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Autore: elefiore    15/12/2015    0 recensioni
Saalve :)
Scusate, ma per via di un ransomware ho perso tutti i dati.. appena riesco a recuperare qualcosa o a trovare un po' di tempo per riscrivere tutto.. continuerò.. al più presto. A presto!
Dal primo capitolo:
"Sto morendo, vero?" Chiesi con voce debole
"No, va tutto bene. Hai solo perso molto sangue. Ecco, ho finito di bendarti. Torniamo a casa."
"Non puoi lasciare qui gente innocente. Porta in salvo loro, poi torna da me"
"Non ho intenzione di lasciarti.."
"È un ordine" lo interruppi "vai."
Mi guardò, preoccupato e contrariato, ma non poté far altro che ubbidire.
"Sissignora" e andò a soccorrere gli abitanti, salvandoli dalla morte.
Passarono pochi istanti prima che vedessi una figura davanti a me. Capii subito che non era Sean.
"Benvenuta nell'angolo della resa dei conti," mi disse ad un orecchio "Assassina"
Furono le ultime parole che sentii prima di perdere i sensi.

Mi dispiace ma la storia è interrotta a tempo indeterminato. Chiedo scusa a chi la ha seguita fino ad ora.
Genere: Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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“Sean, io...” la interruppi posando le labbra sulle sue.
Non rifiutò, anzi, dopo un primo istante di smarrimento mi strinse a sé.
Quando ci allontanammo, in un sussurro, disse:
“Ti amo.”
Ma poi aprii gli occhi.
 

Mi ritrovai disteso sul letto, con lo sguardo verso il soffitto.
Era già la terza volta di seguito che sognavo la stessa cosa, anche se ogni volta in modo diverso.
Non avevo più alcun dubbio su ciò che provavo per lei: come avrei potuto averne dopo quei sogni?
Guardai fuori dalla finestra, calcolando che mancavano ancora un paio d’ore all’alba, poi mi vestii, mi armai ed andai nel giardino.
Mi sdraiai sull’erba ad ammirare le stelle.
Ormai era quasi primavera, avrei potuto aspettare qualche settimana e dichiararmi a lei con un mazzo di fiori. No, troppo scontato. Avrei potuto baciarla senza dire nulla! No, no, mi avrebbe preso a pugni.
Se anche le avessi detto qualcosa, però, avrei probabilmente solo rovinato la nostra amicizia.
Sospirai.
La verità era che non la meritavo.
“Non meriti chi?”
Sobbalzai. Ero così perso nei miei pensieri che non l’avevo sentita arrivare.
Oh, cavolo.
“Non dirmi che l’ho detto ad alta voce.”
“Solo che non meriti qualcuno.. va tutto bene?”
“Sì, scusa.. non mi ero accorto che fossi qui.”
Rimase a guardarmi per qualche istante.
Ora o mai più.
“Senti, Lyah.. c’è.. una ragazza di cui sono innamorato.. ma non so se dichiararmi, temo si allontani da me..”
Inclinò appena la testa da un lato, sorridendo dolcemente.
“Sii te stesso e non potrà non capire. Magari non cercare di baciarla prima di essere sicuro che ricambi, però.”
Come immaginavo: mi avrebbe preso a pugni se l’avessi fatto.
“Sei sicura che funzionerà?”
“Nel peggiore dei casi, amici come prima.. no?”
Restammo in silenzio per qualche minuto, uno di fianco all’altra, fino a quando lei non lo interruppe alzandosi a sedere.
“Sono per caso io quella ragazza?”
Senza accorgermene arrossii.
“Beccato.” sorrisi, imbarazzato, alzando le spalle.
Scese su di noi uno strano silenzio, che spezzai dopo poco.
“Scusami, non avrei dovuto, fa’ finta che questa conversazione non sia-“
“Cosa trovi di bello in me?” m’interruppe “Perché ti sei innamorato?”
Ci pensai.
“Non c’è qualcosa di preciso. Sei abile, bella, intelligente, spiritosa.. non so, è tutto insieme. Semplicemente il fatto di essere tu.”
“Sean.. quello che provi.. Non so di preciso cosa sia, ma..” le sue guance si tinsero di rosa “è lo stesso che io provo per te.”
Quell’affermazione mi fece sentire davvero sollevato.
“Davvero?”
“Davvero” sorrise
La abbracciai e le posai un bacio sui capelli
“Ne sono felice”
Pronunciò il mio nome in un modo che mi fece pensare ai mille sogni che avevo fatto quella notte.
Le sfiorai le guance
“Sei magnifica, lo sai?”
Arrossì ed avvicinò il volto al mio
“Sean..”
“Non dire nulla.” Sussurrai, e poggiai le labbra sulle sue chiudendo gli occhi.
La strinsi a me. E se fosse stato un altro sogno?
No, non era un sogno.
Ci allontanammo di un soffio
“Dovremmo tornare nelle nostre stanze, gli altri potrebbero insospettirsi”
“Che ne dici di una sfida, piuttosto? Se vincerai ti darò un bacio” propose lei, invece
“E se non vincessi?”
“Uhm.. farai qualcosa che io vorrò.”
Ci pensai.
“Cos’ho da perdere? Ci sto!”
“Sicuro?”
“Sicuro!”
Si alzò in piedi dirigendosi verso il campo d’allenamento
“Uno prima della sfida?” chiesi, facendo il finto offeso
Mi baciò dolcemente, poi indietreggiò sorridendo e sguainò la spada.
“Ora fatti sotto!”
Iniziammo con attacchi regolari, uno io e uno lei, poi il nostro combattimento divenne sempre più impegnativo, eravamo perfettamente sincronizzati e nessuno dei due riusciva a prevalere sull’altro.
In poco tempo molti Assassini si radunarono attorno al campo, un po’ perché volevano allenarsi anche loro e un po’ per curiosità di vedere chi avrebbe vinto.
“Sei migliorato molto, Sean, davvero. Tempo fa non avresti resistito così a lungo” disse ad un tratto “ma c’è ancora una cosa da migliorare.”
“Ovvero?”
Solo allora mi accorsi che aveva abbassato la guardia e rinfoderato la spada.
Feci altrettanto, considerando l’incontro un pareggio.
“Ricorda che sono un’Assassina” disse, balzando nella mia direzione.
Colto alla sprovvista, non feci in tempo a fermarla e lei mi atterrò, puntandomi la Lama alla gola.
Quella ragazza era un genio.
“Ti ho battuto, Sean.. ti farò sapere!” e mi fece l’occhiolino con un mezzo sorriso sulle labbra.
“Alla prossima vincerò io.”
“Vedremo!”
Passai tutta la giornata ad allenarmi mentre lei dava dritte ai novizi e aiutava chi aveva bisogno.
Dopo cena annunciò che l’indomani gli Assassini dei livelli più alti, eccetto alcuni che sarebbero rimasti per addestrare gli altri per poi mandarli lì, sarebbero andati al fronte, lei compresa.
“Partiremo domattina. Ci fermeremo per la notte.”
 
