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Autore: AlexiaKH    20/12/2015    3 recensioni
Elaia Larxis ora è Alexia. E' stata rapita da Xemnas e Saïx nello stesso giorno dove Heartless e Nessuno cancellarono il villaggio dove ha sempre vissuto. Lei ha una particolarità: un cuore di pura oscurità, senza però esserne soprafatta come chiuque altro, che la rende la prescelta dell'Anti-Keyblade... ovvero la Darkblade. Che ne sarà di lei ora che ha scoperto che non potrà più vivere nella luce?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti, Zexyon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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L’MCP non perse tempo, non appena uscii dalla stanza subito mi ritrovai circondata da quelli che sembravano Heartless trasformati in programmi. Erano pronti ad attaccarmi ma rimanevano immobili, in un certo senso confusi; probabilmente era dovuto al fatto che avevano ricevuto l’ordine di eliminarmi, ma la loro parte non condizionata dai circuiti cibernetici mi riconosceva come una loro simile e questo creava loro confusione. Da questo potevo dedurre che l’MCP non era informato sulla mia vera natura, altrimenti non avrebbe commesso un errore così grossolano. Effettivamente, ripensandoci, man mano prendo che sempre più confidenza con i miei poteri e la mia oscurità, riconosco sempre di più gli Heartless come miei simili. Ricordo ancora quando io stessa evocavo gli Heartless, per potermi allenare, finivo per eliminarli assieme ai Nessuno, ora invece li vedo come quel che rimane di quando erano persone e non me la sento più di eliminarli. Come l’oscurità ha cambiato loro, l’oscurità, o per meglio dire la Darkblade, ha cambiato me.
Cercai di creare un’intesa e subito abbandonarono la posizione di attacco e mi si avvicinarono ancora più confusi. Bastava solo sguardo per poter comunicare con loro, non avevo bisogno di altro. Alcuni Heartless si allontanarono, in modo da poter osservare ciò che mi stava intorno in modo da avvertirmi di qualche possibile anomalia, mentre gli altri mi lasciarono passare e cominciarono ad inseguirmi, in un secondo momento, fingendo di darmi la caccia.
Li seminai praticamente subito e cominciai a muovermi cautamente. Vagai per parecchio tempo finchè non avvertii un’anomalia tra gli Heartless: si erano agitati.
Fu così che lo vidi: un programma con le fattezze umanoidi simili a Sark, con l’enorme differenza che la corporatura era diversa e il colore principale era il blu e non l’arancione. Si stava difendendo dagli Heartless come meglio poteva.
Non mi andava a genio l’idea di eliminare gli Heartless per guadagnare la sua fiducia, anche perché poteva sapere dell’esistenza della Darkblade e del suo aspetto, quindi optai per attirare la sua attenzione e creargli una via di fuga, per poi ordinare agli Heartless di perdere le nostre tracce.
“Stop!” Urlai e tutti gli Heartless rimasero immobili. Il programma vedendomi arrivare in suo soccorso, subito mi guardò sorpreso.
“Senti, vuoi rimanere lì ancora per molto o ce ne possiamo anche andare? Non so per quanto tempo ancora rimarranno fermi.” Imprecai. Il programma annuì e m’indicò una via di fuga.
“Seguimi, ci porteranno in una zona che nemmeno loro ci potranno raggiungere.” Mi disse.
Fu così che svanimmo tra i corridoi della zona e, con mia sorpresa, il programma aprì un varco invisibile toccando il punto specifico di una parete mostrandomi una stanza nascosta. Non appena si chiuse mi guardai intorno, ma era letteralmente vuota fatta ad eccezione di una sorta di computer grande quanto la parete della stanza.
“Devo ammettere che sono rimasto sorpreso.” Commentò. “Non pensavo che il creativo che avevo intenzione di soccorrere sarebbe venuto in mio aiuto.”
