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Autore: _katherine_lls    21/12/2015    1 recensioni
A volte il tempo cambia le nostre scelte, guarisce le nostre ferite. Certo, lascia una cicatrice, ma pian piano questa smette di sanguinare, smette di fare così tanto male.
E se una missione li costringesse a rivedere le loro idee? Se li costringesse a trascorrere insieme le giornate di un intero anno? Se un attacco ad Hogsmeade li obbligasse a fare delle scelte avventate che cambieranno la loro vita? Se tra i mangiamorte più ricercati ci fosse lui, il suo amico d’infanzia, il suo amore segreto?
E se…
Ma la sveglia non era ancora suonata e tra le braccia di Morfeo tutto era possibile, persino la realizzazione del nostro più grande sogno o del nostro peggiore incubo. Lì tutti i dolori erano così lontani che non c’era alcuna possibilità che riuscissero a farci del male. E poi erano solo sogni…
Ma non sarebbero durati per sempre, prima o poi la sveglia avrebbe suonato.
Ma non quel giorno.
Merlino…
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Rientrai dopo cinque minuti portando un bicchiere di cioccolata calda per la piccola.
“E’ arrivato qualcuno?” mi chiese Malfoy smettendo per un attimo di giocare con la bambina. Erano seduti sul pavimento e guardavano volare gli aerei incantati di carta.
“No, ancora deserto!” risposi soffiando sulla cioccolata per raffreddarla.
“Come facciamo con la bambina questa notte?” mi chiese. Ad una persona che non conosceva tutta la storia saremo sembrati una famiglia. La piccola un po’ ci somigliava, aveva i capelli marroni come i miei e gli occhi azzurri tendenti al grigio, un po’ più scuri di quelli di Malfoy. Il pensiero mi imporporò le guance e mi fece tremare la mano senza un motivo.
“Attenta Granger!” mi ammonì mentre appoggiavo la cioccolata sulla sua scrivania e mi sedevo con loro.
“Isabelle, vieni a casa con lo zio Draco adesso?” chiese Malfoy avvicinandosi alla bambina mentre io strabuzzavo gli occhi. Mi ero persa il passaggio in cui lui era diventato lo zio Draco. E poi, era in grado di gestire una bambina di tre anni e mezzo?
“Malfoy, pensi di riuscire a gestirla? E poi la porteresti al manor?” gli chiesi guardandolo con gli occhi a palla. Non ero nemmeno sicura che fosse legale quello che stavamo facendo, anche se la bambina era da sola e probabilmente sarebbe pure morta di fame.
“Granger, che problemi hai con casa mia?”
“Nulla, è così fredda…” mormorai rabbrividendo al ricordo di quando Bellatrix mi torturò nella sala principale.
“Mezzosangue, toglimi una curiosità. Da quanto tempo non entri al manor?” mi chiese inarcando un sopracciglio.
“Malfoy, io e te non siamo migliori amici. A casa tua ci sono entrata solo una volta perché ci sono stata trascinata di peso!” gli risposi. Non avevo motivi per andare a casa sua e il solo pensiero di rimettere piede dove quella sadica mi aveva inciso ‘Mudblood’ sul braccio mi faceva gelare il sangue nelle vene. Lo vidi accennare un sorriso furbo.
“Isabelle, che ne dici se viene anche zia Hermione a casa con noi?” chiese interpellando la bambina e calcando con forza sul mio nome. La piccola annuì smettendo per un attimo di giocare mentre io le passavo la cioccolata. Maledetto Malfoy.
“Malferett, non ti ha nemmeno sfiorato l’idea che io non voglia venire al manor?” chiesi guardandolo con gli occhi ridotti a due lame.
“Andiamo che è tardi!” disse senza nemmeno rispondere alla mia domanda. Prese in braccio la piccola facendole fare l’aeroplano e poi recuperò anche il peluche. No, non aveva neppure preso in considerazione un rifiuto.
“Andiamo Granger?” mi chiese porgendomi il braccio. Cercai una soluzione, una via di fuga. Non trovavo nulla di sensato per evitare di andare al manor con lui. Sbuffando come una locomotiva in salita presi il braccio che mi porgeva e lui materializzò tutti e tre davanti al portone del manor.
L’esterno dell’enorme maniero che da anni era la residenza fissa dei Malfoy non era affatto cambiato. Era sempre uguale, dello stesso colore tetro. Il giardino che lo circondava era ben curato, al contrario della prima volta in cui ero stata li.
La bambina si fece piccola contro la sua spalla. Un ‘te l’avevo detto’ ci stava! Maledizione a lui.
