Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Shayleene    10/12/2015    1 recensioni
Delle creature originate dalla Morte stessa per compiere il suo volere.
Sono ovunque attorno a noi, vigili custodi delle nostre effimere esistenze nonostante nemmeno loro siano eterni, pronti a raccogliere i nostri ricordi prima che la nostra anima svanisca, osservatori invisibili dello scorrere del tempo.
Ma su di loro incombe un infausto destino: scomparire non appena raggiungono il millesimo anno di vita. E' possibile sconfiggere la Morte, la propria creatrice?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era da quella mattina che il Reaper era tormentato da una pessima sensazione, che tuttavia non riusciva ad interpretare. Una specie di pizzicore al petto che non gli procurava alcun dolore, ma in compenso lo irritava e inquietava allo stesso tempo. Che la Morte gli stesse comunicando in quel modo il suo disappunto? Eppure non credeva potesse essere possibile. I Reaper venivano quasi abbandonati a loro stessi fino al momento in cui raggiungevano il millesimo anno, e successivamente tornavano ad essere inglobati nel corpo della Morte.
E allora di che pericolo poteva mai trattarsi? Aspettava da un momento all'altro il segnale che avrebbe indicato la necessità di un suo intervento, ma ancora non percepiva quella forza invisibile che lo attirava verso al suo assistito. Decise così di lasciarsi semplicemente trascinare dalla folla, seguendo gruppi di persone a caso tra la via della città. In fondo, essere quasi invisibile aveva parecchi vantaggi. I passanti non si accorgevano neppure della sua presenza, ma anche se trattenevano per un istante lo sguardo sulla sua figura l'attimo dopo si erano già dimenticati di averlo visto.
Nonostante lui non riuscisse a percepire la temperatura sembrava che il clima fosse abbastanza mite: c'erano parecchi giovani con magliette leggere e jeans strappati che ricevevano sempre occhiatacce dai signori più anziani. Un qualche lontano ricordo del signor Howell gli comunicò che, nonostante fossero passati parecchi anni dalla sua gioventù, alla fine le cose andavano sempre nello stesso modo. La vecchia generazione biasimava la nuova per le nuove "mode", e così sarebbe accaduto anche in quelle successive.
Ecco un altro stupido difetto degli umani: non facevano altro che giudicare chiunque per qualunque cosa. Riusciva a leggerlo negli occhi di chi gli passava accanto. Era impossibile non notare come il loro volto esprimesse palesemente i pensieri riguardanti ciò che vedevano. Qualcuno era più bravo a nasconderli, ma non riusciva mai a farli sparire del tutto.
Con quale ribrezzo oltrepassavano l'anziano signore cieco che doveva essere guidato da un cane affinché potesse muoversi in sicurezza? Non uno che gli desse conforto aiutandolo a superare la strada, non uno che lo guardasse come un suo pari. No, c'era solo indifferenza, pena e disgusto.
"Come possono essere così ignoranti?" si chiese il Reaper. Lui e quelli della sua specie si sentivano parte di una stessa famiglia, figli di un'unica Madre che li aveva generati. Certo, non stringevano legami affettivi, ma semplicemente perché non era quello il loro compito. Tuttavia tra loro non esisteva la competizione, l'invidia, la gelosia e la sete di potere, perché ogni singolo gesto che compivano era destinato ad onorare il loro legame con la Morte.
Con sua sorpresa una volta di più il mondo degli umani gli fece una gran compassione. Creature senza uno scopo che passavano la vita a cercare il senso della loro esistenza, ma lasciandosi il più delle volte catturare dai peccati che affliggevano la realtà e che li spingevano persino ad uccidere brutalmente i loro stessi simili.
Diede un calcio ad una lattina di aranciata che era stata buttata sulla strada, facendola finire contro il muro di un negozio. Anche lui in quel momento si sentiva un po' come gli umani, esseri senza alcun compito da portare a termine. Volse lo sguardo verso l'alto, studiando l'edificio il mattoni rossi al cui piano terra vi era una pasticceria dall'enorme vetrina stracolma di dolci di ogni genere, mentre in quello accanto si scorgevano degli eleganti tavolini dietro la vetrata di un bar.