“Gli Heartless ti stavano attaccando, e in questo caso è meglio farsi amici i nemici dei tuoi nemici. Alla fine mi hai salvata anche tu, mi sono buttata nella mischia ma non avevo la minima idea di come seminarli. Quindi siamo pari.” Cominciai a dire sospettosa. “Però c’è una cosa che non capisco: hai detto che volevi soccorrermi, perché mai un programma dovrebbe farlo? Sinceramente: sei il primo programma amichevole che incontro.”
“E’ più che logico che tu non ti fidi di me, Alexia.” Mi rispose.
“Come fai a sapere il mio nome?”
“E’ stato inviato un ordine di cattura su di te, e ci sono tutte le informazioni che l’MCP ha rilasciato per riconoscerti; essendo un programma di sicurezza, le ho intercettate e sono uscito per cercarti prima che ti trovassero loro.”
“In tutto questo non mi hai ancora detto come ti chiami e perché mai dovresti salvarmi.” Commentai.
“Non mi ricordavo che voi creativi poteste essere così diffidenti…” Pensò il programma ad alta voce.
“Sono pur sempre intrappolata in un ambiente ostile.” Risposi.
“Il mio nome comunque è Tron e, come te, anche io sono ricercato dall’MCP per possessione illecita di un documento e per insubordinazione.”
“Intendi che sono ricercata per questo?” Chiesi mostrandogli il dischetto. Tron si avvicinò e lo osservò per qualche secondo, sorpreso che avessi una cosa del genere con me.
“Si, e dovresti andartene. Altrimenti verresti eliminata dall’MCP. Anche se sei una creativa, non voglio che quei dati finiscano in mani sbagliate. Spero che tu possa capire.” Mi rispose. Sospirai nel sentire la sua risposta. Era del tutto logico: anche se mi ha salvata non vuol dire che possa fidarsi completamente di me. Devo inventarmi qualcosa per guadagnarmi la sua fiducia, oppure… “ Per questo spero che tu possa accettare il compito di prendere in custodia i dati in mio possesso.” Sentii dire, e rimasi talmente sorpresa che mi ammutolii. Non aveva alcun senso quello che stava dicendo, voleva affidare ad una perfetta sconosciuta dei dati che lo avevano reso un traditore… Era un’azione talmente… umana che non dovrebbe essere nemmeno contemplata da un programma, che agisce sotto la logica e la ragione.
Rimasi in silenzio per qualche secondo, e lo fissai. Cominciavo a capire perché l’MCP lo voleva arrestare, ha una sorta di indole umanizzata. Lo dovevo capire subito da come mi si era presentato, dai suoi movimenti e dalle sue espressioni facciali. Né l’MCP  e né Sark avevano anche solo mostrato un briciolo di espressione facciale, mentre questo programma ha un espressione rasserenata.
“Strano…” Commentai, e Tron mi fissò senza rispondere. “E’ strano che ti fidi così tanto di una perfetta sconosciuta, non è che stai tramando qualcosa?” Chiesi sospettosa, da quello che avevo capito i programmi non dovrebbero mentire ma… visto che Tron si comporta fuori dagli schemi non si sa mai, quindi è meglio che lo osservi meglio.
“So abbastanza di te da essere certo che il documento sarebbe in buone mani; sei la figlia di Satella, e questo mi basta per potermi fidare.” Mi rispose.
“Ma come…” M’interruppi, era una domanda sciocca. Tron deve aver avuto questa informazione nel mandato di cattura dell’MCP, dovevo riconoscerlo: è stato un colpo da maestro da parte di quel programma, perché così ho avuto subito la fiducia di Tron senza il minimo sforzo, nemmeno io ci avevo pensato… “Ho capito.” Risposi sorridendo. “Quindi ora è di vitale importanza che riesca uscire di qui sana e salva.”
“Esatto”
“Con l’MCP che ci da la caccia però sarà dura…” Iniziai a dire pensando. “Non sarebbe il caso di eliminarlo prima, avrà come minimo il controllo del laser visto che è stato lui a trascinarmi qui.”
“Non necessariamente.” Iniziò a dire Tron. “Basterebbe trovare un terminale per permettermi di attivare la procedura per farti fuggire ma…”
“Ma c’è un problema vero?”
