Film > Basil l'Investigatopo
Segui la storia  |       
Autore: Bebbe5    06/03/2009    4 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note dell’autrice: oh, finalmente rieccomi qua (o no?), pronta per scrivere un altro capitolo. Allora, prima di cominciare, ho un paio di comunicazioni per voi: la prima arriva dai media, che annunciano l’uscita a novembre di un nuovo film su Sherlock Holmes con Robert Downey jr. (Iron man) e Jude Law; la seconda invece arriva dalla carissima Tensi, la quale, durante uno scambio di mail, mi ha detto che, probabilmente, nel 2012 uscirà un sequel di Basil, sottoforma di cross-over con altri cartoni Disney (Tensi, correggimi se sbaglio). Io lo spero sinceramente.

Un’ultima cosa prima di cominciare:

 

ANGOLO DELLE RECENSIONI:

 

TENSI: Già, veramente una bella botta. Grazie per i complimenti, spero che questo ti faccia trattenere il fiato ancora di più (non mi morire però eh? Mi raccomando).

Spero di non aver tardato troppo e spero che continuerai a seguirmi.

 

GIULYCHAN: Già, tutto sommato bisogna essere un po’ grati a Rattigan, no? Senza di lui che incombe, col cavolo che si dichiaravano. Comunque chi ti dice che sia riuscito a svignarsela? Basil è svenuto, questo è vero, ma Cornelia è ancora sveglia, così come Topson e gli altri. Chissà cosa succederà?

 

ASHLEY SNAPE: Addirittura tra i preferiti? Wow, mi sento onorata. Anch’io adoro Basil e, benché non avessi amici che lo apprezzavano tanto quanto me, in compenso, da piccola, avevo una zia e una sorellina che giocavano sempre con me (io ero Basil, mia sorella Olivia e mia zia Rattigan): che risate che ci facevamo! Vedi che non sei l’unica pazza? Come avrai letto nell’introduzione, probabilmente ci sarà il due, ma se così non fosse sai che c’è? Facciamo una bella petizione e la spediamo alla Disney: del resto è o no il primo cartone in cui è stata usata la tecnologia del computer?

Ok, grazie per i commenti, mi ha fatto piacere (un’ultima domanda: chi interpreta la tua amica? Topson?)

 

HIKARY: Addirittura sciolta? Wow, sono contenta. Io che di solito sono una fredda insensibile (testuali parole dei miei familiari) riesco a farti sciogliere. E’ un traguardo.

Ti perdono per questa volta, ma non ti azzardare a scambiare Webber con uno del Grande Fratello ok? Ti dirò, la scena della risata l’ho ripresa più che altro dal momento in cui sono legati alla trappola e lui decide di far saltare il meccanismo.

Spero che il capitolo ti piaccia.

 

 

 

Bene, direi che possiamo cominciare: Calliope, vedi di darti ‘na mossa perché ho bisogno di un po’ d’ispirazione (lo so che è la Musa della poesia, ma a chi dovevo chiedere, a Conan Doyle? Beh, potrebbe essere un’idea).

Buona lettura

 

Capitolo 9

 

Basil cadde malamente a terra, avvolto nel drappo dorato e l'ultima cosa che sentì, fu qualcuno che gridava il suo nome, poi tutto divenne buio.

 

Lo vide sbattere contro la colonna, impigliarsi nel drappo e cadere a terra. Lo vide sollevare leggermente la testa, per poi farla ricadere pesante a terra.

 

“BASIL!!!” gridò Cornelia, ma lui non rispose: era quasi sicuramente svenuto.

La ragazza guardò la sua forma accasciata a terra con le lacrime agli occhi. Provava paura, ma non per sé stessa, nonostante fosse ancora intrappolata tra le braccia di Rattigan, bensì per il detective: quanto grave poteva essere la sua ferita? Vide Topson correre verso l’amico e controllare le sue condizioni, ma non riuscì a capire l’esito della sua indagine, perché il ratto la fece voltare prendendole il mento con la mano e dicendole:

 

“Cosa fai ora? Piangi? Non devi essere triste per quello smidollato, non fa per te.” Ridacchiò alla vista del suo operato.

