si allontani da te?”
Sheeira fece un cenno impercettibile con la testa, vergognandosi dell’argomento appena uscito e sorseggiando il suo cappuccino. Qualche giorno prima era andata a trovare Ignitia e per la prima volta dopo quasi cinque anni era scoppiato un forte litigio tra le due, tutto per una cosa stupidissima. Era uscita dalla villetta e si era trovata davanti un Vaso di Collera che sghignazzava e che si era divertito a guardarle litigare. Molto probabilmente era stato lui a fare scatenare il litigio ed era rimasto a osservare lo spettacolo che aveva contribuito a creare. Sentendosi una grande rabbia in corpo, Sheeira aveva preso il pugnale dei Principati e aveva ingaggiato una cruenta battaglia, senza esclusioni di colpi. Con un fendente ben assestato lo aveva colpito all’aorta destra e lo aveva lasciato lì a sanguinare, portandosi via il suo pugnale di smeraldo e onice nera, un’arma che teneva in un fodero d’oro. Per la prima volta nella sua vita non aveva benedetto con l’aura dei Principati un nemico combattuto in uno scontro, era rimasta apatica di fronte alla sua morte. Haniel le aveva fatto una ramanzina ma Sheeira non ci aveva fatto caso. La sua attenzione era concentrata solo sul potere della sua nuova arma, la quale le aveva dato un’energia e un’adrenalina non indifferente. Il suo pugnale d’amore fatto d’argento e tormalina rosa aveva prodotto un suono strano, come se avesse avvertito il potere maligno e volesse avvertire dell’immenso errore che Sheeira aveva commesso. Ma non si era sbarazzata dell’arma, anzi si era sentita più potente e determinata. Non voleva sentirsi indifesa, voleva il potere…
“Per questo hai un pugnale dei Vaso di Collera?” domandò Christine seria, interrompendo il flusso dei suoi pensieri e ricordi.
L’angelo tirò fuori il pugnale di smeraldo e onice nera e lo mostrò alla sorella “Sì”
“Tu lo sai che non è giusto che un Principato abbia un pugnale collerico? La collera potrebbe compromettere la tua grazia…”
Ma il Principato non ebbe il tempo di ribattere che successe l’irreparabile.
Un artista si avvicinò al terzetto e incominciò a suonare una musica molto allegra, la quale spinse Violet ad allontanarsi dallo scivolo e a iniziare a ballare. Sheeira si mise le mani davanti alla bocca inorridita, riconoscendo in quella musica un modo per risvegliare il potere della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. I demoni li avevano scoperti! Dal nulla cominciarono a spuntare demoni di ogni risma, capitanati da un certo Belroth, il primo comandante in capo di Lucifero, un demone dal triplice paio di corna e la pelle rossa a scaglie. Il potere della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse si era risvegliato! La Principato lanciò un paio di pugnali angelici contro di loro e dopo si scagliò contro di loro, finendo a sbattere violentemente contro un albero.
La gente che era nel parco cominciò a strillare impaurita e scapparono in tutte le direzione, non badando affatto agli altri e calpestandosi tra di loro. Nell’aria si sentirono strilla di bambini che cercavano la mamma e genitori che chiamavano a grande voce i loro figli persi nel tumulto.
Sheeira scosse la testa rintronata, cercando di riprendere l’equilibro.
“Non rovinarci la festa, puttana” sghignazzarono i demoni maligni “Chris ci è mancata così tanto che vogliamo salutarla come si deve”
La Principato scosse la testa infastidita e ritentò di difendere la sorella, finendo a sbattere contro un campo di forza. Christine si alzò dalla sedia e squadrò tutti i demoni che erano venuti a torturarla, demoni che aveva evocato Violet con la sua danza. Una bimba così piccola e un potere orribile.
Il capo dei demoni sghignazzò “Pensavi di liberarti di noi Chris?”
“Non avete giocato con il mio corpo abbastanza?” domandò l’arcangelo in tono ironico “Siete monotoni”
Il demone si leccò le labbra screpolate e ordinò ai suoi sottoposti “Lucifero ci ha detto di darci alla pazza gioia! Quindi accontentiamolo”
Christine materializzò la sua spada d’ametista, mozzando teste e corna, combattendo alacremente, sentendo come le ferite dell’Inferno si aprivano sempre di più ma non cedendo di un millimetro. Non era più all’Inferno e non voleva essere più soggetta alle loro torture ma dovette ammettere a se stessa che Sheeira avesse ragione sul fatto che non era pronta a sufficienza.  E pensare che aveva cacciato Lucifero dal Paradiso! Approfittando di un momento di distrazione dell’arcangelo, un demone l’attaccò alla schiena e la morse alla spalla, iniettandole sangue velenoso. Christine ululò dal dolore, il sangue scorse dove l’avevano torturata e le sembrò che qualcuno l’avesse immersa nell’acido, un dolore che corrodeva e distruggeva l’animo. Si abbassò e spalancò le ali, richiamando l’essenza più pura della sua grazia, l’essenza delle Dominazioni e dopo la rilasciò contro i demoni, in un’esplosione di luce violacea. I più deboli furono spazzati via, diventando cenere di fronte a Christine ma Belroth rimase al suo posto.
