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Autore: Avenal Alec    18/12/2015    1 recensioni
DAL CAPITOLO 10"
Karel aveva parlato di sacrificio e vita, sarebbe stata in grado di sacrificare se stesse e le persone che amava per un bene più grande? Aveva tentato già una volta di fare le cose migliori per la sua gente e aveva sbagliato.
Scrollò la testa tentando di allontanare quei cupi pensieri.
Si allontanò dal mare con un ultimo saluto. Un unico desiderio ora, tornare dalla sua gente, da Bellamy. Farsi avvolgere dalle sue braccia e sentirsi protetta e sicura.
Era quel pensiero che la sosteneva.
Questa volta ogni cosa sarebbe stata diversa, lei non era più sola."
Lexa e il suo tradimento, A.L.I.E. e Jaha, il popolo delle barche, una leggenda vecchia di oltre 500 anni…
Il campo Jaha ha superato l’inverno, Bellamy e Clarke hanno trovato finalmente la pace ma la primavera ormai è alle porte e ogni cosa non sarà più come prima.....
Attenzione, questa Long è il diretto seguito di Forgiveness….
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, John Murphy, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The 100 - Welcome to the new world'
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CAPITOLO 3
 
12 Marzo in mezzo al nulla…

Camminava ormai da giorni, da tempo aveva capito di aver perso completamente il senso dell’orientamento. Il deserto che avevano attraversato all’andata aveva cambiato completamento volto durante l’inverno, la neve sui declivi quando aveva raggiunto la zona boschiva aveva poi fatto il resto, nascondendo alla vista dei punti di riferimento precisi.
Vagava fra i boschi cercando di seguire una direzione, ma la speranza di avvicinarsi ad un luogo conosciuto ormai era ridotta al lumini.
Quando era partito sapeva che Jaha lo aveva mandato a morire. Lo aveva capito dal suo sguardo, dalle sue parole. 
Da subito, appena arrivati alla casa sulla collina e aver conosciuto A.L.I.E., Murphy aveva tentato di lottare per far ragionare Thelonious ma, giorno dopo giorno, sembrava sempre più un invasato e l’arrivo di Emerson aveva dato il colpo di grazia.

L’uomo era arrivato un giorno d’autunno, stanco dal viaggio ma vigile. Quando aveva percepito la loro presenza nella casa le sue prime parole erano state:
“Allora non tutto è perduto” poi aveva raccontato dei misteri celati dietro ad A.L.I.E e Mount Weather. 
L’orrore del racconto e delle intenzioni di Emerson si erano mostrate in tutta la sua lucida follia.
Gli abitanti di Mount Weather avevano sempre saputo della loro esistenza, avevano sempre controllato ogni loro movimento, persino quando ancora l’Arca esisteva e orbitava attorno alla Terra. Il popolo del monte non era altro che l’avamposto sulla terra della nuova civiltà. Se non fosse stato per le radiazioni che li avevano indeboliti il progetto New Heaven sarebbe partito molto prima. 
Quando l’intelligenza artificiale aveva sancito la loro inutilità perché non adeguati a creare la nuova civiltà, Cage Wallace aveva cominciato a progettare un modo diverso per vivere sulla Terra. 
Con sempre maggior raccapriccio Murphy aveva scoperto ciò che era stato fatto ai suoi amici, il tradimento dei clan e l'ecatombe perpetrata da Clarke e Bellamy.
Era rimasto sconvolto, in pena per ciò che avevano dovuto passare gli altri, conscio, più di molti, della portata delle loro scelte.
Quando poi aveva compreso che Emerson, con l’aiuto di Jaha, voleva portare avanti il progetto di A.L.I.E. aveva capito che non poteva far parte di quella cosa. 
Aveva tentato in tutti i modi di nascondere l’orrore che provava e, in parte, grazie alla sua passata esperienza, sapeva di esserci riuscito ma, con altrettanta sicurezza, sapeva che l’ex-cancelliere non si fidava di lui e lo aveva fatto partire con la speranza che durante il viaggio di ritorno verso il campo Jaha sarebbe morto.
Ed era proprio il desiderio di raggiungere il campo e raccontare quel piano che lo spingeva ad andare avanti, passo dopo passo, giorno dopo giorno. 
Non si sarebbe arreso, non come era già successo in passato. 
Avrebbe lottato per i suoi compagni come mai non era stato capace di fare prima.
Era questa determinazione che faceva muovere le sue gambe ma, ormai, era allo stremo delle forze.
Fu proprio la stanchezza che gli fece mettere in fallo un piede. Stava camminando accanto ad un pendio particolarmente scosceso, l’unica strada che aveva trovato per poter raggiungere la valle di un fiume che stava seguendo. Il suo piede aveva perso l’appoggio, la debolezza aveva rallentato i suoi riflessi ed era scivolato già lungo il pendio, cadendo malamente contro i massi sparpagliati sul letto del fiume. Un rumore netto, aveva sentito il crack dell’osso della gamba ancor prima del dolore lancinante, poi il nulla.

