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Autore: ZereJoke94    18/12/2015    2 recensioni
[Henry Cavill]
Appoggiai la testa sul volante e respirai profondamente, pensando che dopo l'anno che avevo appena passato, le cose non potevano fare altro che migliorare. Non era proprio possibile che qualcosa andasse peggio.
....
....
"-Non è un caso se quasi tutti si tengono alla larga da lui- Iniziò, -In fondo lui stesso non chiede altro che essere lasciato in pace, quindi perchè non farlo?-"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 8

Mi sbattei rabbiosamente la porta di casa alle spalle -Nonna?-
Entrai in cucina e abbandonai la borsa sul tavolo, notando all’ultimo il piccolo biglietto vicino alla fruttiera.
“Spero che il primo giorno di lavoro sia andato bene!
Torno tra poco”
Dove era andata? Avevo un disperato bisogno di parlare e lei non c’era, dannazione. Sbuffai e salii le scale due alla volta, per poi entrare in camera mia e buttarmi sul letto, che emise un rumore piuttosto sinistro quando ci piombai sopra.
Ma chi diavolo si credeva di essere quel tizio?
“In posti dove non ti piacerebbe andare” aveva detto. Ma che razza di risposta idiota era? Se voleva spaventarmi ci era riuscito. Ora capivo perché tutta la città lo considerava uno squilibrato!
Mi ero sentita così umiliata che se non mi avesse fatto la grazia di alzarsi e andarsene lui stesso avrei scavato una buca nel bel parquet di suo fratello e ci avrei ficcato la testa dentro.
Mi alzai di scatto e afferrai il cellulare digitando il numero di Jake.
-Anna?- Rispose lui.
-Jake- In quell’istante mi resi conto che non avevo idea del motivo per il quale lo avessi chiamato. Mi era solo sembrata una bella ripicca alla faccia di Gideon, che tra parentesi non lo avrebbe mai saputo e al quale molto probabilmente non sarebbe importato niente. Mi sentii una perfetta idiota.
-…allora? Com’è andata??- Mi incitò lui, visto che me ne rimanevo zitta.
Gli raccontai la parte bella, ovviamente saltando di sana pianta il discorso “Gideon”.
Non appena chiusi la telefonata mi arrivò un sms da Jessica. Le risposi e in quel momento udii la porta di casa aprirsi.
 
Fissai il braccialetto d’argento per qualche secondo e poi abbracciai la nonna.
-Non ce n’era bisogno, davvero…- Mormorai ricacciando indietro le lacrime. Quel braccialetto era straordinariamente simile a quello che avevo regalato alla mamma pochi giorni prima della sua morte. Lei mi aveva detto che non voleva separarsene mai, e in effetti l’avevamo seppellita con il braccialetto addosso.
-Sciocchezze, è solo un pensiero. Per il tuo primo giorno da segretaria- Mi asciugò una lacrima che era riuscita a fare capolino tra le mie ciglia e mi fece l’occhiolino. Dopodiché me lo assicurò al polso e assunse un’espressione soddisfatta.
-Grazie nonna- Le diedi un bacio sulla guancia e iniziai ad apparecchiare la tavola mentre lei si mise ai fornelli.
-Per caso…- Mi bloccai, mordendomi la lingua. Volevo veramente parlarne con lei? Non sarebbe stato meglio farlo con Jessica magari? Non ne ero sicura.
Si voltò -Cosa?-
Ridacchiai nervosamente e mi appoggiai al tavolo -No, è che mi chiedevo…come mai Gideon è così…strano?-
-Strano?- Ripeté lei.
-Beh, si insomma…come mai tutti pensano che sia strano?-
-Non lo so di preciso. Da quando ti interessa quello che pensa la gente?- Si girò completamente e si passò le mani sul grembiule.
-Non è per quello- Alzai gli occhi al cielo e mi sentii vagamente esasperata –Oggi è venuto allo studio…e non credo che si comporti come una persona normale si comporterebbe. Ho cercato di parlare con lui, ma non lascia che nessuno gli si avvicini-
Mi scrutò per qualche secondo –Ti interessa Gideon, Anna?-
-No- Risposi troppo velocemente e me ne pentii subito –No. Volevo solo parlare, come fanno le persone- Giocherellavo con un bicchiere mentre parlavo.
-Non devi toccare certi argomenti con lui. Devi essere molto più cauta che con qualunque altra persona- Sembrava avesse paura a parlare, perché esitò quasi ad ogni parola. Questo non fece che aumentare la mia curiosità.
-Perché? E’…pericoloso?- Posai il bicchiere sul tavolo e trattenni il fiato.
-Gideon non è pericoloso. Ma la vita non è stata gentile con lui. Forse è meglio che tu gli stia lontana, tesoro- Mi disse dolcemente, come per convincermi a lasciar perdere. Era così evidente quindi? Era così palese il mio interesse per lui?
Annuii e lasciai che cambiasse discorso, ma mi si era chiuso lo stomaco e qualunque cosa stesse bollendo in pentola era diventata molto meno invitante rispetto a qualche secondo prima.
 
