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Autore: keepsakeEFP    13/12/2015    3 recensioni
Emma è una ragazza di povere origini presa a servizio nella tenuta della nobile famiglia Jones. Killian è un nobile arruolato nella marina militare di sua maestà, ma quando farà ritorno troverà ad attenderlo molto più di quello che aveva lasciato. L'amore proibito tra la serva e il suo padrone dovrà farsi strada tra intrighi, tradimenti, congiure e pregiudizi sociali.
Liberamente ispirato alla serie Tv Elisa di Rivombrosa.
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Dal testo:
« Voi siete… » cominciò titubante, terrorizzata all’idea di essersi solamente illusa, ma il ragazzo l’anticipò.
« Conte Killian Jones. » disse con orgoglio inchinandosi di fronte a lei e lasciandola alquanto esterrefatta.
« Ai vostri ordini. » aggiunse guardandola in un modo così intenso da farle venire i brividi.
Killian le sfiorò le dita, sicuramente intenzionato a farle il baciamano, ma prima che potesse riuscirci la ragazza le aveva già allontanate per tirar su gli angoli della gonna e fare una piccola riverenza.
« Onorata. » affermò raggiante e con gli occhi luccicanti.
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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>> Capitolo 8 <<
 
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Per una migliore resa del capitolo vi suggerisco di cominciare a far partire questa musica quando vedrete gli asterischi rossi. Quando compariranno nuovamente vorrà dire che la musica non sarà più necessaria ^_^

Buona lettura!
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I raggi del sole vennero nuovamente coperti da una coltre di nubi che preannunciava un bel temporale in arrivo. Quella mattina il tempo era veramente incostante, preda del cambiamento, proprio come le miriadi di sensazioni che il Capitano aveva provato fin dalle prime luci dell’alba. Rabbia, odio, rancore, ma anche curiosità, meraviglia, felicità, malinconia… ammirazione. E ora ciò che aveva nel cuore poteva essere espresso solo con il nome appartenente all’uomo che aveva di fronte.
« Allora… Pensavi davvero di poter tornare senza dirmi niente? » gli domandò l’uomo avvicinando maggiormente la punta della spada al collo di Killian. Quest’ultimo sollevò gli occhi blu al cielo e sorrise nonostante la parte affilata della lama gli stesse sfiorando la barba ruvida sotto il mento.
« Sapevo che lo avresti scoperto. In fin dei conti riesci a ficcare il naso anche dove non dovresti. » lo punzecchiò il Capitano beandosi dell’espressione assassina con cui il biondo lo fulminò. David tirò indietro il braccio e sferrò un fendente contro il volto di Killian che riuscì agilmente a fare un passo indietro evitando così il colpo.
« Sei diventato così meschino da attaccare un uomo disarmato? »
« Per mia sfortuna non credo che ci voglia così poco per toglierti di mezzo. »
Pochi secondi di silenzio seguirono quel travagliato scambio di battute. Subito dopo l’inusuale suono di due risate gutturali riempì quel luogo tetro e gelido, sul cui sfondo si stagliava la tomba in marmo del Comandante Jones. David si apprestò a rinfoderare la spada con un colpo secco del braccio e si avvicinò a Killian posandogli entrambe le mani sulle spalle.
« Mi sei mancato. » gli disse legando il suo sguardo di ghiaccio a quello blu mare del Capitano.
« Anche tu, amico. »
Killian lo guardò, così come aveva guardato il resto delle persone incontrate fino a quel momento. Non seppe descrivere la sensazione, ma era come ritornare bambino e osservare il mondo con occhi diversi, gli occhi di un uomo ferito.
David era un nobile, un conte, proprio come lui. Apparteneva alla rispettata casata dei Nolan, da anni la più vicina alla famiglia Jones. David e Killian si erano visti per la prima volta al palazzo reale durante un ricevimento. I loro sguardi si erano incontrati, ma i loro cuori non avevano saputo cogliere da subito lo stretto legame che li avrebbe ben presto uniti in una solida amicizia. I loro battibecchi erano famosi all’interno della Corte, i pettegolezzi dei nobili arrivarono persino alle orecchie del Re, che trovò divertente l’idea di assumerli a palazzo come valletti personali al servizio del principe August. Fu così che dai 13 ai 15 anni i due bambini passarono le loro giornate nel palazzo avendo così l’opportunità di conoscersi meglio ed instaurare un rapporto di fiducia e allo stesso tempo interagire con la famiglia reale, soprattutto con l’erede al trono. Il loro futuro sembrava ormai scritto, ma durante una visita ad Hearthford Killian assistette all’assassinio di suo padre di fronte ai cancelli della magione. Quell’episodio, insieme alla decisione del fratello di arruolarsi nella marina, gli fece cambiare idea sulla vita a palazzo. Decise di ritornare alla mansione e restarci, e anche David fece lo stesso. Abbandonò il palazzo e restò vicino all’amico durante il suo lutto per offrirgli una spalla su cui piangere.
L’anno successivo accadde qualcosa che gli fece prendere la decisione definitiva. Partì anch’egli per arruolarsi e seguire le orme del fratello lasciando tutto nelle mani della sorella diventata madre da meno di un mese.
Si gettò tutto alle spalle: David, sua madre, i pensieri di corte… Lei.
E’ vero, era scappato, ma ora era nuovamente lì, pronto ad affrontare i problemi, e questa volta a risolverli.
David era un ragazzo dall’aspetto piacevole, alto, capelli biondi e occhi celesti, il classico principe azzurro delle favole che ogni nobildonna sogna di avere al suo fianco.
« Jones sarebbe stato contento di vederti qui. » affermò David voltandosi insieme a Killian verso la tomba alle loro spalle. Il Capitano chiuse gli occhi e inspirò profondamente l’aria gelida di quel mattino.
« Già. »
« Non aveva mai accettato del tutto la tua decisione. Ricordo ancora il vostro brutto litigio quando gliene parlasti durante il suo congedo. »
« Se ti riferisci al pugno me lo sono più che meritato. Ero giovane e usai delle parole poco appropriate. La sua reazione fu più che giustificata. » rispose Killian incrociando le mani dietro la schiena. Entrambi avevano lo sguardo fisso sulla lapide, la mente proiettata verso un passato ormai lontano.
« Ma non mi pento della mia decisione. Mi ha aiutato a cicatrizzare la ferita. »
David si voltò a guardarlo. Sapeva benissimo che non si stava riferendo alla ferita riportata a causa del colpo di suo fratello, ma ad una spirituale, molto più dolorosa.
« L’hai più sentita? » osò chiedergli spostando lo sguardo in alto, verso le fronde della quercia secolare.
« No. » rispose il Capitano con tono piatto. La sua espressione non mutò, ma David ebbe la sensazione che dentro di sé stesse combattendo una guerra che durava ormai da ben dieci anni.