Si risvegliò lentamente, un dolore pulsante alla gamba e alla testa. Ogni cosa nella penombra del luogo in cui si trovava appariva sfumata, l’odore di legno bruciato gli pizzicava le narici e grattava la gola. 
Sentiva il suo corpo ricoperto di sudore.
Tentò di muoversi ma un peso sopra di se gli impediva qualsiasi movimento. 
Si divincolò preso dal panico ma ciò che lo bloccava non sembrava muoversi e questo aumentava il suo terrore. 
Non sapeva dov’era ma di certo non era un posto che poteva chiamare casa, niente in quel luogo, negli odori gli e la ricordava.
Il dolore alla gamba aumentava ad ogni suo sforzo di liberarsi, eppure non riusciva a controllarsi e i suoi movimenti stavano diventando sempre più scomposti. Poi, una lama di luce lo colpì in pieno volto.
Si bloccò, un ombra di fece avanti attraverso la luce poi, tornò il buio. 
Capì che qualcuno era entrato in quel luogo. 
Un grounder.
I suoi  movimenti divennero sempre più frenetici. Era già stato loro prigioniero, sapeva cosa significava essere torturato e, il dolore alla gamba, in rapporto sembrava una passeggiata.
La figura si avvicinò. Allungò una mano verso il suo viso. Toccò la sua fronte. 
Parlò nella sua lingua ma Murphy non riusciva a capirla, era diversa rispetto a quella che aveva sentito dai Tree People.
“Stai calmo! Hai la febbre e una gamba rotta” disse nella lingua degli Skypeople la voce femminile. “Non ti faremo niente se tu starai fermo e ti lascerai curare”
Murphy sentì il forte accento terrestre della giovane. Non riusciva a vederne le fattezze nella penombra della stanza. Istintivamente avrebbe voluto scappare ma il modo premuroso con cui gli spostava i capelli dal viso e puliva dal sudore dal suo viso lo rilassarono. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quelle cure che non aveva mai ricevuto da quando i suoi genitori erano morti molti anni prima. Lentamente scivolò nel sonno. 

