Today everything exists to end in a photograph.
― Susan Sontag
“Prima che provi a spararmi addosso, ti avverto: sono migliorata e non devo più preoccuparmi del bikini. Qualcuno ha già provveduto a guarirmi dalla vanità.”
Non reagisce; se ne sta, piuttosto, tra la neve come una statua: immobile e privo di espressione, sembra quasi più pericoloso d’allora.
Natasha avanza di un passo. Bucky respira così piano che il vapor d’acqua ne vela appena le labbra.
“Una volta hai corretto la mia posizione di tiro. Un’altra, mi hai fatto capire non fossi migliorata granché.”
Sono parole. I suoi occhi opachi ricordano un deserto. Poi, a sorpresa, tre sillabe nel buio.
Natalia.