Note
dell’autrice: oh, finalmente rieccomi qua (o no?), pronta per scrivere un altro
capitolo. Allora, prima di cominciare, ho un paio di comunicazioni per voi: la
prima arriva dai media, che annunciano l’uscita a novembre di un nuovo film su
Sherlock Holmes con Robert Downey jr. (Iron man) e Jude Law; la seconda invece
arriva dalla carissima Tensi, la quale, durante uno scambio di mail, mi ha detto
che, probabilmente, nel 2012 uscirà un sequel di Basil, sottoforma di cross-over
con altri cartoni Disney (Tensi, correggimi se sbaglio). Io lo spero
sinceramente.
Un’ultima
cosa prima di cominciare:
ANGOLO
DELLE RECENSIONI:
TENSI:
Già, veramente una bella botta. Grazie per i complimenti, spero che questo ti
faccia trattenere il fiato ancora di più (non mi morire però eh? Mi
raccomando).
Spero
di non aver tardato troppo e spero che continuerai a seguirmi.
GIULYCHAN:
Già, tutto sommato bisogna essere un po’ grati a Rattigan, no? Senza di lui che
incombe, col cavolo che si dichiaravano. Comunque chi ti dice che sia riuscito a
svignarsela? Basil è svenuto, questo è vero, ma Cornelia è ancora sveglia, così
come Topson e gli altri. Chissà cosa succederà?
ASHLEY
SNAPE: Addirittura tra i preferiti? Wow, mi sento onorata. Anch’io adoro Basil
e, benché non avessi amici che lo apprezzavano tanto quanto me, in compenso, da
piccola, avevo una zia e una sorellina che giocavano sempre con me (io ero
Basil, mia sorella Olivia e mia zia Rattigan): che risate che ci facevamo! Vedi
che non sei l’unica pazza? Come avrai letto nell’introduzione, probabilmente ci
sarà il due, ma se così non fosse sai che c’è? Facciamo una bella petizione e la
spediamo alla Disney: del resto è o no il primo cartone in cui è stata usata la
tecnologia del computer?
Ok,
grazie per i commenti, mi ha fatto piacere (un’ultima domanda: chi interpreta la
tua amica? Topson?)
HIKARY:
Addirittura sciolta? Wow, sono contenta. Io che di solito sono una fredda
insensibile (testuali parole dei miei familiari) riesco a farti sciogliere. E’
un traguardo.
Ti
perdono per questa volta, ma non ti azzardare a scambiare Webber con uno del
Grande Fratello ok? Ti dirò, la scena della risata l’ho ripresa più che altro
dal momento in cui sono legati alla trappola e lui decide di far saltare il
meccanismo.
Spero
che il capitolo ti piaccia.
Bene,
direi che possiamo cominciare: Calliope, vedi di darti ‘na mossa perché ho
bisogno di un po’ d’ispirazione (lo so che è la Musa della poesia, ma a chi
dovevo chiedere, a Conan Doyle? Beh, potrebbe essere un’idea).
Buona
lettura
Capitolo
9
Basil
cadde malamente a terra, avvolto nel drappo dorato e l'ultima cosa che sentì, fu
qualcuno che gridava il suo nome, poi tutto divenne buio.
Lo
vide sbattere contro la colonna, impigliarsi nel drappo e cadere a terra. Lo
vide sollevare leggermente la testa, per poi farla ricadere pesante a
terra.
“BASIL!!!”
gridò Cornelia, ma lui non rispose: era quasi sicuramente svenuto.
La
ragazza guardò la sua forma accasciata a terra con le lacrime agli occhi.
Provava paura, ma non per sé stessa, nonostante fosse ancora intrappolata tra le
braccia di Rattigan, bensì per il detective: quanto grave poteva essere la sua
ferita? Vide Topson correre verso l’amico e controllare le sue condizioni, ma
non riuscì a capire l’esito della sua indagine, perché il ratto la fece voltare
prendendole il mento con la mano e dicendole:
“Cosa
fai ora? Piangi? Non devi essere triste per quello smidollato, non fa per te.”
Ridacchiò alla vista del suo operato.
