Cap.8
Litigi
"Potresti
venire e salvarmi.
Provare
a cacciare la follia fuori dalla
mia testa".
Steve
accarezzò la coperta del letto
ed alzò la testa, osservando il soffitto.
"Uno stronzo può capitare anche se non è alieno"
sussurrò.
Tony alzò il capo, guardò il mento di Steve.
"Sai cosa sto provando adesso, vero?" sussurrò, con tono
roco.
Steve si passò la mano sul mento e con l'altra
ticchettò sul letto.
"Credo che tenerti accanto uno che assomiglia a lui non aiuti.
Però,
qualche idea me la sono fatta" ammise con voce roca.
Si guardò la punta delle scarpe e sospirò.
Tony singhiozzò, si mise seduto avvolgendosi con la giacca
di Steve e strinse
le labbra.
"Sto diventando pazzo" disse.
Steve gli appoggiò una mano sulla spalla, continuando a
tenere lo sguardo
basso.
"Non penso davvero che questa sia solo una buca in amore, per lei.
Anche
io so cosa vuol dire sentirsi traditi, eppure cercare ancora l'altro,
l'essere
presi da lui" ammise, arrossendo.
Tony strinse un pugno, fece il gesto di colpire il volto di Steve e
fermò il
colpo ad un palmo dal naso del soldato. Ansimò, la mano
tremò e la abbassò.
"Una 'buca in amore'?" sibilò.
Lo guardò con occhi gonfi e arrossati.
"Potendo, tornerei a quando ho deciso di cercarti e mi ucciderei,
piuttosto che farlo. Potendo, ti ammazzerei qui e ora e farei finta che
non sia
mai successo nulla. Potendo, andrei in camera sua, aprirei le gambe, e
lo
supplicherei di scoparmi ancora, ancora, ancora e ancora fino a
svenire".
Gli gettò addosso la giacca, si alzò in piedi e
scosse il capo.
"Sto impazzendo e tu parli di 'buche in amore'?".
Steve tirò indietro le gambe e le appoggiò sul
letto, stringendo la propria
giacca al petto.
"Mi scusavo per quello che ho detto la prima volta". Le sue iridi
azzurre divennero liquide.
"Toglierò la parafrasi, forse così il concetto
sarà chiaro" disse,
indurendo il tono. Alzò il capo e strinse la mascella.
"Parlo del fatto che il mio ragazzo, quando si ricordava, tra una
sgualdrina
e l'altra, si divertiva a fottermi. Così è
più chiaro?" sussurrò.
Tony lo guardò, gli occhi arrossati.
< Sono dannatamente gelidi > pensò Steve.
"E quindi? Oh, poverino. Stavi
con uno che ti tradiva e non hai avuto le palle di sfancularlo" chiese
Tony.
Si portò la mano al petto.
"Mi spezza il cuore, sul serio. Pensa che io invece sono la sgualdrina
di
turno. E sai cosa? Ne vado
fottutamente
fiero. Sono la puttana che si sbatte quando ha voglia, e quindi?"
disse,
il volto arrossato e contratto.
Si mosse in tondo, oscillava ondeggiando, sfregando i denti.
"Non mi interessa. Mi sono fatto fottere e l'ho mandato a quel paese. E quindi? Quindi?" chiese.
Si voltò, guardò Steve negli occhi.
"Non hai la minima idea di cosa sia la follia. Il tuo ragazzo ti ha
tradito, non hai avuto il coraggio di lasciarlo, ti sei lasciato usare
e poi
non contento ti sei lasciato pure morire, o speravi così".
Allargò le braccia.
"Io? Io troverò le prove che l'uomo che amo vuole
distruggere il pianeta
che amo e gli pianterò una pallottola in fronte. E poi non lo piangerò,
metterò a posto il pianeta e continuerò a
combattere. Quindi?!".
Steve si rialzò in piedi, si allontanò dal letto
e gli diede le spalle.
"Quindi niente. L'importante è che tu faccia ciò
che devi, Mr. Stark"
disse gelido. Raggiunse la finestra e guardò fuori, oltre il
vetro.