La conversazione con la nonna non aveva praticamente portato a niente, se non a farmi quasi completamente saltare il pranzo. Quel poco che avevo mangiato era stato grazie alle sue affettuose minacce.
“Meglio lasciar perdere tutto” Mi dissi, mentre camminavo accanto a Jessica ed Eric, che stavano parlando di profumi.
-Si, si chiama “Si”- Rise Jessica. La serata doveva ancora iniziare, e lei sembrava già ubriaca.
-Ah si?- La prese in giro Eric, che non riusciva a smettere di ridere. La sua risata risultava particolarmente contagiosa, perché mi ritrovai a ridere anch’io.
-Si!- Jessica piangeva dal ridere, quando avvistammo Jake davanti al solito pub in cui ci vedevamo ormai quasi tutte le sere.
-Che avete da ridere?- Ci apostrofò non appena fu sicuro che lo avremmo sentito. Era particolarmente bello quella sera. Notai che forse aveva preso due o tre chili rispetto a quando lo avevo rincontrato per la prima volta, e non potevano che stargli bene. Non sembrava più tanto spilungone.
-E’ una cosa talmente idiota- Jessica si asciugò le lacrime.
-Eh si- Eric non demordeva, e questo la fece ridere ancora di più. Quando finalmente riuscì a smettere di rivolse a me –Mi è colato il trucco?-
Scossi la testa e le scompigliai un po’ i capelli ricci –Sei perfetta-
-Sarà meglio che siate tutte perfette, perché stasera andiamo a ballare- Fece Jake, con un sorrisetto.
“Cosa!?”
Non andavo a ballare da anni. In realtà non mi era mai piaciuto molto.
-A ballare dove?- Chiesi, senza molta convinzione.
-Al Matrix; ad una ventina di chilometri da qui- E tirò fuori quattro biglietti –Ho quattro omaggi-
Jessica sembrava felicissima ed Eric più di lei. Io ero indecisa. Non ero neanche vestita in modo adatto…
-Potevi anche dircelo prima…- Mormorai mettendo il broncio.
-Che noia Anna! Non devi neanche lavorare domattina. E in più sei perfetta-
-Che ne sai che non devo lavorare?- Gli chiesi incrociando le braccia.
-Lo so e basta- Mi strizzò l’occhio e ci porse un biglietto omaggio per uno -Non li perdete-
 