La seconda volta fu risvegliato da uno strano raschiare, un suono ritmico e fastidioso. Aprì gli occhi e fu subito colpito dalla luce che inondava la stanza. Proveniva da una porta aperta verso l’esterno. 
L’aria nella stanza non era più calda come la prima volta che si era svegliato. Tentò di muoversi e, sebbene il male alla gamba fosse ancora persistente, non si sentì bloccato come la prima volta. La consapevolezza gli diede la forza di alzarsi ma, non aveva previsto la debolezza che lo assalì subito dopo e che lo costrinse a distenderti nuovamente. 
Il rumore che lo aveva svegliato s’interruppe di colpo e senti del tramestio nella camera. Una figura si alzò dalla sua destra, si diresse verso la porta e urlò qualcosa nella lingua dei grounders, poi rientrò e tornò nel posto che aveva lasciato poco prima.
Murphy tentava di riconoscerne la fisionomia ma il terrestre si era messo nel angolo più in ombra. 
Odiava essere osservato e, in un moto di ribellione, volse il viso dall’altra parte, trovandosi ad osserva solo un muro scrostato.
Chiuse gli occhi e concentrò la sua attenzione al proprio corpo cercando di localizzare i vari dolori che sentiva. Il peggiore era quello alla sua gamba destra mentre i restanti sembravano semplice indolenzimento.
Venne distratto da un movimento della luce che gli passò davanti alle palpebre chiuse. Aprì gli occhi di colpo.
Una figura femminile si avvicinò a lui. 
Era vestita da terrestre, sembrava giovane. Riusciva a distinguere poco dei suoi lineamenti nascosti sotto una massa di capelli neri e ricci. 
“Stai meglio vedo” disse. Allungò la mano verso il suo viso. 
John tentò di spostarsi ma questo non fece desistere la ragazza che riuscì comunque a toccare la sua fronte.
“La febbre è passata, sei stato svenuto per diversi giorni mentre la gamba guariva” mormorò e, senza troppe cerimonie, spostò le coltri di pelliccia che avevano impedito la volta precedente a Murphy di muoversi.
Il freddo della stanza colpì immediatamente il ragazzo che si accorse di essere nudo, tentò di voltarsi ma le mani della ragazza, che si dimostrò più forte del previsto, lo tennero fermo.
“Fermo o ti farai male” esclamò la terrestre.
Poi cominciò ad osservare la gamba, annuendo e mormorando qualcosa fra se e se.
Poi si alzò e lo coprì di nuovo.
Si volse verso la porta ma prima di uscire si inchinò e disse qualche parola alla figura che, per tutto quel tempo, aveva continuato a fare quel rumore ritmico.
Murphy rimase perplesso da quella scena, era rimasto imprigionato per diversi giorni in un campo grounder ma non aveva mai notato simile deferenza. 
Volse nuovamente lo sguardo verso la persona cercando di distinguerne i tratti. 
Aveva sentito parlare da Emerson di Lexa, il comandante dei grounder, era lei quella figura?.
La corporatura sembrava delicata ma oltre a quello non riusciva a intravedere altro. Concentrò l’attenzione sui suoi gesti, sembrava che stesse sfregando un lungo bastone o era una spada. Il ruvido rumore che sentiva gli ricordava quello che lo aveva tormentato quando, nell’altro campo terrestre, i guerrieri affilavano le armi.
Si, stava affilando un’arma, si rese conto Murphy. Era un modo per intimorirlo?, una minaccia? Non ne era del tutto certo, perché altrimenti curarlo invece di lasciarlo morire sul greto del fiume? Volevano che diventasse nuovamente un’ esca per i suoi amici? Beh, se fosse stato così non lo avrebbe permesso una seconda volta. Era diverso da ciò che era quando erano scesi sulla Terra.
Avrebbe voluto alzarsi nuovamente ma si rese conto che far finto di essere più debole forse avrebbe giocato a suo favore; Decise di rimanere fermo in attesa degli eventi e sfruttare il momento opportuno per scappare o uccidere qualcuno di loro. 
Chiuse gli occhi cercando di riposare, ma il rumore gli stava perforando il cervello.
“Smettila” esclamò con voce tagliente. Alla faccia di non farsi notare, pensò subito dopo. 
Il rumore si interruppe e per un’istante John credette di aver vinto ma, pochi attimi dopo, il rumore riprese infastidendolo ancor più di prima.
Sentiva la mascella irrigidirsi, stava cominciando ad odiare quel rumore con tutto se stesso, avrebbe voluto fare qualcosa per farlo tacere quando la giovane donna che lo stava curando riapparve sulla porta.
“Dovrò medicarti nuovamente la gamba quindi stai fermo”.
Murphy avrebbe voluto dire di no per il puro desiderio di contestazione e infastidirla poi, si rese conto quanto fosse stupida l’idea così annuì.
Senza troppe cerimonie spostò le coperte, Murphy si sentì in imbarazzo per la sua nudità. Sensazione che passò in un istante quando si rese conto che la guaritrice non lo stava nemmeno osservando. Era intenta a mescolare qualcosa all’interno di una ciotola in legno poi spostò il panno che ricopriva la sua gamba destra. Murphy tentò di guardare, vide solo che l’arto era bloccato ai due lati da delle aste di legno legate fra loro, quando cercò di guardare oltre la guaritrice parlò.