Posò la mano sul portone di legno che riconoscendolo ruotò sui cardini ben oliati, lasciandoci entrare.
“Wow!” mormorai mentre Malfoy accennava un sorriso e la bambina alzava la testa dalla sua spalla per vedere dove l’aveva portata.
L’interno era cambiato completamente: non c’era più nulla sui toni del grigio e del nero. Le pareti erano di color panna e i mobili erano in legno di ciliegio.
“Buonasera signor Malfoy!” salutò una donna che doveva essere la domestica. “Desiderate mangiare qualcosa?” chiese guardando la bambina che si stringeva forte a Draco e squadrando me che avevo in mano il peluche della piccola. Aveva addirittura abolito gli elfi domestici. E bravo l’idiota!
“Isabelle, hai fame?” chiese guardandola mentre la piccola annuiva. “Ti piacciono i biscotti al cioccolato?” Un altro segno d’assenso.
“Biscotti al cioccolato e tre bicchieri di latte, grazie Valeria!” rispose Draco mentre la domestica spariva dietro una porta e Malfoy cominciava a salire le immense gradinate del manor.
“Vieni!” mi disse aprendo una porta che dava in un piccolo salottino.
“Stupita Granger?” mi chiese non appena mi sedetti sul divano mentre la bambina tendeva le mani verso di me.
“Un po’ Malfoy!” risposi mentre lui accennava un altro sorriso e mi passava la piccola che mi si accoccolò in braccio.
“Domani dobbiamo parlare con Potty!” mi disse indicando la bambina con un cenno del capo.
“Dobbiamo anche scoprire dove sono i s…”
“Signor Malfoy mi scusi!” disse Valeria apparendo con i biscotti e il latte e posandoli sul tavolo di fronte a noi. “Siete una bella famiglia, se mi posso permettere!”
“Grazie Valeria!” rispose stranamente Malfoy. Mi sentivo morire e sentivo le guance andarmi a fuoco per la seconda volta. Valeria, come era arrivata, scomparì di nuovo giù per le scale, lasciando dietro di se un profumo di cannella.
“Ecco, Isabelle!” dissi prendendo un bicchiere di latte e un biscotto per la bambina. Dovevo distrarmi e non pensare a Malfoy che ci guardava sorridendo seduto sulla poltrona. Merlino, dillo che stamattina non mi dovevo svegliare, dillo che l’avevi fatto apposta. Presi un altro bicchiere di latte in religioso silenzio, stando attenta che nella fretta di finirlo la piccola non se lo rovesciasse addosso.
“Bene, adesso a nanna!” sorrise Malfoy dopo alcuni minuti posando il suo bicchiere vuoto e prendendo in braccio la piccola, facendole fare l’aeroplano.
“Malfoy ti vomita addosso, ha appena finito di mangiare!”
“Granger, esci dalla modalità mamma chioccia!” sbottò lui alzando gli occhi al cielo mentre Isabelle rideva come una matta.
“Malfoy mettila giù!” strillai quando la lanciò in aria e la riprese al volo.
“Granger, vedi di non fare un infarto nel mio salotto preferito!” mi ammonì accoccolandosi la bambina al petto e cominciando a salire le scale che si trovavano in fondo al salotto.
“Stiamo andando nella parte padronale!” disse mentre io mi fermai non sapendo cosa fare. “Granger, non hai intenzione di dormire sul divano vero?”
“In realtà avevo intenzione di tornarmene a casa!”
“Non se ne parla nemmeno Mezzosangue, se durante la notte si sente male cosa faccio?” mi chiese Malfoy seriamente preoccupato.
“Quello che faceva tuo padre!” risposi sovrappensiero per poi mordermi la lingua.
“Certo, sicuramente la calmo a suon di Cruciatus o la lascio da sola a piangere disperata e silenzio la porta!” mi rispose stranamente con un sorriso. Lui non era cresciuto con mio padre che, se stavo male, passava tutta la notte a cullarmi e a prepararmi la camomilla mentre mi leggeva le mie fiabe preferite.
“Dai muoviti Granger, puoi dormire nella stanza accanto alla mia!” mi disse riprendendo a salire le scale. “La piccola la mettiamo qua. Isabelle, ti piace questa stanza?” chiese aprendo una delle quattro porte che si affacciavano al corridoio.
“Forse così le piace di più …” mormorai muovendo la bacchetta e facendo comparire delle ceste di giocattoli.
“Decisamente!” sorrise Malfoy trasfigurando i vestiti che la piccola aveva addosso in un comodo pigiama rosa.