 

Quelle parole risvegliarono qualcosa in lei. La paura cominciò a fare spazio ad un sentimento più grande e più terribile, un sentimento con il quale una donna diventa più forte di un uomo, con il quale anche il più grande dei problemi può essere superato: la rabbia.

 

“Non osare chiamarlo così, chiaro? Tu non sei nemmeno la metà di lui!!”

 

“Ah no, così non va bene. Ti ricordo che sei in mio potere a quasi venti metri da terra. Potrei anche decidere di lasciarti andare lo sai?”

 

Cornelia guardò giù. Effettivamente erano molto in alto. Non soffriva di vertigini, ma l’altezza, mista al continuo movimento rotatorio, le fece girare la testa. La vista le si annebbiava quando, improvvisamente, qualcosa catturò la sua attenzione: l’enorme lampadario. Era un’idea folle, senza speranza, ma l’unica che avesse.

 

“Cosa c’è ancora, mia cara?” la voce di Rattigan la risvegliò dai suoi pensieri “Non vuoi concedermi questo vorticoso ballo?” le chiese un po’ maliziosamente.

 

Lei lo guardò e sorrise prima di rispondere:

 

“Sai, mio caro, ora come ora l’unico ballo che potrei concederti è una Toccata e Fuga.”

 

“Ah davvero? E in che senso?” le domandò lui, guardandola un po’ confuso.

 

I due si trovavano nuovamente vicino al lampadario e la ragazza aveva pochi secondi per agire.

 

“Così” rispose “Toccata…” e gli sferrò una ginocchiata tra le gambe “…e Fuga, bye bye.” Detto questo, si arrampicò sulle spalle di Rattigan, ancora paralizzato da dolore e spiccò un salto verso il lampadario con tutte le sue forze.

 

La sala trattenne il fiato e Cornelia con essa. Stava per riuscire ad afferrare uno dei bracci del lampadario quando Rattigan si riscosse e afferrò il vestito e….

 

STRAAAAAP!!!!!!!

 

Il rumore dello strappo fu fortissimo. Rattigan si trovò con la candida gonna della ragazza in mano. Guardò rapidamente prima il pezzo di stoffa, poi lei, poi il pezzo di stoffa, poi lei, che intanto era riuscita ad arrampicarsi sul lampadario, sotto gli occhi un po’ meravigliati, un po’ indignati del resto della sala.

 

Lo stupore fu però ancora più grande perché…

 

“Tu porti i…pantaloni?” boccheggiò Rattigan guardandola dalla ragnatela ed esprimendo il pensiero di tutti i presenti.

 

Lei guardò prima lui, poi il resto della sala, poi i suoi aderenti pantaloni bianchi, il cui bordo era chiuso dentro un paio di eleganti stivali bianchi alti con un po’ di tacco, poi riportò il suo sguardo su di lui.

 

“Beh, cosa c’è, forse non mi stanno bene?” chiese, con un po’ di faccia tosta: la situazione era effettivamente molto imbarazzante.

 

Rattigan la guardò a bocca aperta annuendo meccanicamente: quante sorprese gli riservava ancora quella? Prima aveva fatto un salto di tre metri ad un’altezza di venti, poi le scopriva dei pantaloni addosso. Ma che diavolo le avevano fatto in Europa?

Vabbè che aveva sempre praticato sport maschili e spesso si era trovata a portare degli abiti maschili (come nel caso della scherma), ma che li portasse anche nella vita di tutti i giorni… questo era veramente strano.

 

“Ma…perché….?” Gli uscì solamente questo dalla bocca.

 

“ Uff, perché ci deve essere una ragione precisa?” gli rispose lei, un po’ sprezzante.

“Comunque se lo vuoi sapere, ci sono almeno tre motivi: primo,  pensavo che mi sarebbero serviti in caso tu fossi arrivato; secondo,  dammi una buona spiegazione, a parte le buone maniere, per cui una donna non se li potrebbe mettere; terzo, sono troppo comodi.”

 

 

Rattigan era rimasto senza parole, troppo stupito per parlare, così come il resto della sala.

Cornelia decise di sfruttare quel momento e, prima che Rattigan si svegliasse e provasse a saltare anche lui sul lampadario.