L’arcangelo non si meravigliò, d’altronde Belroth era il maestro di Alastair. Sapeva come sfuggire alla morte per grazia angelica. Mosse con disgusto le ceneri dei suoi sottoposti “Meno male che erano i migliori”
“Belroth…” ansimò Christine, posando un attimo la spada d’ametista “Lasciamo stare…”
“E rinunciare alla preda preferita di Lucifero?” sghignazzò il demone e mosse una mano contro la ragazza “Mai, ho una piccolissima sorpresa per te”
L’arcangelo delle Dominazioni urlò dal dolore, esausta dalla troppa energia rilasciata. Belroth la sollevò e costrinse la sua grazia a creare una fune da avvolgere intorno al collo. La stava costringendo a suicidarsi, a infrangere la sacra legge della vita. Sua sorella non poteva permetterlo, Hesediel non doveva morire.
Sheeira scosse la testa e disse a Violet “Canta gioia”
“Che cosa Shy?” domandò Violet incuriosita “La canzone del “Re Leone” o quella di “Cenerentola?” o…?”
“Quella che vuoi tesoro ma abbiamo bisogno del tuo aiuto” la interruppe Sheeira, guardando con apprensione Hesediel che stava diventando cianotica, il tempo che stringeva “Abbiamo bisogno che tu canti”
“Hakuna Matata, sembra dolce poesia, Hakuna Matata tutta frenesia” incominciò a cantare in maniera indecisa e il Principato la incoraggiò “Bravissima, vai avanti”
Invogliata da Sheeira, la piccola Violet incominciò a cantare via via sempre più forte e il suo canto richiamò alcuni angeli che erano lì di vedetta, tra cui alcune Dominazioni che accorsero a difendere il loro capo gerarchia. Uno di loro materializzò la spada delle Dominazioni e colpì al cuore Belroth, il quale svanì con un grido e fumo nero con fulmini.
“Capo”
Hesediel non rispose al suo subalterno e la sua attenzione vertè sulla bambina. Violet si gettò tra le sue braccia e annunciò con dolcezza e inconsapevole del suo potere “Ti voglio bene Chris”
“Ti voglio bene anche io, bocciolo di viola” rispose Christine, ricambiando il suo abbraccio “Ti proteggerò sempre”
Sheeira e le Dominazioni scossero la testa, increduli di quello che era successo. D’altronde Sheeira non se la sentì di biasimare sua sorella. Anche lei avrebbe fatto la stessa cosa per Ignitia e quel giorno doveva incontrarla, non sapendo che avrebbe incontrato la morte”
Christine battè le mani e il ricordo svanì. Dean guardò Christine senza dire nulla, sconvolto da quello che aveva visto. Sua cognata aveva sopportato fin dall’infanzia gli attacchi dei demoni e non aveva alzato la mano della giustizia misericordica contro la sua protetta, laddove i suoi colleghi non avrebbero esitato per proteggere il Bene Supremo.
Adesso capiva perché Christine si comportava così.
“Sei contento Dean?” domandò Sam stizzito dal comportamento del fratello maggiore “Christine ha soddisfatto la tua curiosità o vuoi l’aggiornamento dell’ultima ora?”
“Mi sembrava che a Chris non importasse nulla di Vio e così l’ho voluta scuotere” si giustificò Dean esasperato, passandosi una mano sui capelli “Questa situazione ci sta facendo uscire fuori dai gangheri, ci sta mettendo l’uno contro l’altro, stanno rovinano la famiglia e poi lei…”indicò Sheeira, la quale lo guardò con sconcerto e rabbia “sta facendo di tutto per screditare la figura di mia moglie”
“Tirami fuori” esclamò Sheeira arrabbiata “Io sono entrata in scena soltanto ora”
“Non hai fatto altro che buttare fango su mia moglie, non hai fatto altro che ripetere che lei la ucciderà” rimbeccò il cacciatore, la rabbia centellinata in ogni sillaba “Tu hai influenzato mia cognata e quasi penso che tu ti diverta a fare una cosa del genere. Mia moglie non è il mostro che hai dipinto”
La Vaso di Collera gli diede uno schiaffo potente e rispose in tono amaro “Ho soltanto detto la verità e mi dispiace che sia una verità di merda. Ma non ho gettato fango, ho soltanto mostrato il lato oscuro del sole”
Dean stava per ribattere ancora una volta, quando l’arcangelo della giustizia e della misericordia decise improvvisamente di troncare la discussione. Non aveva senso continuare quella diatriba all’infinito.