“Ci sono in giro troppi Heartless, inoltre c’è la probabilità che il terminale possa essere stato disattivato.”
Rimasi in silenzio per qualche secondo. Il mio obiettivo è quello di prendere da Tron il documento e poi consegnarlo all’MCP, starò al gioco finché non avrò quel documento o almeno finché non saprò dove andarlo a recuperare. Per il problema Heartless, non vedo problemi… anzi potrei usarli per quando dovrò catturare Tron, ma devo prima creare una situazione sicura in modo che lui creda veramente che possiamo raggiungere il terminale senza pericolo.
“Vale la pena tentare, no? Dubito che potremo nasconderci per sempre…” Risposi. “Dovremmo almeno assicurarci di sapere se il terminale è attivo o no, così sappiamo come agire.”
Tron fu d’accordo con me e ci focalizzammo su come raggiungere il terminale, facendo apparire una mappa digitale attraverso quello che dovrebbe essere il suo disco di memoria. M’indicò tutte le possibili vie per poter raggiungere la Sala delle Comunicazioni alla Torre di Controllo, ma inutile dire che Sark si era ben preparato di mettere le adeguate linee difensive secondo le conoscenze di Tron.
Decidemmo la via apparentemente più pericolosa ma allo stesso tempo quella meno probabile che avremmo potuto intraprendere secondo i nostri… anzi i suoi nemici. Per me andava bene, più Heartless c’erano e meno avrebbe dato nell’occhio uno che avrei mandato da Sark per informarlo sulla posizione.
“Quasi dimenticavo…” Disse finito il discorso. “Ti devo dare il documento, se le cose non andassero bene voglio almeno che tu sia in grado di metterti al sicuro.” Concluse facendo materializzare dal suo disco di memoria un disco.
“Non parlare così, andrà tutto secondo i piani…” Risposi prendendolo e mettendolo in tasca. Almeno secondo i miei… Con questo ho tutto quello di cui avevo bisogno.
Aspettammo ancora qualche minuto prima di uscire e lo utilizzammo per controllare i nostri inventari in modo da avere le pozioni a portata di mano. Non appena uscimmo seguii diligentemente le indicazioni di Tron utilizzando strade praticamente deserte, secondo la logica di Tron era meglio non farci trovare dagli Heartless perché equivaleva far sapere la nostra posizione all’MCP. Sfortunatamente per lui, con un gesto veloce delle dita, evocai un Heartless non troppo vicino a noi con l’intento di spedirlo a dare a Sark il luogo dove ci saremo diretti.
E’ tutto fin troppo facile, sta andando tutto secondo i miei piani… anzi secondo i piani di Xemnas visto che è stato lui a prepararmi le condizioni necessarie affinché tutto andasse così liscio. Però ancora mi sfugge perché lui avesse deciso di fare una simile messinscena, perché farmi dare la caccia a questo programma per recuperare un documento che lui stesso aveva chiesto all’MCP di eliminare? Più vado avanti e più le sue azioni diventano ambigue.
“Siamo stati fortunati, per fortuna non abbiamo avuto problemi.” Disse Tron mentre stavamo entrando in quella che dovrebbe essere la Sala delle Comunicazioni. Non feci nemmeno in tempo nel guardarmi intorno che subito avvertii dietro di me un alto numero di Heartless.
Non perde tempo… Notai che Tron non se ne accorse e, giusto per mio capriccio personale, eseguì un incantesimo Stop. Gli Heartless ci circondarono e mi gustai l’espressione spaesata di Tron, quando finì l’effetto del mio incantesimo.
“Dopo tutti questi cicli, finalmente riesco a metterti in arresto Tron.” Disse Sark avvicinandosi a noi, facendosi liberare la strada dagli Heartless. Guardai Tron, che non rispose ma capii dalla sua espressione che cercava disperatamente una via di fuga, vederlo così confuso e inutilmente determinato mi fece scappare un sorriso.