“E adesso a nanna!” disse portandola sul letto e rimboccandole le coperte con un sorriso. “Notte Isy!” le disse posandole un bacio sulla fronte e lasciando che la bambina gli posasse un bacio sulla guancia.
“Notte zio Draco!”
“Ecco, Isabelle. Buona notte piccola!” le dissi porgendole il suo peluche e dandole un bacio.
“Notte zia!” disse mentre io spegnevo la luce e uscivo dalla stanza chiudendomi la porta dietro. In corridoio, appoggiato al muro e con le braccia incrociate, c’era Malfoy che mi aspettava.
“Malferett, adesso posso andare a casa mia?” chiesi.
“Granger!” sbottò lui. Lo presi come un no. “Quella è camera tua. Spero che quello che ha preparato Valeria ti vada bene. Lì c’è il bagno se vuoi, io uso quello che ho in camera!” mi spiegò. Di sicuro non potevo andare a casa.
“Sei bravo con i bambini!” mormorai sovrappensiero rivedendo quello che era successo nelle ultime due ore.
“È facile, faccio tutto ciò che mio padre non ha mai fatto con me!” sorrise mesto. Me lo ero chiesta diverse volte come sarebbe stato crescere nel lusso come Malfoy. Non avevo mai calcolato i suoi genitori. Non doveva essere stato facile.
“Non guardarmi così Granger. Mia madre era buona. Non ha mai potuto opporsi alla volontà di mio padre, ma mi alleviava parecchie sofferenze!” disse triste.
“Buonanotte Malfoy!” dissi dopo un momento di silenzio avvicinandomi alla stanza che per quella notte sarebbe stata la mia camera.
“Buonanotte Granger!” disse lui mentre io chiudevo la porta e mi buttavo sul letto. Era una giornata da dimenticare ed ero a pezzi. A tutto quello che era successo ci avrei pensato la mattina dopo.
 
***
 
Mi svegliai con la luce del sole che inondava la stanza. Maledizione a me che la sera prima non avevo chiuso le tende. Aprii piano le palpebre mentre la luce del sole mi feriva gli occhi. In un attimo mi accorsi di non essere in camera mia. Mi sedetti sul letto spaventata e mi guardai intorno.
Mi ricordai improvvisamente quello che era successo la sera prima e capii di essere in una delle tante camere di Malfoy manor. Mi alzai dal letto ancora intorpidita e tremando di freddo. Con un gratta e netta pulii i miei vestiti del giorno prima per renderli presentabili e li infilai al posto del caldo pigiama che la sera prima Valeria mi aveva fatto trovare sul letto.
Aprii la porta della camera e un profumo di croissant e di caffè mi invase le narici. Non avevo idea di che ora fosse. Andai in bagno per sciacquarmi il viso e poi tornai nel salottino della sera prima. Seduto su una delle tante poltrone c’era Malfoy che stava bevendo il suo caffè mentre leggeva la Gazzetta.
“Buongiorno Granger!” salutò alzando per un attimo gli occhi dal giornale.
“Giorno Malfoy, qualcosa di interessante?”
“Stranamente non c’è una tua foto dove accompagni Theo a casa e nemmeno una con la bambina!” sorrise mentre io roteavo gli occhi al cielo “C’è scritto solo dell’attacco di ieri sera e qualcosa riguardo al fatto che non c’è più nessun posto sicuro. Ti lascio indovinare di chi è l’articolo con tanto di ‘Tra un po’ saremo tutti a fare tristemente compagnia ai vermetti’!”
“Rita Skeeter!” sbottai. Dovevo assolutamente trovare il modo per toglierle la licenza di giornalista dato che non possedevo prove necessarie per sbatterla ad Azkaban.
“Spero costantemente che qualche animale se la mangi mentre è un animagus!” sussurrò Malfoy passandosi stancamente una mano sugli occhi. Stranamente eravamo d’accordo. Stava cominciando a succedere troppo spesso.
“Che ore sono?” chiesi addentando un biscotto al cioccolato che era rimasto lì da ieri sera.
“Le otto e un quarto…”
“Sai che siamo in ritardo vero?” gli chiesi mentre lui non dava cenni di volersi alzare dalla poltrona.
“Mezzosangue, ieri sera abbiamo fatto gli straordinari e abbiamo una bambina di tre anni che dorme di sopra. Potter si può anche attaccare alla sua Firebolt!” proferì finendo di bere il suo caffè e addentando un croissant alla crema che si trovava sul vassoio. “Mangia pure Granger!” disse chiudendo la gazzetta e dedicandosi completamente alla brioche.
