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Autore: kamy    17/12/2015    1 recensioni
[Ispirata alla canzone Echo di Jason Walker].
Tony fa parte degli Avengers da tre anni. Si fida del Leader, anche se Capitan America cerca di convincerlo a diventare leader al suo posto.
E se scoprisse che tutto quello che ha vissuto fin'ora è stata solo una menzogna?
Genere: Azione, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.8 Litigi

"Potresti venire e salvarmi.

Provare a cacciare la follia fuori dalla mia testa".

Steve accarezzò la coperta del letto ed alzò la testa, osservando il soffitto.
"Uno stronzo può capitare anche se non è alieno" sussurrò.
Tony alzò il capo, guardò il mento di Steve.
"Sai cosa sto provando adesso, vero?" sussurrò, con tono roco.
Steve si passò la mano sul mento e con l'altra ticchettò sul letto.
"Credo che tenerti accanto uno che assomiglia a lui non aiuti. Però, qualche idea me la sono fatta" ammise con voce roca.
Si guardò la punta delle scarpe e sospirò.
Tony singhiozzò, si mise seduto avvolgendosi con la giacca di Steve e strinse le labbra.
"Sto diventando pazzo" disse.
Steve gli appoggiò una mano sulla spalla, continuando a tenere lo sguardo basso.
"Non penso davvero che questa sia solo una buca in amore, per lei. Anche io so cosa vuol dire sentirsi traditi, eppure cercare ancora l'altro, l'essere presi da lui" ammise, arrossendo.
Tony strinse un pugno, fece il gesto di colpire il volto di Steve e fermò il colpo ad un palmo dal naso del soldato. Ansimò, la mano tremò e la abbassò.
"Una 'buca in amore'?" sibilò.
Lo guardò con occhi gonfi e arrossati.
"Potendo, tornerei a quando ho deciso di cercarti e mi ucciderei, piuttosto che farlo. Potendo, ti ammazzerei qui e ora e farei finta che non sia mai successo nulla. Potendo, andrei in camera sua, aprirei le gambe, e lo supplicherei di scoparmi ancora, ancora, ancora e ancora fino a svenire".
Gli gettò addosso la giacca, si alzò in piedi e scosse il capo.
"Sto impazzendo e tu parli di 'buche in amore'?".
Steve tirò indietro le gambe e le appoggiò sul letto, stringendo la propria giacca al petto.
"Mi scusavo per quello che ho detto la prima volta". Le sue iridi azzurre divennero liquide.
"Toglierò la parafrasi, forse così il concetto sarà chiaro" disse, indurendo il tono. Alzò il capo e strinse la mascella.
"Parlo del fatto che il mio ragazzo, quando si ricordava, tra una sgualdrina e l'altra, si divertiva a fottermi. Così è più chiaro?" sussurrò.
Tony lo guardò, gli occhi arrossati.
< Sono dannatamente gelidi > pensò Steve.
"E quindi? Oh, poverino. Stavi con uno che ti tradiva e non hai avuto le palle di sfancularlo" chiese Tony.
Si portò la mano al petto.
"Mi spezza il cuore, sul serio. Pensa che io invece sono la sgualdrina di turno. E sai cosa? Ne vado fottutamente fiero. Sono la puttana che si sbatte quando ha voglia, e quindi?" disse, il volto arrossato e contratto.
Si mosse in tondo, oscillava ondeggiando, sfregando i denti.
"Non mi interessa. Mi sono fatto fottere e l'ho mandato a quel paese. E quindi? Quindi?" chiese.
Si voltò, guardò Steve negli occhi.
"Non hai la minima idea di cosa sia la follia. Il tuo ragazzo ti ha tradito, non hai avuto il coraggio di lasciarlo, ti sei lasciato usare e poi non contento ti sei lasciato pure morire, o speravi così".
Allargò le braccia.
"Io? Io troverò le prove che l'uomo che amo vuole distruggere il pianeta che amo e gli pianterò una pallottola in fronte. E poi non lo piangerò, metterò a posto il pianeta e continuerò a combattere. Quindi?!".