“Basta” strillò Christine stanca, stupendo tutti “Continuando a fare così, faremo il gioco di coloro che stanno tramando contro il Purgatorio e contro la riuscita del nostro operato” poi si accinse a guardare Dean per l’ultima volta e riprese le chiavi di casa per aprire la porta.
Non appena Christine aprì la porta, si palesò il disastro. Una lunga linea frastagliata attraversava tutta la casa dall’ingresso fino alla cucina, una spaccatura che era stata provocata dalla potenza della BiaThanatie, la musica che univa la solennità e la sublimità della vita e della morte, l’incantesimo che permetteva di creare un portale dimensionale per il Purgatorio.
“Ma porca puttana!” esclamò Dean infervorato, osservando con sgomento la sua casa rovinata dal sovrannaturale “Non possiamo allontanarci un attimo che ci distruggono casa”
Con molta attenzione, evitando di cadere nella spaccatura, il cacciatore di demoni cercò di avvicinarsi alla finestra vicino al lavandino e borbottò, notando l’auto capovolta “La mia Baby rovesciata”
“Dean non mi sembra il momento di preoccuparsi dell’Impala” lo rimproverò Sam in tono seccato, sebbene corrugò la fronte alla vista della fedele compagna d’avventure rovinata “Abbiamo cose ben più importanti che pensare alla nostra auto, tra cui tua moglie che si sta trasformando in un’assassina ultraterrena e mia moglie in pericolo di vita”
Calandosi delicatamente, la cercatrice d’angeli prese tra le mani una manciata di terra scaturita dalla scossa tellurica e la portò al naso per esaminarla “Essenza di arcangelo e diavolo con rinnovata grazia”
“Michele e Lucifero” affermò Christine “Questa è la musica della BiaThanatie”
“La musica che riesce ad aprire il Purgatorio?” domandò Dean in tono contrariato “E c’era bisogno di rovinarci mezza casa?”
“La potenza della BiaThanatie è tale che è impossibile non creare una spaccatura nel terreno. Questa non è neanche la sua vera potenza. Se fosse stata al culmine, la casa sarebbe stata spazzata via a chilometri di distanza e la macchina accartocciata su se stessa” spiegò una voce pacata alle spalle del cacciatore, facendolo sobbalzare.
“Cass!” esclamò Dean furioso “Smettila di comparire così e smettila di fare il Piero Angela della situazione!”
“Tu guardi SuperQuark?” domandò Sheeira stupefatta “Non lo avrei mai immaginato”
“Quest’uomo ha cervello oltre che muscoli” si vantò Dean.
L’angelo lo guardò inclinando la testa, con gli occhi azzurri sgranati dallo stupore “Sai che io compaio così”
“Quello che intendevo io è..” rispose Dean e vedendo gli occhi di Cass spalancarsi ancora di più dalla curiosità ci rinunciò “Lascia perdere, non ho voglia di discutere di queste cose in questo preciso momento. Sono appena ritornato dalla casa di Haniel, ho conosciuto una licantropo dell’amore e l’unica cosa che voglio in questo preciso momento è sconfiggere la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse che si è impossessata di mia moglie e dare una bella lezione a quella specie di pallone gonfiato di Crowley”
L’angelo del giovedì volle dire qualcos’altro quando un urlo di gioia interruppe tutto e i figli di Christine e Violet comparvero. Vedendo i suoi figli arrivare, Christine spalancò le braccia e si apprestò a incassare l’abbraccio, un piccolo raggio di sole in un’atmosfera plumbea.
“Siete ritornati” gridarono i ragazzi, abbracciando i rispettivi genitori “Ci siete mancati”
Nell’abbracciare la madre, Michelle avvertì un lieve calore che si propagò lungo le braccia arrivando al cuore e sorrise alla madre in maniera complice, capendo che una nuova vita stava nascendo e capendo che la madre voleva nascondere il segreto.
“Anche voi ci siete mancati” affermò Christine, scompigliando i capelli e baciandoli sulla fronte.
Nathaniel si staccò quasi subito dall’abbraccio e l’arcangelo della giustizia e della misericordia si emozionò nel guardare quegli occhi blu-grigio, così simili a quelli del padre.
