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Autore: Ayumu Ena    22/12/2015    3 recensioni
È mattina presto, il sole è appena sorto e il caldo confortante, tipico della primavera, avvolge la pelle di Levy, lasciata scoperta dalla maglietta, a mani corte, e dai pantaloncini color mogano, perfettamente coordinanti con la fascia per capelli del medesimo colore.
{Levy McGarden, Gajeel Redfox, Gajeel/Levy (Gajevy) | Modern!AU | 632 parole}
› Prima classificata e vincitrice del premio Miglior Gale al "Fairy Tail Contest – … Da un'immagine a molto di più" indetto da Eireen_23.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parla di me nelle tue canzoni, almeno una volta




È mattina presto, il sole è appena sorto e il caldo confortante, tipico della primavera, avvolge la pelle di Levy, lasciata scoperta dalla maglietta, a mani corte, e dai pantaloncini color mogano, perfettamente coordinanti con la fascia per capelli del medesimo colore.
Sul balcone di casa sua, la ragazza, ascolta il pigolare degli uccellini e si gode l'assenza del solito chiacchiericcio che si crea, nel borgo, quasi tutti i giorni. Fra le mani tiene stretto un libro, l'ennesimo a dire la verità, e approfittando della pace intorno a sé, si accomoda sul pavimento e continua la lettura. Le pagine quasi le mangia dalla velocità con cui le finisce; vuole terminare il libro prima di andare al parco e prestarlo a Gajeel. Levy è sicura di trovarlo lì perché ormai sono giorni che lo sente cantare, su una panchina, e strimpellare qualche accordo con la sua chitarra; lei lo guarda sempre di nascosto, senza farsi notare, quasi tutte le mattine e non si stanca mai, ogni tanto spera che una di quelle canzoni sia per lei, poi scuote la testa e ritorna alla realtà.
Levy guarda l'orologio sul polso sinistro così tante volte che i secondi quasi non fanno in tempo a passare. Stanca del suo comportamento nasconde l'orologio dietro la schiena e si concentra sul finale del libro, così i secondi diventano minuti e i minuti si trasformano in ore.
La ragazza dai capelli cerulei, da far invidia a un cielo senza nuvole, controlla velocemente l'ora e comprende che, ormai, metà mattinata è passata. Più veloce di quanto non lo sia mai stata, Levy prende la borsa buttata in malo modo sul letto, infila il libro all'interno, esce di casa e si incammina verso il parco.

Arriva a destinazione e per un attimo, prima di imboccare il sentiero contornato da fili d'erba, teme che Gajeel non sia venuto, in fin dei conti deve risultare tutto come una coincidenza.
Qualche altro passo ed è quasi arrivata, lo vede ed è felice anche solo per questo. A un certo punto si sblocca, a metà strada, indecisa su come iniziare una conversazione. Mentre la sua mente cerca di elaborare qualcosa di “sano”, come lo definisce lei, lo ascolta suonare e si chiede se sia il caso di andarsene. Sviata dalle sue stesse domande senza risposta si dimentica l'obbiettivo iniziale: trovare un modo per instaurare un dialogo. Domande che presto si trasformano in lunghi monologhi privi di un vero e proprio inizio e di una sensata fine.
«Hai intenzione di rimanere lì a lungo o pensi di venire a sederti, gamberetto?» dice il ragazzo, mostrando un sorriso divertito in direzione di Levy.
In compenso la ragazza farfuglia qualcosa, cercando di far tacere la sua mente contorta e quegli inutili interrogativi. Annuisce non appena si rende conto di star parlando da sola e arrossisce quando si siede vicino a lui. Le loro braccia quasi si toccano e tutto a un tratto, alla giovane, pare così caldo l'ambiente circostante; tuttavia, non è merito del sole ma della vicinanza del suo corpo a quello di Gajeel.
«Puoi continuare a suonare, se vuoi,» sussurra Levy con una voce che non riconosce «però... ecco se io sono d'intralcio posso andare...» si affretta ad aggiungere e senza riuscire a terminare la frase, si ritrova sulle cosce la chitarra di Gajeel.
Sulla schiena la mano di lui. Quasi si spaventa quando l'avverte e brucia attraverso la sua maglia sottile. Le dita dell'altra mano si sfiorano con quelle di Levy e la invitano in una tacita richiesta a poggiarle sulle corde della chitarra. Il gesto di appoggiare l'avambraccio destro sull'estremità dello strumento le viene naturale e mentre Gajeel inizia a cantare, i polpastrelli flettono le corde a tempo.
Il cuore le rimbalza nel petto e in quel canto si rispecchia un nuovo inizio.


NOTE DELL'AUTRICE
Ho scritto la storia in circa un'oretta e non pensavo assolutamente di creare qualcosa che potesse soddisfarmi, tuttavia come spesso capita le storie migliori le scrivo senza pensare, senza fissarmi troppo su una frase, una certa descrizione o altro che al momento non mi viene in mente. Comunque, alla fine posso dire di consegnare un elaborato che mi piace e va be' se dovessi finire ultima, pace, ormai ci sono abituata – sinceramente non spero nemmeno più di arrivare sul podio.
Ora, Gajeel () – volevo sottolineare – l'ho sempre trovato un tipo di poche (ed è fantastico così, sia chiaro) , così anche nella OS, quando Levy pensa di essere di troppo, lui non le risponde ma agisce e le fa capire che vuole stare con lei, che la sua compagnia è più che ben accetta. In più Levy è andata da Gajeel con l'intento di prestargli un libro (ricordiamo l'inizio della storia) ma poi, come per magia – o meglio, per amore – se ne dimenticata; è tutto voluto, non me ne sono affatto dimenticata. E niente la Gajevy (o Gale) è LA coppia – cioè la coppia suprema che prevale su tutte le altre e aggiungiamoci pure la Jerza –; quindi scriverò presto altre storie su di loro. Intanto, adios!
Ayumu

   
 
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