Tony abbassò il capo e ansimò stringendo i pugni.
"Senti, sai cosa?" chiese.
Alzò la testa, allargò le braccia.
"Mi dispiace per il tuo ragazzo. Io l'avrei lasciato al primo
tradimento,
ma ognuno ha il suo" disse.
Respirava in maniera affannosa, barcollò.
"E vuoi saperla un'altra cosa?
Mi dispiace tu non sia riuscito a morire eroicamente. C'ho provato, due
volte. Fa
schifo fallire".
Cadde in ginocchio, le braccia gli tremavano e vedeva appannato.
"Sai cos’altro? Sono stato felice, mentre ero la sua puttana.
Dannatamente
felice".
Provò ad alzarsi, cadde nuovamente e sputò.
"Mi ha fratturato delle ossa, fatto sputare sangue, ferito. Ed io mi
sono
comportato come la classica moglie vittima di violenze domestiche, con
tanto di
'Non lo fa a posta' incorporato".
Fece nuovamente leva in terra, le braccia gli cedettero e
sbatté con il capo in
terra. Digrignò i denti, sospirò chiudendo gli
occhi e rotolò stendendosi sul
pavimento a faccia in su.
"Ma l'ho perso. Avrei lasciato
che mi facesse qualsiasi cosa, capisci?
Ma non posso lasciare invada il pianeta. Devo fare il mio
dovere. Sennò,
come posso non impazzire?".
Steve lo guardò steso a terra, fissava con gli occhi vitrei
sopra di sé. Lo
sentì digrignare i denti e strinse un pugno, conficcando le
unghie nella pelle.
"A tuo padre non importava fare la cosa giusta, ma l'avrebbe fatto per
vendetta" sussurrò.
Tony incrociò le braccia sopra il petto, tenne gli occhi
chiusi.
"Sarebbe bello avere qualcosa da vendicare; ma non ho niente. Non mi ha
lasciato neanche quello".
Steve s'infilò nuovamente la propria giacca e mise le mani
in tasca,
sospirando.
"Tanto per cominciare, non mi sembrava che la tua lingua fosse venuta
meno. Cosa c'è, puoi insultare un solo Capitan America alla
volta?" lo
sfidò.
Tony aprì un occhio, accennò un sorriso.
"Sono depresso… E sobrio. Non riesco a capire se sono stato
violentato o
se ho voluto succedesse. Oh, e me la sto prendendo con il biondo
sbagliato".
Steve scrollò le spalle ed abbassò il capo,
guardandolo nell'occhio aperto.
"Quello che cercavo di dirti è, che alle volte, pensi di
volerlo, ma è
violenza lo stesso" sussurrò.
Tony allungò una mano verso di lui, scosse il capo e la
ritirò di scatto
nascondendola sotto di sé.
"Dovresti dire per prima cosa quello che cerchi di dire, e poi tutto il
resto" sussurrò.
Steve si sedette sul pavimento davanti alla sua testa, continuando a
guardarlo
in volto.
"Non tutti si vantano delle proprie prestazioni sessuali, sai?"
domandò.
Tony scrollò le spalle, aprì entrambi gli occhi e
allungò nuovamente le mani.
Si morse il labbro, le poggiò a terra e grugnì.
"Sono diretto. Forse troppo. Le mie emozioni funzionano
così. O non sento
niente, o sento tutto cento volte. Credo, non ho ancora ben capito".
Inspirò, espirò e guardò gli occhi
azzurri di Steve.
"Ehi. Ho una cosa da chiederti, Capitano".
Steve osservò alcune venature dorate nelle iridi castano
scure dell'altro uomo.
"Dimmi".
Tony allungò la mano, tese le dita.
< In fondo, posso solo farmi più male di
così > si disse. Inspirò.
"Puoi provare a cacciare via questa cosa dalla mia testa?".
Steve gli prese la mano nella propria e se la strinse al petto.
"Ci proverò, se tu me lo permetterai" rispose addolcendo il
tono.