 
 
***



Quel pomeriggio, dopo una pioggerella fine e delicata, uscì finalmente il sole. La giornata sembrava volgere al meglio, i caldi raggi, ora non più nascosti dalle nubi grigiastre, splendevano dall’alto del cielo illuminando la radura piena di fiori. La nevicata del giorno precedente sembrava un ricordo lontano, l’aria gelida di quella mattina aveva lasciato il posto ad un leggero venticello che sfiorava le foglie appassite degli alberi, che al sol tocco si staccavano dai rami volteggiando lentamente verso il suolo.
L’aria era tiepida, riscaldata dal calore del sole che ora brillava lontano dal grigiore infausto delle nuvole temporalesche.
Un pensiero aveva sfiorato Emma non appena aveva scostato le tende della camera della contessa e aveva spalancato le ante della finestra per far entrare quel calore tanto acclamato.
« E’ una bella giornata contessa. Non avete voglia di fare una passeggiata in giardino? » le aveva chiesto la bionda mentre si voltava a guardarla dopo aver aperto la finestra. Cora le aveva riservato un’occhiata severa, sempre seduta sulla sua sedia a dondolo, con una coperta che le copriva le gambe.
« Signora, c’è qualcosa che vi preoccupa? » domandò Emma con un po’ di apprensione. Quella domanda l’aveva perseguitata fin da quando la contessa era entrata nella stanza. Non aveva ancora visto il debole sorriso sulle labbra sottili della signora, il che l’aveva fatta preoccupare non poco.
« Ho forse fatto qualcosa di male? » domandò ancora raggiungendola sul divano.
Cora non riuscì a sostenere a lungo la serietà di cui si era appropriata da quella mattina e che l’aveva tormentata per tutta la notte. La guardò negli occhi e le prese le mani stirando debolmente le labbra in un sorriso.
« Mia cara, non è colpa tua. E’ Killian che mi preoccupa. » affermò abbassando lo sguardo sulle loro mani giunte.
« Mio figlio mi ha mostrato la lettera che avevi inviato a Liam, e che poi lo ha convinto a tornare. »
Emma chiuse gli occhi stringendo forte le palpebre. Abbassò il capo e scivolò verso il basso atterrando sul pavimento con le ginocchia. Posò la fronte sulle gambe della contessa, che le accarezzò subito i lunghi capelli dorati.
« Non so come scusarmi. Non avevo il diritto di fare una cosa del genere, di immischiarmi nelle faccende della tenuta. » affermò Emma con il viso nascosto tra la coperta.
« Oh, mia cara Emma, non c’è nulla di cui ti debba scusare. Se non fosse stato per te non avrei mai rivisto mio figlio. Non posso fare altro che ringraziarti per la devozione che mostri alla nostra nobile famiglia. » disse l’anziana facendole sollevare la testa. Gli occhi di Emma brillavano di una strana luce, un misto tra pentimento e riconoscenza.
« Sono solo preoccupata per lo strano atteggiamento che Killian ha nei tuoi riguardi. Ora che ha scoperto che sei tu la ragazza che ha inviato la lettera ho il timore che le mie paure possano diventare realtà. »
« Prima ci avete sentiti. » affermò la bionda quando finalmente lo comprese.
« Sì, e il suo sguardo e la sua vicinanza non mi sono piaciuti. Non lasciare che accada, Emma. »
La ragazza sollevò le iridi cristalline verso quelle ambrate della sua padrona. Corrugò la fronte e la guardò dubbiosa.
« Accada che cosa? »
Cora prese un profondo respiro e le carezzò la guancia con delicatezza.
« Che si innamori di te. »
Una leggera risata nervosa sfuggì dalle labbra della ragazza.
« Non lo farebbe mai. »