“Come facciamo con la piccola?” chiesi versandomi un po’ di caffè.
“Non possiamo portarla al ministero perché c’è una quantità di giornalisti che farebbe invidia ai granelli di sabbia in una spiaggia, soprattutto oggi. Forse possiamo far venire qua Potter…” ipotizzò Malfoy. Di sicuro il ministero era meglio evitarlo. Annuii leggermente in direzione di Malfoy che evocò il suo Patronus.
“Ah Granger, c’è un armadio di vestiti che mia madre non ha mai voluto mettere in camera tua se hai bisogno” mi disse guardando il mio pullover che aveva sicuramente visto giorni migliori.
“Grazie Malfoy”
Aspettammo dieci minuti abbondanti ma non ricevemmo nulla in risposta da Harry, probabilmente era impegnato. Andai su a controllare la piccola che dormiva ancora mentre Malfoy cominciò ad aprire la quantità di lettere che sommergeva parte del tavolino di vetro.
Mi feci una doccia e tornai in camera avvolta in un gigantesco asciugamano bianco. Aprii l’armadio di cui mi aveva parlato Malfoy e tirai un sospiro di sollievo. Per un attimo avevo temuto che i vestiti che Narcissa non aveva mai voluto mettere fossero dei pezzi di stoffa inguardabili, invece erano soltanto dei jeans e delle magliette. Pescai a caso un paio di jeans blu scuro e una maglietta celeste. Asciugai i capelli con la magia e in cinque minuti ero pronta per tornare giù ad aspettare Harry. Ricontrollai la piccola che dormiva ancora abbracciata al suo peluche e con un colpo di bacchetta chiusi meglio le tende.
“Malfoy, si può sapere cosa c’è di così tanto urgente che mi devi pedare subito e non lo puoi fare al ministero?” chiese una voce che riconobbi come quella di Harry. Mi affrettai a scendere.
“Herm? Che ci fai tu qua?” mi chiese non appena mi vide mentre io accennai un sorriso.
“È il motivo per cui ti ho chiamato Potty!” spiegò Malfoy mentre io mi andavo a sedere accanto a lui. Probabilmente Harry non avrebbe preso nel migliore dei modi la nostra genialata di ieri sera, ma come avevo convenuto con Malfoy non potevamo lasciarla da sola.
“Ragazzi, se mi state per dire che state insieme potevate anche risparmiare la fatica di chiamarmi e farmi venire qua!” mormorò Harry guardandoci mentre sentivo le guance imporporarsi.
“E questo cosa vorrebbe dire?” chiese Malfoy inarcando un sopracciglio e fulminando Harry.
“Ah, perché non dovevate dirmi questo?”
“No Potty decisamente no, ti stavo dicendo che…” Cominciò Malfoy per poi venire interrotto dal pianto di Isabelle.
“Vado io!” dissi alzandomi dal divano.
“Malfoy, mi spieghi che cazzo avete combinato?” chiese Harry alterato mentre io sparivo nel corridoio, non prima di aver sentito la risposta di Malfoy.
“Sfregiato vedi di abbassare i toni che c’è una bambina!”. Anche Malfoy non mi sembrava tanto tranquillo.
“Mamma!” chiamò Isabelle non appena aprii la porta della sua stanzetta.
“Shh Isy, va tutto bene, sono io!” dissi avvicinandomi per cullarla.
“Zia Hermione!” chiamò la piccola calmandosi un po’ e continuando a stringere forte il peluche.
“Va tutto bene!” mormorai contro i suoi capelli abbracciandola. “Vieni che ci prepariamo: c’è un signore che ti vuole conoscere!” dissi quando smise di piangere. La portai in bagno e le lavai il viso mentre trasfiguravo il pigiama in un comodo vestitino celeste e sistemavo con la bacchetta i suoi boccoli spettinati.
“Sei bellissima Isy!” dissi sollevandola all’altezza dello specchio. “Andiamo?”
“Dove è zio Draco?” mi chiese senza rispondere alla mia domanda.
“È giù che ti aspetta!”
“Allora possiamo andare!” rispose appoggiando la testa alla mia spalla mentre io sorridevo. Era strano come in poco tempo lei fosse arrivata a fidarsi così tanto di noi. In fondo eravamo solamente due estranei che aveva conosciuto la sera prima e che l’avevano portata in un posto che non conosceva, lontano dalla mamma e da tutto quello che le era familiare. Eppure si fidava di noi.