Quelle
parole risvegliarono qualcosa in lei. La paura cominciò a fare spazio ad un
sentimento più grande e più terribile, un sentimento con il quale una donna
diventa più forte di un uomo, con il quale anche il più grande dei problemi può
essere superato: la rabbia.
“Non
osare chiamarlo così, chiaro? Tu non sei nemmeno la metà di lui!!”
“Ah
no, così non va bene. Ti ricordo che sei in mio potere a quasi venti metri da
terra. Potrei anche decidere di lasciarti andare lo sai?”
Cornelia
guardò giù. Effettivamente erano molto in alto. Non soffriva di vertigini, ma
l’altezza, mista al continuo movimento rotatorio, le fece girare la testa. La
vista le si annebbiava quando, improvvisamente, qualcosa catturò la sua
attenzione: l’enorme lampadario. Era un’idea folle, senza speranza, ma l’unica
che avesse.
“Cosa
c’è ancora, mia cara?” la voce di Rattigan la risvegliò dai suoi pensieri “Non
vuoi concedermi questo vorticoso ballo?” le chiese un po’
maliziosamente.
Lei
lo guardò e sorrise prima di rispondere:
“Sai,
mio caro, ora come ora l’unico ballo
che potrei concederti è una Toccata e Fuga.”
“Ah
davvero? E in che senso?” le domandò lui, guardandola un po’
confuso.
I
due si trovavano nuovamente vicino al lampadario e la ragazza aveva pochi
secondi per agire.
“Così”
rispose “Toccata…” e gli sferrò una ginocchiata tra le gambe “…e Fuga, bye bye.”
Detto questo, si arrampicò sulle spalle di Rattigan, ancora paralizzato da
dolore e spiccò un salto verso il lampadario con tutte le sue forze.
La
sala trattenne il fiato e Cornelia con essa. Stava per riuscire ad afferrare uno
dei bracci del lampadario quando Rattigan si riscosse e afferrò il vestito e….
STRAAAAAP!!!!!!!
Il
rumore dello strappo fu fortissimo. Rattigan si trovò con la candida gonna della
ragazza in mano. Guardò rapidamente prima il pezzo di stoffa, poi lei, poi il
pezzo di stoffa, poi lei, che intanto era riuscita ad arrampicarsi sul
lampadario, sotto gli occhi un po’ meravigliati, un po’ indignati del resto
della sala.
Lo
stupore fu però ancora più grande perché…
“Tu
porti i…pantaloni?” boccheggiò Rattigan guardandola dalla ragnatela ed
esprimendo il pensiero di tutti i presenti.
Lei
guardò prima lui, poi il resto della sala, poi i suoi aderenti pantaloni
bianchi, il cui bordo era chiuso dentro un paio di eleganti stivali bianchi alti
con un po’ di tacco, poi riportò il suo sguardo su di lui.
“Beh,
cosa c’è, forse non mi stanno bene?” chiese, con un po’ di faccia tosta: la
situazione era effettivamente molto imbarazzante.
Rattigan
la guardò a bocca aperta annuendo meccanicamente: quante sorprese gli riservava
ancora quella? Prima aveva fatto un salto di tre metri ad un’altezza di venti,
poi le scopriva dei pantaloni addosso. Ma che diavolo le avevano fatto in
Europa?
Vabbè
che aveva sempre praticato sport maschili e spesso si era trovata a portare
degli abiti maschili (come nel caso della scherma), ma che li portasse anche
nella vita di tutti i giorni… questo era veramente strano.
“Ma…perché….?”
Gli uscì solamente questo dalla bocca.
“
Uff, perché ci deve essere una ragione precisa?” gli rispose lei, un po’
sprezzante.
“Comunque
se lo vuoi sapere, ci sono almeno tre motivi: primo,
pensavo
che mi sarebbero serviti in caso tu fossi arrivato; secondo,
dammi
una buona spiegazione, a parte le buone maniere, per cui una donna non se li
potrebbe mettere; terzo, sono troppo comodi.”
Rattigan
era rimasto senza parole, troppo stupito per parlare, così come il resto della
sala.
Cornelia
decise di sfruttare quel momento e, prima che Rattigan si svegliasse e provasse
a saltare anche lui sul lampadario.