« E perché no? Sei una bellissima ragazza, Emma, ed è evidente che Killian è rimasto molto colpito da te, e tu da lui. »
« Ma no contessa, io non… »
Le parole della bionda vennero subito troncate sul nascere da un gesto della mano dell’anziana che la zittì all’istante.
« Non fa per te, Emma. Killian è un nobile, e quando un nobile brama qualcosa non ci mette molto a prendersela e a farla sua. »
« Con me non ci riuscirà, vedrete. Lo terrò a bada. » affermò la giovane con convinzione, ma Cora scosse la testa mettendo ancora una volta a tacere la ragazza.
« No Emma. Tu non devi tenerlo a bada, devi tenerlo lontano, il più lontano possibile. »
La bionda abbassò nuovamente lo sguardo verso terra sotto gli occhi della sua padrona. Quelle parole facevano dannatamente male, ma raccontavano la verità. Cora aveva ragione. Killian l’aveva colpita, molto, ma tutto ciò non poteva andare avanti. Il suo stato sociale non glielo permetteva, le negava quel sogno che a poco a poco stava cominciando a diventare realtà, una realtà che purtroppo non poteva essere tollerata.
« Lo dico per il bene di entrambi, Emma. Non lasciare che succeda. »


 
***



Il cavallo nero come la notte galoppava veloce portando con sé il ragazzo dai capelli scuri e lo sguardo ceruleo. Dietro di lui altri due cavalli restavano al passo facendo tremare la terra sotto i loro zoccoli.
Improvvisamente Killian arrestò la corsa di Roger mentre gli altri due lo affiancarono fermandosi a loro volta. Il cavallo del color della pece si tirò indietro sollevando leggermente le zampe anteriori e nitrendo sommessamente sollevando il suo cavaliere per poi ritornare con le zampe fisse a terra.
« Neal, cos’è che mi dicevi a proposito di Hearthford? » domandò il Capitano facendo voltare il cavallo per guardare il ragazzo in sella a uno degli altri due destrieri.
« Che molte piantagioni sono incolte, Signore. Inoltre i contadini producono solo ciò che è necessario per sé stessi, non pensando alle riserve di cibo per l’esercito o quelle da mandare al mercato. »
« Beh questo dimostra solo una cosa. » affermò David in sella all’altro cavallo dirigendo lo sguardo verso il conte Jones.
« Mio cognato è un imbecille, ma questa non è una novità. Si sapeva già da tempo. » concluse Killian dando un colpetto al fianco del cavallo. Quest’ultimo partì al galoppo e i due dietro di lui fecero lo stesso.
« Non capisco proprio come tua sorella possa aver sposato un individuo del genere. » urlò David per cercare di sorpassare il rumore degli zoccoli che battevano contro lo sterrato.
« Semplice, si è lasciata abbindolare dalla ricchezza. Un po’ come fanno tutte le donne. »
Appena conclusa la frase i suoi occhi indugiarono su un’ombra che tagliò di netto dei cespugli scomparendo dietro di essi. Era stata veloce, ma era comunque riuscito ad intravedere una folta chioma bionda. Fece rallentare il passo a Roger finché non si trovò ad andare a passo d’uomo.
« Signore, qualcosa non va? » domandò Neal con una strana espressione in volto.
« Precedetemi, io vi raggiungerò tra poco. » li informò cambiando subito direzione e spronando al galoppo il suo destriero.
« Conte, vi prego. Io non lo farei! » urlò Neal che aveva inteso le intenzioni del suo padrone, ma a niente valsero i suoi richiami.
« Che succede? Dove sta andando? » domandò David voltandosi a guardare lo stalliere.
« Si sta cacciando in un brutto pasticcio, ve lo dico io. »