“Mamma ho visto che…”        
“So che hai visto Nath” lo interruppe Christine in tono grave, sedendosi e decidendo che la verità fosse meglio della bugia, in quanto i segreti e le mezze verità avevano in passato incrinato i rapporti tra i due fratelli “Mi dispiace amore mio ma è la verità…”
L’aiutante di Lachesi scosse la testa incredulo ed esclamò, portando il pensiero di tutti “Mi rifiuto di crederci, mi rifiuto! Ma il destino ha un conto in sospeso con nostra zia?”
“Tenace il piccoletto” mormorò divertita Sheeira a mezza voce “Mi piace la sua tempra”
“Nath, Lachesi ti ha fatto fare latino?”
Nathaniel guardò sconcertato la madre, pensando per un breve attimo che fosse completamente impazzita, che il fatto che lo specchio di lapislazzuli l’avesse destabilizzata “ Sì mamma ma questo cosa centra?”
“Centra in quanto il termine cattivo significa prigioniero e Violet è prigioniera di uno spirito maligno che ha avvolto la sua anima. La Quinta Cavaliere dell’Apocalisse” spiegò Christine asciugando le lacrime dei suoi figli e dei suoi nipoti “Riparare lo specchio significa risvegliare lo spirito e non ripararlo significa…”
“La tua morte” concluse Michelle con un groppo alla gola, sbattendo le ali con frenesia, il potere da Nephilim angelico che si avviluppava intorno a lei “ Comunque vada, mamma sei spacciata”
Quelle semplici parole arrivarono come un pugnale che infieriva su una vecchia aperta. Nathaniel guardò la sorella e insieme sospirarono, pensando a quanto erano fortunate quelle famiglie che non avevano poteri e che potevano godere di quella tranquillità che non era concessa a loro.
L’arcangelo fece un piccolo cenno di assenso alla costatazione della figlia e il silenzio si creò, fu bruscamente interrotto da Jensen, il quale gridò con tutto il fiato che aveva in gola “Zia, mamma non è cattiva e non ti farà mai del male”
Christine guardò il nipote e non seppe fare altro che abbracciarlo. Se era difficile per lei accettare quella dura realtà, figurarsi per i suoi figli e per i figli di Violet, i quali erano stati investiti da una notizia del genere. Jensen scosse la testa, battendo i piccoli pugni contro la spalla destra di Christine, distrutto dal dolore ma incapace di piangere e Mary che li fissava, quasi senza nessuna emozione. Poi Jensen puntò il dito contro Sheeira, la quale era rimasta in disparte e adesso lo fissava stranita, esclamando arrabbiato “Sicuramente lei c’entra qualcosa. Avverto in lei qualcosa di collerico e sicuramente è lei che sta istigando questa situazione”
“Io sono una Vaso di Collera, Jens” rispose Sheeira flemmatica, sbattendo le ali “La mia aura produce collera ed è più forte ogni qual volta che qualcuno è arrabbiato lo ammetto ma questa situazione non l’ho creata io. Bensì tua nonna materna che avrebbe dovuto rinunciare a combattere contro un cercatore di demoni, invece di fare l’eroina del cavolo!”
Jensen non ci vide più dalla rabbia e materializzò un pugnale d’ametista, il pugnale dei cercatori d’angeli e dopo si lanciò contro Sheeira, cominciando a cantare sempre più forte, convinto di poterla convertire come angelo. La Vaso di Collera non fece nulla e lasciò che il ragazzino la pugnalasse al braccio, conscia del fatto che molti cercatori d’angeli non sapessero la differenza tra un angelo ribelle e un demone. Jensen si aspettò un qualche segno demoniaco si materializzasse dopo il suo attacco e invece nulla.
“Tu sei un demone, dovresti convertirti in un angelo…” farfugliò Jensen stupefatto e Sheeira inarcò un sopracciglio domandando a Violet “Tuo figlio non ha mai studiato la differenza tra un angelo ribelle e un demone vero?”