Cavò
un fazzoletto da una tasca, lo fece passare sopra uno dei drappi che
congiungevano il lampadario ad una delle colonne, lo afferrò bene e cominciò a
scivolare verso la colonna.
Sembrava
filare tutto liscio, ma Rattigan, vedendo la sua preda che gli sfuggiva, decise
di agire. Afferrò il pugnale che teneva nella tasca interna della giacca, prese
la mira e lo scagliò verso il capo annodato alla colonna.
La
stoffa si strappò e Cornelia si sentì cadere nel vuoto. Senza pensarci troppo
su, afferrò la stoffa su cui scivolava fino a pochi secondi prima e cominciò ad
arrotolarsela intorno al polso destro, come aveva sempre visto fare dalle grandi
equilibriste circensi. Sapeva bene di non essere lei stessa un’artista di quel
genere, ma non aveva altre possibilità.
La
stretta attorno al suo polso aumentava… aumentava… finché….
Crack!!!!
A
stento riuscì a trattenere un gridò quando il polso le schioccò, slogandosi.
La
tortura durò ancora pochi secondi che parvero essere eterni. Quando i piedi le
toccarono terra, cadde in ginocchio, afferrandosi il polso e digrignando i
denti.
Accidenti
se faceva male!!! Pulsava come un martello. Chissà quante volte se lo erano
slogato le ragazze che aveva tanto ammirato al Circo. Loro però avevano sempre
perseverato per imparare quell’arte così terribile e stupenda, e così doveva
fare lei se voleva salvare la sua vita e quella dei suoi amici.
Un
rumore, un sibilo quasi impercettibile alle sue spalle. Si rotolò via appena in
tempo, prima che Rattigan la afferrasse con le sue zampacce.
Altro
che finita, la sfida era appena ricominciata.
Lo
vide ricompiere il giro della sala a tutta velocità, sempre legato a quel
benedetto filo di ragnatela.
Si
rialzò, tenendosi il polso stretto al busto, e corse verso le colonne. Riuscì
appena in tempo a nascondersi dietro una di esse, dato che sentì il fruscio di
una delle zampe del nemico sfiorarle i capelli.
Si
appoggiò alla colonna per riprendere fiato e valutare la situazione. Nella sala
la gente urlava: diamine, non sapevano fare altro quelli!! Eppure c’era un altro
rumore che sembrava come un clangore di… spade. Guardò al di là della colonna e
vide una cosa che la sorprese, ma che avrebbe dovuto aspettarsi: la sala era
piena di scagnozzi di Rattigan, che stavano mettendo a dura prova le guardie.
Facendo vagare ancora lo sguardo per la sala, cercò di individuare la colonna
contro cui aveva sbattuto Basil: la vide, proprio dalla parte opposta della
sala. Aveva pochi secondi prima che Rattigan ricompisse il suo giro, così si
decise ad uscire dal suo nascondiglio e a buttarsi sotto un tavolo poco
lontano.
Sempre
con il polso stretto al petto, corse disperatamente verso la sua meta e la
raggiunse di nuovo per una questione di attimi, prima che Rattigan la
ricatturasse.
Balzò
sotto il tavolo e si mise a camminarci a gattoni, lanciando ogni tanto
un’occhiata fuori, per capire dove stesse andando.
“Cornelia!!!
Che sorpresa!! Allora sei riuscita a scappare?”
Una
voce la sorprese e la ragazza si trovò faccia a faccia con Lionel, Owen, Jerome
e Rudyard.
“Ragazzi!!
Ma che ci fate qui?” chiese lei sorpresa
“Come
che ci facciamo?! Ci nascondiamo, mi pare ovvio” le rispose Rudyard.
“Bontà
divina!!! Cornelia, ma tu porti i pantaloni!!!” esclamò Owen.
“Già,
non trovi che mi donino?” rispose lei sarcastica “Ora, se non avete altre
domande cretine da pormi, vogliate scusarmi ma devo andare.”
Concluse.
“No,
resta con noi. Qui è più sicuro.” La implorò Jerome.
“Sentite,
non c’è un solo angolo sicuro in tutta Londra, quando Rattigan è in libertà.”
Replicò lei “Ci sono persone in questa sala che rischierebbero la vita per me.