Scesi le scale con questo pensiero e sentii il sussulto di Harry non appena vide la bambina.
“Buongiorno Isy!” disse Malfoy alzandosi dal divano e venendo verso di noi mentre la piccola sorridendo tendeva le braccia per farsi prendere in braccio.
“Hai dormito bene principessa?” chiese facendole fare l’aeroplano mentre la piccola annuiva tra le risate. Guardai Harry: era rimasto allibito e con la bocca aperta e faceva saettare lo sguardo da me a Malfoy, per poi fissare bene al piccola. Sapevo a cosa stava pensando, in fondo Isabelle ci assomigliava parecchio, pur non essendo nemmeno lontanamente nostra parente.
“È vostra figlia?” chiese riprendendosi dallo shock mentre Malfoy si girava ghignando. Aveva preso una pasta al cioccolato dal vassoio e stava attento che Isy non si sporcasse tutto il vestito mangiando.
“Ehi, guarda che non ti ruba nessuno la brioche!” sorrise Malfoy guardando la piccola che la divorava a grandi morsi.
“È vostra figlia?” richiese Harry mentre io senza rispondere prendevo un bicchiere di latte per la bambina. Adesso chi gliela spiegava tutta la storia?
“Vorresti Potter!” rispose ghignando Malfoy prendendo il latte che gli porgevo. Mi sedetti accanto a loro mentre Harry dalla poltrona continuava a guardarci allibito.
“Vi degnate di darmi una risposta o continuate ad ignorarmi?” chiese alterato.
“Con calma Potty, che sto dando da mangiare a mia figlia!” ghignò Malfoy strappandomi un sorriso mentre Harry sussultava.
Appena la piccola finì di bere il latte Malfoy la posò per terra e trasformò una lettera abbandonata sotto il tavolo in una bambola. La bambina la prese tutta felice battendo le mani.
“Bene Potty, adesso possiamo parlare!” disse Malfoy lanciandosi sul divano dove ero seduta io.
“Mi spiegate che cacchio sta succedendo? Fino a ieri non vi sopportavate nemmeno e adesso apparite magicamente con una figlia che avrà all’incirca tre anni! Non ci capisco più nulla!” sbottò Harry passandosi una mano tra i capelli e spettinandoli ancora di più.
“Non è nostra figlia” chiarì Malfoy “L’ha salvata ieri sera la Granger da un fantoccio e finita la battaglia l’ha trovata in un vicolo da sola. Probabilmente ha perso la madre perché non c’era nessuno tra quelli che sono stati trasporti al San Mungo che cercava una bambina. Si chiama Isabelle ed ha tre anni.” spiegò mentre Harry corrugava la fronte.
“E come siete risaliti ai dati della bambina?” chiese sospettoso Harry fissando trucemente Malfoy che ghignava tranquillo.
“Anagrafe Potter!”
“Avrei preferito fosse vostra figlia!” proferì Harry picchiandosi la mano in fronte. Di sicuro poteva andare peggio, non aveva ancora cominciato a lanciare incantesimi a destra e manca.
“Vi rendete conto di quello che avete fatto?” ci chiese guardandoci stralunato.
“Evitato che una bambina sola morisse di fame e di freddo questa notte?” chiese Malfoy sfidandolo con lo sguardo.
“Sequestro di persona Malferett, è sequestro di persona!” sbottò allucinato Harry mentre Malfoy non si scompose nemmeno.
“Ci aiuti o no Potty?” chiese fissando Harry negli occhi.
“Cosa vi serve?”
“Prima rispondi!”
“Vi aiuto Malfoy, controvoglia ma vi aiuto!” sbottò Harry. Per fortuna che il suo spirito grifondoro aveva preso la meglio, altrimenti ce la saremo vista parecchio brutta.
“Dobbiamo sapere se i suoi genitori sono ancora vivi!” proferì Malfoy mentre Harry annuiva e Isabelle ignara di tutto continuava a giocare con la bambola.
 
 
NOTE DELL’AUTRICE E DELLA BETA
Ciao a tutti.
Stranamente questo capitolo è arrivato senza alcun ritardo. Lo credi tu, poi sono io che li posto.
Non fateci tanto l’abitudine. Infatti non se la sono fatta :)
Ringrazio Ladyathena che ha recensito il capitolo precedente e tutti quelli che stanno leggendo e seguendo la storia.
Un bacio va alla beta che sopporta i miei cambi d’umore stile Gollum e che continua ad aiutarmi nonostante tutto.
A presto.
Rowena
  
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