Bussai alla porta di Lyah, che mi venne ad aprire dopo pochi istanti finendo di allacciare la semplice vestaglia che aveva addosso.
“Scusa l’attesa, mi stavo cambiando.. vieni, entra.”
Chiusi la porta alle mie spalle e mi sedetti sul letto accanto a lei.
“Perché sei qui?”
“Mi chiedevo perché tu abbia deciso di andare al fronte.”
“Non possiamo lasciar vincere i sudisti, mi sembra ovvio!”
“E Michael?”
Esitò.
“Me ne occuperò dopo, la guerra è più importante, ci andrebbero di mezzo più persone... e dobbiamo essere al fronte, non possiamo permetterci di attaccare direttamente i Templari.”
Annuii.
“Eri venuto qui per questo?”
“Per questo e per sapere quale fosse la mia pena per aver perso lo scontro.”
“Se avessi vinto avresti ricevuto un bacio ma, dato che ho vinto io... sarai tu a darne uno a me!”
Mi sfuggì una risatina intenerita
“Sei fantastica, Lyah.” Sussurrai carezzandole il viso, poi la tirai verso di me e poggiai le labbra sulle sue.
Quando ci allontanammo, anche se sapevo che nessuno dei due ne avrebbe mai avuto abbastanza, mi fece una domanda che mi spiazzò.
“Ti va di rimanere qui, stanotte?”
Non risposi subito, anzi, non risposi affatto.
Valutai tutte le opzioni, tutto ciò che sarebbe potuto accadere, e dovevo avere una faccia tra il terrorizzato e l’imbarazzato perché Lyah scoppiò a ridere.
“Dovresti vedere la tua faccia!” disse, cercando di darsi un contegno
Si schiarì la voce
“Non ti ho chiesto di dormire qui in quel senso. Soltanto dormire vicini.”
Finalmente riuscii a rilassarmi un po’.
“Potrà sembrarti strano, ma non.. insomma..”
“Anch’io credo sia presto, Sean, rilassati.”
Eppure mi sentii un po’ a disagio stando sdraiato accanto a lei con addosso solo la camicia e le braghe. Non credevo che veste e armatura potessero infondermi tanta sicurezza.
Poggiò la testa sul mio braccio e si strinse a me mentre le carezzavo i capelli.
“Mi sento strana” sussurrò dopo qualche minuto “Questa situazione è strana.”
Sorrisi appena posandole un bacio sulla fronte.
“È strana, ma mi piace. Mi piace che tu sia tra le mie braccia. Mi piaci tu.”
Alzò la testa per far incontrare le nostre labbra.
“Anche a me piaci tu. E stare tra le tue braccia. Era tanto che non stavo così bene, sai?”
Ora fui io a baciarla.
“Ne sono felice”
Le nostre labbra s’incontrarono di nuovo, più a lungo, gradualmente in modo più approfondito.
Le carezzai il viso, i capelli, la schiena. La strinsi a me e la sentii incrociare le gambe alle mie, le sue mani che correvano lungo il mio petto.
Lentamente tornammo a rallentare il susseguirsi di baci e carezze, senza più fiato, fino a tornare a baciarci con delicatezza e dolcezza, le mie mani tra i suoi capelli.
Sorridemmo entrambi.
“Buonanotte, Sean”
“Buonanotte, Lyah.”