“Non guardare, non serve, l’osso davanti della tua gamba è rotto, l’ho rimesso a posto e sta guarendo, non ci sono infezioni. Solo questo ti deve interessate.” 
Per spirito di contraddizione John avrebbe voluto guardare cosa fosse diventata la sua gamba, non si fidava della medicina terrestre, ma gli occhi ambrati della guaritrice fissi su di lui lo bloccarono.
Sembrano gli occhi di un gatto pensò incantato da quella strana vista. Per alcuni secondi si scrutarono, una battaglia di sguardi. Ben presto però la posizione scomoda che stava tenendo e il disagio serpeggiante che sentiva, mise fine a quel giochetto.
“Fai pure, non mi interessa” esclamò Murphy poi, voltando il viso verso il muro mormorò “Tanto vi ucciderò tutti alla prima occasione”.
“Non sarà così facile straniero” disse una voce provenire verso il fondo della stanza.
Murphy si girò di scatto, impallidendo all’idea che avesse sentito.
“Voi skypeople a volte siete veramente sciocchi, parlate troppo e quando non serve, è una strategia che non funziona” disse la grounder avvicinandosi.
Ora John poteva finalmente osservarla, era una donna, poco più vecchia di lui all’apparenza. Era vestita come altre donne terrestri, aveva lunghi capelli castani e occhi scuri. Un viso deciso sottolineato dal naso pronunciato che donavano fascino e alterigia a quella ragazza ancora giovane.
I suoi occhi lo stavano scrutavano, si sentì ancora più nudo sotto quello sguardo, lo stava soppesando e un brivido di paura serpeggiò lungo la spina dorsale. Quella donna era pericolosa, molto pericolosa.
Una stilettata di dolore interruppe quel contatto, strinse i denti mentre la guaritrice maltrattava la sua gamba. Respirò profondamente cercando di controllare il dolore. 
Sapeva che quella donna, un capo sicuramente, lo stava pesando in quel momento. Aveva cominciato a capire la mentalità di quei barbari. 
Pochi istanti dopo sentì qualcosa poggiarsi delicatamente sulla sua gamba poi la guaritrice si alzò e lo coprì. Disse alcune cose alla donna che annuì poi la guaritrice uscì dalla stanza.
La donna si accovacciò davanti a lui obbligandolo in questo modo a guardarla dritto negli occhi. 
Apparentemente una posizione di parità, ma Murphy capì che il suo obiettivo era ben altro. Voleva che John la osservasse attentamente e comprendesse esattamente quello che la donna gli stava per dire. Lo capì dagli occhi cupi e dalla mascella decisa.
“Tu sei degli Sky people, appena la nostra guaritrice lo acconsentirà, ti porteremo vicino all’accampamento della tua gente. Voglio che tu trovi una persona e che gli dia un messaggio da parte mia.”
Murphy la scrutò cercando di capire cosa stesse succedendo. Si morse la lingua per non parlare. Fissò i suoi occhi celesti sulla donna sperando di farla cedere ma questa per contro gli lanciò un sorriso di scherno. 
“Vuoi tornare dai tuoi amici straniero?”.
Il ragazzo rifletté, aveva la possibilità di tornare e avvertire il campo Jaha, ma non voleva rischiare di diventare nuovamente un’esca o il portatore di qualche strana malattia.
Il comandante sembrò leggere dentro di lui e capire le sue incertezze.
“Non voglio fare male alla tua gente, sono qui per aiutarli”
Murphy strinse gli occhi confuso, si rese conto che c’era in gioco qualcosa di più dei piani folli dell’ ex-cancelliere.
 “Cosa vuoi dalla mia gente”
La donna annuì soddisfatta dalla piega della conversazione.
“Quando arriverai al campo dovrai cercare un ragazzo, credo si chiami Bellamy. Digli che ci incontreremo la prima notte senza luna al vostro vecchio campo.”
Murphy strinse le labbra, ciò che la donna gli stava dicendo non chiariva nulla.
“Cosa vuoi da lui?”
“Evitare una guerra e restituire un favore” rispose la donna prima di alzarsi.
 “E di grazia” chiese quindi Murphy “da chi dovrebbe provenire questo messaggio?” il tono chiaramente sarcastico non fece nessun effetto sulla donna che rispose “Digli che sono la grounder che lo ha aiutato ad uccidere una guardia quando eravamo prigionieri dentro Mount Weather” 
“E se lui non volesse credermi?” replicò Murphy.
“Allora sarete tutti morti entro la prossima luna” rispose la donna prima di uscire e lasciarlo solo nella stanza.

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Nota: Prima di tutto spero che questa storia vi stia piacendo o che per lo meno cominci ad incuriosirvi :). Come vedete questo capitolo è dedicato a Murphy. Inizialmente doveva essere solo un pezzo di passaggio, Murphy è un personaggio ancora un po' oscuro per me, odiato con ferocia nella 1° stagione, nella prima puntata della 2° stagione ha mostrato un lato inaspettato che ha fatto cambiare totalmente prospettiva su di lui. Non credevo di scrivere molto di lui eppure, mentre le parole scorrevano, mi sono accorta di divertirmi parecchio quindi, ahimè forse, ve lo beccherete spesso. Gli altri personaggi sono sempre molto cupi e seri mentre con lui ho trovato una verve diversa. Spero apprezzerete ;). Fatemi sapere :)
  
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