 
***



Smontò da cavallo a pochi metri dalla piccola sorgente cristallina in mezzo alla foresta. Aveva seguito i suoi capelli biondi e il suo meraviglioso portamento, sembrava una farfalla dalle ali dorate che volava tra le fronde degli alberi, bella e delicata quanto irraggiungibile. Inaspettatamente si fermò, smontò da cavallo e si avvicinò alla sorgente d’acqua che creava un’insenatura naturale. Killian era dietro di lei, ma la ragazza non si era accorta della sua presenza. Aveva lasciato Roger qualche metro più indietro per evitare di essere visto. Il Capitano si nascose dietro un cespuglio, si chinò e lasciò che i suoi occhi blu mare osservassero la delicata figura della ragazza che veniva illuminata da quei rari raggi del sole.
Quanto era bella? Sembrava una statua di marmo, un angelo caduto in terra. Killian spostò con la mano le foglie che aveva davanti al viso per poter guardare meglio. Osservò la ragazza che in ginocchio di fronte alla fonte sfiorava con le dita la superficie dell’acqua, la accarezzava delicatamente formando dei cerchi concentrici. La luce che traspirava dagli alberi le illuminava in parte la chioma dorata raccolta in uno chignon e le ciglia, lunghe e folte che le incorniciavano gli occhi smeraldini. Killian si rese conto di star guardando la scena a bocca aperta, assolutamente perso in quel meraviglioso spettacolo di donna.
Emma si rialzò e inaspettatamente si portò le mani alla base della schiena cominciando a slacciare il fiocco che le teneva stretta la gonna. Quest’ultima cadde a terra mentre spostava nuovamente le dita sui lacci intrecciati del bustino bianco che le stringeva il seno. Delicatamente passò le dita tra quei fili ingarbugliati liberandosi anche di quell’impedimento. Il Capitano scivolò a terra mettendosi seduto, deglutì silenziosamente mentre i suoi occhi cominciarono a splendere non appena si posarono sull’incantevole corpo della ragazza, ora avvolto soltanto da una candida camicia bianca semitrasparente. Emma fece un passo avanti, poi un altro. Lentamente si immerse nelle acque della fonte reprimendo una risata divertita a causa del contatto troppo freddo che le fece venire i brividi.
Si portò le mani dietro la testa sfaldando lo chignon. I capelli biondi diventarono una lunga cascata di fili dorati che le solleticò la schiena entrando a contatto con l’acqua. Emma chiuse gli occhi gettandosi l’acqua fredda sul viso e sulle braccia. La candida camicia divenne fradicia e si appiccicò alla pelle non lasciando molto spazio all’immaginazione.
Killian le osservò le gambe, la pancia piatta, i seni prosperosi. Quasi in trance gli sfuggì un sorriso meravigliato, dischiuse le labbra ed inspirò impercettibilmente.
Cos’era il resto del mondo rispetto a ciò che aveva davanti? Che significato aveva? Nulla sembrava più avere senso, se non quella meravigliosa ninfa al centro della sorgente. Il tempo si fermò, il battito del suo cuore accelerò. Si portò una mano sul petto per ascoltare quel palpito che non accennava a diminuire. Da quanto tempo non si sentiva così? Da quanto non provava più una sensazione del genere? Credeva di saperlo, ma a dire il vero non avrebbe potuto paragonarla a quella del passato.
Il nitrito di Roger pose fine a quell’atmosfera perfetta. Killian si voltò di scatto verso il suo cavallo che aveva scelto il momento peggiore per attirare la sua attenzione. Sapendo che non sarebbe valso a nulla si mise comunque un dito davanti alla bocca intimando all’animale di fare silenzio. Ridacchiò divertito cercando di non farsi sentire, ma la voce della ragazza lo colpì dritto al cuore.
« Neal? Sei tu? » urlò la giovane in preda alla rabbia stringendosi le mani intorno ai seni. Killian si voltò e la vide nascondersi frettolosamente dietro un enorme masso ai piedi della sorgente.
« Ti ammazzo, Neal! Ti ho detto mille volte di non seguirmi! » urlò ancora una volta furibonda la ragazza.
Il Capitano strisciò verso il suo cavallo e con un salto ritornò in sella. Lo spronò subito al galoppo e quando l’animale ebbe eseguito l’ordine si lasciò alle spalle la sorgente d’acqua insieme a quella furibonda ma meravigliosa creatura.