“Eravamo troppo impegnati a salvarci la pellaccia” rispose Violet piccata “Non abbiamo avuto tempo di insegnargli come voi dei piani alti siate dei figli di…”
“Adesso basta!” esclamò Sheeira furibonda “Io ero una Principato, la comandante in seconda dell’arcangelo Haniel prima di essere stata convertita in un Vaso di Collera, prima di lasciare che la rabbia mi impossessasse e mi mutasse nella grazia. Una mia protetta mi ha rinnegato e, secondo la legge universale che nessun angelo può sopravvivere se un suo protetto l’ha rinnegato, sono finita all’Inferno, laddove ho maturato la mia volontà di vendicarla. Alla fine ho deciso di non farlo e me ne sono andata”
Jensen abbassò il pugnale, senza tuttavia abbassare la guardia “Perché non lo hai fatto? Ne avresti avuto l’occasione”
Sheeira sbuffò, sentendosi nel contempo fiera e seccata della curiosità del ragazzo “Perché non mi sono vendicata, perché non ho cercato la giustizia per colei che mi ha rinnegata? Per lo stesso motivo che spinge mia sorella a non muovere un dito contro Violet, nonostante i regni ultraterreni la stanno spingendo a farlo: l’affetto smisurato contro una persona”
“Affetto o amore?” chiese Mary sollevando un sopracciglio “Mi pare di captare un sentimento molto più forte, era qualcosa di più…”
“Avrebbe importanza questo, Mary?” domandò Sheeira enigmatica, sentendosi sotto esame e poi la sua attenzione si spostò verso il giardino che si vedeva dalla finestra della cucina, laddove c’era un cumulo di terra smossa e guardò Castiel “Chi è stato sepolto?”
“Nessuno” rispose Castiel evasivo “Dobbiamo occuparci di prendere l’essenza del Paradiso”
Fu un solo istante che Sam sollevò di terra Cass e lo guardò duramente negli occhi. Cass non gli disse nulla, sapeva benissimo cosa stava passando Sam e il suo comportamento era giustificabile, nonostante dovesse limitare la sua emotività e ragionare con i canoni angelici. Se non si riparava lo specchio, il Purgatorio sarebbe stato compromesso.
“Lascia stare Rambo, te lo spiego io!” rispose una voce sardonica alle sue spalle e Sam vide Gabe che stava mangiando un lecca lecca “Lo avete visto nello specchio di Haniel e non è il Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie. L’angelo che è stato sepolto, è Semeyraza”
Senza dire niente, Sam uscì in giardino, seguito a ruota dagli altri. Con rabbia e meraviglia scavò e si rese conto che Gabe aveva ragione, l’angelo era proprio Semeyraza. Lo stesso angelo che aveva tentato invano di uccidere la sua amata, lo stesso angelo che aveva innescato il processo dell’heliobasileus, adesso giaceva con gli occhi chiusi e la grazia disintegrata. Non era più l’angelo spaccone che aveva cercato di uccidere demoni e angeli per un ipotetico riequilibro delle cose, anzi era una pallida copia di tutto questo. Gli occhi erano stati barbaramente mutilati e notò un’ala tranciata da poco…”
“Sono stato io” rispose Gabe senza nessuna emozione, negli occhi ambra il suo retaggio arcangelico “Gli ho troncato una delle sue ali e sono stato fiero di farlo”
“Gabe!” esclamò Dean meravigliato “Pensavo che fossi tu quello pacato, quello che muoveva le bandiere della pace, il Gandhi della situazione…”
Gabriel fece un sorrisetto di circostanza e rispose a un meravigliato Dean “Tutti mi considerano come l’angelo delle annunciazioni, quello che per la religione cristiana ha dato la lieta novella a Maria Vergine, l’ostetrico celeste per intenderci ma io sono nato come un guerriero, tutti gli angeli nascono come forze da utilizzare nelle milizie celesti e il mio nome significa “La forza di Dio”. Seppur la mia nuova politica sia quella di non imbracciare le armi, se non strettamente necessario, e di guardare il nemico da lontano, questo non significa che io non sia in grado di sfoderare la mia rabbia arcangelica. Non ne vado fiero ma fui io a uccidere i primi Nephilim per conto di Dio”
“I Nephilim? Pensavo che…”
“Anche Nathaniel e Michelle sono dei Nephilim, Nephilim molto particolari in quanto sono nati da due angeli, uno dei quali ha deciso di non possedere nessun essere umano e di tramutare…”
“Ok, le lezioni di Angelologia in un secondo momento” ribattè Dean ironico ma dentro di sé era scosso “Davvero non so se congratularmi con te o temerti”
“Entrambe le cose” confermò Gabe divertito dal fatto che Dean fosse sconcertato “Non potevo permettere a Semeyraza di farla franca dopo il casino che ha combinato. Ha fatto pugnalare la mia Chris e una piccola vendetta se la meritava”
Sam non disse nulla , capendo la rabbia che aveva smosso Gabe. D’altronde erano stati Gabe e Haniel a prendersi cura di Hesediel durante il suo pernottamento all’Inferno, durante la gestazione di Nathaniel e trovava normale che facessero di tutto per proteggerla. Il cacciatore osservò il corpo martoriato del suo vecchio nemico e il desiderio di infierire sul suo corpo fu molto forte, poi il buonsenso prevalse su di lui, in quanto non avrebbe avuto nessun senso.