Cavò un fazzoletto da una tasca, lo fece passare sopra uno dei drappi che congiungevano il lampadario ad una delle colonne, lo afferrò bene e cominciò a scivolare verso la colonna.

Sembrava filare tutto liscio, ma Rattigan, vedendo la sua preda che gli sfuggiva, decise di agire. Afferrò il pugnale che teneva nella tasca interna della giacca, prese la mira e lo scagliò verso il capo annodato alla colonna.

La stoffa si strappò e Cornelia si sentì cadere nel vuoto. Senza pensarci troppo su, afferrò la stoffa su cui scivolava fino a pochi secondi prima e cominciò ad arrotolarsela intorno al polso destro, come aveva sempre visto fare dalle grandi equilibriste circensi. Sapeva bene di non essere lei stessa un’artista di quel genere, ma non aveva altre possibilità.

La stretta attorno al suo polso aumentava… aumentava… finché….

 

Crack!!!!

 

A stento riuscì a trattenere un gridò quando il polso le schioccò, slogandosi.

La tortura durò ancora pochi secondi che parvero essere eterni. Quando i piedi le toccarono terra, cadde in ginocchio, afferrandosi il polso e digrignando i denti.

Accidenti se faceva male!!! Pulsava come un martello. Chissà quante volte se lo erano slogato le ragazze che aveva tanto ammirato al Circo. Loro però avevano sempre perseverato per imparare quell’arte così terribile e stupenda, e così doveva fare lei se voleva salvare la sua vita e quella dei suoi amici.

 

Un rumore, un sibilo quasi impercettibile alle sue spalle. Si rotolò via appena in tempo, prima che Rattigan la afferrasse con le sue zampacce.

Altro che finita, la sfida era appena ricominciata.

Lo vide ricompiere il giro della sala a tutta velocità, sempre legato a quel benedetto filo di ragnatela.

Si rialzò, tenendosi il polso stretto al busto, e corse verso le colonne. Riuscì appena in tempo a nascondersi dietro una di esse, dato che sentì il fruscio di una delle zampe del nemico sfiorarle i capelli.

Si appoggiò alla colonna per riprendere fiato e valutare la situazione. Nella sala la gente urlava: diamine, non sapevano fare altro quelli!! Eppure c’era un altro rumore che sembrava come un clangore di… spade. Guardò al di là della colonna e vide una cosa che la sorprese, ma che avrebbe dovuto aspettarsi: la sala era piena di scagnozzi di Rattigan, che stavano mettendo a dura prova le guardie. Facendo vagare ancora lo sguardo per la sala, cercò di individuare la colonna contro cui aveva sbattuto Basil: la vide, proprio dalla parte opposta della sala. Aveva pochi secondi prima che Rattigan ricompisse il suo giro, così si decise ad uscire dal suo nascondiglio e a buttarsi sotto un tavolo poco lontano.

 

Sempre con il polso stretto al petto, corse disperatamente verso la sua meta e la raggiunse di nuovo per una questione di attimi, prima che Rattigan la ricatturasse.

Balzò sotto il tavolo e si mise a camminarci a gattoni, lanciando ogni tanto un’occhiata fuori, per capire dove stesse andando.

 

“Cornelia!!! Che sorpresa!! Allora sei riuscita a scappare?”

Una voce la sorprese e la ragazza si trovò faccia a faccia con Lionel, Owen, Jerome e Rudyard.

 

“Ragazzi!! Ma che ci fate qui?” chiese lei sorpresa

 

“Come che ci facciamo?! Ci nascondiamo, mi pare ovvio” le rispose Rudyard.

 

“Bontà divina!!! Cornelia, ma tu porti i pantaloni!!!” esclamò Owen.

 

“Già, non trovi che mi donino?” rispose lei sarcastica “Ora, se non avete altre domande cretine da pormi, vogliate scusarmi ma devo andare.” Concluse.

 

“No, resta con noi. Qui è più sicuro.” La implorò Jerome.

 

“Sentite, non c’è un solo angolo sicuro in tutta Londra, quando Rattigan è in libertà.” Replicò lei “Ci sono persone in questa sala che rischierebbero la vita per me. Ci sono persone che ho appena ritrovato. Non le posso perdere. Devo fare qualcosa e non potrò se me ne starò qui sotto rintanata come un coniglio.”