Improvvisamente sentì una piccola scossa dietro la nuca che lo allertò. 
-Ehi, tu!- udì gridare da una voce femminile. Normalmente non prestava molta attenzione ai rumori intorno a sé, ma in quel momento ebbe la sensazione che stessero chiamando proprio lui. -Ehi, tu con la felpa nera! Aspetta!- Il Reaper si girò lentamente, sgranando gli occhi quando, poco più lontano, scorse una riccia chioma rosso fuoco che si stava rapidamente avvicinando.
-Dannazione!- sibilò tra i denti arretrando di un passo. Avrebbe riconosciuto ovunque quella figura, che era diventata quasi un incubo tanto ci aveva riflettuto. Com'era possibile che lo vedesse? Aveva creduto che quello all'ospedale fosse stato un evento fortuito dovuto alla morte del padre, eppure questa volta Eveline lo aveva persino riconosciuto tra la folla. E, ciò che era peggio, stava correndo verso di lui. Riusciva a sentire distintamente il tintinnio della cerniera della giacca e le sue scarpe che colpivano la strada.
"E ora che faccio?" si chiese. Non sapeva come avrebbe dovuto affrontare la cosa. Non era mai accaduto prima d'ora, e nei suoi ricordi innati non c'era nulla che potesse aiutarlo. Sarebbe potuto fuggire, seminandola facilmente grazie alle proprie doti e facendo perdere le tracce. Ma sapeva che la ragazza non si sarebbe arresa così facilmente. L'avrebbe persino potuto cercare per tutta la città pur di risolvere i dubbi che aveva. C'era tuttavia un'alternativa che gli piaceva ancora di meno: affrontarla.
Prima però che potesse scegliere, il tempo decise per lui. Infatti Eveline era a meno di un metro di distanza, le mani appoggiate sulle ginocchia per riprendere fiato.
-Scusa... scusami il disturbo- ansimò lei, affaticata dalla corsa. Poi allungò il braccio per stringergli la mano e si presentò. -Mi chiamo Eveline Howell, piacere.-
Il ragazzo ricambiò la stretta, ma la sua mente stava lavorando freneticamente per trovare la soluzione al casino in cui si era cacciato. "E ora che le dico?! Forza... un nome... mi serve un nome..." I Reaper infatti venivano a conoscenza del proprio nome solo nel momento esatto in cui tornavano ad essere parte della Morte. Era un modo per premiarli del loro duro lavoro, per dimostrargli che ognuno era importante. "Avanti maledizione, pensa ad un nome!"
Kyle.
Quelle quattro lettere gli sorsero spontanee, quasi fossero state sempre dentro di lui. Provò quasi la buffa impressione che il suo stesso essere approvasse il nome che si era assegnato.
-Sono... sono Kyle, piacere mio- replicò, notando quanto fosse piccola e fredda la mano del suo primo assistito. La sua espressione era però cambiata rispetto al giorno prima. Certo, aveva ancora gli occhi leggermente arrossati dal pianto, ma l'aria era più decisa e determinata. Teneva il viso sollevato con fierezza, quasi a volergli dimostrare che non aveva alcuna paura di lui.
-So che la domanda potrà sembrarti un po' stupida, ma ho bisogno di avere una conferma. Ieri c'eri anche tu in ospedale nella stanza di mio padre, vero?- gli chiese Eveline, incespicando leggermente sull'ultima parola. Nonostante tutto gli umani restavano creature fragili, che necessitavano di tempo per guarire le loro ferite.
Kyle si trovò nuovamente di fronte ad una scelta ardua. Mentire, oppure rivelarle la verità, seppur parziale? Quella ragazza lo incuriosiva. Desiderava ardentemente capire il perché lei potesse vederlo così chiaramente, ma allo stesso tempo temeva ciò che avrebbe potuto scoprire. Non aveva alcuna guida a cui chiedere consiglio, la decisione spettava solamente a lui.
Fece un lungo respiro per guadagnare ancora qualche briciolo di tempo, poi la guardò negli occhi e disse:-Sì, ero io.-
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Shayleene