< Ti ricordi le nostre feste, Dean? >, mormorò di colpo Sam, sdraiato sul letto del motel dopo che la caccia ad un demone era finalmente terminata con successo.
Il maggiore, di spalle, sorrise.
< Certo che me le ricordo, Sammy. Sono stati i momenti più belli della nostra infanzia, nonostante non ci sia mai stato papà. >
Il più piccolo annuì piano, e chiuse gli occhi, tornando con la mente indietro nel tempo.
< Ti ricordi quando pensavo che ti fossi dimenticato del mio compleanno,  ma in realtà volevi solo farmi una sorpresa e mi hai preparato una torta con le tue stesse mani? Cavolo, era davvero disgustosa! >, esclamò, con un’espressione fintamente schifata.
Dean gli lanciò un cuscino. < Avevo solo dodici anni, sapientone! Diciamo che ci ho messo più amore che zucchero, come puoi biasimarmi? >
Sam rise.
< Oh, lungi da me! E.. e ti ricordi quando un Natale ho improvvisamente smesso di credere a Babbo Natale e tu lo hai convinto a venire a casa nostra? Wow, ancora adesso mi sembra impossibile! >
< Ehm… fratellino, a proposito di questo dovrei dirti una cosa che ti ho sempre tenuto nascosta… >, iniziò Dean, imbarazzato.
Ma Sam lo interruppe. < So che era Bobby. L’ho capito sin da subito. Non s’è mai visto un Babbo Natale con un pentagono disegnato sulla mano! >
Il maggiore si corrucciò, ma solo per finta.
< Scemo io che pensavo di averti ingannato >, bofonchiò.
Sam rise, ancora, ed era un suono bellissimo, quello.
< E ricordi quanto mi hai aiutato a superare la mia paura per i botti, a Capodanno? >, continuò poi.
Dean socchiuse gli occhi. < Oh, l’ho fatto per me, quello, altrimenti non sarei potuto andare a vedere i fuochi d’artificio che aspettavo da tutto l’anno. >
Non era vero, ovviamente, e Sam lo sapeva benissimo.
Dean non avrebbe mai anteposto i propri interessi a quelli del fratello, ovvero della persona che più amava al mondo.
< E ricordi quando ero convinto che ti fossi dimenticato del giorno del Ringraziamento? Ci ero rimasto così male! >, disse Sam.
Il maggiore lo guardò.
< Beh, fratellino, anche dopo tutti questi anni rimango della stessa idea di allora. Tutti i giorni io sento il bisogno di ringraziare. Ringraziare per averti qui, con me >, rispose, serio.
Fu il turno di quest’ultimo, poi, di rimembrare una festa della loro felice e spensierata infanzia.
< E tu, invece, ricordi quando per Carnevale ti vestisti da me? Dicesti che ero il tuo supereroe preferito. >
< Beh, fratellone, anche dopo tutti questi anni rimango della stessa idea di allora>, rispose Sam, ripetendo le stesse parole usate dal maggiore poco prima.
I due Winchester risero, insieme, ad una sola voce come non facevano più da tempo immemorabile.
Quando si calmarono, Sam guardò il fratello.
< Qual è stata la festa del nostro passato che ricordi di più e con maggiore gioia? >, gli chiese.
Dean incrociò gli occhi del minore.
Non rispose.
Si portò semplicemente la mano al collo, per stringere quel ciondolo un po’ sbilenco da cui non si era mai separato fin da quando gli era stato regalato, dieci anni prima.
Sam capì.
E sorrise.
Ed anche Dean sorrise.
Ed erano così belli quando erano felici.