Un’ora dopo ero parecchio alticcia. Eric e Jake avevano fatto testa o croce su chi dovesse prendere la macchina e quindi rimanere sobrio ed Eric aveva perso.
Lo osservai mentre sorseggiava un cocktail analcolico con un’aria depressa e mi venne da ridere.
-Dai Eric, non serve per forza bere per ditervirsi!-
Lui scoppiò a ridere -Da che pulpito! Sei entrata nella fase ”dislessia portami via”, Anna?-
-Niente affatto- Mi alzai e, cercando di non apparire sbronza, raggiunsi Jessica che stava fumando fuori.
-Uhm, non sono sicura di essere vestita in modo consono- Mi lamentai. Indossavo dei leggins neri e una camicetta lunga bianca a pois neri. E dei semplicissimi stivali neri.
-Che paroloni- Rise sguaiatamente, segno che era sbronza anche lei –Sei bellissima. Vorrei poter essere come te senza dover passare ore a prepararmi!-
Le diedi una finta gomitata e feci per replicare, ma mi bloccai non appena vidi Gideon che si dirigeva verso l’entrata del pub, dove mi trovavo io.
Trattenni il respiro mentre si avvicinava sempre di più, aspettando che alzasse quei maledetti occhi e mi vedesse. Chissà come si sarebbe comportato, dopo la scena di poche ore prima.
Finalmente smise di fissare l’asfalto. L’alcool mi rese audace, e quando piantò i suoi occhi nei miei non distolsi lo sguardo, ma sostenni il suo con ostinazione.
Quando mi passò vicino, il suo tono di voce fu straordinariamente basso -Anna-
Non risposi, e solo quando fu entrato mi riscossi e mi voltai verso Jessica, che mi stava fissando.
-Sbaglio o ti ha salutata?- Il sopracciglio le faceva su e giù in uno spasmo involontario, mentre tentava di trattenere non so cosa.
-Ehm, beh…si, credo- Mormorai.
Solo allora esplose in un’altra risata e mi prese per le spalle scuotendomi tutta.
-Anna, gli piaci!- Cantilenò continuando a scuotermi come una forsennata. Dio, se era ubriaca!
Mi tolsi quelle sue piccole, fastidiose manine di dosso e mi ricomposi –Ma che dici…dai, torniamo dentro-
Feci per rientrare, ma sbattei contro qualcosa, o qualcuno.
-Posso parlarti un attimo?- Feci un passo indietro e alzai lo sguardo di una ventina di centimetri per ritrovarmi nuovamente occhi negli occhi con Gideon. Deglutii.
Mi voltai verso Jessica, che aveva gli occhi grandi come due arance. Mi fece un sorrisetto tirato, per poi sgattaiolare all’interno del locale. La vidi correre verso Jake e Eric agitando le braccia come una pazza. Perfetto…quanto la odiai in quel momento.
Feci un paio di passi indietro, in modo da non farmi venire il torcicollo per guardarlo in faccia e aspettai che dicesse qualcosa.
Mi scrutò per qualche interminabile istante.
-Non ho intenzione di chiederti scusa per oggi-
Non potevo credere alle mie orecchie.
-Bene. Allora che vuoi?- Risultai eccessivamente acida persino alle mie orecchie, ma lui non sembrò farci caso o comunque non ci diede peso.
Lui sospirò e si sfregò la barba –Non ho intenzione di chiederti scusa per oggi. Voglio chiederti scusa per come mi sono comportato non solo oggi, ma in tutte le occasioni in cui ci siamo parlati, Anna-
Rimasi senza parole. Non sapevo cosa dire; in compenso arrossii violentemente e pregai che non lo notasse, visto che eravamo relativamente al buio.
-Io…- Iniziai, ma lui mi interruppe.
-Non sono abituato a persone come te. Sono abituato all’indifferenza…- Rise amaramente e abbassò lo sguardo. I capelli scuri gli ricaddero sulla fronte e quando alzò nuovamente lo sguardo fui certa che quello fosse l’uomo più bello e triste che avessi mai conosciuto.
-Sono abituato a essere guardato con diffidenza, con paura, con disprezzo. Oppure con compassione. Come mi guarda tua nonna. Ma non sono abituato a te- Mi incatenò con quegli occhi disarmanti e freddi, e mi sentii improvvisamente lucida.
-Cosa ho fatto?- Fu l’unica cosa che mi venne in mente di chiedergli.
Si avvicinò di un passo e cercai di non indietreggiare.
Fece per rispondere ma una voce alle sue spalle lo precedette.
-Che succede qui?- Jake uscì dal pub e si frappose tra me e Gideon. Con mio grande disappunto.
-Jake- Provai a spostarlo, ma non lo mossi di un centimetro -Va tutto bene-
Che diavolo voleva? Proprio adesso che stavamo parlando veramente! Provai l’impulso di urlare ma in qualche modo mi trattenni.
-Jake, va tutto bene- Ripetei, toccandogli il braccio
Finalmente si voltò verso di me -Anna, se ti stava infastidendo devi dirmelo-
Spalancai gli occhi, “Cosa?!”
Gideon alzò gli occhi al cielo e sbuffò, battendosi le mani sulle cosce.
-Jake, non mi stava infastidendo! Lo conosco, ok? Stavamo solo parlando-
La sua espressione passò dalla rabbia alla totale disapprovazione. La delusione gli si leggeva in faccia, insieme a qualcos’altro. Gelosia?
Scosse la testa e tornò a guardare Gideon, che non aveva detto una parola. Fece per dirgli qualcosa, ma poi cambiò idea e tornò dentro, non senza avermi prima trafitto con lo sguardo.
Scossi la testa, incredula -Io…Mi dispiace…-
-Forse è meglio lasciar perdere- E senza dire altro se ne andò.
   
 
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