“E’ tutto tuo, con questo ho tenuto fede alla mia parte degli accordi.” Dissi a Sark. Non ho saputo resistere: volevo vedere la faccia di Tron non appena avesse realizzato la verità.
“Ma come…” Fu solo capace di dire.
“Grazie per il documento.” Gli dissi sadicamente. Non mi dovevo nemmeno a sprecare nel dire altro, tanto ora aveva capito tutto e glielo leggevo in faccia, o forse è perché se no avrei rischiato di divertirmi forse un po’ troppo? Del resto poco importa, non mi curai di quelle poche parole che mi disse Tron e lo osservai mentre veniva portato via dagli Heartless.
“Ho l’ordine di portarti dall’MCP” Disse alla fine Sark rompendo il silenzio, e io lo seguì senza dire nulla. Non appena ebbi di nuovo davanti notai che, nella sua impassibilità, aveva una leggera espressione soddisfatta.
“Finalmente la mia richiesta è stata accolta.” Iniziò a dire. “Dopo innumerevoli cicli sono riuscito a sistemare ogni forma di resistenza, però mi rimane una cosa da fare.” Udendo ciò notai che un numeroso gruppo di Heartless si materializzò circondandomi. “Devo eliminare ogni probabilità di una futura resistenza da parte tua.”
Nell’udire le sue parole scoppiai a ridere, oggi mi stavo decisamente divertendo troppo. Non pensavo che i programmi potessero essere così stupidi e ingenui, o per lo meno non pensavo che lo fosse così tanto anche l’MCP, forse era dovuto al fatto che nella loro intelligenza artificiale manca la componente umana.
Vidi gli Hearless avvicinarsi ma, non appena smisi di ridere e li guardai, si fermarono e cominciarono a mostrarsi minacciosi verso Sark e l’MCP. I due guardarono la cosa in maniera del tutto spaesata e ancora una volta stavo per scoppiare di nuovo a ridere, ma cercai di contenermi.
“E’ incredibile che Xemnas avesse previsto tutto questo…” Incominciai a dire. “Vorrei metterti al corrente di una cosa: io e gli Heartless siamo come fratelli, figli di una stessa madre nota come l’Oscurità. Non ti ubbidiranno mai se ordini a loro di farmi del male perché mi riconoscono come una loro simile, anche se sono umana.”
Entrambi i programmi non dissero nulla, fecero solo la stessa espressione spaesata di Tron… a quanto pare è tipico dei programmi comportarsi così quando i piani non vanno come avevano previsto.
“L’unica cosa che voglio è avere accesso al database, vieni a meno alla tua parte dei patti e non esiterò a trovare un modo per spedire un esercito di Hearless ad uccidervi entrambi. E’ l’unico modo per annullare la probabilità che io mi possa ribellare.”
“Accordato.” Disse prima di rispedirmi nel mio mondo. Quando riaprii gli occhi mi riposizionai verso il computer per controllare se davvero l’MCP non mi avesse tirato qualche brutto tiro, ma a quanto pare il mio messaggio è stato ben recepito.
L’occhio cadde sulla data e sull’orario: non mi ero nemmeno resa conto che erano passati due giorni dalla mia priva visita all’interno del computer e, a quanto pare, stava finendo anche questa giornata. Presi dalle mie tasche il disco con all’interno il documento, ma il mio fisico stava per crollare e quindi mi limitai solo a metterlo nel computer e dargli solo una prima occhiata, per poi studiarmelo dopo essermi risposata… O almeno questa era la mia intenzione: non appena inserii il disco e aprii il file rimasi a dir poco traumatizzata dal contenuto.
 
Provo pena per chiunque che leggerà questa lettera, ma la verità dei fatti deve essere in qualche modo documentata da qualche parte. E’ giusto che si renda giustizia almeno nel credo che la mia defunta sorella ha dato la vita.
A te che stai leggendo questa lettera, avrei un favore da chiederti:
Tramanda e ricorda questi nomi. Io ho fatto il possibile, attraverso il mio potere, a trasferire e tramandare la loro storia, ma se ciò non bastasse, custodisci il peso dei segreti che sto per rivelare fin a quando non li condividerai quando troverai la mia discendenza, ti prego.