 

“Con quel polso?” le chiese Lionel, che aveva notato la strana angolazione dell’arto.

 

“Anche con una mano tagliata. Ora, vogliate scusarmi.” Tagliò corto lei, prima di proseguire la sua gattonata sotto i tavoli.

 

“Sapete” disse Owen “credo che non abbia tutti i torti.”

()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()

 

Continuò a gattonare sotto i tavoli, tenendo la sua mente concentrata sulla colonna  che doveva raggiungere. Doveva fare in fretta se non voleva che Rattigan….

Che stupida!!!  La sua mente era talmente concentrata su Basil che si era scordata che quel pazzo era ancora in circolazione. Non poteva neanche sperare che se ne fosse rimasto appeso alla ragnatela, sicuramente era sceso e ora magari stava andando verso lo stesso suo obiettivo: il detective svenuto.

 

Decise di fare l’unica cosa sensata che le venne in mente in quel momento: prese un bel respiro ed uscì da sotto il tavolo.

 

Rimase ferma per un attimo a guardarsi intorno, per capire un po’ com’era la situazione. Dappertutto le lotte infuriavano: gente che si prendeva a pugni, o che combatteva con le spade. La ressa era tale che le parve di essere di nuovo in quel pub in Germania in cui….

Scosse la testa, doveva restare concentrata sul presente, non sulle gozzoviglie passate.

Volse lo sguardo verso la colonna che aveva precedentemente suscitato il suo interesse e vide che i suoi peggiori sospetti erano fondati: Rattigan si stava pericolosamente a Basil con qualcosa di scintillante in mano, forse un pugnale o una spada, mentre tre dei suoi scagnozzi tenevano fermo Topson. Doveva fare qualcosa e subito.

Con la coda dell’occhio, vide un calice che sembrava esserle spuntato davanti come uno dei cofanetti magici di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Lo afferrò con la mano sinistra e si preparò a scagliarlo, pregando con tutto il cuore che, anche se tirando con la sinistra, il suo colpo non fallisse.

()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()()

 

Era suo, finalmente.

 

Era lì, inerme, davanti a lui.

 

Strinse con più forza l’elsa del pugnale nella mano.

 

Quanto aveva atteso quel momento.

 

“Vigliacco!!!!” gli urlò qualcuno da dietro, presumibilmente Topson.

 

Beh, a sua difesa poteva dire di non essere un ipocrita: agiva sempre nel buio, circondato da fedeli alleati, tutte cose che, effettivamente, sono un po’ da vigliacchi ma, che ci poteva fare? Lui era così, lo era sempre stato.

Perché al mondo non poteva andare bene? Perché Basil continuava a mettergli i bastoni tra le ruote? Ma ora tutto stava per cambiare, solo pochi istanti ed il suo regno sarebbe cominciato, senza più nemici ad ostacolarlo.

Vide Basil cominciare a muoversi e decise di affrettare le cose:

 

“Finalmente ci siamo eh? Al capolinea. Non puoi sfuggirmi Basil e questa volta per davvero. Sai, non pensavo che Cornelia ti avrebbe abbandonato così, ma del resto, credo di averla spaventata a morte. Non temere comunque. Quando tu non ci sarai più, la prenderò con me e avrò cura di lei. ADDIO BASIL DI BAKER STREET!!”

 

Dopo queste parole sollevò l’arma e…..

 

FINE DEL CAPITOLO

 

MUAHAHAHA Mi sento cattivissima  a stoppare qui il capitolo, ma avevo paura che, a farlo troppo lungo, poi vi venisse a noia. Magari però lo faccio sotto l’influsso di quel meraviglioso thriller a cui mi sto appassionando: Criminal minds. Non è stupendo? La storia è bellissima, ma soprattutto c’è Matthew Gray Gubler.

Va bene, dopo questo sclero passiamo alle cose serie: cosa succederà a Basil? Si salverà? E Cornelia?

Aspetto le vostre recensioni.

Un abbraccio ed un bacione

Bebbe5

 

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Basil l'Investigatopo / Vai alla pagina dell'autore: Bebbe5