Mi svegliai con il suo volto ad un soffio dal mio e dovetti reprimere l’impulso di baciarla.
Lei però non lo fece quando aprì gli occhi qualche minuto dopo.
“Buongiorno” mugolò, assonnata
Sorrisi
“Buongiorno”
“È tanto che sei sveglio?”
“No, non molto”
Rimanemmo così qualche minuto a guardarci e scambiarci qualche piccolo bacio ogni tanto, poi ci decidemmo ad alzarci.
Mi sistemai in un attimo, preoccupato soprattutto di coprire il tipico “problemino” della mattina, poi la baciai e tornai nella mia stanza per lasciarle il tempo di cambiarsi.
“Forza, ragazzi, sveglia! Avete mezz’ora per prepararvi, poi me ne vado con o senza di voi!” sentii Lyah dire a gran voce poco dopo.
Uscii immediatamente, pronto.
“Buongiorno, Sean” mi salutò
“Come stai? Tutto bene?”
Mi baciò
“Lo prendo per un sì” dissi, sorridendo “Credevo potesse essere successo qualcosa in tutto questo tempo!”
Anche lei sorrise
Appena il gruppo fu pronto, ci dirigemmo verso il fronte, fermandoci solo per pranzare, finché non iniziò ad imbrunire. Montammo delle tende e ci ritirammo a coppie, eccezion fatta per Lyah, un po’ perché era l’unica femmina del gruppo ed un po’ perché era il Maestro.
Peccato non poter fare come la notte scorsa.
Ci scambiammo solo un lieve bacio prima di andare a dormire.