C’è stato un tempo dove un individuo capace di usare la magia veniva fatto dono della magia delle origini, e nella mia generazione ciò toccò a mia sorella minore, Alisys Faust. Come tutti i maghi guardiani, Alisys nominò due custodi prendendo le dovute precauzioni: Waylan Pendragon per la luce e Malin Darkain per l’oscurità. Mia sorella però notò subito che i poteri erano troppo per i due giovani guerrieri e allora creò due lame, sfruttando due frammenti della X-Blade, per forgiare la Keyblade, dove venne inserita la luce, e la Darkblade, dove venne inserita l’oscurità, per poi farne dono ai due guerrieri affinchè potessero avere un maggior controllo.
Non voglio infangare il nome di nessuno perché nemmeno io conosco la verità fino in fondo, ma col tempo nacque una rivalità tra i due guerrieri, che si trasformò ben presto in una guerra, e, a pagarne le conseguenze, fu mia sorella con la vita e si portò nella tomba ogni possibilità di ritrovare il Kingdom Hearts e alla divisione della X-Blade in 13 parti corrosi dall’oscurità e 7 parti corrosi dalla luce.
Ciò portò fine alla guerra ma anche al nostro universo, che venne inghiottito dall’oscurità e solo la luce racchiusa nel cuore dei bambini salvò delle terre in qualche modo.
Per il dolore, il guerriero di luce decise di porre fine alla sua vita lasciando il compito ai suoi seguaci, sopravvissuti nella guerra, di tramandare il potere della Keyblade affinché continuassero a proteggere la luce e quel che ne rimane delle nostre terre. Il guerriero dell’oscurità, invece, divenne definitivamente l’elsa di un’arma forgiata dall’oscurità nata dalla rabbia, distruzione, e la disperazione di tutti quelli che perirono durante la guerra e durante la distruzione del vecchio universo.

 
In quel momento mi dovetti fermare a leggere, era decisamente troppo quello che stavo vedendo. Alysis Faust… il nome della guardiana della X-Blade. Mi venne un terribile mal di testa leggendo questo, lo stesso mal di testa che avevo provato in precedenza. Che diavolo mi sta succedendo? Fu in quel momento che persi i sensi e tutto ciò che riuscii a percepire era solo di nuovo quella frase nella mia testa.
 
Ripara i nostri errori, riesci dove noi tre abbiamo fallito.










 

Angolo dell'autrice:

Lo so: sono in ritardo secondo i miei standard di pubblicazione e vi chiedo umilmente scusa. Però ho avuto decisamente con un sacco di problemi e non ci stavo veramente con la testa nel scrivere un capitolo come si deve, in particolare perchè, come molti avranno intuito, Alexia è una sorta di mio alter ego e se avessi scritto in determinati momenti avrei di sicuro tradito completamente la traccia psicologica che ho messo in tutti questi capitoli. Ho preferito aspettare affinchè ritornassi di nuovo "lucida" nel scrivere mantenendo il profilo mediamente alto (perchè comunque, per quanto possa essere carina la storia, non sono esattamente un genio della lingua italiana e mi sfuggono sempre un sacco di errori nonostante i miei controlli) piuttosto che... lasciarmi trasportare dalle emozioni.
Chiedo di nuovo scusa e spero di non aver tradito le aspettative di nessuno e nemmeno essere andata contro il profilo che ho tracciato nella storia in venti e passa capitoli.
E dopo questa premessa, nel prossimo capitolo continueremo a leggere il documento e veramente scopriremo dei fatti veramente interessanti, alcuni li ho già iniziati qui per farveli intuire per aumentare la curiosità. Una cosa però è certa: le coincidenze cominciano ad essere veramente troppe per essere tali, sta poi a voi a decidere se veramente ci sia qualcuno, se non Xeanort, ad aver architettato il tutto fino a questi livelli.
Detto questo: ci vediamo (si spera) presto al prossimo capitolo!
 
  
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