“Pensavo che vedere Semeyraza mi avrebbe fatto sentire bene, che finalmente avrei avuto la mia vendetta e invece…”
“Invece è come se ti sentissi un vuoto dentro” affermò Gabriel in tono serio e Sam si trovò ad annuire “Posso capire come tu ti possa sentire, anche io pensavo di poter essere felice quando Cass lo ha…”
“Aspetta, vorresti dirmi che Cass ha ucciso Semeyraza?”
L’arcangelo delle Potestà guardò meravigliato Gabe e dopo Cass, il quale annuì con fare serio e impacciato nello stesso tempo. Dean scoppiò a ridere entusiasta e batté una mano sulla spalla destra dell’angelo del giovedì, congratulandosi con lui “Bravissimo Cass”
“Ho fatto il mio dovere”
“Che entusiasmo travolgente Cass, non ti emozionare troppo, potresti avere un infarto!”
“Non è mai facile uccidere qualcuno, anche se…”
“Anche se è stato uno stronzo megalomane che considerava tutti i demoni e gli angeli nullafacenti? A ciascuno i suoi meriti e tu hai il merito di avercelo tolto una volta dai..”
“Dean, ci sono i bambini!” lo rimproverò Violet.
“Hanno sentito peggio” esclamò Dean con noncuranza “Di nuovo, sono orgoglioso di te ed è una cosa che non dico a tutti!”
“Il simpaticone ha detto qualcosa che ci possa aiutare in questa missione suicida oppure si è valso della facoltà di non rispondere?” domandò Sheeira ironica “Un aiutino in questo momento sarebbe davvero gradito”
Poi la Vaso di Collera rabbrividì al pensiero di dovere prendere il ciondolo di Dio dal petto di Ignitia e prese in considerazione di chiedere aiuto a Anton, al Lycos Eros che aveva attaccato quando era andata in Purgatorio. Solo un Lycos Eros poteva squarciare il petto di una persona senza rovinare l’anima.
Gabe mosse la testa per ricoprire la salma di Semeyraza e alzò lo sguardo verso il cielo, un cielo che stava mutando in un rosa tenue, verso un giorno che poteva essere portatore di sventure o di buoni presagi, i primi di novembre si stavano lentamente avvicinando come la battaglia per il ripristino dello specchio di lapislazzuli “Ha detto qualcosa relativo alle sue catene…”
“Le catene con cui è stato imprigionato nel deserto di Dudael?”
“C’è qualcosa che tu non sappia San Sam da Stanford?” lo prese in giro Dean e Sam roteò gli occhi, un po’ seccato e un po’ divertito.
“Proprio quelle” confermò Gabriel mordicchiandosi il labbro “Pensavamo che fossero andate perdute nei secoli e invece abbiamo scoperto che Balthazar le aveva nascoste. Sia santificata la sua mania di fare il collezionista di oggetti sacri e profani! Semeyraza ha accennato al fatto che la grazia di Hesediel è fortemente compromessa e…”
“Se Cloto mi inserisse un filo di Persefone nella condizioni in cui mi trovo, potrei rischiare di diventare un angelo vegetale”
“Le buone notizie si sprecano qui” esclamarono Sheeira e Dean all’unisono.
Cass mosse le mani e materializzò un ologramma delle catene di Semeyraza, catene d’argento  decorate con segni enochiani.
“Queste catene possono guarire un angelo o un demone che hanno la grazia o la grazia demoniaca danneggiata e possono essere maneggiate solo da chi…”
“Non ha poteri soprannaturali, solo da chi ha smesso di essere un angelo”
Tutti i presenti si girarono a guardare Balthazar, un Balthazar che aveva perso tutta la baldanza che lo aveva caratterizzato.
“Che caloroso benvenuto, non mi abbracciate tutti in una volta sola, potrei farmi male”
“Come si possono attivare queste catene?”
“Serve la morte di tre Vigilanti per potere attivarle….”
“I Vigilanti che scesero dal Cielo e pronunciarono il voto di fedeltà nel monte Heron” affermò Sam con aria seria “Sembra quasi una beffa del destino”
Poi dalla sua mano destra si materializzò un pugnale di occhio di tigre, il pugnale delle Potestà in caso di un pericolo che si avvicinava, e i prescelti furono stupefatti nel vedere che era arrivato Crowley, non il demone che li aveva ostacolati ma la sua pallida copia. Era conciato male. Dalla sua bocca uscivano fili di grazia demoniaca e tutti poterono vedere le ali del demone, ali fatti di incubi e di malvagità concentrata.