Steve si rialzò in piedi, si allontanò dal letto e gli diede le spalle.
"Quindi niente. L'importante è che tu faccia ciò che devi, Mr. Stark" disse gelido. Raggiunse la finestra e guardò fuori, oltre il vetro.
Tony abbassò il capo e ansimò stringendo i pugni.
"Senti, sai cosa?" chiese.
Alzò la testa, allargò le braccia.
"Mi dispiace per il tuo ragazzo. Io l'avrei lasciato al primo tradimento, ma ognuno ha il suo" disse.
Respirava in maniera affannosa, barcollò.
"E vuoi saperla un'altra cosa? Mi dispiace tu non sia riuscito a morire eroicamente. C'ho provato, due volte. Fa schifo fallire".
Cadde in ginocchio, le braccia gli tremavano e vedeva appannato.
"Sai cos’altro? Sono stato felice, mentre ero la sua puttana. Dannatamente felice".
Provò ad alzarsi, cadde nuovamente e sputò.
"Mi ha fratturato delle ossa, fatto sputare sangue, ferito. Ed io mi sono comportato come la classica moglie vittima di violenze domestiche, con tanto di 'Non lo fa a posta' incorporato".
Fece nuovamente leva in terra, le braccia gli cedettero e sbatté con il capo in terra. Digrignò i denti, sospirò chiudendo gli occhi e rotolò stendendosi sul pavimento a faccia in su.
"Ma l'ho perso. Avrei lasciato che mi facesse qualsiasi cosa, capisci? Ma non posso lasciare invada il pianeta. Devo fare il mio dovere. Sennò, come posso non impazzire?".
Steve lo guardò steso a terra, fissava con gli occhi vitrei sopra di sé. Lo sentì digrignare i denti e strinse un pugno, conficcando le unghie nella pelle.
"A tuo padre non importava fare la cosa giusta, ma l'avrebbe fatto per vendetta" sussurrò.
Tony incrociò le braccia sopra il petto, tenne gli occhi chiusi.
"Sarebbe bello avere qualcosa da vendicare; ma non ho niente. Non mi ha lasciato neanche quello".
Steve s'infilò nuovamente la propria giacca e mise le mani in tasca, sospirando.
"Tanto per cominciare, non mi sembrava che la tua lingua fosse venuta meno. Cosa c'è, puoi insultare un solo Capitan America alla volta?" lo sfidò.
Tony aprì un occhio, accennò un sorriso.
"Sono depresso… E sobrio. Non riesco a capire se sono stato violentato o se ho voluto succedesse. Oh, e me la sto prendendo con il biondo sbagliato".
Steve scrollò le spalle ed abbassò il capo, guardandolo nell'occhio aperto.
"Quello che cercavo di dirti è, che alle volte, pensi di volerlo, ma è violenza lo stesso" sussurrò.
Tony allungò una mano verso di lui, scosse il capo e la ritirò di scatto nascondendola sotto di sé.
"Dovresti dire per prima cosa quello che cerchi di dire, e poi tutto il resto" sussurrò.
Steve si sedette sul pavimento davanti alla sua testa, continuando a guardarlo in volto.
"Non tutti si vantano delle proprie prestazioni sessuali, sai?" domandò.
Tony scrollò le spalle, aprì entrambi gli occhi e allungò nuovamente le mani. Si morse il labbro, le poggiò a terra e grugnì.
"Sono diretto. Forse troppo. Le mie emozioni funzionano così. O non sento niente, o sento tutto cento volte. Credo, non ho ancora ben capito".
Inspirò, espirò e guardò gli occhi azzurri di Steve.
"Ehi. Ho una cosa da chiederti, Capitano".
Steve osservò alcune venature dorate nelle iridi castano scure dell'altro uomo.
"Dimmi".
Tony allungò la mano, tese le dita.
< In fondo, posso solo farmi più male di così > si disse. Inspirò.
"Puoi provare a cacciare via questa cosa dalla mia testa?".
Steve gli prese la mano nella propria e se la strinse al petto.
"Ci proverò, se tu me lo permetterai" rispose addolcendo il tono.

 

  
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