Sentii un fruscio ed aprii gli occhi di scatto, prendendo il pugnale.
C’era forse qualcuno?
Mi guardai intorno, in ascolto, ma nulla si mosse, quindi tornai a rilassarmi.
Qualcosa non andava, ma cosa?
Appena chiusi gli occhi lo capii: qualcuno mi coprì la bocca con una mano e avvicinò qualcosa al mio naso. Un’erba soporifera, riconoscevo l’odore.
Trattenni il respiro e finsi di perdere i sensi, così lui mi legò le braccia dietro alla schiena, mi prese in braccio e mi portò fuori dalla tenda.
Grosso errore non coprirmi la bocca.
Una volta usciti, mi dimenai fino a cadere, gridando e tentando invano di liberarmi.
Mi coprì le labbra in un attimo, immobilizzandomi poi del tutto.
“Sei solo una stupida! Se mi avessi lasciato fare saresti diventata ricca e felice!”
“E tu” chiese Sean, raggiungendoci, “renderesti felice una donna privandola della sua libertà?”
“Non è mai stata libera. È fuggita dal suo padrone anni fa, ora lui la vuole indietro.”
“Non è un oggetto!”
“È una schiava.”
Era una cosa che non avevo mai detto a nessuno..
Pensai all’uomo a cui ero stata venduta a cinque anni.
Per tredici lunghissimi anni mi aveva trattata come una sgualdrina, mi aveva costretta ad entrare a far parte delle ragazze del bordello. Non volevo tornare da lui. Non volevo essere di nuovo la sua schiava.
Non volevo nemmeno ricordare.
“Ma come, non gliene hai mai parlato, Elizabeth?”
“Elizabeth?” ripeté Sean, sorpreso e confuso
“Non hai nemmeno detto loro il tuo vero nome?”
Mi sfiorò il collo con le labbra
“Avrai una bella punizione per questo..”
Istintivamente strinsi le gambe l’una all’altra. Era l’unica cosa a cui potesse pensare.
“Vuoi dirmi qualcosa?”
Annuii e quando tolse la mano gli dissi: “Sei solo un verme, non pensi ad altro che all’attrazione fisica!”
“È il mio lavoro, tesoro, sono a capo del bordello, ricordi?”
“Non chiamarmi in quel modo, figlio d’un cane!”
Mi prese per il collo con forza e guardò Sean.
“Devi vedere la sua faccia!” disse, e mi costrinse a spostare lo sguardo su di lui
Desiderai non averlo fatto, desiderai sparire per sempre. Nei suoi occhi leggevo tristezza, dubbio, ira ed una gran delusione. Mi sentii... sola. E stupida.
Senza accorgermene avevo iniziato a piangere.
“Perché non mi hai mai detto nulla?” chiese “In sette anni non me ne hai mai nemmeno accennato.”
“Non è facile parlar di certe cose, Sean.. Raphael.. lui era nulla in confronto al mio.. padrone” dissi quest’ultima parola con fatica “.. lui uccideva chiunque lo intralciasse, faceva sua e schiavizzava qualunque bella donna o ragazza trovasse.. I miei genitori mi avevano venduta a lui perché non potevano mantenermi, e io.. io mi rifiutavo di fare ciò che diceva, minavo la sua autorità.. e lui mi picchiava, giocava col mio corpo.. fino a quando io ed altre ragazze abbiamo cercato di fuggire. Cercato perché.. perché sono morte tutte... Tutte tranne me.”
Abbassai lo sguardo: non avevo coraggio di guardare i miei fratelli in faccia. Forse non mi consideravano più nemmeno una di loro, forse mi avrebbero giustiziata come una traditrice.
Sentii una pistola caricarsi.
“Allontanati da lei.”
Alzai lo sguardo su Sean.
Si fidava ancora?! Davvero?!
“Calma, amico, voglio solo riportarla dove dovrebbe stare.”
“Ho detto: allontanati da lei.”
“Non sparare, ragazzo, te ne pentiresti.”
“Allontanati da lei, è l’ultima volta che te lo dico.”
L’uomo guardò un punto davanti a lui.
“Parli troppo” commentò, poi estrasse il pugnale e mi tagliò una ciocca di capelli “Questa la porto a lui, Elizabeth, ma ci rivedremo. Hai la mia parola.” disse, e sparì tra le ombre degli alberi.
“Occupatevi voi di lei” fece allora Sean, voltandosi “Io non voglio saperne nulla.”
Un Assassino si avvicinò a me per liberarmi le braccia.
“Sean, è il nostro Maestro!” disse
“Non più, per me.”
“Sean” dissi prima di alzarmi in piedi “non puoi trattarmi così dopo che ti ho detto cosa mi è successo!”
“Non provo pietà per i traditori.”
Quella frase mi fece più male di una spada nel petto.
“Perché non hai lasciato che mi portasse via?” gli chiesi, distrutta, “Perché?”
Mi guardò negli occhi, mostrandomi un’ira che non credevo fosse possibile provare in una sola volta.
“Volevo vedere che faccia avresti fatto quando i avrei detto che ora per te non provo altro che disprezzo.”
Quella frase.. mi rimbombava nella testa, non riuscivo a scacciarla.
“Non.. Non-“
“Non cosa? Mi hai tenuto nascosta quasi ogni cosa, del tuo passato. Perché? Non ti fidavi abbastanza?”
Per te non provo altro che disprezzo.
“Sean..” esitai, poi abbassai lo sguardo, incapace di sostenere il suo “Ho preso una decisione. Assumi tu il comando, sei tu il nuovo Maestro.”
Gli altri si stupirono
“Non puoi farlo” esclamò quello di loro che mi aveva liberata
“L’ho già fatto.” Alzai di nuovo lo sguardo, ma verso quel ragazzo.
Presi un respiro profondo.
“Lascio la Confraternita.”
“Cosa?! Solo per un litigio?”
“Sean è l’unico motivo per cui io sono rimasta nella Confraternita fino ad ora. Non ne ho più motivo.”
“Senti, Lyah.. o Elizabeth, o come diamine ti vuoi far chiamare, non cercare di prendermi per pena. Se vuoi andare, vai.”
“Non mi fermerai?” chiesi, spostando di nuovo lo sguardo su di lui
“No.”
“Bene.”
Mi voltai in modo da non mostrargli le lacrime che mi rigavano il viso.
“In ogni caso ho abbandonato il nome di Elizabeth a diciott’anni, quando sono fuggita.”
Andai nella mia tenda a prendere le poche cose che avevo.
“Da quel giorno il mio nome è Lyah.” Conclusi, e m’incamminai verso la foresta.
Al diavolo Michael, al diavolo i Templari e al diavolo gli Assassini.
Addio, Sean.
 

EDIT

Mi scuso per gli errori grammaticali qua e là e perché aggiorno in modo irregolare.. mi dispiace davvero!
Per qualunque cosa mandatemi un messaggio o lasciate una recensione, sarò felice di chiarire i vostri dubbi!
Grazie di essere arrivati fin qui.
Eleonora
  
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