“Pensavo di essere in grado…” biascicò come in una vecchia litania “Pensavo di…”
“Pensavi che Chronie ti dicesse sì, che ti seguisse come i tuoi leccapiedi?” domandò Gabe disgustato e Crowley si ritrovò ad annuire.
“Questo è il vostro errore di fabbrica, quello di pensare a voi stessi..”
“Se no, ci chiameremmo angeli…”
Non ebbe tempo di dire altro che un colpo d’ascia raggelò il respiro a tutti. Dalla rabbia, Gabe aveva tranciato una delle otte ali, un’ala invisibile all’occhio umano in quanto si nutriva di cattivi pensieri  e di emozioni malsane. Sam stava per avere un conato di vomito alla vista di quell’ala spezzata, era malvagità allo stato solido.
“Non so come mi trattenga dall’ucciderti. Neanche Lucifero ci ha creato tutti sti problemi”
“Per me non c’è problema. Un bastardo in meno” ribatté Dean furibondo “La tua sete di conquistatore spagnolo ha rovinato la vita a me e alla mia famiglia!”
“Winchester” esclamò Crowley come se fosse una parola amara “Sempre a paragonarsi a Dio quando si tratta di dare la morte a un demone”
“Senti chi parla” ribattè Dean “Tu non hai avuto remore…”
Poi la loro attenzione si spostò verso Christine, la quale era caduta per terra e dalla sua bocca stavano uscendo dei filamenti di grazia. Sam fu subito da lei e la toccò, scoprendo con orrore che la sua grazia si stava sgretolando e si prodigò a salvarla con la sua, invano.
“Perché non funziona?” domandò Sam spaventato “Perché?”
Cass accorse alla richiesta d’aiuto e insieme cercarono di guarire Christine con le loro grazie ma invano. Sembrava che la grazia di Christine fosse refrattaria a qualsiasi tipo di cure e ogni loro tentativo era vanificato.
“Reagisci Chris” gridò Sam furibondo più per la situazione che per il fatto che sua moglie stesse per mollare il tutto a un passo dalla conclusione” Non mollare!”
L’arcangelo della giustizia e della misericordia guardò con amore il suo Sam e cercò di permettere alle grazie altrui di guarirla, di guarirla quel tanto che le consentisse di portare avanti la gravidanza senza ripercussioni per i nascituri. Socchiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul respiro e sul battito vitale dei suoi piccoli, per la nuova vita che stava nascendo dentro di lei e seppe che Sam aveva ragione, non doveva mollare, doveva farcela.
Filamenti di grazia uscirono dalle ali di Sam e Cass e si unirono a quella di Christine e cercarono di ricostruirne la struttura molecolare. La grazia di Christine si fece aiutare per un po’  e dopo cambiò idea e si rivoltò contro i suoi salvatori, infiammandosi e costringendo Sam e Cass ad allontanarsi per evitare di ustionarsi. Una grazia in via di deterioramento era molta pericolosa e volubile.
“La sua grazia sta rifiutando ogni cura” costatò Crowley e nella sua voce Sam poté percepire una nota sottilissima di dispiacere “Lo sa che è spacciata…”
Il demone non ebbe il tempo di dire altro che Dean lo mise a tacere con un gancio ben assestato, esclamando “Guarda che cosa hai combinato, pezzo di merda!”
Christine si era accasciata e stava annaspando “I bambini…”
Tutti rimasero sconvolti da quella notizia tranne Gabe che sapeva quella notizia da mesi. Senza perdere tempo, appoggiò l’orecchio nella pancia per verificare i parametri vitali dei gemellini e se tutto andasse bene. Nonostante avesse espresso il desiderio di essere un essere umano normale, Gabe ringraziò dentro di sé Dio per avergli permesso di avere un sesto senso. Nonostante Christine fosse al limite della sua vita, i bambini crescevano bene e non stavano avendo ripercussioni di nessun genere…era un miracolo.
“I bambini stanno bene” la rassicurò Gabe “Chris è meglio se…”
“Non ci pensare nemmeno, io vi aiuterò”
“Cosa?” domandò Sam agitato “Cosa è meglio?”
“Il fatto che Christine dovrebbe stare a casa e lasciare che voi combattete per lei!”