Ci sono persone che ho appena ritrovato. Non le posso perdere. Devo fare
qualcosa e non potrò se me ne starò qui sotto rintanata come un
coniglio.”
“Con
quel polso?” le chiese Lionel, che aveva notato la strana angolazione
dell’arto.
“Anche
con una mano tagliata. Ora, vogliate scusarmi.” Tagliò corto lei, prima di
proseguire la sua gattonata sotto i tavoli.
“Sapete”
disse Owen “credo che non abbia tutti i torti.”
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Continuò
a gattonare sotto i tavoli, tenendo la sua mente concentrata sulla colonna che doveva raggiungere. Doveva fare in
fretta se non voleva che Rattigan….
Che
stupida!!! La sua mente era
talmente concentrata su Basil che si era scordata che quel pazzo era ancora in
circolazione. Non poteva neanche sperare che se ne fosse rimasto appeso alla
ragnatela, sicuramente era sceso e ora magari stava andando verso lo stesso suo
obiettivo: il detective svenuto.
Decise
di fare l’unica cosa sensata che le venne in mente in quel momento: prese un bel
respiro ed uscì da sotto il tavolo.
Rimase
ferma per un attimo a guardarsi intorno, per capire un po’ com’era la
situazione. Dappertutto le lotte infuriavano: gente che si prendeva a pugni, o
che combatteva con le spade. La ressa era tale che le parve di essere di nuovo
in quel pub in Germania in cui….
Scosse
la testa, doveva restare concentrata sul presente, non sulle gozzoviglie
passate.
Volse
lo sguardo verso la colonna che aveva precedentemente suscitato il suo interesse
e vide che i suoi peggiori sospetti erano fondati: Rattigan si stava
pericolosamente a Basil con qualcosa di scintillante in mano, forse un pugnale o
una spada, mentre tre dei suoi scagnozzi tenevano fermo Topson. Doveva fare
qualcosa e subito.
Con
la coda dell’occhio, vide un calice che sembrava esserle spuntato davanti come
uno dei cofanetti magici di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Lo
afferrò con la mano sinistra e si preparò a scagliarlo, pregando con tutto il
cuore che, anche se tirando con la sinistra, il suo colpo non
fallisse.
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Era
suo, finalmente.
Era
lì, inerme, davanti a lui.
Strinse
con più forza l’elsa del pugnale nella mano.
Quanto
aveva atteso quel momento.
“Vigliacco!!!!”
gli urlò qualcuno da dietro, presumibilmente Topson.
Beh,
a sua difesa poteva dire di non essere un ipocrita: agiva sempre nel buio,
circondato da fedeli alleati, tutte cose che, effettivamente, sono un po’ da
vigliacchi ma, che ci poteva fare? Lui era così, lo era sempre stato.
Perché
al mondo non poteva andare bene? Perché Basil continuava a mettergli i bastoni
tra le ruote? Ma ora tutto stava per cambiare, solo pochi istanti ed il suo
regno sarebbe cominciato, senza più nemici ad ostacolarlo.
Vide
Basil cominciare a muoversi e decise di affrettare le cose:
“Finalmente
ci siamo eh? Al capolinea. Non puoi sfuggirmi Basil e questa volta per davvero.
Sai, non pensavo che Cornelia ti avrebbe abbandonato così, ma del resto, credo
di averla spaventata a morte. Non temere comunque. Quando tu non ci sarai più,
la prenderò con me e avrò cura di lei. ADDIO BASIL DI BAKER
STREET!!”
Dopo
queste parole sollevò l’arma e…..
FINE
DEL CAPITOLO
MUAHAHAHA
Mi sento cattivissima a stoppare
qui il capitolo, ma avevo paura che, a farlo troppo lungo, poi vi venisse a
noia. Magari però lo faccio sotto l’influsso di quel meraviglioso thriller a cui
mi sto appassionando: Criminal minds. Non è stupendo?
La
storia è bellissima, ma soprattutto c’è Matthew Gray Gubler.
Va
bene, dopo questo sclero passiamo alle cose serie: cosa succederà a Basil? Si
salverà? E Cornelia?
Aspetto
le vostre recensioni.
Un
abbraccio ed un bacione
Bebbe5