 
***



Il suono dello schiaffo riecheggiò nella scuderia facendo spaventare i cavalli.
« Emma! Ma sei matta? Che diavolo ti è preso?! » urlò Neal portandosi il palmo sulla guancia rossa e dolorante.
« Adesso non cercare scuse Neal, dovresti solo vergognarti! » urlò a sua volta Emma con ancora la mano ferma a mezz’aria. Aveva i capelli fradici, così come i vestiti. Se li era rimessi addosso in fretta e furia ed era subito tornata alla mansione, ricolma di rabbia. Si voltò furente avviandosi verso l’uscita della scuderia ma lo stalliere la bloccò afferrandola per un braccio.
« Aspetta, aspetta. Parliamone. » disse cercando di arrivare ad un compromesso con la bionda.
« Di cosa vuoi parlare? Non è la prima volta che mi segui nel bosco, ma non avrei mai immaginato che potessi arrivare persino a spiarmi! » affermò la ragazza cercando di divincolarsi dalla sua stretta.
« Emma adesso calmati, non sono stato io. »
Quelle parole furono in grado di placare la ragazza che smise subito di muoversi.
« Era il Conte, l’ho visto con i miei occhi mentre ti seguiva nella foresta. »
Emma rimase pietrificata. Spalancò gli occhi e le pupille divennero quasi due punti impercettibili a causa della sorpresa.
« Killian? » domandò incredula.
Neal la lasciò andare e confermò con un movimento del capo.
« No, non è possibile. » disse Emma chiudendo gli occhi.
Nella sua mente riecheggiarono le parole della contessa, e mai come allora il suo avvertimento le sembrò più vero.
Non lasciare che accada.
« Non posso permettere che succeda. » affermò la ragazza allontanandosi da un Neal alquanto senza parole.
« Emma, ti senti bene? » domandò l’uomo preoccupato cercando di sfiorarle una guancia, ma la bionda evitò gentilmente quel contatto.
« Sì, non preoccuparti. Mi dispiace per lo schiaffo Neal, perdonami. »
Lo stalliere non fece in tempo a rispondere che la ragazza era già sparita.





Angolo Autrice
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Bentrovati con il nuovo capitolo! Finalmente fa la sua comparsa David e non potevo fare altro che renderlo uno dei migliori amici di Killian. Adoro il rapporto che hanno nella serie, soprattutto nelle ultimi stagioni in cui si sono avvicinati veramente tanto. Cora ha paura di quel che potrà succedere se il suo adorato figlio si innamorasse di una serva, puo' darsi che la sua famiglia possa cadere in rovina come è successo per Robin a causa del suo amore per Marian? Di certo non mancheranno gli ostacoli, soffro io stessa a creare così tanto angst per la mia otp ç_ç
Spero vi sia piaciuta la scena della fonte, personalmente adoro quella musica e per me ha reso la scena ancora più magica e piena di significato, e poi... Killian guardone x'D Ho intenzione di riprendere le scene più belle della serie tv Elisa di Rivombrosa ed adattarle per Emma e Killian, e questa era fra quelle ^^
Come sempre ringrazio tutti quelli che commentano e che seguono la mia storia. Ci risentiamo al prossimo capitolo!

Keepsaker
   
 
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