“Non se ne parla” esclamò Christine caparbia “Voglio aiutare a fare finire questa follia”
“Capisco il tuo senso dell’onore ma adesso Chris stai superando il livello del martire pazzo!” esclamò Sheeira impensierita “Ci pensiamo noi a prendere l’essenza del Paradiso”
All’improvviso Crowley si alzò, ancora traballante che Gabe gli avesse troncato una delle sue otto ali e materializzò un pugnale intriso del veleno dell’Inferno. Il demone strattonò verso di sé Nathaniel e gli puntò la lama alla gola “Non prendete l’essenza del Paradiso o lo uccido”
“Crowley non fare cazzate” urlò Dean furibondo “Lascia stare mio nipote”
L’aiutante di Lachesi si mosse per liberarsi dalla stretta del demone inutilmente. Il demone non demorse e in quella stretta Nathaniel poté percepire il filo di Persefone di Crowley. Gli rimaneva poco tempo da fare, era spacciato, il suo piano di conquista si stava rivoltando.
“Stai morendo, non è vero?” domandò Nathaniel perspicace.
“Non penso che sia un problema per te, Nephilim” rispose Crowley stizzito, aumentando la stretta del pugnale “Sei tu che sei sotto la lama, dovresti preoccuparti che non ti sgozzi”
“Non riusciresti a fuggire se mi accoltelli. L’Inferno non è un posto sicuro dove nascondersi” disse  Nathaniel in tono ironico, stupendo tutti per il fatto che fosse sbruffone con Crowley  “Sono l’aiutante  di Lachesi, la Moira della Rinascita e posso percepire quando un demone o un angelo sono sul crepuscolo della loro vita…”
“Il degno figlio di Sam Winchester, saputello e ficcanaso. Ho utilizzato l’Aletheia Gladia per rompere il sigillo che Eve ha utilizzato per impedirmi di vederla”
“Pensavi davvero che tua figlia ti accogliesse a braccia aperte?”
“Io non l’avrei mai rinchiusa in gabbia” ululò Crowley e dopo con un movimento fluido tagliò la gola a Nathaniel. Il Nephilim si portò le mani alla gola per fermare l’emorragia e fu prontamente soccorso da Michelle. La ragazza guardò tutti con orrore “Non riesco a fare coagulare il sangue”
Sam non ci vide più e strinse la mano, gli occhi blu grigio diventati due puntini luminescenti e dopo mandò Crowley a sbattere da una parte all’altra, la rabbia di un arcangelo all’ennesima potenza. Nathaniel stava rantolando, soffocato dal suo stesso sangue, tutto sembrava perso quando Nathaniel si rialzò da terra e dalla sua bocca uscì il ruggito della Lince. L’arcangelo dell’annunciazione rimase stupefatto quando sua sorella malata e con la grazia disintegrata si avvicinò a Nathaniel e lo guarì.
“Nessuno deve toccare i miei figli”
Crowley si riprese e tentò di colpire Nathaniel. Questa volta fu intercettato da Balthazar, il quale lo frenò e gli disse ironico “Mi dispiace caro ma la meta non è disponibile per te” poi rivolgendosi ai prescelti “Ci penso io a questo simpaticone di demone. Andate a prendere l’essenza del Paradiso”
Senza pensarci due volte, Michelle creò un portale dimensionale al quale si aggiunse il potere di Nathaniel. Verso il Luogo o Non Luogo degli Angeli, laddove i capo gerarchia delle fazioni celesti si sarebbero scontrati contro la loro controparte oscura, per la presa dell’ultimo ingrediente, prima della battaglia contro la Quinta Cavaliere e  l’ingresso degli Alphas e di Raphael e di Elena.
Entrò Christine, Sam, Dean, Violet, Jensen, Nathaniel all’interno del portale dimensionale. L’arcangelo della giustizia e della misericordia rimase stupefatta che Gabriel fosse rimasto lì.
“Gabe?” domandò Christine perplessa.
“Dio ha tramutato la mia grazia in animo umano” spiegò Gabe con aria contrita “L’ho dovuto fare per costruire la Lancia di Lete e poi devo aiutare nell’attivazione delle catene di Semeyraza”
Christine si morse il labbro pensierosa  e dopo si rivolse a Sheeira “Sei pronta?”
“Vado a fare l’allegro chirurgo” disse Sheeira con finta allegria “Sono nata pronta”
Il Vaso di Collera mosse le ali e volò in direzione verso la casa di Ignitia mentre gli altri verso il Luogo o non Luogo degli Angeli. Crowley urlò il suo disappunto e fu prontamente fermato da un pugno ben assestato di Gabe, il quale ringhiò “Zitto, feccia”
Ormai si stava giungendo all’ultimo atto.
E mancava la morte dell’ultimo Vigilante. Al pensiero di quella morte Gabe ebbe un conato di vomito.
  
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